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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

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STORIE IGNOBILI

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.

NOTE: 

“Al mondo ci sono tre tipi di cornuti: il contento, il rabbioso e l’ignaro.”

Immoralex.

 

IL DESIDERIO DI ESSERE CORNUTO.

 

PREFAZIONE.

 

«Salve! Mi ci è voluto molto tempo per riuscire a scrivere questa storia che parte dalla mia adolescenza e nello svolgere di trent’anni arriva alla mia maturità di marito e padre, cercando di condensare i miei pensieri e le emozioni in qualcosa di trasmissibile al lettore. L’ho fatto scrivendo pagine di diario, capitoli dei periodi della mia vita, sperando che questo possa essere maggiormente comprendibile e apprezzato dal lettore e alleviare alcune delle mie ansie che porto dentro da molti anni. Quello che sto per scrivere è piuttosto imbarazzante e può apparire inverosimile, ma è la pura verità. Gli elementi che sembrano i più fantasiosi della storia da mia madre a mia moglie sono i più veritieri. Sono le parti reali e sceneggiate di quello che è accaduto realmente. Penso che a molti di voi i fatti non sembreranno veri e soprattutto il finale, ma è la pura realtà. 

A volte si sceglie di diventare quello che non si vorrebbe mai… nella vita la realtà supera la fantasia e si creano e accadono le situazioni più assurde, in cui ci appare impossibile credere. 

Io come molti di voi che leggerete, a volte penso che sono stato un folle a compiere quello che ho fatto e a perseverare pensandolo ancora, altre volte mi dico che ho solo realizzato un desiderio, un sogno, una fantasia e sono una persona normalissima. Ma giudicherete voi… 

La storia è quella di un ragazzino, che scopre il sesso tramite l’osservazione casuale del tradimento coniugale della madre con il suo amante. Quello lo porterà ad immedesimarsi nel padre all’estero per lavoro e quindi ignaro dell’adulterio della consorte, vivendo la condizione di figlio tradito e sentendosi cornuto al posto del padre. Il giovane resterà traumatizzato e affascinato dall’infedeltà della madre, al punto che la sua sessualità sarà condizionata da quell’avvenimento. Quando sarà adulto, sposato e con figli e la moglie avrà la stessa età della madre di allora, tramite un sogno erotico che altro non era che la proiezione del suo desiderio inconscio e del suo io, creerà le condizioni e farà vivere alla moglie, senza che lei sappia che lui ne è a conoscenza, un tradimento coniugale, un adulterio come quello della madre; lasciando vivere alla consorte come alla genitrice una relazione sessuale con un uomo scelto da lui. Il tutto come un gioco programmato e studiato nei minimi dettagli, un gioco pericoloso che a un certo punto gli sfuggirà di mano e… Ma leggete. Da una storia vera.»

Naturalmente il giovane in questione ero io….

 

                                                                           PRIMA PARTE.

 

MIA MADRE

 

Eravamo una famiglia comune composta da me Paolo che avevo 13 anni, mia sorella Giulia 15 anni, mia madre Tiziana o Titti come la chiamavano le amiche e i parenti 38 anni, e mio padre Giuseppe detto Beppe 42 anni. La nostra infanzia fu normale, comune a migliaia di bambini e ragazzini, mamma ci aveva abituato a una tenerezza e affettuosità immensa, con molto contatto fisico ed emotivo. Tendeva spesso a darci abbracci, baci e carezze... ci voleva davvero molto bene, eravamo la sua vita e anche noi gliene volevamo molto e la rispettavamo sempre. Lo stesso era con papà Giuseppe che gli amici e conoscenti chiamavano Beppe, quando era a casa che non navigava, si abbracciavano e baciavano spesso anche davanti a noi, si volevano molto bene ed eravamo tutti felici. Papà era un marittimo e ogni volta che partiva mamma piangeva sempre ed era triste ed eravamo noi la sua consolazione il suo amore e io ero l’ometto di casa. La nostra educazione era severa, studiavamo dalle suore, ed eravamo abituati a dire la preghiera dopo cena prima di andare a letto a dormire, questo per darvi l’idea di che tipo di educazione avevamo. Lavarci i denti, spegnere la tv e la preghiera, mamma nel lettone con mia sorella Giulia quando non c’era papà e io solo in cameretta. 

Era una mamma molto premurosa, tendendo il più possibile a stabilire un rapporto di vicinanza e amore materno con noi. Poche volte ci sgridava o ci trovava da dire, prediligeva spiegarci le cose più che punirci quando sia io che mia sorella sbagliavamo qualcosa. 

Erano gli anni 80 del secolo scorso, come dicevo papà navigava sulle navi mercantili e faceva anche viaggi lunghi in America latina e in Asia e restava via molti mesi senza tornare a casa, in genere i contratti erano di sei mesi, ma a volte anche più. Guadagnava bene e avevamo una vita dignitosa, permettendo a mamma di non lavorare e fare la casalinga per accudire a noi che eravamo ragazzini e studiavamo, alla casa e a mia nonna che era anziana, malata e ricoverata ormai da tempo in uno ospizio (oggi si direbbero case di riposo), dove andava tutti i giorni a trovarla e accudirla. Posso dire che i miei genitori sono sempre stati una coppia perfetta e innamorata anche se per lunghi periodi rimanevano distanti... la mia infanzia e quella di mia sorella furono eccezionali… vivevamo in una famiglia ideale ed eravamo felici. Mamma era molto bella in quel periodo, era la tipica trentenne di quegli anni con capelli gonfi e un bel corpo adulto tra la ragazza e la donna, era appena formosa, mora, con gli occhi castani e delle labbra un po’ carnose. Aveva il fascino della bella signora di quei periodi, con la sua personalità. La ricordo ancora attraente, ed ovunque mi capitava di stare insieme a lei notavo che veniva piacevolmente ammirata dagli uomini. Con il senno del poi, dell’uomo adulto posso dire che aveva un gran bel sedere e un bel seno prosperoso, oltre che un gran bel carattere e un sorriso meraviglioso, e capitava spesso che qualcuno le facesse battute o tentasse di corteggiarla.

La ricordo ancora con i vestiti che si usavano allora, le giacche dei tailleur con grosse spalline imbottite che la facevano assomigliare ai personaggi di ufo robot e ampie scollature a V fino all’ombelico, con maniche svasate sui gomiti e strette verso i polsi o con i pantaloni a vita alta stretti da grosse cinture dai colori più vari con enormi fibbie oppure fusciacche intorno alla vita annodate sui fianchi come una fascia. Portava le gonne lisce in tinta unita o disegnate, o a balze pieghettate che le arrivavano al ginocchio. Spesso indossava dei fuseaux dai colori più strani e fluorescenti anche se preferiva il nero, con delle T-shirt bianche enormi extralarge portate con raffigurazioni di tutti i generi sul torace. Alcune di quelle mi piacevano in modo particolare, perché avevano stampata sopra la testa di Minnie e di Topolino della Walt Disney sorridente. A volte pur non andando in palestra, calzava gli scaldamuscoli sui polpacci, la tuta o la felpa e metteva la fascia di tessuto di spugna in fronte come le indiane e poi faceva ginnastica guardando alla TV le video cassette di Sidney Rome che insegnava a fare aerobic fitness dancing. Si truccava poco, ma quelle poche volte che lo faceva seguiva la moda di allora, a pensarlo oggi sembrerebbe assurdo girare per strada in quel modo con ombretti fucsia, verdi o azzurri, con labbra delineate dal contorno di una matita e riempite da rossetti rosso fuoco. Anche se il suo trucco era sobrio, era pur sempre vistoso, ma allora si usava così, come i capelli gonfi. La chioma di mamma era cotonata e con permanente voluminosa che lei abbelliva con fiocchi, fasce, cerchietti e mollette. E si ornava l’aspetto con collane, grosse e dorate, che venivano portate con orecchini ad anello, abbinati a perle e bracciali di qualsiasi forma, dimensione e tipo. Che spesso mia sorella provava a indossare per gioco, mettendosi anche i suoi ray ban a goccia con montatura sottile dorata o quelli più belli di tartaruga con lente a occhi di gatta firmati sull’asta Fiorucci, che mamma non voleva toccassimo. 

Come tutte le donne aveva le sue debolezze, a tavola beveva il vino, specialmente la sera anche mezza bottiglia, ma non voleva che si sapesse, era l’unica in casa oltre papà che bevesse il vino e quando lui non c’era ed era sola per non farlo capire ai negozianti, a me o a mia sorella ci mandava ad acquistarlo sempre in negozi differenti, di modo che non potessero quantificare quanto ne consumasse. Il vino era un po’ la sua unica consolazione nella solitudine o almeno credevo... Era sempre stata una donna molto riservata ed in casa non si parlava mai di sesso, non che fosse un tabù, ma semplicemente non era un argomento di discussione famigliare. Molte volte vedevo mamma che si appartava con mia sorella Giulia in camera e le spiegava il sesso, per paura che nell’ignoranza facesse qualcosa e restasse incinta, mentre con me non lo faceva, rispondeva genericamente alle domande che le facevo sulla sessualità, ma senza approfondire.

” Tu sei maschio! Vedrai che poi imparerai da solo!” Mi diceva. “I maschi imparano da soli con gli amici! “Era il modo di pensare di allora della famiglia, nonna, zia ecc. Mio padre non c’era a spiegarmi o a cui poter domandare qualcosa, ed essendo un ragazzo timido faticavo anche con i compagni di scuola a chiedere, per timore di fare brutte figure e di essere preso in giro, di solito ascoltavo i loro discorsi. Già alcuni ragazzi quindicenni, i più balordi facevano battute su mia sorella e mi chiedevano se gliela presentassi. 

Come dicevo sopra, tutto cominciò quando avevo 13 anni e quello che accadde mi traumatizzò e condizionò la vita sessuale da ragazzo per sconvolgermela anche da adulto. 

Fino a quel giorno non avevo mai visto mamma completamente nuda, ma solo con la vestaglietta da casa trasparente o la camicetta da notte corta, oppure in mutandine e reggiseno o a volte senza mutandine e reggiseno ma con una maglietta T short enorme, probabilmente di papà, che larga le arrivava agli inguini e a coprire appena il sedere. E io facendo finta di nulla guardavo solo da dietro quando si piegava, e si vedeva il culo completo, con il solco (il taglio come lo chiamavo allora) lungo e profondo. 

Quel giorno invece la vidi completamente nuda… Capita a molti ragazzi di assistere involontariamente o volontariamente alle nudità della propria madre e di restarne turbati ed alcuni poi continuare a spiarla, rientra nello sviluppo della pubertà, come può capitare di vederla o sentirla far sesso con il proprio papà, ha tutto un senso per quanto erotico o morboso possa essere a quell’età. Finché questa scoperta accade con il proprio padre, si resta turbati ma rientra nella “normalità genitoriale.” Quando invece si scopre che l’uomo che fa sesso con vostra madre, non è vostro padre, ma un altro a voi sconosciuto, allora le cose cambiano, si resta sconcertati, delusi, traumatizzati.  

Tutto successe per caso un giorno verso il mese di aprile, avrò avuto 13 anni, ricordo che facevo ancora le scuole medie, la terza mi pare e quel pomeriggio verso le 15.00 dopo aver studiato un po’ come facevo di solito con mia sorella, decisi di uscire a giocare con gli amici per divagarmi un po’, avrei ripreso poi verso sera lo studio e lasciai Giulia, da secchiona qual era, a continuare a studiare (oggi è ispettore vigile urbano). Fuori mi diressi al campetto di calcio dove c’erano gli amici, ma a un certo punto mi fermai, non ricordo la motivazione precisa né perché quel giorno tornai indietro per andare a casa di nonna, forse perché volevo prendere la mia divisa da giocare a pallone che mamma aveva lavato e stesa nel terrazzino di nonna come faceva sempre. E quindi non giocai con i miei compagni ma tornai indietro. 

Nonna come dicevo sopra era ricoverata in una casa riposo e non usciva più e casa sua poco lontana dalla nostra era ormai vuota e avevamo le chiavi. A volte mamma ci concedeva di fare qualche festa con gli amici e le amiche, soprattutto a mia sorella, basta che poi lasciavamo pulito e in ordine. La casa era situata nel vecchio centro storico, nei carruggi, si apriva il portone che dava sulla strada, si entrava si faceva una rampa di scale ripida e lunga e subito sul pianerottolo c’era la porta d’entrata di casa di nonna. Entrando al piano c’era la cucina e la camera da letto con il bagno e, a fianco ad esso, una scaletta interna chiusa da pareti in muratura e due brevi rampe, con piccolo pianerottolo tra esse, dove l’ultima rampa girava a sinistra e portava sul solaio e in una terrazzina. Lungo la rampa di questa scala a livello del pianerottolo c’era una finestrella che dava nella camera matrimoniale di nonna. La camera di nonna era senza finestre e per la luce naturale aveva solo un lucernaio sul soffitto che dava sulla terrazzina e su una parete la finestrella che dava nel pianerottolo della scala interna, che nella stanza risultava in alto, quasi a soffitto, sempre chiusa e coperta da una tenda esterna che era sul pianerottolo. Erano case vecchie, dei nonni dei miei nonni, fatte a pezzi con i muri in pietra, piene di modifiche improvvisate e aggiunte senza senso. Comunque ritornai a casa a prendere la chiave di casa di nonna e vedendo che appese nel portachiavi dietro la porta non c’erano, presi quelle di riserva nel cassetto del mobile dell’entrata. 

“Paolo sei tu?” Sentii mia sorella chiedermi essendo nel soggiorno e non potendo vedermi. 

“Sì, sono io Giulia, prendo la chiave di nonna!” 

“Va bene ciao!” E ci salutammo. 

Ritornato indietro andai davanti al portone di nonna, aprii, feci la lunga rampa comune ad altre abitazioni e in cima mi fermai e nell’aprire la porta di casa mi accorsi che non era chiusa a chiave, ma solo con la cricca. La aprii con mezzo giro ed entrai pensando che era stata chiusa male l’ultima volta che c’era stata mamma e che glielo avrei detto. Quando fui dentro intravvidi della luce uscire dai bordi e sotto la porta della camera da letto di nonna e sentii delle voci, un parlare sordo oltre la porta e riconobbi la voce di mamma con quella di un uomo. Sentivo anche mamma ridere. D’istinto mi avvicinai per vedere chi ci fosse e cosa facessero lì e avvicinatomi guardai dalla fessura della porta scostandola un poco. Nel loro scherzare non si accorsero che ero entrato in casa e nemmeno che avevo socchiuso la porta della camera. Restai sorpreso, c’era mamma nuda sul letto che si faceva accarezzare e baciare il corpo da un uomo, anche lui nudo sdraiato a fianco a lei, che non conoscevo e non sapevo chi fosse. Restai fermo e sconcertato a guardare e pensare, non sapevo molte cose di sesso a quell’età, ma quel tanto che vidi mi bastò per capire che stava tradendo papà. 

Restai impressionato, incredulo, vidi e ricordo ancora bene tutto come se fosse un film; lei sdraiata nuda sul letto con il suo sesso peloso e lui che andava sopra lei e la penetrava e poi incominciavano ad abbracciarsi, baciarsi, accarezzarsi e chiavare, facendo dondolare e cigolare quel vecchio letto di legno scuro alto ed enorme dei nonni. Mi allontanai dalla porta sconvolto, non sapevo che dire né che fare, la delusione che provai in quel momento verso mia madre fu grande, di dispiacere per papà e di risentimento e avversione per lei che lo tradiva. 

Mi avvicinai alla rampa del bagno e salii la prima, mettendomi vicino alla finestrella e non visto spostando la tenda continuai a guardare l’interno della camera. Si stringevano e si baciavano. Non so quanto restai in quella posizione e condizione, fermo senza nemmeno quasi respirare, forse qualche minuto o più a osservare mamma a gambe larghe fare sesso sotto quell’uomo sconosciuto per me, stringerlo a sé e amarlo, finché tra i gemiti e sospiri si scosse tutta abbracciandolo di più, senza capire io il perché in quel momento. 

Intuii che le piaceva fare sesso con quell’uomo, da come gemeva e lo stringeva a se, ma seppi solo in seguito che aveva avuto l’orgasmo e che cos’era l’orgasmo, e dopo quella spiata finì tutto. Dopo essere stati ancora abbracciati a darsi bacini e a parlare, si alzarono chiacchierando e vidi mamma, nuda in piedi a gambe larghe che davanti a lui mentre parlava si passava un panno come un asciugamano sul sesso per asciugarlo, come se niente fosse, con lui che la guardava in quell’atto intimo e sconvenevole. E poco dopo vidi quell’uomo che si toglieva il preservativo, quell’involucro che fino a pochi anni prima vedendoli per terra nella spiaggia pensavo che fossero palloncini sgonfi e bucati. Vidi mamma andare nel piccolo gabinetto, vestirsi, riordinarsi mentre lui lo faceva in camera e uscire, abbracciarsi ancora, baciarsi sulle labbra e poi lui andare via. Ero sbalordito. Aspettai, sentii mia madre rimettere a posto in cucina, poi tornare in camera e la vidi riordinare il letto, rassettarlo, guardarsi allo specchio, rimettersi in ordine l’abito e uscire. Ricordo che quando restai solo, al buio pensando a quello che aveva fatto mamma a papà piansi in silenzio. Volevo bene a mamma e a quell’età non riuscivo a capire perché avesse tradito mio padre e non riuscivo nemmeno a odiarla anche se era andata con un altro uomo. Quando fui solo, mi asciugai gli occhi da quelle lacrime innocenti e scesi in camera di nonna, riaccesi la luce e la guardai, mi sedetti un poco nel letto alto e poi mi rialzai e uscii anch’io. Dopo quel pomeriggio le cose cambiarono in me, restai turbato e frastornato, vedevo mia madre con occhi diversi. Prima per me era sempre stata la mamma come tutte le altre, che ci dava affetto, disponibilità e amore, tenerezza e tutto il resto... Dopo quel giorno non più. La vedevo come se fosse un’altra persona, o almeno   così mi sembrava allora. 

Come sempre mamma anche quella sera dopo essere stata nell’ospizio da nonna, cenammo assieme. Io a tavola stavo alla sua destra e alla sua sinistra di fronte a me come sempre mia sorella Giulia. Interiormente ero fortemente imbarazzato a tavola, sapendo quel terribile segreto, mamma si comportava come se non fosse accaduto nulla, quel pomeriggio aveva tradito papà con un altro uomo e con noi sembrava non l’avesse mai fatto. Non avevo il coraggio di interagire con lei, di dirle quello che avevo visto, subivo il suo carisma materno su di me, mi sentivo a disagio, turbato e mi facevo mille domande senza risposte. 

Mia sorella ignara dell’accaduto e di cosa avesse fatto mamma, chiacchierava con lei normalmente mentre io ero diventato taciturno, sia a tavola che guardando il televisore, facendo finta di nulla. Mamma ovviamente si accorse del mio comportamento differente dal solito, avevo il muso verso lei e mi chiese accarezzandomi la fronte: “Cosa c’è Paolo? Non ti senti bene? C’è qualcosa che non va?!” Pronunciò avvicinandosi a me in un tono molto dolce e tenero, sorridendomi, mentre lentamente cenavo. Non ebbi il coraggio di dire la verità. 

“No mamma tutto bene, sono solo stanco!” Mormorai mentre mi accarezzava i capelli. 

“Dove sei stato oggi pomeriggio? Hai studiato?” Mi chiese. 

Avrei dovuto rispondere che non avevo studiato perché ero stato e osservare lei con quell’uomo che facevano sesso e tradiva papà, ma invece risposi in modo indifferente:” Sì, ho studiato un po’ e poi sono andato a giocare a pallone con i miei compagni!” Risposi.

“Sì... gioca, ma non ti stancare e mi raccomando non sudare!” Ribatté mia madre sorridendomi e accarezzandomi sempre la fronte, mentre io infastidito dal suo comportamento, con un gesto della testa spostandola di lato tolsi la sua mano. A quel punto cercai di distrarmi mangiando e pensando ad altro, ma il suo modo di fare, così premuroso, normale e indifferente, in contrasto con quello che aveva fatto mi turbava.

Era sempre dolce con noi che mi sembrava impossibile che si fosse concessa a quell’uomo e niente mi avrebbe fatto smettere di pensare a quello che era successo il pomeriggio. Dopo giorni di tormento, decisi di ritornare a casa di nonna, mi sentivo inspiegabilmente attratto da quel luogo, da quella stanza, da quella situazione e da quello che avevo visto. 

Non conoscevo quando si sarebbero rivisti, ma pensai al giovedì seguente anche se non sapevo se l’avrebbero fatto ancora. 

La seconda volta me la ricordo bene in tutti i suoi particolari e dialoghi, l’ho preparata e vissuta dall’inizio alla fine, e pensata e rivissuta migliaia di volte masturbandomi nei giorni e nelle settimane seguenti. E quella era la prima volta che lo facevo, che mi masturbavo, non lo avevo mai fatto prima, lo scoprii, iniziai e continuai a farlo spiando mia madre fare sesso con quell’uomo. 

Quel giovedì appena uscito da scuola con la scusa che andavo a studiare a casa del mio compagno, rientrai solo per salutare e farmi vedere e notai che la chiave di casa di nonna non c’era nel portachiavi dietro la porta. Presi la chiave di riserva dal cassetto ed andai di corsa a casa di nonna, aprii il portone e di corsa salii le scale, ed entrai richiudendo la porta come l’avevo trovata aprendola, e andai su la rampa dalla finestrella nascosto ad aspettare. Quel punto sarebbe stato anche un’ottima via di fuga se mamma avesse sentito rumori o avuto intenzione di salire, avrei potuto nascondermi in solaio o sulla terrazza o nei tetti vicini continuanti. A una certa ora sentii aprire la porta e nascosto vidi mamma da sola entrare, andò in cucina a trafficare e poi entrò in camera a tirare giù il copriletto e ritornare in cucina. Poco dopo sentii bussare lentamente alla porta come un segnale, mamma andò ad aprire ed entrò quell’uomo. Si baciarono sulla bocca abbracciandosi e poi parlando tra di loro andarono in cucina. Restarono parecchi minuti, li sentivo vociare e ridere ma non potevo vederli, rischiavo troppo, solo dopo sentii il borbottio della caffettiera e un profumo di caffè spandersi in aria, si erano fatti il caffè o meglio mamma lo aveva fatto per lui. Passarono ancora molti minuti in cucina, poi lui entrò in camera e mamma arrivò subito dopo. Parlavano, ridevano, scherzavano ed erano allegri, anche mamma lo era con quell’uomo. Si avvicinarono e abbracciarono parlandosi sottovoce e baciandosi. Quando si staccarono vidi mamma che per un lungo momento guardò quell’uomo dritto in faccia, poi con mosse impacciate iniziò a sbottonarsi la camicetta di cotone aprendola davanti, mostrandogli il reggiseno bianco traforato con all’interno le sue prosperose mammelle, e subito la tolse. Lui si avvicinò e le accarezzo da sopra il reggiseno, mentre mamma portando le mani dietro, sulla schiena, senza guardare lo sganciava, come faceva alla sera in casa, facendo scorrere le spalline sulle braccia aiutata da lui che glielo toglieva, mostrando il seno in tutto il suo splendore a quell’uomo. 

Io immobile e nascosto osservavo la scena sconvolto, preso da uno strano e piacevole batticuore mai avuto prima. Mentre quell’uomo allungando le mani e prendendole tra esse esclamava: “Belle hai proprio un bel seno… morbido, bello e pieno!” Facendo sorridere di piacere mamma e continuando: “Sei proprio una bella donna Tiziana! Meno male che ci ho provato con te, che ti ho corteggiata!” Disse aggiungendo:” Ma come facevi a stare tutti questi mesi senza chiavare? Senza un uomo? “Le domandò serio. 

Mia madre voltò il capo di lato non rispondendo mentre lui le appoggiò le mani sui fianchi esclamando: “Togliti tutto, ti voglio nuda!!” 

Mamma sorridendo e probabilmente eccitata anche lei portò le mani sul fianco e sulla cerniera, sganciò la chiusura e fece scorrere giù la lampo della gonna, lasciando che cadesse a terra ai suoi piedi, restando in mutandine. Nonostante la spigliatezza si vedeva che era imbarazzata, che si vergognava a spogliarsi davanti a quell’uomo anche se eccitata e lo faceva con gesti abituali, senza guardarsi come in casa quando era sola. 

Poi per un attimo chiuse gli occhi. Lui se ne accorse esortandola: “Dai non essere timida togli anche le mutandine mostrami il tuo gioiello!!” Mormorò ridendo. 

Vidi mamma sorridere anche lei che accondiscendente insinuò due dita dentro l’elastico dello slip sui fianchi e con un gesto deciso fece scorrere in giù l’indumento intimo lungo le cosce e le gambe fino ad alzare un piede e poi l’altro e sfilarle del tutto. Restò completamente nuda davanti a quell’uomo. Era la prima volta che vedevo mamma completamente nuda. Nella sua nudità mostrava un folto pelo a coprire la fessura della figa, era un perfetto triangolo rovesciato. Era bellissimo ed eccitante. 

“Bello!! Bello!!” Esclamò quell’uomo suo amante elettrizzato, accarezzandoglielo e si vedeva che era sempre più eccitato. “È proprio bello il tuo bosco, è fantastico, ed è un vero peccato tenere coperto un gioiello come il tuo senza mostrarlo e usarlo. Sei proprio una gran figa Titti.” Le mormorò baciandole la pelle della spalla. Io, in un religioso silenzio nascosto guardavo e ascoltavo tutto e non so sei quei complimenti li pensasse davvero o li dicesse solo per eccitarla di più. Ma nuda era bella con la sua pancetta e osservandola senza rendermene conto mi eccitai anch’io iniziando ad avere caldo sul viso e sul pube. 

Vedevo la sua figa da dove ero nato io, le mammelle e i capezzoli turgidi dove mi ero allattato. “Girati!! Voglio ammirare anche il tuo magnifico culo.” Esclamò quell’uomo, mentre mia madre senza fare obiezioni e con un certo imbarazzo, ma divertita, si voltò mostrandogli il suo bel sedere. 

“È grosso?” Gli domandò imbarazzata. 

“No!! Perfetto, bello pieno e morbido come piace a me e agli uomini...” E vidi mamma sorridere compiaciuta da quelle parole. 

Senza volerlo e loro saperlo, di quel gioco erotico, ne usufruivo silenziosamente anch’io. All’improvviso il caldo sul pube aumentò e mi venne l’erezione senza che mi toccassi e avvertii il mio piccolo pene diventare ritto come una penna e premere forte contro le mutandine. 

“Che favola di culo hai!! “Esclamò ancora accarezzandoglielo, scandalizzandola o facendo finta di esserlo mia madre, che ribatté con un:” Dai!!...” vergognoso.

Ferma così non ti muovere, resta ferma che è un piacere per gli occhi guardartelo!” Le diceva. Mia madre era lusingata che gli dicesse quelle parole, non sembrava essere più tanto inibita, anzi pareva che provasse un perverso piacere a mostrarsi e farsi ammirare nuda da lui, tanto che si girò più volte su sé stessa ridendo da sola, come giocando con lui, facendo in modo che potesse guardarle bene oltre che il culo, sia il seno che la figa coperta dal folto pelo. 

Ero sconcertato dal comportamento che aveva mia madre con quell’uomo. Lei era sempre seria, educata, composta e rispettosa anche di sé stessa e invece con quell’uomo era dissoluta, lussuriosa. Capii poi con il tempo che si comportava così probabilmente perché avevano una storia e si lasciava andare sessualmente. 

“Bella, tutta bella!!… Sei fatta per essere chiavata e dare gioia agli uomini!” Esclamò quel tipo. “Tuo marito è un pazzo a lasciare una figa come te per sei mesi da sola a 38 anni con due ragazzini...” Aggiungendo:” … per me lo sa che ti fai chiavare da qualcuno ma non dice nulla e fa finta di niente per paura di perderti!”  Esclamò proseguendo: “Certi uomini sanno di essere cornuti ma fanno finta di niente!” Affermò.

Vidi mia madre avere una smorfia di fastidio a quelle parole: “Dai! Non parliamo di mio marito né di queste cose!” Rispose seria. 

A quella frase lui iniziò a baciarla sul collo e accarezzarle le mammelle mentre la voce tremula carica di desiderio di mia madre gli sussurrava:” Spogliati anche tu!!”  E lui pronunciava:

“Sei tutta un desiderio!... Un fiammifero che sta prendendo fuoco, una magnifica donna nuda! Un quadro del Goya!!” Esclamò ancora quell’uomo stringendola e baciandola. 

Mamma ferma in piedi, completamente nuda, non rispose a quei complimenti. Il suo era un silenzio carico di desiderio, di voglia. In quella posizione mentre lui si staccò da lei, ebbi modo di vedere ancora e bene il suo seno e il suo sesso tutto peloso, oltre i fianchi maturi e le cosce lunghe e piene. Vidi quell’uomo avvicinarsi al comodino e prendere dalla tasca dei pantaloni una bustina riposandola sul comodino, poi velocemente si spogliò davanti a mia madre gettando gli abiti su una sedia vicina, facendo uscire e oscillare davanti a sé quando si tolse lo slip, un’asta rigida riguardevole o almeno allora così a me sembrava con gli occhi di un ragazzino; premendola poi dura contro il ventre e il sesso di mia madre abbracciandola e baciandola nuovamente. Mamma ferma in piedi ricambiava l’abbraccio e il bacio avvertendo la pressione del sesso rigido di quell’uomo contro il ventre. 

Dopo un attimo si guardarono in viso e restarono silenziosi come se pensassero qualcosa, ma con il senno adulto posso dire oggi che si osservavano come due innamorati. Quell’uomo continuò a toccare il seno sinistro di mia madre, lo avvolse completamente nel grosso palmo della mano e tra le lunghe dita e premendole massaggiava la mammella accarezzandola, prima da sopra e poi soppesandola da sotto quasi a volerla sostenere. La strizzava dolcemente con libidine, eccitandola, facendole chiudere gli occhi dal piacere. 

“Hai delle mammelle meravigliose!” Esclamò dandole dei bacini sulle labbra. 

“E guarda che ho allattato due figli!!” Rispose pronta lei vanitosa e orgogliosa che le dicesse che fossero belle nonostante i quasi quarant’anni. 

“Sì, lo so!... E per questo è più bello, perché hai nutrito i tuoi figli e ora nutrirai e darai piacere a me!” Esclamò sorridendo abbassandosi e prendendole un capezzolo in bocca iniziando a succhiarlo come se si allattasse i davvero. 

Ero strabiliato da quello che vedevo che faceva a mamma, non avevo mai visto niente del genere, ma più che altro ero sorpreso da mia madre che si lasciava fare quegli atti, come accarezzare il sedere e succhiare il seno... senza reagire, allontanarlo e mandarlo via. Notai invece che a quelle manovre chiuse gli occhi e alzò il capo indietro come se le piacesse che glielo succhiasse, rantolando di piacere, gemiti e suoni gutturali a voce bassa.

Lui con la lingua ne seguì il contorno, sotto, sopra, attorno all’areola. Continuò a palpeggiare e accarezzare per parecchio tempo, ci sapeva fare perché vidi i capezzoli di mia madre indurirsi e diventare dritti e lei pareva volerli porgere di più a quella bocca che li succhiava. Io ero sconvolto mentre quell’uomo si allattava da mia madre, pensavo davvero che gli succhiasse il latte. 

“Che meraviglia i tuoi capezzoli duri che puntano in alto.” Sussurrò eccitato lui. 

Si umettò le labbra di saliva con la lingua e prima il capezzolo destro, poi il sinistro vennero presi tra le sue labbra e tirati e succhiati con tenerezza fino a quando il gemito di mia madre non gli annunciò la sua vittoria su di lei. Osservai la mano sinistra di quell’uomo sollevare la mammella mentre si chinava in avanti per avvolgere il capezzolo in un caldo e umido bacio. Le sue labbra succhiarono con ingordigia. 

“Vieni qui” le disse mentre le prendeva la mano facendola indietreggiare fino al letto, per poi lui sedersi e lei restare in piedi davanti a lui. Il seno di mia madre era posto all’altezza giusta, davanti alla sua bocca così da poterlo baciare e succhiare con più calma, cambiando ora uno, ora l’altro capezzolo e stringendole le mammelle alternativamente. 

Mamma accettava piacevolmente tutto questo ad occhi chiusi ed espressioni piacevoli del viso, pareva gradire molto le sue succhiate, le strette e l’allattamento di quello che consideravo il suo amante, che seduto sul bordo del letto a gambe larghe, con lei posizionata in piedi tra esse, se la era incollata al viso per meglio baciarle e leccarle le mammelle. Con un movimento impercettibile le sue mani scivolarono sui fianchi, poi lentamente sulle natiche morbide e carnose, stringendole forte con le dita come a volerle sgonfiare o farle scoppiare. Mamma ebbe un sussulto a quelle strette, che durò probabilmente meno del pensiero di fermarlo, e senza nessun ostacolo quell’uomo le abbrancò le natiche a piene mani stringendole ancora più forte. “Che bel culo da signora per bene che hai!! C’è da impazzire a stringerlo!” Mormorò. “

Le mani di lui impastarono con bramosia la sua tenera e pallida carne ed accarezzarono le natiche tirandola verso sé e baciandole il sesso sopra i peli scuri; scendendo con le dita lungo il retro delle cosce, giù fino al retro del ginocchio per poi risalire all’interno di esse, su su sfiorando lentamente la pelle. Avevo tredici anni quando guardavo quegli atti sessuali e quella donna che se li faceva compiere era mia madre e quasi senza accorgermene mi ritrovai con il cazzo in mano ad accarezzarmelo spudoratamente guardando la scena. E iniziai pur non sapendolo fare, ma d’istinto a masturbarmi. 

Vidi la mano di quell’uomo che continuò a salire, su, sempre più su fino ad incontrare la fessura del sesso. Un “Aaaahhhh!!!” rantolò dalla bocca di mia madre mentre quel tipo da sotto impugnava a mano larga e piena la sua figa stringendola forte come se gliela volesse strappare dalla pelvi e portargliela via. Sentii mia madre gemere e lui con il dito solleticarle la fessura delle grandi labbra facendole schiudere per poi penetrare solo un poco la falange dicendole: “Sei bagnatissima, hai la figa bollente Tiziana. Ti piace eh!!” 

Vidi mia madre avere come un mancamento. Con difficoltà, spostandomi un poco riuscii a vedere il dito dell’uomo penetrare tra i peli e le grandi labbra di mamma, fu impressionante non avevo mai visto nulla del genere, il medio andò ancora più dentro manovrandolo in rotazione e sfregamento avanti e indietro. 

Intanto che con la mano sinistra posata sul sedere le palpava e stringeva deciso la natica, con il medio della destra la solleticava stuzzicandole l’interno della vagina ed il pollice contemporaneamente le stimolava il clitoride, mentre lui con la bocca incollata sempre al seno succhiandole il capezzolo sembrava che si allattasse veramente o volesse mangiarlo. Capii poi crescendo che quell’uomo ci sapeva fare sessualmente e forse per questo piaceva a mia madre oltre che per il suo aspetto piacevole, anche se per me era meno bello di mio padre. 

Il respiro di mia madre divenne affannoso, stava tutta floscia adesa a quell’uomo, appoggiandole le mani inerte sulle spalle e che se lui non l’avesse sorretta per i fianchi gli sarebbe caduta addosso. Il busto flesso di lei in avanti con la testa ciondolante su di lui e i capelli pendenti che le coprivano il volto. Imperterrito quell’uomo continuò. Stavo assistendo ad una visione completamente nuova per me, osservavo due persone che facevano sesso e una di queste due era mia madre.

 Con i miei compagni di scuola si era parlato molte volte della figa, delle ragazze e di cosa fanno i grandi, di come si faceva a chiavare le donne e a fare i ditalini alle ragazze, ma assistere non visto a quanto stava compiendo quell’uomo a mia madre aveva dell’incredibile per la mia età. 

Sentii ancora mia madre gemere, poi la vidi lasciarsi andare e crollare e accasciarsi su di lui, le si piegarono le gambe, tremava tutta dal piacere mentre continuava gemere. 

“No! È troppo… Basta Bruno!!” Esclamò, e per la prima volta sentii quel nome sconosciuto per me, mentre lui alzandosi e girandosi di colpo la mise con la schiena verso il letto e la fece prima sedere sul bordo e poi sdraiare dolcemente sul lenzuolo, distendendosi a sua volta vicino a lei iniziando a baciarla sul collo e in bocca. Sdraiata, con lui sopra, la vidi toccarsi e scostarsi un poco guardando in basso, come se qualcosa le desse fastidio, e in quel movimento ebbi la possibilità di vedere anch’io il pene di quell’uomo poggiato contro il ventre di mia madre, che eccitato era diventato enorme lungo e grosso con un glande roseo. Distinto guardai il mio che tenevo in mano e mi parve misera cosa in confronto al suo, ma ero solo un ragazzetto anche se poi con l’età non è cresciuto di molto.  

Mentre la baciava, le sussurrava tenere parole d’amore. 

“Sento qualcosa per te!!...Ti amo!! Non scherzo Titti, e vorrei che mi amassi anche tu!!” 

Mia madre a quelle parole lo strinse a sé ma non disse nulla e lui continuò a lusingarla: “Ti penso quando non ci sei, non vedo l’ora che arrivi il giovedì per incontrarti, ti amo Titti!!!” Ma mamma non rispondeva, penso oggi che le facessero piacere quelle parole, ma non diceva nulla per non ammettere anche lei quello che sentiva e provava a quelle parole e a quell’abbraccio. Ma lo baciava e stringeva a sé. 

Li vidi stendersi insieme, mamma era nuda con il busto rivolto al soffitto e lui anche nudo, di fianco, girato su lei che la guardava. Io in quel momento avevo la mia giovane mente avvolta da mille pensieri, per quello che stavo facendo io a spiarli e per mamma a fare sesso con quell’uomo che non era mio papà. Notai lui che con il corpo si spostò e avvicinò silenziosamente a lei... vedevo la sua mano prendere e accarezzare ancora il suo grosso seno, fare pressione con il suo corpo eccitato contro quello di mamma. Passare la mano sinistra sullo stomaco molto lentamente iniziando ad accarezzarle il ventre e subito dopo avvicinare la sua gamba sinistra in mezzo fra quelle di mamma, tirandola a sé e baciandola in bocca, ricambiato. Mamma gli toccava i capelli e lo guardava e lui l’accarezzava molto delicatamente sulla schiena. 

A osservare anche se non avrei voluto farlo, continuai a sentirmi turbato e accaldato, avvertivo qualcosa che non avevo mai provato prima in vita mia e invece di fuggire restai a spiare mia madre che faceva sesso con un altro uomo e scoprivo emozioni nuove, ma soprattutto scoprivo il sesso e come si faceva e la mia masturbazione che fino allora non avevo mai praticato. 

Vidi mamma che a sentire la mano di quell’uomo sul suo sesso, aprì e richiuse gli occhi più volte. Come se le carezze che gli faceva non bastassero, quell’uomo poco dopo avvicinò la sua testa e cominciò a darle tanti piccoli e teneri bacetti sul collo e oggi posso dire, che lo faceva con la stessa passione di una persona completamente innamorata.... 

Lo osservavo nudo e lo vedevo orribile vicino alla bellezza del corpo materno di mia madre, non so come quell’uomo potesse piacere a mamma, papà per me era molto più bello di lui. Aveva la sua asta di carne dura e sorridendo mentre parlava con mamma se lo toccava, l’accarezzava. 

“Ti piace? ...” Sussurrò all’orecchio sinistro di mia madre, ma abbastanza forte che riuscissi a sentire anch’io da quella finestrella socchiusa, leccandosi le labbra e continuando con i bacetti sul collo. 

“Siii!!...” Rispose mamma con una voce bassa e una esclamazione dolce, mentre io silenziosamente scrutavo e sentivo salire sempre più qualcosa di strano dentro me che capii dopo era eccitazione, sotto forma di calore, batticuore e sudore. 

“Sei sempre bella sai...Sei così dolce e il tuo profumo mi fa impazzire...” Continuò sussurrandole e baciandola. 

Mamma non rispose, silenziosamente si lasciava accarezzare e baciare, mentre io seppur eccitato fui preso dall’imbarazzo e dalla vergogna per lei che si lasciava dire quelle parole. Ero arrabbiato con lei e quella rabbia era una forma di gelosia perché tradiva mio padre e la vivevo come se tradisse me, come se oltre a essere mia madre fosse anche mia moglie. Ogni tanto nei movimenti tra l’abbracciarsi e baciarsi, vedevo l’asta dura di quell’uomo urtare sul corpo di mamma. 

Passarono sì e no due minuti di quelle effusioni o preliminari come si chiamano ora e iniziai a sentirmi sempre più accaldato e un po’ confuso e sempre più eccitato, la visione dei loro corpi nudi e sudati che amoreggiavano sul letto di nonna iniziò terribilmente a piacermi, tanto che seguendo l’istinto continuai a toccarmi il pene indipendentemente dalla mia volontà. Non mi era mai successo di masturbarmi prima e non mi sembrava affatto una cosa normale... non sapevo nemmeno come si faceva se non per sentito dire che bisogna prenderlo, stringerlo nella mano tra le dita e muoverlo avanti e indietro. Iniziai a sudare e a muovere la mano, sarebbe stata la prima volta come dicevano i miei compagni che mi facevo una sega. Il motivo per cui mi sentivo in quello stato e sudavo e tremavo fu perché mi sentii estremamente turbato, per il modo in cui lei si lasciava piacevolmente toccare da lui, non mi ero mai sentito così verso mia madre prima dall’ora. 

Erano sdraiati tutte e due nudi sul letto, con mamma ormai completamente presa dall’eccitazione. Vidi lui afferrarla per i capelli e tirarle il capo e lei seguirlo fin dove la guidò la mano del suo amante, davanti alla sua asta dura ed eretta, si lasciò chinare il capo su di essa e iniziò a baciarla, per poi imboccare con mia sorpresa, la cappella dentro le labbra. Capii che gli stava facendo quello che allora noi in compagnia invitavamo le ragazze a fare, e che chiamavamo bocchino o golino. 

Mia madre con sapienti colpi di guancia come se lo avesse fatto altre volte, cercò di aspirare nella bocca per quanto possibile il suo vigoroso cazzo, e sapiente e servizievole continuò il dondolio della sua testa su e giù sulla sua asta, fintanto che quell’uomo soddisfatto le tirò sul il capo. Notai con stupore che sul viso aveva tutto il mento sbavato di saliva. 

Fu la prima volta che vidi una donna fare un pompino a un uomo, e capitò con mia madre, e quella non fu la sola prima volta che assistetti direttamente a osservare qualcosa di sessuale tra loro, ne vidi altre spiando mia madre. 

Poi la fece sdraiare ancora con la schiena, e lui scivolare in giù sul lenzuolo, strisciando fino a giungere con le labbra e con la lingua sulla sua figa pelosa. Lo vidi solleticare il carnoso e arrossato orifizio vaginale di mia madre con la sua avida bocca, ne aspirava il clitoride facendola gemere e contorcere, mentre con le braccia tese ancorava le mani sul seno, intente a stringerle le mammelle. 

“Oddio!..Dio mio!...Basta!..Basta Bruno per favore non ce la faccio più, smetti per piacere, basta…!” Farfugliò mamma all’improvviso e lentamente quell’uomo si sollevò allontanando l’avida bocca dalla sua vulva, che pensando lui avesse dato ascolto alle sue suppliche, gemette: “Dio mio mi hai distrutta, mi hai succhiato anche l’utero e fatta godere come non mai. Sei tremendo... Mai mio marito mi ha fatto godere così!” Esclamò all’improvviso ansimando, facendomi sentire una fitta di dispiacere al cuore per papà, ma anche di eccitazione, mentre lui davanti a lei sorrideva fiero e soddisfatto. Notai che anche lui aveva il mento e intorno alle labbra sbavato dalla saliva e dagli umori del piacere della figa di mamma e con le dita si toglieva qualche pelo sulla lingua. 

Tiratosi su prese la bustina messa prima sul comodino, la ruppe con i denti e tirò fuori quello che a me allora sembrò un cerchietto di gomma bianca, ma era un preservativo. Lo appoggiò sul glande e tenendo con una mano la sua asta dura, con l’altra vidi che lo srotolò tutto giù fino alla radice e ai suoi peli, a coprire di lattice il suo cazzo lungo. 

E posizionatosi tra le cosce spalancate di mamma coricata sul letto che le mostrava la pelosissima figa con l’apertura vaginale oscenamente dischiusa all’altezza del suo fallo, e con sapiente maestria cominciò a spennellare il glande coperto di lattice contro la sua fessura ricoperta di peli umidi di umori e della sua saliva. Mia madre a quel contatto ebbe un sobbalzo, sollevò la testa guardandosi tra le cosce, vedendo quello che il suo amante stava compiendo. Teneva il cazzo con una mano mentre con l’altra guidava la cappella ricoperta di quell’involucro bianco contro la sua vulva, che in silenzio attendeva. Continuò a sfregare lungo la fessura, tra le grandi labbra, spennellandola e separando bene i peli con il grosso glande stesso, strusciandola su fino al clitoride e giù fino al perineo, fino a quando la figa di mamma palpitante si aprì come un fiore. Allora, puntando il glande contro l’orifizio della vagina premette e prese a spingere sulla figa già lubrificata dal piacere e dalla leccata precedente. 

“Ooooooohhh!!!!! …. Pianoooo, fai piano, non farmi male!” Sussurrò mamma, mentre lui con continuità spingeva e faceva penetrare il glande poco alla volta dentro la vagina, seguito dalla lunghezza della sua asta. Era davvero bravo a far scivolare il cazzo dentro mia madre e invadere il canale vaginale dove eravamo passati per uscire e nascere io e mia sorella, con il suo grosso bastone incredibilmente rigido e fermo che si introduceva lentamente, ma inesorabilmente il lei. 

Vedevo che mia madre cercava di agevolare la penetrazione allargando di più le gambe e quando si addentrò completamente con tutta la sua lunghezza dentro la vagina, affondando la sua asta di carne dura e calda nella sua caverna di mucosa rosa, lei ebbe un sussulto, e si inarcò gemente. Una volta penetrata restò immobile in lei dando la possibilità alle pareti vaginali di adattarsi alla sua asta eretta. Poi lentamente iniziò a chiavarla, incominciando a farla godere da subito, facendole muovere il bacino e contorcersi sotto lui. Ad ogni spinta del bacino di quell’uomo contro quello di mamma, sentendolo muovere all’interno del suo ventre, lei rispondeva con piacere e gemiti dolci. 

Dal mio nascondiglio lo vedevo nudo, trattenuto sulla schiena dalle braccia di mia madre, e il suo culo fare su e giù sopra mamma a gambe piegate e larghe, con movimenti lenti a cadenza regolare. 

“Oooooohhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!”

Sentivo gemere mia madre ad ogni sua spinta profonda. Lo vedevo spingere e retrarsi lentamente quasi ad uscire completamente fuori dalla vagina, per poi premere e rispingere lentamente dentro fino ad arrivare con gli inguini contro i suoi e la cappella contro l’utero, facendola sobbalzare e irrigidire. Mamma godeva, rantolava e gemeva e muoveva anche lei la sua pelvi sotto di lui invitandolo a spingere di più. In quel andirivieni della sua asta nella vagina di mia madre, lo vidi posizionare le sue grosse mani sotto le sue natiche, sollevandola e attirandosela di più contro sé per penetrarla ripetutamente in profondità. 

La risposta di lei fu immediata, un: “Aaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!! “Interminabile le uscì dalle labbra diffondendosi nell’aria e contro i muri irregolari, vecchi e spessi della camera di nonna. Doveva essere prossima all’orgasmo, perché dopo pochi minuti cominciò ad ansimare forte come se le mancasse il respiro e ad irrigidire tutto il suo corpo in spasmi aritmici. Lentamente per non farmi sentire mi accostai e aprii un poco di più la finestrella alta intercomunicante della camera di nonna con il pianerottolo della scala interna. Dall’espressione del viso e dai suoi movimenti a destra e sinistra del capo si notava lo stato euforico e di profondo godimento di mamma, come di chi non ce la fa più. 

Lui staccatosi con il busto da lei, restando con le braccia tese sopra, guardandosi in faccia dava colpi decisi e profondi che probabilmente come seppi poi, la colpivano sull’utero. Lei gemeva e gridava, travolta dal piacere e dalla libidine finché giunse prepotente l’orgasmo: “Aaaaaaahhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!! Sìììììììì!!!!! Sto venendo, sto venendo... godooooo.... Aaaaaaaaaaaahhhhhhhh!!!!!!” 

Urlò ancora scuotendosi tutta, facendo riecheggiare la voce godente tra quelle pareti centenarie, che chissà quanti e quali amplessi nella loro storia secolare avevano vissuto. E poi compiendo un lungo sospiro restò inerte, come svuotata, senza vita, in estasi... mentre lui continuò a chiavarla ancora con alcuni colpi possenti e quasi brutali, dandole delle cappellate profonde come chiamavamo noi ragazzi le spinte.

Poi un grido strozzato da parte sua e venne anche lui inarcandosi restando fermo dentro di lei, gettando in quell’involucro di lattice che divideva la mucosa viva, spasmodica, e godente della vagina e dell’utero di mamma dalla sua cappella. Getti del suo sperma abbondante, caldo e viscoso che per fortuna restava separato dalle carni di mia madre ancora palpitanti, solo dal velo elastico trasparente e sottile del preservativo. E spingendo di più il bacino contro il suo restò fermo in quella posizione a svuotarsi dentro lei, non so per quanto tempo, mentre io nascosto osservavo tutto.

Lo tirò fuori ancora eretto, ricoperto di lattice, con l’apice del preservativo pendente e il suo interno pieno di fiotti di sperma che nell’asta ancor diritta e rigida facevano pendere il preservativo come un piccolo sacchetto pieno di latte sul suo ventre morbido. E si accasciò su di lei, sul corpo di mamma, sfregando il suo sudore sulla sua pelle e quel rigonfiamento pendente dal suo pene con fluido latteo all’interno sopra la sua pancia. 

Io, in assoluto silenzio, guardandoli senza quasi rendermene conto mi stavo masturbando... finché all’improvviso avvertii un forte calore al pene, i testicoli contrarsi violentemente e diventare duri provando un enorme piacere mentre qualcosa correva all’interno fino a uscire dal glande con fiotti e filamenti lattici simili a quelli che quell’uomo aveva nel preservativo e cadere sul pavimento. Era il primo orgasmo della mia vita che quasi mi spaventò. Per la prima volta in vita mia avevo sborrato anch’io, come sentivo spesso dire facevano i miei amici e ne ero spaventato e contento… avevo provato il piacere e il godimento dell’eiaculazione. 

Non che non mi fossi mai masturbato prima, ma non da giungere all’orgasmo ed eiaculare, lo menavo un po’ e poi smettevo, senza mai venire. Quel pomeriggio invece... guardando mamma chiavare con quell’uomo venni... eiaculai. Ero incredulo e felice a vedere il mio primo sperma a terra, mentre avevo ancora il mio cazzetto duro in mano, mi sentivo grande, adulto. 

In seguito quello che era successo a mamma lo vivevo ambiguamente, come una tragedia personale, perché mamma era una brava mamma e moglie di papà e non riuscivo a capire perché lo tradisse e facesse sesso con un altro, prendendolo come qualcosa che faceva a me. Mi dava anche euforia perché per la prima volta vedevo una coppia chiavare e spiavo, imparavo, mi eccitavo, masturbavo e sborravo a vedere mamma chiavata dal suo amante, a sentirne i rumori, i gemiti i respiri. 

Quel giorno terminato il loro amplesso, dopo essere stati un po’ nel letto abbracciati a parlare, dandosi ogni tanto anche dei bacini, si alzarono e prima mamma e poi lui andarono nel bagno a lavarsi. Si vestirono e salutarono e lui uscì. Mamma invece come in un rito abitudinario andò in cucina, dal rumore e scroscio d’acqua la sentii lavare le tazzine e la caffettiera, poi tornare in camera e mettere a posto il letto, rassettare il copriletto e stirarlo con la mano, guardarsi allo specchio e sistemarsi il vestito e i capelli e poi spegnere la luce, uscire e chiudermi dentro a chiave. Quel pomeriggio quando scesi, accesi la luce e andai in camera di nonna, la guardai, sentivo il loro odore, il profumo di mamma. Osservavo quei mobili vecchi, l’armadio a tre ante con lo specchio in mezzo, mi sentivo come stordito. Restai un po’ seduto nel letto, poi mi alzai, tolsi le mie impronte sul copriletto, m’avviai, spensi la luce e uscii, e richiusi la porta a chiave.

Giunto a casa nel tardo pomeriggio, mamma stava preparando cena, era tutto normale, quando mi vide mi sorrise, mi venne incontro e mi diede anche un bacio sulla guancia, dicendomi le solite cose:” Dove sei stato? Hai studiato? Ecc... “Mentre mia sorella seduta nella scrivania studiava. 

A tavola non dissi nulla, era tutto abitudinale, la guardavo di nascosto mentre cenava e la immaginavo con quell’uomo. A volte durante la settimana quando non c’era nessuno, prendevo le chiavi e andavo nella casa di nonna, nella sua camera dove mamma si faceva chiavare da quell’uomo, mi sdraiavo sul letto dove era stata mamma e lui. e pensandoli e dondolandomi sopra il materasso con il bacino, mimavo il loro rapporto sessuale e mi masturbavo, fino a godere e sborrami nella mano nel fazzoletto.

Lentamente con il tempo, accettai quel tradimento di mamma, le volevo troppo bene e pur condannandola dentro di me cercavo di giustificarla per quello che faceva. Imparai crescendo che sesso e amore spesso non coincidono tra loro, mia madre a giustificazione del suo tradimento aveva che era sola, che era una donna calda e soprattutto bella e non avrebbe dovuto avere un marito che facesse quel lavoro lontano da lei per tanti mesi all’anno. Tutte le buone promesse d’amore della giovinezza, le intenzioni del giuramento matrimoniale, la morale e la fedeltà si erano infranti e persi nell’astinenza sessuale, nel desiderio carnale e nella solitudine famigliare e coniugale. Non riuscivo a condannarla e avercela con lei, per questo giurai a me stesso che il giorno che mi fossi sposato e avessi avuto una moglie, per evitare che mi potesse fare le corna, non l’avrei mai e poi mai lasciata sola.

 

BRUNO (L’amante di mamma).

 

Ero però curioso di sapere chi fosse quell’uomo, è così un giovedì pomeriggio dopo essersi incontrato con mia madre, quando usci da casa della nonna lo segui non visto. Era a piedi e fu facile, gli andai dietro, fece parecchie strade e stradine, finché lo vidi entrare in un negozio. Scoprii così, controllandolo anche nei giorni successivi, che il suo amante era un conoscente di famiglia che si chiamava Bruno e aveva un negozio di elettrodomestici in un quartiere vicino al nostro, che era sposato e anche lui aveva due figli più o meno dell’età mia e di mia sorella. Nei giorni seguenti visto che non mi conosceva, come un marito geloso lo osservai bene da dietro le vetrine del suo negozio, dove lui e sua moglie lavoravano, fingendo di guardare i prodotti esposti e come uomo non mi sembrava fosse niente di eccezionale. Anche sua moglie era brutta e giunonica. Mi chiedevo spesso come potevano essersi conosciuti e non potevo domandarlo certo a mamma. Invece senza volerlo mi fu d’aiuto zia, la sorella di papà e cognata di mamma, lo seppi da lei chi era quell’uomo parlando io volutamente di elettrodomestici e dove li acquistavano loro. E mi disse spontaneamente:

“Da Bruno!... Ha il negozio nell’altro quartiere, vende bene e ci fa dei begli sconti!” E mi spiegò di preciso dov’era il luogo, dicendo:

“È un anno che lo conosciamo, anche tua madre, lo ha conosciuto tramite me quando abbiamo acquistato il televisore a colori e il frigorifero nuovo insieme.” (Allora non c’erano i centri commerciali, ma il negoziante vicino che faceva sconti). Capii che, senza volerlo, era stata zia l’artefice di quella conoscenza e che il loro fu il classico rapporto nato da incontri occasionali, della moglie sola con i figli che ha il marito lontano da casa e di lui che lo viene a sapere per caso, e ci prova e non si lascia sfuggire l’occasione per corteggiare la bella signora sola. 

Per mesi ragionai e pensai che probabilmente si videro e incontrarono casualmente senza quasi parlarsi, mamma che con zia a volte entravano nel suo negozio a curiosare, a vedere qualche elettrodomestico e lui che le proponeva offerte e le spiegava il funzionamento, le novità e parlavano, nascendo tra i loro sguardi e sorrisi un po’ di conoscenza e una certa attrazione. Poi mamma o zia acquistavano, e lui le faceva un buono sconto per accattivarsi le simpatie e l’attenzione di mamma. Poi ancora probabilmente con mamma si incontrarono fuori, per strada, magari per casualità creata da lui, facendo qualche passo assieme, parlando, discutendo… forse presero un caffè… e poi forse si videro di nascosto… e poi... e poi non so! So solo che erano diventati amanti e lui si chiavava mia madre.

Certamente mamma piaceva a quell’uomo, Bruno, che sapendo che era sola senza il marito la circuì e approfittò di lei, della sua solitudine sociale e sessuale... e lui presumibilmente non dispiaceva a lei. E anche se era una moglie fedele di buoni principi morali, mamma esemplare con figli che amava suo marito, si sentiva sola, trascurata, viveva un momento di crisi coniugale per la lontananza di papà, di solitudine, di debolezza fisica e psichica dovuta all’astinenza carnale forzata e di tentazione. Sono convinto che pur avendo fatto resistenza a sé stessa per non cedere, alla fine si lasciò andare lasciandosi insidiare e sedurre da quell’uomo. E lui... quel Bruno, pur conoscendo anche papà, non si fece scrupolo della conoscenza che aveva con lui e senza rispetto, gli chiavò la moglie. 

Sì!... Seppi poi da zia che lo conosceva anche papà e gli zii e tutti avevano fiducia in quell’uomo, anche perché facevano acquisti nel suo negozio e lui gli faceva dei bei sconti.

Subito lo odiai con tutte le mie forze, poi a forza di spiarli e di vederlo settimanalmente chiavarsi mamma, mi divenne indifferente e poi quasi famigliare essendo in un certo senso il suo compagno segreto e inseguito lo immaginavo come parte di mia madre, vedendo anche se di nascosto più lui con lei che mio padre. 

Mia madre non seppe mai che sapevo che tradiva papà e aveva un amante e che l’avevo vista per anni fare sesso con lui. Alla fine accettai in silenzio quella situazione. Continuammo a volerci bene, lei a vezzeggiarmi e amarmi dicendomi che ero il primo e unico uomo della sua vita, che venivo prima di papà e di tutti, zii, parenti, tutti. Ma io sapevo che non era vero, prima di papà non c’ero io, c’era quel Bruno e probabilmente se avesse potuto, mi avrebbe detto anche in quei momenti di coccole e amore materno, che venivo prima del suo amante e questo a pensarlo bastava a rendermi felice. Nei mesi successivi ragionando su papà, pensai a quella frase detta da quell’uomo le prime volte che li spiavo mentre si chiavava mamma, che probabilmente mio padre sapeva che lei le faceva le corna, ma non le diceva nulla e faceva finta di niente per non perderla, come fanno molti altri uomini. Forse era vero, non so!... So solo che però ero io che mi sentivo cornuto al posto di mio padre ed ero inizialmente geloso di mamma, fino poi ad accettare quelle corna materne che mi faceva mamma con il suo amante. Crescendo volevo pensare che mamma amasse solo papà e che con quell’uomo andasse solo per sesso, la giustificavo sempre dicendomi che lo faceva perché in fondo era sola, ancora giovane, bella e con desiderio. Quando fui più grande pensai anche che forse prima di conoscere quell’uomo si masturbasse da sola per sfogarsi e calmare il suo desiderio carnale, un po’ come vedevo fare a mia sorella Giulia spiandola.

 “In fondo...” Mi dicevo: “… lui è un bell’’uomo…” Anche se io lo vedevo peggiore di mio padre:” …l’ha corteggiata e lei c’è stata ... Accade a molte donne di mettere le corna al marito senza che lui lo sappia! ...” Mi rispondevo giustificandola del suo comportamento! 

Non riuscivo a biasimarla, le volevo troppo bene. Sapevo ed ero certo che mia madre amasse papà e forse contemporaneamente anche a lui, quel Bruno e mi chiedevo se si potessero amare due persone simultaneamente? 

“Certo, se non amasse papà lo avrebbe già lasciato!” Mi dicevo a conferma della mia tesi e mi ripetevo:” E se dovesse scegliere tra i due, senz’altro lascerebbe lui (Bruno) senza problemi!” Riflettendo:” Se è vero come penso che forse li ama entrambi e contemporaneamente, per lui sarà in un modo diverso, e certamente papà è quello che ama di più. Con l’altro è solo uno sfogo sessuale di una donna sola, con papà ha i figli, la famiglia, i parenti, amici...” E vedendola spesso abbigliarsi e adornarsi in modo giovanile, a volte quasi come Giulia mia sorella, mi dicevo anche: “Forse a mamma gli piace lui perché le dà l’idea di essere giovane, tornata ragazzina, le fa piacere essere bella e desiderata, sentirsi corteggiata e fare scappatelle segrete...”

Non conoscevo la verità dei suoi sentimenti o i motivi perché si concedesse a lui, ma solo quella dei suoi atti che faceva sesso con lui, ma più che perdonarla la giustificavo. Con quei miei pensieri cercavo di capire la sua attrazione per quell’uomo, ma il perché, la certezza del perché lo facesse lo compresi solo anni dopo. Se all’inizio si era data a lui per solitudine affettiva e astinenza sessuale, frequentandolo e facendo sesso con lui si innamorò ricambiata, questo nonostante fosse sempre stata una donna morigerata e seria, che faceva attenzione al proprio comportamento e si sapeva controllare. Comunque con il ragionamento da persona adulta, capii che anche lei si era innamorata di quell’uomo.

 

MIA SORELLA.

 

A volte invidiavo mia sorella che non era a conoscenza di nulla, più di una vota fui tentato di informarla di quello che faceva mamma, di dirglielo, ma poi desistetti per timore e restò solo un mio segreto, il mio motivo segreto per masturbarmi. In quel periodo mi facevo tante seghe come le chiamavamo noi ragazzini allora, che arrivavo a farne anche due al giorno, vedendo o pensando a mamma e il suo amante fare sesso, immedesimandomi inconsciamente in quel Bruno mentre chiavava mamma. Oppure la vedevo spiandola in casa quando si cambiava o si lavava o faceva i suoi bisogni in bagno. 

Come dicevo sopra, quella di mia madre fu la prima figa che vidi in vita mia e ne restai estasiato ed eccitato da quella visione. La seconda fu quella di mia sorella, aveva due anni più di me quando la spiavo. 

In quel periodo eravamo entrati tutte e due nella pubertà e iniziavamo l’adolescenza, mia sorella prima di me e naturalmente quando non c’era mio padre mia lei dormiva con mamma nel lettone matrimoniale al suo posto e io da solo in cameretta, ma quando tornava papà per motivi di spazio e di privacy coniugale doveva dormire in camera con me. Mamma aveva fatto in modo di dividere la nostra stanza in due parti, tra i nostri letti singoli mise una parete divisoria provvisoria, spostando e posizionando una libreria e mettendola in mezzo tra i letti, in modo da creare due piccoli settori distinti e indipendenti. Fu in quei periodi quando c’era mio padre che tra le fessure della libreria che era a blocchi, spostandoli un poco, iniziai a spiare con facilità Giulia e come dicevo fu la seconda figa che vedi in vita mia dopo quella di mamma e in alcuni momenti della sera o del mattino presto riuscivo a vederla anche nuda mentre si cambiava la biancheria intima. Spiandola in quella specie di cameretta, vidi che aveva ormai il sesso coperto di una lieve peluria nera, che cresceva sempre più. Come così anch’io con il mio sesso, la mia piccola asta si era contornata di una peluria nera che cresceva nei mesi e che significava che sessualmente stavamo diventando adulti e pronti per copulare e riprodurre. Giulia aveva un triangolino di soffice peluria appena germogliata nera. Lo stesso il seno che stava sbocciando con i capezzoli rosa. 

Sì, in quel periodo anche lei, mia sorella era caduta nella rete delle mie masturbazioni come mamma, vittima delle mie sborrate morbose e segrete. Fingendo di aspettare il mio turno fuori la porta, la spiavo in bagno o quando si cambiava e notavo le differenze dei loro corpi, quello maturo di mamma e quello adolescenziale di Giulia, la differenza tra i loro culi, quello di mamma che pur essendo bello e proporzionato al suo corpo a me pareva enorme in confronto al culetto da quindicenne di mia sorella. Così come il seno e le loro fighe, quella di mamma grossa e pelosa e quella di Giulia minuta e con pochi peli arruffati che fiorivano, e non visto, quando papà non c’era, prendevo in bagno dalla cesta della biancheria sporca le loro mutandine e le annusavo, aspirandole masturbandomi, preferendo quelle di mamma che erano più odorose di sesso. In quel periodo quand’ero solo in casa, avevo preso l’abitudine prima di masturbarmi di andare nel cassetto della biancheria intima pulita di mamma o di quella di mia sorella, prendere delle loro mutandine pulite, sfregarmele sopra in cazzo e i testicoli fino a farlo diventare duro e masturbarmi con le loro mutandine attorno, finché non venivo, cercando di non sporcarle e macchiarle. Poi perversamente le ripiegavo e rimettevo a posto nel cassetto dove e com’erano prima, per poi giocare e spiarle per vedere quando se le mettevano dopo essere state strusciate sul mio cazzo. 

Ero diventato innocentemente un piccolo depravato, un vizioso, avevo una inclinazione sessuale che mi accompagnò sempre nella vita, anche ora che sono grande, sposato con figli e scrivo. L’aver visto mia madre fare sesso con un altro uomo, incise inconsciamente in me, sessualmente e psicologicamente senza che io me ne accorgessi. Per anni mia madre all’insaputa di tutti continuò la relazione con quell’uomo. Nonna poi morì e la casa restò vuota e continuarono a incontrarsi lì quando non c’era mio padre che navigava. In me come in ogni ragazzino c’era il desiderio di vedere i genitori uniti, che si amavano e volevano bene, così da poter garantire sicurezza e serenità famigliare a me e mia sorella. Ricordo che a quell’età e in quella situazione avrei voluto affrontare il discorso di mamma con qualcuno per poter parlare e liberarmi. Se avessi potuto lo avrei fatto con mamma stessa o mia sorella, e invece nonostante che la tentazione di farlo fosse forte, mi tenni sempre tutto dentro di me rimuginando, sentendomi e vivendo la situazione che avrebbe dovuto essere di mio padre, quella del cornuto. 

Fu solo ora a quarant’anni passati che ho trovato il coraggio di farlo, scrivendo la mia storia giovanile, integrandola con quanto poi mi accadde da sposato. Sì, mi sentivo tradito da mamma, perché nella mia mente giovanile tradendo papà, tradiva anche me, ma era mia madre e le volevo sempre bene. So per esperienza che un figlio o una figlia nello scoprire il tradimento dei genitori, nel mio caso della madre verso il padre, provano dal punto di vista emotivo e sentimentale una grande sofferenza, che, come è avvenuto in me, si manifesta all’inizio con pianto e incredulità, poi ansia, tristezza e delusione e all’ultimo, accettazione, facendo nascere nel figlio conflitti e problemi che riguardano il vivere, pensare e crescere in una sessualità deformata.

Dopo quello che era successo con mia madre, ebbi un atteggiamento di distacco o fastidioso per la donna in generale, avevo poca considerazione per loro tutte, mamma e sorella compresa. Poi lentamente, entrando in un ambiente più sociale e maturo, dove c’erano anche delle ragazze che mi piacevano, cambiai idea. Quando frequentai il liceo come mia sorella (lei era due anni avanti a me), era un altro mondo, più adulto, maturo e smaliziato che le medie, e vi erano anche ragazzi grandi che sapevano molte cose sul sesso e lì aprii di più la mia mente alle conoscenze sessuali, e c’erano anche delle ragazze. I miei amici a differenza di me, conoscevano ragazze e se le portavano a letto a chiavare, e tra queste a sentire qualcuno di loro ci fu anche mia sorella Giulia.

Anch’io avrei voluto essere come loro, li invidiavo, ma ero troppo insicuro, ero un bel ragazzo ma timido. Quando ci provavo con le ragazze, all’inizio mi davano un po’ di corda poi vedendo quanto fossi imbranato e timido, scappavano via. Ma io in quel periodo mi consolavo spiando mamma fare sesso con Bruno da nonna o spiando mia sorella, e mi masturbavo e soddisfacevo così. Il mio carattere si modificò con il crescere, come il mio aspetto, mi venne la barba, cambiai voce ed ero quasi un uomo, ma di fondo oltre ad essere un bel ragazzo che piaceva molto, ero sempre molto timido. Come mi insegnava mamma, a tutte le cose c’è un termine e così anche alla loro storia e lentamente dopo qualche anno i loro incontri adulteri incominciarono a diradarsi fino a scomparire del tutto.  

Io stavo iniziando la mia maturità e la spiavo ancora a casa di nonna, ricordo dalle discussioni che facevano tra loro, perché mamma voleva troncare quella storia per mio padre. Papà sarebbe sbarcato e si sarebbe fermato stabilmente a lavorare in città con mio zio, fratello di mamma, si sarebbero messi in società. E così nel giro di sei mesi, anche se quel Bruno non voleva, mamma troncò tutto, facendo ancora le ultime chiavate intense e profonde con amore. Si lasciarono, non senza difficoltà e dispiacere visto che se all’inizio, dei due era lei più innamorata, al termine lo era soprattutto lui. Ma mamma scelse la famiglia, suo marito e noi figli. Io nascosto a spiarli vissi quella sua scelta segreta non senza tentativi di convincimento da parte di lui a continuare lo stesso. In qualche ultimo incontro lo sentii che cercava di persuaderla:

“Ci possiamo vedere lo stesso anche se c’è lui qui! Facciamo più attenzione!” Le diceva Bruno. “No non voglio!” Rispondeva mia madre:” È troppo rischioso e comunque oramai è finito tutto, non può durare per sempre, è stato bello, ci siamo amati e forse ci amiamo ancora, ma è finito!” Parole taglienti per un innamorato. 

Nel corso degli anni in tante occasioni, ho riflettuto sulla situazione che ho vissuto e non sono sicuro che papà non sapesse nulla oppure pensasse che mamma lo tradisse. 

Sono certo che abbia avuto dei sospetti, anche forti su di lei, ma come diceva Bruno pensavo anch’io che avesse scelto di ignorarli nella speranza di vivere tranquillamente i suoi anni con sua moglie (mamma) che amava. 

Lentamente crescendo, non frequentandosi più Bruno e mia madre e con mio padre in casa in via definitiva, dimenticai il passato, quello che avevo vissuto e in quegli anni incominciai anch’io seppur timido a conoscere qualche ragazza e uscire con loro e alcune mi piacevano.

 

MIA MOGLIE. 

 

Preso il diploma di maturità andai all’università e studiai ingegneria. Lì c’era un mondo goliardico con anche tanti stronzi, ma tutto serviva a farmi crescere e maturare di più. Non pensavo più a mamma e a quello che era accaduto, avevamo dimenticato tutti, io, lei e Bruno che aveva sua moglie e i suoi figli, ed oramai quella storia era soltanto un ricordo lontano, per me giovanile, ora c’erano le ragazze che mi sorridevano e mi piacevano, altro che pensare a mamma con quell’uomo o spiare mia sorella per vederla nuda, che oramai si era fidanzata. 

Fu nell’ambiente universitario che conobbi mia moglie Francesca, Francy in famiglia e per le amiche. Lei studiava lettere al magistero nella facoltà vicina, era una ragazza timida come me, riservata ed educata e ci piacemmo subito, iniziando prima a guardarci e poi a frequentarci. Ricordo che quando la presentai a mamma le piacque subito e si guardarono a lungo negli occhi, come se in loro ci fosse qualcosa di comune, non riuscivo a capirlo, forse il sorriso, lo sguardo, l’espressione o il modo di guardarsi, non so! Mamma la trattava come una figlia. 

Finiti gli studi ci sposammo dopo qualche anno di fidanzamento ufficiale in casa, ed ero felice perché era ancora vergine, fu la prima donna che possedetti sessualmente e a oggi fu anche l’unica, come io per lei fui il primo uomo, e nei primi tre anni successivi al matrimonio avemmo due figli, maschio e femmina che crescemmo con amore. 

Eravamo una tipica famiglia italiana della piccola borghesia, io ingegnere civile e lei insegnante di lettere nelle medie anche se ancora precaria. Mia moglie Francesca dopo 14 anni di matrimonio, all’età di 38 anni era cambiata da come era quando c’eravamo sposati, lo stesso io che avevo 44 anni, ero ingrassato con la pancia e con parecchi capelli in meno in testa. Lei non era una strafiga, non lo era mai stata, più che bella era un tipo di bell’aspetto sempre curata e in ordine e simpatica, era una mamma e una signora comune a migliaia di mogli che girano per le strade delle nostre città, educata, pulita, timida, riservata e fisicamente nonostante le due gravidanze e qualche chiletto in più ancora attraente e piacente. 

Aveva un bel viso che aiutava a farlo risaltare con un leggero trucco sobrio, era di bei lineamenti anche se un po’ pieni e arrotondati dovuti alle sue golosità, ma non oscuravano il suo fascino. Portava i capelli lunghi sulle spalle, colore naturale castano scuro, come gli occhi. Denti bianchi e regolari che curava molto assieme a quelli dei ragazzi. Sorriso perfetto e sguardo profondo si perdevano nelle sue espressioni sul viso dolce. Non era seducente, ma attraente. La pelle candida e diafana rivestiva il suo corpo da falsa magra, e sotto gli abiti mostrava delle forme che anche se non perfette erano ancora desiderabili ed erotiche. Aveva un seno, bello, grosso, pallido e tenero e leggermente pendente, con areole e capezzoli rosa e grossi dagli allattamenti. Come tutte le signore aveva la sua bella pancetta globosa, da mamma e signora per bene con l’ombelico infossato all’interno appena sporgente. Il ventre accentuato era dovuto ai suoi peccati di gola e alle due gravidanze avute; che si evidenziava di più dalla sua falsa magrezza, formando piccoli cuscinetti morbidi, di adipe flessuoso sui fianchi, che però nulla toglievano alla curvatura fisiologica, ma anzi l’accentuavano eroticamente. Il sedere era una meraviglia, alto, bello, morbido e pallido, rotondo e pieno e ancora liscio e soffice come un cuscinetto deformabile alla pressione delle dita e si evidenziava sporgente anche da sotto gli abiti, gonna o pantaloni che fossero, attirando sguardi e desideri maschili. Vestiva quasi sempre con tailleur a gonna e a volte pantalone, ma anche casual e sportiva. Noi non eravamo come si suol dire una coppia aperta, moderna sì, ma normale e moralista come la nostra educazione. Io lavoravo in una grossa azienda di costruzioni pubbliche, porti, tralicci telecomunicazioni, ponti e altro, essendo progettista. Francesca insegnava saltuariamente in vari istituti privati della città, compreso uno religioso, tutto per fare punteggio ed essere assunta nel pubblico, e a 38 anni nonostante le raccomandazioni era ancora precaria in attesa dell’assegnazione definitiva. Ci amavamo, eravamo una bella famiglia, normale. Mamma oramai aveva 70 anni, era sempre una bella donna e viveva felice con papà, e spesso faceva la nonna, tenendo i miei figli o quelli di Giulia, avendone avuti anche lei due, e la casa della nonna dopo essere stata ristrutturata, era stata affittata a una coppia di sposi.

 

IL SOGNO.

 

Dopo alcuni anni, un’estate partimmo felici e spensierati, andammo in vacanza al mare in Liguria, avevamo affittato un bilocale sulla riviera di ponente e prenotato un ombrellone e sdraio in uno stabilimento balneare. Avevamo portato anche mia suocera, la nonna, che seguiva i ragazzi, in modo che io e mia moglie avessimo maggior tempo libero per noi, respirare un po’ di tranquillità e riposarci dallo stress del lavoro e della città. Erano dieci giorni che eravamo arrivati e tutto procedeva per il meglio, i ragazzi si divertivano alla spiaggia e noi riposavamo. 

Quella sera come altre in vacanza, andammo tutti a mangiare la pizza, nonna Eda compresa, i ragazzi erano impazienti e affamati. Cenammo normalmente come altre volte e io e mia moglie bevemmo anche della birra. Poi uscimmo e passeggiammo sul lungomare, tra la gente e la confusione estiva delle località turistiche balneari, prendemmo il gelato, altra passeggiata e verso le 23.00 ritornammo nell’appartamento che avevamo in affitto. Uno alla volta a lavarsi denti e piedi e poi a letto, i figli per primi, loro dormivano in una camera con letto matrimoniale assieme alla nonna e io e mia moglie in un’altra stanza matrimoniale adiacente, da soli. Dopo aver chiacchierato un po’ a letto come era nostro solito fare, dei ragazzi, del lavoro e di quando saremmo rientrati, ci demmo la buonanotte e ci addormentammo, e feci un sogno stranissimo che mi sconvolse la vita. 

Nel sogno mi trovavo in una stanza che conoscevo e non sapevo darmi un’età, se ero adulto o ragazzo, e vedevo sopra un letto matrimoniale che avevo già visto ma non ricordavo dove, una coppia adulta, nuda che faceva sesso. Lui sopra di lei a gambe larghe nella posizione del missionario chiavandola con vigore e passione, e lei che godendo lo stringeva a sé graffiandogli la schiena dal piacere che provava. Intravvedevo quel letto e quelle persone come in una foschia, e osservando i loro corpi mi pareva di conoscerli. Nel sogno mi spostavo per vedere in viso chi fosse quella donna che mi sembrava di conoscere, ma non ci riuscivo mai perché da qualunque parte mi mettessi a osservarla, veniva coperta dalla testa dell’uomo che la chiavava, che la spostava su di lei quando mi spostavo io come se le nostre teste fossero coordinate nei movimenti e la sua seguisse i movimenti della mia. Vedevo solo le sue mani, le braccia, le gambe e una parte dei capelli che, come dicevo mi pareva di conoscere per il taglio e il colore. Avevo rabbia perché non riuscivo a vedere in viso chi fosse quella donna che si lasciava chiavare davanti a me. All’improvviso lei, mentre chiavava si voltò verso me, come se sapesse che io fossi lì in quel punto preciso e la vidi in viso, e restai sbalordito, e dalla sorpresa mi venne un sussulto… Era mia madre da giovane, dell’età che aveva quando la scoprii tradire papà, che nel sogno come allora nel letto di nonna si faceva chiavare da un uomo, che però non era Bruno in quel momento… e mamma mi guardava e sorrideva dicendomi: 

“Hai visto Paolo? So che ti piace osservarmi mentre faccio sesso con un altro uomo, per questo ti lascio guardare!” E io che sbalordito e timoroso che sapesse che la spiavo, nel sogno rispondevo turbato:

“Ma che dici mamma? Io… io… non ti guardo quando fai sesso…!” E lei che mi rispondeva amorevolmente con un sorriso.

“Si che lo fai, non avere paura, l’ho sempre saputo e non ti ho mai detto niente perché so che ti piace…” E sorrideva.

Era tutto assurdo nel sogno, perché io non ero il ragazzino di allora quando spiavo mamma, ma già l’adulto di oggi sposato con mia moglie Francy, mentre lei sì, era quella di allora di trent’anni prima. E mi trovavo con mia madre che aveva la stessa età di quel tempo e pressappoco la mia di oggi e nel sogno eravamo coetanei, e quell’uomo che la chiavava come un toro da monta era senza volto. E vedevo mia madre con il viso girato verso me in un sorriso felice, godere a gambe larghe sotto di lui, come l’avevo già vista altre volte da ragazzo anni prima di nascosto sulla scala gioire e muoversi verso Bruno, ansimando dal piacere di avere quell’asta di carne dura in vagina, proprio come quando la chiavava Bruno. 

Era tutto tremendo. E ancora nel sogno cambiando posizione, la vedevo e non vedevo cavalcare quell’uomo senza volto. Si voltava spesso dalla parte opposta e all’improvviso anche in quella donna che faceva sesso sparì la faccia di mia madre e le venne un volto nuovo ma famigliare che ancora in quella leggera foschia del sogno non riuscivo a distinguere di chi fosse. E ancora nella curiosità del sogno mi spostavo e facevo il giro del letto per poter osservarla meglio chi fosse, ma quando arrivavo nella parte opposta dove aveva il viso, si voltava dall’altra, senza che potessi identificarla e la vedevo da dietro, con i suoi capelli castani sulle spalle darmi la schiena e il sedere, un bellissimo culo maturo. La osservavo e avevo l’erezione, non sapevo più se fosse mamma o un’altra donna quella, e all’improvviso era di fianco di fronte a quell’uomo, che ansimando si lasciava chiavare da quell’individuo che le teneva la gamba leggermente alzata per riuscire a penetrarla meglio e spingerlo dentro tutto. E io ero lì fermo, eccitato che osservavo. All’improvviso quell’uomo senza volto si girò verso me, mi guardò dicendomi ridendo:

“Segati mentre chiavo tua madre! Dai che ti piace! Fatti una sega!!”

Ero scandalizzato e sconvolto a sentire quelle parole nei miei confronti, e assurdamente nel sogno lo facevo, aprivo la cerniera dei pantaloni e lo prendevo in mano già duro, ma piccolo come quando ero ragazzino che mi segavo spiando mamma, e mi masturbavo davanti a loro e mentre lo facevo mia madre mi guardava e sorrideva gioiosa.

“Bravo!... Sei contento Paolo!?” Mi diceva:” … So che ti piace guardarmi mentre chiavo con il mio amante…”

“Ma no mamma! No!... Non dire così! Non è vero!”

Farfugliavo nel sogno vergognandomi di me stesso che mia madre sapesse e mi dicesse quelle parole, ma nonostante tutto, continuavo a masturbarmi davanti a lei che mi osservava, provandone assurdamente piacere.

“Oh sì che ti piace! Lo so! Ti piace… Ti piace tanto vedermi chiavare. Mi spiavi sempre dalla finestrella quando chiavavo con il mio Bruno…” Pronunciava.

Sapeva tutto, mentre io timido, inconsapevole continuavo a masturbarmi e quell’uomo, in quel momento diventato Bruno il suo amante mi guardava sdraiato sopra e tra le gambe larghe di mia madre e rideva… rideva di me. Si abbracciavano e baciavano, rotolandosi sul lenzuolo, girandosi da una parte e dall’altra, con lei ansimante e godente con quel cazzo riguardevole in figa. Quando si rivoltarono ancora verso me e la vidi restai shoccato, ebbi un sussulto e il cuore mi si fermò per qualche secondo, quella donna che chiavava non aveva più il viso di mia madre, ma si era trasformato in quello di… mia moglie, di Francy… e quello di Bruno divenne anonimo senza volto.

“Noooooo!!” Gridai disperato nel sogno.

Sììì invece!!” Rispose mia moglie mentre al posto di mia madre si concedeva a quell’uomo che non aveva più un volto e non potevo identificare:

“Sììì… sono io Paolo… La tua Francy!” Esclamò con la sua voce dolce: “So che ti piace guardare, che da ragazzino spiavi sempre tua madre chiavare con il suo amante e ti masturbavi! Adesso se vuoi puoi farlo anche con me, spierai anche me visto che dentro di te piace vedermi chiavare come faceva tua madre con un altro uomo.” Sorridendomi anche lei amorevolmente dentro quel sogno. “Ma no! ...no…no…non è vero Francy! Che dici, io sono geloso di te!” Replicavo agitato.” Non voglio che tu chiavi con un altro uomo e abbia un amante!”

“Sì che è vero!... Lo so Paolo, nei sogni non si mente, si sa tutto, non si può sfuggire alla verità…che ti piace essere cornuto come lo era tuo padre e che vuoi diventarlo anche tu. Non dire di no... qui non puoi mentire, si può dire solo la verità e io ora ti sto accontentando, ti sto facendo diventare cornuto anch’io, come tua madre faceva con tuo padre. Sei contento?!”

Mi chiedeva dolcemente sorridendomi benevolmente.

“No!... no… no!” Ripetevo io agitato portandomi le mani sulla testa, smettendo di masturbarmi:” Non devi farlo amore! Non devi tradirmi! Non devi diventare come mamma!”

“E invece sì!!” Mi ripeteva godente, sempre in quel sogno illogico, mentre porgeva una sua splendida mammella e si faceva succhiare il capezzolo da quell’uomo:

“Non vedi che sei eccitato Paolo!? Ce l’hai duro, continua a masturbarti per me che vengo chiavata da un altro… come facevi con tua madre, che ti piace, perché hai smesso, riprendi … e tra poco sborrerai felice nel vedermi posseduta e godente con quest’uomo! Il mio amante! Come l’amante di tua madre!!” Era un dialogo assurdo che nel sogno mi sconvolgeva ed eccitava, il cuore mi batteva fortissimo, mi chiedevo come potessero lei e mia madre conoscere i miei segreti più intimi che quasi non ammettevo neanche a me stesso, eppure nel sogno sapevano tutto di me. D’istinto turbato lo ripresi in mano mentre mia moglie continuava a chiavare con quell’uomo e sorridendomi mi diceva:” Bravo… bravo paolo, masturbati a vedermi chiavare con un altro…” Replicando agitato:

“Non è vero! … Non è vero Francy!!” Ribadivo. “Tu non puoi avere un amante! Non puoi tradirmi! Sei mia moglie! Mi ami e anch’io ti amo abbiamo dei figli…e io non sono un cornuto!”

“Ma vorresti esserlo… “Rispose nel sogno…”

“No… Non voglio essere un cornuto come mio padre!” Ripetevo mentre lei sorridente rispondeva: “Sì che lo sei e lo vuoi!... È tutto vero Paolo, io sono tua moglie e ti amo, ma a te piace che ti faccia le corna con un amante come faceva tua madre con tuo padre! E io ti accontento perché ti voglio bene, perché ti amo!... È per questo che ti rendo cornuto!”

Ero scioccato, sconvolto, quel sogno era un incubo, una allucinazione, mi veniva da piangere, ma non ci riuscivo. “No! Nooo! Nooo!” Gridavo agitato nel sogno: “Non è possibile!!... Non è possibile!! Non farmi questooo!!”

“Sì invece!” Rispose una voce femminile al mio fianco, mi voltai ed era mia madre, vicino a me sorridente e nuda con il suo corpo maturo da quarantenne che avevo visto tante volte da ragazzo e non da settantenne, piacente e sudato come quello di mia moglie che stava chiavando con quell’uomo e che vicino a me diceva:

“Lascia chiavare tua moglie Francy con il suo partner e osserva! Sappiamo tutte due che ti piace guardare che gode con un altro uomo, nei sogni come diceva lei, si può dire solo la verità, non si può mentire… Ha preso il mio posto e ti fa cornuto come io facevo tuo padre e come tu ti sentivi per lui. Ricordi?! E sappiamo che tu sei contento e vuoi che sia così!! Vero Paolo!!?? Vero!” Ripeteva.” Devi dire la verità…” E all’improvviso sbottai nel sogno:

“Si è vero… mi piace vedere anche lei chiavare e godere con un altro, non importa chi…” E guardandosi entrambe negli occhi, si sorridevano, mentre mia madre affettuosamente mi accarezzava la fronte sudata dicendo:

“Lasciala chiavare, ti fa cornuto anche lei… e sei contento.”

E facendomi segno con la mano sul mio sesso esclamò:

“Guarda come ti piace, come ce l’hai eretto, sfogalo dai… non fermarti, muovilo, masturbati come facevi da ragazzino quando mi spiavi!”

“Ma mamma… sì…no... Francy no! Non voglio che mi faccia cornuto anche lei!!!” Mormoravo.”

“Oh!! Ma sì che vuoi dai, lo hai appena detto che ti piace che ti faccia cornuto come io facevo a papà… Non vedi che io e lei siamo la stessa persona e abbiamo la stessa età? Io avevo 38 anni quando facevo cornuto tuo padre e Francy quanti anni ha ora?” Mi domandò.

“Trentotto!” Borbottai incredulo di quelle parole. 

“Vedi? Abbiamo la stessa età, le stesse voglie e vogliamo entrambe la stessa cosa farti contento… cioè farti cornuto!” Esclamò sorridendomi, mentre la figura di Francy nel letto proseguiva a chiavare con quello sconosciuto. 

Dentro di me quella visione mi piaceva, ma non volevo ammetterlo né a mia madre né a Francy che desideravo essere cornuto anche di lei.

 In quel sogno infernale e angoscioso, mi chiedevo come mamma potesse sapere che la spiavo, se non lo aveva mai saputo nessuno e non mi avevano mai visto, e anche Francy, mia moglie, come poteva sapere quelle cose da adolescente che erano miei segreti più intimi e personali? E come faceva a sapere che mi piaceva essere cornuto come mio padre se io stesso fino ad allora non lo avevo mai pensato e desiderato? Era il sogno... i sogni sono illogici proprio per questo, perché imprevedibili, anche se si dice che rispecchino la realtà e i desideri interiori e inconsci. E nel sogno mentre mia moglie era chiavata da quell’uomo e mi guardava sorridendo con la sua faccia godente, seguendo il consiglio di mia madre continuai a masturbarmi finché godetti ed eiaculai osservandola mentre mi faceva cornuto e lei mi guardava nel suo orgasmo. Era allucinante e sconvolgente, e venni, ebbi il mio orgasmo, ed eiaculai felice sotto i loro sguardi sorridenti e la virilità di quell’uomo sconosciuto che la possedeva. 

All’improvviso in quel sogno angoscioso, tutto si mise a girami attorno, i muri, i mobili e le loro facce allegre e gioiose che si soprapponevano fondendosi l’una all’altra, senza più distinguere chi fosse mia madre e chi mia moglie. Per poi separarsi e dividersi ancora e diventare due visi distinti, che assieme a quello di Bruno e dell’altro sconosciuto, iniziarono ridendo a girarmi attorno sempre più veloci. In quel vortice intorno a me i loro volti diventarono simili al punto che non distinguevo più chi fosse mia moglie, chi mia madre, diventando all’improvviso speculari e mi guardavano e deridevano in una risata di scherno, accarezzandomi entrambi la fronte come nel gesto di volermi toccare le corna … Ero spaventato e improvvisamente nel sogno mi trovai anch’io in quel vortice che sempre più veloce girava, girava, girava, risucchiandoci tutti assieme, io, loro e i loro amanti, giù verso il buio, finché con un urlo mi svegliai di soprassalto, sudato fradicio, ansimante da non riuscire a respirare, con il cuore tachicardico che mi batteva fortissimo, all’impazzata e con il cazzo eretto durissimo che premeva dentro lo slip.

Mi svegliai in camera, nel mio letto. Guardai attorno nell’oscurità, il soffitto era buio e filtrava una flebile luce dalla finestra, il letto fermo, non ruotava e i loro visi erano spariti da attorno a me. Ansimante mi toccai il torace bagnato di sudore, sotto il palmo della mano avvertivo il cuore battere fortissimo, portai la mano giù, sugli slip e lo sentii duro e eretto spingere, sentii il glande umido e toccai lo slip, era bagnato, macchiato di sperma, del mio sperma, avevo eiaculato davvero nel sogno. Ero in camera con mia moglie che dormiva tranquilla a fianco a me, non avendo sentito il mio grido di tormento, non capendo io stesso se l’avevo urlato davvero o me lo era solo sognato. Era stato un sogno! Un terribile sogno o incubo erotico… Mi guardai attorno stordito, ancora nel buio, era notte fonda e nella stanza l’unico suono che percepivo era il respiro tranquillo di mia moglie, che solo con le mutandine dormiva girata di fianco dandomi la schiena. Era stato tutto un sogno e non sapevo se esserne contento o dispiaciuto, visto che mi aveva lasciato una sorta di malessere angoscioso, ma anche sensazione e stordimento piacevole. 

La osservai al mio fianco dormire tranquilla. Scrutai nel chiarore che entrava dalla finestra il suo corpo adulto e pallido con il seno bianchissimo in contrasto con l’abbronzatura del corpo e irradiava un tepore candido e casalingo. La sua pelle emanava un tenue profumo di mamma e moglie per bene. Era persa nei suoi sogni certamente diversi dai miei. 

Mossi la mano verso di lei e ancora eccitato, pervaso da quel sogno e da pensieri strani che mi facevano sentire a disagio, l’accarezzai, quasi ad accertarmi che fosse tutto vero e non fossi in un altro sogno. Posai le dita sulla spalla e sentii la pelle calda e vellutata. Era rapita dal suo dormire, era nel suo mondo onirico. Sconvolto e bagnato di sudore mi tirai su con il tronco, presi la bottiglia e bevvi un sorso d’acqua, e poi mi alzai e andai in bagno passando davanti alla camera dei ragazzi che vidi dormire, visto che lasciavamo le porte aperte per far circolare l’aria. Dormiva anche mia suocera di fianco a loro, con il viso verso i ragazzi emettendo dormendo una specie di rantolo che sembrava un russare, e mostrava il suo culone dentro le mutandine, sperando sempre ogni volta che lo vedevo. che quello della mia Francy con il tempo non diventasse grosso come il suo. In bagno mi asciugai dal sudore e mi guardai allo specchio, mi rinfrescai calmandomi…

“Che sogno pazzesco ho fatto... un incubo, mia madre e mia moglie che erano la stessa persona e si facevano chiavare tutte e due dal loro amante in un unico corpo.” Pensai.

Tornai a letto agitato e mi veniva difficile prendere sonno, pensavo al messaggio che mi mandava il sogno, quello che io inconsciamente, desideravo che anche mia moglie mi tradisse come mia madre, e desideravo diventare cornuto come mio padre, e ne ero spaventato. Riflettevo su quello che mi avevano detto mia madre e mia moglie in quel delirio, non riuscivo a decifrarlo né a collocarlo da qualche parte, soprattutto quello detto da mia moglie, che mi piaceva essere cornuto e che lei mi faceva le corna come mia madre per farmi felice. Per la prima volta riflettendo quella notte, pensai davvero a mia moglie con un altro uomo … e poi stanco mi addormentai.

 

IL GIORNO DOPO.

 

Al mattino seguente ci alzammo, io ero frastornato da quelle visioni notturne, dopo colazione andammo tutti ai bagni e inconsciamente mi ritrovai a guardare mia moglie sulla spiaggia passeggiare in riva al mare. E la osservavo con occhi diversi e diversamente dal solito, istintivamente in alcuni momenti la immaginavo come mia madre a letto con l’amante come quella donna del sogno. Fu quella mattina per la prima volta che dietro a quel sogno maledetto, iniziai a pensarla sessualmente davvero con un altro uomo. Al punto che osservavo chi gli era attorno, se la guardava e come, addirittura arrivando a pensare che l’uomo che per caso le passava vicino sulla battigia in quel momento o che era poco distante da lei, potesse chiavarla… Era pazzesco, folle e insensato. Ma lì iniziò la mia fissazione. Nei giorni di vacanza rimanenti, quei pensieri iniziarono e aumentarono sempre più, non perdevo occasione di fantasticare su di lei, di immaginarmela con uno o con l’altro. 

Tornati a casa continuai a pensare a quel sogno e associarlo con mia moglie. Passavo momenti in ufficio a ricordare mia madre in quel contesto sessuale, e mia moglie come lei.

Mi prese l’ansia di ottenere quello che desideravo, quasi come se fosse una brama e si facesse beffa del mio tormento. Era un desiderio morboso quello che provavo e che si stava trasformando in ossessione vera e propria, quello di vedere mia moglie come mia madre, chiavare con un amante e farmi cornuto. Il pensiero di desiderare mia moglie con un altro, diminuiva la mia autostima, ma aumentava l’eccitazione e il desiderio, facendo riaffiorare in me quella depravazione giovanile che avevo avuto nei confronti di mia madre e mia sorella e ora usciva e si formava prepotente verso di lei. 

In me c’era un vuoto emotivo e sessuale giovanile, che credevo si sarebbe riempito con l’amore e la famiglia, invece mi accorgevo che improvvisamente nella mia mente tornava di nuovo tutto a galla, mia madre, il suo amante e mio padre. Lentamente ma inesorabilmente albergava in me il desiderio e la speranza di vedere realmente mia moglie Francy con un altro uomo sessualmente. Subito o tra un anno non mi importava, purché si realizzasse e non c’era niente da fare per poter cambiare idea. Erano emozioni forti quelle che avvertivo desiderando le corna da mia moglie e anche se mi dicevo che ero un pazzo ed era impossibile da realizzare... non mi consentivano di smettere di pensare a quella situazione, fatta di pensieri intrusivi sessuali. E fantasticavo su lei e su un suo lui ipotetico.

Mi eccitava il pensiero di poter essere io a trovarle l’amante a mia moglie... era qualcosa di pazzesco ed esaltante.

Quasi senza accorgermene per gioco nei momenti liberi che avevo in ufficio, iniziai a navigare con il mio computer sui siti hard e leggere documentazione e quant’altro a riguardo del tradimento. Era diventata una fissazione quel desiderio e non riuscivo più a vivere senza pensarci e mi rendevo conto che era assurdo che io desiderassi quello per cui da ragazzo avevo condannato mia madre e mi chiedevo perché lo cercassi. 

Mi resi conto che rischiavo molto, il mio matrimonio e il rapporto con mia moglie, quel tarlo stava diventando patologico e non volevo passare nuovamente quello che avevo vissuto con mia madre, dovevo parlarne con qualcuno e non tenermi tutto dentro a rimuginare. Certamente non potevo parlarne con mia madre ormai settantenne o mia moglie di quelle cose e nemmeno con persone conosciute e sconosciute. Riflettendo con calma e attenzione l’unico che poteva ascoltarmi senza giudicarmi, era uno psicoterapeuta, che mi avrebbe aiutato a capire com’ero. Mi avrebbe detto perché avevo quei pensieri sessuali intrusivi e cosa c’entrava oggi tutto quello che era avvenuto con mia madre. Così dopo aver riflettuto parecchio decisi di andare in analisi da qualche buon psicologo, per capire perché all’improvviso mi fosse venuto questo desiderio assurdo, morboso, incontrollabile, di vedere mia moglie fare sesso completo con un altro uomo e avere... il desiderio di essere cornuto...

Dopo varie ricerche anche su internet e aver letto sui forum molto su quella situazione, scoprendo che i miei problemi sessuali erano comuni ad altri, decisi di affidarmi ad un bravo psicologo e psicoterapeuta e ne scelsi uno rinomato in una grande città a una cinquantina di chilometri dalla mia, di fama nazionale. Non mi interessava quanto avrei speso, pur di venirne fuori da quella situazione e togliermi dalla testa certe idee su mia moglie, ero disposto a pagare qualsiasi prezzo. Presi contatto e appuntamento e lo incontrai nel suo studio un pomeriggio, iniziando all’insaputa di tutti a fare quelle sedute di psicoanalisi. Mi vergognavo a praticarle, ma era l’unico modo per evitare che mia moglie finisse davvero nelle braccia di un altro uomo con il mio consenso.

 

LO PSICOTERAPEUTA. 

 

Entrai nel suo studio non senza imbarazzo visto gli argomenti intimi e segreti della mia vita che dovevo raccontare. Dopo una conversazione e spiegato la motivazione, il giorno seguente mi fece accomodare e sdraiare su un lettino in pelle nera, tipico da psicoterapia, ondulato, comodo, con un cuscino cilindrico che mi sosteneva comodamente senza dover sforzarmi la testa, con il corpo rivolto verso una grande parete bianca con disegni marini di acquarelli colorati che mi rilassavano. In modo che non vedessi lui ma udissi la sua voce e mi sentissi a mio agio nel confidarmi. 

La posizione semi-sdraiata e la sua voce calda e tranquilla mi davano sicurezza e stimolavano la mia mente a lasciare trasportare liberamente fuori da me il mio flusso di pensieri e ricordi. Pianificò la mia seduta all’interno di un percorso psicoterapeutico per stimolarmi, far emergere il modo chiaro e senza traumi la parte più segreta di me, in maniera che avesse accesso alla mia coscienza per elaborarli ed infine risolvere i miei problemi. Già dalla prima seduta mi mise a mio agio e gli spiegai i motivi per cui ero lì e quel desiderio improvviso, forte, incontrollabile e prepotente che mi portava a desiderare di essere cornuto o meglio, a desiderare di cercare e trovare un amante a mia moglie. 

Iniziò facendomi parlare della mia infanzia, della pubertà e dei rapporti con i miei genitori, e gli accennai di me, della mia famiglia, di mia madre e del suo amante che li spiavo e del mio matrimonio d’amore fino a quel momento realizzato, ma ora insidiato dai miei pensieri intrusivi di fantasie sessuali sulla mia consorte. Mi fece proseguire parlando di mia madre, e gli dissi la verità, che avevo scoperto per caso il suo tradimento e che l’avevo vista fare sesso con un altro uomo che non era mio padre, e quella scoperta mi aveva colpito, turbato e fatto soffrire molto. E che in seguito la spiai continuando a guardare di nascosto i loro amplessi, masturbandomi al loro godere e che quella situazione durò tre anni, e alle sue domande rispondevo sempre la verità. 

Mi domandò cosa provassi al ricordo di mia madre con l’altro uomo e alle visioni dei pensieri che facevo su mia moglie, e gli risposi che mi piaceva fantasticare, mi eccitava pensare mia moglie sessualmente con un altro uomo, come quando spiavo mamma con l’amante o la vedevo nuda in casa, in bagno o quando si cambiava. Mi chiese anche di Giulia mia sorella, gli confessai che spiavo anche lei e mi masturbavo osservandola cambiarsi o in bagno, e anche come facevo con quelle di mamma, mi sfregavo le sue mutandine sui genitali finché non mi diventava duro e mi masturbavo fino a venire; e che poi tutto questo cessò quando al liceo incominciai a conoscere e frequentare ragazzine della mia età. Allora ritornai lentamente un ragazzo normale. 

Lo informai che con il tempo mi sposai ed ebbi due figli bellissimi, maschio e femmina, e una moglie che amavo moltissimo anche se fantasticavo sessualmente su di lei, e siamo sempre andati d’accordo anche carnalmente, visto che mia moglie non è mai stata una donna calda o pretenziosa. Per lei il sesso praticato solo ed esclusivamente per diletto e piacere fisico, fatto di attrazione, senza emotività, sentimento e amore non aveva senso, lei era romantica e credeva nell’amore e io sono stato il suo primo e unico uomo. Insomma gli raccontai tutto, ero davvero intenzionato venire fuori da quella situazione.

“Nel suo inconscio quello che lei ha accettato nel rapporto di sua madre con Bruno, è stato scoprire la sua superiorità sessuale su di voi, su di suo padre e su di lei, anche se comprensibilmente lei era un ragazzino e non poteva competere né anatomicamente né fisiologicamente con lui. Ma le ha creato un senso di inferiorità sessuale che gli è ancora rimasto nel ricordarla e immaginarla posseduta da lui, perché era più bravo e la sapeva far godere di più di suo padre. E ne è rimasto preso e colpito dal piacere e godimento che dava a sua madre, dal sentirla gemere o ululare nell’orgasmo, che lei scopriva per la prima volta il sesso. Tanto che questo ha inciso nello sviluppo evolutivo della sua sessualità deviandola, modificandola anche con comportamenti e atteggiamenti che aveva non solo con sua madre, ma anche con sua sorella. Spiandola e masturbandosi nel vedere anche lei nuda o in atteggiamenti intimi, creandosi una personalità sessuale di desiderio inconscio di vedere sua madre tradire suo padre che associava al piacere e, che si è perpetuata assopita negli anni fino ad ora.” 

Parlava bene e chiaro, riuscivo ad apprendere cosa intendeva e la psicologia mi faceva capire aspetti che non avevo mai considerato. Continuò con me che lo ascoltavo interessato. 

“Con il tempo nella sua giovane mente quel Bruno, quando possedeva sua madre e la faceva godere, per lei psicologicamente non era lui a farlo, ma suo padre o lei, per questo ne provava piacere a osservarli. Quando si masturbava osservando o pensando i rapporti sessuali di sua madre, si immedesimava o trasferiva la fantasia sessuale a lui, quel Bruno, che inconsciamente emulava e voleva essere al suo posto e possedere lei sua madre.”

Era vero, era successo che più di una volta masturbandomi mi ero immedesimato in Bruno, ma non solo, a volte sempre masturbandomi, lo pensavo sessualmente con mia sorella Giulia, chiavare anche lei e chiesi:

“Scusi professore, perché dice che anch’io mi identificavo o trasferivo le mie fantasie in quel Bruno, mamma non era mica mia moglie?” Subito rispose:

“Perché lei si è identificato nel ruolo di suo padre-marito che era assente, ma anche in quello di figlio-marito. E si è sentito tradito da sua madre, maternamente e sessualmente, sentendosi in un certo senso cornuto al posto di suo padre. Era lei che viveva quella condizione cerebrale di cornuto e gli piaceva esserlo, perché guardando quella donna fare sesso, che era sua madre, sotto un aspetto psicologico la sentiva anche come sua moglie oltre che mamma. E la osservava e si masturbava e godeva del suo adulterio e delle sue corna che faceva a suo padre e indirettamente a lei! “Fece una pausa e proseguì:” All’inizio ha vissuto il tradimento di sua madre come una sorta di tragedia, come un tradimento personale e del nucleo familiare, non solo di suo padre, ma anche di sua sorella e suo, di lei, di quel contenitore famigliare dentro il quale ci si muove e ci si sente protetti.”

Portò la mano a toccarsi le labbra, come a pulirle con le dita continuando:

“Come dicevo prima, ha considerato quell’uomo, quel Bruno come un rivale d’amore non solo di suo padre, ma anche di lei stesso, considerandolo un intruso. E in seguito accettarlo come amante di sua madre ha fatto sì che in lei ci fossero ripercussioni a livello psicologico. Vede…!” Disse: “Il dolore del tradimento subito non può essere elaborato e superato se prima non viene accettato. E lei accettandolo ha rimosso il dolore e tutta la parte negativa che viveva, il dispiacere e l’impotenza per quello che praticavano.” Fece ancora una pausa e continuò: “Ha accettato come normale l’atto sessuale di sua madre e quel Bruno, come suo amante, suo uomo in quel momento. Fino non solo ad arrivare ad acconsentire il rapporto sessuale di sua madre con il suo amante, ma gradendolo e addirittura e inconsciamente approvandolo e desiderandolo, giustificandola subito per quello che faceva senza dire nulla a nessuno, per tenerla pulita e protetta come mamma e come moglie di suo padre”. 

Mi guardò e riprese a parlare mentre io attento ascoltavo. 

“Ed ha vissuto le corna di sua madre con dispiacere e tutte le considerazioni psicologiche ed emotive negative dette sopra. Ma anche gioendone, non solo spiandola e godendo di loro e con loro, ma desiderandola inconsciamente, traendo da lei e dalla sua situazione peccaminosa il suo primo piacere sessuale, quello che l’ha iniziato alla sessualità, nato da un atto di tradimento e godimento di sua madre. Ha vissuto quelle corna con malessere, desiderio e soddisfazione nel vedere sua mamma, la sua donna in quei momenti, che per la mancanza di suo papà, veniva posseduta da un altro uomo, bravo e capace sessualmente. Arrivando a provare curiosità sessuale oltre che per sua madre, anche per sua sorella Giulia e invidia nei suoi confronti perché lei le dormiva accanto la notte quando non c’era suo padre.” 

Feci per interromperlo ma con un gesto della mano mi fece capire di attendere e proseguì: “Ma questo è comune alla gran parte degli adolescenti di sesso maschile, di desiderare inconsciamente la mamma immedesimandosi nel papà, quello che non è comune è quello che gli è accaduto.” Terminò quella prima parte dell’analisi che sotto alcuni aspetti era vera. E io subito curioso gli domandai quello che interessava a me:

“Giusto, è vero professore, quello che ha detto probabilmente è tutto vero, che io vivessi la condizione di mio padre, del cornuto al posto suo perché lui non c’era e non sapeva e io invece sì. Lo capisco, ed alcuni punti della sua analisi sono corretti e mi ci sono trovato! Ma cosa c’entra tutto questo, il rapporto di mia madre con quel Bruno, con il desiderio che ho su mia moglie di vederla con un altro uomo? “Feci un sospiro e continuai: “E’ questo che non capisco, io e lei andiamo d’accordo, viviamo bene con i nostri figli, ci amiamo tanto, siamo soddisfatti della nostra vita sociale, famigliare e anche sessuale, e in me improvvisamente si manifesta… il desiderio di essere cornuto…? Perché?... Come mai?” Domandai sconcertato, interessato e affascinato, quasi invadente da quel suo spiegare chiaro.

 Iniziò a rispondermi partendo dai sogni:

“Il sogno che ha fatto, gli ha risvegliato solo desideri e inclinazioni sessuali che aveva già dentro di lei assopiti; istinti e impulsi che certamente nella realtà si vergogna d’avere e anche di pensare e cerca di frenare e nascondere. Ma che sono vivi dentro di lei e che vorrebbe che si avverassero, e quanto accaduto a sua madre con Bruno, vorrebbe che accadesse anche a sua moglie.”

“Mia moglie!!?…” Esclamai sbalordito di quella novità di trasferimento di quei desideri su mia madre a mia moglie.”

Sì! Il suo è transfert psichico-sessuale, la rappresentazione psichica della madre con spostamento del desiderio alla moglie.” Rispose facendomi segno con le dita di non interromperlo.

Lo guardai stupito ma non lo interruppi. Fece una pausa e proseguì a spiegare: “In altre parole, la figura di sua mamma nel sogno le permette di riflettere i suoi desideri e impulsi sessuali in sua moglie, per meglio dire vorrebbe che fosse anche sua moglie adultera come lo è stata sua madre.”

“Ma è pazzesco…” Mormorai mentre lui continuava a parlare

“Probabilmente nell’inconscio le ama e accomuna tutte e due tanto che per lei sono la stessa persona e diventano nell’amore e nella sessualità, nel desiderio e nell’eccitazione uguali.” Fece un’altra pausa, si alzò aprì un cassetto, prese una scatola di sigari e fiammiferi e si accese un mezzo toscano e passeggiando come se tenesse una lezione universitaria, boccheggiando fumo denso e chiaro in aria continuò girando per lo studio: “Quando dormiamo, noi non siamo forti psicologicamente e capaci di gestire il nostro “io” e quindi viene fuori dalla nostra mente tramite il sogno quello che davvero siamo, desideriamo e vorremmo che si realizzasse.” 

Diede un’altra boccata e proseguì: “In fin dei conti quando sogniamo… è come se vivessimo nella quotidianità di quello che vogliamo realmente. Il sogno è uno dei linguaggi più rappresentativi del desiderio inconscio. Quando sogniamo, nel sogno parliamo, ascoltiamo, camminiamo, amiamo, vaghiamo in posti sconosciuti, viviamo un’altra vita, quella che vorremmo… E spesso si ci ritrova in situazioni che sono lo specchio della nostra realtà inconscia, dei nostri impulsi inconfessabili persino a noi stessi, ma che sono desideri reali anche se inconsci e… nei sogni tocchiamo con mano quello che vorremmo fosse la realtà...” E guardandomi negli occhi esclamò: “So che sono concetti difficili da capire, se c’è qualcosa che non capisce me lo dica che mi ripeto...” E proseguì: “I sogni non vengono mai per caso, c’è qualcosa di noi e in noi che li crea, produce e alimenta! Questo sogno che lei ha fatto e mi ha narrato con sua madre e sua moglie, è tra quelli che vengono considerati sogni esistenziali e sono un simbolo onirico. Il rapporto sessuale di sua madre e sua moglie con un altro uomo nel sogno erano la realtà astratta di quello che lei vuole e desidera per entrambi concretamente. Lei vorrebbe vedere nella realtà sua moglie che diventi come sua madre per farla contento e lei sentirsi ancora come suo padre, cornuto di sua moglie. Cioè vorrebbe vederla tradire con un altro uomo e lei essere per sua moglie, il personaggio che era suo padre per sua madre, un cornuto! Da sognatore desidera diventare personaggio reale, che guarda e gioisce nella realtà di quello che le sue donne fanno nel sogno.” Diede ancora due boccate aprendo la finestra e dicendo: “Non so se capisce? Mi rendo conto che non è semplice.”

“Sì… sì! Capisco!” Borbottai, ed era vero, era la cruda realtà psicologica di quello che sospettavo… il voler vedere mia moglie come mia madre. 

Gettò fuori il fumo dalla bocca seguitando: “Il sogno con sua madre richiama in una certa forma, anche se non direttamente e non c’è l’incesto, il complesso di Edipo. E quello di sua moglie che si trova nella stessa persona e stesso corpo di sua madre richiama il caudualismo e il cuckoldismo. Questa è nota come una sindrome psicologica che i latini americani chiamano morbocornudos, appunto come un morbo anche se non lo è, che si manifesta da adulto come è successo a lei e che ha ancora dentro di sé. E gli anglosassoni chiamano cuckoldismo che sono manifestazioni che hanno origine nell’inconscio adolescenziale e portano e manifestano detto volgarmente ad avere …il desiderio di diventare cornuto…” Vedendo la mia faccia seria precisò: “Non si spaventi! Quello che prova lei è comune a molti uomini, in forme diverse ma la sostanza è la stessa. Il desiderio di vedere sessualmente la propria moglie o la compagna posseduta da un altro uomo, è un qualcosa che è dentro di noi, può manifestarsi già da giovani, in età matura o anche da anziani per la prima volta e non c’è nessuna differenza di ceto sociale o culturale, di razza o etnia. Anche se gli occidentali sono maggiormente rappresentativi e più disposti a offrire o cedere la propria moglie mentre quelle etnie nord africane e sud americane, soprattutto la gente di colore sono decisamente disposte a possederle. Capita al ricco e al povero, allo spazzino come al dirigente d’azienda, all’ignorante come al laureato, non guarda in faccia nessuno, sia chi ha la moglie bellissima e chi no. Alcuni realizzano questo desiderio, altri no, lo vivono solo come fantasia e ne restano frustati negli anni, altri ancora come lei fanno la cosa più giusta, si rivolgono a noi psicoterapeuti che analizziamo e vi aiutiamo a uscire da certi desideri inconsci, a guardarvi dentro e a far svanire certi ricordi e proiezioni nella realtà.” 

Boccheggiò ancora qualche tirata al sigaro osservando fuori dalla finestra e proseguendo voltandosi verso me: “E’ come se sua madre e sua moglie fossero la stessa persona per lei, la stessa donna che ama. Questo significa che sua moglie diventa la controfigura, la sostituta di sua madre e che il suo “Super Io” maschile ne nasconde la vera identità. In altre parole per lei sono la stessa donna e lo stesso è il desiderio, le emozioni e le sensazioni che prova sessualmente per loro.” Restò un attimo in silenzio e aggiunse: “I sogni a sfondo sessuale, secondo la psicoanalisi, a volte sono così espliciti nel loro contenuto manifesto, che possono turbare al risveglio il sognatore stesso.”

Non dissi nulla, lui tornò a sedersi dietro la scrivania e spense il sigaro, e sempre parlando con me seguitò. “Subito si rimane turbati di avere questo desiderio di essere traditi sessualmente dalla propria consorte, di desiderare di essere cornuti e ci si vergogna di sé stessi. Ma poi gradualmente lo si accetta e si inizia a nutrirlo con fantasie sempre più ardite e spinte, quasi sempre amplificate e vivificate anche da sogni, pensieri e immagini come le sue, che costituiscono a tutti gli effetti una estensione dell’universo reale, divenendone parte integrante.” Fece una nuova pausa e io gli chiesi:

“Quindi in me anche se io e mia moglie siamo una coppia che si ama, c’è questo desiderio di vederla con un altro uomo come mia madre?”

“Direi di sì!” Rispose: “In genere l’aspirante cornuto come lei, mi passi il termine, in questo caso nel sogno, è fortemente combattuto tra il proprio desiderio di avverarlo e la paura di farlo! Paura principalmente dettata della reazione della moglie o compagna una volta che questa viene messa a conoscenza delle proprie pulsioni e desideri. Ma anche paura di perdere la propria virilità nella competizione fisica con altri maschi, paura della riprovazione sociale se si venisse a sapere, della gente, dei conoscenti, degli amici e soprattutto di perdere la moglie… Anche se tutto questo paradossalmente stimola ed eccita di più a realizzare…”

“Quindi con la propria moglie o compagna che sia, la paura principale sarebbe quella di comunicarglielo?” Chiesi. Mi guardò e sorrise:

“Lei avrebbe il coraggio di dire a sua moglie il suo sogno o che desidera vederla posseduta da un altro uomo?” Domandò rispondendomi. Esitai e poi risposi:

“No di certo!!”

“Ecco vede??” Replicò. “Lo immaginavo, anche se ci sono coppie molto aperte che si confidano tutto e in cui questo non è un problema! Quello che avviene in lei si chiama cuckoldismo se i coniugi sono d’accordo e accettano di praticarlo insieme, adulterio o tradimento se non lo sono e ognuno lo fa all’insaputa dell’altro. Come le ho già detto e le ripeto, il desiderio che ha con sua moglie è la continuazione della proiezione del suo inconscio, di rivedere sua madre con un altro uomo e lei vivere la situazione di suo padre diventando a sua volta cornuto. Il sogno in cui lei vede sua madre fare sesso con un uomo e ne è eccitato e dentro di sé felice, e quando si avvicina a lei che si volta scopre che ha il volto di sua moglie, dimostra una cosa sola!” 

“Cosa!!” Chiesi curioso e apprensivo.

“Che lei lo stesso desiderio inconscio che aveva per sua madre, lo ha anche su sua moglie ed ora tramite il sogno si è manifestato ed è diventato conscio e lo sa. Lei desidera vedere sua moglie come sua madre, posseduta da un altro uomo con lei che osserva nascosto mentre fanno sesso, come faceva con sua madre. Vederla nuda darsi ad un altro...” Continuò: “... e se analizziamo la frase che lei ha detto nel sogno a sua moglie quando le chiede: < cosa fai e perché ti sta facendo possedere da un altro uomo…> e sua moglie gli risponde: <…ti faccio cornuto come faceva tua madre con tuo padre. Lo faccio anch’io con te, perché so che ti piace! Per farti felice! ...> Ecco quelle erano le sue parole signor Paolo, quelle del suo inconscio messe in bocca a sua moglie, per farle dire quello che desiderava e voleva lei, che gli piace vederla sessualmente con un altro uomo.”

Ero strabiliato e confuso da quella analisi, riconoscevo del vero in quello che diceva.

“Ma ammettiamo che sia tutto vero quello che dice professore, in che modo ne posso uscire da questa situazione e risolvere tutto?” Chiesi ansioso.

“In due modi!” Rispose deciso: “Ognuno l’opposto dell’altro!”

“Cioè?... Si spieghi!” Domandai.

“Presto detto, parlando con sua moglie della situazione che vive ora, raccontandole tutto come ha fatto con me e iniziare un percorso terapeutico e riabilitativo comune anche con lei …oppure...”

“Oppure?” Chiesi curioso e interessato.

“Oppure mi dispiace dirlo e glielo dico solo come informazione professionale e scolastica della psicologia, far sì che il sogno si realizzi… che tutto avvenga!... Accada!! Per poi iniziare ad analizzare e provare a dimenticare. “Restai in silenzio ero sorpreso e stupefatto dalle risposte, la seconda opzione era quella di concederla davvero a un altro uomo e che io diventassi cornuto veramente, cornuto e consenziente, per poi uscirne fuori e dimenticare. 

Vedendomi in volto cupo e rattristato proseguì: “Sì, capisco lo stupore, ma gliel’ho detto solo per informazione, io invece gli consiglio di ritornare qui da me con sua moglie e iniziare un’analisi e un percorso terapeutico. Le parli! le dica la verità. Mi ha detto che va molto d’accordo con sua moglie, che vi amate, quindi capirà... sarà facile… Vedrà che capirà!!” Proseguendo: “Sa purtroppo come gli ho detto, questi traumi sessuali dell’adolescenza si trascinano nel tempo e vengono fuori all’improvviso anche in età adulta o matura.” 

Per un attimo seduto in quello studio, pensai davvero di vedere mia moglie con un altro uomo al posto di mia madre. “Comunque se ha bisogno di aiuto per parlargliene io sono a disposizione per aiutarla, potrebbe confidarglielo qui in studio davanti a me! Potrei parlarle io!!” Disse.

“Certo professore! “Esclamai rassegnato e confuso. “Devo un po’ripigliarmi da queste sorprese e novità e prendere una decisione, che credo sarà quella che ha prospettato lei. Con calma ne parlerò a mia moglie come mi ha consigliato e sono certo che capirà e torneremo entrambi per iniziare un percorso di psicoterapia seguiti da lei!”

“Bravo!! È la soluzione migliore!” Esclamò stringendomi la mano e l’altra battendomela nel braccio. “Allora prossimamente vi aspetto! E non si scoraggi, vedrà che risolveremo tutto!”

“Certo! Certo!” Mormorai.

 

RIFLESSIONE E ACCETTAZIONE.

 

Lo ringraziai e pagai. Uscii smarrito e tornai in città, andai in ufficio e in silenzio seduto sulla mia poltrona girevole, ripensai a tutto. Come potevo dire a mia moglie quelle cose? Con che coraggio le avrei detto: “Amore siccome ho il desiderio di vederti chiavata da un altro andiamo in analisi… mi devi accompagnare e supportare.” Mi avrebbe riso in faccia.

Anche nei giorni seguenti riflettendo e ripensandoci mi resi conto e decisi che non potevo certo raccontare a mia moglie quello che avevo visto e fatto da ragazzo riguardo mia madre e nemmeno che ora il mio desiderio era che fosse lei ad avere un amante e io potessi osservarla non visto mentre lui la chiavava. Era da escludere categoricamente, mia moglie non avrebbe mai capito e soprattutto accettato, le sarei scaduto moralmente e come marito immediatamente ai suoi occhi, mi avrebbe preso per un perverso, un vizioso, depravato. D’altronde anche se lo desideravo e fantasticavo molto, a mente fredda non mi piaceva molto l’idea che andasse con un altro uomo, Francy era così dolce e rigorosa anche con sé stessa, che sotto un certo aspetto ne ero geloso. In quei giorni pensai e ripensai quasi ad arrivare ad avere l’esaurimento nervoso, ero diventato svogliato sul lavoro, assente in casa e con lei quando mi parlava, per giustificarmi del mio atteggiamento davo la colpa alla stanchezza. 

“Lavori troppo! Dovresti riposarti di più...” Mi diceva teneramente preoccupata per me mia moglie. 

Arrivai al punto di masturbarmi al fantasticare che lei avesse un amante che la possedesse, e la vedessi su quel letto immaginario al posto di mia madre a farsi chiavare da lui. A quei pensieri nelle sere mi veniva l’erezione che poi riversavo su Francesca possedendola con vigore, non sapendone lei il motivo di tanta mia energia e foga. 

Una notte che ero sveglio, a forza di pensare decisi di tentare... feci la mia scelta non senza riflettere e valutando i pro e i contro di quello che mi accingevo a fare. Visto che era impossibile per noi fare una psicoterapia insieme su quell’argomento, senza come minimo divorziare… avrei provato ad offrirla davvero a un altro uomo e forse l’avrei vista chiavare con lui. Dovevo togliermi questa ossessione e desiderio dalla testa che oramai era diventato un chiodo fisso, e come aveva detto lo psicoterapeuta, l’alternativa alla terapia di coppia, era realizzare tutto davvero, e io decisi che lo avrei fatto. 

Nel riflettere per riuscire nel mio intento, dovevo ragionare con la testa di mia moglie e non con la mia, immedesimarmi in lei e nei suoi pensieri … e ragionavo: “Innanzi tutto devo trovare qualcuno che dia garanzie sul comportamento, accetti le mie regole e che si muova come dico io, visto che sarò io a decidere tutto. Riguardo a Francy, dovrò studiare qualcosa per bene, visto com’è lei caratterialmente. Predisporla a far sì che mi cornifichi. Sarà difficile, ma ci proverò.

Dovrò predisporre e pianificare un programma che la induca verso un altro.

Lei non è diversa dalle altre, tutte le donne amano essere ammirate e provocare il desiderio degli uomini che hanno attorno, quindi senz’altro anche lei, anche se non lo mostra, se è seria ed è rigida sotto alcuni aspetti della moralità. Come tutte le donne penserà di avere alcuni particolari fisici desiderabili ed altri no. Me ne accorgo quando si guarda allo specchio e non è mai soddisfatta di sé stessa e di qualcosa, pertanto è nella stessa condizione delle altre, quindi devo trovare la persona giusta, un partner che la corteggi e le faccia apprezzare anche quelli che lei crede suoi difetti, che abbatta le sue vergogne e le sue difese morali e la induca anche emotivamente a concedersi a lui. Deve essere qualcuno che gli piaccia fisicamente, la stimoli sessualmente e la conquisti mentalmente, perché conoscendola bene, lei cederà il suo corpo solo dopo aver ceduto la sua mente... e sentito battere il suo cuore per lui.”

E riflettevo: “Dovrà essere coinvolta emotivamente e sentimentalmente, se no non farà nulla se non proverà anche lei desiderio, attrazione e un po’ d’amore verso il suo partner. “

Sapevo a cosa andavo incontro impostando il programma in quel modo, ma era l’unico per riuscire. “Certo sarà rischioso se si innamorasse. Ma penserò anche a questo...”

In fin dei conti mi dicevo: “Anche mia madre era innamorata di Bruno, ma quando ha dovuto fare la sua scelta, ha scelto papà, e devo fare in modo che anche per lei sia così. Dovrò studiarla bene.”

Anteponevo il fatto che mi cornificasse, al suo amore per me, che ritenevo scontato, logico nei miei confronti. Mi rendevo conto che quello che pensavo era pericoloso, unire il sessuale e il sentimentale assieme, spingerla io a provare sentimenti con un altro uomo perché potesse farci sesso. Ma ero ormai in uno stato psicologico che posso dire non ragionavo quasi più ed ero disposto a tutto, anche a modificare il suo amore per me, pur di vederla chiavare con un altro.   

Sapevo che non sempre era visibile e chiaro il limite che divideva il sentimento dal desiderio e che c’era il rischio di ritrovarsi in una situazione imprevedibile con lei innamorata di un altro. E riflettevo sempre:

“E se in questo gioco, si innamorasse davvero dell’altro?”

Dovevo pensare anche a questo, calcolare bene rischi e benefici, ma quel pensare, riflettere e calcolare invece di farmi desistere mi eccitava enormemente. Il pericolo, la ricerca del metodo e del partner e i preparativi mi esaltavano. Il fatto che fossi io il regista di tutto, mi infervorava ed elettrizzava. Pensai a lungo a cosa fare, mi posi tutti i problemi possibili e le condizioni che potevo sfruttare, e i rischi che correvo nel giungere al mio obiettivo. 

A mia moglie non potevo certamente dire di andare con un altro uomo e fare sesso con lui che io avrei guardato. Sapevo che non avrebbe accettato niente di simile, la conoscevo bene e avevo paura della sua reazione e dovevo stare attento a farle richieste anomale, mi avrebbe certamente mandato al diavolo come minimo. 

Non avrebbe mai accettato quello che desideravo e piaceva a me, il suo tradimento. Mai! Ma a un uomo sì! Potevo chiederlo, di chiavare mia moglie che io avrei assistito di nascosto e lui avrebbe accettato. Così a forza di pensare nelle giornate e nelle sere coniugali, mi resi conto davvero che l’unico sistema perché lei mi tradisse e mi rendesse davvero cornuto consapevole di farmici, era che avesse un amante vero all’insaputa di tutti, anche di me stesso. Solo in quel modo probabilmente avrebbe accettato di tradirmi con qualcuno e, come si dice volgarmente, avrebbe allargato le gambe, con qualcuno che l’avesse conquistata, le fosse piaciuto e forse fatta innamorare. La persona che immaginavo avrebbe dovuto essere confidenziale, corteggiarla educatamente, conquistarla e farla cedere moralmente e sessualmente a lui rendendomi cornuto. Non era facile da trovare un tipo simile, anzi difficilissimo era quasi impossibile per come era fatta lei, era un’impresa titanica direi conoscendo mia moglie, la sua moralità e fedeltà. E mi dicevo: “Deve essere qualcuno per cui provi simpatia e attrazione, che ne entri in amicizia e poi in confidenza.” 

Subito pensai a qualche amico comune, ce ne sarebbero stati molti che avrebbero accettato volentieri di corteggiare e chiavarsi mia moglie, oppure qualche conoscente occasionale, come era l’amante di mia madre, altro non sapevo escogitare. In una notte a letto mentre lei dormiva e io sveglio, provai a fare un excursus mentale sui possibili candidati, ma a uno a uno tutti i nostri amici e conoscenti li scartai per un motivo o per l’altro. Uno non gli sarebbe piaciuto, con l’altro sarebbe stato troppo rischioso e l’altro ancora se avesse parlato sarebbe stato lo scandalo”

E ragionando al contrario mi chiedevo: “Lei accetterebbe di farmi le corna con un amico di famiglia? Se le piacesse forse sì...” Mi rispondevo: “...o forse no… non è detto, è una donna particolare, con un amico sarebbe troppo compromettente, si sentirebbe a disagio e dovrebbe piacerle molto…”

Ma conoscendoli, già sapevo che ognuno di loro per lei aveva qualcosa che non andava e soprassedetti a quell’idea. Dopo alcune settimane e tanto pensare, mi ero ritrovato punto daccapo. Avrei dovuto trovare qualcuno che non ci conosceva e la corteggiasse, ma chi?... Chi??... Mi ripetevo. 

Era comunque troppo rischioso parlare di queste cose anche con uno sconosciuto, ma qualche rischio ero ben conscio che avrei dovuto correrlo se volevo realizzare il mio desiderio. La preparazione e ricerca mentale mi eccitava sempre di più e nella mia analisi la pensavo e immaginavo già con un altro anche se non sapevo ancora chi.

 

AMORE E TRADIMENTO.

 

In quelle notti pensose iniziai a riflettere su cos’era l’amore e il tradimento... e a filosofarci sopra. Forse potrà sembrarvi assurdo e da malato di mente (ma vi garantisco di non esserlo assolutamente), ma l’immaginare di saperla durante il giorno insieme un altro a chiavare e poi alla sera rientrando a casa trovarla rilassata e appagata aspettandomi sorridendo e magari dandomi il bacino, mi esaltava da impazzire e dava appagamento. So che quella scelta che feci e situazione che seguì apparirà inaccettabile e perversa ai moralisti e a molti di voi che leggete, ma dentro ogni coppia o persona si creano degli equilibri e squilibri che altri e a volte la coppia stessa non possono comprendere. Non sempre amare sessualmente vuol dire possedere fisicamente la persona amata. Per me amare sessualmente mia moglie significava far sì che lei fosse posseduta da un altro e ne godesse e avesse un amante senza i rimorsi del tradimento, che conoscendola bene so avrebbe avuto con i sensi di colpa, e avrebbe provato sofferenza morale, affettiva e psicologica nel tradirmi consenziente. Per questo non consideravo lei matura per un passo del genere, mentre io sì, ero pronto anche vista l’esperienza precedente vissuta con mia madre. Riflettevo e mi giustificavo di quello che preparavo e desideravo compiere, dicendomi:

“Purtroppo gli anni modificano sia fisicamente che psicologicamente la coppia e quindi capita chi in un modo o in un altro, in un lungo matrimonio come il nostro o come quello che aveva mamma, uno dei due non possa più rispondere alle naturali esigenze dell’altro. È normale” Mi ripetevo mentalmente continuando a pensare: “La vita, è composta da una sessualità individuale anche se si è in due, ed essa è un diritto tanto come quella di coppia, un dovere naturale della donna come dell’uomo di viverla anche differentemente dal partner. Se il compagno abituale o il marito non ha più i desideri sessuali in modo convenzionale, o non si trovino più psicologicamente nel modo in cui praticarlo, non è giusto che uno dei due si arrenda e si reprima, ma è giusto che provi a farlo in altri modi e forme purché non violenti, anche coinvolgendo la moglie o il marito a sua insaputa.”

Mi giustificavo da solo come più di trent’anni prima giustificavo mia madre.

Mai avrei immaginato solo qualche mese prima di desiderare che mia moglie percorresse la stessa strada di mia madre. Di certo il mio amore per lei e per quello a cui anelavo, mi avevano indotto a fare delle scelte almeno quantomeno scorrette, come quella di trovare per mia moglie Francesca, come fece mia madre con mio padre una persona, che mi sostituisse sessualmente. Come dicevo certamente il rischio grosso era che si innamorasse del tipo, ma doveva essere per forza così, perché se non scattava quella scintilla sentimentale non avrebbe fatto nulla. Lei aveva avuto solo me come uomo, ero stato il suo primo e unico amore, ma ero deciso anche a correre questo pericolo. Come l’amore, io stesso mi chiedevo cosa fosse il tradimento dal punto di vista filosofico, visto che anche mia madre aveva tradito mio padre. Sapevo che il tradimento era una relazione sentimentale e sessuale con una persona diversa dal proprio marito o compagno di vita e all’insaputa di lui, e che nelle coppie il rapporto era caratterizzato dal desiderio di esclusività sul partner … E pensavo cercando di minimizzare a me stesso la portata di quel significato:

“A me personalmente avere l’esclusività sessuale su mia moglie non mi interessa molto. Sì, ho avuto questa convinzione fino a qualche anno fa, ma ora se Francesca avesse un amante, non sarei contrario. Anzi per quello che anelo io, sarebbe meglio. L’importante è che resti una situazione riservata, un suo segreto e non lo sappia nessuno, come lo era la relazione di mia madre.”

Si, ragionavo in quel modo e continuavo a formulare nella mente:

“Per i più tanti il tradimento sessuale della moglie è imperdonabile, è un errore grave, difficilmente assolvibile perché colpisce l’orgoglio e la fiducia personale dell’essere marito e maschio unico e in un attimo fa svanire tutti i sogni che si sono costruiti e soprattutto fa perdere la propria esclusività sulla consorte. Per altri può essere gioia ed esaltazione, come me che provo esultanza ed eccitazione a pensarlo. E comunque in tutte le coppie a tutte l’età e di qualsiasi etnia o ceto sociale o culturale in casi di mancanza d’amore o sesso, può essere facile cadere nella tentazione di tradire e se c’è desiderio carnale forte può succedere anche mentre si ama il proprio marito o compagno.”

A forza di leggere ed erudirmi con internet sapevo che chi tradisce è coinvolto o travolto da sentimenti molto forti e mi dicevo di mia moglie:

“Se accadrà a lei, proverà senz’altro l’ebbrezza della passione, del piacere carnale, della trasgressione e del peccato, ma anche sentimenti di colpa, di smarrimento e si chiederà chi amare veramente.” Ma poi dubbioso mi chiedevo anche:” E se fosse lui la sua scelta??”

“Nooo!!” Mi dicevo sicuro di me: “Non potrà essere quella, mi ama sempre! E poi lei non saprebbe che io so che mi ha fatto cornuto, quindi si sentirebbe in colpa verso di me.”

Ma per motivare una sua possibile reazione non prevista mi difendevo mentalmente:

“Per me non sarà così come capita a molte donne, io sono diverso, io voglio creare il tradimento di mia moglie, realizzarlo e dirigerlo, non subirlo!”

Quel sogno d’estate in vacanza fu come una rivelazione per me e quello fu il punto più sconvolgente, perché il quadro della mia vita di coppia e del mio matrimonio non fu più lo stesso dopo di esso. Ero ossessionato dal desiderio di avverarlo e dopo gli incontri con lo psicoterapeuta e anche se fui critico verso me stesso, presi la decisione della rottura con le convenzioni morali, famigliari, etiche e sociali e feci la scelta di provare e in un certo senso tutto quello, essendo io a crearlo, mi faceva sentire superiore agli altri mariti cornuti. 

Ora vi chiederete che senso avesse tutto questo per un uomo felicemente sposato, con due figli e una moglie che amava ed era amato e vivevano tranquillamente? Vi rispondo che non lo so!... 

La verità è che non lo so! So soltanto che il desiderio era più forte di me, come una droga, una malattia, un morbocornudos, come diceva lo psicologo, una crisi d’astinenza di qualcosa di immaginario che avevo vissuto e desideravo vivere ancora. 

Oramai dovevo assolutamente vedere Francesca, mia moglie chiavata da un altro uomo e poco mi importava se correvo il rischio che si innamorasse di lui. Era calcolato anche quello e avevo predisposto una soluzione. In quel momento scellerato in preda all’esaltazione non mi interessava di lei, ci avrei pensato dopo, mi interessava soltanto portare a termine il mio desiderio. Era una sensazione forte quella che provavo, fisica e cerebrale, una sindrome di tanti malesseri e desideri messi insieme, che in alcuni momenti mi prendevano e stordendomi non mi lasciavano più. 

Per farvi capire com’ero, in quei momenti mi sentivo come un drogato in astinenza, un etilista con la voglia di bere che non può essendo senza alcol; un giocatore d’azzardo che non riesce a smettere o più semplicemente come un fumatore che sta cercando di smettere di fumare, ma non ci riesce mai, ha sempre il desiderio e resiste, resiste, ma poi non resistendo più cerca la sigaretta, l’accende e la fuma con più rabbia e soddisfazione di prima. Così ero io in quei momenti, ossessionato da quella voglia, in astinenza del mio desiderio immaginario e mi esaltavo a pensarlo reale, oppure se non ci riuscivo diventavo nervoso e scontroso, e tutto questo con mia moglie ignara. Ci pensavo a casa, in ufficio, il giorno, la sera e la notte, e mi eccitavo di più, e la possedevo come sempre in silenzio, con foga, godendo tra noi e facendo delle meravigliose chiavate al pensiero che stavo cercando un modo perché al mio posto ci fosse un altro uomo e lei mi tradisse e avesse un amante.

 

L’ANNUNCIO.

 

Un giorno in ufficio, nei momenti vuoti del lavoro, cazzeggiando su internet dove mi erudivo e informavo su tutto quello che riguardasse il mio desiderio virtuale, andai sul sito di annunci che visionavo spesso e inizia a scorrerli più per curiosità che ricerca, era pieno di coppie, uomini single e proposte strane. Osservai finché non ne lessi uno particolare e diverso dai soliti:

“Vuoi vedere tua moglie corteggiata da un uomo a sua insaputa? Contattami, giocheremo tutti e due con lei, senza limiti.”

Restai sorpreso e mi diede l’idea di come fare a trovarle il partner, l’amante giusto per mia moglie o almeno provare. Certamente a quell’annuncio non risposi, ma mi aveva indicato la strada giusta su come fare e ne confezionai uno io personale, particolare adattato alle mie esigenze. Ci studiai bene sopra, aprii un indirizzo email nuovo e dopo qualche giorno lo pubblicai sullo stesso sito: “Marito per la sua bella moglie 38enne, all’insaputa di lei cerca amico, per corteggiarla e giungere fino dove le sue capacità lo conducono e lei concede. Si richiede pulizia, bella presenza, educazione e cultura. Per ulteriori notizie scrivere a…”

E seguiva l’indirizzo della mia nuova email creata appositamente per quell’annuncio. Arrivarono decine e decine di email di tutti i tipi, di persone che non avevano nemmeno capito il senso di quello che chiedevo e si proponevano subito per chiavare, mettendo anche il numero di cellulare nella risposta e foto della parte anatomica in erezione. Con alcuni scambiai anche informazioni e proseguii, alcuni mi inviarono le loro foto intere richieste e io ricambiai con una di mia moglie a viso coperto. Feci una cernita e alla fine dopo qualche settimana e la mia selezione per corrispondenza, ne restarono solo tre. Decisi di provare e ne scelsi uno, quello che oltre ad essere nella nostra città Genova, aveva anche i requisiti più simili al tipo d’uomo che piaceva a Francesca, altezza, colore dei capelli ecc.… era del sud, calabrese per la precisione. Mi incontrai dopo qualche giorno con questo tizio in un bar, nella mail si faceva chiamare Andrea, aveva 44 anni, scuro di capelli, meridionale ed era diplomato. Avevamo già discusso in una decina di email, ma ora averlo fisicamente davanti a me in un bar, mi faceva un certo effetto, era il futuro potenziale amante di mia moglie, l’uomo che l’avrebbe chiavata. D’aspetto mi piaceva, vestiva bene e giovanile, begli occhi e bella dentatura regolare quando sorrideva e dopo averlo scrutato bene con attenzione, e averlo sentito parlare saggiando la sua cultura, mi piacque come persona. Era abbastanza colto e lo considerai degno di poter chiavare mia moglie se ci fosse riuscito, inoltre come dicevo, aveva le caratteristiche del tipo d’uomo che piaceva a lei, scuro di capelli e questo voleva dire molto. Ci rivedemmo altre volte, sempre nel bar per conoscerci di più prendendo da bere, e nel discutere con lui capii subito che era uno che sapeva il fatto suo.

“Sei cuckold?” Mi chiese.

“No!!” Risposi immediatamente dicendo la verità:” Mi eccito a vederla con un altro ma voglio che lei non lo sappia, non lo accetterebbe”

“Lo hai già fatto altre volte? “Domandò.

“No!! È la prima volta!” E posi le mie condizioni mentre lui sorrideva e ascoltava.

“Io ti presenterò come un vecchio amico che non vedo da tempo e farò in modo di creare le condizioni perché vi vediate in seguito e facciate amicizia. Ti parlerò di lei, ti dirò cosa le piace e cosa non le piace, com’è di carattere e alcuni nostri piccoli segreti intimi. Tu dovrai corteggiarla educatamente senza volgarità, non importa quanto tempo ci vorrà, anche dei mesi... l’importante è che riesci nell’intento. Lei è laureata!” Lo informai: “È insegnante precaria di lettere in un liceo scientifico qui di Genova e di carattere serio e moralista, è cattolica e a volte alla domenica mattina va a messa con i ragazzi. Abbiamo due figli grandini, dieci e otto anni, maschio e femmina, ma non dovrai mai corteggiarla davanti a loro. I figli non ci dovranno mai essere quando ci incontreremo tutti e tre!”

Feci una pausa e lui rispose. “In quello che chiedi e proponi ci deve essere molta complicità tra te e me e anche forte e intima lo sai?! Non è solo una chiavata come chiedono gli altri mariti, il tuo è una richiesta quasi di un convivere sociale e famigliare.”

“Certo…lo so!!” Risposi: “Per questo voglio sapere di te, chi sei, che lavoro fai e altre cose e se non accetterai questo scambio di informazioni reciproche personali verificandole, non si farà niente, visto che io ti dovrò confidare le mie intimità e soprattutto quelle di mia moglie”

“Sì certo lo capisco, quello che chiedi tu è molto intrigante e diverso dal solito e mi piace, mi eccita, anche se i tempi saranno lunghi. Posso vedere una fotografia di tua moglie a viso scoperto? Ne hai?!” Chiese. Esitai un attimo, poi presi lo smartphone lo accesi e cercai alcune sue foto che era sola e gliele mostrai sul display.

“Sembra una bella donna!” Mormorò guardandole.

“Lo è!” Replicai fiero” Non è una strafica, ma è una bella signora di buoni principi, mamma e moglie esemplare.”

“Sono quelle che mi piacciono di più!” Replicò lui con un sorriso malizioso. Dopo aver vinto la diffidenza reciproca, tutte e due eccitati dalla nuova situazione di quell’incontro, entrammo più in confidenza.

“Va bene accetto!!” Esclamò bevendo: “Possiamo entrare nel merito e sentirci al cellulare e rivederci ancora, io intanto ora ti dico qualcosa di me! Mi chiamo Marco e non Andrea, sono calabrese e geometra e lavoro da qualche anno in una piccola impresa di costruzioni che prende lavori in sub appalto e gira il nord Italia e ora siamo qui in città per un lungo periodo, poi ci sposteremo di nuovo e andrò via.”

“Quindi sei di passaggio?” Domandai.

“Sì sarò qui finché la ditta resterà e avrà lavoro, sei mesi, un anno, forse più non so, poi ci sposteremo dove c’è nuovo lavoro.” Disse.

Tutto sommato mi veniva bene, sarebbe restato il tempo che mi serviva e poi sarebbe sparito e anche se lei si fosse invaghita, lui poi sarebbe dovuto partire e Francesca sarebbe restata con me, come mia madre con mio padre.

“Sei sposato?” Chiesi.

“Lo ero, sono separato da cinque anni e ho una figlia di dieci anch’io che vive con la mamma. E prima che io gli chiedessi mi rispose: “Ho trovata mia moglie a letto con un altro”.

“Ah... mi spiace!” Dissi.

“A me no! Era una troia, come tutte le donne.” Disse.

Intuii che aveva una strana concezione delle donne, che non le considerava molto e domandai:

“Perché lo fai? Mi hai scritto che hai già avuto varie esperienze con gli annunci?”

“Si, lo faccio perché mi piace chiavare, soprattutto le mogli degli altri mentre i mariti guardano o lo sanno. Mi piace farli cornuti e ti anticipo che per me le donne sono tutte stronze e puttane anche se alcune le rispetto!”

Sorrisi alla sua schietta battuta e proseguì: “Ho avuto altre esperienze con mariti cuckold e gli ho chiavato le mogli, sia in auto che in appartamento con loro consenzienti mentre lui seduto guardava e si masturbava. Sono stato anche con trans, ce n’è di belli e femminili e non li disdegno e mi piace il culo, indipendentemente che sia femminile o maschile.”

Restai stupito dalla sua sincerità e dalle sue ultime informazioni, ma non mi importavano i suoi gusti sessuali, né la considerazione che avesse delle donne, anzi meglio... significava che oltre che chiavarla, non avrebbe legato con lei. Per me lo scopo era un altro.

“Comunque mia moglie non sa niente e non lo deve sapere.” Lo informai: “Io ti aiuterò in tutto, ma voglio chiarire alcune cose.” Precisai. “Primo, mi dovrai informare giornalmente di tutto quello che farai con lei, del modo come la corteggerai e come reagirà, cosa direte e di cosa parlerete. Secondo, se lei non vorrà essere corteggiata dovrai lasciare perdere tutto e subito e non insistere!... Capito!?” Dissi serio.

“Certo!” Rispose Marco: “Non mi va neanche a me insistere con una donna che non ci sta o non vuole fare qualcosa, so come sfogarmi…” E continuai:

“Poi se ci riuscirai, io dovrò essere sempre presente quando ti accoppierai con lei, sempre!... Sia chiaro! E sarò nascosto, e lei non lo saprà!” Specificai.

“Ok, anche questo va bene, se piace a te...” Pronunciò.

“E poi un’altra cosa importantissima.” Aggiunsi. “Se riuscirai a chiavarla dovrai farlo sempre con il preservativo, sempre... ripeto! Senza non si fa niente. Primo perché non prende contraccettivi, né pillola e creme o ovuli, secondo non ha altri dispositivi meccanici ed è ancora in età feconda e non vorrei che per disgrazia succedesse qualcosa, e poi anche per igiene, per prevenire eventuali malattie.”

“A parte che non sono malato...” Rispose infastidito. “…E per il fatto che potrei mettertela incinta stai pure tranquillo, ho già una figlia e mi basta. Comunque anche se a me piace farlo senza perché sento di più il calore della figa, non importa faremo come vuoi tu, metterò il preservativo.” E aggiunse all’improvviso. “Tu hai un posto dove farlo in modo che tu possa assistere nascosto?” 

Purtroppo non l’avevo, casa dei nonni era affittata e vedendo la mia titubanza subito rispose: “Se vuoi si potrebbe fare a casa mia? Qui io vivo in un appartamentino in affitto che mi passa la ditta, dove sono solo, non è granché, ma è pulito e ho già portato altre donne e coppie cuckold a chiavare. Se tutto riuscirà e avverrà, potremmo farlo lì, in casa mia, è sicurissimo, ti darò le chiavi, potrai entrare prima e nasconderti in salotto o nello sgabuzzino, oppure entrare dopo quando noi saremo già dentro a letto…” Aggiungendo: “Per sicurezza se dovremo incontraci il pomeriggio come vuoi tu, lascerò tutte le tapparelle giù, anche quelle della camera, la luce accesa e la porta socchiusa, così potrai osservare comodamente e tranquillamente dal buio del corridoio senza essere visto.” Riflettei.

“Di questo ne parleremo dopo!” Dissi.

“Va bene, quando vuoi ti farò vedere l’appartamentino, così lo studi e sceglierai dove vuoi metterti...” Affermò. Dentro di me ero felice, contento anche se non lo mostravo, avevo trovato la persona giusta, aveva anche l’appartamento, ora si trattava di organizzare e iniziare.

“Però anch’io ho delle condizioni e come te voglio essere chiaro subito.” Dichiarò all’improvviso.

“Sentiamo!!” Lo esortai interessato: “Esponile!”

“Non riguardano tua moglie...” Precisò: “...ma la mia vita, visto che le cose con lei andranno per le lunghe, mesi se si riuscirà! Voglio che sia chiaro che io continuerò a frequentare coppie cuckold quando mi capiterà, e andare a puttane anche nel periodo che corteggerò e frequenterò tua moglie, visto che io mesi, ma nemmeno settimane senza chiavare o inculare non ci so stare!!” Esclamò deciso.

Restai sorpreso, chissà perché pensavo d’avere l’esclusiva su di lui, invece…

“Ma i trans e le puttane no però!” Lo avvisai.

“Anche quelli, se mi capitano, Genova è piena e mi piacciono, ce ne di bellissimi, potrei mentirti, dirti di no che non ci vado e incontrarli lo stesso. Invece sono onesto e corretto nei tuoi confronti, voglio basare tutto sulla sincerità e te lo dico prima!” Esclamò.

Riflettei e dopo avere esitato un momento accettai. 

“Va bene!” Risposi: “Intanto la chiaverà con il preservativo…” Pensai: “...E anche se chiava qualche altra donna o incula qualche trans non importa!” Il sapere che Marco chiavava le puttane e avrebbe chiavato mia moglie come faceva con loro, invece di disgustarmi inspiegabilmente mi eccitava. Quel giorno ero tanto eccitato e felice di aver trovato il partner per mia moglie, che al rientro a casa mi masturbai in bagno immaginandomi già tutto. Sapevo che non era facile ed eravamo solo all’inizio, che era stato fatto solo un piccolo passo, ma ero contento di aver trovato la persona adatta e mia complice, ora si trattava solo di iniziare, ed era tutto così esaltante, eccitante. E lui aveva accettato tutte le mie richieste:

“Sì sì!!  Va bene… d’accordo… Sì sì!! Facciamo come vuoi tu, accetto le tue richieste… Sì sì!!” Disse. Poi nel corso dello svolgimento dei fatti non le mantenne o meglio le modificò, ma leggerete in seguito di questo. 

Ci furono vari incontri tra me e lui, al bar o passeggiando, chiacchierando di lei su cosa e come fare. Accettavo i suoi consigli di esperto anche sul come comportarmi e diventammo più confidenziali e complici. 

Quando venne il giorno che gliel’avrei presentata lo informai, sarebbe stato un sabato. “Domani andremo al centro commerciale, fatti trovare al piano superiore vicino all’entrata della coop e quando mi vedrai passare mi chiamerai e fingeremo come d’accordo che siamo vecchi amici ed è tanto tempo che non ci incontriamo… Tu mi dirai le cose concordate e io risponderò come d’accordo...” Aggiungendo: “Mi raccomando con Francesca… Marco! Fai attenzione è una donna furba e intelligente... e cerca di fare colpo su di lei...”

“Stai tranquillo, ci riuscirò!” Quella sua sicurezza mi tranquillizzava.

 

LA CONOSCENZA.

 

Quel giorno ero teso ed agitato, mi batteva il cuore fortissimo. Mi rendevo conto di quello che stavo facendo e che poteva essere un inizio o una fine. Io e mia moglie entrammo e salimmo al piano superiore, lo vidi da lontano e mentre lei era davanti a me gli feci un cenno con la mano e iniziò a chiamarmi: “Paolo! Paolo!!” Finsi di non sentire e si voltò lei: 

“Ti chiamano!... Chiamano a te Paolo” Disse voltandosi verso di Marco. Allora mi voltai anch’io e lo vidi arrivare sorridendo. 

“Non ti ricordi più di me??” Chiese. Finsi di guardarlo un attimo e fare memoria e poi esclamai: “Marco!!...Sei Marco!!... Ciao!... Quanti anni è che non ci vediamo? “Pronunciai.

“Parecchi!!” Rispose lui, mi strinse la mano e mi diede una pacca sulla spalla. 

“Ma che fine avevi fatto?” Domandai. 

“Da Genova in quegli anni mi ero trasferito al sud con i miei, ma ora sono di nuovo qui! Sono tornato nella nostra bella città a lavorare.”

“Ah bene!! Così avremo la possibilità di incontrarci ancora e chiacchierare un po’!” Esclamai.

“Certo!!” Rispose lui sorridente come me.

Sembrava una scena di un film tanto era recitata bene. Mia moglie ferma vicino a me ascoltava in silenzio, poi mi voltai e gliela presentai:

“Questa è mia moglie Francesca!” Dichiarai.

“Piacere Marco!” Disse stringendole la mano.

“Piacere Francesca!” Rispose lei.

“Però che bella signora tua moglie!” Esclamò sorridendole. Mia moglie rispose con un grazie e un sorriso di educazione. “Ma venite beviamo qualcosa insieme!” E ci invitò, ci sedemmo in un tavolino di un dehors poco distante all’entrata del centro commerciale e prendemmo tre caffè!

“E tu sei sposato o sei sempre uno scapolone?” Gli chiesi.

“No… sono uno scapolone! Sai, io non ho trovato una donna bella e sicuramente buona come tua moglie.” Ripeté sorridendo, seguitando a mentire: “Convivevo con una ragazza, ma poi ci siamo lasciati.”

“Figli ne hai?... Noi due ragazzini!” Lo informai io.

“No! Niente figli. Ora mi dedico al lavoro.” Rispose.

Bevendo il caffè pensavo che l’incontro era riuscito alla perfezione, ed era eccitante quella situazione, quel gioco a tre all’insaputa di mia moglie che ci guardava ignara. Io mi sentivo elettrizzato nel vederli per la prima volta vicini guardarsi e parlarsi, immaginando e sperando che presto quella vicinanza casuale diventasse intima. Lui esperto di incontri con coppie, sapeva gestirsi e controllarsi. Parlò un po’ con me e un po’ con lei, poi ci salutammo, con l’intenzione di rincontrarci ancora.

“Certamente... oramai sono qui in città e ci incontreremo ancora! Lasciami il tuo numero di smartphone che io ti lascio il mio… “Disse, e ci scambiammo falsamente i numeri che avevamo già. Paolo salutò con una buonasera Francesca!” Rivolto a mia moglie.

“Ma che buonasera! Che lei…!” Esclamai io: “Dalle pure del tu, sei un mio vecchio amico mica un estraneo e lei ti è amica.” Precisai. Mia moglie annuì e lui salutò stringendole ancora la mano e sorridendo:

“Va bene, allora ciao Francesca…”  Disse, ma lo interruppi:

“Francy per amici e conoscenti, e non Francesca vero amore?”

“Certo!” Rispose lei imbarazzata.

“Allora ciao Francy ci rivedremo!” Esclamò Marco ricambiando il sorriso e il saluto di Francesca. 

Ma appena fummo soli mi chiese chi fosse questo amico che lei non conosceva e non ne aveva mai sentito parlare da me. 

“Non mi avevi mai parlato di lui! Chi è?” Domandò.

Le raccontai un sacco di balle che avevo concordato con Marco per dire se eventualmente fosse servito e l’avesse chiesto anche a lui la stessa cosa, senza smentirci a vicenda. 

“È un vecchio amico d’infanzia emigrato dal sud con i suoi che lavoravano qui...” Dissi: “...abitavano qui in città, giocavamo assieme a pallone, eravamo come fratelli, poi verso i 18 anni è partito ed è ritornato giù nel sud, in Calabria e non l’ho più visto per venticinque anni, ed ora eccolo qui, che sorpresa!” Esclamai fingendomi felice. 

Sorrise e accettò quello che gli dissi, ci credette. Il primo passo era stato fatto, il contatto c’era stato, il resto sarebbe stato più facile e dipeso da lui che continuavo a contattare al cellulare o incontrare giornalmente e a informare sulle preferenze, gusti e tutto quello che poteva essergli utile su mia moglie. Quando sentii Marco la sera stessa, mi sembrava anche lui soddisfatto di mia moglie, mi disse:

“Sai mi piace, è un bel tipo di donna Francesca, te la chiaverò volentieri!” Affermò ridendo.

“Va bene… anch’io te la lascerò chiavare volentieri se ci riesci…” Risposi sogghignando.

Ero felice di quell’intesa e complicità.

Passarono alcune settimane, con noi che ci incontravamo e relazionavamo giornalmente con messaggi o di persona al caffè. Come in gran parte dei matrimoni anche la nostra vita coniugale con gli anni era diventata abitudinaria e noiosa e lui si pose educatamente e rispettosamente tra noi, con lei come persona interessante, con una vita passata ricca di emozioni e che praticava cose sempre diverse, sul lavoro, nello sport e nei suoi interessi sociali, cercando di stuzzicarle fantasia. 

Nei giorni e nelle settimane, fingendo che avveniva casualmente ci incontravamo, per una breve passeggiata o un caffè o un aperitivo. Marco era informato da me, che Francy aveva una vita sessuale poco appagante e nelle settimane accelerò con il contatto fisico casuale, con i giusti segnali e linguaggio del corpo e degli occhi e dei suoi sorrisi, per farle capire che come donna le piaceva ed era interessato realmente oltre all’amicizia famigliare, anche a lei, nonostante fosse la moglie di un suo vecchio amico. E lo faceva sfiorandole la mano per caso, guardandola negli occhi, o appoggiandola fortuitamente sulla sua schiena nuda al mare e fingendo di toglierla le accarezzava la pelle. Oppure quando per qualche cortesia le dava la precedenza ad entrare o uscire da un locale, facendole sguardi e sorrisi espliciti, ma sempre con educazione e in modo riservato. Ci sapeva fare, si mostrava sempre sicuro di sé e dava sicurezza anche a me, era giocoso e divertente, una personalità forte. Rideva e scherzava ovviamente con qualche presa in giro. Con il tempo incontrandoci spesso tutti e tre, come, per forza di cose, amichevolmente accade che con noi ci furono anche i nostri figli, che anche se io non volevo che accadesse e li vedesse, successe, e li conobbe qualche mese dopo, quando lo invitammo in pizzeria con noi e Francesca con un sorriso glieli presentò. 

Francesca dopo il parto aveva preso qualche chiletto, che con la seconda gravidanza non le erano andati più via e aveva iniziato a non sentirsi più attraente come in passato. Aveva un po’ di pancetta, il seno che aveva nutrito tutte e due i nostri figli era leggermente cadente per l’allattamento, ma sempre bello, erotico e pieno, con un sedere cresciuto negli anni di forma e di volume ma proporzionato al corpo, di cui si vergognava dicendo che era grosso, ma non era vero. Marco le faceva capire che era attraente e le diceva che la trovava affascinante e glielo esponeva in maniera carina nei discorsi e nei paragoni che faceva con lei e che poi raccontava a me telefonicamente alla sera. Devo dire che era un adulatore, ci sapeva fare davvero con le mogli degli altri, probabilmente il gioco di conquistare mia moglie piaceva molto anche a lui, perché la vedeva così seria e pulita moralmente e voleva sporcarla, corromperla, più di me, ma questo lo capii dopo e tardi. Marco a lei la corteggiava ed era dolce, anche se con le mogli di altre coppie aveva approcci diversi, direttamente sessuali e volgari, per non parlare poi delle puttane a pagamento che frequentava. 

“Hai due occhi stupendi!!” Solea ripeterle quando io non ero con loro o non potevo ascoltare. Io al contrario di lui in casa alla sera o in bagno le facevo perfidamente notare e pesare in modo negativo i suoi cambiamenti, anche se lo dicevo con il sorriso e scherzando. Come tutti sanno il vero problema delle donne è il sedere ed è lì che iniziano ad essere complessate e io perfidamente glielo facevo notare a mia moglie, mentendole, dicendole che era diventato grosso e molle, facendola imbarazzare e qualche volta anche incazzare dandomi dello stupido perché era educata, se no mi avrebbe detto che ero uno stronzo... 

Subdolamente Marco iniziò a creare anche un’attrazione sessuale verso di sé e a farle dei complimenti sinceri. Quando c’ero io poco distante, fingevo di non vedere che mentre parlavano, lui la fissava dritto negli occhi imbarazzandola per poi lei girarsi verso di me e sorridermi affettuosamente. Nel tempo a Francesca iniziò a non essergli indifferente la vicinanza di Marco, in fondo era un bell’uomo del tipo che piaceva a lei ed era simpatico. E questo lo capii con il passare dei mesi, quando soli, gli sguardi lasciarono il posto alle parole e ai sussurri nascosti, incominciando a osservarsi in modo diverso; a volte con gli occhi di chi non aspettava altro che di guardarsi. Mentre davanti a me lo ignorava e gli sorrideva a malapena.   

Nel mio piano su consiglio di Marco, programmai anche l’astinenza sessuale di mia moglie da parte mia, in modo da indurla agevolmente al desiderio carnale e facilmente a concedersi a lui. D’accordo con lui informandolo del momento, per riuscire meglio nell’intento i rapporti sessuali con mia moglie li ridussi di molto, nonostante lei alla sera mi cercasse. 

Iniziai a chiavarla meno, non facevamo più nemmeno la chiavatina settimanale del sabato sera, i nostri rapporti divennero molto distanziati tra l’uno e l’altro, da una settimana passarono a dieci, poi a quindici giorni, fino al mese e più. Con lei che a volte le facevo credere che avevo voglia e la scaldavo sessualmente con le mani accarezzandola sulla pelle e sulla figa, lasciandola poi quando era ben calda ed eccitata pronta per la penetrazione a metà, piena di desiderio, adducendo motivi vari, dalla stanchezza al non sentirmi bene. Io invece a sua insaputa mi sfogavo masturbandomi in bagno fingendo di fare i miei bisogni corporali. Lei no, strano ma vero, non si era mai masturbata nemmeno da ragazza e cresceva di più il suo desiderio carnale, lo capivo da come mi guardava alla sera o come si metteva vicino a me a letto strusciandosi, dicendomi: “Mi massaggi!” E io che le dicevo di no, che non stavo bene o lo facevo in modo frettoloso e svogliato, tanto che si arrabbiava. Ero arrivato al paradosso che godevo di più a masturbarmi e pensarla eccitata nell’attesa della chiavata di Marco, che chiavarla io stesso. L’astinenza carnale scaturì in lei un cambiamento di comportamento, non riuscendo più io a soddisfare le sue voglie matrimoniali divenne repressa sessualmente e nervosa, e quello la indusse ad accettare le lusinghe di Marco, i suoi sfioramenti con le dita che la facevano fremere e il suo sguardo, non solo sotto l’aspetto amichevole, ma anche in altro modo. Ma di questo ne parlerò in seguitò.

 

LA SEDUZIONE

 

Con Marco oltre una complicità, nei mesi si era instaurata una bella intesa, mi informava di tutto e io non perdevo occasione di fargli sapere dove andavamo o dove andava lei da sola, parrucchiere, spesa, a che ora usciva da scuola finito la lezione e altro durante la giornata. Dimodoché la incrociasse e fingesse di incontrarla per caso, e chiacchierasse da solo con lei, la corteggiasse e anche che la invitasse a bere qualcosa, un caffè o un aperitivo in qualche bar.

Non fu facile, all’inizio mia moglie era un muro inscalfibile, ma poi vedendo la mia indifferenza calcolata e ritenendolo realmente un mio vecchio amico, si aprì.

Tutto proseguì bene nelle settimane successive, al punto che lui in un momento dei nostri incontri riservati al caffè, mi disse ridendo che aveva iniziato a dirle frasi audaci e provocanti:

“Fanno sempre effetto con le mogliettine e le mamme per bene…” Battute stupide ma che a una donna stressata fanno sempre effetto, del tipo:

“Paolo è fortunato ad avere una donna come te!”  E mi rendicontava poi che lei a volte sorrideva e altre rispondeva:

“Lui non la pensa come te, così!” Oppure: “Se avessi accanto una donna come te non potrei desiderare niente di più bello al mondo!” O ancora “Starei delle ore a guardarti e ad ascoltarti parlare, a sentirti raccontare di te, dei tuoi progetti e dei tuoi desideri a sentire la tua voce…” O ancora: “Hai qualcosa che non ho mai trovato in nessuna donna finora... e ne ho avute molte credimi.” Aumentando la sua curiosità e coinvolgendola:

“Che cosa ho??” Domandava interessata e sorridente lei. E lui le rispondeva qualche stupidaggine, che per le orecchie di una donna corteggiata determinava piacere. Erano complimenti che Marco non pensava veramente e che le diceva a tutte le donne che corteggiava e me lo diceva sinceramente, ma che avevano la facoltà di farla sentire bella, attraente e desiderata e soprattutto unica, giovane e molto importante per qualcuno. Lui!

Tutto quello che faceva in quel periodo quando ci incontravamo o si incontrava con lei falsamente casualmente era di conversare, farla intendere ascoltata e capita e conoscerla di più, facendosi in quel modo apprezzare ogni giorno di più. 

Io in quel periodo ero felice ed eccitato e nello svolgere e attuare quello che era il mio desiderio, se ne evidenziavano altri che con quello accaduto a mia madre non avevano nulla a che fare, ma che purtroppo nascevano e scoprivo in quei momenti vivendo quella situazione. Mi prendevano sempre più, come il desiderio assurdo e strano di vederla, lei sempre determinata e risoluta, sottomessa a lui fisicamente e psicologicamente e poco mi importava se per realizzare quello dovesse farla innamorare di lui. Mi ripagava immaginarla assoggettata a Marco sentimentalmente e soprattutto sessualmente, come era mia madre con quell’uomo, Bruno. Come scrivevo sopra, avevo calcolato e pensato anche a quel contesto se si fosse realmente innamorata di lui, ma ero abbastanza tranquillo per due aspetti, il primo perché pur essendo una bella signora non era il tipo di donna che piaceva a Marco. Per lui come aveva già detto, le donne erano tutte puttane solo da chiavare e basta, e anche mia moglie rientrava in quel parametro. L’interesse di Marco per mia moglie Francesca era costruito, a differenza del mio che era un qualcosa di interiore e cerebrale. Il suo era soltanto di conquistarla e divertirsi sessualmente, forse renderla disinibita e chiavarla un po’ per poi lasciarla nuovamente a me. Non gli interessava altro che spassarsela con mia moglie, fare porcate... e quindi mai e poi mai, a detta di lui, me l’avrebbe portata via. Il secondo aspetto erano i figli, io e la famiglia e anche se si fosse innamorata, per loro non sarebbe mai andata via da me, da noi, perché avrebbe significato distruggere la famiglia e non l’avrebbe mai fatto… E poi c’era la nonna, sua madre che avrebbe disapprovata e un terzo aspetto era quello che se fosse accaduto ne avremmo parlato civilmente. E a una sua confessione di tradimento, dopo essermi fatto vedere colpito e soffrire distrutto, l’avrei perdonata per aver preso una sbandata per il mio amico …si sarebbe modificato il nostro rapporto sentimentale, ma saremmo restati sempre assieme ed era quello che mi interessava. E poi avremmo visto il seguito come evolveva. 

Per lei essendo una donna comune e normale come altre centinaia di mamme e mogli, sarebbe stato più facile cedere e accettare le sue avances, il suo corteggiamento, visto che nessun uomo lo aveva mai fatto, a parte me da giovane. Marco aveva iniziato a farla sorridere e metterla di buonumore in quei mesi... iniziò così ad accendersi nei suoi occhi quella luce che si era spenta con me nella routine e nell’abitudinarietà coniugale e quotidiana… e iniziava a sentirsi desiderata, viva e donna. Marco devo ammetterlo, ebbe la capacità di farla sentire importante, giovane e bella. Erano mesi che non le facevo un complimento e la chiavavo, da quando avevo iniziato quello stupido gioco e lui per abbassare le sue difese morali e famigliari la mise al centro delle sue attenzioni. 

Ma per forza di cosa i miei piani si dovettero modificare, come dicevo sopra, incontrarla sempre sola non era possibile, e anche quando ci incontravamo tutte e tre, di solito c’erano i ragazzi con lei che non sapeva dove lasciarli. E quindi per allargare le possibilità di tempo per stare con lei, dopo un incontro discussione a casa di Marco, concordammo che avrebbe potuto farsi avanti anche quando eravamo con i ragazzi o lei era sola con loro. Ma facendo attenzione, che mai avrebbe dovuto corteggiarla davanti a loro, ma solo farsi vedere, stare un po’ assieme chiacchierare come veri amici. Così gli incontri con Francesca divennero più frequenti quasi giornalieri. Devo dire che ci seppe fare anche con i miei figli, giocava con loro e si rese simpatico. Feci in modo che per un gattino che Marco regalò ai nostri figli, mia moglie gli desse il suo numero di smartphone in caso ci fosse stato bisogno di qualcosa di veterinaria, vaccini ed altro. E così una volta avuto il numero, d’accordo con me iniziò a inviarle messaggi ed emoticon, dapprima simpatici e scherzosi e poi sempre più audaci fino a vere e proprie frasi d’amore.

 Una mattina la chiamò direttamente e mi raccontò cosa avevano detto: “Ciao Francy!” Iniziò lui.

“Dimmi Marco!” Rispose educatamente lei.

“Niente!!” Ribatté lui.

“Come niente?” Chiese stupita e probabilmente curiosa mia moglie:” Mi hai chiamato…”

“Volevo solo sentire la tua voce!” Le disse. 

Alche lei rise ed esclamò emozionata: “Oddiooo!!! Davvero!??” 

Come era suo solito esclamare in particolari momenti d’imbarazzo o di stupore e me la immaginai rispondere a lui, e dopo una chiacchierata futile alle nove di mattina si salutarono piacevolmente. Da quel giorno iniziarono a scambiarsi messaggini stupidi, che regolarmente lui mi inviava con whatsapp e mi faceva leggere con il copia incolla, dove lui diceva delle stronzate riguardanti il cielo azzurro e il sole, i suoi occhi mentre pensava a lei … Le scriveva che l’aveva sognata e il suo cuore batteva per lei, e altre cose del genere, con la raccomandazione finale di non dire niente a me, se no avrebbe rovinato la nostra amicizia, ma non riusciva a tacere perché era più forte di lui, era la verità e doveva dirglielo. E anche lei iniziò a rispondergli e inviargli messaggi con doppio senso, dicendo che lo pensava quando era sola e anche in classe con i ragazzi e che quelle parole e frasi le facevano si piacere, ma che si sentiva confusa e imbarazzata a comportarsi in quel modo essendo lui un amico di suo marito. 

Per il suo carattere e sincerità, la fiducia, la sua educazione e l’amore che c’era tra noi, mi stupì che non mi disse che Marco la corteggiasse, mi ero preparato a rispondere qualcosa se lo avesse fatto, ma invece lo teneva come un suo segreto. Quel nascondermi il suo corteggiamento fu l’avviso della sua predisposizione, il primo cedimento alla sua tentazione e a lui, l’albore del suo futuro tradimento e la nascita delle mie corna che salutai con amarezza, soddisfazione ed eccitazione. 

Come dicevo sopra i rapporti sessuali con lei si erano diradati al massimo uno al mese e oltre e questo fu importante e di molto aiuto, perché lei ne aveva desiderio e mi cercava, ma io la eccitavo e scaldavo e poi allontanavo, fui perfido fino in fondo, per far sì che avesse del risentimento verso me. Alle sue rimostranze del perché non la cercassi più sessualmente, escludendole che avevo un'altra e l’amavo sempre, avevo scelto come motivazione il fatto che in quel periodo non mi attraesse più come prima, che fosse meno bella, fosse ingrassata, rendendola triste, ma dandole l’istinto di guardarsi attorno.

“È così Francy, non so nemmeno io perché, forse mi passerà ma ora è così... Tu sei cambiata fisicamente sei un po’ ingrassata e sessualmente non mi attiri più come prima…”

“Che ci posso fare io?! Rispondeva demoralizzata:” Ho avuto due gravidanze…” Si giustificava. 

“Nulla!” Rispondevo: “Non fraintendermi, ti amo sempre e ti voglio un bene dell’anima, ma non mi attrai più sessualmente, sei diversa… forse tra qualche tempo mi passerà, sarà una fase che capita agli uomini, ma ora è così, ti vedo differente!!”

“Sono brutta?” Mi chiedeva seria e io scherzando rispondevo: 

“Sì! Sei diventata brutta e cicciottella…” Salvo dopo abbracciarla e stringerla: “Ma io ti amo anche così!” Dicevo.

“Stupido!” Rispondeva sorridendo ma toccata nell’animo e nella vanità. Devo dire che nonostante le mie indifferenze su di lei, da brava moglie cercò sempre di aggiustarle passandoci sopra e continuando a cercarmi carnalmente. Ero l’alter ego di Marco, lui la decantava, le diceva che la desiderava, che era bella, bellissima per lui, che amava le sue forme e le faceva i complimenti per come vestiva, accorgendosi anche dei particolari, come gli orecchini colorati o la catenina diversa dal giorno prima o… se era stata dal parrucchiere. E io fingendo che quasi non mi accorgevo di lei, ignorandola, era il classico pre adulterio da manuale. 

Un pomeriggio passeggiando, Marco ci fece vedere il palazzo dove abitava, facendo segno con la mano qual era il suo portone e in alto le sue finestre. 

“Io sono al terzo piano!” Disse:” Se vi capita di passare di qua citofonatemi, c’è scritto Marco Verde. Verde è il cognome, venite pure a trovarmi a casa mia, ora sapete dov’è!” E sorrise guardando Francesca.

A quella nostra piccola crisi coniugale e di rapporto intimo quasi assente voluta da me, si aggiungano le preoccupazioni e gli impegni per i figli, lo stress del lavoro, l’insofferenza di non piacersi e sentirsi sempre non bella. Tutte queste cose miscelate assieme, fecero in modo che lei a un certo punto vedesse in lui, una sorta di valvola di sfogo, una persona con cui parlare, che l’ascoltava e l’aiutava a evadere momentaneamente dalla vita famigliare di tutti i giorni, dai pensieri, dai problemi e in un certo senso anche da me in quel periodo. E quello nei mesi, la indussero a vedere Marco in modo diverso, a volte arrivando anche a mentirmi (e non l’aveva mai fatto), dicendomi a mia richiesta se per caso lo avesse incontrato, che non lo aveva visto quel determinato giorno, mentre sapevo che si incontravano e prendevano anche il caffè insieme, visto che mi informava lui alla sera. Anche se mi dispiaceva vederla comportarsi così nei miei confronti, quel suo mentirmi lo presi come una circostanza positiva per quello che anelavo, se mi mentiva era segno che inconsciamente era quasi pronta a fare qualcosa che io non dovevo sapere.

Il primo segnale che mi fece capire che era possibile che tutto quello che avevo programmato si stava avverando, fu quando una sera Marco mi disse al cellulare, che le aveva sfiorato la mano guardandola negli occhi e lei non gli aveva detto nulla, ma si era voltata imbarazzata, lasciando che lui continuasse ad accarezzarle le dita.

“Ci siamo Paolo!” Mi informò:” Le ho preso la mano glielo accarezzata e tenuta stretta per molti secondi nella mia, senza parlare e senza che lei la togliesse, guardandola negli occhi.”

“Non ha detto niente?” Chiesi.

“Era imbarazzata, si vedeva in viso che era arrossita, probabilmente aveva vergogna e timore, solo dopo l’ha fatta scivolare lentamente via dalla mia. Per me è un buon segno e stimolo per provare di più, credo che siamo arrivati alle fasi finali.” Disse informandomi sul suo modo di vedere la situazione.

“Va bene, fai tu che sei più pratico di me, ma tienimi informato!” Risposi, non senza un pizzico di dispiacere e forse gelosia vera che in fondo a me provavo. Oramai non serviva più che io dicessi a Marco dove andare e a che ora per incontrare sola Francesca, conosceva i suoi movimenti e orari, sia quando era sola che con i ragazzi …glielo diceva o messaggiava lei e gli incontri con lui oramai erano diventati giornalieri e non più casuali. Fu due giorni dopo quella telefonata, mentre ero in ufficio, che sentii il fischio di un sms nello smartphone. Ero impegnato con un cliente e non guardai, lo feci dopo una mezz’oretta quando fui solo, mi sedetti sulla poltroncina girevole, lo osservai e vidi che era lui. Lo aprii e lessi:

“Fatto!!... L’ho baciata, ci sono riuscito!” E una faccina di emoticon sorridente che mi strizzava l’occhio. 

Mi prese una morsa al cuore di tristezza a leggere quel messaggio, in fondo era mia moglie da 15 anni, la madre dei miei figli... Avvertii un misto di gelosia e contentezza che l’avesse baciata un altro uomo. Il cuore mi batteva forte e volli sapere di più:

“Ma l’hai baciata in bocca?!” Scrissi e inviai subito. Poco dopo un nuovo fischio:

“Sì!... L’ho limonata con la lingua dentro la bocca!” Rispose. A leggere quel messaggio mi venne l’erezione, l’aveva limonata, c’era stata. Un altro fischio seguì quasi subito il precedente:

“Sei contento? Le cose stanno andando come programmate!” E un emoticon di un pugno con il pollice alzato in segno di vittoria. Subito curioso ed eccitato scrissi:

“Ma lei... lei cosa ha detto?... Cosa ha fatto? Com’è avvenuto?” Poco dopo altro fischio:

“Eravamo soli nel posteggio vicino ai giardini, l’avevo accompagnata a prendere l’auto, ero dietro lei e mentre apriva la portiera mi sono avvicinato l’ho presa per le braccia e all’improvviso girata verso me e baciata subito sulle labbra. Poi vedendo che non resisteva e non me lo impediva spinsi la lingua dentro la sua bocca dischiusa e contro la sua e iniziai a limonarla ricambiato. Anche lei mi baciava. È stato un po’ come nei film e lei sorpresa e ferma, subito si è lasciata baciare e poi ha ricambiato muovendo la sua lingua contro la mia. Quando mi sono staccato, mi ha guardato, era rossa come un peperone in viso e si osservava in giro preoccupata, per vedere se c’era qualcuno che ci avesse visti baciare, ma non c’era nessuno, eravamo riparati dalle altre auto”

“Ma vicino ai giardini è successo?” Scrissi ancora emozionato.

“Sì!... Ma tranquillo non c’era nessuno eravamo soli, se no non la baciavo...” Rispose. Ci fu una pausa e arrivò un altro messaggio esultante e vittorioso da parte sua:

“Non te l’aspettavi eh!! Visto…!”

“No!” Risposi in quella chattata telefonica con un po’ di dispiacere, riprovando la stessa emozione di quando scoprii mia mamma che tradiva papà con quell’uomo: “Lo speravo, ma sinceramente non la credevo capace di farlo...” Scrissi ancora con rammarico. Ancora un fischio e un altro suo messaggio volgare, questa volta con le sue solite considerazioni “Eh!!!... Che ti dicevo? Le donne sono tutte puttane, delle gran troie e tua moglie anche se sembra una santarellina non è da meno di quelle che frequento. Vedrai quando te la chiaverò come diventerà...” E subito dietro un altro fischio e messaggio:” ...gli uomini sono tutti cornuti, ne so qualcosa io, per questo considero le donne tutte puttane.” E una emoticon ridente. 

Cambiai discorso e con fastidio scrissi: “Per lasciarsi baciare deve avvertire una forte attrazione per te!”

Altro fischio e una risposta sarcastica come se mi avesse letto dentro:

“Stai tranquillo che anche se si innamora non te la porto via, sai come la penso io con le donne … sono solo buone per essere chiavate, compresa tua moglie per me, la nostra Francy!” Con di seguito una faccina che faceva l’occhiolino. Quella irriverenza verso mia moglie mi dava fastidio, ma considerarla come una puttana alla stregua di quelle donne che frequentava lui, inspiegabilmente mi eccitava. Ci salutammo messaggiando.

Al ritorno a casa pensavo con un po’ di risentimento e rancore verso mia moglie: “Però! Non ha fatto resistenza quando l’ha baciata. Poteva almeno provare... far vedere un minimo di resistenza per riguardo nei miei confronti.

Rientrato a casa la vidi cucinare, mi avvicinai e ci demmo il bacino sulla guancia come al solito, non mi disse nulla come era prevedibile dell’accaduto, né io le chiesi cosa avesse fatto e dov’era stata quel pomeriggio come facevo di solito, ma sapevo che era a disagio da come mi guardava e sfuggiva il mio sguardo. Scambiammo qualche parola del più e del meno, poi andai dai ragazzi mentre preparava cena. A tavola la osservavo mentre cenava e la vedevo diversa. Me la immaginavo in piedi vicino all’auto con la lingua di Marco in bocca e lui che la limonava toccandole il corpo sopra gli abiti, il culo, la schiena e il seno e come dicevo sopra ero dispiaciuto ma eccitato contemporaneamente, geloso ma contento. Vivevo delle bellissime strane emozioni contrastanti tra di loro, di nuove e già vissute da giovane osservando mia madre. Ero eccitato ed in erezione pensando a quello che era accaduto, che aveva fatto, al punto che quella sera a letto avrei voluto chiavarla, ma pensai che avrei interrotto il suo periodo di astinenza forzata e predisposizione fisica verso di lui e forse rovinato tutto. Invece al termine della cena mi alzai, andai in bagno, mi chiusi dentro e mi masturbai pensandola ormai pronta e prossima a concedersi sessualmente a quel puttaniere di Marco.

 

 

FINE PRIMA PARTE ( Continua.)

 

 

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