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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
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STORIE IGNOBILI
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI
Storie ignobili – Lo sculacciatore.
(Storia di Dante e Caterina)
Note dell'autore.
Questa storia è solo la narrazione della testimonianza di chi l’ha vissuta in prima persona come gioco erotico, non è un documento, un compendio e nemmeno un elogio sulla sculacciata, seppur realistico sulla metodologia e i risvolti psicologici.
È difficile capire quanto scritto sotto, se non si ha la fantasia, il desiderio o la perversione erotica, di provare a immedesimarsi e immaginarsi a sculacciare o a veder sculacciata (con lei consenziente) la propria moglie da un altro uomo.
Per molti è assurdo, per tanti è riprovevole per pochi è piacevole godere di questa pratica, che è una forma di sessualità intensa chiamata in inglese spanking , una punizione sexy che non può prescindere da una complementarità (mentale) tra chi dà e chi riceve le sculacciate.
LO SCULACCIATORE
Questa più che una confessione è uno sfogo.
Siamo una bella coppia felicemente sposata da 22 anni abbiamo 2, figlie di 11 e 9 anni (Martina e Chiara).
Mi chiamo Dante, ho 48 anni e sono un assicuratore e svolgo la maggior parte della mia attività in ufficio, e sono sposato con una deliziosa e gradevole signora ora 45 enne, Caterina, maestra nelle scuole elementari della nostra città, Parma.
Siamo sempre stata una coppia normale e abituale, ci siamo conosciuti da giovani, avevo appena finito il militare e avevo 21 anni e lei non ne aveva ancora 18 di anni e doveva ultimare le scuole magistrali.
Quando la vidi la prima volta, mi piacque subito, era un figurino slanciata nei jeans stretti e nella camicetta aderente, come si usava allora, alla fine degli anni 90 e verso l’inizio degli anni 2000.
Non alta ma longilinea con il fisico asciutto da giovinetta, un seno ancora acerbo ma che prometteva bene, ventre piatto e un culetto meraviglioso, sodo e proporzionato. Mostrava sempre un sorriso fantastico, con i suoi denti regolari e bianchissimi, seppi solo dopo dovuto all'apparecchio ortodontico che i suoi genitori le fecero portare dall'età di 13 anni fino a poco prima che la conoscessi io. Allora aveva i capelli castani, sul nero, lisci e leggermente ondulati. lunghi fino a metà schiena e una frangia sulla fronte che la faceva apparire più giovane e simpatica, come quelle che portano alcune ragazze di quell’età ancora adesso e un accenno modesto di trucco sul viso.
La corteggiai assiduamente, mi piaceva da morire, era la ragazza che avevo sempre sognato ed ora la vedevo davanti a me in carne ed ossa.
Non pensavo mai che sarei riuscito a conquistarla e invece accadde, le piacqui anch’io, ci
conoscemmo e innamorammo. Ci frequentammo per diversi mesi, poi di comune accordo
decidemmo di fidanzarci ufficialmente. La presentai ai miei genitori che furono felici di averla come futura nuora. Mia madre mi diceva spesso scherzando:” È alta quasi come te!”
Ed era vero, non che io fossi basso ero un metro e 75, ma lei era alta almeno 1.70 e con i tacchi o le zeppe, quando le calzava a volte mi arrivava in altezza.
Anche i suoi genitori furono felici di conoscermi e di avermi come futuro genero. Anch'io ero di famiglia borghese come lei ed ero ragioniere già impiegato in una società assicuratrice.
Come dicevo Caterina aveva preso il diploma Magistrale a indirizzo linguistico conseguito entro l'anno scolastico 2001-2002, quindi prima dell’entrata in vigore del DM 10 marzo 1997 e aveva il titolo abilitante all'insegnamento e appena diplomata, tramite un assessore amico della sua famiglia fu assunta nella nell’ambito scolastico della nostra provincia e dopo vari anni di precariato in scuole diverse, assunta in modo definitivo nella nostra città, dove da donna tranquilla e capace e portata all’insegnamento era apprezzata da tutti gli altri insegnanti, operatori scolastici , bambini e genitori.
Una volta fidanzati avemmo più tempo per noi e più riservatezza e perseverando con calma e
attenzione riuscii anche a fare sesso con lei. Era vergine.
Mi aveva donato oltre il suo amore e anche la sua verginità.
Dopo quasi quattro anni di fidanzamento ci sposammo, io ne avevo 25 e lei 22 compiuti da poco
Fu un matrimonio bellissimo con molti invitati, amici, colleghi e anche parenti arrivati da fuori
regione.
Iniziammo a vivere la nostra vita coniugale con amore e passione, e nei primi quattro anni di
matrimonio, arrivarono due figli, un maschio e una femmina. Luca e Paola, due ragazzi bellissimi.
Tutto filava in modo armonico, eravamo una coppia affiatata, fedele e gelosa di noi, lei un’ottima mamma e moglie e i nostri rapporti sessuali erano regolari. Non che fossimo degli assatanati di sesso, tutt'altro, ma ci piaceva farlo e dopo qualche variante iniziale per gioco, lo facemmo quasi sempre solo in modo tradizionale, con poche eccezioni di lei a carponi e io dietro, oppure lei sopra di me nel cosiddetto atteggiamento della cavalcata o della cover girl.
E fu in quelle posizioni che negli anni scoprii una sua tendenza, che con il tempo diventò anche mia, fino ad arrivare a trasformarci tutte e due, ma soprattutto lei e che ora vi narro.
Un pomeriggio mentre ero in ufficio, in un momento di pausa mentre cazzeggiavo al computer in attesa che arrivasse l'orario di fine lavoro, per caso e per curiosità andai su un sito porno. Non avevo interessi particolari e non frequentavo quel genere di siti, ero un uomo a posto, un marito fedele ed esemplare e avevo due bambini che stavano crescendo.
Mentre osservavo le immagini mi batteva forte il cuore per il timore di essere sorpreso da qualche collega, ma con le dovute attenzioni navigai e visionai. Guardai con interesse e mi soffermai a osservare un video clips di quelli amatoriali, fatti in casa per capirci, dove lui mentre chiavava la moglie o la compagna alla pecorina, la schiaffeggiava sui glutei e lei godeva. La batteva forte con la mano, praticamente la sculacciava con sofferenza e piacere di lei.
Mi restò impresso vedere quella donna lamentarsi e godere delle sculacciate del suo uomo.
Una sera a casa trovandomi con mia moglie a fare l’amore, mi ritornò in mente la clips delle
sculacciate e volli provare a farlo io.
La feci girare nonostante la sua contrarietà, mettere alla pecorina e mentre la chiavavo, iniziai a percuoterla con la mano sulla natica.
Ad una sua iniziale ritrosia agli schiaffi, mi lasciò fare e con mio grande stupore scoprii che le
piaceva essere sculacciata e continuai a farlo senza che lei mi fermasse, ma anzi la vedevo e
sentivo ansimare. Lo feci fino alla fine del rapporto sessuale, quando eccitatissimo tirandolo fuori dalla figa le venni sul sedere arrossato, allora smisi, mentre lei sudata sofferente e godente si lasciò cadere sul lenzuolo.
Quella scoperta mi eccitava, ma mi preoccupava anche, ma non dissi nulla e non ne parlammo.
Dopo qualche giorno rifacemmo l’amore, quella volta la feci sedere a cavalcioni sopra me sdraiato sul letto e mentre si muoveva su e giù e mi cavalcava, inizia a schiaffeggiarla sul culo pallido e sodo. E anche lì ebbe la stessa reazione, si muoveva sopra di me lasciandosi sculacciare, senza impedirmelo o dire qualcosa di negativo o contrario su quello che facevo.
Prima di venire la presi per i fianchi, ruotammo, la feci sdraiare nel letto affianco a me e lo sfilai dalla sua vagina calda e dilatata, liberandomi del mio piacere bianco e filante sul suo addome. Si pulì con l'asciugamano e si mise con la testa sul mio braccio a coccolarsi da me.
Fu quella sera mentre la stringevo a me e le facevo effusioni e tenerezze che affrontai l'argomento.
“Ma ti piace farti sculacciare?” Chiesi all'improvviso
Lei tirò su la testa, mi guardò e certamente diventò rossa nonostante la luce della lampada sul volto no lo mostrasse, non sapeva cosa rispondere, si vergognava di quella domanda che gli avevo fatto. Balbettò qualcosa come:” Non ho capito ...”
Ma io pronto ripetei chiaro: “Ti piace farti sculacciare?”
Restò in silenzio, si rannicchiò di più vicino a me facendosi stringere da mio braccio:” No! ...Non so!” Mormorò timida.
Decisi di approfondire quella mia curiosità, anzi nostra, perché dal suo rispondere capii che anche lei non era a conoscenza di quella sua tendenza sessuale, l'apprendeva solo nel momento che sessualmente gliela praticavo e in quell’attimo che parlandogliene gliela prospettavo.
Pensai che era una predisposizione latente in lei, che io senza volere avevo stimolato facendola uscire dal suo inconscio0 con il mio batterle le mani sulle natiche.
Cercai di approfondire le motivazioni e mi improvvisai psicologo.
“Ma da quando ti piace…?” Chiesi curioso guardandola negli occhi. Lei era a disagio, si vergognava di quella novità, dell’apprendere assieme a me quella sua propensione e dalle mie domande, capivo che preferiva non parlarne, era imbarazzante per lei e non sapeva rispondere.
Vista la sua esitazione la esortai:” Caterina! ...Tra noi non ci devono essere segreti di nessun tipo, tanto meno sessuali.”
“Ma non so che dire Dante! ...” Mi rispose candida:” … Mi è piaciuto quando lo hai fatto, io non sapevo che mi piacesse farmi battere sul sedere, l’ho scoperto mentre lo praticavi ... mi sono accorta che mi piace essere sculacciata da te... non so che dire. Quando lo fai mi piace, ecco!” Sussurrò imbarazzata stringendomi.
“Ma prima non ti è mai capitato che ti sculacciassero e ti piacesse?” Domandai erroneamente.
E lei sempre stupita replicò:” Quando? ...Se sono stata solo con te?”
“Non intendevo sessualmente …” Mi corressi.” Lo so che mi sei fedele, ma in altre situazioni
chiedevo!”
Restò silenziosa come se stesse riflettendo.
“Da giovane dico! Nel passato!” Precisai.
“No.…da bambina mi sculacciavano i miei genitori quando commettevo qualcosa, qualche volta è capitato da piccola dalle suore dove studiavo se combinavo qualcosa. Ma niente di più!” Rispose.
“Allora forse questa predisposizione è entrata in te allora, ed è restata latente fino a questi
giorni. “Affermai.” Può essere nata quando studiavi dalle suore…”
Poi curioso di scoprire cose nuove ed eccitato da quell'analisi che le facevo le domandai:
“Ma cosa provi quando ti batto? Come fa a piacerti se senti male?”
“Non so!” Rispose lei.” Brucia, però mi piace anche, è bello… non so come dirti...è un male diverso che si unisce con il piacere. Non so spiegare ...diventa un male che piace.” Dichiarò facendomi sorridere.
“Un male che piace? Non ho mai sentito niente del genere. Non sapevo che esistesse.” Ribattei
divertito.
“Dai! ...Non prendermi in giro!” Esclamò lei rannicchiandosi di più a me.
“Ma che cos'è che ti dà piacere nel farti schiaffeggiare i glutei?” Chiesi ancora, continuando a fare domande a cui non sapeva rispondere.
“Non lo sooo! ... Te lo detto!... So solo che all'inizio brucia la pelle, poi incomincio a sentire un po' di sofferenza e poi sento caldo e mi piace, diventa come una fusione, un tutt'uno in cui non si distingue più il dolore dal piacere.” Dichiarò impacciata e imbarazzata.
“Ma a te Dante… piace così?” Mi domandò inaspettatamente.
“Certo! ...Mi piace farti venire il culetto rosso sculacciandoti, dartele di santa ragione per quello che combini durante la giornata!” Dissi scherzando e ridendo.
“No dai! ... Davvero! Dimmi la verità, piace anche a te? Tu vuoi che lo facciamo così? È normale oppure è una cosa sporca ...?” Chiese preoccupata non finendo la frase che le morì in gola.
“Si!” Risposi dicendo la verità.” È normalissimo, ognuno fa sesso come vuole, l'importante è
essere consenzienti e d'accordo. E se vuoi sapere eccita anche a me farlo in questo modo,
sculacciarti, mi piace stai tranquilla, hai un bel sedere, un bel culo da signora per bene, da maestrina… da sculacciare…” Pronunciai sorridendo.” È un nostro segreto questo e poi come ti ho detto, ognuno fa l'amore come meglio le piace e a noi piace così.” Dissi ridendo.
Sorrise anche lei stringendosi di più a me.
Avevo scoperto che a mia moglie, la signora Caterina, per tutti seria e morigerata, le piaceva farsi sculacciare per avere un orgasmo completo e più intenso. Era il nostro segreto e questo ci univa di più, se mai c'è ne fosse stato bisogno.
Con il tempo si legava sempre più a me rimettendosi di sua volontà alle mie decisioni coniugalmente se dissentiva su qualcosa, alla fine cedeva e me la dava vinta, accondiscendendo alle mie scelte. Era una buona moglie, brontolava ma poi faceva quello che le dicevo.
Avevamo preso la consuetudine quando facevamo sesso che la colpivo con la mano sul sedere e lei si lasciava battere assecondando i miei e i suoi desideri.
Giocavamo tra noi, c’è da dire che le mie sculacciate, si fermavano quando vedevo la pelle chiara del sedere arrossarsi e lei iniziare a lamentarsi, distinto mi fermavo e continuavamo eccitati a chiavare fino all'orgasmo, con grande piacere di entrambi. E poi la nostra sculacciata a differenza da quella praticata in seguito, avveniva durante il rapporto sessuale e non prima come nelle classiche sculacciate erotiche.
Questo modo d'amarci andò avanti per anni, ne erano passati oltre 15 anni di matrimonio, avevamo superato i quarant'anni d'età i figli ormai grandini studiavano. Il suo corpo come il mio era cresciuto e si era trasformato, dalle fattezze giovanili a quelle di donna matura, abbellendosi di più di carne morbida e curvilinea. Io anche ero un bell’uomo portavo i capelli regolari, gli occhiali da vista e un pizzetto curato nel taglio e nella forma sul mento. Ma a differenza di me che mi ero appesantito irregolarmente con la pancetta per via del lavoro che svolgevo, le sue forme si erano perfezionate, diventando generose, arrotondate e ben proporzionate oltre che armoniose ed erotiche, da signora quarantenne, con il seno prosperoso e il ventre appena pronunciato che formava una pancetta sexy.
Un seno importante e prosperoso.
Il suo culetto di giovane sposa era mutato, cresciuto e riempito negli anni allargandosi nei fianchi e approfondendo il solco gluteo e da sodo e perfetto, era diventato morbido e carnoso.
Un bel sederone ancora vergine
Era sempre una bella donna matura, simpatica e ammirata, si curava molto nell’aspetto.
Era la classica bella mamma e signora, e moglie non aggressiva, dolce materna fisicamente formosa, con qualche kg in più del normale, portati dalle due gravidanze ma che non le stavano male, anzi la rendevano più attraente.
Il viso era diventato leggermente pieno con labbra tenere e consistenti e occhi minuti, profondi e scuri, con un sorriso bianco e simpatico dalla dentatura perfetta, sobriamente ben truccato, incorniciato dai capelli lunghi, lisci e neri sulla schiena, a volte portati con una lunga coda al centro della colonna vertebrale, altre sciolti dietro le spalle come un ventaglio a coprirle le spalle e le scapole, spesso in stili diversi; o tirati indietro sulla fronte e raramente con la frangia, oppure raccolti sulla nuca con dei fermagli, soprattutto al mare, con ciuffi asimmetrici su di un collo slanciato e sensuale. Li portava sempre lunghi, come quando era ragazza o giovane moglie ma ora con la tipica pettinatura della signora per bene, quarantenne, madre e moglie ideale.
Negli anni la nostra unione, come a molti coniugi era diventata abitudinaria, il tempo aveva
cambiato molte cose, i nostri rapporti intimi si erano diradati e i figli cresciuti e avevano portato impegni e preoccupazioni nuove, differenti dalle precedenti.
In quegli anni, mia moglie mi era stata sempre fedele.
Oltre l’aspetto fisico trasformato con le maternità, il tempo e le sue golosità, aveva mutato anche il carattere diventando più dolce e affettuosa, in un corpo generoso e seducente, fonte di piacere estetico, attrazione e desiderio sessuale.
I suoi fianchi dalle curve morbide, prorompenti e ammaliatrici, esprimevano l'apice della
femminilità sexy e dell'erotismo della donna ormai adulta, a cui non si resisteva al desiderio di volerli afferrare e stringerli.
La vita stretta subito dopo il suo meraviglioso culo e i fianchi alti, accentuavano il seno florido e fiorente di una bellezza sensuale. Le mammelle da giovane donna, sode e dritte, con il tempo erano diventate prosperose, mature e dondolanti ai movimenti e tendenti verso il basso, con capezzoli proporzionati alla grandezza e ben fatti, rosa, rivolti verso l'alto.
Un ventre leggermente pronunciato da un piccolo globo addominale, mostrava la tipica pancetta erotica da signora borghese, apprezzata nelle quarantenni curate e affascinanti; con minuscoli rotolini sexy di adipe sui fianchi che si univano posteriormente in un bel sedere adulto e prospero, composto da due natiche tonde e floride a formare unite, una fessura carnale desiderabile, lunga e profonda.
Il suo culo con gli anni era diventato una meraviglia, alto e magnifico. Nasceva dai fianchi generosi e stretti che portandosi dietro scendevano allargandosi nei glutei rotondi, proseguendo un tutt'uno con il retro della coscia, in maniera armonica e piacevole.
Un sedere signorile, raggiante e allettante, cresciuto ma non grosso, elevato, pieno, piacente,
adulto, che nascondeva sotto la gonna o mostrava con i pantaloni attillati che si insinuavano nel suo solco intergluteo, rivelandone pubblicamente la lunghezza e la profondità erotica; esibendone contemporaneamente le natiche voluttuose e tondeggianti dal tessuto adiposo, che celavano al loro interno il suo ano rosa.
Era bello, gradevole da ammirare oltre che desiderabile e attraente nella sua simmetria quasi
perfetta. Lo osservavo spesso nei momenti intimi quando era in bagno o in camera a vestirsi o
spogliarsi e mi eccitavo di più pensando a sculacciarlo nei momenti erotici dell'amore.
Pallido, con qualche piccola stria che si affacciava sulla cute nella parte interna delle cosce, anticipatrice di qualche prossima smagliatura e con un filo di cellulite sopra la linea orizzontale marcata e profonda formatasi tra il gluteo carnoso e la congiunzione con la coscia. Tanto ricco e morbido, da farlo dondolare indipendentemente dalla sua intenzione all'andatura e ai movimenti della gamba e del corpo.
A ogni passo le sue natiche morbide ondulavano su e giù, attirando gli sguardi e i desideri degli uomini e quelli invidiosi delle donne meno dotate; mostrandolo sia in costume da bagno al mare, che con pantaloni aderenti in uno sculettare non voluto, tra pudore ed ostentazione, tra il piacere di esibirlo e la vergogna di esporlo.
Amava e sapeva vestire e valorizzare la sua figura senza risultare volgare, anche quando esponeva gli eccessi del corpo in abiti aderenti o scollati, con collane o accessori, dando una forte carica erotica molto coinvolgente di sé.
Il fisico sinuoso e il suo atteggiarsi trasmettevano allegria e spigliatezza.
Sempre molto curata. In tutte le stagioni sfoggiava look signorili alla moda e conformi al suo ruolo di moglie, mamma e maestra elementare, ed era assolutamente bella e affascinante sia con capi casual che eleganti.
Tailleur con giacche strette alla vita e svasate sui fianchi evidenziavano il suo bacino provocante e il seno seducente, così i vestiti a fantasia o tinta unita, camicette e blusette di seta o di cotone, pantaloni alla caviglia sia jeans o di velluto, così come i leggings e le gonne sopra il ginocchio.
Era un insieme di emozioni, e non lo dico perché descrivo mia moglie.
A seconda delle circostanze aveva un aspetto materno con un effetto rassicurante, sapendosi prendere cura dei propri figli e del marito e anche dei suoi alunni. Un altro dava l’apparenza erotica e sensuale, fonte di forte attrazione per le fattezze del suo corpo che accendeva il desiderio sessuale nell’uomo che la osservava, stimolando l’immaginazione maschile verso pensieri libidinosi. Sempre una figura gioiosa per il suo carattere allegro e solare, per i rapporti personali e interpersonali, disponibile e disposta a godersi la vita famigliare abbandonandosi ai piaceri materni e coniugali.
Il suo culo era un piacere sculacciarlo, pieno e tenero, nella sua matura morbidezza, fitto di carne lussuriosa che ondulava sotto la cute agli schiaffi che gli davo, ancor più di quando l’aveva piccolo e sodo. Sentire quel ciafff ...ciafff…erotico sulle natiche a bruciarle la pelle era eccitante.
Ormai era una signora, ma continuavamo ad amarci a modo nostro, a giocare alla” sculacciatina” come la chiamavamo noi durante quasi tutti i rapporti intimi.
Come molte coppie anche noi avevamo il nostro segreto sessuale, il nostro modo di fare l'amore, il nostro vizietto e questo ci univa e ci faceva amare di più, proprio perché era un amare diverso dagli altri.
Ci sentivamo unici e complementari l’uno all’altro, a mia moglie piaceva essere sculacciata e a me piaceva sculacciarla.
Al contrario di come possa pensare chi legge, nonostante avesse un bel culo e amasse farsi
sculacciare, come scrivevo sopra non avevamo mai avuto rapporti anali, sia per cultura, scelta e rispetto verso noi stessi.
A volte per strada, quando la vedevo rapportarsi con altre persone che l'ammiravano e forse ne avevano soggezione, mi chiedevo cosa avrebbero pensato di lei se avessero saputo che chi avevano di fronte, alla seria e bella maestra Caterina, signora per bene, madre e moglie rispettata e stimata, le piaceva farsi sculacciare...
Mi sarei vergognato anch'io se si fosse saputo, l’amavo e la tutelavo e in fin dei conti la nostra
particolarità non ci sembrava una cosa poi così strana, ma in quel momento non capivamo che la sculacciata era l'anticamera di altre cose.
Come capita a molti uomini, che dopo svariati anni di matrimonio inizia a fantasticare sessualmente sulla propria moglie o compagna, accadde anche a me.
Come ho avuto modo di leggere nei racconti di Immoralex, a molti mariti piace immaginare di vedere la propria moglie chiavata da un altro, ma questa non era la mia fantasia, anzi ero geloso di mia moglie e della sua fedeltà verso di me.
No, quello che mi eccitava fantasticare era un'altra cosa, strana, diversa, non avendo niente in
comune con le altre che leggevo. La mia fantasia era quella di vedere mia moglie Caterina sculacciata da un altro uomo... Si solo sculacciata...Una fantasia inconsueta, differente dalle altre, forse perversa, ma a me eccitava pensare di viverla.
Me la immaginavo con un uomo vicino, uno sconosciuto, che prendendola per mano la portasse su un divano, la facesse inginocchiare su di esso e con delicatezza le tirasse su la gonna oltre la vita, le abbassasse le mutandine alle cosce ammirando il suo magnifico sedere e dopo averlo accarezzato, iniziasse a sculacciarlo con capacità e competenza, in modo diverso da me, più erotico di come lo facevo io, procurandole tormento e piacere.
Questa fantasia era ricorrente nei miei pensieri e mi eccitava moltissimo, immaginavo di viverla quando ero io a sculacciarla per gioco nei rapporti sessuali, fantasticavo chiudendo gli occhi di trovarmi in quella situazione e io di essere spettatore mentre lo sconosciuto la sculacciava.
Un giorno decisi di parlargliene e lo feci mentre eravamo a letto che giocavamo tra noi, presi
coraggio e pronunciai:
“Cosa ne pensi se per gioco ti facessi sculacciare da un altro uomo?”
Restò sorpresa, si voltò verso me e mi osservò con sguardo meravigliato e stupita esclamò:
” Un altro uomo!? Ma sei pazzo!”
“Ma no!... Non sono pazzo, intendo qualcuno che non conosciamo... uno sconosciuto!” Affermai.
“E perché?” Chiese non capendo il motivo della mia richiesta.
“Per giocare, è una mia fantasia che faccio spesso e mi piacerebbe che si avverasse.” Risposi.
Restò in silenzio poi mormorò:” Tu hai queste fantasie?”
“Si!” Replicai sorprendendola ancora di più.
Restò ancora in silenzio e con mio stupore non disse di no, ma subito dopo esclamò:
“No! …Mi vergogno! Certe volte mi sento ancora a disagio a farmi sculacciare da te che sei mio
marito ed è anni che lo facciamo, figurati con un altro uomo mai visto prina...
“Ma non uno qualunque! ...Uno capace, che sia esperto di queste cose. Uno sculacciatore!” Precisai io ridendo, non conoscendo il termine grammaticale di come si denomina un tipo del genere.
“Uno sculacciatore?” Ripeté lei colpita da quella parola nuova...
“Si uno sculacciatore!” Ribadii io sorridendo.
“Ma perché, esistono gli sculacciatori?” Chiese lei ingenuamente sorpresa.
“Certo che esistono! E sono bravissimi a sculacciare.” Aggiunsi provocatoriamente.” Lo fanno con passione, come se fosse la loro professione.”
Lei mi osservò in silenzio e pensò alcuni secondi guardandomi in viso, rispondendo subito:
“No! Non mi va! … E poi dove la trovi una persona così come dici tu, uno sculacciatore...” Ripeté ridendo anche lei di quel termine buffo con cui lo avevo chiamato, che detto in quel modo lo faceva sembrare allegro e giocoso, togliendogli quell'aurea di perversione che aveva quella pratica e che avremmo conosciuto in seguito. Ribadendo lei:
” Uno sconosciuto, serio, affidabile, dove lo trovi? E poi dovrei mostrarle il sedere!” Aggiunse
ancora, come se quella di farsi vedere il culo da un estraneo fosse una preoccupazione enorme; esporre quel suo meraviglioso culo a uno sconosciuto.
“Si! “Risposi provocatoriamente:” Dovrai mostrarglielo tutto e nudo e lasciarglielo accarezzare e schiaffeggiare e vedrai che piacerà anche a te farlo.” Affermai, proseguendo:” Per trovare una persona così capace ed esperta non si può certo cercare tra i conoscenti e nemmeno per strada o andare a chiedere in giro:
< Scusi vorrebbe sculacciare mia moglie?!>
Senz'altro direbbero di sì, ma solo per vederti il culo, ma poi non sarebbero capaci di sculacciare.” Dichiarai.
Lei mi ascoltava incuriosita e io andai avanti:” Io invece voglio trovare una persona che sia un esperto di sculacciate, un professionista, un vero, sculacciatore di sederi femminili, che sappia come e dove battere ... Riservato e discreto... e un tipo così lo si può trovare solo con un annuncio specializzato.” Affermai.
Mi aveva ascoltato attenta e pensierosa, guardandomi in viso. Ma scosse il capo:
” No.… finché lo facciamo io e te va bene, ma un altro no, sarebbe immorale e indecoroso con un altro e mi sentirei indecente e oscena. E poi dovrebbe vedermi il sedere nudo.... No! Mi vergogno!” Esclamò.
“Ma si tratta solo di farti sculacciare! “Ribadii.” Mica di farti possedere! ...Capirei i tuoi ripensamenti se ci dovresti fare del sesso… se ti dovesse chiavare, ma deve solo sculacciarti per gioco!”
“No!” Ripeté scrollando la testa.
Quella sera finì tutto lì, ma i giorni seguenti ritornai sull'argomento.
Ne parlammo ancora, soprattutto nei momenti intimi, quando facevamo l'amore e la sculacciavo io. Le prospettavo questa possibilità sculacciandola e la esortavo a immedesimarmi in un altro che lo facesse al posto mio, scoprendo che lei si eccitava di più a pensarlo realmente mentre la chiavavo, la sua vagina si inumidiva maggiormente e i capezzoli diventavano più turgidi.
Dopo alcuni mesi di tentennamenti, dubbi e indecisione, si persuasi a provare, a condizione che sarebbero state solo sculacciate e non si sarebbe dovuta spogliare nuda.
“Ma questo ...” Affermai: “E' già all'interno della mia fantasia. Dovrai solo esporre il culo.” La
rassicurai.
Stimolata anche lei dalla novità erotica che ritenevamo innocua e rompeva la nostra routine intima e abitudinaria, e curiosa della trasgressione che le avevo proposto, acconsentì.
Con sua delega che affidava a me pienamente il compito di trovare il soggetto che cercavamo, e dopo aver curiosato un po' su internet, iniziai la parte più difficile, quella di trovare lo
sculacciatore che corrispondesse ai nostri requisiti.
Misi un annuncio particolare su un sito si annunci, che mi sembrava il sito più ampio e completo, con lo scopo preciso di trovare qualcuno interessato a sculacciare Caterina, solo a sculacciare, niente chiavare ne atti di libidine sul corpo. Naturalmente una persona affidabile, seria, riservata e pulita. Sapevo che era difficile da trovare vista la specificità di quello che cercavo, ma provai.
“Coppia quarantenne, regolarmente sposata, prima esperienza trasgressiva, cerca in Emilia, in un raggio di 50 km da Parma… persona seria, esperta, educata e rispettosa, nonché riservata, che sappia sculacciare abilmente e possa ospitare.” Aggiungendo: “Solo per sculacciare lei, non altro. No perditempo, no coppie, no sesso, ma solo sculacciate. Scrivere a XXX…” E misi il mio indirizzò email creato appositamente per quel genere di corrispondenza.
Era già eccitante solo il mettere l'annuncio, inconsapevole che con quella ricerca iniziava la fine del nostro amore e l'inizio della sua trasformazione.
Risposero decine e decine di persone da Modena, Fidenza, Reggio Emilia e Parma stessa che scartammo subito e dalle province vicine. Persone single e coppie sia uomini che donne, di tutte le età che si offrivano di sculacciare Caterina e si dichiaravano abili sculacciatori o sculacciatrici, ma erano tutti fuori tema o con secondi fini sessuali, a loro non interessa sculacciare mia moglie, ma praticare atti di libidine e sesso con lei (le donne) e chiavare Caterina (gli uomini), si intuiva dalla loro insistenza e questo non era nei nostri propositi.
Altri, ma pochi per la verità, si offrivano solo per sculacciare ma erano senza esperienza, si
capiva da come e cosa scrivevano. Altri ancora proponevano incontri e atti estremi tipo sadomaso che non solo non ci interessavano, ma che mai avremmo accettato.
Solo un paio di persone sulla cinquantina rispondevano ai requisiti e attirarono il mio interesse, uno in particolare che poi fu quello che scelsi.
Era un signore maturo, sessantenne, che si dichiarava esperto sculacciatore solo di signore, al dire il vero lui si definiva esperto “spanker” in inglese, precisando in francese:
“Je suis celui qui donne une fessée “(Io sono colui che sculaccia).
Fu questa sua presentazione internazionale dello sculacciare che catturò la mia attenzione.
Gli risposi e lui fece lo stesso, iniziando una corrispondenza virtuale, dove mi convincevo sempre di più che fosse la persona adatta. Era sempre gentile ed educato, mi mandò anche una sua fotografia, dove si vedeva un uomo alto e robusto, con i capelli grigi e un pizzetto rado e mi chiedeva un incontro di persona per spiegarmi meglio chi era e cosa proponeva.
Ci pensai e ripensai parecchi giorni, ne parlai con Caterina facendole vedere anche la foto,
manifestandomi lei la sua contrarietà a quell'individuo, perché secondo lei era brutto, aveva la faccia da maniaco, non le piaceva e non le ispirava fiducia, così diceva ....
“Ti ribadisco che deve solo sculacciarti e non fare altro e la bellezza estetica non centra per nulla!” Le ripetevo. Lei era contraria, ma io alla fine decisi di incontrarlo lo stesso.
Era di Modena, a circa 60 km da noi e in meno di un’oretta ci sarei arrivato.
Ci demmo appuntamento in un caffè.
Quando lo vidi mi colpì, sembrava ancora più grosso che nella foto, era elegante e garbato e mi
colpirono le sue mani che erano grandi, dalle dita piene e lunghe e molto curate, come l'abbigliamento che indossava. Una persona distinta, normale, ma molto educata.
Mi disse di chiamarsi Angelo e dopo la presentazione e i convenevoli, ci sedemmo nel bar con annesso dehors e ordinammo da bere. Mi fece subito una bella impressione anche se era maturo e molto più grande di me di età.
” Avrà senz'altro più di 60 anni.” Pensai osservandolo da vicino.
Volevo fermarmi solo pochi minuti con lui, il tempo di un caffè e dire qualche cosa, invece mi
fermai quasi un’ora, affascinato dal suo modo di parlare e da quello che diceva.
Gli feci vedere anche un paio di foto di mia moglie Caterina sul display dello smartphone. L'apprezzò molto.
“E' una bella signora!” Disse:” Molto attraente e invitante. Capelli lunghi e neri, viso ovale, bocca naso e occhi regolari, proporzionati e armonici. Complimenti!” Esclamò.
Quel parlargli e mostrargli mia moglie sullo smartphone mi eccitava enormemente.
Mi chiese come giungemmo a quella scelta e gli raccontai la mia storia e la mia fantasia,
precisando che oltre essere la prima volta, Caterina non era il tipo di donna che smaniasse o le
piacesse fare quelle cose, tutt'altro, non le piaceva che si sapesse della sua tendenza, del nostro segreto.
Mi spiegò molte cose, si intuiva subito che era un vero esperto del genere e me lo confermò:
“Sono decine e decine di anni che pratico e soddisfo queste tendenze e particolarità in tutti i tipi di donne, senza limiti di età dalle ragazzine di 18 anni alle signore di 60 anni e oltre, e molte le ho iniziate io.” Asserì con orgoglio:” Sono esperto e molto riservato.” Dichiarò iniziando uno strano discorso:
“Vede signor Dante, ci sono molteplici forme e predisposizioni latenti nella donna e il piacere
sessuale in molte di loro è connesso alla sofferenza e a volte alla sottomissione. Per questo alle
donne piacciono essere sculacciate.” Affermò proseguendo nel suo excursus:
“Non tutte hanno il coraggio di ammetterlo, a sé stesse e agli altri, temono che se lo facessero
verrebbero giudicate male ed etichettate come viziose dai moralisti o peggio, perverse. Ma non lo sono, sono invece donne coraggiose, rispettabili, madri e mogli anche con figli che vivono la propria sessualità in modo diverso, diciamo non convenzionale.”
Curioso di quelle spiegazioni e attratto dal suo modo di comunicare e dal desiderio di conoscere, lo esortai io a continuare e lui proseguì.
“Una delle caratteristiche delle sculacciate è il dolore, spesso bruciante. La sculacciata nasce come atto punitivo e anche se si pratica per gioco viene impartita proprio perché deve essere dolente, un atto di sottomissione soft se vogliamo. “E precisò:” Non sono carezze, sono castighi anche duri e la loro consistenza è direttamente proporzionale alla bellezza del culo che si sta colpendo.”
“Ah! Questo non lo sapevo!” Dissi sorridendo.
“Eh sì!” Rispose lui. “Un culo bello, arioso, rotondo merita sicuramente di essere sculacciato e
provare maggior dolenza di un culo secco, striminzito e flaccido. E fare sesso subito dopo la sculacciata, dopo aver impartito dolore darle piacere, è qualcosa di ancora più bello e sublime per la donna. Non trovate?” Mi chiese.
Annui, la pensavo anch’io come lui anche se non ero un esperto e con Caterina lo praticavo in modo diverso.
” Si è vero, è più intricante.” Aggiunsi, specificando:” Però riguardo mia moglie deve essere solo una sculacciata, non voglio assolutamente che dopo si faccia sesso e nemmeno che si pratichino atti di libidine sul sedere, è solo una mia fantasia; quello che desidero è e deve essere solo una bella sculacciata e nient’altro, e anche quello che riguarda la sottomissione non mi interessa!” Chiarii subito.
“Senz'altro! Si fa solo quello che vuole lei e la sua signora.” Rispose pacato, continuando il suo discorso decantandomi il culo delle donne di cui era un esperto conoscitore:
“Il bel culo di una donna è qualcosa di meraviglioso anche quando canta o solfeggia!” Aggiunse
sogghignando.” Anche se è raro ascoltarlo in quei momenti...”
“Canta? Solfeggia?” Chiesi io stupito.
“Si ...quando fanno vento...aria... scoreggiano...” Disse ironizzando:” …anche se è difficile sentirle, sono molto pudiche e vergognose in questo le donne, ma è un suono piacevole ...” Ribadì ridendo, facendo sorridere anche a me di quel suo siparietto arioso. Ma tornai subito al nostro argomento.
Gli parlai della mia fantasia, facendo riferimento anche ai particolari:
” Fantastico spesso che qualcuno la faccia inginocchiare su un divano, rivolta verso lo schienale, le tiri su lentamente la gonna oltre la vita, le abbassi le mutandine, le guardi il culo, lo accarezzi e inizi a sculacciarla mentre io osservo compiaciuto.” E mi eccitai solo a parlargliene.
“Si!” Rispose lui:” È una bella fantasia, fattibile, una trasgressione innocente, anche se la posizione migliore per sculacciare una donna, è farla piegare con il busto sul tavolo, alzarle la gonna, giù le mutandine e iniziare a batterla sul sedere e dietro le cosce; la tensione delle gambe erette aumenta lo scorrimento di sangue, il calore e quindi il dolore provocato, tramutato in piacere, ma lo faremo certamente come preferite voi. Ma sua moglie è d’accordo?” Chiese all’improvviso.
“Si, lei ha accettato, ma si vergogna molto, però anche lei è curiosa di provare almeno una volta. “Lo informai.
“Certamente!” Rispose lui, continuando su mia sollecitazione a espormi l'argomento.
“Sa! La sculacciata ...” Proseguì sorseggiando la birra: “E' un’arte ...da noi è considerata una
punizione, gli inglesi invece lo considerano un gioco erotico, lo spanking, così come i francesi
dove viene chiamata fessèe e consiste nello sculacciare il partner allo scopo di provocare
l'eccitazione sessuale di entrambi. “
Non mi disse però che come la praticava lui faceva parte del gioco sadomaso, della sottomissione della donna con tutti gli aspetti che ne conseguivano, ragguagliandomi solo su quello che gli interessava e lui volesse che io sapessi. Ma allora non ero a conoscenza di tutte queste differenziazioni tipo Bdsm che conobbi solo in seguito su mia moglie. E continuò:
“La sculacciata perde l'aspetto di punizione ed assume valenza erotica, quando sia lo sculacciatore che la sculaccianda sono persone adulte e consenzienti. Si tratta di un gioco erotico di coppia che precede o fa parte integrante del rapporto sessuale vero e proprio, come voi che lo praticate durante l’amplesso, ma ognuno l’adatta alle proprie esigenze e tendenze. Lo sculacciare è una punizione somministrata per gioco e deve essere praticata in maniera soft.” Fece una pausa sorseggiando la birra e proseguì:
” Lo sa che prima ancora dei libertini francesi che si dice siano stati i primi a praticarla, già ne parlava il Kamasutra?... Si, la guida sanscrita alla sessualità felice e all’armonia del rapporto fisico e mentale della coppia, che già tra il I e il VI secolo menzionava le sculacciate come i “colpi d’amore” e il modo meno ortodosso in cui far combaciare l’impetuosità maschile con la tenerezza femminile e viceversa, perché non è escluso che si possano ribaltare i ruoli con grande soddisfazione di entrambi.”
“No, non sapevo queste cose… “Mormorai.
Erano informazioni interessanti, mi stava spiegando cose che non conoscevo e che non avevo
trovato nemmeno su internet.
Proseguì.
“Molte coppie iniziano con le sculacciate e poi passano alla cintura, al battipanni, al frustino e a fare altro. Lo sculacciare è una forma di gioco che consiste nell’erotizzare le sensazioni derivanti dall’essere sculacciati o percossi, variando gli stimoli a seconda dello strumento utilizzato. Come dicevo si possono usare frustini, bacchette e paddle che altro non sono che specie di racchette da ping pong da battere sulle natiche, ed essendo ogni strumento per battere costituito da materiali diversi l’uno dall’altro, favoriscono sensazioni differenti alla pelle e alle terminazioni nervose sotto di essa.”
Vedendo la mia faccia impensierita, precisò.
“Guardi! ...Io queste cose qui gliele dico solo per conoscenza, sia chiaro, non perché ho intenzione di praticarle con sua moglie. Con lei farò solo quello che vorrete voi. Gli spiego questi particolari perché mi sembra interessato a conoscere completamente questa pratica sotto tutti i suoi aspetti, mi pare...”
“Si...sì! Parli pure chiaro e tranquillamente, dica le cose come sono realmente, preferisco sapere e poi mi piace stare ad ascoltarla. Lei, si capisce che è un esperto.” Asserii.
“Grazie!” Rispose sorridendo, proponendomi:” Se vuole possiamo anche darci del tu!”
Acconsentii e procedette nella spiegazione:
“C’è anche invece chi come voi e alcune signore che preferiscono semplicemente il tocco delle mani, è più elegante, il dolore è modulato e non rovina la pelle dei loro bellissimi culi se non con il rossore.
Le sculacciate, sono più intime, punitive e umilianti. Si sente la mano sulla natica, il suo calore, la sua irruenza ... oserei dire la sua padronanza sul sedere della signora. E poi dipende dal ritmo con cui si elargiscono alle natiche, dalla forza misurata, dal luogo dove si batte…
Le zone privilegiate per questa pratica erotica sono le natiche e l’interno e retro coscia, relativamente protette da muscoli e grasso, in cui è difficile fare male sul serio e il dolore e la sensazione di bruciore è modulata dall’apide e dal muscolo.”
Spiegando cambiò argomento e si mise a parlare delle posizioni:
“Come ci sono diversi modi di praticare lo spankng con strumenti, ci sono anche varie posizioni per sculacciare e dare piacere nel farlo, che non starò qui ad elencarti, quella che fantastichi tu inginocchiata sulla sedia o sul divano è la posizione classica ed è molto erotica, ma anche quella sdraiata come i bambini sulle ginocchia dello sculacciatore provoca piacere. Una gioia-dolore che oltre ad essere amplificata dal contatto fisico, deriva soprattutto dalla sensazione di vulnerabilità, umiliazione e di sottomissione che prova la donna in quell’atteggiamento di castigo.
La posizione sulle ginocchia è particolarmente gradita alle donne, in quanto ogni sculacciata provoca la stimolazione del clitoride, che è a stretto contatto con la gamba dello sculacciatore dove è appoggiato il sesso della sculaccianda quando c’è sdraiata sopra.”
Fece una pausa, sorseggiò ancora la birra e continuò sorridendo:
“Bisogna saper sculacciare!” Esclamò.
“Per alcune donne le sculacciate sono un preliminare prima di fare sesso completo. Per altre, invece, sono un vero e proprio piacere sessuale e quindi sono sesso allo stato puro, meglio ancora se anale dopo essere state schiaffeggiate brutalmente o dolcemente sul culo.”
Abbozzai una smorfia, era la seconda o terza volta che associava la sculacciata alla sodomia e
questo non mi interessava, lo sapeva e glielo avevo già detto. Però mi piaceva che mi parlasse di quelle cose strane e anche proibite per me, di quelle possibili attitudini, che molte donne hanno di associare la sculacciata con la sodomia. Mi eccitava conoscere che subito dopo la sculacciata, molte signore erano predisposte ad essere possedute analmente. Naturalmente esclusa mia moglie che ero certo non avesse quella inclinazione e quei desideri.
Lui come se avesse letto l'espressione del mio viso, affermò.
“Perché vedere un bel culo arrossato e indolenzito, che si dimena e scrolla come per cercare di cacciare il dolore e quella sensazione di bruciore alla pelle mentre riceve schiaffi con ritmo diverso e cadenzato, non può che eccitare e far desiderare ad entrambi …. la penetrazione, il possesso completo da parte dello sculacciatore del suo bel culo appena sculacciato, penetrandolo e possedendolo. Mentre nella sculaccianda eccitata, aumenta il desiderio contrario ma complementare, cioè di donarlo, di essere penetrata e posseduta dallo sculacciatore, quel suo dominatore che la sta punendo.” Alzai la testa e sorrisi.
“A noi interessa solo la sculacciata e non il resto.” Precisai ancora. Lui abbozzo affermativamente con il capo sorridendo anch’egli.
“Certo...certo… te lo dico solo per informazione e per spiegarti fino a dove si spingono certe coppie…” E proseguì:
“È fondamentale mettere a proprio agio la sculaccianda. Prima di iniziare a sculacciare bisogna massaggiare il sedere sottoponendolo a carezze o impasto con amore e passione sui glutei e il retro coscia che lei offre, in questo modo si aumenterà la circolazione sanguigna facilitando il riscaldamento della zona e lei pregustando e attendendo l’inizio del trattamento inizierà ad eccitarsi. “
E guardandomi a verificare che lo seguissi, esclamò:
“È importante colpire nelle zone giuste, percuotere troppo in alto o troppo in basso può risultare fastidioso e lesivo, quindi bisogna sculacciare sulla zona centrale dei glutei, la parte più carnosa e meglio disposta ad essere schiaffeggiata.
L’impatto della mano sulla pelle oltre ad arrossarla e richiamare sangue, risveglia le terminazioni nervose sotto cute e stimola il rilascio di sostanze particolari, chimiche dell’organismo come le endorfine e dopamina…” Fece una pausa e mi chiese:” …non so se sa cosa sono?”
“Più o meno…” Risposi muovendo il capo affermativamente e lui proseguì:
” Queste sostanze chimiche provocano una risposta in una linea sottile tra piacere e dolore che viene amplificata dalla componente psicologica che è importantissima.” Mi osservò ancora precisando:
“Bisogna conoscere anche l’anatomia del gluteo e della gamba, ricordandosi sempre che ci passa il nervo ischiatico, detto volgarmente nervo sciatico e non colpirlo.”
E continuò:
“Chiaramente se si vuole praticare una sculacciata soddisfacente si devono allungare le mani oltre la zona dei glutei. Con l'autorizzazione del marito naturalmente.” Puntualizzò ridendo, precisando: “Un pò di masturbazione è utile a far rilassare ed eccitare la sculaccianda.” E sorrise ancora... seguitando:
“Molto importante è variare l'intensità della sculacciata e la posizione delle mani e delle dita. Una mano estremamente rilassata colpisce molto più forte di una mano rigida, le dita aperte, diminuendo la resistenza con l'aria, fanno più male delle dita serrate. Tu come metti le mani? “Mi chiese interessato di come sculacciassi mia moglie Caterina.
“Ma … io...” Risposi incerto:” Quando la sculaccio lo faccio con le dita chiuse ed intensità medio
-leggera “Risposi.
“Lo immaginavo! ...La tua è una tipica sculacciata delicata. Comunque! ...” Mi consigliò. “… Quando la praticate, dopo aver riscaldato la zona a suon di sculacciate, usa anche le dita per pizzicare, impastare la pelle e i muscoli glutei, per rompere quella sensazione di intorpidimento che si crea nel batterla e che a volte anestetizza la parte, non facendo assaporare lo schiaffo appieno. Vedrai che le piacerà…” E guardandomi seguitò:
“Ogni schiaffo da una sensazione pungente e secca che provoca dolore oppure una sensazione che provoca uno spasmo sordo e diffuso sulla pelle simile al bruciore.
E poi ricorda ...la pausa è importante, quei secondi d'attesa con il braccio in aria tra un colpo e l'altro creano tensione e insofferenza in lei e ti fanno giocare sull'effetto sorpresa perché non sa quando le arriva. Il pathos subito dalla sculaccianda nell’attesa di riceverne un altro, le farà salire molto l'eccitazione e il tormento, portandola sulla soglia dell'orgasmo algolagnico.”
“Algo che…???” Domandai sentendo per la prima volta quella parola.
“Orgasmo algolagnico… deriva da algolagnia,che altro non è che una parola scientifica, una parafilia, diversa dal masochismo.
L'algolagnia è la parafilia per cui un soggetto prova piacere sessuale mediante il dolore che può essere a vari livelli di intensità, in questo caso nella sculacciata il dolore fisico funziona da stimolo diretto per il raggiungimento dell'orgasmo.” MI guardò e mi vide stupito.
“È importante sottolineare che l'algolagnia propriamente detta è sottilmente diversa dal masochismo, anche se i due termini talvolta possono essere usati come sinonimi, in quanto la prima ha più connotazioni fisiche del secondo che è più psicologico.”
Non sapevo queste differenziazioni …” Dissi. Lui non rispose, sorrise soltanto e si rimise a spiegare.
“L'algolagnia propriamente detta è infatti un'attrazione verso il dolore "in sé" - anche autoinflitto, senza che debbano esservi associate sottomissione o umiliazione. È altresì associata, in un certo numero di casi, al masochismo in senso stretto ed è quindi possibile considerarla come una sottocategoria peculiare dello stesso, in cui il raggiungimento del piacere sessuale dipende in maniera preponderante dalla sofferenza fisica e da quella psicologica.
Ero stupito e contento da quello che apprendevo, mi consideravo fortunato ad aver trovato un uomo come lui, un esperto, brutto, che non mi insidiasse la moglie ma fosse capace a sculacciare.
Ma la mia domanda fu più esplicita, ormai curioso e interessato da quello che diceva:
“Ma alla luce di quello che ha appena detto dell’algoloia o come cavolo si dice…” Dissi storpiando la parola che non conoscevo, sorridendo….
“Algolagnia… algolagnia…” Precisò lui.
Si, ma a me interesserebbe sapere perché provano piacere dalla sculacciata fino ad arrivare anche a lasciarsi sodomizzare? Al di là della spiegazione che mi ha dato prima che era più scientifica che sessuale, come fanno a godere se sentono dolore? Qual è il meccanismo mentale che le porta a quello di godere e tramuta la sofferenza in piacere? Non riesco a capirlo nonostante la spiegazione che mi ha fatto…” Gli domandai.
Sorrise ed esclamò esplicitamente:
” Vuoi sapere perché godono ad essere sculacciate o anche fustigate al punto da lasciarsi sodomizzare?” Ripeté.
“Si in generale…perché godono ad essere sculacciate…” Ripetei ancora:” … se sentono male?”
Con pazienza pronunciò:” Provo a dire la stessa cosa di prima ma con parole diverse, più semplici, sperando di essere maggiormente comprensivo.” E sorrise ancora prendendo in mano il bicchiere della birra mormorando:” Vedo che sei interessato…”
“Si mi interessa!” Risposi incurante del tempo che passava sempre più incuriosito e preso da quelle informazioni. E proseguì.
“Tralasciando l’aspetto scolastico, quello degli psicologi che il dolore masochistico diventa un piacere perché alcune condizioni giovanili passate di sofferenza sono state iscritte nella memoria come piacevoli e quindi il dolore viene investito positivamente e diventa una fonte di soddisfazione per la persona, facciamo un discorso meno accademico e più realistico. Partiamo dal fatto che le statistiche dicono che il 65% delle donne hanno la fantasia sessuale di farsi sculacciare almeno una volta nella loro vita, anche le donne più impensabili, le casalinghe… le mamme…le insegnanti, professioniste e signore per bene. Ma si vergognano ad avere questi desideri e fantasie perché sono bollate dai benpensanti, dalla società e da loro stesse come perversioni e quindi non vogliono ammetterlo nemmeno a sé stesse, si imbarazzano ad avere certi pensieri. Finché ad alcune di loro, la casualità come nel tuo caso o altri fattori esterni non gliela esteriorizzano e allora, se è il loro partner a praticarla, in genere l’accettano, provano, si lasciano sculacciare e la condividono segretamente con lui.”
Mi attraevano e affascinavano la spiegazione di quell'uomo, era interessante, un vero conoscitore e lo ascoltavo volentieri sempre più curioso ammirando la sua conoscenza. E lui procedette:
“Si dice che nasca da giovani, chi ha avuto una educazione rigida con punizioni corporali come chi studia in istituti privati o dalle suore…
Altri come voi invece sviluppano questa preferenza a prescindere dai ricordi di gioventù, magari scoprendola insieme al partner. Ogni persona ha un suo mondo interiore e non c’è una risposta valida comune per tutti, né in tema di fantasie né in tema di preferenze. In generale lasciarsi punire, anche in maniera scherzosa, significa mettersi volontariamente in una condizione di vulnerabilità e sottomissione. Oggi la sculacciata è vissuta semplicemente come un gioco fisico e mentale contemporaneamente, come un gioco di ruolo, come un preliminare o parte integrante di altri atti sessuali o come una forma di disciplinamento erotico in relazioni a dinamiche di dominazione e sottomissione.”
Ero affascinato da quello che diceva e felice di aver trovato la persona giusta come piaceva me, anziano, non bello, anzi bruttino, robusto ma esperto… Fece una pausa sorseggiando la birra e proseguì:
“E’ il sogno di tutti gli uomini incontrare donne a cui piace essere sculacciate a culo nudo e che
magari gradiscano anche la sodomia. “Aggiunse sorridendo, precisando subito.” Ripeto, non è il vostro caso intendiamoci, ma a molte piace così... completare la sculacciata con la sodomizzazione o un rapporto sessuale da posteriore.”
“Si me l’ha detto, ma non è il nostro caso!” Lo interruppi ancora deciso:” Il sesso, che sia davanti o dietro non ci interessa.” Dichiarai, chiedendogli: “Ma visto che lei è afferrato in materia, gli vorrei chiedere perché piace farsi sculacciare? Prima non ha risposto: “Mormorai sorridendo.
“Quello che vorrei sapere io è da dove nasce il desiderio di essere sculacciata? Qual è il meccanismo del perché provano piacere a praticarlo o soprattutto ad essere sculacciate?
Quello che voglio sapere io è perché al di là del gioco erotico, l’effetto psicologico a donne come mia moglie, quarantenni, serie, rispettate piace essere sculacciate…. ad altre invece piace sculacciare e alcune pensarlo e immaginarlo?”
Sorrise rispondendo prima ascolta…:
“Perché il culo è una parte del corpo femminile estremamente sensibile, oltre che esteticamente ed eroticamente importante per la stimolazione sessuale del maschio.
Ecco perché i maschi amano tanto palpare, colpire, assaporare, baciare e leccare il sedere delle loro partner sessuali.
E anche la donna ama molto le attenzioni sia visive che tattili in quella parte anatomica. Gli piace farselo guardare, ammirare e toccare.
La sculacciata coinvolge la sfera sessuale anche perché le mani e lo sguardo dello sculacciatore si trovano vicini ai glutei e all'organo sessuale femminile. Quando viene richiesta la nudità del corpo o solo di una parte di esso, è inevitabile che si crei una situazione di eccitazione sessuale di uno, dei due o di entrambi.”
Era molto intricante ed eccitante quello che diceva e vedendomi attento ascoltatore, dopo essersi guardato attorno che non ci fossero orecchie indiscrete agli altri tavolini ad ascoltarci, andò avanti:
“Per una donna farsi sculacciare è doloroso, ma ne ricava anche molto piacere.
Ma sta allo sculacciatore, con la sua capacità, scoprire a quale tendenza appartiene la sculaccianda e dopo averla identificata, anche la donna più ritrosa, sarà disposta a fare tutto per il suo educatore ...”
“Tutto cosa?” Lo interruppi curioso e preoccupato.
“Sesso anale, orale e altro ancora, ogni qual volta che lui lo vorrà. Perché con le sculacciate le
impone definitivamente la sua volontà, la sottomette a lui, la domina e lei si lascia dominare…
Per la donna il dolore è piacere, ed il piacere è anche sottomissione.” Terminò.
Era uno strano discorso quello finale che mi faceva, mai ascoltato prima, che in parte mi
spaventava, ma eccitava e attraeva anche. E pensavo:
” Noi non giungeremo mai a questi punti, Caterina non è come le donne di cui mi parla lui. Lei è diversa, è una buona moglie e un’ottima madre, seria e coscienziosa, una donna di famiglia… una maestra…lui mi informa per spiegarmi come lo praticano alcune donne e non certo perché lo farà Caterina.” E questo pensare mi rassicurava.
Continuando:
“E comunque da qualsiasi lato si guardi la sculacciata, è un atto di sottomissione della donna verso lo sculacciatore. Ora come mi chiedevi pocanzi, se ti interessa, ti spiegherò dal punto di vista psicologico perché ad alcune femmine piace essere sculacciate. “Disse.
“Si vai avanti!” Lo esortai.
«Bene, il piacere è la sensazione più variabile che esista perché è individuale…” Mi disse:” … ognuno la prova, vive ed esplica a proprio modo. Soprattutto nella donna, è un mistero affascinante e insondabile: sappiamo tutti che il piacere può essere raggiunto stimolando il clitoride o penetrando la vagina, ma anche stimolando altre zone erogene diffuse in tutto il corpo. Spesso una donna prova piacere fino ad arrivare all'orgasmo anche solo toccando i capezzoli o sfiorando la pelle in determinati punti (collo, clavicole, addome...). E in questo rientra il piacere- dolore dello sculacciare…
È un fatto prima di tutto, fisiologico. Ci sono due tipi di piacere e godimento nella donna, come pure due tipi di dolore, uno fisico e l'altro mentale e sono associati e poco importa se uno prevale sull’altro, insieme le provocano il parossismo, il dolore, il piacere, l'orgasmo, l’estasi.”
Mi guardò e proseguì dicendo: “Nello sculacciare c’è meccanismo di piacere fisico e uno mentale che si fondono.
Quello fisico come dicevo molti spiegano il piacere che prova la donna ad essere sculacciata o battuta, con il fatto che il sedere femminile sia molto innervato, la natura è stata generosa con loro e le ha dotate di un numero impressionante di terminazioni nervose proprio nella zona dei glutei, perineo, ano e retto compreso… e anche sulla vulva…” Precisò:” E quindi il picchiare cadenzato su di loro. determina una sorta di vibrazione dolorosa, come onde ripetitive che partono da dove si batte e ampliandosi si diffondono all’interno della pelvi spandendosi anche negli organi vicini, compresa la vagina e il clitoride.” Fece una pausa e proseguì.
“Arrossendo i glutei anche se poco vascolarizzati richiamano molto sangue nella zona genitale e il dolore sulle natiche portato dalla battitura si trasforma in bruciore e quindi in calore; e il calore per antonomasia è piacere e per conduzione e tramite il circolo sanguigno della pelvi, e dalle vibrazioni nervose che dicevo prima, dai glutei si diffonde al retto, alla vagina e clitoride, con stimoli di piacere sessuale fino all'orgasmo brutale, parossistico, cioè non dovuto alla dolcezza ma alla sofferenza, all’afflizione.
E una volta superati i tabù, come è accaduto a voi due, la donna può anche assaporare pienamente il piacere di una sculacciata vera, reale, sapendo che dalla sculacciata arriverà anche il piacere.
Questo tipo di innervazione e vascolarizzazione che c’è nella pelvi, fa sì che si formi una sorta di calore interno e quindi piacere, predisponendo l’ano e il retto a tensione e per reazione a maggiore elasticità e quindi creando le condizioni perché anche una eventuale successiva penetrazione e il rapporto anale siano meno dolorosi e particolarmente piacevoli per la donna...” Specificò. “…E non la sodomia a freddo come avviene per una normale penetrazione anale nella maggioranza dei casi, che provoca dolore perché la zona non è predisposta ed essendo fredda è contratta e rigida. In questo caso con il calore del sangue e le vibrazioni, gli anelli sfinterici dell’ano, si scaldano ed elasticizzano molto di più nel dilatarsi, senza provocare per la rigidità dolore e quindi facilitano la espansione degli sfinteri, la penetrazione anale e la sodomia e di conseguenza il piacere misto a indolenzimento… “
Fece una interruzione e finì di bere la birra per poi dirmi:
“Detto chiaramente Dante, dopo una bella sculacciata quando una donna lo prende in culo, non sente dolore, ma piacere mescolato alla dolenza della sculacciata.”
Rimasi sbalordito di quella spiegazione, finalmente sapevo perché fisicamente si godeva a farsi sculacciare o inculare subito dopo, mentre lui seguitò:
“Il meccanismo del piacere mentale dello sculacciare che si esplica nel sentirsi sculacciata, è come avere un orgasmo senza stimolazione manuale né penetrazione. Il piacere che si prova oltre a quello fisico, lo chiamano orgasmo mentale o cerebrale. Come sai la donna può avere orgasmi clitoridei o vaginali. Ma a questi due tipi di orgasmo, ora se ne affianca un terzo più importante dei precedenti, l’orgasmo mentale o cerebrale dovuto e conseguente la sculacciata. Che altro non è che un’intensa sensazione di piacere mista al dolore, che parte dalla testa su stimolo delle sculacciate e della pelle che brucia e si diffonde in tutto il corpo, arrivando a inondare anche le zone genitali, ma senza alcuna stimolazione manuale né penetrazione, solo battendola sul culo, accarezzandole e impastandole il sedere o sfiorandole il sesso con le dita.” Sorrise.
Lo guardai attento e curioso e proseguì:
“Quella che si prova in una sculacciata è simile alla sensazione che alcune persone provano in risposta a stimoli specifici, a parole sussurrate, toccamenti o movimenti lenti delle mani. Spesso dalla testa, insieme alla sofferenza si diffonde un senso di benessere e piacere diffuso, che porta a un'esplosione nel basso ventre, con conseguenti gemiti... proprio come durante un orgasmo algolagnico…” E sorrise di quella parola dicendomi:” Ricordi cos’è vero?”
Annui muovendo la testa e lui continuò:
“Tutto dipende da diversi fattori, quanto coinvolgimento c'è nel rapporto sessuale, quali situazioni si sono create prima di arrivare ai preliminari, quanta voglia di fasi sculacciare e di praticare sesso c'è, e soprattutto un orgasmo algologico non esclude l'altro, ovvero la donna può arrivare al piacere, cominciando magari dalla stimolazione del clitoride e concludendo con la sculacciata e la penetrazione. Non c'è uno schema predefinito. Per questo, non ha senso asserire che facendo bene una determinata cosa, l'orgasmo femminile sarà assicurato: non esiste una tecnica precisa per stimolare il piacere, esiste il coinvolgimento con cui si arriva a quella situazione”.
“Per questo si dice che il famoso punto G in una donna, è probabilmente da ricercarsi nel cervello o nella mente, perché il coinvolgimento le portano a vivere una sensazione di piacere molto intensa, molto vicina a un orgasmo algologico (dolore e piacere assieme), se non proprio esso, come dicono in tante a:” Quel male che piace…”
Ma per tante questa situazione si verifica anche nel sopraggiungere di un pensiero erotico, una canzone particolare, la visione di una scena stuzzicante, un odore stimolante... ed ecco che la mente vaga e il corpo risponde. Molte donne hanno un orgasmo anche solo guardando un film erotico o un porno. L'eccitazione parte dalla mente, per poi arrivare ai genitali, innescando un vortice di piacere che può culminare con un climax alto…”
“Cos’è un climax!” Lo interruppi, non conoscendone il significato.
Mi sorrise:” Il climax in sessuologia altro non è che la misurazione dell’intensità del piacere di una donna…Quanto più le piace e gode in parole povere…” E procedette:
“In parole semplici, le sensazioni della sculacciata, partono dai glutei o retro cosce, arrivano al cervello e ritornano indietro alla pelvi più intensi di quando sono partiti. E tutto questo, senza bisogno di masturbarsi. Quindi non è la sculacciata in sé stessa che provoca il piacere alla donna, ma il sapere di doverla subire…mentalmente sottomettersi…”
Vidi che mi osservò e proseguì:
“Allo stesso modo, funziona l'orgasmo mentale, quello algologico, dove piacere e dolore si mischiano e fondono. La mente capta ciò che ha procurato piacere o dolore (uno stimolo sonoro, olfattivo, visivo...), lo elabora e ce lo ripropone stimolando gli ormoni del benessere. Bisogna lasciarsi andare, vivere la situazione come viene... e poi venire, godere senza tanti perché.”.
“Il godimento mentale è un insieme di emozioni e sensazioni, tra cui quelle della sculacciata e avviene perché, anche se è un gioco, alcune donne vivono la sculacciata come una punizione, con vergogna e umiliazione, sia per l'atto in sé stesso mortificante, che perché lo sculacciatore osserva le loro parti intime, vede il loro culo nudo, lo tocca, lo accarezza e lo picchia, ne è il padrone. Anche la loro intimità anteriore, la vulva in quella posizione con il sedere esibito involontariamente o no… è esposta al suo sguardo e alle sue carezze. E si sentono passive e arrendevoli a lui, sottomesse, lasciandosi andare piacevolmente impotenti tra le loro mani.
Attendono gli sculaccioni tra il ritmo e le loro pause, con tormento e desiderio, dolore e piacere, si sentono sottomesse e ne godono carnalmente ad esserlo, anche se si vergognano ad essere punite senza ragione, per gioco e solo sessualmente. Il doversi assoggettarsi a un'altra volontà, le eccita sessualmente e le fa sentire docili e accondiscendenti ai loro atti.” Ma sorridendo aggiunse:
“Ricordiamoci sempre che il sesso per le donne è prima di tutto, qualcosa di mentale e se la mente non gode il corpo non risponde... “
Gli uomini amano sculacciare le donne e magari anche
sodomizzarle e alle donne piace il contrario, essere sculacciate e molte anche inculate, ma non lo diranno mai apertamente.
È più facile che tradiscano sessualmente il marito o il compagno e siano disponibili a fare sesso con uno sconosciuto, piuttosto che ammettere: “Mi piace essere sculacciata!”
Mentre non si pongono problemi morali a tradire e a concedersi ad un altro, troverebbero sconveniente e immorale ammettere le loro fantasie sessuali esplicitando il desiderio di essere sculacciate.”
Sorrise e disse: Ho cercato di spiegargli alcune cose, non tutte semplici da capire, alcuni aspetti personali, altri fisici, psicologici, di reazione…qualcuno scientifico. Spero di non avere fatto confusione nella sua mente…”
“No…no… tutt’altro…” Nel frattempo il tempo era volato.
Fu una chiacchierata lunga e interessante, molto istruttiva per me, doveva essere breve e invece ci fermammo più di un'ora a conversare. Mi aveva impressionato e affascinato con le sue conoscenze in materia.
Dopo i convenevoli e aver pagato, con una stretta di mano, ci salutammo con l'accordo di risentirci al cellulare e rivederci la settimana dopo con mia moglie, con l'intento di presentargliela di persona.
A casa ne parlai con Caterina, naturalmente mi guardai bene dal riferirgli il contenuto dell'estesa discussione che avevamo avuto, informandola solo dell'impressione positiva che mi aveva fatto quell’uomo, lo sculacciatore. E le dissi subito:
“Siamo restati d'accordo che ci incontreremo la prossima settimana per conoscerti di persona.”
Me la immaginavo già sculacciata da quell'uomo e mi eccitava pensarlo, psicologicamente l'accettavo, non lo consideravo un tradimento nel vederlo alzare la gonna a mia moglie, abbassarle le mutandine e sculacciarla.
Lei mi ascoltò attenta ma con disappunto, poi si alzò scrollando la testa mormorò dubbiosa...:” Ma guarda un po' cosa mi fai fare!” E tutto finì lì.
Era diffidente e contraria, ma anche curiosa e un semplice incontro conoscitivo anche se contraria lo accettò.
Nelle telefonate preparatorie dell'incontro con Caterina, eccitato dalla situazione e dall'aver trovato la persona giusta, ci organizzammo per la domenica della settimana seguente e lo dissi a Caterina, ma in una delle nostre conversazioni preparatorie mi propose di cambiare il programma concordato precedentemente. Non incontrarci più nel bar dove c’eravamo visti io e lui e nemmeno la domenica successiva, ma direttamente quel pomeriggio stesso in un bar vicino a casa sua, senza avere l’incontro preliminare, ma passare direttamente a casa sua e alla sculacciata per creare su mia moglie l’effetto sorpresa, onde evitare a Caterina eventuali ripensamenti e rinvii nell’attesa, come spesso capitava a detta di lui le prime volte ad alcune sculacciande.
Riflettei e poi acconsentii. In fin dei conti sarebbe stato tutto più bello ed eccitante.
Era un giovedì, Caterina non aveva scuola quel pomeriggio e io avvisai in ufficio che non sarei andato. Quindi informai Caterina poche ore prima di incontraci con lui.
“Subito oggi?... Oddiooo!! Ma perché!?... Avevi detto domenica, oggi è giovedì Io non sono pronta, ho paura!” Esclamò e come prevedeva lui cercava di prendere tempo.
“Ma dai!... Paura di cosa?” Le chiesi fingendomi stupito del suo comportamento. “Sei con me! Siamo assieme!”
“Ma da quello lì! Non sappiamo chi è!... Non era meglio fare un incontro conoscitivo prima?”
“A che scopo?” Le dissi:” Se intanto lo hai già visto in fotografia e hai detto che non ti piace!? E poi non deve piacerti, non devi farci niente, ti deve solo sculacciare, quindi non ha senso incontrarlo prima e poi rivedersi per la sculacciata. Lo si fa subito e via!” Dissi agitato anch’io ma felice.
“Eh ma io...mi vergogno!” Aggiunse.
“Ohh dai con questa vergogna!!... Su! Stai tranquilla!! Sei con me! “La rassicurai, ma eravamo tutte e due esagitati dalla situazione. Comunque la convinsi ed accettò.
Quel giorno faceva caldo, aveva da poco depilate le gambe ed erano lucide e lisce come il cristallo. Caterina mise una gonna leggera di cotone bianca a motivi floreali rossi, e una camicetta bianca aperta sul davanti, con una collana a grosse pietre e un trucco sobrio che la rendevano attraente e molto signora. Calzava scarpe nere con tacco e aveva i suoi lunghi capelli neri sciolti oltre le spalle, sulla schiena.
Ci incontrammo in una piazzetta di periferia della sua città, ci venne incontro e le presentai mia moglie, fu molto educato e gentile con lei, le fece i complimenti per la sua bellezza e la mise subito a suo agio scherzando educatamente, si notava che era un uomo di cultura che sapeva rapportarsi con la gente.
Ci sedemmo in un tavolino appartato di un bar. In quei momenti Caterina lo guardò con attenzione, fisicamente non le piaceva, era insignificante, robusto, ma educato e intelligente. Quando si alzò per andare a ordinare da bere, Caterina mi si avvicinò bisbigliandomi: “Che tipo! Sembra uscito da altri tempi, così alto e robusto e hai visto che mani che ha?” Continuando:” Non mi va di farmi sculacciare da lui! “Aggiungendo subito poi quasi sorridendo: “Ma sarà capace? Mi sembra così grossolano!”
“Ma vediamo! “Le risposi io:” Intanto è una persona affidabile, poi vedremo se è all'altezza di
quello che dice e delle nostre aspettative. Proviamo questa volta, se non ci piacerà non ci rivedrà più.”
“Ma io non voglio! Non mi va farmi sculacciare da quello lì! “Ripeté.
“Intanto siamo dentro a questo gioco e ora non possiamo ritirarci ora, ma solo andare avanti.” Risposi...
“Ma io mi vergognò!” Mi sussurrò sottovoce.
“Di nuovooo? “Dissi io seccato...” Ne abbiamo già parlato, ti vergogni di cosa?” Chiesi.
“Di farmi sculacciare da lui, fargli vedere il mio sedere, mi sento a disagio.” Ribadì.
Sorrisi della preoccupazione di mia moglie adulandola e provocandola le sussurrai:
“Ma se c'è l'hai meraviglioso, hai il più bel culo di Parma, le tue amiche e conoscenti te lo
invidiano, per non parlare degli uomini che te lo consumano con gli sguardi. Non hai motivo di
vergognarti.”
Lui ritornò davanti al cameriere che ci portò due birre e si sedette.
Dopo i convenevoli e una chiacchierata preparatoria, come d'accordo ci invitò ad andare a casa sua, che era lì vicino.
“Venite da me che beviamo ancora qualcosa, ci mettiamo comodi e ci rilassiamo.” Disse.
Come d'accordo e organizzato precedentemente accettai, ma Caterina indugiò:” Ma veramente non so! Non ci conosciamo! “Esclamò.
Per convincerci e rassicurarci ci informò sulla sua vita, ci disse dove lavorava e che l'appartamento era di residenza, dove viveva da solo ma per scelta.
“Sono una persona seria e rispettata e non inganno nessuno con la mia passione che è
complementare alla vostra.” E all'improvviso infilò la mano in tasca, tirò fuori il portafogli e da
esso la carta d'identità:” Guardi!” Esclamò aprendola e passandola nelle mani di Caterina che la osservò.
“Mi chiamo Angelo, sono residente a Modena e sono un ingegnere.”
Era tutto autentico con quello che ci aveva detto.
Esortandoci ancora:
“Su! ...Si chiacchiera, si sta un po' tranquilli...” Ripeté mettendo via il documento.
Caterina non rispose, mi guardò come faceva di solito quando aspettava che io decidessi anche per lei...
Senza dire nulla mi alzai e loro dietro me. Lui andò a pagare, mentre noi agitati e tra mille timori uscimmo. Passeggiammo fino al suo palazzo, dove seguendo lui entrammo e salimmo al terzo piano. Accedemmo nel suo appartamento ben arredato e confortevole, con un buon profumo nell'aria e ci sedemmo in salotto, dove ci offrì nuovamente da bere per rompere la tensione che avevamo e mise della musica classica.
Dopo bevuto e chiacchierato per mitigare il disagio, sicuro di sé disse:
” Ora possiamo iniziare il nostro gioco, i nostri gusti li conosciamo e quindi non c'è da
imbarazzarsi, siamo tutti adulti e consenzienti. Ognuno di noi avrà il proprio ruolo e ricordate che è solo un gioco, lei Caterina sarà la sculaccianda a cui spetta una punizione e dovrà avere un atteggiamento di sottomissione e fare quello che le dirò. Io sarò colui che la sculaccerà e a cui ubbidirà e suo marito Dante lo spettatore.
Mi raccomando ...” Dichiarò rivolgendosi a me:” Non interrompere il gioco finché non è finito, perché si creerà un’atmosfera, un pathos particolare tra tutti e tre, una tensione passionale e coinvolgente che se rotta sarà difficile da ritrovare.” Aggiungendo:” Anche se alcuni momenti saranno intensi e sembreranno brutali, eventuali contrarietà o rimostranze le faremo alla fine. Siete d'accordo?!” Domandò.
Annuii.
Mia moglie mi guardava perplessa per quello che aveva detto, ma le accennai con il capo di stare al gioco. Era confusa e probabilmente eccitata anche lei per il caldo e quella situazione nuova, il viso leggermente truccato era imperlato di sudore sulla fronte e sopra le labbra superiori. Le ascelle per la tensione, avevano macchiato la camicia e si intravvedeva l’alone del tessuto bagnato di sudore. Lui proseguì:
“Ora signora Caterina incominciamo il gioco, la faccio mettere qui vicino al tavolo che ho preparato al centro della sala con dei panni morbidi sopra e piegherà il busto di 90 gradi ed inizierò a sculacciarla sulla gonna … ad ogni sculacciata lei mi deve rispondere: < Perdonami signore...!>
Poi le alzerò la gonna sulla schiena a scoprirle completamente il sedere e la sculaccerò sulle mutandine, mentre lei Caterina conterà a voce alta le sculacciate che le darò e continuerà a dire:< Perdonami signore...!>
Subito dopo le abbasserò le mutandine e la sculaccerò nel sedere nudo...e ogni sculacciata dovrà contarla e rispondere:< Grazie signore...!>”
Quella modalità nella mia fantasia non l’avevo mai considerata, doveva essere solo una semplice sculacciata nei miei desideri e basta, ma solo ad ascoltare quella integrazione mi eccitai, mentre Caterina perplessa e sbalordita da quella richiesta mi osservava smarrita. Non mi rendevo conto che lui iniziava la sua induzione, forse farei meglio dire l’educazione di mia moglie alla sottomissione.
Le accennai con il capo di accettare.
Davanti a me la prese per mano, la portò contro il tavolo, le posizionò le gambe e il busto con le braccia in modo che non si indolentisse e venisse distratta dalla posizione, le fece appoggiare gli avambracci sul ripiano del tavolo, mentre io ero lì in piedi a pochi metri da loro che osservavo in silenzio, assistevo eccitato a quella scena dove la collocava come voleva lui e mia moglie passiva si lasciava sistemare.
Quando fu pronta in posizione, piegata e con il culo in fuori, si mise di lato a lei alzando il braccio destro del gesto di sculacciare e portando e posando la mano sinistra sul suo fianco esterno, la teneva verso e contro sé… e pacatamente con gesti lenti e studiati iniziò a colpire il sedere sulla gonna di cotone, ricordandogli cosa dovesse dire.
Uno, due, tre, quattro schiaffi e a ogni colpo Caterina ripeteva con voce tremante ed esitante per la vergogna: “Perdonami signore!”
Era una scena molto erotica ed eccitante, più di quello che immaginavo vedere percuotere mia moglie e lei esclamare a quell'uomo “Perdonami signore!” come atto di sottomissione e ringraziamento per la punizione che riceveva. Sembrava quasi un rito che avesse qualcosa di religioso o pagano, come se fosse un'iniziazione.
Era una scenografia eccitante…
Smettendo di battere sulla stoffa, alzò lentamente la sua bella gonna di cotone bianco a motivo floreale e la portò sopra alla vita, sui lombi, fino all'inizio della schiena, mostrando completamente il suo sedere meraviglioso all'interno delle mutandine di seta a slip
bianco di pizzo trasparente, traforate, aderenti che ostentavano la forma del suo bel culo rotondo. Le accarezzò con calma e attenzione e iniziò a battere su di essa.
Una, due, tre e non so quante altre volte colpì, mentre lei le contava, iniziando a sentirle e lamentandosi ripeteva:” Perdonami signore!”
Dopo aver battuto forte sullo slip facendole traballare la traforazione del tessuto sulla pelle, lentamente prendendole per l'elastico sui fianchi, tra la vergogna di mia moglie, le tirò indietro e le abbassò fino a sopra le ginocchia, mostrando le sue belle natiche nude, piene, arrotondate e pallide, appena arrossate dagli schiaffi e il retro delle cosce. Le prese i fianchi e la posizionò bene, col culo ben esposto e dandole degli schiaffetti all'interno delle cosce le fece capire di allargare un pochino le gambe.
Caterina le divaricò fino al punto che le mutandine alle ginocchia lo permisero, in modo lui da poter mettersi vicino a loro e con lo sguardo avere anche la figa bene in mostra e a portata di mano.
Si allontanò un poco lasciandola in quella posizione piegata sul tavolo con le mutandine abbassate e quando fu vicino a me lo osservò con ammirazione:
” Perfetto!... Meraviglioso! ...È proprio un bel culo da signora, di quelli che c'è ne sono pochi in giro, un culo a cinque stelle! Complimenti Dante! “Esclamò elogiandolo:” Davvero incantevole signora, non sbagliava suo marito a dirmi che era molto bello.” Le disse avvicinandosi a lei.
Il mio cuore come quello di Caterina batteva a mille, lei era rossa in viso dalla vergogna e dalla
umiliazione, visto le prime sculacciate e la sottomissione a cui si era sottoposta per gioco a
chiedergli perdono come se fosse il suo signore, e che il suo sesso in quella posizione, come il suo culo sopra di esso, fosse esposto al suo sguardo.
Il suo solco intergluteo profondo partiva dall'alto e scendendo mostrava due glutei pieni e arrotondati, leggermente arrossati dalle precedenti sculacciate, terminando tra le gambe, nel perineo, dove sotto si mostrava tra qualche pelo scuro, ma ben visibile, la figa di mia moglie, con la sua lunga fessura chiusa tra due grandi labbra carnose.
Osservare da dietro la sua figa, in quella posizione, piegata con il culo sporgente verso lo sculacciatore, e mi eccitava e faceva uno strano effetto sapere che un altro uomo che non ero io gliela guardasse e la sculacciasse.
“Bene è pronta!” Esclamò lui.
Si avvicinò a lei e mentre Caterina passiva lo lasciava fare, le prese le mani e le posizionò bene sulla tavola e gliele mise unite davanti a lei e prendendo la gonna, la rivoltò ancora sul tessuto, alzandola e scoprendola al massimo. La portò, bene in alto in modo da lasciare libero il culo e si mise al suo fianco, passò la mano sinistra sul margine del suo gluteo destro, tenendola imprigionata e ferma contro di sé. Praticamente l'aveva immobilizzata, bloccandole il bacino contro il suo fianco, impedendole eventuali fughe per sottrarsi alle sculacciate.
Era una posizione studiata, che dimostrava la sua capacità ed esperienza, che probabilmente
adottava con le novizie che per la prima volta si affidavano a lui.
Inizio dapprima ad accarezzarlo lentamente con la mano sulla pelle ed a impastarlo con le dita e poi iniziò a batterla lentamente con maestria, a colpirlo in modo cadenzato, adagio, poi sempre più forte, uno due, tre volte .... ricordandole quello che doveva dire. Non più “…perdonami signore…” ma” … grazie signore...” E lei sotto quelle sculacciate secche e roventi ripeté ad ogni colpo con voce esitante e incerta: “Grazie signore! ...Grazie signore! ...” Ricevendo quelle percosse sempre più vigorose e scottanti.
Nell'aria oltre la sua voce tremolante si spandeva lo schiocchiò dello sciafff…della sua mano ferma che la colpiva sulla pelle pallida e bruciante della natica e il gemito di Caterina al colpo che riceveva che precedeva la conta con il ringraziamento di essere stata colpita.
Quel suo “Uuaahhhh!!!!! “di reazione con inarcamento della schiena ad ogni sculaccione che riceveva ringraziandolo, diventò presto di difficile interpretazione...indistinguibile se di piacere o dolore.
A casa nostra, quando la sculacciavo io, a quel punto quando le bruciava smettevo di batterla,
continuando a scoparla godendo passionalmente assieme.
Noi l'avevamo sempre fatto durante un rapporto sessuale e quindi il dolore era attenuato dal piacere dell’amplesso.
Lui invece aveva preso a colpire forte e lei dolente si lamentava, il sedere le era diventato vermiglio come non l'avevo mai visto prima e la pelle irritata e ardente le bruciava.
Iniziava a dimenarsi, a muovere le gambe e il culo di lato al dolore cercando di evitare lo sculaccione, chiamandomi per reazione in preda al dolore:” Dante! Dante!”
La colpiva forte, al punto che restai meravigliato anch'io di come la sculacciasse, avrei voluto intervenire.
Feci un gesto di avvicinarmi, ma lui con un gesto della mano mi fermò e guardandomi scosse la testa:” No… No… Resta dove sei…. Vedrai che alla fine le piacerà. È solo un gioco. Le rimostranze alla fine come d'accordo.” Esclamò sicuro di sé, facendomi segno la poltrona dove sedermi:
” Là... vai là e assisti!” E mi misi a sedere in poltrona.
Mi veniva difficile immaginare che le sarebbe piaciuto…
Lui a quelle invocazioni di mia moglie di smettere, invece di attenuare i colpi, batteva più forte fino a farla piangere e strillare, facendole attorcigliare il corpo su sé stessa, spostandosi da una parte all'altra con il sedere e le gambe nel tentativo di divincolarsi, poi d'improvviso smetteva di sculacciarla e la accarezzava dolcemente e amabilmente e le impastava le natiche con le dita delicatamente, dandole una sensazione piacevole e di sollievo.
Notavo che ci sapeva fare, che era veramente esperto a sculacciare e questo invece di
preoccuparmi, stupidamente mi rassicurava. Ero perversamente eccitato.
Caterina cercava di divincolarsi per fuggire da quella posizione obbligata, ma la sua grande mano la teneva ferma per il fianco, mentre l'altra la colpiva ripetutamente sulle natiche
nude:” Sciaff!!!... Sciafff!!...Sciaffff!!!”
Spandendo nell'aria l'effetto sonoro delle sculacciate.
“Basta! Basta!” Supplicò Caterina piangente mentre due lacrime le disfacevano il poco trucco e le solcavano il viso.
“Basta cosa?! ...Chi sono io!” Esclamò lui colpendola ancora più forte.
“Basta...basta... signore!” Borbottò lei.
“No basta! ...Cosa devi dire?... Dillo bene!!” Gridò battendola più forte e facendole bruciare la pelle.
“Gra-zi-e si-gno-reee...!” Mormorò Caterina quasi singhiozzando.
“Brava! ...Così... continua e conta gli sculaccioni che ti do la esortò, iniziando lei a contare di nuovo singhiozzando:
“Uno, grazie signore! ...Due, grazie signore! ...Tre, grazie signore! ...Quattro, grazie...” Ripeteva
piangendo e sussultando a ogni colpo mentre lui la sculacciava sapientemente, facendola arrivare e fino a:” Ve-ntii Gra-zi-e si-gno-reee! ...” Finendo quella frase in un lamento con singulto.
Era tremenda quella scena, mi dava le palpitazioni, non avrei mai pensato che mi avrebbe eccitato così tanto vedere mia moglie sottomessa a lui, piangere per le sculacciate e che lo ringraziasse per gli schiaffi che riceveva sulle natiche rosse.
Era davvero eccitante, per me e anche per lei nonostante piangesse...indescrivibile.
La sculacciava non dolcemente come me, ma in modo più rigido e doloroso, facendola gridare e implorare di smettere, mentre ogni volta doveva ringraziarlo per avergliela data...nell'attesa di riceverne un'altra ancora più dolorosa.
“E’ un gioco di ruoli.” Affermò guardandomi per rassicurarmi. vedendomi allarmato, per poi
piegarsi sull'orecchio di Caterina dicendole:
“Lei Caterina è una donna capricciosa, ribelle e cattiva. Per questo merita di essere sculacciata. È vero?!” Chiese sculacciandola più forte.
“Si...sì...è vero, sono capricciosa e cattiva ...mi perdoni signore!” Esclamò timorosa e sofferente.
Era entrata nella parte, ed era spaventoso vedere una donna come mia moglie che umiliandosi si stava sottomettendo alla volontà di quell'uomo e accettasse e le piacesse quello che gli faceva.
“Lei è una gatta selvatica che io domerò! Verooo?” Gridò.
“Si...sì!!” Ripeté Caterina.
A ogni colpo strillava e si dimenava, ma lui la teneva ferma, mentre con l'altra mano sculacciava sempre più cadenzato ma vigorosamente.
Sinceramente non capivo più se mia moglie sentisse ancora dolore o se iniziasse a provare piacere, il suo sedere era diventato rosso sangue, impressionante, non ne avevo mai visti così.
“Uhhh!!! Aaahhhh!!! “Esclamava ad ogni percossa spostando il suo splendido culo bruciante e
dolorante da un lato all’altro, cercando di evitare quegli schiaffi. Il suo sedere infuocato, danzava dimenandosi sotto quella grande mano, cercando di sgusciare via da essa tra urla e gemiti indistinguibili.
“Lo faccio per il suo bene Caterina. Questo lo capisce vero?” Diceva.
“Si… sì…” Rispondeva mia moglie:” Me le merito… grazie di punirmi…”
“Lei è una donna, capricciosa e io devo punirla...in maniera estrema ed esemplare. “Disse calmo, serio e autoritario.
“Era tutto incredibile, mia moglie che si autoaccusava di qualcosa che non solo non aveva commesso, ma nemmeno sapeva di cosa l’accusava e si incolpava sottomettendosi, solo per evitare di essere sculacciata più forte, era impressionate…
Ogni tanto dopo le sculacciate forti, accarezzava i glutei roventi e doloranti, dolcemente per
qualche secondo, impastandoli con le dita dandole sollievo e rendendola sempre più assoggettabile e dipendente a quel piacere dopo il dolore.
“Ubbidirà ora!?” Chiese con voce autoritaria alzando la mano per colpirla.
“Si…sì...ubbidirò! farò quello che vuole! ...” Balbettò Caterina aspettando con ansia la percossa.
“Allora baci questa mano che la sculaccia e punisce!” Esclamò porgendogliela davanti alle labbra.
“Si! Si! “Mormorò lei e la baciò ripetutamente, con sua soddisfazione.
Ero sconvolto da quello che vedevo, mi chiedevo se non era una allucinazione. Quello che
succedeva aveva prevaricato di molto la mia fantasia e mia moglie piangente e dolorante
riconosceva l'autorità di quell'uomo su di lei, provandone sofferenza e forse anche piacere.
Ero eccitato e spaventato, avevo l'erezione mentre osservavo che gli accarezzava il sedere rosso come il fuoco e glielo vezzeggiava. Era tutto tremendamente eccitante e pauroso. Indescrivibile.
Si rimise a sculacciarla forte, incurante delle sue grida, mettendo la mano più bassa alternando lo schiaffeggiare le natiche alla figa sottostante il solco intergluteo, sempre più rapido e più forte, finché un urlo brutale uscì dalle labbra di mia moglie scuotendosi tutta: “Aaahhhhahhahahhhhhhhhhhhhhh!!!!!!! “
Un grido misto di dolore e piacere, mentre piangente implorava ancora:” Basta per pietà!” Muovendo il corpo come una serpe e spostando il sedere sempre da una parte all’altra, cercando di allungare le gambe per non farlo colpire.
Quello schiaffeggiare alternativamente il culo alla figa sulle grandi labbra e il clitoride le provocava godimento, oltre al dolore-piacere le aveva fatta diventare la vulva gonfia, rossa e incandescente che come le natiche richiamava sangue con le percosse e pertanto calore e quindi piacere.
D'improvviso si fermò e si mise ad accarezzarle i glutei impastandoli, chinandosi a baciarli e facendo quelle manovre le accarezzò anche la figa da dietro, gli passò sopra il dito. Glielo concessi senza intervenire perché mi eccitava vederlo compiere quelle manovre e notavo che piaceva anche a Caterina, che non piangeva più ma restava ferma a farsela accarezzare piacevolmente assieme al culo a lenirle il dolore e poi se devo essere sincero, avevo anche timore di lui a intervenire bruscamente.
Era la prima volta che un altro uomo accarezzava il culo e la figa di mia moglie e in quel contesto glielo lasciai fare, ma scoprii che mi eccitava che lo facesse e mi eccitava anche il fatto che anche Caterina se la lasciasse accarezzare sapendo che c'ero io dietro a guardare, provando oltre al sollievo, anche piacere e godimento che era maggiore della vergogna che provava a sapere che io, suo marito, la guardavo mentre quell’uomo, Angelo le accarezzava anche la figa, lasciandole uscire dalle labbra un ansimare piacevole.
E mentre lo faceva alterandosi le accarezzo di nuovo il culo dolcemente per molti secondi, poi iniziò ancora a schiaffeggiare i glutei e la figa esposta a lui mentre era in piedi piegata sulla tavola con il suo bellissimo culo martoriato protruso verso lui.
Lei dal tormento iniziò a dimenarsi e sculettare, le faceva male, si lamentava, all'improvviso inaspettatamente con mio stupore, senza chiedermi il permesso, le infilò il dito medio lungo e grosso dentro la figa e lo mosse avanti e indietro velocemente qualche secondo, facendole un breve ditalino.
“Nooooo!!!” Sussurrò Caterina perdendosi subito dopo dietro un piccolo orgasmo: “Aaaaahhhhhhh!!!!!!! Siiiiiiiii!!!!!!” Godendo e gemendo finché non lo tirò fuori.
Quando lo fece, era bagnato di umori. Si voltò verso di me mostrandomelo e dicendo sorridendo:” È tutto bagnato...vedi che gode!” Con me che lo osservavo incredulo e stupefatto per quello che aveva fatto senza chiedermelo. Aveva fatto un ditalino a mia moglie e questo non era nei patti.
Ma dandole un'altra pacca sul sedere facendola sussultare, iniziò nuovamente a sculacciarla,
alternando schiaffi dolci a energici e rigidi sui glutei da farli ondulare nella loro pienezza e carne tenera, con altri più delicati ogni tanto sulla figa, seguiti dalla penetrazione veloce e di pochi secondi del dito medio in vagina a masturbarla per poi toglierlo subito.
Ero sbalordito ma incapace di intervenire.
Piacere e dolore si mescolavano. Caterina non sapeva più quello che prevaleva in lei. Non si capiva se nelle sue espressioni facciali piangeva o godeva. Certo quella situazione non era quella che fantasticavo io, ma era eccitante e non mi rendevo conto di quello che stavo provocando in lei.
Ci sapeva fare quell’uomo, era un vero sculacciatore e vedergli muovere con sicurezza e
padronanza le mani sul culo ormai scottante di mia moglie mi infervorò.
Iniziai a toccarmi fuori dai pantaloni e lui mi vide.
“Hai l’erezione?” Chiese.
“Si!” Risposi eccitato annuendo anche con il capo.
“Lo immaginavo che avresti goduto anche tu. Allora vieni!” Mi disse.
“Come?” Farfugliai sudato mentre lui continuava a sculacciarla e lei a vociare.
“Vieni qui e tira giù i pantaloni!” Ripeté.
Mi avvicinai impacciato, ubbidii come un automa, come faceva Caterina con lui, slacciai la cintura dei pantaloni, il bottone di chiusura e tirai giù la cerniera e li feci cadere in basso.
“Tira giù anche lo slip...dai!” Mi esortò.
Feci scendere anche quello restando con il cazzo fuori oscillante ed eccitato, e confuso mi
avvicinai, mentre lui prendendomi per una spalla mi mise dietro di lei, tra le sue caviglie allargate e le cosce tenute al limite della divaricazione dalle mutandine tese.
“Dai chiavala!” Esclamò.
Dietro lei mi avvicinai con il glande verso le sue grandi labbra gonfie ed eccitate e mentre lui ripeteva:” Dai chiavala… chiavala!”
Io affianco a quell’uomo che sorrideva e mi guardava, incurante di quello che mi succedeva attorno, infervorato ed elettrizzato non me lo feci ripetere due volte, euforico com'ero lo appoggiai sulla fessura vulvare. Lui posò una mano sui miei lombi premendomi verso lei, facendomi con la sua spinta penetrarla in vagina… dove la sentii subito calda e umida, lubrificata dagli umori di piacere delle sue sculacciate sul culo e sulla figa.
Caterina a sentire quell’asta rigida che entrava in lei ebbe un sussulto piacevole, ma subito si voltò indietro girando la testa spaventata, forse pensando che fosse lui che la penetrava, ma quando vide e verificò che ero io, si rilassò lasciandosi andare…
Iniziai a chiavarla alla pecorina sul tavolo. Lei si lamentava e godeva. Mentre la chiavavo appoggiando le mani sui fianchi, a ogni colpo che davo avvertivo il suo sedere arrossato, impetuoso e incandescente contro i miei inguini e alle mie cosce. Non lo toccavo per timore di farle più male.
Lei a un certo punto ad essere posseduta ebbe un orgasmo.
” Aaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!” Esclamò, e subito dopo sussurrò” Danteee! Danteee!” Come ad assicurarsi ancora che fossi io a possederla.
“Sii!!! Sono io amore ...stai tranquilla!” Risposi, ma ero talmente eccitato che sentendo il calore
della sua vagina bagnata e infuocata dal piacere e dalle percosse, venni quasi subito. Lo tirai fuori in tempo per sborrare sul pavimento e allontanarmi poi confuso da lei, cadendo sudato con il cazzo in mano seduto sulla poltrona vicino.
Mia moglie ansimava dal piacere e voltando il capo mi guardò con gli occhi rossi e
lacrimanti. Lui iniziò nuovamente a schiaffeggiarla sui glutei carnosi, dapprima piano con pause lunghe e ritmate, poi sempre più rapidamente, facendola contorcere e spandere nell’aria assieme alla musica i suoi lamenti di sofferenza-piacere, infiammando di più il suo magnifico sedere già rovente, come se battesse sulla pelle di un tamburo.
All'improvviso mentre ero seduto e sconcertato da quello che era accaduto, pensando che fosse ormai tutto finito, senza immaginare cosa volesse fare, lui si mise dietro mia moglie, dove prima c'ero io e mentre le impastava i glutei con le dita, veloce come un fulmine lasciò cadere i pantaloni, tirando giù lo slip, mostrando un cazzo di riguardevoli dimensioni, lungo e ancor prima che facessi memoria di quello che aveva intenzione di fare, già bagnata e quindi lubrificata la penetrò velocemente.
Mia moglie si inarcò sentendolo entrare in lei, capì subito che non ero io a penetrarla per le dimensioni della sua asta, ma non oppose resistenza, io stravolto ed eccitato da quello che stava accadendo osservavo incredulo e incapace di intervenire su di lui che penetrò sessualmente mia moglie e prese a chiavarla e sculacciarla nello stesso tempo con gusto e foga.
Non potevo credere a quello che vedevo, mia moglie era chiavata da quell’uomo, Angelo, lo sculacciatore davanti a me.
Caterina sudata, invece di reagire, si mise a godere senza controllo, era come in preda alle convulsioni, si contorceva, la vedevo dimenarsi e la sentivo lamentare e gioire. Godeva gemendo e ansimando con smorfie di dolore e di piacere, finché, sotto i suoi colpi profondi e veloci ebbe un orgasmo mai avuto prima, scuotendosi tutta come non l'avevo mai vista fare e gridando, nello stesso istante che lui stava venendo:
“Aaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!...Oooooooooooooohhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!
Mmmmmmmmmmmmmmhhhhhhhhhhh!!!”.
In un lampo lo tirò fuori sborrandole abbondantemente sui glutei, strusciando su di loro doloranti e rossi la cappella congesta e gonfia per pulirla dallo sperma residuo. Poi per finire, appoggiò le mani su di essi colmi e arrossati e iniziò a spalmare la sua sborra su quelle natiche ormai scarlatte, come se fosse una crema lenitiva.
Ero impressionato da quello che vedevo, era tutto così assurdo che speravo fosse una allucinazione, oltre che sculacciare aveva chiavato mia moglie davanti a me e le spalmava lo sperma, il suo sperma sulle natiche. Mi alzai sconvolto, come probabilmente lo era anche Caterina che era stata chiavata.
Per la prima volta seppur involontariamente era stata di un altro uomo.
Ci guardammo un attimo io e lei, mentre lasciatole i polsi si era girata, con la gonna ancora sulla vita e le mutandine infondo alle cosce, eravamo scioccati, non potevamo credere a quello che era accaduto. Una semplice sculacciata era diventata una punizione violenta, con rapporto sessuale di seguito. Non era quello che doveva avvenire. Ci aveva ingannati.
Lei mi guardava angosciata e incredula, timorosa di una mia reazione o di un mio giudizio. Aveva gli occhi rossi e spalancati, con lo sguardo smarrito, era spettinata e sudata, con i capelli bagnati e attaccaticci, sul collo, la fronte e le tempie.
Non riuscivamo a credere a quello successo, quell'uomo oltre che sculacciarla, l'aveva chiavata, tuttavia non provavo gelosia e nemmeno rammarico, ero solo dispiaciuto di quello che era accaduto.
Nonostante tutto quell'uomo mi attraeva e il darsi a lui partecipe di mia moglie Caterina in quel contesto, non lo consideravo un tradimento.
Lui guardandoci e accarezzando Caterina dolcemente sul viso, motivò il suo comportamento finale:
“Scusate, ma davanti a un culo meraviglioso come il suo!” Esclamò facendo segno con la mano al sedere ancora scoperto di Caterina.” A sculacciarlo e accarezzarlo dopo aver visto te che non sei riuscito a chiavarla completamente e sei venuto subito dall’eccitazione, non ho saputo resistere, è stato più forte di me, come un raptus, l'attrazione è stata troppo forte.” Disse giustificandosi per aver chiavato mia moglie visto che non era nei patti.
Ma mentiva ero certo che era tutto premeditato nella sua mente, era già nei suoi programmi di possedere mia moglie fin dal nostro primo incontro...
Caterina era scossa da quello che era accaduto, impacciata e agitata si rimise in ordine in fretta con il sedere bruciante, senza pulirsi dallo sperma di lui sulle natiche. Tiro su con delicatezza le mutandine e giù la gonna mettendo a posto dentro essa la camicetta, assestandosela sui fianchi e sull'addome, il suo culo era rosso e gonfio e lei lo toccava con attenzione.
“Ha ancora la pelle del sedere delicata signora, deve fare impacchi di acqua fredda e mettere su una crema decongestionante. Vedrà che dopo quattro o cinque volte che la sculaccio la sua pelle diventerà dura e resistente e allora potrò batterla più forte. “Ci informò dando già per scontato che ci saremmo rivisti.
“Intanto questa sera metta questa!” Disse, aprendo un cassetto e passandole un tubetto di Gentalyn beta.” Con il decongestionante inizia domani, spugnature di acqua fresca e poi crema, può usare quella che vuole, io le consiglio la Prep che è multiuso, anche per le irritazioni dopo barba e funziona benissimo. C’è l'hai?” Mi chiese.
“No!” Risposi. Io uso altri tipi di creme.
“Oppure!” Esclamò rivolgendosi direttamente a mia moglie:” Se non c'è l'ha vada in farmacia e
acquista la pasta di Fissan che si usa per il culetto rosso dei bambini, va benissimo anche quella!” Disse sorridendo.
Caterina evitava di incrociare il suo sguardo, per soggezione e per vergogna. Aveva pianto e goduto con quell'uomo delle sue sculacciate. Era stata posseduta brutalmente da lui provandone un orgasmo forte e scuotente, mai provato in vita sua e questo la disagiava. Imbarazzava anche me che l'avesse posseduta, non era stato agli accordi. Per noi era impensabile che mia moglie fosse presa da un altro uomo e davanti a me per giunta, ma quello che mi confondeva era il fatto che avevo provato piacere a vederli.
Chi non era imbarazzato era lui, che da parte, si stava mettendo a posto i pantaloni dopo essersi pulito.
Ci salutammo frettolosamente e freddamente, con la sua intenzione di incontrarci ancora e
la nostra di quel momento di non rivederlo mai più.
Nel tornare a casa in auto mia moglie si era seduta quasi sul fianco, per non decubitare il peso del tronco sui glutei maltrattati e dolenti.
Era impossibile non affrontare l'argomento di quello che era successo. All'inizio ci fu silenzio, che si sarebbe protratto per chissà quanto e chissà con quali conseguenze. Lei si muoveva sul fianco, non riusciva a tenere il sedere fermo, le bruciava come il fuoco ma lo sopportava. Decisi allora di parlare subito e rompere quel distacco circondato da freddezza che si era creato tra noi e che senz'altro avrebbe deteriorato i nostri rapporti e la nostra vita coniugale.
Non volevo farla sentire in colpa e che avesse il rimorso di aver fatto qualcosa di deplorevole,
indecente e sporco e dissi la prima cosa che mi venne in mente per sdrammatizzare l'accaduto.
“Certo che ti ha dato una bella sculacciata!... Ti fa male?!” Domandai.
“Si!” Rispose seria con un filo di voce senza nemmeno guardarmi.
“Ti brucia ancora?” Chiesi ancora timidamente.
” Si!” Ripeté irritata.
“Ti ha sculacciato forte! In confronto a lui è come se io ti accarezzassi con una piuma.” Aggiunsi.
Restò in silenzio poi mentre ancora si puliva gli occhi dal trucco sfatto dal pianto le domandai:
“Cosa ne pensi di questo incontro!?” Ma non rispose e provocatoriamente osai:
“Ti è piaciuto!?”
Ci fu una lunga pausa e un sospiro di inquietudine, poi esclamò:
” Piacere?... Con il sedere che mi ha fatto?! Non oso guardarmelo, non riesco nemmeno più a sedermi, mi fa solo tanto male.”
“Ma in certi momenti ti vedevo coinvolta...” Pronunciai.
Fece ancora una pausa mentre spostava il sedere sull'altro fianco del sedile cambiando posizione ai glutei.
“Non so! Forse…! Anche se mi ha fatto male.”
“Ma ti è piaciuto?” Ripetei io ancora eccitato dall’accaduto e dal fatto che lei rispondesse alle mie domande.
“E' un piacere che non mi piace quello lì!” Rispose seccata:” Diverso dal nostro, non è dolce, ma brutale. Non so come dire ...un piacere freddo, perverso, che mi spaventa e mi disagia provare e avere. Quell'essere sottomessa a lui, chiamarlo signore e ringraziarlo per le sculacciate e poi...avergli dovuto baciare la mano. Diooo se ci pensooo! ...È stato l'atto più umiliante della mia vita. E inoltre...” E non finì la frase.
“Inoltre cosa? “Domandai.
“Com'è terminato...non mi è piaciuto, mi ha presa...ha abusato di me!” Disse imbarazzata.
“Ti ha chiavata! ...” Affermai io:” …E questo non faceva parte dell'accordo, ma nel gioco si è eccitato anche lui ha detto…” Risposi istintivamente come a giustificarlo.
“Si! Bel gioco!” Esclamò Caterina preoccupata.” Piuttosto speriamo che non sia malato, era senza protezione. Cercai di rassicurarla:
“Non credo, è un uomo pulito, ma se capita che chiama glielo chiederò.” Replicai.
“Lascia perdereee!!! Se chiama non rispondergli nemmeno, meglio non parlargli e incontrarlo più!” Ribadì lei irritata. Mentre io cercavo di tranquillizzarla.
“Lo so, non lo avevi mai fatto con un altro, mi sei sempre stata fedele e fino a oggi ero stato il
primo e unico uomo ...”
“E lo sei ancora!” Mi interruppe lei.
“Appunto!” Dissi io:” Quindi non considerarlo un tradimento o una cosa sporca Caterina, è accaduto indipendentemente dalla nostra volontà e dobbiamo viverlo assieme al resto, senza vergognarci di noi. Per me è come se non l'avesse fatto, sei sempre la mia moglie fedele. E poi hai goduto più con lui che con me! ...Ti ho vista…” Aggiunsi per minimizzare l’avvenimento, ma lei non disse nulla, si vergognava che un altro uomo l'avesse sculacciata e posseduta davanti a me e ne avesse goduto.
Tutto sommato credevo che non volesse parlare dell'accaduto per vergogna e traumatizzata, invece seppur fortemente emozionata conversava. Approfittai della sua disponibilità e mentre guidavo e guardavamo la strada le chiesi subito alla sprovvista:”
“Lo rifaresti?” ...Fu sorpresa dalla domanda, restò in silenzio mentre con le mani stropicciava il
fazzolettino.
“Non so! Preferirei di no! ...No!! “Rispose decisa.
“Perché no!”
“Perché ho paura Dante, paura che mi piaccia e poi lo rifaccia ancora, quell’uomo mi spaventa, mi sento imbarazzata con lui e mi sento a disagio provare quel tipo di piacere e in quel modo, così diverso da come lo facciamo noi. Ho paura di scoprirmi in cose nuove, che poi mi piacciono e mi attraggono e non ne possa più farne a meno e di cui me ne vergogno.” Disse.
“Paura di godere? ...Che ti piaccia godere?” Pronunciai sarcastico quasi ridendo.
“In quel modo si! Mi spaventa…” Rispose lei aggiungendo subito.” E poi ci sono i ragazzi...”
“Cosa c'entrano i ragazzi!?” Esclamai stupito.
E lei spostandosi un po' su un lato del gluteo e un po' sull'altro per non decubitare sul sedere Rispose.
“Mi sento a disagio con loro, essere mamma e fare queste cose mi scandalizza, soprattutto Paola che sta crescendo, sta diventando una ragazzina...”
“I ragazzi non c’entrano, questa è solo una cosa nostra, mia e tua e moralmente non dobbiamo
porci problemi e vergognarci di niente, siamo e resteremo sempre uniti, persone per bene e
rispettabili e tu sarai sempre una buona madre e moglie indipendentemente da quello che faremo, non dovrai mai sentirti a disagio.” Affermai...
Si voltò e mi guardò sospirando dicendo: “Perché tu vuoi farlo ancora?”
“Non devi chiedermi cosa voglio io Caterina, ma dirmi tu se lo rifaresti ancora.? “Ripetei
internamente eccitato, cercando di non darglielo a vedere.
“Non so! ...Ma tutto?” Chiese.
“Si tutto, le sculacciate e il seguito, tanto è un gioco che eccita tutte e due e nessuno saprà mai
niente, solo noi tre.” Affermai senza dare un nome al rapporto sessuale avvenuto con lo sculacciatore chiamandolo semplicemente “seguito “per decenza verso di lei.
“Mi ha fatto male!” Pronunciò confidandosi un po' di più.” Mi sculacciava forte, ma se devo ammetterlo, poi è stato anche piacevole quando il dolore si è trasformato...”
“Specialmente all'ultimo quando ti abbiamo preso sessualmente.” Finii la frase io.
“Si!” Rispose guardandomi.” È stato qualcosa di tremendamente piacevole che non so definire, per questo ne ho paura. “Poi guardando la strada davanti che scorreva contro noi mi chiese: “Ma perché non hai continuato tu?!”
“Ehh!!!...Semplice, ero talmente eccitato che sono venuto subito quando te l’ho messo dentro e ho sentito il caldo-umido della tua vagina accalorata, lui invece ha approfittato della situazione ...ed è stato molto più resistente e bravo di me. Comunque abbiamo scoperto che ti piace farti sculacciare e fare sesso subito dopo. “Dissi sorridendo.
“Comunque lo rifaresti?” Chiesi ancora deciso.
“Non mi piace essere sottomessa a lui, umiliata in quel modo... ho paura, quando mi parla che mi sculaccia mi sento diversa, spaventata, mi angoscia dovergli ubbidire.”
“Ma è solo nel gioco Caterina! Un gioco di ruolo. Anche se ti sottometti a lui è solo in quel contesto per provare piacere.” Risposi.
“Non so, ci devo pensare !!” Ribadì.
Eccitato e vedendola titubante, non stetti a tergiversare o a fare finta di chiedere ancora o aspettare che ci pensasse, risposi subito:
” Per me va bene! Visto che tu tentenni, se vuoi decido io come facciamo di solito. Lo faremo
ancora una volta. Sei d'accordo?!” Esclamai sorridendo ...
Fece una lunga pausa e ripeté ancora:” Ma tutto?”
“Si tutto! Con il seguito sessuale!” Risposi deciso.
Mi aveva eccitato perversamente vederla prendere e possedere in quel modo da quell'uomo e lo avrei rifatto solo per rivederla chiavata da lui, convinto che tutto sarebbe poi finito da solo.
“Va bene! Ma non subito, ora sono tutta sofferente.” Mi precisò.
“Certo non subito, tra qualche settimana.” Risposi io.
“O mese!” Rispose pronta lei, continuando. “E chiedigli se ha qualche malattia...” Reclamò
impensierita. Annui con il capo e sorrisi di quel suo timore.
“Come facevo a chiedergli se aveva qualche malattia? Con che faccia e che coraggio?”
La sua passività, l'adagiarsi a me alle mie decisioni mi eccitava maggiormente, mi faceva sentire in un certo senso il suo padrone. Fu così che decisi di giocare ancora con quell'uomo e trascinare ancor più dentro anche lei.
“Si ma non dobbiamo dimenticare che noi siamo una famiglia per bene, rispettata, che abbiamo i ragazzi.” Aggiunse ancora mettendosi apposto i capelli.
La rassicurai e tornammo a casa.
In quel momento ero come preso da quella situazione perversa, quell’uomo mi affascinava e mi piaceva vedere mia moglie assoggettata e posseduta da lui.
A casa fece come le aveva detto, ghiaccio, impacchi di acqua fredda e crema decongestionante.
Mise del ghiaccio e per qualche giorno non poté sedersi, giustificandosi sul lavoro dicendo che aveva mal di schiena seduta e doveva restare in piedi.
Passati alcuni giorni il suo bel culo rosso con impacchi di acqua fredda e le creme consigliate
torno al suo pallore abituale e iniziò a risedersi.
Riprendemmo la nostra intimità e nei rapporti sessuali glielo accarezzavo e battevo più forte di prima, ricordandole il nostro incontro, la sculacciata che le aveva fatto lui e la chiavata con
orgasmo successivo. In quel gioco serale tra noi godevamo tutti e due.
Lui, lo sculacciatore mi telefonò dopo alcuni giorni, chiedendomi come andava, come aveva reagito Caterina e se le era piaciuto, scusandosi con me per l'accaduto non previsto, ma non era riuscito a resistere eccitato com'era a non prenderla sessualmente.
Seppur delusi da quell’atto, ma soddisfatti di come erano avvenute le cose, restammo in contatto e ogni due tre giorni lui mi inviava sms senza più parlare della chiavata, ma solo della sculacciata a mia moglie, chiedendomi cosa ne pensasse lei visto che le era piaciuto. Così feci io, e come in un tacito accordo tra noi, mia moglie era rientrata a fare parte del gioco senza nominarla.
Gli chiesi anche della preoccupazione di Caterina, del timore delle malattie, ma ci rassicurò su
tutto: “Vi mostro gli esami ematici che faccio ogni anno!” Disse e anche se non richiesti li fotografò e li inviò in allegato al mio smartphone.
Passato un certo periodo (quasi un mese) e maturati nuovamente i tempi, chiese di incontrarci di nuovo a casa sua. Io ne ero felice. Ne parlai a Caterina che da una iniziale vergogna e ritrosia, si lasciò convincere, in fin dei conti aveva scoperto che piaceva anche a lei essere sculacciata da quell’uomo, le piaceva quel suo modo di sculacciare con dominanza, anche se le provocava pianto e sofferenza.
Ci rivedemmo ancora ma non subito, passò quasi un mese e mezzo e lo scenario fu il medesimo, lei messa in piedi piegata con il busto sul tavolo a braccia semi tese, lui che le tirava su la gonna alla vita rigirandola sui lombi e giù le mutandine fino alle ginocchia. Poi tra carezze e baci sui glutei prosperosi, carnosi e rotondi iniziava a schiaffeggiarli lentamente e ritmicamente da piano a forte, con intervalli più o meno veloci , tra lamenti di sofferenza e gemiti di piacere di mia moglie fino all’invito a me a chiavarla, a prenderla in quella posizione ed eiacularle anch’io sui suoi glutei rossi e appena lo tiravo fuori dalla sua vagina, di seguito la penetrava lui, con relativa chiavata e godimento finale venendo sopra il mio sperma con orgasmo di tutte e tre.
Ci fu pure una terza, quarta e quinta volta che ci incontrammo nei mesi seguenti, con tempi più ravvicinati, solo di poche settimane tra una sculacciata e l’altra, dove lentamente avvolti dal gioco lui iniziò a cambiare metodo, sempre concordando tutto prima con me, che eccitato dalla curiosità e novità accettavo i suoi suggerimenti.
In un incontro, senza averlo concordato, agì di sua iniziativa e prima di farla piegare sul tavolo a 90 gradi le disse:
” Togliti la gonna!” Caterina mi guardò silenziosa come a chiedermi cosa fare; e io annuii.
Tirò giù la cerniera di lato e la fece scivolare lungo le gambe fino a cadere ai piedi restando con lo slip, coperto nella parte superiore dalla lunghezza della camicetta che indossava.
Si abbassò la prese, la piegò e la mise su una sedia. Caterina era una donna molto ordinata.
“Ora togli pure quella e il reggiseno!” Esclamò, facendo segno alla camicia, mentre mia moglie sorpresa e agitata e probabilmente eccitata guardandomi gli ubbidiva.
Tolse la camicetta, sbottonandola lentamente e ripiegandola mise anch'essa sulla sedia in modo ordinato, poi portando le mani dietro sganciò la chiusura del reggiseno sfilando le spalline dalle braccia, lo fece cadere in avanti facendo comparire le sue belle mammelle prosperose, da mamma, bianche e gonfie , con due areole rosa e i capezzoli turgidi e dritti segno che era eccitata a eseguire i suoi comandi ed essersi spogliata quasi nuda davanti a lui e per lui, che la osservava in tutto il corpo con libidine.
Restò solo con gli slip bianchi e trasparenti e sotto di essi si intravedeva il gonfiore e lo scuro della sua folta peluria vulvare e girandosi verso di me esclamò:” È già eccitata!”
Si avvicinò davanti a lei e allungando le mani le soppesò le mammelle, come se fosse merce in
vendita.
La mia eccitazione ad assistere a quella scena saliva sempre più.
Le prese tra le mani e le strinse forte, facendo comparire una smorfia di dolore sulle labbra di Caterina, ma allentando subito la presa, lo accarezzo e all’improvviso le baciò e girando con la falange dell'indice sull'areola prese il capezzolo e lo strinse tra le dita facendole uscire un lamento, rilasciandolo subito.
Caterina era seria e silenziosa in piedi solo con le scarpe con i tacchi, le mutandine e i suoi accessori di chincaglieria, collana e braccialetti. Dal suo assecondarlo, ma potrei dire di ubbidirlo, mi accorgevo che stava cambiando gusti in fatto di sesso, le piaceva quello che le praticava quell’uomo, probabilmente era predisposta a queste cose senza che noi lo avessimo mai saputo.
Lui messosi davanti a lei guardandola negli occhi con Caterina che non riusciva a sostenere il suo sguardo, iniziò a schiaffeggiarle le mammelle dolcemente dal basso in alto e poi viceversa dall'alto in basso e lateralmente facendole dondolare e ondulare nella loro pienezza come onde sulla superfice di un mare agitato, con pause e ritmo studiato, fino ad aumentarlo sempre più ed arrivare a schiaffeggiarle forte, vere e proprie schiaffi tra dolore e piacere, tra lamenti di sofferenza e gemiti di piacere, facendogliele arrossire e bruciare dai colpi delle sue dita dure.
I lamenti di Caterina non lo scalfivano minimamente, anzi provava piacere alle sue lagnanze continuando imperterrito.
E mentre le schiaffeggiava il seno, guardandola con superiorità negli occhi, si avvicinò, le prese le guance tra le sue dita lunghe e grosse e improvvisamente con suo e mio stupore la baciò sulle labbra, infilandole dentro la bocca la lingua e limonandola mentre con le sue dita pallide le teneva fermo il viso. E intanto che la baciava, con le dita dell’altra mano continuava a schiaffeggiarle fino ad arrivare a stringerle forte un capezzolo tra l’indice e il pollice, con lei passiva che gemeva, ma incredula si lasciava baciare in bocca, lasciandosi riversare la sua saliva sulla lingua.
Era eccitantissimo vederli, non ero geloso, se mai lo fossi stato la gelosia l’avevo persa negli incontri con lui e a ogni incontro c'era sempre qualcosa di nuovo ed eccitante. Anche se il farla
denudare e baciarla in bocca non era concordato era emozionante e lo accettavamo tutte e due, sia io che Caterina, perché era qualcosa di momentaneo, del gioco.
Assurdamente mi piaceva ed eccitava vederla assoggettata anche sessualmente a quell'uomo che non le piaceva e che reputava brutto e che invece la sculacciava e chiavava fino a farla godere intensamente, più di me; iniziando senza che io e Caterina c'è ne accorgessimo a sottometterla realmente.
Era un gioco nuovo per noi che io pensavo di controllare. Invece…
Si staccò dalle sue labbra e da lei con un mezzo sorriso, lasciandole le mammelle arrossate e penzolanti sul torace e iniziò a colpirla dolcemente sulle guance, da semplici buffetti tenui distanziati nel ritmo a sempre più rapidi e forti, fino a schiaffeggiarla sul viso spandendo in aria lo schiocchiò della pelle del suo volto bruciante e facendole diventare rosse e irritate come quella delle mammelle.
Lei passiva lo guardava con apprensione e sottomissione, allontanava e voltava il capo dove lo spingeva la forza dello schiaffo che le dava, lasciando uscire lamenti e gemiti che si perdevano in aria.
Era qualcosa di perversamente sublime da vedere e difficile da esternare ora nello scrivere
credetemi. Vedere una bella signora come mia moglie in piedi sui tacchi, solo in mutandine e seno nudo, lasciarsi manipolare e schiaffeggiare le mammelle e il viso da quell'uomo maturo come se ne fosse il dominatore, era eccitante e mi provocò l’erezione.
Mi sentivo affascinato, conquistato, coinvolto da quello che stava facendo quell’uomo a mia moglie, lui aveva scoperto la nostra vera natura intima sessuale e profonda, l'aveva esteriorizzata e c'è l'aveva fatta conoscere senza tabù, senza dovercene vergognare, e giocava con noi facendocela manifestare apertamente. E non esisteva in quel triangolo formato da noi tre, gelosia, invidia, rabbia o rivalità, ma solo inquietudine e piacere, dominanza (la sua) e sottomissione (la nostra).
Sudavo silenziosamente, piaceva anche a me vivere quei momenti come mia moglie di sottomissione a lui, era come se vivessi una forma della sindrome di Stoccolma e provavo un
sentimento positivo nei confronti del suo schiaffeggiatore dominatore, non accorgendomi che anche mia moglie stava cambiando psicologicamente, sottomettendosi alla volontà di quell'uomo, iniziando ad ubbidire a lui.
Caterina mi osservava subendo passiva e silenziosamente com’era nella sua natura, quella era una situazione nuova, mai provata e pareva piacerle. Lui iniziò a battere e colpirle di nuovo le mammelle facendole dondolare a destra e sinistra, fino a farle diventare ancor più rosse e congeste, con i capezzoli turgidi e sporgenti che sembravano chiodi impiantati nell’areola mammaria.
Il lamento di Caterina fu più esplicito colpendola sul seno che era più sensibile e le uscì dalla bocca un:” Aahhhhh!!!!!” di sofferenza, ma lui continuò a schiaffeggiarlo forte senza fermarsi facendo spandere per l'aria lo sciaff ...sonoro degli schiaffi.
Caterina sul volto aveva espressioni di dolenza, piacere, vergogna e umiliazione nel farsi percuotere anche il seno procace da quell'uomo che in fin dei conti era uno sconosciuto per noi, e davanti a me, suo marito. Quel seno di cui era orgogliosa, ammirato dagli uomini e invidiato dalle donne, che aveva allattato i nostri figli e che io fino a quel momento avevo reputato solo mio.
I capezzoli erano sempre più turgidi sotto il battere delle dita sulla pelle, finché lui vedendoli così turgidi e sporgenti, abbassò il capo e ne prese uno in bocca, iniziando a succhiarlo voluttuosamente come un neonato, facendole per reazione a quel piacere- dolore stringere le gambe dandole un moto di godimento, con un:” Oooooohhhhhhh!!!” Di gioia piacevole. Cambiando capezzolo li succhiò tutte e due dando a mia moglie ferma e silenziosa, vergogna e piacere ...allattandosi al seno maturo di Caterina.
Scene impressionanti, da cardiopalmo, sbalorditive, inimmaginabili per noi fino a qualche ora
prima, che scioccavano me a guardarle e Caterina a riceverle.
Quando passiva fu in uno stato quasi catalessico, lui le disse autoritario.
“Spogliati nuda!... Togliti le mutandine!”
E senza nemmeno guardarmi per avere un cenno confermativo o negativo da me, ubbidì e si spogliò completamente nuda, restando sulle scarpe con i tacchi, con il suo seno procace e dondolante, gonfio dall'eccitazione e rosso dagli schiaffi, sospeso sopra una vita stretta con la sua pancetta da signora matura per bene, non più nascosta dagli indumenti ma libera di farla osservare a lui assieme al culo magnifico e carnoso sorretto su due cosce arrotondate ma erotiche.
Lui le girò attorno ad ammirarla, con estremo imbarazzo ed eccitazione di Caterina e mia.
La scrutava come se fosse una schiava in vendita o da acquistare in tutti le sue anfrattuosità, sessuali. Le accarezzò il corpo dandole dei fremiti di piacere, l'interno delle cosce, la schiena, il culo stesso. Quando fu davanti le osservò la figa, pelosa e lussureggiante come solo le signore quarantenni hanno e mormorò:
“La prossima volta la voglio vedere depilata completamente, liscia, senza un pelo! Hai capito!?” Esclamò forte e autoritario a mia moglie in modo che sentissi pure io.
Caterina accennò un sì con il capo, mentre, facendosi strada tra i peli, lui gli introdusse un dito nella sua fessura, tra le grandi labbra. Lei sussultò chiudendo gli occhi, forse sperando che dopo tutto quel schiaffeggiarla e sofferenza le facesse un ditalino, ma lui lo tirò fuori subito sfregando i polpastrelli tra di loro esclamando:” Sei bagnata! Godi a essere battuta...” Umiliandola ancora di più.
A quella esclamazione la prese per mano dicendole:” Vieni!”
E la portò sul tavolo facendola piegare sopra a novanta gradi con il busto, solo che quel giorno a differenza dei precedenti, era nuda completamente e come le altre volte le posizionò bene il culo in fuori, facendole divaricare le gambe al massimo, non trattenute più dalle mutandine, in modo da poter entrare agevolmente tra loro e lentamente iniziò a sculacciarla, con il finale che già sapete.
Quel giorno lui aveva ecceduto nell'introduzione del gioco e conosceva il mio disappunto per le scelte non concordate. Aveva capito benissimo che Caterina era un tipo di donna arrendevole e remissiva, che da buona moglie si rimetteva sempre alle mie decisione e scelte e fu da me che iniziò lui.
Sapeva che per avere e soggiogare lei completamente doveva avermi complice e così fece...
Un giorno Caterina mi confidò che non voleva più avere quegli incontri.
“Ma perché? C'è qualcosa che non va?” Dissi io.
” Sono quasi sei mesi che ci incontriamo, ne facciamo uno al mese e tutto in segreto e nessuno sa niente, piace a tutte e due, sappiamo come siamo e abbiamo avuto la fortuna di aver trovato la persona giusta e riservata che sa, ci capisce e gioca con noi! Continuiamo ad avere la nostra vita privata e normale, figli, amici, lavoro e divertimento, andiamo anche a ballare con gli amici ogni tanto, cosa c'è che non va’! Non ti piace più incontrarci?!” Le domandai.
“No!... Non è questo... è che certi momenti non mi riconosco, mi sembra di non sapere chi sono, mi sento troppo coinvolta in questa situazione, in questo gioco come lo chiami tu e perdo il controllo di me stessa e il senso della realtà...e questo mi spaventa.” Rispose. La rassicurai:
“Ma no, stai tranquilla, è solo la tua trasposizione mentale, ti immedesimi nel ruolo come
abbiamo concordato e fai bene e ti piace, e questo tuo essere diversa da quella che sei nella vita di tutti i giorni ti confonde. “
Non rispose, annuì probabilmente non capendo la mia spiegazione, ma accettandola e io
stupidamente e superbamente credevo di avere tutto in mano, di gestire tutto io, Caterina, lui e il gioco e invece...
Un pomeriggio lo sculacciatore mi telefonò per incontrarci per un caffè, mi disse che sarebbe venuto lui dalle mie parti, verso Parma, oramai c'era una certa conoscenza e affidabilità tra di noi dopo quello che c'era stato e c’incontrammo in una città limitrofa alla mia, da soli, io e lui.
Quando ci vedemmo, dopo aver parlato di altre cose mi disse:
“Sei d'accordo se la prossima volta che ci incontriamo, giocando la sottometto un pò?”
“Come la sottometti!” Chiesi dubbioso.
“Fa parte del gioco intendiamoci, lei dovrebbe ubbidire ad alcune richieste che le farò.” Dichiarò.
“Tipo?” Domandai prontamente io.
“Tipo, inginocchiarsi davanti a me, fare atti che io le chiederò come assumere posizioni o altro, in una parola ubbidirmi!” Ero spaventato ed attratto da quella richiesta che risposi:” Ma non so se lei accetterà.”
“Ohh!! Lei si!!...Accetterà!! È passiva e arrendevole di carattere, sei tu quello che deve
autorizzarmi e non lei, tu sei il padrone.”
Mi fece uno strano discorso che mi agitava...mi considerava il padrone di mia moglie e mi chiedeva il permesso di poter farsi ubbidire da lei.”
“Ma se accetti devi stare al gioco, andare fino in fondo, non interromperlo a metà.” Precisò.
Ci pensai su, la proposta mi eccitava e anche il fatto di essere considerato il padrone di mia moglie, ero sicuro di poter gestire tutto e accettai eccitato e ansioso di quella nuova esperienza che avremmo provato. Naturalmente d'accordo con lui a lei non dissi nulla, fu un accordo a sua insaputa.
“Ah!” Mi raccomandò…” Esclamò sorridendo prima di lasciarci:” Dille di depilarsi la figa tutta completamente e che te l’ho chiesto espressamente io di farlo!”
“Non so se lo farà! Non l’ha mai fatto!” Risposi sorridendo ma stuzzicato dall'idea.
“Dille che è un mio ordine e che nell'ultimo incontro mi disse che mi avrebbe ubbidito. Intanto poi i peli ricrescono.” Affermò sorridendo sembrando divertito anche lui.
Ci salutammo, non mi rendevo conto che agendo così la spingevo psicologicamente sempre più sottomessa a lui.
“L'ho incontrato!” Le dissi quando ci vedemmo a casa.” Siamo restati d'accordo che c'incontriamo sabato pomeriggio.” E sorridendo aggiunsi:” Ha detto che ti devi presentare a lui con la figa depilata completamente, che è un ordine e te l'aveva già chiesto.”
Mi guardò sorpresa sbarrando gli occhi e con il capo piegato:
“Cosa depilarmi lì? Non l’ho mai fatto! ...E tu cosa gli hai risposto?” Mi chiese.
“Che te lo avrei detto e basta!” Le risposi divertito.
Non mi disse più nulla a riguardo, ma la mattina dell'incontro la vidi seduta sul bidet con forbicine e un mio rasoio mono uso da barba che si rasava la figa, ci guardammo e non dissi nulla. Dovevo capire in quel momento, dai suoi atteggiamenti che stava diventando psicologicamente dipendente da lui, che il gioco stava diventando realtà e diventava pericoloso per lei, che la stava plagiando.
Il pomeriggio andammo a casa sua, oramai la conoscevamo, a lui sinceramente non interessava il sesso in sé stesso. Per capirci, solo il chiavare mia moglie. Non che lo disdegnasse, anzi le piaceva, era una bella donna, ma era secondario al suo piacere di sottometterla e umiliarla. A lui piaceva giocarci, sculacciarla, farsi ubbidire e, questo affascinava anche noi, soprattutto mia moglie che le piaceva essere sculacciata e schiaffeggiata e aveva scoperto una sua sessualità nuova al limite del sadomaso, ma non pronunciavamo mai quella parola che ritenevamo perversa.
Eravamo la tipica coppia puritana a cui piaceva fare certe cose che consideravamo sporche, ma non lo ammettevano e le chiamavano in modi diverso.
A casa sua bevemmo qualcosa, poi mentre lei era seduta le disse autoritario:
” Alzati e spogliati nuda!”
Caterina mi guardò ancora, come a chiedermi il permesso di farlo e io acconsentii con il capo, sapendo che anche quello faceva parte del nostro gioco, del nostro accordo riservato.
Oramai senza più vergogna perché già fatto precedentemente, si alzò e iniziò a spogliarsi.
Quando fu nuda, la fece mettere sull'attenti davanti a lui e le girò attorno battendola con la mano sulle cosce.
“Brava! Vedo che mi hai ubbidito e ti sei depilata la figa. Così mi piaci! ...Ubbidiente!” Disse passandole la mano sopra a sentirne quanto fosse liscia, dandole brividi e sensazioni piacevoli, mentre io seduto sulla poltrona come uno spettatore privilegiato, ascoltavo e osservavo.
“Da oggi quando sarai qui, ubbidirai solo a me e non più a tuo marito! Lui ti ha ceduta a me
quando sei in questa casa!... Sei d'accordo?” Domandò alzando la voce, mentre io seduto sul
divano sorseggiavo la mia bevanda.
Lei mi guardò e io annuii ancora, non sapendo che con quel gesto del capo stavo dando inizio a
qualcosa di irrimediabile e che l'avrei persa per sempre come la Caterina che conoscevo.
“E da oggi mi chiamerai sempre signore! Sei d'accordo!” Esclamò.
Caterina stupita da quelle richieste inaspettate, ma vista la mia approvazione, dondolò il capo in modo affermativo.
Lui iniziò a schiaffeggiarla sul viso, con buffetti e schiaffi sempre più forti, alternandoli come la
volta precedente con schiaffi alle mammelle gonfie e pallide e non reagiva, probabilmente le
piaceva.
“Le punisco perché sono belle! ...Grandi e attraenti e piacciono agli uomini!” Esclamò colpendole forte, schioccando le dita sulla pelle pallida facendogliela bruciare e arrossare subito, fino a far diventare i suoi occhi umidi.
Lo stesso fece con le guance arrossandole.
Quando smise, con nostro stupore prese un frustino e battendola sulle cosce la incitò:
” In ginocchio! ...In ginocchio!!”
Lei ubbidì senza più guardarmi per avere il mio consenso e si inginocchiò davanti a lui che si mise davanti a lei, con la cerniera dei pantaloni all'altezza del suo viso dicendole:
” Tiramelo fuori!”
Lei impacciata ubbidì, goffamente tirò giù la cerniera dei pantaloni, mise la mano dentro e
rovistando a fatica perché già duro, glielo tirò fuori.
Io assistevo stupefatto ed eccitato. Quando lo ebbe fuori, dritto e duro davanti a lei, le ordinò:
“Bacialo e leccalo!!”
Dopo una iniziale ritrosia sua spontanea per quell'atto che noi non praticavamo, seguì la passività, vedendo lei che seppur contraria avvicinando il suo volto le posava le labbra sopra la cappella. Era una scena tremenda, non mi aspettavo mai che l'avesse fatto davvero, tanto più senza guardarmi e chiedermi il consenso, anche solo con gli occhi.
Lui quel giorno era diventato un perfetto padrone, superbo e autoritario.
“Ora succhialo!” Esclamò, e come un automa Caterina fece anche quello, allargò le labbra facendo entrare il glande dentro la sua bocca, iniziando a succhiare.
All'improvviso lui mi chiamò: “Vieni Dante! Tiralo fuori anche tu e mettiti di fianco a me.”
Esortando lei:
” Lecca e succhia, alternali tutte e due...anche il suo! … Hai il mio permesso di succhiare anche
quello di tuo marito.” Affermò come se fosse lui il padrone di mia moglie, lasciando
sconcertato anche me. Si erano invertite le parti, era lui ora che decideva cosa doveva fare. Ma mi dicevo:
” È solo un gioco ed eccitante anche… sottomettersi tutte e due a lui.” E lasciai fare.
Era da anni, da quando eravamo sposini che Caterina non me lo pigliava in bocca e risentire la sua lingua assieme alle sue labbra soffici e calde sulla cappella fu una scossa elettrica.
Facendosi accompagnare il capo avanti e indietro da lui, dalla sua mano appoggiata sui capelli, Caterina lo succhiò fino a sentirsi riversare inaspettatamente e non volutamente il suo sperma in bocca e sul viso, macchiandosi su varie parti del volto, sfregiandole con il suo sperma caldo e filante il suo bel viso da signora per bene, esortandomi a fare lo stesso masturbandomi.
Ed eccitato senza pormi problema, in pochi secondi anche i miei getti seguirono ai suoi sul volto di mia moglie, con un piacere perverso e depravato per entrambi.
Anche mia moglie era eccitata e in quei momenti esaltanti, non ci rendevamo conto appieno di quello che facevamo.
La osservavo, sembrava una signora matura di un video porno in ginocchio che si era fatta sborrare da due uomini quasi contemporaneamente sul viso e sulle labbra.
Capivo, anzi capivamo anche dal suo sguardo, che quel gioco stava prendendo una brutta piega, non era più solo una sculacciata quello che avrebbe dovuto fare, ma era eccitante e coinvolgente al momento e non sapevamo dove ci avrebbe portato.
Ma ci piaceva ed eravamo tutte e due consenzienti e accaldati in quel momento e infervorati
continuammo.
Ancora sporca di sperma in viso, senza permetterle di pulirsi, la fece alzare e la portò davanti allo specchio lungo sull’anta dell'armadio, per osservarsi sulle scarpe con i tacchi, nuda, sudata, con le mammelle roventi dagli schiaffi, come una donnaccia, una puttana.
Lei si scrutò senza dire nulla, si vide nuda, oltraggiata con gli occhi rossi e il trucco sfatto dal sudore e sulle labbra dalla suzione delle nostre aste di carne, ma non disse nulla. Lui la prese per il braccio e la riportò al tavolo dicendole solo:” Mettiti in posizione!”
Lei capì e come le volte precedenti si piegò sul piano della tavola a novanta gradi pronta per farsi sculacciare, si mise in posizione solita e lui come sempre le assestò il culo allargandole un poco le gambe, poi si portò davanti a lei, dall’altra parte della tavola e le annodò i polsi a delle funi legate alle gambe del tavolo già preparate in precedenza che partendo dietro il piano, dalle gambe del tavolo stesso , scorrendo sul ripiano arrivavano fino alle mani, tenendola tese e lei obbligatoriamente giù.
Caterina preoccupata lo guardava chiedendosi come me, cosa significassero quella corda e perché la legasse per i polsi sulla tavola.
Girò nuovamente intorno e si portò vicino e dietro a lei, appoggiando il frustino alle natiche...
Credevo che quel frustino servisse per creare l'atmosfera e che non l'avrebbe mai usato su di lei e invece fu un salto di qualità e lentamente iniziò a colpirla.
“Staff!!” Una prima staffilata sui glutei che la fecero strillare e sobbalzare.” Cosa devi dire?” Le chiese chinandosi verso il suo orecchio.
“Grazie signore! ...” Rispose pronta Caterina.
“Brava! Vedo che hai imparato...”
E proseguì, una seconda, una terza e così di seguito ripetendo sempre lei a ogni staffilata “Grazie signore…” e ogni volta con la voce sempre più spezzata e tremolante, fino a farla gridare dal dolore, piangere e singhiozzare. Quelle frustate facevano più male delle sculacciate e in più le rigavano la pelle delle natiche, ma assurdamente assieme alla sofferenza ne provava piacere, si vedeva nelle pause in cui sospendeva per qualche secondo la battitura e glieli accarezzava assieme alla figa da dietro, che il suo viso prendeva un’espressione di sollievo, quasi godente.
Quelle sferzate, segnarono il suo bel sedere a strisce rosse. Mi sentivo confuso, colpevole, intontito e intimorito della piega che aveva preso, non erano più semplici sculacciate per giochi, ma atti e pratiche di bondage e sadomaso, da bdsm e mi sembrava impossibile che quella donna sottomessa in quella posizione che si lasciava frustare traendone
sofferenza e piacere, fosse mia moglie, la mia Caterina. Alle sue grida, alle fustigate volevo alzarmi e interrompere tutto, oramai erano diventati incontri sadomaso e non volevo che accadesse quello.
Ma lui mi fermò simbolicamente allungando il braccio verso me con il frustino dritto in mano dicendomi e forse minacciandomi:” Torna a sedere! Solo alla fine! Sai che tua moglie per ora è mia…”
Mi fermai e mi risedetti, non so se più eccitato o intimorito da lui e dal suo sguardo o da tutte e due assieme, comunque provavo una sensazione di stordimento piacevole, continuando lui a batterla.
Sotto i colpi di quel frustino lei si contorceva, facendo traballare e muovendosi da una parte e dall'altra lateralmente tutto il suo bel culo, ma legata ai polsi sulla tavola non riusciva a fuggire, impotente doveva ricevere e subire quelle staffilate. In preda a una strana eccitazione perversa, la colpì forte da far diventare le sue belle natiche pallide striate di rosso, solo allora smise, mentre mia moglie singhiozzava appoggiata con il volto lateralmente al piano della tavola.
Quella fustigazione su mia moglie lo aveva eccitato. E scelleratamente e assurdamente anche a me eccitò vederla punita per niente, solo per il gusto del piacere.
Quando terminò, lui c'è l'aveva di nuovo duro, non so se in modo naturale eccitato dall'aver frustato il bel culo di Caterina, o in modo artificiale con qualche pastiglietta di viagra o similari. Sta di fatto che c'è l'aveva di nuovo in erezione duro e dritto che le svettava e oscillava davanti, al contrario di me che preoccupato e incapace di intervenire ne godevo mentalmente seduto in poltrona con il cazzo mollo.
All’improvviso si mise dietro lei, con i piedi tra le sue caviglie, sputò sopra e insalivò bene con le dita la sua asta rigida e oscillante e la cappella, portandola verso il solco intergluteo del suo sedere striato. Pensavo che la chiavasse ancora, come era successo le altre volte e mi rammaricavo di non poterlo fare anch’io perché ero già venuto masturbandomi e invece dopo averle accarezzato e impastato con le dita le natiche dandole sollievo e benessere, fece scivolare la sua mano in basso sul solco gluteo come se cercasse la vagina, invece la ritirò un poco su e lo vidi che allargava le natiche mettendo della saliva tra loro e prima che io realizzassi cosa stesse facendo glielo puntò sull'ano spingendo forte la cappella sul suo foro posteriore, vergine e rosa.
Un sussulto e un urlo di dolore squarciò l'aria densa di erotismo, perversione e musica, mentre lui spingeva ed entrava prepotentemente nel sedere di mia moglie.
“Noooooooooooo!!!!”
Riuscì a strillare Caterina mentre dimostrava con quell'urlo di aver perso la sua verginità anale a 44 anni e per causa di un altro uomo più vecchio e non da me.
“Siiii!!!!” Rispose lui trionfante di averla deflorata analmente.
Anch'io d'istinto a quell'urlo mi tirai su con il busto dallo schienale della poltrona preoccupato, ma non mi alzai incapace di reagire.
Quando lo ebbe infilato dentro il suo retto, dopo alcuni secondi di pausa perché si abituasse al
cazzo, tra il suo pianto iniziò a muoverlo avanti e indietro, lentamente, tenendola dietro per i lunghi capelli neri, tirandoli facendole alzare in su il viso.
La sodomizzò davanti a me sdraiata e legata sulla tavola, dandole colpi profondi arrivando fino in fondo e dicendole volgarmente:
“Ti faccio diventare questo tuo bel buco del culo da signora per bene e borghese come quello delle battone in strada che lo vendono per 30 euro!” Con foga inculandola tra ingiurie e umiliazioni.
Sembrava un'altra persona da quella che conoscevamo, era come se si fosse trasformato e perversamente eccitato, offendeva mia moglie.
” Da oggi quando verrai qui ti truccherai sempre come le battone e ti vestirai come loro! Capitooo!” Urlò.
“Si! ...Si! ...” Ansimò Caterina dolorante in uno stato mentale confuso e sottomesso.
” E mi ubbidirai sempre e ti concederai a chi voglio io!! ... Capitooo!” Fece una pausa muovendosi dentro lei esclamando: “Lo farai?! Mi ubbidirai?!” Tirandole i capelli forte mentre il suo cazzo scorreva nel suo retto verginale ormai dilatato dalla sua asta rigida.
Caterina rispose di sì nuovamente, che gli avrebbe ubbidito.
Non riuscivo a credere a quello che vedevo e sentivo, quell'uomo era cambiato improvvisamente e mia moglie pure, la trattava come una puttana sottomessa e lei accondiscendeva, acconsentiva, come se io non ci fossi, non contassi nulla e il rapporto fosse solo con lui.
Ero incredulo a quello che assistevo, avrei voluto fermarli, ma oltre che piacere, provavo paura di lui. La stava sodomizzando e lei si assoggettava a lui e mi sembrava impossibile, non riuscivo a crederci.
Caterina dopo un primo momento di dolenza cambiò l'espressione del viso, da sofferente a quieto e poi in una espressione di benessere, piacevole fino a gioioso e partecipante.
Legata sulla tavola si lasciava sodomizzare da lui che la inculò appassionatamente, con lei passiva ma godente e al termine sborrandole dentro con suo sommo piacere, procurandole un forte orgasmo anale, dove con gli occhi lucidi di lacrime si scosse tutta cercando di tirare su il busto dalla tavola fermato dalle corde ai polsi, dondolando le mammelle e il suo culo brutalizzato. E io stravolto, timoroso e impotente, assistevo al primo orgasmo anale di mia moglie.
Fu solo allora che mi resi conto di come eravamo caduti in basso, di come per mio divertimento l'avevo trascinata fino a farla degradare con quell’uomo. Mi sentivo responsabile.
Eravamo partiti sei mesi prima da un incontro per una semplice sculacciata per gioco ed eravamo finiti alla sodomia e alla sottomissione sadomaso di mia moglie.
Mi resi conto che eravamo entrati in un vortice perverso che ci stava risucchiando, fui preso dal panico a vederla godente e ubbidiente, passiva e sottomessa, insultata e umiliata, piangente e gioiosa ad essere trattata in quel modo e inculata da lui, dopo esser stata schiaffeggiata e frustata da quell'uomo.
Al termine le slegò i polsi e indolenzita la fece tirare su e accarezzandole la natica e dandole un bacio sulla guancia la fece andare in bagno a lavarsi il viso pieno di sperma secco e a defecare. Ero sconvolto e angosciato più io che mia moglie.
Quando tornò, con lei in silenzio e il corpo arrossato dalle percosse, incurante delle parole rassicuranti di quell'uomo, l'aiutai a vestire ancora indolenzita. Quel suo splendido culo, magnifico sedere, era segnato da linee rosse orizzontale, era stato frustato e sverginato.
Lui capì che ero adirato.
“Non ti sarai mica arrabbiato!” Mormorò sorridendo.
“Si!” risposi: “Non erano questi i patti!... Questo non dovevi farlo!”
“Ma dai!... Se le piaciuto!... Chiediglielo a tua moglie e vedrai cosa ti risponderà. Sarebbe pronta a rifarlo domani stesso!” Esclamò.
Non gli diedi retta e senza guardarci negli occhi io e mia moglie, quando fu pronta uscimmo senza salutare con il suo volto ancora bagnato di lacrime e di sudore.
In silenzio raggiungemmo l’auto. Salimmo e senza dirci nulla, io con il muso e lei silenziosa ci dirigemmo verso casa, aveva gli occhi rossi, ma non piangeva più, notai che a differenza della prima volta riusciva a stare seduta seppur con dolore e difficoltà. Probabilmente la pelle dei glutei si era indurita e abituata alle percosse.
“Basta non ci andremo più!... Quell'uomo non ci vedrà più! “Gridai io improvvisamente mentre guidavo.
Lei restò in silenzio.
“Sei d’accordo?” Chiesi.
Scrollo le spalle:” Come vuoi!” Rispose.
Mi sarei aspettato più solidarietà alla mia reazione.
A casa tornò in bagno a defecare, fece i soliti impacchi di acqua fresca al sedere che gli aveva spiegato lui e ci mise come le volte precedenti ghiaccio e crema anti congestionante.
Osservandola mentre in piedi si spalmava la crema sul sedere segnato esclamai con rabbia. “Te la rovinato!”
Lei mi lanciò uno sguardo di sufficienza.
Ora la nostra vita è tornata normale, i segni sul sedere sono spariti e anche la mia rabbia, ora sono passati due mesi da quando scrivo, lui continua a mandare sms per incontrarmi e io a non rispondere, a volte penso all'accaduto e mi eccito lo ammetto. Più passa il tempo e più accetto quello che è successo, anche la sodomia a Caterina.
I rapporti sessuali con mia moglie non sono più come prima, non c'è più passione e complicità, amore e tenerezza tra noi, lei è diventata distaccata e fredda sessualmente. Per riuscire ad avere l'erezione e un rapporto sessuale completo e soddisfacente con penetrazione, assurdamente devo ripensare a quelle scene, a lui che la schiaffeggiava, la sculacciava e anche a quando la legava al tavolo e la frustava sul sedere e inculava e credo che ci pensi anche lei mentre abbiamo rapporti sessuali.
Tra di noi non ne parliamo, ma di sicuro lo pensa ancora, proprio perché non ne parla lo pensa, se non ne fosse affascinata lo avrebbe già detto da subito. Deve provare un'attrazione morbosa per quell'uomo, oserei dire perversa da subirne il fascino senile, da piacerle l’essere sottomessa e fustigata da lui….
Come me anche lei ha provato emozioni nuove, anche perverse che non riusciremo più a dimenticare. L'aver scoperto una nuova sessualità o forse la sua vera sessualità quella di essere una donna sado-maso, ci ha sconvolti e trasformati.
Non sono restato con le mani in mano… mi sono anche informato su internet di queste cose e con qualche collega esperto parlandogli in modo distaccato delle tipologie sessuali, e mi è stato confermato sia a leggere che ad ascoltare, quello che sapevo già, solo con l’aggiunta di particolari.
Che in questi casi tra la sculaccianda e lo sculacciatore si instaura un rapporto di dominazione sottomissione, con per fine il piacere sessuale di entrambi, anche se in forme e ruoli diversi. Che prima del piacere fisico, ovvero dell'orgasmo, viene il benessere e un intenso appagamento cerebrale, della mente, che si raggiunge attraverso il maltrattamento del corpo o la sua visione e che permette di far salire in superficie un’energia erotica più intensa che l’orgasmo.
Addirittura che in questi casi e tipi di rapporto come era capitato inizialmente a noi, la penetrazione sessuale è assente e la soddisfazione è molte volte, solo di natura mentale.
Che c’è un dominatore, chiamato “master” al maschile o “mistress” al femminile, e un sottomesso o sottomessa (in genere sono molto di più le femmine), chiamate “slave” che significa schiave. Che le pratiche erotiche che si basano sulla sottomissione e nei casi più estremi sul dolore, provocano un piacere e un legame che si viene a instaurare tra il dominatore e la sottomessa. Che chi domina prova gratificazione perché dispone a suo piacimento il corpo della sua slava, mentre chi è sottomessa, ne gode nel soddisfare i bisogni dell’altro, quello che considera il suo padrone e nell’impotenza di non poter dire di no alle richieste che le vengono fatte.
Ho letto e saputo anche che nonostante sia una pratica scandalosa e degradante fisicamente e mentalmente, la passione per il sadomaso, per il bondage e per la sottomissione, è molto diffusa e secondo le statistiche sono circa 4 milioni le coppie italiane che lo praticano.
Ma quello che mi spaventa non è la sculacciata in sé stessa, ma il loro mondo e che a mia moglie piaccia quel modo di vivere la sua sessualità oltre le sculacciate e si umili e sottometta a qualcuno per provare piacere e godere. E alla fine accetti i loro simboli, il collare, il guinzaglio. il bavaglio la museruola e tante altre cose. Per non parlare dello stile d'abbigliamento caratterizzato da capi neri ed in pelle...
A volte sono sincero, mi viene il desiderio di rifarlo ancora, ma non le dico niente, neppure che lui continua a mandare sms per incontrarla e possederla ancora in quel modo. Sono certo che se glielo chiedessi lei accetterebbe di incontrarci di nuovo e ho paura per lei, che lui diventi davvero il suo padrone e per me che mi piaccia essere assoggettato assieme a lei e assistere alla sua sottomissione…
Lui con quelle pratiche la rapita mentalmente, ha risvegliato o fatto scoprire una sessualità diversa che era latente in lei, che il dolore è anche piacere. E lei non è più la stessa, non dico come madre, moglie e maestra che è ineccepibile, ma sessualmente non è più la donna di prima, è cambiata e credo che sia vittima della sindrome di Stoccolma vera e propria e mi chiedo:” È possibile che una donna sposata con figli, amata e rispettata dal marito e dalla gente, di oltre quarant’anni di età, possa infatuarsi del proprio sculacciatore? Un vecchio? Ed essere attratta in modo morboso da quello che le pratica?”
Mi sento responsabile di quello accaduto, della sua e mia trasformazione e se un giorno dovessi cedere ancora al desiderio di un altro incontro sadomaso con lui, so già che quel giorno sarà la fine del nostro amore come lo intendiamo oggi e sarebbe la sua sottomissione totale e il mio asservimento a quell’uomo, perché io sì, è vero che mi eccita pensare certe cose, ma soprattutto non lascerò mai sola mia moglie, l'amo!
Spero che non accada mai, ma se dovesse succedere, un giorno lo scriverò in un'altra storia.
Grazie di aver letto il mio sfogo.
Dante.
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