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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

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IX° Non desiderare la donna d’altri

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI

 

 

 

IX° NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI.

 

 

CAP.41 DECADENZA E SOTTOMISSIONE

(triste resa)

 

Note:

Grazie a tutte le lettrici e i lettori dei Racconti di Milu e del Blog Immoralex che mi seguono.

 

Penultimo capitolo.

 

Le cose Stavano andando come voleva Salvatore, a lui non interessava avere, ma distruggere,

distruggere tutto quello che lui invidiava e non aveva.

Non le interessava possedere personalmente le donne, ma ingannarle, ricattarle, asservirle e

mostrarle nude e farle possedere pubblicamente da altri uomini.

Gioiva nel rovinarle moralmente ed interiormente, nel proprio io, nel corpo e nella mente, nei loro affetti profondi, privarle delle loro sicurezze, della loro intimità e renderla pubblica.

Assaporava la padronanza e la soddisfazione nel farle provare, l'umiliazione e la vergogna nel

farle sottostare all'ubbidienza, a degenerarle e condurle alla perversione.

Meglio se donne di buona famiglia e della buona società cittadina, signore bene e borghesi e rispettate nella società, mogli fedeli e madri esemplari, serie e soprattutto belle, erano quelle che prediligeva, che conosceva meglio psicologicamente, avendone sottomesse e rovinate molte.

Con Beatrice e la sua famiglia ce l'aveva avuta in modo particolare, per via della loro bellezza e desiderabilità, non c'era nessuno in città che incontrandole e vedendo il loro aspetto con i capelli biondi e lunghi e quei sorrisi di denti bianchissimi e perfetti, non restasse affascinato fino a desiderarle.

Era arrivato ad odiarle. Ma era riuscito a vincerle, a rovinarle, sottometterle, domarle, umiliarle e a trasformarle in quello che loro biasimavano e condannavano di più e che mai avrebbero voluto essere ... delle puttane... e questo per lui e i suoi collaboratori era motivo di grande soddisfazione.

Il corso della vita della famiglia Gometti oramai era cambiato, non era più la famiglia per bene, ammirata e invidiata da tutti, avevano preso la strada della depravazione e della prostituzione, nemmeno Martina ne era restata fuori, avevano pensato anche per lei.

Salvatore li aveva tutti in mano, Beatrice, Francesca, Serena e Carlo-Samantha e anche quella troietta di Martina ... e aveva cambiato loro i nomi, dandogliene dei nuovi, nomi d'arte e da lavoro per la loro nuova identità e professione; il prossimo passo sarebbe stata la delocalizzazione e il loro allontanamento definitivo dalla loro città e tra di loro.

Ora gli aveva dato il colpo di grazia, l'affondo, facendo in modo che la gente in città sapesse che non erano le persone oneste e rispettabili che sembravano, ma che erano piene di debiti, che Beatrice e i figli si prostituivano e suo marito era scappato all'estero ricercato ….

L’infamia, la vergogna e il disonore. Oramai erano diventate succube di quegli uomini, non potevano più tornare indietro e lentamente pensando come loro, invece di uscirne da quella situazione, ne sprofondavano dentro sempre di più, nella depravazione e nella perversione, accettandola e facendone parte di loro, del loro modo di vivere e di pensare.

Ognuna indipendentemente e all'insaputa dalle altre era trascinata sempre più in basso, legandosi volenti o nolenti sempre più ai loro aguzzini.

Erano passate dall'obbligo di sottostare alle loro volontà, all'accettazione e poi alla rassegnazione della loro nuova condizione, trovando in loro rifugio e sicurezza alle loro paure proprio lì nella perversione, che con il tempo si trasformò in gratitudine e riconoscenza, mutando l'odio in affezione e poi l'affetto in attrazione, fino quasi ad amarli davvero. Erano meccanismi di difesa mentali, erano vittime chi più e chi meno anche di loro stessi, chi prima e chi dopo della sindrome di Stoccolma, della vittima che si lega al suo carnefice.

Avevano passato il punto di non ritorno, non sapevano più reagire, vivevano con due compagne fedeli dentro di loro, che le accompagnavano in ogni momento della loro giornata; la paura e la vergogna, due emozioni negative.

La prima le creava, difficoltà intellettiva, ricerca di aiuto e protezione istintiva e non importava chi fosse a sedare queste emozioni e con che cosa, se Clelia o Vlade o qualche altro.

L'altra, la vergogna, sentinella e giudice del loro intelletto, che le mostrava nella loro

autovalutazione il loro fallimento globale nel rispetto delle regole, civili, sociali e morali, il loro

cambiamento e trasformazione fisica e mentale, ma soprattutto, l'accettazione di questo.

Astutamente le facevano vivere separate, a volte comunicavano tra loro con il cellulare, sempre con il permesso del loro protettore e si dicevano sempre contente e che stavano bene, per non dare dispiacere le une alle altre, ma non era vero.

Così isolate erano deboli e vulnerabili, ma soprattutto smarrite.

“Divide et Impera “... Era il motto di Salvatore e Clelia.

Dietro consiglio e istigazione di Clelia e delle sue nuove colleghe di lavoro, Beatrice-Ramona si

era separata legalmente da Roberto e aveva chiesto il divorzio e visto che lui era diventato un delinquente latitante, certamente glielo avrebbero dato.

Beatrice era l'unica che durante tutto lo svolgimento della storia saltuariamente era restata a vivere a casa sua, nel suo bellissimo appartamento.

Solo negli ultimi tempi l'avevano allontanata portandola a vivere da Vasilica, la tenutaria puttana rumena, in un appartamentino della periferia della città, vicino dove si prostituivano, con lo scopo che la controllasse e in modo avere il suo ex grande appartamento libero.

Lei era la sorella maggiore di Vasilici, il magnaccia rumeno divenuto amante e protettore di Carlo/ Samantha il figlio di Beatrice. E fingendo falsa amicizia con lei, Vasilica l'aveva aiutata nella sua depressione facendole assumere per stare meglio, sostanze stupefacenti per bocca, che la facevano stare meglio e diventare dipendente, come a sua figlia Francesca e se facevano quello che le dicevano loro, non le mancavano mai. Ma Vasilica la condizionava anche nelle scelte, ma peggio, l'aveva plagiata inducendola ad accettare la sua nuova vita e quelle dei figli, quel nuovo suo ruolo che aveva di puttana, senza vergogne e ripensamenti e tutto sommato nella sua disgrazia di essere grata e riconoscente a Salvatore e Clelia che la proteggevano e sostentavano non facendole mancare niente per farla stare bene.

Il negozio e la casa non ce l'aveva più, li aveva presi Salvatore, l'appartamento con il suo

arredamento meraviglioso era stato dato in affitto a una coppia benestante del posto che anche lei conosceva, di cui la moglie aveva sempre sognato la casa meravigliosa di Beatrice e ora l’aveva avuta. Il negozio lo aveva riconvertito affittandolo ai cingalesi, ed ora dentro quello splendido negozio in centro, dove prima si vendeva pelletteria e accessori griffati, di marca e di lusso, ora veniva venduta cianfrusaglia da bancarella del mercato a 3- 4 euro.

Oramai era una puttana, lo sapeva e ci si sentiva, come le sue figlie d'altronde, ora che si

accettava in pieno, doveva solo gioire di quello che era e tutto le sarebbe pesato meno e l'avrebbe vissuto in modo differente, non ne avrebbe sofferto.... e lei si accettava, sentendosi puttana, ma non solo per i soldi che ne vedeva pochi, ma perché iniziava a piacerle vivere in quel modo.

Anche il suo look era cambiato, su consiglio di Vasilica e delle colleghe si era abituata a vestire in modo provocante e volgare, da puttana tardona, abiti stretti e indecenti all'inverosimile che evidenziando le sue forme mature e ancora piacenti.

Come le ragazzine indossava le minigonne e le scarpe con tacchi alti, mostrando le sue cosce

Belle, piene, mature e ancora eccitanti.

Su disposizione di Vasilica aveva tinto i capelli rosso fuoco e iniziato a truccarsi il viso in modo

vistoso e pesante, ornandosi con chincaglieria appariscente e sgargiante, bigiotteria da quattro soldi, da bancarella, simile alle colleghe albanesi e rumene ed era oscena ma molto provocante e attraente.

Oramai Beatrice non sapeva più reagire, era diventata Ramona, la conoscenza di quello che erano diventate le sue figlie l'aveva affranta. Non c'era neanche il marito a sostenerla e a condividere quella afflizione.

Lo odiava, lo odiava…lo odiava.... Non voleva più vederlo e preferiva vivere in un’altra città, fare la puttana con Vasilica, dove non la conoscevano piuttosto che ritornare con lui.

Era sola, l'unica protezione e sostegno paradossalmente lo trovava con quelle persone che a loro modo la proteggevano, spingendola sempre più in basso, iniziando ad affezionarsi a loro.

Quindi, non c'era più niente che la legasse al passato, alla splendida e invidiata signora Beatrice Angeli in Gometti, la moglie borghese e fedele, mamma modello ed esemplare, amata, stimata e rispettata da tutti, ora c'era solo Ramona... la puttana.

Francesca, anche lei si prostituiva, non batteva più come all'inizio sulla strada come suo fratello, ma si vendeva in un appartamento di lusso, era diventata una squillo su appuntamento ed escort.

Come sua madre era schiava delle sostanze che assumeva, che le facevano stare bene, senza depressione, di Vlade e dall'essere incinta.

Dopo quello che era successo nel locale Macumba, aveva avuto una crisi profonda, sia psicologica che sociale, un crollo che l'aveva portata alla depressione e con l'aiuto di Clelia e Vlade e di quello che le davano per tirarla su, aveva iniziato a stare bene ed ad accettarsi.

Nella sua fragilità mentale si erano insinuate anche le altre ragazze, le sue giovani colleghe

Prostitute, che con la scusa di aiutarla ed esserle vicine come nuove amiche sincere che la capivano e sostenevano ... al contrario, plagiandola la tiravano sempre più giù verso quel nuovo mondo fatto di sesso, quello che loro oramai avevano scelto come professione e vita, un mondo perverso e depravato.

Viveva nella stanza dove si prostituiva, come una prigioniera volontaria, con Vlade, che oltre ad esserne diventata la sua puttana, ne era anche la sua amante... di quel piccoletto panciuto albanese.

Era sfiduciata, ora odiava le persone che le parlavano dietro, mentre prima se ne fregava.

False persone che la guardavano e sogghignavano quando passava o la vedevano per strada.

Un giorno presa dalla rabbia e dall'isteria per gli sguardi ironici delle sue conoscenti, si mise a

urlare per strada:

“Si!!... Sono una puttana!! ...E allora? C'è qualcosa che non vi va?” ...Lasciando i presenti sorpresi e increduli.

Poi si allontanò con le lacrime agli occhi.

Nell'ambiente il suo nome era Deborah e tutti la chiamavano così oramai, anche sua sorella …

Quando Beatrice seppe che anche Francesca si prostituiva come gli altri suoi figli, ebbe una crisi di nervi e si sentì male, corse da Salvatore e Clelia a chiedere perché:

” Perché anche loro?... Perché mi avete fatto questo?... Perché vi siete presi anche i miei

figli? ...Era solo me che volevate, lo ripetevate spesso, perché allora anche loro?” ...Ripeté

piangendo.

“Avete me che sono vostra!... La vostra succube, la vostra schiava ... che bisogno c'era di

coinvolgere i miei figli? “

"Guarda che noi non abbiamo costretto nessuno a prostituirsi." ...Rispose perfidamente mentendo Clelia quando se la trovò davanti irata, mentre Salvatore la scrutava freddo e in silenzio, osservandola con sufficienza, mentre lei iniziò a spiegarle:

" Tua figlia Francesca era stata lasciata dal il suo fidanzato, non so per che motivi e non mi

interessano!” ...Precisò decisa continuando:

“Era arrabbiata e depressa, voleva cambiare, fare una vita diversa.

Io la informai che per fare una vita diversa ci vogliono i soldi e un buon lavoro, ricordandole che lei con la reputazione che si era fatta, un lavoro da Dottoressa in legge per diventare avvocato non lo avrebbe mai più trovato e come ho detto a te, se voleva guadagnare tanto e in fretta, poteva andare da Vlade che l'avrebbe aiutata.

Lei è andata da lui, consapevole del lavoro che avrebbe dovuto fare, quello della puttana, di

vendersi il corpo, la figa, il culo e la bocca, Vlade gliene ha parlato e lei ha accettato e ha iniziato a lavorare per lui assieme alle altre ragazze del suo entourage, rumene e albanesi.

All'inizio la fatta battere un po' in strada, nei viali in fondo alla città, per qualche settimana, per 30 euro a chiavata in modo che si svezzasse e abituasse a fare ed a essere puttana.

Poi quando ha visto che per la sua bellezza era molto richiesta e aveva imparato bene e in fretta il “mestiere” di lucciola, diventando una gallinella dalle uova d'oro e i clienti facevano la fila con l'auto per chiavare con lei, la fatta diventare la sua donna, diventandone così amante-padrone e la tolse dalla strada.

Spostata dalla strada la fatta lavorare un po' nel locale Macumba a trattenere e accompagnare i clienti come un entrenause e a fare qualche spettacolino hard, poi visto che per la sua bellezza e iniziali capacità da sgualdrina era molto richiesta anche lì, la portata in un suo bordello di lusso dove lavora ancora adesso e guadagna molto bene, se ti interessa minimo 400 euro a incontro e riesce a farne anche dieci in un giorno. Fai un po' tu i conti!!” ...Le disse procedendo:

“Vlade ha dei progetti su di lei, oltre che sessuali anche professionali, visto che conosce bene la

legge ed è competente in diritto, tra un po' di anni, dopo che si sarà fatta le ossa, la metterà al

servizio della sua scuderia per le sue capacità legali, diverrà un avvocato prostituta per il suo

bordello e farà i suoi interessi e un giorno non lontano potrà diventare una tenutaria, gestire lei stessa una casa d'appuntamento sua, ci arriverà presto ...è molto brava.

Con il tempo diventerà come me ne sono sicura. Una seconda Clelia! “...E rise...dicendo:

“Ora ubbidisce a Vlade che è il suo magnaccia e lo teme, avendo provato la sua ira su di lei, sulla sua pelle. “...Esclamò ridendo ancora, facendo rabbrividire Beatrice.

“La picchia?” ... Chiese lei.

“No!” ...Rispose perfidamente Clelia:” Ma sai come sono le ragazze oggi, ogni tanto hanno bisogno di una strigliata per farle capire chi comanda e Vlade non le risparmia certo qualche schiaffo in viso e tu lo sai. E poi a certe donne piace essere picchiate!” ...E rise di nuovo. Poi diventando seria continuò:

“Quindi prenditela solo con lei o con il fato per la scelta che ha fatto.” ...Aggiunse seccata.

È stata una sua scelta consapevole e non dispiacertene, Vlade non è bello, è piccolo di statura e con la pancia, ma con il tempo si affezionerà a lui e a modo suo la tratterà bene.”

Seguitando a parlare proseguì:

“Con Serena fu facile, lei timida e fragile fu la l’ultima per nostra scelta a cedere alle nostre volontà e ad accettarsi come l'avevamo voluta noi e con il nuovo nome Lulù.

Come suo fratello, lo stravolgimento mentale e fisico di essere stata lasciata dal fidanzato, l'avevano indotta a una profonda crisi esistenziale, per uscirne fuori venne a casa mia e dopo la depressione, aiutata e consigliata da me e madame Ingrid incominciò ad accettarsi così com'è.

Lei oramai è fetish, è, e si sente una porno attrice davvero.”

Clelia si divertiva, godeva nel raccontare a Beatrice quei particolari sui suoi figli, la loro

trasformazione e accettazione alla depravazione e vederla soffrire, mentre Salvatore la guardava distaccato, ascoltando senza intervenire, con disprezzo, come un padrone, sorseggiando un bicchiere di vino rosso e lanciando in aria boccate di fumo puzzolente di sigaro.

Beatrice con le lacrime agli occhi ascoltava le informazioni che le dava anche su Serena, cercando di capire come potesse essere accaduto che lei tanto fine ed educata, attaccatissima alla famiglia, al suo ragazzo e soprattutto ai suoi capelli d'oro e che per nulla al mondo avrebbe tagliato, fosse finita così, trasformata in quel modo ...calva.

Clelia andò avanti:

“Vuoi sapere come Serena ha fatto quelle scelte? “... Le chiese decisa:” Te lo dirò, così ti tranquillizzerai, non c'è stato nessun complotto e nessun ricatto, sia ben chiaro!”

Dicendo mezze verità e mezze bugie iniziò mentendo:

“Una sera è venuta al Macumba…” Beatrice la interruppe.

" È stata anche lei al Macumba?” ...Domandò.

“Si con Nabil!” Rispose Clelia.

“Con Nabil? …Anche lei!?"... Ripeté Beatrice incredula e angustiata.

" Si! ... Ma non chiedermi cosa hanno fatto, se l'ha chiavata lui o qualche altro. Non so!... Queste

cose non mi interessano e non fare scenate per queste novità di cui verrai a conoscenza.” ...La

avvisò.

Seguitando a mentire l’aggiornò:

" Fece uno spettacolino di spogliarello! ...Di sua iniziativa.” ...Senza dirle di quale tipo, né lei

glielo chiese immaginando da sola di che tipo fosse.

“Forse aveva bevuto, non so! ...So solo che è stata applaudita e richiesta più volte dal pubblico, a lei è piaciuto esibirsi, mostrarsi ed ha iniziato a fare spettacoli hard al Macumba.”

Guardando Beatrice come per colpevolizzarla continuò:

“Anche lei patì molto della situazione famigliare che avevate creato tu e tuo marito, era in crisi, la vostra separazione, scoprire che sua madre si prostituiva, vedere suo fratello diventare trans, lo spettacolo della gabbia al Macumba, avevano inciso profondamente in lei.

Non ultimo quella rasatura per renderla calva, che fu il colpo finale e la cambiò non solo

nell’aspetto, ma anche nell'animo, non riconoscendosi più in Serena quando si guardava allo specchio. “

“Che spettacolo della gabbia?” ... Chiese Beatrice curiosa e preoccupata...

” Oh nulla di particolare ... “Minimizzo Clelia: “…alcuni giovani scalmanati la presero e misero nuda in una delle gabbie penzolanti che sono al Macumba, alla vista di tutti. “

“Diooo !!...Diooo!” ... Esclamò Beatrice portandosi le mani sul viso.

Ma Clelia incurante del suo tormento e disperazione, felice proseguì: “Con lei fu facile, essendo debole di carattere.

Quando litigò e il suo fidanzato la lasciò, non ebbe nemmeno la forza come fece Francesca di

negare le accuse che lui le faceva, stava in silenzio ad ascoltarlo, passiva e piangente. Me lo ha

detto lei e ha trovato in me e nelle altre ragazze del Macumba il conforto che tu non le hai dato. “

Fece una pausa guardando Salvatore che con un cenno del capo le fece capire di andare avanti e proseguì:

“Quella sera per caso ha conosciuto anche quella lesbica di Madame Ingrid che è una mistress,

hanno fatto amicizia, hanno bevuto e ballato assieme, poi si sono baciate sulla bocca e si è messa con lei, diventandone amante, lasciandosi convincere a cambiare look ed a farsi rasare a zero. È davvero stata molto brava madame Ingrid a riuscirci, deve averla fatta innamorare molto. Ora vive con lei, la istruisce e le insegna l'arte hard-fetish, oltre a farle girare video porno e farsi soddisfare lei sessualmente. È la sua amante! ...E l'ha iniziata al lesbismo, a ciucciare e leccare le mammelle la figa come una vera cagna.”

Beatrice era nervosa, agitata e allarmata da quelle parole, ma non interrompeva.

“La convinse e fece innamorare tanto, che Serena cambiò completamente il suo stile di vita, dagli abiti seri e sobri, passò ai capi di pelle nera borchiati, iniziò a farsi inanellare e tatuare varie parti del corpo, anche quelle intime e mostrarsi seminuda o nuda in pubblico.

Si trasformò in una dark -fetish molto bella e attraente anche se calva, con unghie smaltate nere e rossetto scuro sulle labbra e lei lasciava fare a madame Ingrid, la seguiva nei suggerimenti.” ... Disse Clelia …

” Suggerimenti o comandi??” ... Sbottò seria Beatrice. “Facile circuirla dopo che le è stato fatto il lavaggio del cervello!”

“Fai tu! ...interpretali come vuoi!” ... Rispose con superiorità Clelia.

Poi continuò, mentre Beatrice attenta, malinconica e infelice l'ascoltava:

“La fatta entrare nel mondo fetish e sado-maso, diventare una soumise, una cagna e lei accettò senza reagire quella nuova condizione, che iniziò a piacerle.

Nessun obbligo, era predisposta a diventare così … una cagna!... Come suo fratello a diventare

trans!” … Dichiarò Clelia, mentre Beatrice ferita da quelle parole la guardò con uno sguardo d'odio profondo, ma lei proseguì non curandosene, godente di umiliarla.

È entrata in un mondo nuovo, particolare, con le sue regole non scritte che anche tu conosci,

iniziando a fare spettacoli e video porno-fetish, che terminano sempre con atti di perversione su di lei.

Ricordo ancora le parole che le disse madame Ingrid per convincerla ad accettare:

<Farai spettacoli hard come le altre ...devi solo mostrare la bellezza del tuo magnifico corpo... Devi solo esporti ai clienti e vedrai, poi ti piacerà mostrarti, esibirti, piace a tante ragazze, non riuscirai più a farne a meno dopo.> 

E aveva ragione!” ...Esclamò Clelia compiaciuta, seguitando il discorso:

“<Verrai pagata profumatamente a percentuale e guadagnerai molto con i video, farai anche qualche hard-show alla sera al Macumba con le altre ragazze e se vorrai anche da sola...e poi per guadagnare di più ... darai la tua disponibilità ad effettuare incontri privati con chi lo richiederà. Inoltre abbiamo un nostro sito internet, dove venderemo i video che gireremo e avrai tanti clienti, fans e ammiratori!... Diventerai una star del porno, una porno attrice!>...La invogliò esaltata madame Ingrid dicendole inoltre:

<Mi hanno detto che ti è sempre piaciuto fare spettacoli, che anche da bambina facevi le recite alle elementari e da studentessa rappresentazioni teatrali, ora eccoti accontentata, potrai fare video, film e spettacoli hard, esibirti e recitare come vuoi.>” ...La informò.

"Del resto! ..." Disse Clelia perfidamente:" Anche tu hai fatto uno spettacolo al Macumba ...

ricordi? “

Beatrice a quelle parole si mise le mani sul volto e pianse, se lo ricordava benissimo quello

spettacolo e il pensiero che lo faceva anche Serena, la sua bambina, su quel palco nuda in preda a degli uomini, la inquietava.

"Accetta la realtà, la vivrai meglio!... Non è poi la morte di nessuno, se ogni tanto le tue figlie

vendono la figa. Ci sono tantissime ragazze che lo fanno e si fanno molta concorrenza tra di loro e poi anche tu lo fai, oramai sei diventata una di noi.

E io? ...Io… " Disse ridendo:" Che dovrei dire? ...Io che la venduta a tutti per più di 40 anni!!”

Beatrice non rispose, seguitò a singhiozzare con le mani sul viso e il capo piegato sulle gambe,

mentre Clelia proseguiva parlandole di Carlo.

“Lui ha fatto la sua scelta, aveva già questa tendenza omosessuale e dopo essere stato con Nabil, si scoprì donna e che le piaceva, al punto che pur di non perderlo, gli ha offerto su un piatto d'oro la sua fidanzatina Martina, lasciando che se la chiavasse, inculasse e diventasse la sua puttanella.

Poi sai anche tu i tentativi che inutilmente hai fatto per cercare di farlo restare etero, ci sei pure andata a letto, ti sei fatta chiavare da lui e ne sei diventata la sua amante per un certo periodo, ma senza risultato.

Col tempo lo sai, ha iniziato a travestirsi aiutato ed esortato dalla sua fidanzatina Martina a cui

piaceva vederlo in abiti femminili, finché scoprendosi femmina è diventato un vero trans. Se questo ti può tranquillizzare è attivo e passivo, ma la sua vera natura è di sentirsi donna, come te, le sue sorelle e Martina. Le piace essere un trans, è la sua natura.

Una sera dopo essere passato da Gilda l'estetista assieme alla sua fidanzatina e aver subito il

trattamento, depilato e travestito fino nell'intimo, con parrucca e trucco, molto femminile, venne al Macumba con Martina e Nabil e scoprì che le piaceva essere osservata e ammirata come tale.

Le piacque e si accettò con gioia, fu folgorato da quella nuova identità, tanto da cambiare nome. Sai chi le ha scelto il nome Samantha...Indovina!”

“Non so!” ... Rispose Beatrice perplessa:” Gilda?” ...Replicò

“Noooohhh!!!...Cara la mia Ramona, non Gilda, ma la tua prediletta Martina, la sua fidanzatina a cui tanto piaceva vederlo in abiti femminili e non ha esitato a istigarlo e a farlo diventare donna. La colpa è soprattutto sua che invece di aiutare e capire Carlo, si faceva chiavare da Nabil. Beh! ...Ora ce l'ha per sempre femminile!” ... Esclamò ridendo, mettendole falsamente in cattiva luce Martina che fino a quel momento Beatrice aveva sempre protetta.

“Quella sera conobbe quel magnaccia di Vasilice il rumeno, il fratello della tua tenutaria Vasilica, gli piacque, ballarono e si misero assieme e ora vive con lui, che le fa da amante e protettore e la porta a battere sulla strada, ma a lui/lei piace.” ...Disse ridendo.

Beatrice sconsolata ascoltava in un gelido silenzio, affranta, mentre lei continuava in quella tortura psicologica:

” E credimi! ...Di Martina non gli interessa proprio più niente se a chiavarla è Nabil o Salvatore o qualche altro albanese o rumeno. Lui è tranquillo, ora, ha trovato la sua dimensione interiore, la sua vera natura nell'essere donna come voi.

Rassegnati hai tre figlie adesso.” ...Le mormorò perfida.

“Ora lui si prostituisce per i Rumeni, che lo portano a battere, ma ne è felice credimi, ama Vasilici anche se ogni tanto gli fa capire in modo brutale chi comanda e chi è il suo padrone.”

Cambiando personaggio, sempre gettando occhiate perfide a Salvatore che stravaccato sulla poltrona girevole della scrivania, tirava boccate al suo sigaro puzzolente sorseggiando il vino, Clelia iniziò a parlare di Martina.

“Lo stesso vale per Martina!” ...Esclamò improvvisa.

“Martina è l'unica che vive ancora a casa propria ed è l'unica che ha conservato il suo look

originale, quello da ragazzina per bene, vestita e pettinata come ha sempre fatto, per non destare sospetto ai suoi genitori e conoscenti, vivendo lei ancora in famiglia.

Però non credere che sia libera di fare quello che vuole! ...Anche lei ogni giorno come una reclusa in libertà vigilata, si deve fare vedere da noi, soprattutto da Nabil, sottostare alle sue voglie e restare con lui nel tempo libero.

Gli ordini di Salvatore su di lei sono stati chiari, resta quella che è per ora, ma è la succuba di Nabil e delle sue voglie, che la chiava e la incula quando vuole.

Quella bella ragazzina con gli occhi azzurri, bionda come il grano e pallida come il latte è un regalo che Salvatore e io gli facciamo perché è nostro figlioccio, ma soprattutto per la sua fedeltà verso di noi.”

Beatrice ebbe una stizza di rabbia alla conferma che Martina era la sua succube, conoscendo bene quel bastardello marroncino e le sue capacità sessuali e rispose:

“Forse Martina ha accettato la situazione di vivere in quel modo con lui, per paura di voi … o per le sostanze che le dà Nabil!”.

“E perché?... In fondo le piace essere così e ne gode...no?

Non crederla tanto santarellina, se sapessi cosa ha fatto e fatto fare al tuo Carlo, non la difenderesti tanto.” … Controbatté Clelia continuando:

” Lei pensa che prima o poi finirà tutto quando Nabil partirà e verrà lasciata libera.

Ma ti faccio una confidenza Ramona...” ...Disse Clelia furtiva chiamandola con il soprannome da

puttana: 

“Per lei abbiamo in mente qualcosa di particolare, altro che un semplice look diverso, quando sarà il momento vedrai, qualcosa di veramente rivoluzionario. “

“Che cosa?” ...Chiese curiosa Beatrice.

” Lo saprai quando sarà il momento!” ...Rispose Clelia sorridendo, devi pazientare qualche giorno.

Immaginava che a lei sarebbe capitata la stessa sua sorte e delle sue figlie, solo più tardi che a

loro, ma d’altronde, anche lei e i suoi figli erano stati trasformati pensò.

Ma quello che avevano pensato per Martina era una vera e propria crudeltà.

Clelia riprese il discorso:

“Ora sta bene, non fa niente oltre che stare con Nabil, fumare erba e sottostare alle sue voglie

sessuali maghrebine, se non qualche chiavata o inculata extra su ordine di Salvatore con qualche suo conoscente.

All'insaputa dei suoi ha smesso anche lei di studiare e andare all'università come i tuoi figli.

Cosa le serve studiare a una ragazza bella come lei? ...Per quello che abbiamo in mente deve imparare a cucinare, lavare indumenti e mutandine e allevare figli …altro che studiare!

Sai cosa ha detto ai suoi genitori alle voci che hanno sentito su Carlo e sul vostro conto?

Che lo aveva lasciato già da qualche mese e non lo vedeva e sentiva più da parecchio tempo,

perché si era accorta che era omosessuale, e che ora lei frequenta un'altra compagnia, di ragazzi seri e rispettati e loro ne sono felici, mentre invece continua a frequentare Nabil, ad essere la sua puttanella.” Fece una pausa e proseguì:

“Ora ai suoi, dietro mio suggerimento, ha iniziato a dire che vuole vivere da sola, per conto suo, emanciparsi, oramai a 18 anni e si sente una donna completa e probabilmente è vero!” …

Disse Clelia ridendo:” Con tutti i cazzi che ha preso in culo e in figa!” ... E rise ancora continuando il discorso:

” Ma per loro è ancora la loro bambina e sono contrari che si allontani, ma lei insiste e per noi va bene, ci serve che dica così, per quello che abbiamo in mente su lei.”

Beatrice non capì il senso di quelle frasi e si toccava i riccioli rossi innervosita da quelle parole, da quelle verità. Quale vita sarebbe capitata a Martina? ...Si chiedeva curiosa.

Clelia vedendola così pensosa e preoccupata continuò:

“E' così Ramona!... Lo devi accettare, ognuno di loro ha fatto la sua scelta come tu hai fatto la tua, siete tutti maggiorenni." Proseguendo il discorso:

"E non è detto che dovete farla tutta la vita questa professione, lo fate per un pò di anni, vi togliete i debiti e vi mette qualcosa da parte e poi smetterete e potrete anche rifarvi una nuova vita, una nuova verginità!” ...Esclamò sghignazzando.

Beatrice aveva ascoltato passiva, senza sapere e volere replicare. Oramai si accettava e accettava anche gli altri, i suoi figli e con loro quello che sarebbe successo anche a Martina.

Poi perfidamente Clelia dopo un’occhiata a Salvatore aggiunse:" Ah! ...Dimenticavo di farti gli auguri! "

"Auguri per cosa?"... Chiese stupita Beatrice ....

“Come non lo sai? ... Non te la ancora detto Francesca?"

"No!... Che cosa deve dirmi? “... Domandò preoccupata.

E con un sorriso perverso esclamò: " Stai per diventare nonna!!"

"Nonnaaa!?" ... Ripeté come un automa Beatrice, non capendo appieno il senso della parola.

"Si nonna! ...Nonnaa!!... Non sei contenta? ... Tra cinque mesi circa, adesso non so di preciso."... La informò.

" Ma come è possibile? ... Francesca incinta?? ... Ma!... Ma! ... È impossibile che sia incinta! ...Sei

sicura?” ... Domandò.

Era sorpresa e attonita da quell'informazione, riflettendo esclamò:

"Oddio e di chi?  ...

Con un ghigno di soddisfazione perversa sul viso Clelia completò l'informazione:

" Di Nabil!... Si di Nabil! ... E chi se no? Vi ha chiavate tutte… tutta la famiglia Gometti!" Disse ridendo perfida.

" Di Nabil ??"... Farfugliò confusa e turbata.

" Ma!... Ma!...."Non fece in tempo a formulare la frase che Clelia la precedette.

"La chiavata solo una volta, con lei consenziente, ma sai come sono i ragazzini, diceva che sapeva controllarsi, trattenersi e invece sul più bello sentendo tua figlia godere forte nell'orgasmo e la sua bella figa calda si è lasciato andare e le ha sborrato dentro riempiendola tutta e a fondo.”

Poi sempre con perfidia, per umiliarla di più aggiunse:

" C'è da dire per onor del vero, che lei non ha fatto niente per toglierselo da dentro quando si è

sentita sborrare, anzi sentendo il caldo degli schizzi si è dimenata di più, muovendo il sedere e

spingendolo verso di lui, ricevendola tutta."

"Ma come è possibile?... E'… è ... è ... un marocchino lui !!" ...Gridò Beatrice alzandosi.

" E allora? … Non sarai razzista?... Se fosse incinta di un bianco, un albanese o rumeno o Italiano cambierebbe qualcosa?"...Chiese Clelia perfida.

Beatrice non rispose, era senza parole, si risedette, senti crollarsi tutto addosso, quel piccolo

scarafaggio olivastro gli aveva messo incinta la figlia, la sua bambina, gliel'aveva ingravidata.

Era prostrata, delusa, triste, amareggiata, più che a sentire e sapere che era una puttana.

Chiese e ottenne di mettersi in contatto con lei, di rivederla.

Passarono un paio di giorni, quando si incontrarono e vide Francesca si mise a piangere,

l'accarezzo in viso dolcemente e l'abbracciò forte:" Ho saputo! ...Sei incinta!"... Esclamò.

" Si mamma!" ...Rispose lei abbracciandola.

" È una bella notizia." ... Abbozzò muovendo appena le labbra Beatrice, staccandosi da lei e

guardandole il ventre. La gravidanza incominciava a intravvedersi sotto i vestiti dando forma

arrotondata al suo globo addominale, senza accennare minimamente di chi fosse il padre.

Anche Francesca si guardò bene da dire chi fosse il padre, forse vergognandosene.

"Abbi cura di te e di lui amore, mi raccomando!” ... Disse maternamente accarezzandole ancora il viso con gli occhi umidi.

” E se hai bisogno di qualcosa, qualunque cosa, cercami che sono sempre disponibile."...Le

sussurrò.

"Si mamma, lo farò, stai tranquilla, se è una femmina la chiamerò come te Beatrice." ...A quelle

parole si commosse e riprese a piangere.

"Su mamma! ...Non piangere dai!... Va tutto bene, i soldi adesso non ci mancano. Facciamo solo

una vita diversa che abbiamo accettato."

Stettero sedute vicino a parlare una mezz'oretta, mano nella mano, Francesca si complimentò

falsamente del suo nuovo look:” Stai bene con i capelli ricci e rossi mamma. “Le disse: “Anche il tuo nuovo aspetto è diverso con questi abitini stretti, è più giovanile.”

Beatrice sorrise:” Oh mi sono lasciata convincere da Vasilica e dalle mie nuove amiche.” ... Esclamò schernendosi.

“Ma stai bene mamma sembri un’altra!” ... Ripeté. Sorrise ancora, poi continuarono a parlare di altre cose, di Carlo, Serena, capì che Francesca sapeva tutto, ma non le parlò di suo padre, suo ex marito, non aveva senso ormai, lei aveva chiesto il divorzio.

La mezz'ora passò in fretta, si salutarono, baciandosi sul viso e abbracciandosi forte con

l'intenzione di rivedersi presto e si allontanarono.

Quando furono sole chiese a Clelia:

” Allora smetterà di prostituirsi ora che aspetta un bambino?”

“Che cosa?... Non dirlo nemmeno per scherzo! ...Non sai come sono richieste le ragazze incinta con il pancione a vista da chiavare, i clienti ne vanno matti, arrivano a pagare anche il doppio e il triplo per chiavarle.

Finché potrà si farà chiavare anche con il pancione, in genere si può fino al settimo ottavo mese basta che il cazzo non sia molto lungo, quando non potrà più, se lo farà mettere in culo e farsi solo inculare, oppure fare pompini ... e lei è brava con la bocca e la lingua, ha imparato in fretta e bene. I clienti, specie quelli maturi, ma anche i giovani, pagano molto bene per chiavare le donne incita e Vlade lo sa.

Oramai il dado era tratto, erano chiuse tutte in gabbia.

La vendetta di Salvatore si era compiuta più perfida, perversa e depravante che mai, ora doveva solo pensare a dividerle, allontanandole ancora di più tra loro per fare in modo che restassero sempre così, in quel ruolo di puttane e sottomesse.

Decise di incontrarle tutte assieme per definire alcuni aspetti e dare loro disposizioni e modalità sulla loro nuova vita, oramai il momento era arrivato.

L'appuntamento fu fissato due giorni dopo alle 16 nel suo ufficio, dovevano esserci tutti e tutte insieme, Beatrice/Ramona, Francesca/Deborah, Serena/Lulù, Carlo/Samantha e Martina, oltre che Salvatore, Clelia, Nabil, il contabile, Vlade, Vasilici e Vassilica e madame Ingrid.

Tutto era pronto per il finale, per la chiusura della vendetta di Salvatore e della loro storia.

 

 

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