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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

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IX° NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI.

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VIETATO AI  MINORI DI 18 ANNI

 

CAP. 16 SOTTOMESSI.

 

 

Con tutta la loro buona volontà di non voler più vedere Nabil, Carlo e Martina infransero i loro

buoni propositi contro la realtà, incontrandolo forzatamente di nuovo.

Nabil ben istruito da Salvatore, continuava a cercarli sempre e quando non si facevano trovare allo smartphone o non si presentavano ad un 'appuntamento che dava, li ricattava, minacciando di divulgare ai loro conoscenti e rendere pubblico quello che avevano fatto assieme, costringendoli ad incontrarlo ancora.

Sempre separatamente, mai assieme, per poterli gestire ed educare meglio, come gli aveva

insegnato Salvatore il cui motto era: “Divedet et Impera” (Dividi e comanda), obbligandoli ad avere ancora rapporti sessuali con lui.

Incontrarli insieme, nelle prime fasi di quell'ammaestramento e sottomissione era pericoloso, si amavano e si volevano ancora bene e avrebbero potuto interagire tra loro, avere qualche crisi sentimentale, con reazione di ribellione ….

Così come suggerito da Salvatore invece no!... Sarebbe venuto più avanti il momento di averli insieme, di vedersi ancora in tre, per ora li incontrava separatamente.

Si era instaurato un circolo vizioso e perverso, Martina aveva paura di Nabil, ma nello stesso tempo come Carlo iniziava ad essere attratta sessualmente e in alcuni momenti lo desiderava, avendo trovato nella sua sopraffazione carnale, piacere fisco e psicologico e in lui, quel giovane musulmano magrebino, un amante perfetto, diventando gradualmente assoggettata a lui e alle sue sostanze di benessere che le faceva bere e fumare a cui l'aveva iniziata per introdurla alle sue depravazioni.

Era sua intenzione convertire quella puttanella occidentale e farla diventare una seconda o terza moglie musulmana per qualche suo fratello o cugino in Marocco.

Tra lei e Nabil si era instaurato un rapporto di odio –amore e subalternità e dominanza da parte di lui.

Con il passare dei giorni e settimane con Carlo pur volendogli bene e amandolo ancora, non sentiva più il batticuore di prima per lui. Anche se il rapporto con Carlo non era cambiato ed erano sempre fidanzati, era Nabil la figura dominante ora nella sua vita, sia come amante, che riferimento. Era assoggettata a lui dal timore e dal piacere, come a Carlo dall'affetto e dalla tenerezza e non poteva dirlo a nessuno.

In uno di quei giorni che si incontravano per praticare sesso, Nabil le disse la verità, la informò che anche Carlo era il suo amante e lo inculava regolarmente e che la sua sopraffazione alla spiaggia quella sera, era frutto di un accordo tra loro:

” Ti ha ceduta a me!” Disse ridendo.

Martina non poteva credere a quello che diceva, shoccata chiese spiegazioni a Carlo, che ammise tutto piangendo, chiedendole di perdonarlo ancora e di più, che lui l'amava sempre.

Ma con quelle informazioni, con quella triste realtà che lui l’aveva ceduta fisicamente a Nabil, il loro rapporto si incrinò definitivamente e tra quella incrinatura, perfido come Salvatore ci si infilò Nabil.

Sotto pressione e timorosa di Nabil, l'insicurezza e lo smarrimento, la portarono ad accettare la sua volontà, sottostare alle sue voglie sessuali, modificando lentamente anche nel suo modo di amare, da passivo a partecipe, sostituendo sessualmente dentro di lei, Carlo con Nabil.

Nei momenti di crisi e di pianto che ogni tanto aveva presa dallo sconforto di quella situazione, Nabil sapeva farla stare bene, dicendole che sarebbe finito tutto presto e bene, tranquillizzandola e rilassandola con le sue carezze e le piccole erbe che le faceva fumare.

Fino a convincerla, che era lui, Carlo il colpevole e la causa di quella sua prepotenza in spiaggia, di quello che era diventata forzatamente. Lei che era una giovane tutta perfettina, con il nasino in su e che lo guardava dall’alto in basso, ora volente o nolente ...  era la ragazza di quel marocchino musulmano.

Carlo sapeva che Nabil quando non era in negozio a lavorare la incontrava in segreto e la chiavava anche a casa sua, uno squallido alloggio del centro storico della città, glielo aveva detto lui, gli aveva detto anche che le insegnava il Corano e che la educava a ubbidirgli, ma non ne era geloso e l'amava lo stesso. Anche lei sapeva che Carlo era a conoscenza dei suoi incontri sessuali e segreti con Nabil, perfidamente lui li aveva informati entrambi, ma tra loro non ne parlavano, fingevano di non averne conoscenza. Da giovani borghesi qual erano, accettavano quella situazione facendo finta di nulla...di non sapere. 

Dopo quello che era successo quella sera alla spiaggia, Carlo passò giorni terribili, si trovava in

una situazione paradossale, ora lui e Martina avevano lo stesso amante, Nabil.

Tutto fino ad allora era avvenuto separatamente l'uno dall'altro e loro continuavano ad avere la loro vita ufficiale fingendo normalità, non parlandone, d’altronde non avevano più rapporti sessuali tra loro, solo affettivi e sentimentali.

Ma una sera verso l'ora di cena, Carlo sentì squillare lo smartphone, era Martina che lo chiamava dicendole che era giù in auto con Nabil e lo volevano incontrare.

Carlo acconsentì, prese la giacca e non cenò nemmeno.

“Dove vai così di corsa?” Le chiese sua madre Beatrice. “Con Martina mamma!... Mi aspetta giù!... Rientrerò tardi.” Rispose.

“Ma mangia almeno qualcosa poi vai!... Oppure falla salire su che cena qui con noi...non sarebbe la prima volta!” Le suggerì sua madre.

“No! ...No! ...Andremo in pizzeria a mangiare qualcosa. Ciao!”

Chiuse la porta e uscì, mentre sua madre sorrise, pensando che quella fretta era dettata dal desiderio di stare soli per coccolarsi e amarsi.

“Lascialo andare!” Esclamò Roberto suo padre con il sorriso e il gesto della mano.” Sei stata giovane anche tu! Non ti ricordi più i nostri sotterfugi per restare soli?” Beatrice sorrise di più scuotendo la testa.

“E poi è difficile restare lontano da una bella ragazza come Martina.” Aggiunse. E sorrisero compiaciuti entrambi.

Carlo andò a quell'incontro, era la prima volta dopo quella fatidica sera che si incontravano di nuovo tutte e tre assieme, era passato più di un mese.

Si videro in piazza vicino a un posteggio semibuio, in una panchina dei giardini, facendo attenzione a non essere visti da persone conosciute e Nabil gli disse che per quella sera li voleva tutte e due.

“I tempi sono maturi!” Pronunciò a voce bassa come se parlasse da solo.

Sia Carlo che Martina erano contrari a fare sesso e porcate in tre, non volevano, ma lui non volle sentire ragione e subirono quell'imposizione.

Salirono su una vecchia auto di terza o quarta mano che Nabil aveva ricevuto in prestito da Salvatore, lui e Carlo davanti e Martina dietro e partirono verso casa di Nabil, ma poco dopo si fermò in un luogo appartato e buio vicino al lungofiume. Spense il motore, si voltò, guardò Martina seduta dietro con lo sguardo apprensivo, le sorrise e le fece l'occhiolino, dicendo a Carlo:

" Fammi un pompino!"

Carlo incredulo trasalì, gli rispose di no, che davanti a Martina non glielo avrebbe fatto, era la sua fidanzata e si vergognava:

" No dai Nabil! ...Non davanti a lei!... Lo sai che siamo fidanzati." Mormorò a bassa voce mentre

Martina ascoltava.

Ma insistette:” Lo sai che Martina sa tutto!... Lo sa che siamo amanti e sono il tuo uomo.... Non si scandalizza più e poi oramai ufficialmente e la tua fidanzata, ma realmente è la mia

puttanella.... come lo sei anche tu!... E tu le sai queste cose." Puntualizzò come a precisare il suo rapporto con lei e il parlare chiaro.

All'improvviso, mentre discutevano, Martina da dietro curiosa e incredula esclamò

provocatoriamente a Carlo:

" Dai faglielo !!Voglio vedere se è vero!"

 Mentre Nabil rispondeva:" Hai visto? Vuole vedere anche lei, oramai siamo assieme noi tre, una cosa sola!"

Carlo restò sorpreso dalla richiesta di Martina, intanto Nabil sbottonò i pantaloni e tirò fuori il suo cazzo lungo e scuro già in fase di erezione, perennemente scappellato per via della circoncisione.

Carlo lo guardò, anche Martina da dietro spostandosi in avanti tra gli schienali lo osservò nella sua malizia da diciottenne. Lo conoscevano bene tutti e due quel cazzo avendolo già preso parecchie volte, Carlo dietro in culo e Martina davanti nella figa.

"Su dai! “Ripeté Nabil. Non c'è nessuno che ci vede a parte Martina. Succhialo un po'!!”

Carlo guardò Martina negli occhi, lei era inquieta, infervorata da quell’evento e probabilmente anche da qualche boccata d’erba che Nabil le aveva fatto dare alla sua sigaretta, e lo prese in mano, si girò di fianco chinò sui suoi pantaloni e lo prese in bocca sia pure a malincuore per la presenza di lei.

 Lo fece! Iniziò a sbocchinarlo mentre Martina incredula ma con sguardo eccitato e scandalizzato lo osservava spompinare Nabil, come qualche volta aveva dovuto fare anche lei.

"Guarda è impara!" Riferì Nabil a Martina girato con la testa indietro verso lei.

"Hai visto come è diventato bravo Carlo a fare i pompini? Devi imparare anche tu a farli

così!... Fatti dare qualche lezione da lui!” Esclamò ridendo.

Lo fece sbocchinare un pò, sotto lo sguardo sconcertato e sbalordito di Martina che non

poteva credere ai suoi occhi, ma si turbava e accaldava a vederlo. Un conto era sentirsi dire che Carlo faceva certe cose con Nabil, un altro era vederlo realmente spompinare, era sconvolgente vedere il suo ragazzo, il suo fidanzato e forse futuro marito, succhiarlo con foga a Nabil, come lui voleva lo facesse lei quando glielo praticava.

Poi Nabil interrompendolo disse:" Ora basta!!... Andiamo a casa mia!"

Carlo si tirò su e mentre si puliva le labbra e il mento sbavato dalla saliva con un fazzolettino di carta, Martina turbata e stupefatta da dietro lo guardava, le faceva impressione vederlo così omosessuale, femminile.

Nabil mise in moto e partirono.

Arrivati si fermarono e scesero nei pressi nel centro storico, presero dei vicoli stretti, semibui e maleodoranti, fino ad arrivare davanti a un portone verde con una scala ripida, saliti la rampa entrarono in un appartamento, vecchio, avvertendo un forte odore di stantio e di chiuso e una puzza strana....

Martina c’era già stata un paio di volte, era un appartamento malandato, vecchio e umido, composto da due grandi stanzoni, uno dei quali con angolo cottura e un bagno.

Entrati li informò mentre accendeva lo stereo di musica araba:

"Adesso possiamo divertirci tranquillamente tutte e tre fin quando vogliamo.”

Martina intanto si sedette sul divano, mentre Carlo restò in piedi.

A Martina, il suo viso grazioso e armonioso, quasi ingenuo la rendeva speciale quella sera, con lo sguardo timido e vergognoso, i suoi occhi emanavano qualcosa di inquietante, di innocente

lascivia.

Era bellissima in quell'ambiente depravato e immorale, dove aveva iniziato e proseguiva la sua corruzione fisica e mentale o educazione come la chiamava lui.

In un angolo in italiano c’erano i libri sull’Islam e il Corano che Martina doveva leggere quando veniva da sola con Nabil. Quello studio forzato dei precetti non le piaceva, ma Nabil glielo imponeva.

La sua presenza con il suo candore, la bellezza, i capelli lunghi e biondi sciolti sulle spalle, oltre al suo vestire moderno, giovanile e occidentale, con la serietà che la contraddistingueva sempre, stonavano e stridevano con quell'ambiente vizioso. Ma nei suoi occhi iniziava già a brillare la luce dell’accettazione della degenerazione e del piacere.

 

Con Nabil era diventata perversamente bella, iniziava a subire con piacere e ad apprezzare le depravazioni a cui la sottoponeva. Anche a lei piaceva guardare Carlo, il suo fidanzato spompinare Nabil, provava qualcosa di nuovo nel vedere quelle scene, quegli atti osceni e nonostante la sua educazione moralista e cattolica, la corruzione di quel magrebino prevaleva e la eccitava.

Quando si incontrava con lui, sotto la maglietta fine, indossava per sua volontà non più il tipico reggiseno a coppe e spalline occidentale, ma un reggiseno a velo che le fasciava il seno annodato dietro come le donne del Maghreb, da dove si intravvedeva dal tessuto il suo seno, sodo e arrotondato con i capezzoli duri e dritti.

Poi rivolgendosi a Carlo esclamò:

“Questa sera, voglio sfondarti il culo e voglio che mi sbocchini , assieme a lei!"

Martina ascoltava e guardava in silenzio, vedeva il suo fidanzato, passivo accettare quelle

richieste.

“Qui!... Inginocchio!!” Esclamò autoritario Nabil.

Carlo, come un cane ammaestrato che aveva ricevuto l’ordine dal padrone ubbidì in silenzio, si inginocchiò, davanti a lui che sbottonò i pantaloni e lo tirò ancora fuori e iniziò nuovamente a spompinarlo con passione.

Vedere Carlo sottomesso a Nabil, eccitò di più Martina che osservava incredula e avida quella

scena.

Dopo alcuni minuti di sbocchinamento , Nabil allontanò la testa di Carlo dalla sua cappella e

girandosi verso Martina che era seduta vicino, la invitò a proseguire insieme al suo fidanzato.

Lei era esitante e incerta, non voleva farlo, anche se eccitante, lo trovava perverso e umiliante

oltre che degradante ed offensivo per lei e per Carlo che erano fidanzati doverglielo leccare e spompinare assieme guardandosi negli occhi e soprattutto dover sottostare alle voglie di quel musulmano marocchino.

Fece cenno di no con il capo.

Nabil la invitò di nuovo: “Vieni!! “Esclamo più forte:” Bevi anche tu alla mia fonte, succhiamelo e spompinamelo assieme al tuo fidanzato. Assaggia il mio nettare bianco.”

Martina trovava fare quell'atto, perversamente immorale e dondolò di nuovo la testa lateralmente.

Ma al suo secondo diniego Nabil emettendo frasi incomprensibili nella sua lingua araba, si alzò infuriato e andò verso lei, quasi volesse picchiarla, gli arrivò gesticolando con le mani davanti alla faccia, afferrandola per i capelli .... Lei intimorita tirò su il braccio per proteggersi da eventuali schiaffi, poi sotto le sue incomprensibili parole arabe, si alzò e si inginocchiò davanti a lui, spalancò la bocca e si mise a leccarlo e a succhiarlo anche lei....

Ubbidì. Poi fece un cenno a Carlo di avvicinarsi e di inginocchiarsi a fianco di Martina. Cosa che fece.

Ora erano tutte e due inginocchiati davanti a Nabil, il loro uomo...il loro amante ... il loro padrone.

Si sentiva onnipotente e vincitore, li aveva domati, assoggettati, corrotti tutti e due e li avrebbe portati alla perdizione.

"Vi piace il mio bel cazzone scuro eh !!” ... Esclamò ridendo stupidamente mostrando il suo incisivo spezzato. “Anche a te vero Martina? … L'hai già preso davanti, ora lo prendi in bocca e poi lo prenderai anche dietro, in culo. Per ora …. per prima cosa devi imparare a fare bene i pompini come il tuo Carlo." Disse ridendo sarcastico.

A un suo cenno, con Carlo, inginocchiato al fianco di Martina, iniziarono a leccarlo.

Era un bocchino magistrale quello fatto dalla coppia di fidanzatini.

Passato l'imbarazzo iniziale Carlo prese a leccarlo e spompinarlo con avidità, seguito da Martina con passione, che lo leccava anche lei, presa da quello che le aveva fatto fumare Nabil e da quella strana perversione che ora la eccitava, lo leccavano a turno e insieme scontrandosi con il naso e con la lingua, lo leccavano dalle palle fino alla cappella circoncisa.

Carlo ormai si era abituato a fare pompini e a tenere il suo cazzone in bocca fino alla gola.

Ma vedere Martina con la sua linguetta da gattina che leccava, sbavando la sua saliva sul mento e su quell'asta olivastra, era eccitante anche per lui.

Sembravano invasi dalla perversione, nello spompinare, leccare e succhiare quel cazzo duro e dotato, scontrandosi involontariamente le lingue, leccandosele tra di loro, insieme al cazzo di Nabil. Parevano due troie affamate di cazzo.

Lui dall'alto, li guardava come un padrone, un Dio.... Trionfante!

Li aveva in mano tutte e due … anche la “signorina Martina” ... come doveva chiamarla prima e continuare a chiamarla ancora in negozio, o quando era assieme alle sorelle di Carlo o con Beatrice e davanti alla gente.

Senza preavviso, lo infilò tra le labbra a Martina e tenendola per il capo inizio a muoverla avanti e indietro con la testa come se la penetrasse in bocca e le scaricò una copiosissima sborrata in gola, quasi soffocandola, chiudendole il naso perché la deglutisse il suo sperma.

Martina per reazione alla mancanza d'aria deglutì tutto. Lui lo tolse, aprendo subito lei la bocca, tossendo e raschiando la gola, e con gli occhi sbarrati e lucidi, sudata e spettinata, cercò di sputare quello che era restato sulla lingua.

Ma lui iniziò a dire: “No! ...No!” ... Muovendo il capo e il dito lateralmente guardandola

dall'alto. “Devi ingoiare, mandare tutto giù, devi imparare a farli con l’ingoio.”

La lingua di Martina era ancora bianca di sperma tirato su dalla gola, pronto per essere sputato, ma lui la fermò.

“Ora fai come il tuo fidanzato. Lui quando le sborro in bocca, l'ingoia.

“Diglielo tu Carlo!” Esclamò.

Carlo di fianco accenno un sì con il capo.

Martina inginocchiata davanti a Nabil, chiuse gli occhi e deglutì, tutto.

“Apri la bocca fammi vedere.” Chiese Nabil diffidente. Lei l'aprì, era vuota, aveva gli occhi lucidi dalla voglia di pianto.

“Brava!!...Brava!! Vedrai che imparerai bene.” Pronunciò ridendo.

Nabil mentre si toglieva i pantaloni con la sua asta scura penzolante davanti, li fece alzare e li informò che avrebbero fatto un gioco.

Prese dalla borsetta di Martina i suoi trucchi che portava sempre con sé e la invitò a spogliarsi

completamente nuda, che i suoi vestiti e la sua biancheria intima, l'avrebbe indossata Carlo e che lei avrebbe indossato un caftano arabo come le donne musulmane.

Martina restò stupita, ma abbozzò un sorriso sorpreso e contrariato.

“Ma! ...Ma! ...Lo fai vestire da donna?” Domandò incredula.

“Si!” Rispose lui:” E tu ti vestirai da musulmana!”

Carlo non voleva, era contrario a fare quel gioco di travestimento, Martina invece era divertita ed eccitata da quella novità.

“E' solo un gioco !!” … Dichiarò Nabil ad entrambi...” Dai! ...Spogliati nudo completamente, e anche te!” Disse a Martina.

Carlo accettò controvoglia, ma incuriosito ed eccitato da quello che doveva fare.

Lentamente tutti e due si spogliarono fino a restare senza niente completamente nudi, Carlo con il corpo efebo e il suo cazzetto mezzo duro pendente e Martina con il corpo pallido ed etereo, esile e sottile dai fianchi stretti, da sembrare una giovane ninfa d’avorio, mostrare candida il suo triangolino peloso bruno, le ridotte mammelle con i capezzoli dritti e il piccolo culo perfetto. Era esteticamente meravigliosa.

“Vieni! … Aiutami!” Disse Nabil rivolto a Martina:” Prima truccalo in viso come una donna, come se fossi tu allo specchio! ...Poi la vestirai alla tua Carla.” E rise.

Lo fecero sedere su una sedia e Martina molto piacevolmente, divertita iniziò a truccarlo, mentre lui, passivamente la lasciava fare.

Rossetto sulle labbra, fard sul viso e ombretto agli occhi, matita sulle sopracciglia, vestendolo poi con i suoi indumenti femminili.

Si divertivano. Anche Carlo rideva assieme a Martina che schernendolo non solo partecipava, ma era artefice di quella trasformazione del suo fidanzato in femmina.

Era una scena perversa vederli, come in un quadro napoletano dell'ottocento raffigurante un

bordello, dove una giovane prostituta, abbelliva sorridendo un giovane femminiello.

E intanto che Loro si divertivano e Martina lo truccava, Nabil aprì un cassetto e tirò fuori un Kaftano nero tipo Abaya e un velo Niqāb, sempre nero che mise su una sedia.

Loro erano tutte e due nudi, lei in piedi, diafana, con i lunghi capelli biondi sciolti e cadenti oltre le spalle, leggermente chinata sul viso di Carlo, il suo “uomo” seduto su una sedia, truccandolo, femminilizzandolo....

Lo truccò come una donna, come faceva su sé stessa, con Nabil seduto vicino loro, che ogni tanto si alzava e avvicinava a controllare, baciando Martina in bocca, come a marcarne la proprietà e la padronanza, sia a lei che a lui, che nonostante tutto la considerava ancora sua fidanzata.

Martina gli aveva truccato molto bene il viso, era strabiliante quello che aveva fatto, Carlo sembrava davvero una femmina... una ragazza. Dopo il rossetto, fard, rimmel, divertita si tolse e gli mise i suoi orecchini a clips, senza che nessuno glielo chiedesse e Nabil sorridendo e dondolando il capo in avanti pronunciò:

“Brava! Non ci avevo pensato io…”

Lei sorrise quasi contenta di quel complimento, con uno sguardo che sembrava dire:” Vedi?... Faccio quello che vuoi tu... anzi di più per accontentarti.”

Si chinò, prese i piedi e iniziò a smaltargli le unghie, rosso scarlatto, il colore che portava lei, lo

stesso fece con le unghie delle mani, con lui piacevolmente passivo e divertito lasciava fare.

“Intanto che io proseguo… Soffiaci dolcemente sopra! ...Così si asciugano prima.” Le suggerì Martina come se parlasse a una ragazza o … a una sua amica che lei truccava.

Senza rendersene conto, inconsapevolmente stavano eseguendo su Carlo quel processo di

trasformazione che scientificamente si chiama: “Sissificazione.” … E che consiste nel trasformare un uomo in donna, sia esteticamente che caratterialmente.

Terminato il maquillage, eccitata lo fece alzare, prese dalla sedia vicino la sua lingerie e gli fece indossare il suo perizoma, una striscia di nastro con un triangolo davanti che le copriva il suo piccolo pene.

Si vedevano i peli pubici uscire sui lati e il pacchetto del piccolo rigonfiamento, era eccitato anche Carlo, aveva il batticuore a farsi travestire.

Le presentò davanti il suo reggiseno aperto e lui eccitato e imbarazzato maliziosamente guardandosi negli occhi tese le braccia in avanti e lei glielo infilò per le spalline, fino in fondo, girò dietro di lui e tirandolo un po' lo agganciò. Era emozionata ed eccitata anche lei, lo dimostravano i suoi capezzoli ritti e i gesti impacciati.

Subito dopo gli fece indossare il suo gonnellino svasato, chinandosi glielo fece passare piede per piede, per poi tirarlo sulle gambe e le cosce fino alla vita e assestandolo chiuderlo sul fianco con il gancetto e tirare su cerniera. Era stretto il gonnellino, ma le stava bene, le evidenziava un po' di culo.

Mise la maglietta leggera aderente, le passò la sua collana e i braccialetti, ma il top fu mettergli i sandali con tacco alto, anche se gli andavano stretti, riuscì lasciandoli slacciati.

Le diede anche la sua borsetta e poi mise un foulard in testa a bandana, lasciando uscire ciuffi di capelli dai margini per darle una parvenza di signorilità, non avendo parrucche.

Quando lo vide, Nabil, rise sorpreso:" Ehii!!!! ... Sembri proprio una ragazza!" Esclamò stupito."

“Vero Martina?" Chiese guardandola.

Martina, nuda, eccitata suo malgrado, con il suo ciuffetto di peli pubici e le sue tette gonfie, lo

guardava meravigliata e sorridente annuendo con la testa:

” Si! ...Si!!...Sembri davvero una ragazza Carlo!"...Esclamò.

Sentendo una soddisfazione perversa dentro di sé, era stata lei l'artefice di quella trasformazione e ne era soddisfatta, aveva femminilizzato il suo fidanzato, l'aveva travestito e truccato ... reso donna. Come una punizione inconscia nei suoi confronti.

Nabil con Martina nuda al suo fianco, continuò a fotografarlo con lo smartphone, come aveva fatto in tutte le fasi del travestimento.

" Sembri proprio un trans." Affermò ridendo.

“Sei fortunato, hai anche pochi peli e biondi e non si vedono nemmeno sulle gambe.” Carlo lo

guardava imbarazzato, non sapeva se esserne felice o dispiaciuto di quel che diceva, in quel ruolo si sentiva turbato.

" Davvero!! … Giuro!!... Diglielo tu Martina!"… Esclamò.

"Si è vero! ...Sembri proprio una ragazza." Rispose lei guardandolo e ridendo con la mano sulla bocca.

“Tu come lo preferisci? “Chiese a Martina, che rise coprendosi le labbra e piegandosi in avanti.

Ma non rispose.

“Dai!!” La incitò Nabil:” Rispondi !!...:” Come la preferisci!... Maschio o femmina?”

Schernendosi mormorò:” Femmina!... “E poi si mise a ridere. E come per giustificarsi di quella scelta con Carlo esclamò subito:” Femmina sei più bella!” E rise ancora.

Aggiunse Nabil perfidamente: " Bene! ...Da ora ti chiamerai Carla... e ti vestirai e atteggerai sempre da donna con noi. Ti manca solo il seno... ma non è detto che non riuscirai ad averlo con gli ormoni. " Disse. E risero.

Carlo nonostante l’imbarazzo si sentiva eccitato in quel personaggio femminile, si vergognava con loro e con sé stesso per provare quella emozione, ma le piaceva sentirsi donna e Martina e Nabil se ne accorsero.

Ed eccitato e incurante della presenza di Martina, Nabil esclamò con voce decisa:

" Girati e inginocchiati !!...Voglio chiavarti in culo alla pecorina, come se fossi una donna."

Lo trattava come se fosse una femmina vera.

Carlo era sorpreso, imbarazzato, ma ubbidiva esaltato, ora non si vergognava più della presenza di Martina, che era diventata da complice a silenziosa ed eccitata spettatrice.

Si inginocchiò e piegò il busto avanti, mettendosi a carponi.

Nabil nonostante la sborrata fatta in bocca a Martina era ancora infoiato e c'è l'aveva duro, con l'eccitazione dei 19 anni.

Tirò su la gonna dietro e sui fianchi, scoprendogli il culo, spostò dal solco la striscia del perizoma e senza toglierlo cercò con il pollice l'ano tra le natiche, lo trovò, lo premette e insalivò bene, appoggiò il glande sull'orifizio dischiuso dell'ano già violato più volte, spinse e lo fece entrare tutto senza resistenza, penetrandolo fino in fondo, facendolo sussultare sotto lo sguardo eccitato di Martina, che imbambolata e incredula li guardava attonita.

Nabil iniziò a muoversi ed a incularlo, prima piano, poi sempre più forte fino a farlo gemere e

godere, mentre con una mano intorno alla vita, da sotto pigliava il suo cazzetto e glielo masturbava.

"Tu toccati!!... Fatti un ditalino!!" Esortò con voce seria e autoritaria a Martina, che nuda ed

elettrizzata da quello che vedeva, iniziò a passarsi la mano sulla vulva bagnata, su quel solco vulvare oramai dischiuso.

Carlo tremava in preda ad un orgasmo che gli sconquassava il ventre, vibrava e godeva, godeva e gemeva, come fossero guaiti di una cagna. Si inarcava dal piacere con la gonna tirata sul sedere, sembrava davvero una ragazza chiavata alla pecorina.

Martina perversamente accaldata e sudata, si masturbava a quella scena per lei surreale. Era bagnata, si eccitava e godeva anche lei a quella depravazione del vedere il suo fidanzato trasformato in donna, inculato, anzi chiavato e godente.

Nella foga caddero in avanti! … A Carlo dal piacere cedettero le braccia che lo sostenevano e Nabil lo seguì, con il cazzo dentro.

Erano stremati, dall'accoppiamento animalesco, torbido e convulso che li aveva catapultati ... nella perversione, facendo desiderare a Carlo di essere davvero una femmina vera. In quel momento scopriva che gli piaceva essere donna.

Nabil menandoglielo forte fece venire Carlo, che ansimando riversò le poche gocce del suo sperma sul tappeto sotto di loro. Lui non venne dentro Carlo, lo tirò fuori ancora dritto, duro e oscillante nell’aria.

Martina in piedi godeva masturbandosi con un ditalino, i capezzoli delle sue sode e giovani mammelle sembravano chiodi tanto erano duri e ritti, era esaltata, estasiata da quel nuovo piacere perverso che provava, quando sentì la voce di Nabil dire:

" Basta farti il ditalino!!...Ora tocca a te!!...Vieni qui!"

Sorpresa sbarrò gli occhi, ancora sotto il piacere della masturbazione e mormorò stupita:

" Come tocca a me?"

" Si!! ...Ora inculo te !!...So che non l'hai mai fatto, che Carlo non ti ha mai inculata, ma non avere paura, sono bravo a inculare, hai visto il tuo fidanzato come godeva?... Ti sverginerò io nel culo e ti farò godere!!"

E intanto che lo diceva si avvicinò alla tavola, prese la bottiglia dell’acqua minerale e la versò sopra la sua asta dura e oscillante, lavandola con le dita da qualche residuo di feci di Carlo, incurante di bagnare il pavimento.

Martina era incredula e preoccupata, non voleva avere quel tipo di rapporto che considerava

contronatura, immorale e turpe e poi con Nabil, il marocchino ... non voleva. Provò ad opporsi, ma Nabil fu irremovibile.

In piedi con il suo cazzo lungo e scuro oscillante, si voltò verso Martina:

"Vieni qui davanti a me e inginocchiati!... Come era lui!" Le ordinò, mentre Carlo si alzava sorridente tirando giù il gonnellino e dicendo innocentemente alla sua Martina:

" Ora tocca a te amore!!... Vedrai!... È bello, ti piacerà prenderlo nel culo Martina, Nabil è bravo ti farà godere."

Era una scena surreale Kafkiana, assurda. Lui, il suo fidanzatino la invitava a farsi inculare da Nabil, scordando che era la sua fidanzata e dicendole pure:” È bello!... Vedrai che ti farà godere.”

" Ma io non voglio! “Esclamò forte Martina, abbassando subito la voce.” Ti prego

Nabil!... Questo no!... Non farmelo, è' immorale. "… Lo supplicò manifestando la sua contrarietà ....

Lui alle preghiere e alle suppliche, come Salvatore e Clelia provava piacere.

" Vieni qua!!" Replicò autoritario segnandole con il dito il pavimento dove doveva inginocchiarsi, ripetendo:

" Mettiti qui come era lui! … A quattro zampe! "

Martina esitante e intimorita ubbidì e si inginocchio come una cagnetta, con i suoi lunghi capelli biondi sparsi sulla schiena e cadenti sulle guance del viso, con il suo bel culetto in aria.

"Sarà bello inculare la tua fidanzatina!" Disse rivolgendosi a Carlo sempre travestito e truccato da donna e aggiungendo:

"Mi è sempre piaciuta la tua puttanella cristiana fin dal primo momento che l’ho vista, più che le tue sorelle, è davvero molto bella, pelle lattea e vellutata, capelli biondi come l'oro, occhi azzurri come il mare e labbra carnose e rosse come ciliege, proprio il tipo di ragazza bianca che piace a me, altezzosa e arrogante. “Fece una pausa e continuò:

“Ehhh!!!...Martina! ...Martina!... “Esclamò accarezzandole i glutei e dandole delle pacche sopra con la sua grossa mano olivastra.

” Bella! ...Bella! … Alta, esile, con il fisico perfetto, con un seno e un bellissimo culetto che mi ha sempre fatto impazzire quando in negozio te lo guardavo fasciato stretto nei pantaloni che indossavi e che faceva girare la testa ai ragazzi per strada nel guardarlo!... Ed ora è mio! … Pronto per me!... Per essere colto, aperto ... sverginato!”

Lei a carponi in silenzio ascoltava tutto.

Carlo vestito da donna sorrideva contento che inculasse anche lei, oramai non era più geloso di doverla non solo dividerla, ma lasciarla sessualmente completamente a lui, il suo amante, anzi era soddisfatto di averla ceduta a lui la sua Martina, in fin dei conti era diventato l'amante di tutte e due e quindi secondo il suo modo di pensare non c’era tradimento.

Martina era intimorita da quello che gli avrebbe fatto, ma infervorata da quello che aveva visto fare a Carlo, nuda, inginocchiata sul tappetino sporco dello sperma di Carlo, attendeva, mentre Nabil sogghignante, girandogli intorno, faceva apprezzamenti volgari sulle sue labbra, sul suo meraviglioso culo, perfetto, sodo e soprattutto vergine....

Quasi parlando da solo esclamò:" Le ragazze occidentali come te, mi evitano perché sono un marocchino, un musulmano, eppure ne ho chiavate e inculate tante sai!... Di tutte le età!... Anche signore mature e anche se sono giovane hanno goduto molto, e quelle che mi schivano non sanno cosa si perdono !!... Ora tocca a te signorina Martina!” Le annunciò sorridendo sarcasticamente: “Vedrai, dopo non riderai più di me, ma anzi! ... Mi amerai e mi desidererai! ... “Aggiungendo:” Mi stai dando qualcosa di tuo, il tuo corpo e il tuo spirito perché io ti apra, ti inizi...” Fece una pausa ed esclamò a bassa voce:” … e ti converta…. Qualcosa che ti renderà mia per sempre. Sei pronta?"

La scena era perversamente eccitante, Carlo osservava travestito da donna, con gli abiti delle, sua fidanzatina Martina che stava per essere sodomizzata dal giovane marocchino, suo sopraffattore e ora suo amante .... L’aria era tesa, solo il sottofondo musicale arabo e orientale.

 

 

 

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