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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

All Right Reserved 2022

METAMORFOSI DI UNA MOGLIE VIRTUOSA

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI

CAP. 8

LA TRASFORMAZIONE e il CONTRATTO.

 

NOTE:

Non importa chi sei, non importa cosa hai fatto, non importa da dove vieni, tu puoi sempre cambiare, diventare una versione peggiore di te stessa.

Antoine.

 

 

Avvicinandomi al marciapiede in quella penombra di lampioni, vidi Daniele che parlava con altre persone e riconobbi anche Stephen, quel bastardo che aveva scoperto e manipolato le mammelle di mia moglie.

Arrivando al gruppo affianco di Antoine, agitato ma deciso chiesi a Daniele: “Dov’è Stefy!?” 

Lui sorrise rispondendo: “ES…vuoi dire!?” Facendomi segno con il capo verso il mio fianco sinistro

Mi voltai e vidi due donne che parlando tra loro mi davano le spalle, una robusta, con il vestito da sera nero e paillette, capelli rossicci e capii che era Corinne, l’altra con cui discuteva e silenziosa ascoltava era poco più alta, con un vestitino cortissimo che le lasciava la schiena nuda fino alle natiche, e a stento conteneva il sedere che spingeva per uscire dandone una forma oscena, per arrivare fino ai margini inferiori dei glutei, lasciando le cosce tutte scoperte su dei tacchi altissimi.

Aveva una testata di capelli neri e lunghi e ricordo che pensai vedendola parlare con quella Corinne:” Sarà senz’altro una loro puttana che hanno raccolto da qualche parte in periferia…”

E mi guardavo in giro a cercare dove potesse essere mia moglie che non vedevo tra loro.

Corinne mi vide e sorrise:”

“Dov’è mia moglie!?” Domandai con tono fermo e deciso.

Alla mia richiesta sorrise e quella donna con cui interloquiva alla mia voce si voltò e la vidi in viso. Subito la guardai di sfuggita, non mi interessava, non mi interessavano le puttane e mi parve di conoscere, poi la osservai meglio, con considerazione e…e … a fatica la riconobbi...e quasi non mi venne un colpo:

“Dioo!!!... Dio miooo!!!” Esclamai facendomi restare quella frase in gola.

Ero sbalordito e sconcertato: “Non è possibile…” Esclamai. E osservandola con attenzione mormorai incredulo:” Stefy?... Sei Stefy… non è possibile.”

Stentavo a credere a quanto vedevo... quella donna mora, alta e mezza nuda, vestita come una puttana era mia moglie, la mia Stefy o meglio, era lei che era stata trasformata in ES.

“Ti piace così?” Dichiarò la voce di Antoine dietro di me avvicinandosi sorridendo.

La guardai esterrefatto, sbalordito e a bocca semiaperta la scrutai esaminandola nell’aspetto. Era completamente cambiata, trasformata, pareva un’altra, con un’altra espressione.

I capelli sembravano più lunghi ed erano diventati nero corvino, probabilmente tinti, con alcuni brillantini sparsi sopra che le luccicavano al riflesso della luce dei lampioni; gli scendevano sulla schiena e sui lati, mostrando il collo nudo e il collare d’acciaio con le medagliette a vista.  Sempre più sconcertato e impressionato la scrutai sul volto, mormorando:” Ma che hai fatto? ...Che ti hanno fatto…?”

Le sue chiare sopracciglia erano state rasate completamente e rifatte a matita, nere, strette, più alte e più lunghe, con l’angolo esterno proteso in alto ad ali di gabbiano, dandole uno sguardo erotico ma aggressivo e innaturale. Gli occhi erano truccati volgarmente con mascara nero su lunghe ciglia artificiali che gli avevano collocate loro, contornati dal colore dell’eye contouringe rosso carminio sulle palpebre e intorno ad essi e del blush sempre sulla tonalità di rosso sulle gote e le guance… con del fard in viso che le faceva da fondotinta e glielo rendeva lucido, che oltre a renderle il viso lussurioso lo rendeva indecente. Il trucco degli occhi, greve e volgare tra le lunghe ciglia sintetiche nere, faceva risaltare ancora più i suoi occhi chiari.

Anche la sua pelle pallida era in contrasto con il nero dei capelli e i colori del volto e nel confronto sembrava ancora più lattea.

Le labbra erano irriconoscibili, gonfie ed evidenti, le aveva come si suole dire a canotto, sporgenti in fuori artificialmente in modo osceno, mostrandole più grandi, protruse e dischiuse in centro, anche nella chiusura, nella posizione di rilassamento; era impressionante. Colorate da un lipstick rosso fuoco, brillante e volgare, una tonalità che lei aveva sempre odiato... perché la considerava volgare e da puttana, che gliele rendeva sensuali e sconce oltre che più imponenti.

Ai lati del viso in due lobi forati da poco, apparivano due orecchini dorati e pendenti, al cui termine della catenella vi era una medaglia che rappresentava la figurazione della triskele, il cui luccichio, si intonava con quello dei bordi dorati del collare e del suo occhiello con la medaglia simile alla decorazione degli orecchini. 

Era un maquillage volgare e indecente, un cambiamento osceno nella fisionomia che le rendeva il viso scandaloso e perverso.

Il vestitino era un miniabito vertiginoso in stretch rosso, trasparente, intrecciato con fili di lamé, che lo rendevano luccicante, e a lei molto indecente e sexy. Era cortissimo iniziava dagli inguini con una gonna stretta, lasciando le cosce nude, salendo anteriormente con un decolté a “V” che partendo da poco sopra il pube saliva aprendosi in due fasce, che allargandosi mostravano l’ombelico, lasciando intravedere tra loro, le forme e le evidenze del corpo adulto, un ventre erotico appena accentuato dal tempo e la sinuosità del seno che al respiro si gonfiava e ai movimenti del torace sembrava danzare.

Il proseguimento delle fasce, sotto di esse, evidenziava il rilievo dei capezzoli, sensuali e seducenti e oltrepassandoli, si distanziava di più, proseguendo in un’ampia scollatura, agganciandosi dietro ad un collo superbo; lasciando liberi i fianchi curvilinei e ondeggianti che al movimento del bacino rivelavano una flessuosità eccitante. La schiena, meravigliosa, era nuda fino ai glutei, dove il tessuto formando la gonna li fasciava stretti, cercando di soffocarne la prominenza, dandone invece insieme alle loro curvature, l’immagine di un sedere pronunciato e volgare, ma molto attraente e desiderabile.

Quei modesti eccessi della maturità del corpo di mia moglie, evidenziati volgarmente dal miniabito, lo modellavano, mostrandolo in modo scandaloso e indecente, ma invitante e piacente.

Sulla spalla destra tra la pelle chiara spiccava una zona arrossata dove risaltava fresco il tatuaggio di un fiore colorato, imprigionato da una catena... che mi soffermai a guardare, mentre Corinne notando la mia attenzione esclamò: “È il segno di Dina o fiore della schiava, un simbolo di sottomissione e di appartenenza.”

Ero incredulo di com’era trasformata. Attonito e silenzioso continuavo a osservarla.

Sul braccio spiccava nuovamente il bracciale a spirale di serpente con la Triskele appesa, qualcuno, forse Daniele, era salito in camera nostra a prenderlo.

Ai polsi vari braccialetti cerchiati di metallo che si distanziavano tra di loro, in base al movimento delle mani e delle braccia. All’anulare, non aveva più la fede nuziale che portava sempre e non si toglieva mai, ma anelli vistosi nelle dita, flessuose e sottili, che terminavano in nuove lunghe unghie ricostruite, laccate rosso fuoco…

Ero sbalordito, mi sembrava impossibile che fosse lei, mia moglie, sembrava un’altra.

Abbassai lo sguardo sulle cosce, nude, affusolate e toniche, le sue gambe avevano un aspetto invitante ed eccitante, bellissime, lunghe, lucide e lisce. I piedi calzavano due sandali rossi, con zeppa e tacco di almeno 12 cm. rendendola slanciata, ma indecorosa e oscena e lasciavano intravedere un piede curato, con le unghie laccate rosso fuoco dello stesso colore di quelle delle mani e delle labbra, con una cavigliera dove penzolavano simboli da schiava.

Sembrava proprio una puttana... una puttana vera, lei mi guardava silenziosa.

Avvicinandomi poco di più, impacciato e con voce tremante dall’incredulità le domandai:” Ma che è successo? Cosa ti hanno fatto? ...”

In quel momento Antoine la prese per il braccio e la fece ruotare su sé stessa per mostrarla meglio, al movimento del suo corpo sentii un profumo intenso che non era il solito suo, ma nuovo, sensuale, inebriante che emanava la sua pelle, era dolce, provocante e volgare come lei, ma molto buono. Era lo stesso che portava Corinne. Daniele al mio percepire il profumo, accorgendosene esclamò ridendo: “È afrodisiaco!... È profumo di fica… fa venire il cazzo duro agli uomini…” E rise stupidamente.

Nel rotearsi spinta dal braccio di Antoine, Il suo sedere sembrava ancora più slanciato su quei tacchi e a fatica restava imprigionato nel gonnellino aderente del vestitino, era splendido nelle sue forme classiche, senz’altro morbido conoscendolo e incredibilmente invitante. La parte superiore dei glutei a livello del solco usciva da esso, continuando in una leggera incavatura diventando poi schiena nuda e sensuale...

Era scandalosa, immorale, oscena… era … era… puttana!

Io e lei ci guardammo in silenzio, ma la voce di Antoine ruppe i nostri sguardi... dicendo:

“Hai visto?... L’ho domata.” È rivolto a Stefy chiese: “Chi sono io? Dillo a tuo marito?”

Con una voce sottomessa e bassa, allontanò lo sguardo da me guardando a terra e rispose: “Sei il mio padrone!” …

“E tu invece cosa sei?” Chiese...

E ancora con voce tremolante ed esitante rispose: “La tua schiava.”

 “E poi?” ... Esclamò ancora Antoine.

E lei terminò la frase: “E.… la tua puttana!”

“Brava!” Replicò Antoine sorridendole portando la mano dal suo braccio sulla schiena accarezzandogliela viscidamente.

Rimasi impietrito da come era riuscito a cambiarla in poche ore. La sentivo tremante vicino a me, immaginando i suoi pensieri di moglie fedele e moralista, che viveva quella situazione agli ordini di quello sconosciuto. La pensavo dilaniarsi interiormente tra il rimorso e la vergogna che provava e che l’aveva travolta. (Ma forse mi sbagliavo.)

“Ma che gli avete fatto…?” Urlai rivolto ad Antoine:” Che gli avete fatto!?...Me l’avete rovinata… cambiata, trasformata nel corpo e nello spirito… “E all’improvviso come un bambino preso dall’ira urlai agitato:” Rivoglio mia moglie… La rivoglio com’era prima, bionda, senza trucco…” Scagliandomi furioso contro ad Antoine che con due mosse prendendomi il braccio mi immobilizzò, e storcendolo dal dolore mi fece inginocchiare davanti a lui e a mia moglie a dire:” Basta…basta! …Mi fai male, fermati Antoine!”

“E allora ci stai bravo?” Urlò come se fossi un bambino:” Tua moglie ora la gestisco io capito? Finché non rientrerete a Brescia e resterete qui in vacanza, tua moglie sarà mia, sarà Es… capitò? …Hai capito che sarà mia…la mia schiava e puttana …?” E mi girò di più il braccio facendomi male.

“Si… Si…” Risposi con il fiatone umiliato e inginocchiato davanti a lui e a mia moglie che mi osservava con sdegno.

“Cosa hai capito? Dimmelo qui davanti a tua moglie…” Pronunciò storcendo di più il braccio.

“Hai…hai… mi fai male!” Mormorai ancora sempre inginocchiato davanti a lui e mia moglie, mentre gli altri mi guardavano sorridendo.

“Che ora è la tua schiava, la tua puttana… e tu sei il suo padrone...” Mormorai davanti a mia moglie che ascoltava con risentimento, costretto per non farmi slogare il braccio a dire e ad ammettere che lui era in suo padrone….  

“Stai calmo e tranquillo che è meglio per te…” Disse:” Ti conviene stare calmo, se no rischi di fati male davvero, intanto, finché non sarà tutto finito le cose non cambiano…” Dichiarò lasciandomi il braccio dolorante che inizia a sfregare con l’altra mano.

“Quante storie…” Esclamò Corinne:” L’abbiamo solo trasformata un pochino in queste quattro ore, parrucchiera, maquillage e look, ma c’è ancora da fare…”

“Ma le labbra?”  Mormorai sempre sfregandomi con la mano il deltoide e l’ascella essendo stata la prima cosa che mi aveva colpito e impressionato nel vedergliele così voluminose.

“Oh le labbra…” Ripeté:” …mentre era con il parrucchiere, la nostra estetista le ha praticato solo un ritocchino con il filler è la pratica più utilizzata e conosciuta da noi donne per aumentare il volume delle labbra. Stai tranquillo il materiale che abbiamo iniettato nelle labbra tramite l’ago è tra i migliori, è a base di acido ialuronico più o meno riassorbibile. Io le tratto bene le nostre ragazze. Ma vedrai che ci si troverà bene e vorrà tenerle sempre così anche dopo, anche se sembrerà una pompinara…” Esclamò ridendo da sola.

 

Antoine fece un gesto a Corinne, che si avvicinò e mi passò un documento di quattro fogli, dicendomi che era il contratto di schiavitù di ES, che lei lo aveva già accettato e firmato. Ero stupito e sconcertato di quello che diceva e soprattutto che lo avesse già firmato... Incredulo lo presi e lo aprii e alla luce del lampione con fatica lessi qualche spezzone:

Contrat entre Dominant et soumise.

La soussignée Stefania ********* agissant librement et à coeur ouvert, demande à Antoine ******* qu’Il accepte la soumission de ma volonté à la Sienne et qu’Il me prenne sous Sa protection et sous Sa gouverne, a fin que nous puissions croître en amour, confiance et respect mutuel.La satisfaction de Ses besoins, désirs et caprices sont compatibles avec mon désir en tant que soumise de Lui être agréable. A cette fin, je Lui offre l’usage de mon temps, de mes talents et capacités. De plus, je demande avec une humilité sincère que, en tant que mon Maître, Il accepte la garde de mon corps pour l’accomplissement et l’embellissement de nos besoins sexuels, spirituels, émotionnels et intellectuels. Pour y parvenir, il Lui est donné toute latitude pour l’utilisation de mon corps quelque soit le moment et le lieu, en présence de quiconque, pour Son usage personnel ou pour en faire don, comme bon Lui semblera.

Je demande qu’Il me guide dans tout comportement sexuel, sensuel ou lié à une scène, avec ou sans Lui, de façon à ce que cela aide à mon épanouissement en tant que personne.”

 

Era scritto in francese, ma era tradotto anche in italiano e così lo lessi tutto.

("Contratto di schiavitù n. 008...

Contratto tra Dominante e sottomessa.

La sottoscritta Stefania ********* nata **** residente a Brescia, via**** agendo liberamente e con cuore aperto, chiede al signor Antoine *******, master di pratiche sessuali e di comportamenti sottomessivi, che accetti la sottomissione della mia volontà alla sua e che mi prenda sotto la sua protezione e la sua guida, in modo che mi insegni a crescere nella sottomissione, ubbidienza, nella sessualità estrema, nella fiducia e nel rispetto reciproco. Mi impegno a soddisfare tutti i suoi bisogni, desideri e capricci coerente con il mio desiderio di imparare, di servirlo e di compiacerlo. A tal fine gli offro l'uso del mio tempo, dei miei talenti e delle mie capacità. Inoltre, chiedo con sincera umiltà che come Maestro di sesso, accetti la custodia del mio corpo per il soddisfacimento e il miglioramento dei nostri bisogni sessuali, spirituali, emotivi e intellettuali. Per raggiungere questo, gli viene data da parte mia piena libertà per l'uso del mio corpo in qualsiasi momento e luogo, in presenza di chiunque, per suo uso personale o per donarlo ad altri come ritiene opportuno.

Chiedo che mi guidi in qualsiasi comportamento sessuale, sensuale o legato all’arte estrema, con o senza di Lui, in modo tale che aiuti la mia crescita come persona.

 

Nei fogli interni c’era anche la spiegazione delle pratiche che avrebbe accettato:

Les pratiques:                 Le pratiche:                    

Soumission.                       Sottomissione.

Humiliation.                      Umiliazione.

Exhbition.                           Esibizione.

Masochisme.                    Masochismo.

Esclave sexuelle.             Schiava del sesso.

Exploitation sexuelle.    Sfruttamento sessuale.

Terminava con:

J’offre mon consentement à ma soumission à_Antoine ********.sous les termes décrits ci-dessus

(Offro il mio consenso alla mia sottomissione al sig.  Antoine ********, nei termini sopra descritti).

En ce ___18__jour de mois de _Juillet__de l’année __2020.

Il giorno _ 18, del mese di luglio, dell’anno 2020

Signature du dominant...                    Antoine. *******

Firmato dal dominante…                   Antoine.  *******

Signature de la soumise...                   Stefania ********

Firmato dalla sottomessa…               Stefania   *******

Signature du mari de la soumise….   Luca   ******

Firmato il marito della sottomessa…Luca   ******

E in fondo la sua firma in calce con nome e cognome vero e quella di Antoine. Mancava solo la mia firma. 

 

“Non posso crederci… non è vero, è tutto così assurdo, mia moglie non può avere firmato questo contratto, non può aver fatto una cosa simile lei…. È un incubo.” Mi dicevo.

Ma purtroppo era tutto vero, aveva firmato dopo Antoine e ora mancava solo la mia firma.

Tolsi lo sguardo dal contratto e Corinne avvicinandosi mi spiegò a voce:

“Dovrà esibirsi non solo in privato ma anche in pubblico quando le verrà chiesto. Avrà i segni da schiava sul corpo, iniziando dal tatuaggio di sottomissione che è un marchio deciso dal suo padrone Antoine, proseguendo con altri simboli. Avrà anche la sua scheda de Esclave personale (Carte de soumise) con il nome in codice “ES” e il numero di identificazione S. 008 Soumise à zèro zèro huit. “Disse guardandomi e aggiunse:” Nella schedaci sarà anche la

fotografia con le sue caratteristiche sessuali che apprenderà man mano che Antoine la educherà; sessualità, capacità, ubbidienza e apprendimento. Avrà inoltre l’obbligo di portare il collare da schiava, sarà solo il suo Padrone -Maître Antoine- a poterla dispensare, quando lo riterrà opportuno. Inoltre, anche se umiliante, come inizianda dovrà essere sottoposta al cosiddetto – Contròler- (Controllo). Una procedura che consiste nel presentare la schiava, l’educanda in un luogo pubblico e frequentato a un estraneo scelto tra i presenti, dove proverà e confermerà la sua completa sottomissione, con l’ubbidienza e con gli atti.” 

“Il controllo” spiegò: “Va dalla semplice verifica dei simboli della sottomissione che avrà sul corpo, alla presentazione di tutte le parti intime su richiesta del Master e a rendersi disponibile a carezze o battiture e su richiesta anche ad atti sessuali. Il tutto come descritto nei particolari e presentato sul contratto di sottomissione firmato.”

Sentite quelle parole, sentii il sangue ribollirmi dalla rabbia, aveva firmato anche l’accettazione di atti sessuali. Mi girai verso Stefy rabbioso dicendole solo:

 “Sei stupida! ...Una stupida…Ma ti rendi conto cosa hai firmato?! Tu sei pazza!... Sei pazza! … Non ti rendi cosa di cosa hai fatto? Hai firmato un contratto di sottomissione, da schiava! Adesso sì che possono ricattarci, dimostra che tu sei consenziente a questa condizione e a quello che ti chiederanno di fare in futuro.”

Poi avvicinandomi rabbioso e alzando la voce, non pensando che lei era solo una vittima mia e di quell’Antoine, esclamai:

“Ma lo sai cosa c’è scritto?... Lo hai letto almeno? Possono chiederti qualunque cosa …. anche atti sessuali!”

Lei era ferma in silenzio, imbarazzata, si guardava in giro, sembrava non prestare nemmeno attenzione a cosa dicevo, era straniata, come se non le interessasse più nulla.

Ebbi un impeto di rabbia e prendendole le braccia mi misi a scuoterla forte facendole cadere la borsetta e chiedendo: “Perché?... Perché sei conciata così??... Perché hai firmato?... Perché lo hai fatto?... Perché?... Perché sei diventata Es, come puoi accettare questa situazione? Perché??”

Lei come risvegliandosi, risentita e offesa dal mio atteggiamento e dalle mie accuse verso di lei rispose adirata e impetuosa:

“E hai il coraggio di chiedermi perché?... Perché sei tu mi hai affidato a loro!” Fu la sua risposta irata e irritata. “Quando sei uscito dal bar, è stata Corinne a dirmi che tu eri d’accordo con loro e che te ne eri andato lasciandomi sola a loro.  Così mi hanno fatto uscire dal retro e mi hanno portata da una estetista loro amica, che assieme ad un’altra signora e ad un uomo, mi hanno spogliata nuda e trasformata, permanente, extension ai capelli, tinta, poi maquillage al volto e iniezioni di filler nelle labbra per ampliarmele e poi truccata, tatuata e vestita come volevano loro. Sentivo le loro mani su di me, un paio alla volta ma anche tutte assieme, le sentivo sui capelli, lavarmeli e tingermeli, pungermi sulle labbra e truccarmi il viso, mentre qualcun'altra mi sistemava le unghie. Poi sdraiata su un lettino, con una macchinetta elettrica un ragazzo mi ha tatuata. Hanno detto che anche tu volevi così, che fossi marchiata e io ero confusa, allarmata e spaventata, sola nelle loro mani e mi sentivo annullata, e passivamente mi sono lasciata fare tutto quello che volevano. È stato terribile…” E sempre urlando e gesticolando continuò:

“Corinne dava disposizione su cosa farmi e Antoine seduto mi guardava divertito mentre le signore lavoravano su di me. Poi è arrivato Daniele con questo vestitino e tutti questi accessori e li ho indossati.”

“Ma non era vero niente, io ero fuori nel dehors che ti aspettavo, non ti ho mai abbandonata, non lo avrei mai fatto. Ma come hai potuto dubitare di me, del mio amore per te?  Come hai potuto accettare quello che ti hanno fatto e proposto? Non ti vergogni?... Sembri una puttana davvero, vera così!” Le dissi con rabbia.

A quella frase ebbe come un soprassalto.

“Comeee!?” ... Rispose furiosa. “Sei tu la causa di tutto!... Tu, hai voluto iniziare e continuare questo gioco. Ti ho chiesto pregandoti, supplicandoti più di una volta di lasciare perdere tutto che non mi piaceva questa gente. Ho cercato di dissuaderti, di non portarmi da loro che ero insicura, mi sentivo strana e diversa e di non lasciarmi mai sola, che ero intimidita, spaventata, smarrita.

Sapevi che c’erano stati alcuni momenti che mi ero immedesimata realmente in ES e non riuscivo a distinguermi da lei subendone la condizione e anche il fascino, che provavo timore e attrazione e anche eccitazione per quello che facevo e che più di una volta per alcuni minuti ho pensato di esserla davvero ES e che a lui, ad Antoine lo consideravo realmente come mio padrone e ne sentivo e subivo la subalternità, perdendo sicurezza e stima in me stessa...

E tu lo sapeviii!... “Si mise a gridare verso me:” Te lo avevo dettooo!... Ma ti piacevaaa!... A te piaceva far trasgredire tua moglie, la tua bella consorte bionda e che altri la vedessero nuda. Ti piacevaaa!! “

Fece una pausa e alterata come se riprendesse tutte le sue forze verso me che considerava la causa di tutto, proseguì:

” E hai voluto continuare!... Ritornare da loro! Ti ricordi cosa mi dicevi?... Assecondalo, vedrai che non ti farà nessun effetto, è solo suggestione la tua, è normale che ti senti eccitata e senti la subalternità a lui, alla sua autorità, vivila pure tranquillamente, è solo un gioco…poi passa tutto e invece…  Adesso guarda!!... Guardaaa!!... “Urlò con gli occhi lucidi rendendosi conto nella situazione in cui era e forse degli errori che aveva commesso a lasciarsi trasformare e a firmare quel contratto di sottomissione.

Corinne si avvicinò dicendo:” Ehii… non farmela piangere che si rovina il trucco…” E le passò un fazzolettino per tamponarsi gli angoli degli occhi, tenendo asciutto il trucco.

E riprese:” Ora sono sottomessa a lui, non so reagire, faccio tutto quello che mi chiede, è il mio padrone e io sono la sua schiava. E stasera, sei stato tu che mi hai messo il collare da cagna e consegnata a lui per essere sottomessa, divenirne schiava e puttana... non dimenticarloo.”

Io ascoltavo attonito in silenzio a quella sua reazione di disprezzo verso di me e di accettazione a quella condizione di essere ES e assoggettamento a loro, oramai mi era sfuggito tutto di mano, in lei era scattato qualcosa che la faceva orbitare intorno a loro, e piena di rabbia e livore continuò a sfogarsi su di me.

” Mi hai lasciata sola, te ne sei andato via dicendogli che ero sua, di educarmi e trasformarmi. Ti sei allontanato, mi hai abbandonata, affidandomi a lui” Ripeté irata. “Mi hai ceduta!!... Come hai potuto?... Tu… tu che ti amo!!”

“Non è vero!” Risposi urlando anch’io: “Te l’ho detto...fu lui ad allontanarmi da te e a portarmi fuori dicendo che saresti arrivata anche tu dopo pochi minuti. Io... io non volevo lasciarti... non ti avrei mai lasciata sola … come hai potuto credergli?”

Ci fu un silenzio tombale a quella mia risposta, si sentiva solo qualche auto passare e voci lontane e loro che attorno a noi ci guardavano litigare in silenzio e sorridendo divertiti. “Antoine c’era riuscito, ci aveva divisi.

Poco dopo sentii Stefy, mia moglie o Es come la chiamavano loro, arrabbiata come chi ha finito di litigare, indifferente alzando le spalle dire:

“Non importa... oramai! Non so nemmeno più io chi sono”.

“Già!!... Non importa!” Risposi incattivito a quelle sue parole di accettazione, ritenendo invece lei colpevole di tutto con la sua passività e arrendevolezza.

“Perché ti piace! Ti piace quello che ti hanno fatto... dillo dai?...  Di la verità, ti piace essere così, trasformata, vestita e trattata da puttana. Dìllo!!... Abbi almeno il coraggio di ammetterlo!

Godevi oggi pomeriggio quando ti hanno fatto spogliare nuda e ti guardavano, se ne sono accorti tutti”. L’accusai arrabbiato e impotente. “E anche stasera, tutte le storie che hai fatto per non venire, le foto, le lacrime, le paure, erano solo una scusa. Dove sono finite le tue paure?... Ci hai messo poco a cambiare. E sai perché??... Perché dentro di te... ti piace! Ti piace essere schiava e puttana, se no, non firmavi quel contratto. Ed è per questo che sei conciata così. “Aggiungendo nel livore della discussione: “E ti piaceva anche che quel Stephen o come diavolo si chiama ti toccasse davanti a tutti, ti accarezzasse il seno, le cosce… dì la verità, dai Stefy, dillaaa!!” Gridai con gli occhi rossi e umidi.

“Stupido!” … Rispose offesa “Tu dici che tutto questo mi piace?... “E come riflettendo esclamò:” E anche se fosse? …Mi verrebbe voglia di gridarti in faccia di sì!! … Si…che mi piace!!...Mi piace essere ES e che Antoine mi faccia diventare puttana, ma solo per punirti…” fece un’altra pausa e riprese:” E se proprio lo vuoi sapere…ma tu lo sai già naturalmente, io non ero così, sei tu che mi ci hai fatto diventare, che me lo hai fatto piacere, facendomi subire e provare quelle emozioni, portandomi da loro, lasciandomi scoprire diversa e una parte di me che non conoscevo, e ora ti scandalizzi perché credi che ho accettato? E anche se fosse così? “Strillò.

Vedendomi rabbioso ma affranto continuò:” Ma non è così, la mia unica colpa e avere subito te e lui…” Aggiunse con voce alterata più per rabbia e per ferirmi che convinta realmente di quello che diceva.

“Il merito è solo tuo se sto diventando ES... E comunque se mi piace o non mi piace... cambia forse qualcosa oramai? Anche tu pocanzi in ginocchio hai detto ad Antoine che sono sua, la sua puttana e schiava…”

Mi resi conto che stavamo litigando tra noi, non lo avevamo mai fatto in 18 anni di matrimonio, era la prima volta. Stavamo cercando di addossarci la responsabilità di quello che era successo uno addosso all’altro, ma aveva ragione lei, la responsabilità era solo mia. Non cambiava niente oramai se le fosse piaciuto o no. Avrei dovuto fermarmi quando mi manifestò i suoi timori, che aveva paura di sé stessa, paura di non controllarsi, di cedergli nuovamente, di non riuscire a restare Stefy... di diventare ES, di provare attrazione e piacere per quella condizione. Avrei dovuto fermarmi quando si stava scoprendo in un ruolo e in una parte che non era sua e che aveva sempre condannato, ma in quel momento la attraeva.

Guardai Antoine che sorrideva divertito alla nostra discussione dicendo: “Un piccolo espediente che ha avuto un ottimo risultato.”

Ero arrabbiato e impotente, ci aveva ingannato, eravamo caduti nella sua trappola, non sapevo cosa fare. In un impeto di orgoglio dissi a Stefy di seguirmi che l’avrei portata via con me, saremmo tornati a casa:

 “Vieni via con me!”  Esclamai prendendola per mano e tirandola forte verso me per venire via, ma lei non si mosse, si stacco dalla mia mano e mi rispose guardando lui: “Adesso sono la sua schiava”.

“Ma che cazzo dici… E io sono tuo maritoooo!” Dissi urlando con gli occhi rossi e lucidi quasi piangendo...:” Tu sei pazza! Pazza!... Ti hanno fatto il lavaggio del cervello, ti hanno plagiata…” Gridai, ma non mi dava ascolto, avevano sottomesso la sua mente con l’inganno e la paura.

Pensavo di vivere un incubo e di risvegliarmi presto. Avevo perso Stefy, era soggiogata da lui e da quella... maitresse di Corinne.

Antoine come ad avvalorare quello che diceva, all’ultima parola di ES. le ordinò:” Spogliati nuda… togli il vestito…”

Lei esitò un attimo... era davanti a noi disposti a semicerchio in un posteggio, seppur appartato sempre un luogo pubblico.

E con l’aiuto di Corinne si sganciò l’anello dal collo che teneva uniti i due lembi di stoffa, che cadendo in avanti portarono con sé la parte superiore del miniabito, facendo riapparire il seno bianco, provocante e sporgente, mostrandolo nella sua piena maturità e bellezza, con due areole rosa e i capezzoli turgidi rivolti in alto.

Subito pose le mani sul bordo dello stesso che le fasciava il sedere e la pelvi, piegandosi leggermente in avanti con il seno dondolante e a fatica, ancheggiando lateralmente con il bacino, aiutata sempre da Corinne spinse giù la gonna ai piedi e restò nuda davanti a noi, nel suo corpo asciutto, ma voluttuosamente pieno e morbido.

Restai sbalordito e stupefatto, ebbi un sussulto, non credevo ai miei occhi.

Il suo sesso era completamente depilato, nudo, liscio come non l’avevo mai visto.

Lo guardai con sorpresa e meraviglia, osservai la lunga linea della fessura sulla vulva che era sempre stata coperta della peluria e ora volgarmente si mostrava. Era bello ampio, carnoso, bombato esternamente e dischiuso dall’eccitazione continua, un tutt’uno con il monte di Venere e gli inguini.

Lei vedendo che la osservavo incredulo, forse per vergogna o forse per giustificarsi mormorò:” E’ stata una signora quando ero sdraiata sul lettino, all’improvviso con schiuma e rasoio. mi ha rasato completamente il sesso e le ascelle.”

Antoine per suo piacere o per ferirmi di più, la fece ruotare su sé stessa e vidi brillare una catenella dorata che le cingeva la vita e anteriormente scendeva entrando nella fessura della vulva tra le labbra grandi e piccole del sesso a dividerle, scomparendo tra loro, proseguendo la discesa per uscire nel perineo e risalire posteriormente nascondendosi nel solco intergluteo da dove usciva nuovamente sul coccige e si portava sull’osso sacro riunendosi alla catenella orizzontale. Praticamente era nuda, era come se non avesse nulla addosso, ma quella catenella insignificante che luccicava al riflesso della luce, la rendeva volgare e provocante.

 

Ma Antoine le ordinò di togliere anche quella, e lei ubbidiente e intimorita, sapendo come fare, sganciò la chiusura sul lato e lasciandola cadere sulle scarpe rosse e il miniabito fu completamente nuda nella sua bellezza adulta da meravigliosa quarantenne, con il corpo quasi impeccabile, svergognato e impudico, violato dalla volgarità estetica dell’abbigliamento e oltraggiato dagli sguardi libidinosi di quella gente.

Seppur contrariato e in quella situazione di tensione, eccitava perversamente anche me vederla in quello stato, come non l’avevo mai vista prima, con il suo sesso rasato completamente, depilato e liscio, palpitante, eccitante ed eccitato, con il rilievo delle grandi labbra gonfie e la sua fessura luccicante dagli umori che leggermente schiumosi si affacciavano, segno che provava piacere da quella condizione.

Era splendida senza il suo folto bosco di peli bruni che le nascondeva la vulva, ora la sua fessura era esposta, nuda e volgare come lei in quel momento, ma proprio come lei attraente e sexy.

Istintivamente mi piaceva, la desideravo così com’era, depilata e, pur non volendo, sentivo un tuffo al cuore e un perverso eccitamento che faceva gonfiare il mio pene.

Stava avvenendo anche in me qualcosa di strano, di assurdo che cercavo di soffocare ma non ci riuscivo.

Vedere Stefy così, nuda e trasformata in quel modo, da puttana e schiava in balia di quegli uomini, in alcuni momenti mi eccitava fortemente, una eccitazione nuova, diversa da quelle che conoscevo, perversa e depravante.

Inconcepibilmente e irrazionalmente provavo una sensazione strana, una percezione di godimento nel vedere mia moglie in quella condizione, nuda, trasformata e assoggettata a quell’uomo. Lottavo con me stesso per non provare quella emozione perversa, densa e profonda, ma la spia del mio eccitamento, l’erezione del pene dentro i pantaloni, me la dimostrava e faceva sentire, accompagnata dal mio sguardo su di lei, non più curioso e scandalizzato, ma lussurioso e turbato e dai miei occhi sbarrati. Si… increduli, ma libidinosi, con il sudore che per la tensione o forse una forma di malsana eccitazione con il caldo mi colava dalla fronte accompagnato dai miei respiri lunghi e irrequieti.

Era al centro dei nostri sguardi e Antoine le disse:

“Su ES, fai un po' la passerella per tuo marito, come oggi pomeriggio nel locale lo hai fatta per noi, cammina un po'…”

E lei ancora una volta incomprensibilmente, alzò i piedi e Corinne le tolse subito il mini abito tra loro e iniziò a passeggiare nuda su quei tacchi altissimi, sculettando e ancheggiando, girando su sé stessa.

Aveva un sedere adulto, da signora per bene, ammirevole, chiaro e slanciato, invitante nella sua pienezza, rotondità e forma, in una sola parola desiderabile. Su quei tacchi vertiginosi, sembrava più bello e più alto; al suo muoversi oscillava lateralmente, facendo ondulare sopra la pelle e la sua carne tenera, rendendola volgarmente eccitante. Non lo avevo mai visto così bello ed erotico!

Lo ammetto, era diversa, ma era bella, sexy, indecente, oscena e volgare, era tutto Stefy in quel momento... Antoine le si avvicinò e le accarezzò il sedere e poi le appoggiò la mano sopra e lo strinse forte deformandole il gluteo tenero, senza che lei dicesse nulla, lasciandole sulla pelle pallida il segno rosso delle dita al rilascio.

“È un culo bello e morbido!” Esclamò sorridendo guardando Daniele e Stephen. Lo stesso fece con il seno, lo accarezzò e sorridendo le titillò i capezzoli turgidi.

Lei era in una condizione di chi subiva, lasciava fare, ma disapprovava e non era d’accordo, guardava in avanti con aria superba e di superiorità, di distacco da quell’essere ignobile e perverso che la manipolava e si permetteva di toccarle il corpo.

Il collo superbo sembrava allungato dal collare d’acciaio dorato.

Ci guardammo, non era più la Stefy che avevo lasciato poche ore prima, la moglie titubante che avevo, che mi amava... ora era ES … la creatura, la schiava voluta da Antoine.

Purtroppo accettavo… dovevo come lei accettare passivo quella situazione per evitare conseguenze peggiori, sia fisiche che socio-famigliari... non potevo fare altro che subire fino alla fine delle nostre vacanze, quando me l’avrebbe riconsegnata domata e sottomessa… Mi stavo rassegnando. Lei oramai si era accettata come ES, e seppur con disgusto riconosceva in lui più autorità della mia e io non potevo fare altro che seguirla assoggettarmi.

L’aveva cambiata non solo psicologicamente, ma anche nell’aspetto, in modo che guardandosi allo specchio non si riconoscesse più neanche esteriormente nella Stefy di prima, ma che si vedesse in ES, tatuata, depilata con il viso alterato dai colori, dallo sguardo e dalla forma delle labbra, non più il bel viso dolce con una cornice di capelli biondi in ordine, ma si vedesse una chioma nera, lunga e mossa, che le dava un’aria aggressiva e perversa... da pantera.

Antoine le diede il permesso di rivestirsi.

“Rivestiti pure che andiamo in una villa di un mio amico a bere qualcosa.” Disse.

Stefy si chinò e rimise la catenella e a seguire con fatica il vestitino... sì riordinò, ed era pronta.

Aveva un bisogno impellente di urinare e chiese a Corinne:” Madame… c’è una toilette qui vicino?”

“Toilette?” ... Rispose Antoine sentendo.

“Si, devo fare pipì” Rispose imbarazzata ad Antoine che si mise a ridere.

“Ma tu sei la mia cagnetta... e le cagnette non fanno la pipì nelle toilette.” Pronunciò. E con voce autoritaria volgarmente le ordinò: “Falla qui!!... Accovacciati e piscia!”

Stefy restò silenziosa, titubante, mi guardò, guardò tutti, pensavo che non l’avrebbe mai fatto, che forse quello era il momento per rompere il gioco...  ed ero pronto, l’avrei ripresa e portata via con me a costo di mettermi contro quella gente.

Invece, esitando prese il bordo inferiore del gonnellino e lo tirò un po' su e si accovacciò allargando le gambe e con le dita spostò di lato la catenella dorata da dentro la fessura della vulva, lasciando le labbra del sesso libere. E dopo una breve pausa di concentramento, guardando il marciapiede incominciò a urinare a intermittenza... davanti ai piedi di quegli uomini, che sorridendo, mentre lei accucciata iniziava con i suoi getti irregolari a mingere, la osservavano lascivi e con libidine; scrutando bene tra le sue gambe divaricate l’espulsione di quella pioggia dorata…  

I tacchi alti sollevandola da terra, facevano zampillare l’urina in un getto che da intermettente divenne continuo, con un fruscio molto eccitante contro l’asfalto, che rompendolo in schizzi li faceva saltare brillando alla luce del lampione. Sotto di lei, tra i suoi alti sandali, il lago di quella pioggia dorata allargandosi si spandeva lentamente in una chiazza schiumosa e calda, bagnando l’asfalto.

Eravamo restati tutti eccitati da quella scena, io in modo particolare a vedere mia moglie, la mia Stefy così pudica, urinare all’aperto davanti a degli sconosciuti. Non più la vergogna e il pudore del pomeriggio sul suo viso, ma solo un lieve imbarazzo nell’espressione piacevole dell’urinare, con un leggero rossore, frenato dalla sua ubbidienza.

Antoine era soddisfatto.

Al termine si rialzò asciugandola con un fazzolettino passatole da Corinne, rimise la catenella dorata al centro della fessura assestandola bene, venendo ricoperta subito dalle grandi labbra vaginali che la inglobarono dentro di esse. Si alzò, aggiustò il vestitino tirandolo un poco in giù il margine del gonnellino. Mi guardò rossa in viso, mentre muovendosi vedevo il suo seno gonfio ballare tra la ampia scollatura. Era eccitata anche lei. Il male di quello che ci stava accadendo, era che sia pure in modi e in tempi differenti ci piaceva, ci eccitava, pur non desiderandolo e condannandolo.

 

Ci avviammo alle automobili, Stefy oscillando e sculettando bene, come la puttana che era diventata, sostenuta da Antoine, che la sorreggeva tenendole la mano larga sul sedere.

Ero geloso ed eccitato, arrabbiato e turbato a vederla tra loro e toccata da lui. L’eccitazione oramai era diventata perversione, depravazione, provavo dentro di me piacere a vedere mia moglie in quello stato, schiava e puttana di Antoine. Come se lo meritasse.

Ma un pensiero mi rodeva, avrebbe davvero fatto sesso con qualcuno? E cosa sarebbe successo, come avremmo reagito? Io ero stato il suo unico uomo fino ad allora.

Ci spostammo dove erano parcheggiate le auto. In una salirono Stephen come autista e Corinne e dietro a loro Antoine e Stefy. Io andai nell’altra auto, con Daniele.

Chiesi dove saremmo andati, e Daniele rispose sorridendo: “A divertirci!”

E guardandomi aggiunse: “Ti divertirai anche tu vedrai, andiamo in un locale privato in una villa... dove si balla e ci sono degli spettacoli particolari e interessanti.” E sorrise.

Pensai che forse saremmo andati a cenare visto che non l’avevamo ancora fatto, almeno io e seppur tardi a vedere qualche spettacolo...

Non immaginavo minimamente quello che di allucinante ci sarebbe capitato.

Oramai rassegnati seguimmo Antoine e i suoi amici, prigionieri consapevoli dei loro nuovi impulsi.

 

 

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