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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

All Right Reserved 2022

ANALISI DI UN CUCKOLD IN TERAPIA

1 posseduta contro la fiancata.jpeg

VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.

Promemoria sui nomi visto il periodo di sospensione.

Patrizia: nome reale della moglie.

Chiara: nome di fantasia usato dalla moglie per i partner negli incontri.

Mimmo: nome reale del marito.

Andrea: nome di fantasia del marito che dava ai partner negli incontri con mia moglie

 

 

NOTE:

“L’amante a volte è l’uomo sbagliato, nel posto sbagliato e al momento sbagliato. Peccato che poi ti scopa nel modo giusto.”

(Tizzi Radrizzani, Twitter)

 

CAP. 18 POSSEDUTA CONTRO LA FIANCATA DELL’AUTO. 

 

Continuammo quella seduta psicoterapeutica e nell’ascoltare il termine della mia ultima esposizione la dottoressa domandò:

“Quindi prendeste a farlo in auto?”

“Si, ci appagava e soddisfaceva di più.”

“Dove lo praticavate quel carsex, intendo il luogo…” Mi chiese.

“In genere dove capita o ci consigliava il partner che era molto più esperto di noi. Nelle piazzole autostradali, vicino agli autogrill, in camporella o nascosti nei grandi parcheggi. Ma erano incontri intensi e brevi…”

“Certo l’ultimo che mi ha narrato sotto la pala eolica è stato rischioso.” Asserì.

“Si. Quello ci spiazzò… Comunque come dicevo l’incontro e il rapporto sessuale in auto durava massimo mezz’ora e poi terminava e si ci divideva ognuno per la sua strada, niente a che vedere con le stanze d’albergo o appartamenti privati. L’amplesso era più breve, ma maggiormente intenso, adrenalinico con quel timore velato di essere sorpresi mentre lo praticavano e visti…”

“Quindi vi piaceva di più?”

“Senz’altro, ci si spogliava meno ma era più concentrato e esasperato.”

“Oltre l’episodio della pala eolica, mi aveva detto che c’era stato qualcos’altro di molto adrenalinico e rischioso.  Ha qualche ricordo particolare di quell’incontro? “

“Si alcuni…”

“Mi dica.”

“Be una volta conoscemmo un meridionale con i requisiti richiesti da noi. Mia moglie mise parrucca e un vestitino leggero e mini che gli avevo acquistato, che evidenziava di più le sue forme mature, poi nel gioco metteva le calze nere autoreggenti, si truccava da non apparire chi era e indossava uno spolverino Burberry.

Premetto che io il partner lo incontravo sempre prima, parlavamo, avevo il numero di cellulare e solo dopo se mi fidavo ci incontravamo e faceva sesso con mia moglie, questo con tutti, non erano mai incontri alla cieca, ma sempre programmati. E con quel tipo nell’approfondire la nostra conoscenza mi disse se volevamo giocare:

< Giochi di ruolo?> Dissi io.

< Si… io faccio il cliente e lei la puttana.>

L’idea mi intricava, ne parlai con mia moglie e decidemmo di provare e lo comunicai al partner. 

E con quel tipo ci incontrammo per giovare…”

“Immagino che anche quello non fosse di bell’aspetto?” Dichiarò la dottoressa.

“Si, come le ho detto era più forte di me… e comunque non ce n’erano di belli, erano tutti cinquantenni panciuti…”

 Comunque verso le 22.00 ci incontrammo in un incrocio deciso da lui…”

“Prosegua Mimmo…”

“…ci fece segno con i fari come convenuto di seguirlo e lo facemmo, ci portò in un posto tranquillo di cui mi aveva già fatto fare un sopralluogo. Mia moglie era più tranquilla dei primi incontri, meno ansiosa e anch’io, stavamo acquisendo esperienza e capacità.”

Giunti nel luogo, io posteggiai il mio suv di lato e lui a pochi metri da noi e spegnemmo i fari. Scendemmo e ci incontrammo mentre mia moglie era restata in auto chiacchierammo e gli chiesi:< La faccio mettere dietro nel sedile posteriore oppure la vuoi chiavare dov’è ora, nel sedile anteriore del passeggiero?> 

Lui restò in silenzio poi mi chiese:< È alta? >

Non capi quella domanda e gli domandai:< Come? In che senso alta?>

< È una donna alta tua moglie?>

< Non altissima ma si, abbastanza…>

< Ha le scarpe con i tacchi alti?> Chiese ancora.

Ero sempre più stupito dalle sue domande, non capivo il senso di quello che chiedeva, e all’improvvido disse:< Falla scendere che la chiavo in piedi…>

< Come in piedi?> Domandai.

< Si, attaccata con la schiena alla fiancata della tua auto…>

Restai in silenzio, era una richiesta insolita chiavare mia moglie in piedi e nessuno lo aveva mai fatto a parte quella volta nella toilette e mi intricava. Comunque gli dissi:< Aspetta che chiedo a mia moglie.>

Andai dal suo finestrino e le domandai: < Guarda che quel tizio vuole farlo in piedi.>

< Come in piedi?> Ribadì lei.

< Si in piedi, ti vuole chiavare col la schiena adesa all’auto, non l’abbiamo mai fatto. Proviamo?>

Lei restò un attimo in silenzio e poi pronunciò con un sorriso dubbioso:< Mah proviamo!>

Feci pochi passi e tornai da lui:<È d’accordo.> Gli comunicai.

< Va bene! Falla scendere e venire qua!> Dichiarò.

La notte era rischiarata solo dalla luna, ma si ci vedeva abbastanza bene. Mia moglie a un mio cenno scese dall’auto e venne da noi e lui allungando la mano con irriverenza disse: “Piacere signora… preferisco chiavarla in piedi che è più bello e soddisfacente.> Lo disse senza alcun imbarazzo. 

Mia moglie a quelle parole restò sorpresa, mi guardò e senz’altro arrossì. Ma non disse nulla.

Lui prendendola per un braccio la porto nella fiancata rischiarita dalla luna dicendo:< Così si ci vede meglio. > La posizionò, di altezza erano uguali, forse mia moglie un po' più alta di lui.

< Allarghi le gambe…> Esclamò. E mentre mia moglie lo faceva e le divaricava lui dava le misure: <… ecco ancora un poco, basta così va bene!> E tastò con i piedi il terreno per non scivolare.

< Devo togliere il soprabito?> Domandò mia moglie.

< No non serve.> E lo sbottonò tutto davanti tirandoglielo solo giù dalle spalle.

Patrizia mi guardava, io ero dietro a lui. Era una scena inverosimile, insolita, stavano per chiavare in piedi e io e lei eravamo curiosi anche non avendolo mai fatto né mai visto fare in quel modo. 

Mia moglie era in tensione di quello che accadeva e in quella posizione era come se attendesse che quel partner o bull, iniziasse a spogliarla, e mentre era con la schiena adesa alla fiancata lui con una mano le tirò su la gonna fino all’ombelico, rigirandola su sé stessa per farla restare su da sola, scoprendole le mutandine nere che guardò con un sorriso divertito.

Preso l’elastico sui fianchi, le abbassò la mutandina fino alle ginocchia, lasciando la bella figa di mia moglie al chiarore della luna, mostrando la sua pelvi pallida con il segno dell’abbronzatura del costume.  Il partner avvicinò la mano e si mise ad accarezzargliela sui peli. Oramai non la rasava più.

Continuò ad accarezzarla anche sulle cosce e sul sedere facendola fremere di piacere. Sapeva muovere quella mano, con raffinatezza, con movimento lento ma costante, in modo che sentisse le sue dita sulla pelle. Era una scena eccitante. Io ero in uno già in uno stato agitato e continuavo a guardare. 

Mi sentivo turbato a osservarla. Poi all’improvviso mentre lei gemeva smise, le aprì il soprabito e la camicetta, facendo apparire il suo torace con il reggiseno bianco traforato. La prese la tirò a sé per poi sbatterla contro la fiancata dell’auto con la schiena.

Lo sguardo di quell’uomo diventò brutale, la spinse contro la vettura, una, due volte, facendo muovere l’auto dai colpi del suo corpo sulla fiancata.

< Ma che fa pensai, perché la sbatte contro la macchina, le farà male.>

 Ma mia moglie lo guadava in faccia con il respiro forte ma non diceva nulla, mentre lui con l’altra mano prese i capelli e tirandoli forte gli restò la parrucca in mano. Restammo tutti sorpresi:< Ma che fa pensai…?>

Lui la guardò stupito, poi realizzò esclamò :< Sei proprio una puttana…hai la parrucca come loro. > E la gettò sopra il tettuccio dell’auto.”

“Sua moglie che fece Mimmo?” Domandò la dottoressa.

Cercò di riprenderla dicendo:” La parrucca no…!”

Ma lui togliendole la retina sulla testa, le prese i suoi capelli veri impigliandoli e attorcigliandoli tra le dita facendo saltare le mollette di tenuta, e come se fossero fili di seta tirandoli la teneva ferma in quel modo, tanto tirati che non riusciva nemmeno a girare la testa di lato.”

“Lei cosa faceva Mimmo?”

“Ma questo è matto pensai… ero propenso a intervenire, ma mia moglie non diceva nulla, le teneva solo l’avambraccio in modo che glieli tirasse meno, era come se ci stesse a quella brutalità, che le piacesse.  

A vederli vicini, era più basso di poco di lei e nemmeno robusto, anzi sembrava una persona anonima. Ma c’era qualcosa in lui, e in me, che ci accomunava, l’erotismo per mia moglie seppur diverso per ognuno di noi.

Non dico che iniziavo a provare piacere al suo maltrattamento a mia moglie, ma stava sub entrando in me una certa indifferenza per come la maltrattava, ero disgustato e turbato, attratto e ripugnato, sudavo di tensione ma anche di eccitazione a vederla nelle mani di quel tipo trattarla come se fosse una puttana vera. E in più mia moglie non diceva nulla, si lasciava maltrattare.

Lui non parlava e noi non dicevamo nulla, ma stava strapazzando fisicamente mia moglie con brutalità e io non intervenivo, non solo per timore di lui, ma perché in me era subentrato qualcos’altro che si manifestava e mi eccitava a vederlo fare.

< Le conosco le donne come te. Tutte per bene fuori, ma puttane dentro e io ora ti tratto un po' come una puttana… vuoi? Giochiamo al magnaccia e alla puttana?> le disse.

“Ero attonito, volevo intervenire…”

“Ma non lo fece?” Domandò la dottoressa.

“No, aspettavo mia moglie che mi dicesse qualcosa, mi desse un segnale.”

“Che non le diede…” Aggiunse.

“Si… e non so perché, forse piaceva anche a lei giocare in quel modo, quel sentirsi maltrattare. In fondo poi era un gioco anche se sembrava vero.”

“È probabile, vada avanti.”  Disse ancora la dottoressa.

“Hai capito!!” Gli sentii dire a quel tipo verso mia moglie.

Non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso vedevo mia moglie che con gli occhi pieni di sorpresa lo fissava intensamente con uno sguardo assurdo, era una battaglia tra di loro a cui io assistevo impotente. Ma all’improvviso le tirò i capelli forte realmente, facendola lamentare e seguire la sua testa di mia moglie dietro il suo braccio.

<Mi fa male!!> Esclamò patrizia, mentre lui con il suo ghigno perfido l’attirava ancora di più a sé, e con un brusco movimento che la portò inevitabilmente ad avvicinarsi a lui.

“Allora sarai la mia puttana??” Ripeté sorridendo avvicinandosi al suo orecchio.

Mia moglie era immobile e lui dicendole parole cattive e volgari esclamò: “Ora sei anche tu una puttana, una mia puttana !!” Quelle parole dette con padronanza e autorità in quella oscurità mi portarono a intervenire.

Trovai il coraggio di gridare. Non lo riconoscevo più, sembrava trasformato, non era più la persona che avevo contattato e con cui mi ero organizzato.

Impaurito feci un passo indietro e restai in silenzio, mentre lui avvicinò il viso, così vicino al suo guardandola fissa, da mostrare a lei e a me la furia che le divampava nei suoi occhi e dire:< Tu resta tranquillo finché non finisce il gioco, tu sei soltanto un guardone, lei la mia puttana e io il suo magnaccia e basta!” Gridò.

Vidi mia moglie adesa con la schiena alla portiera con gli occhi spalancati e doloranti 

dall’avere i capelli attorcigliati tra le sue dita e la testa piegata, resi tesi dal tirare continuo della sua mano.

Aveva le labbra tirate come voler reprimere l’impulso di reagire, e restò in

silenzio, mentre quel tipo con la sua mano strinse tra le dita e tirò ancora i capelli veri,

facendola tenere le mani sul suo avambraccio a cercare di fermare quel tirare doloroso

.

< Se non mi ubbidisci te li strappo tutti i capelli veri, poi ti faccio portare la parrucca perché sei senza e non per gioco.

Mi resi conto che era incontrollabile, peggio di quel tipo della pala eolica, ma non potevo fare niente, un po' perché avevo realmente paura fisica di lui per me e mia moglie e un po' perché mi sentivo intrigato. Fremevo di rabbia, e impotenza, il cuore mi batteva forte ma restai fermo impotente, mentre lei passiva e l’espressione del viso assente, si sforzava di non muoversi. La vedevo sopraffatta, smarrita.

Non c’era più reazione da parte mia, solo parole o gesti inconsulti, 

C’era qualcosa di selvaggio, di animalesco e brutale nel suo modo di fare che mi dava

repulsione, ma che mi attraeva al tempo stesso. Qualcosa di cupo e manesco, eppure

irresistibile, in grado di rendere intrigante ciò che normalmente ti farebbe orrore, come vedere tua moglie maltrattata da un altro uomo.

<Ora baciami!!> Lo sentii pronunciare: < sulla bocca con la lingua dentro!!> Precisò.

“Guardai Patrizia silenziosa e impressionata, la vedi deglutire la saliva dalla tensione che

aveva addosso, da quella arsura dovuta allo stress e alla tensione, e si passò la lingua sul labbro inferiore per inumidirlo prima di parlare, con il viso rosso congestionato e gli occhi grandi che brillavano al riverbero della luna, quasi da non riuscire a capire se si trattasse di piacere o rabbia quello che esprimeva.

Vista la situazione feci un cenno a mia moglie, di assecondarlo per evitare reazioni peggiori.

Quell’uomo appoggiò le labbra a quelle di mia moglie e le succhio avidamente spingendo dentro la lingua nella sua bocca facendola muovere. L’aveva baciata anche se nei nostri accordi c’era di non farlo, ed era sconvolgente vedere lei più alta piegata su di lui a lasciarsi baciare.

La voce di quell’uomo era chiara, forte nell’aria notturna Il suo tono era di provocazione.

<Ora ripeti!... Ascoltami bene e ripeti!> Le disse mentre lei turbata lo guardava in silenzio:

< Ripeti!! ...Sono una tua puttana ed è tutta la sera che sono bagnata al pensiero di te che mi chiavi! Su!! Ripeti!> La sollecitò lui. 

Lei mi guardava negli occhi con i suoi pieni di umiliazione. Fu a quel punto che eccitato le dissi:< Diglielo…intanto è solo un gioco.>

E mia moglie ripeté: < Sono... una tua puttana ...> E deglutì saliva e aria e proseguì mentre io la ascoltavo e le ultime parole le soffocarono in gola.

Ero esaltato, lei stessa aveva detto che era una puttana, la sua puttana e si era sottomessa a lui, nemmeno Filippo aveva osato tanto in due anni e quel tipo lì che incontravamo, pur essendo la prima volta che lo vedevamo, lo aveva fatto, l’aveva baciata in bocca e fatto dire che era una sua puttana. Assurdamente ero eccitato che Patrizia aveva detto chiaramente che era una sua puttana. Non potevo crederci ma ero eccitato.

< Brava!! Così devi essere con me ...ubbidiente!!> Esclamò accarezzandole il viso con due dita, che portò in basso e fece scorrere un dito lungo l’orlo del reggiseno, tirandolo e

staccandolo da lasciare intravedere la mammella e il capezzolo turgido sotto, portando le dita su esso facendo non so se rabbrividire o fremere mia moglie.

Ero turbato a quella scena.

Lui aveva un’aria superiore e lei dal modo in cui lo guardava mia moglie sembrava che lo temesse.

Ero incredulo di quello che stava avvenendo, mia moglie sotto la brutalità di quell’uomo aveva

cambiato atteggiamento ed era accomodante verso lui. Deglutii ancora saliva ansimando e chiusi gli occhi per un secondo e senti dire quel tipo:< Ora vuoi che ti chiavo vero Chiara?> Chiamandola con il suo nome convenzionale.

< Sì!!... > Sentii mormorare alla voce di mia moglie che annuì con il capo, smarrita, con una pausa che si trasformò in un lungo silenzio, con un respiro che sembrava quasi essere un leggero sospiro. 

Intanto il dito di quell’uomo stava ancora scorrendo lungo la curva del suo reggiseno mentre parlava.

<Farai tutto quello che ti dirò??> Le chiese con superbia.

Lei annuì ancora. 

<Bene vediamo subito!> Esclamò guardandomi e sorridendo, iniziando a sbottonarsi la chiusura dei pantaloni.

Ero meravigliato. Tirò fuori un cazzo riguardevole già mezzo eretto che per la statura che aveva pareva sproporzionato. Era lungo e voluminoso e vedendo che sorpreso lo osservavo esclamò sorridendomi:< Visto che bello! Tra poco glielo infilo tutto in figa...!> E sorrise di più.”

“Un tipo pericoloso, che vi era sfuggito di mano…” Pronunciò la dottoressa.

“Si… “Risposi:” … e la spinse e la sbattè contro la fiancata dell’auto e si abbassò, prese le mutandine e le tirò giù alle ginocchia e infine alle caviglie, togliendole da un piede senza che lei si opponesse. Si rialzò lasciandola con la mutandina dentro un solo piede, riprendendo ad accarezzare la mammella.

Mia moglie era in quella posizione, con il burberry aperto davanti, la gonna alzata e arrotolata alla vita e la figa con il suo triangolo peloso scoperto e il sedere nudo coperto solo dal soprabito che la divideva dalla lamiera dell’auto.

Capì subito che era giunto il momento programmato quando lo vidi accarezzarsi la cappella, prendere dalla tasca un preservativo, aprirlo e metterselo con velocità e maestria, sputarsi sulle dita e passarle piene di saliva sulla sua figa.

Avvicino e appoggiò la cappella sui peli radi della vulva insalivati di mia moglie e tenendolo in mano iniziò a strusciare su e giù il glande lungo la fessura che bagnata dagli umori era già schiumosa.

< Vedrai che ti piacerà, che godrai...con me godono tutte le donne!> Mormorò fiero e vanitoso, sorridente mentre faceva scorrere il glande coperto di lattice e questo pieno di saliva tra le grandi labbra vaginali di mia moglie. 

Vidi Chiara, mia moglie come la chiamava lui con il nome di fantasia sussultare colta dalla sorpresa quando sentì il glande dell’asta di quell’uomo scorrere sulla sua fessura vaginale e appoggiarsi all’apertura dischiusa delle sue grandi labbra.

Era una posizione strana quella per restare eretta doveva divaricare un poco le gambe contraendo i muscoli inguinali, ma la tensione non l’aiutava e scivolava sulla fiancata, e quel tipo mettendo il ginocchio tra i suoi le allargava con forza le gambe e la tirò con più forza a sé che non poté resistere.

Lo faceva gioire, lo mandava in visibilio avere una bella signora come sua moglie.

Poi all’improvviso si fermò, con il glande al centro della sua fessura, piegò un poco le ginocchia

e successivamente spinse il bacino in alto stendendo le gambe, mentre Chiara si lasciava andare. E lentamente spingendo la penetrò, dandole un colpo finale con i reni per assestarglielo bene dentro la vagina e contro l’utero. 

Vidi mia moglie che ebbe un sussulto, chiuse gli occhi sentendolo entrare dentro di lei, grosso duro e prepotente come era quel tipo che la penetrava e a quella intrusione dentro lei gemette, mentre il suo partner con il braccio allungato sul suo capo le arruffava i capelli senza parrucca scompigliandoli morbosamente, accarezzandole il collo, e poi il seno che prima aveva stretto con brutalità. E facendo scorrere l'altra mano sul sedere e sul retro coscia, le allargò e le alzò un poco la gamba destra per penetrarla e possederla meglio.

Chiara, mia moglie, ai suoi colpi in vagina scuoteva la testa e lui iniziò a muoversi, su e giù con padronanza, spingendo il bacino con spinte ritmate verso lei, contro il suo, baciandola sul collo e aprendole di più il soprabito e la camicetta. E tirandole fuori le mammelle sopra il reggiseno, belle, gonfie con i capezzoli induriti e dritti, iniziò a leccarli e a succhiarli come ad allattarsi, tirandoli con le labbra e rilasciandoli mentre la possedeva.

Vidi mia moglie adesa a quella fiancata dell’auto passiva a gambe larghe con la schiena contro la nera fiancata che si lasciava chiavare. Fu un momento e la vidi iniziare a scuotere il capo e il corpo accompagnando le sue spinte, iniziando a godere.

Con gli occhi chiusi le appoggiò le mani sulle spalle mentre la chiavava in piedi, era impressionante vedere la sua asta eretta entrare e uscire dalla vagina di mia moglie. Non potevo crederci, stava godendo, era soddisfatta.

Tenendola contro all’auto la chiavò furiosamente, il suo cazzo era lungo e lei in quelle spinte del suo bacino in alto se lo sentiva urtare contro il collo dell’utero, provandone piacere immenso a ogni percussione. Il penetrarla a colpi profondi la sobbalzavano da terra contro la fiancata, facendola inarcare dal piacere.

Mentre la chiavava le afferrò ancora le mammelle stringendole rudemente, provocandole una smorfia sulle labbra di leggera sofferenza che la fece godere di più. Poi con grandi colpi, rapidissimi, l’enorme cazzo la spinse verso l’orgasmo.

Mia moglie godeva, in quella brutalità con quel tipo di partner e il suo corpo rispondeva d'istinto al movimento di quei colpi, dimenandosi e contorcendosi. Quel godimento che provava non rispondeva alla sua mente, alla ragione, ma al piacere di quell’asta di carne dura dentro di lei. 

Nel silenzio di quella sera e nella oscurità schiarita solo dalla luna piena si udiva solo il rumore affannoso dell'ansimare di mia moglie, dei suoi gemiti, del suo corpo e del sedere staccarsi e battere sulla fiancata e la schiena strusciarsi sul finestrino dell’auto.

Come me anche lui superbo osservava mia moglie, la matura e seria signora per bene ansimare e godere come una ragazzina, chiavata in piedi da lui, esaltato e soddisfatto.

Ero confuso, ma eccitato, con lui provava una libidine perversa a essere presa in quel modo e spesso godendo mi guardava, incrociava il mio sguardo mentre io in piedi dietro di lui mi toccavo il sesso. La osservavo in silenzio godere gemente chiavata da lui.

Il suo partner aveva un ghigno trionfante, era fiero di sé stesso, stava chiavando e facendo godere mia moglie come voleva lui.

In quel silenzio rotto solo dall’ansimare di mia moglie, lui continuava lasciando scivolare il

grosso cazzo fra le sue labbra vaginali pelose, gonfie e mature, sbattendole brutalmente la cappella contro l'utero e lo scroto con i suoi testicoli duri contro la vulva e il perineo, facendola oltre che godere sobbalzare a ogni colpo.

Chiara sotto quei colpi si muoveva involontariamente eccitata e confusa, mentre lui a voce

alta la umiliava: <Godi signora .... brava!... Hai una bella figa calda sai, ed è molto umida dagli

umori del piacere che ti sta dando il mio il cazzo, che è tanto bagnata che scivola bene dentro.

Però si vede che è la prima volta che chiavi in questa posizione. Scivoli in giù sulla portiera e il cazzo lo prende fino in fondo...> E sogghignava volgarmente. < Oh...vedrai che ti piacerà, lo vorrai rifare e imparerai a farti chiavare anche in piedi!> Aggiunse mentre lui continuava:< Su! ...Muoviti anche tu!! Muovi un pò anche il tuo bel culo grosso sulla portiera, così imparerai a godere bene e a far godere gli uomini e vedrai che si congratuleranno con te!!> La esortò allungando le braccia e dandole manate dietro tra la coscia e la natica per stimolarla a muoversi e farla restare eretta.

Mia moglie era godente e penso udisse a fatica le parole di incitamento perversamente pronunciate con volgarità da quell’uomo, ed eccitata e godente respirava affannosamente a fatica ansimando di piacere, gemendo con le natiche o le grosse mammelle nelle sue mani.

<Lo senti tutto, eh, puttana? …> Esclamò offendendola:<... La tua grossa figa non

aspettava altro... non è vero maialona? > Aggiungendo perversamente eccitato :<Dillo che sei una puttana! Una maialona ...dillo!! Lo voglio sentire dalla tua voce.>Esclamò

prendendola per la gola e alzandole il mento: <Dilloooo!!> Ripeté eccitato iniziando a sculacciarle forte la natica di fianco con lo schiocco.

Con la voce flebile ed eccitata, rotta dal piacere, non so quanto lo facesse per gioco o per davvero, incredulo vidi mia moglie esclamare:

<Si lo sono! >

< Più forte!... Più forte!! Lo devi urlare!! ... Che senta bene anche quel cornuto di tuo marito!... Devi dire che cosa sei!> Gridò eccitato sculacciandole il fianco del gluteo più forte, mentre con l'altra mano le stringeva il mento: <"Voglio sentirlo dire forte!>

Mia moglie chiuse gli occhi e gridò:

< Sono una puttana! Una Maiala !!> E la frase le morì in bocca sotto un lamento di piacere che le uscì dalla gola. Si era eccitata a dirsi quelle parole oscene e volgari.

< Brava!! Così mi piaci...Ubbidiente!!...Sempre ubbidiente.>... Esclamò lui trionfante.

Ero strabiliato nel vedere mia moglie dirsi quelle frasi, ma nello stesso tempo eccitato mentre la chiavava e avevo iniziato a sudare. Sentirla godere mi aveva eccitato e avevo l’erezione, forte e prepotente imprigionata dallo slip.

A quel considerarsi maiala e a vederla battere sulla coscia e sulla parte della natica che non era

contro l’auto, fui preso da una sensazione di calore, come una febbre improvvisa che

mi invase tutto il corpo. Improvvisamente nel vedere mia moglie godere con lui mi divenne

durissimo e spingeva dentro gli slip con forza, lo sentivo pulsare contro le mutandine quasi

facendomi male, ma dandomi piacere, come se la chiavassi anch’io. Lo tirai fuori e iniziai a masturbarmi a muoverlo avanti indietro, osservando la differenza tra il mio e quello del suo partner molto dotato.

All’improvviso prendendola per i capelli le piegò un poco la testa in giù verso la sua e

iniziò a baciarla in bocca, con la lingua dentro, senza che lei si opponesse ma anzi in preda a

quella esaltazione sessuale, ricambiò il bacio con passione a quello che aveva definito un orrore di uomo. 

I colpi vaginali di quel tipo divennero sempre più veloci e più vigorosi da farla dondolare, la pancia pronunciata del suo partner batteva contro il ventre di mia moglie, facendolo ondulare e sbattere di riflesso il culo nudo dietro contro la portiera… finché non la sentii gemere, gridare e stringerlo a sé baciandolo in volto esplodendo poi in gemito 

< Oooohhhhhh!!...Sii!!>

Mia moglie stava avendo l’orgasmo e anch’io, masturbandomi, eccitatissimo venni avvertendo il cazzo e i testicoli contrarsi in spasmi piacevoli.

Mia moglie voltò il capo verso di me e mi guardò fisso facendomi un sorriso come a dirmi:< Stai tranquillo amore, mi sta facendo godere bene questo mostriciattolo…>

A un certo punto vidi lui alzarsi in punta di piedi impiantandoglielo tutto dentro, facendo dalla pressione del glande sull’utero alzare anche lei, e si fermò dando colpetti ogni tanto facendo fremere mia moglie. E ancora una volta mi immaginai il glande di quell’uomo, eruttare il suo seme contro l’utero di mia moglie diviso e trattenuto solo da un velo trasparente di lattice. E immaginavo che il suo seme la colpiva mentre ne godeva, tenendola impalata in quella posizione contro la fiancata dell’auto per decine di secondi, finché non si svuotò completamente.

Poi rimise i talloni a terra e lentamente lo sfilò dalla vagina ancora lungo e duro, con il lattice lucido dagli umori e del piacere provato dalla mia consorte, con la parte anteriore piena e pendente dallo sperma che conteneva appoggiandolo sulla sua coscia, mentre mia moglie aprendo la bocca e socchiudendo gli occhi, girava il capo in alto dal piacere.

Era finito… era tutto finito. L’aveva chiavata in un modo insolito e le era piaciuto a mia moglie oltre che a me. 

Io ero sudato, ero stato a osservare e mi ero masturbato di quello che aveva fatto. Avevo visto mia moglie godente chiavata in piedi adesa all’auto.

“Cosa successe dopo Mimmo?” Mi domandò la dottoressa.

Lui si discostò prese il preservativo sul margine alla radice del pene e tirandolo verso il glande lo tolse pieno di seme gettandolo sull’erba e mettendo la mano in tasca prese un fazzolettino e si pulì la cappella dai residui di sperma. Fu in quel momento che anch’io mi avvicinai a mia moglie e le passai dei fazzolettini di carta per pulirsi e asciugarsi la figa dagli umori vaginali. 

Lei era sudata, sconvolta, con lo sguardo distante e smarrito. Il viso congesto, gli occhi persi e si guardava in giro.

< Vi è piaciuto?> Ci chiese il suo partner avvicinandosi mentre se lo rimetteva dentro i pantaloni… Guardai mia moglie che dopo aversela sciugata si abbassò infilando la scarpa con il piede nell’altro gambale della mutandina, sbattendola forte per togliere qualche residuo d’erba se mai ci fosse stato. Poi se la tirò su per le gambe e le cosce fino a coprirsi e rimetterla assestandola. Guardandola mi fece un segno di sì con la testa.

< Si...sì!> Gli dissi.

< Allora ci vediamo ancora?>

< Penso di sì, ma poi ne parliamo…> E intanto mia moglie riabbassò la gonna scuotendola come se si vergognasse che la vedesse in mutandine.

Il suo viso era sudato, prese la parrucca sul tettuccio dell’auto e se la rimise, mise a posto i capelli posticci e salimmo in auto. Lo salutammo con l’accordo che ci saremmo risentiti e partimmo. Non vedevo l’ora di arrivare a casa e leccargliela.  Cosa che feci appena giungemmo.”

“L’avete rifatto ancora con quel tipo?” Domandò la dottoressa.

“Si un paio di volte…”

“Sempre in piedi?” Chiese curiosa.

“Si, ma girata anche di schiena, non più soltanto davanti…”

“Le piaceva a sua moglie essere posseduta eretta, in piedi?” Aggiunse la dottoressa.

“Si, era una cosa nuova per lei e per noi…”

“Bene, anche questo un tipo imprevedibile ma tutto sommato è stato al gioco visto che l’avete rincontrato avete avuti altri incontri sessuali in auto di tipo strano? Capitava che sua moglie lo facesse di nuovo interamente nuda in auto?” Chiese, aggiungendo:” All’inizio delle sedute mi disse che lo aveva fatto anche con una persona di colore!?”

“Si, più che con una persona di colore fu un marocchino, un maghrebino giovane, avrà avuto 20-25 anni adesso si trovano anche loro sugli annunci per far sesso con le nostre mogli. Ma non fu niente di speciale, ci incontrammo solo un paio di volte con il carsex, poi lasciammo perdere, era bravo a praticare sesso, ma troppo giovane.

Invece riguardo a farsi spogliare nuda, si, capitò ancora, a volte d’estate a seconda di com’era l’eccitazione e l’iniziativa del partner, e capitava che si lasciasse spogliare interamente. Sembrerà strano, ma era eccitante per lei lasciarsi spogliare in un luogo pubblico o all’aperto e a me vederlo fare, con il suo seno abbondante che si muoveva disordinatamente sul torace ai respiri eccitati, sobbalzando ad ogni movimento. Con gli anni lo facemmo in tutti i modi, anche con lei chestava seduta a cavallo del partner sia guardandolo in faccia che dandole le spalle e si dimenava facendo su e giù, urtando il capo contro il tettuccio dell’auto, oppure a carponi o in altri modi in piedi fuori dall’auto.

Una volta, forse l’unica capitò anche un partner di bell’aspetto…”

“Ah finalmente …” Esclamò la dottoressa interrompendomi con una smorfia di sorriso:” con tutti quei mostri con cui l’ha fatta andare…”

“Era un cinquantenne, robusto sul grassoccio, ma ben vestito, con lui inaspettatamente ebbe un rapporto anale.”

“La sodomizzò?!” Chiese la dottoressa?

“Si, ma in un modo strano, prima ebbe un rapporto sessuale e poi appunto inaspettatamente la sodomizzata…”

 “Ma in auto?” Chiese ancora.

“Si!” Risposi. 

“Mi dica, vada avanti…” Mi esortò prendendo appunti.

“Con quel tipo dopo la solita corrispondenza ci incontrammo come d’accordo poco prima in auto, ad una stazione di servizio, ci disse di seguirlo, cosa che facemmo e ci fermammo dopo parecchi minuti di strada in un piazzale isolato. Ci mettemmo in fondo, nascosti da altre vetture posteggiate con solo la luce al neon dei lampioni poco lontano che illuminavano con il loro fascio di luce il parabrezza, filtrando all’interno dell’abitacolo.”

“Lo faceste nel piazzale?”Domandò la dottoressa.

“Si, Lui scese dalla sua auto venendo verso la nostra, era in giacca e cravatta e senza dire nulla aprì la portiera e salì sul sedile posteriore dove era già seduta mia moglie appoggiata contro la portiera del lato opposto. Chiara come la chiamava lui, aveva la parrucca rosso mogano, era truccata in viso e indossava un vestito da sera piuttosto elegante che le arrivava al ginocchio, incrociarono gli sguardi e si sorrisero. Lei aveva le mani appoggiate sullo schienale del sedile anteriore del guidatore e subito lui eccitato si mise ad accarezzarle le spalle la schiena e il collo.”

“Quindi erano dietro loro?” Domandò la dottoressa.

“Si, c’era più spazio!”

“E lei dov’era Mimmo?”

“Seduto davanti dal guidatore. Mia moglie come faceva a volte quando giocavamo alla prostituta e il cliente non indossava le mutandine per rendere tutto più reale. Quell’uomo la guardo prima in viso e poi scese sulle cosce e il corpo, pareva che avesse gli occhi ipnotizzati da quell’immagine sconvolgente ed audace di mia moglie, dalle sue mani con le dita affusolate e le unghie smaltate luccicanti al riflesso della luce di un lampione proprio affianco a noi che illuminava l’interno.

Non esitò neppure un attimo, lo vidi spostarsi e avvicinarsi a lei...”

“Come faceva a vederli Mimmo?”

“Dallo specchietto retrovisore ma in seguito mi voltai con il capo e il tronco mettendo il braccio oltre lo schienale sotto l’ascella e loro si spostarono al centro del sedile posteriore per darmi una visuale migliore.”

“Capito, vada avanti.”  Disse la dottoressa.

“La vedevo impacciata e a disagio con quel tipo. Non si era mai trovata in una situazione del genere, era la prima volta che lo facevamo in un piazzale di un posteggio pubblico vicino ad altre auto. Lui invece era pratico a queste avventure, e sapeva muoversi con studiata abilità.

Senza parlare girandola verso sé le mise mani sul petto e con dei movimenti le allargò la scollatura del vestito alzando il reggiseno e facendo fuoriuscire da sotto di esso il seno di Chiara pallido e morbido. Si avvicinò a lei, e le sue mani grandi e ruvide si impadronirono prima delle mammelle, poi scivolarono verso il basso senza troppo romanticismo a dispetto del suo aspetto elegante. Sicuramente era un tipo che non amava i preliminari e andava al sodo. 

Immediatamente le sue dita grandi e tozze scivolarono rapidamente verso il basso a tirarle più su la gonna del vestito fino a scoprirle la figa completamente, accarezzandogliela sui peli della vulva.

“Sei già bagnata!” Mormorò il partner con la voce rauca e si portò ulteriormente con il tronco verso di lei. Le si avvicinò al viso, cercò le sue labbra per baciarle e inaspettatamente quelle di mia moglie si schiusero e la sua lingua entrando incontrò con la sua. Mi immaginai la bocca di mia moglie piena di saliva del partner mentre la lingua scivolava via intorno alla sua.

Quel bacio crudo, accompagnato dalle sue dita sulla vulva mi eccitarono incredibilmente.”

“Lui le prese la mano di mia moglie e gliela portò sopra quella specie di obelisco che era la sua asta dura in mezzo alle gambe e aiutandosi con la mano di Chiara tra la sua se lo fece uscire dai pantaloni e scappellare lentamente.

Poi le disse <Togliti il vestito, dai...> Quasi ordinandoglielo. Mia moglie mi guardò negli occhi e a un mio cenno del capo ubbidì.

Lo tirò su dal busto alla testa e lo sfilò, e rimosse il reggiseno ormai alzato con le mammelle fuori dalle coppe e rimase completamente nuda. Come detto per gioco non indossava le mutandine.

Anche lui si sfilò i calzoni, rimanendo in calzini, cravatta slargata e camicia mezza sbottonata, prese dalla tasca, aprì e si mise il preservativo.

<Vieni sopra, adesso. > le disse, attirandola a sé e lei gli salì a cavalcioni con il seno contro il suo volto.

<Infilatelo tu nella figa… > Le pronunciò eccitato.

Quel tipo aveva un modo di fare autoritario, ma lei non si scompose, né si offese. Allungò la mano sotto il suo sesso, impugnò quell’asta eretta e l’appoggiò sulla fessura vulvare già dischiusa e abbassandosi se lo spinse dentro. E lo spinse nella vagina anche se esteriormente rada di peli ma bruni e ricci.  

Come avevo immaginato quella cappella arrotondata entrò con un leggero sforzo, permettendole di godersi tutta la sensazione piacevole di sentirselo dentro la vagina da seduta...

Lui incominciò a muoversi e ista la posizione a dare colpetti con lei seduta su di esso mentre mia moglie aggrappata alle sue spalle iniziò a dondolarsi in avanti e indietro, come un pendolo. A tratti si allungava all’indietro, incurvando la schiena lasciandoselo scivolare quasi fuori fin quando non percepiva la cappella all’altezza delle labbra vaginali. Allora si faceva avanti abbassandosi e sedendosi conficcandosi quel tronco di carne viva e dura nella vagina fino a toccarle l’utero.

In quel momento mia moglie poteva godersi appieno le dimensioni di quel cazzo e della sua cappella. E se la godeva! Si sollevava leggermente e leggermente scendeva, su e giù. Praticamente lo possedeva lei, lo stuzzicava e solleticava!... Attorno a loro i rumori della città accompagnavano come una colonna sonora i loro movimenti sessuali, ma non distraevano mia moglie che era completamente concentrata sul ritmo e sulla pressione che riusciva ad esercitare su quella carne dura nella vagina.

Lui la afferrò per i fianchi e se la strinse con il petto contro iniziando a leccarle e succhiarle mammelle e capezzoli, iniziando un ritmo con colpi decisi e profondi come piacevano a lei, ed erano proprio ciò che voleva.

La pressione esercitata da quello sfregamento sotto il clitoride, le procurò immediatamente una vertigine di piacere e l’orgasmo. E il respiro affannoso di mia moglie si trasformò presto in un rantolo ed infine in gemiti di piacere.

La luce dei lampioni illuminava di riflesso il fondoschiena sudato della mia consorte proprio nel momento in cui l’orgasmo la travolgeva. Una fitta di piacere, una scossa elettrica dal clitoride serpeggiò lungo la sua spina dorsale raggiungendo la testa e i nervi del collo.

Gemette di piacere, senza remore. Senza freni.

Io osservavo mia moglie nuda, di spalle, la schiena inarcata all’indietro verso lo schienale che seppur carnosa mostrava la depressione della colonna vertebrale per la sua lunghezza tra i due sedili anteriori e il capo che le batteva contro il tettuccio mentre lo cavalcava. 

Stava raggiungendo un nuovo orgasmo si era inarcata, così da permettersi di assaporare al meglio il piacere del suo cazzo.

Lei contraendosi glielo teneva in vagina come in una morsa, poi lo lasciava libero per una frazione di secondo, ma subito dopo se lo riagguantava contraendo la pelvi, vibrando ogni volta di un nuovo piacere.

Il suo partner aveva la capacità di prolungare l’orgasmo a piacimento in quanto poteva contare su di un cazzo resistente come quello.

D’un tratto quel volume sessuale dentro di lei in quella posizione iniziò a darle leggermente fastidio, fece per farlo sgusciare fuori la vagina, ma subito lui la fermò afferrandola per i fianchi.

Chiara si sollevò da quel formidabile bastone di carne e, con una certa difficoltà ruotò su sé stessa per posizionarsi a cavalcioni sul suo partner, ma dandogli le spalle e guardare me.

Le dita avendola seduta sulle gambe sul davanti continuavano a massaggiare la vulva dandole piacere. Le vedevo scivolare lentamente verso l’interno delle grandi labbra, poi sgusciare fuori, rotearci attorno e quando erano di nuovo umide ritornare dentro.

Chiara era in silenzio, lo lasciava fare. In quel momento il suo partner ce l’aveva durissimo e senza preservativo. Con nostro stupore, lui avendolo eretto si tolse il preservativo e lo cacciò a terra nell’auto, sì appoggiò con una mano al sedile dell’autista e con l’altra si inumidì le dita della destra con la saliva e scivolò verso il basso e con nostro stupore iniziò ad inumidirle il buco del culo. Era questa la sua idea. 

< Alza un po' il sedere…> La sollecitò, cosa che mia moglie fece. Lei a sentirsi toccare l’ano con le sue dita sobbalzò e mi guardò.  E lui mormorò:<Mi piace il tuo culo, è bello, pieno e tenero.> Con me ammutolito di fronte a quella inaspettata scena che stava capitando proprio sotto i miei occhi.

Le inumidì ben bene l’ano con gli umori della sua stessa fica e della sua saliva

Quella scena mi aveva rapito. Credo che nessuna donna, mai, abbia offerto il suo culo così ... in auto, sedendosi sopra all’asta del partner. Lui si sputò nuovamente sulle dita e appoggiò il suo indice all’ano socchiuso di ma moglie.

Un suo dito era spesso come due di mia moglie messe insieme. Aumentò leggermente la pressione e senza difficoltà scivolò dentro completamente.

Il culo di mia moglie non era vergine ed era abituato a certi giochetti che le aveva praticato anche Filippo!Mia moglie in quella posizione mi guardava negli occhi e io le accarezzavo la mano appoggiata al poggiatesta, sapevamo entrambi che l’avrebbe inculata ed era al massimo dell’eccitazione. I suoi capezzoli turgidi nelle mammelle pendenti ne erano una testimonianza evidente.

Lui lasciò che fosse alzata leggermente con il sedere e le strofinò la cappella contro gli umori della vulva, poi la portò indietro e gliela puntò sull’ano, proprio nel piccolo spiraglio vuoto lasciato dalla fuoriuscita del dito.

Mia moglie percepì la durezza marmorea di quel glande, e visto che non era la prima volta che lo prendeva dietro, per aiutarsi e sentire meno dolore all’introduzione si divaricò le natiche aiutandosi con una mano, abbassandosi e provando a sedersi sopra la sua asta e si lasciò andare lentamente. E avvertì il glande appoggiarsi all’ano e mentre scendeva e si sedeva sempre più, incominciò ad impalarsi da sola su quel cazzo eretto. All’inizio fu difficoltoso, ma poi entrò, la penetrò e sodomizzò. 

Quell’uomo doveva essere un esperto di sesso anale si capiva che era pratico.

All’inizio ne introdusse un centimetro di quella spada aprendole gli sfinteri anali a quel punto il difficile era stato fatto. Ora non le restava che farla scendere giù e riempirle il retto.

Lei mi guardava mentre io ruotato sul sedile contro lo schienale li osservavo, lo sentiva pulsare mentre avanzava nelle sue carni tenere. Stringeva i denti quel calibro nonostante ne avesse già presi era riguardevole.

Poi ad un tratto la vidi abbassarsi di colpo e capii che le stava scivolando all’interno e subito dopo dal suo volto intuii che per reazione stringeva il culo come a serrarlo leggermente. Pensai: “Deve essere entrato con la cappella. E come le aveva insegnato Filippo per 

sentire meno fastidio mimò le stesse contrazioni che esercitava quando andava sul Vater a defecare, spingeva, sapeva che quel movimento istintivo le era utile per allargare lo sfintere.

Sapeva che spremendosi come per defecare automaticamente l’ano si dilatava, e così anche quando un cazzo era voluminoso, riusciva a favorirne ugualmente la penetrazione.

Restò ferma, stette immobile per un minuto abbondante. Poi, una volta affievolitosi il fastidio iniziò a muoversi leggermente per cercare di prenderlo tutto dentro.

Nel muoversi liberò un violento sospiro che fino a quel momento aveva trattenuto; praticamente sbuffò con forza tutta l’aria fuori dai polmoni.

Anche quella tecnica, come aveva imparato durante le sodomie, era utile per permetterle le penetrazioni nell’ano, una volta che era stato sfondato.

Quel cazzo non poteva essere più duro.

Mia moglie lo sentiva scorrere nel retto senza attrito. Le bruciava un poco, ma quel dolore con la sodomia si tramutava subito in scosse di piacere che irradiavano verso la sua vulva di nuovo pronta per godere.

< Brava così!> Le diceva lui.

La teneva per i fianchi, e allungando le braccia le strusciava il seno che di riflesso si illuminavano nel buio.

Il cazzo arrossato e umido scorreva sempre più veloce nel retto di mia moglie, proprio al di sopra della figa grondante umori.

Automaticamente di sua iniziativa iniziò ad accarezzarsela davanti, sfregandosi il clitoride in mezzo alla peluria bruna, ma quasi immediatamente si trattenne e riportò la mano sullo schienale dell’autista, quasi le fosse venuta in quel momento un’idea migliore.

Allo stesso tempo, quell’uomo iniziò ad ansimare, il suo fiato si fece affannoso, e i suoi movimenti di bacino violenti e disordinati. Stava venendo.

Quei colpi profondi le procuravano sofferenza, ma lui la teneva stretta a sé per i fianchi, seduta e impalata sopra di lui. Lei percepì da quel momento, una maggiore lubrificazione e una minore resistenza negli affondi che le faceva. Lui godeva e rumoreggiava come una bestia ferita.

Continuò così per un po' di tempo, poi di colpo si fermò; le mani lasciarono libera mia moglie che si abbandonò all’indietro, sul suo torace. Dall’espressione e da una smorfia della sua faccia rivolta verso me capii quasi immediatamente che un fiotto di sperma le era arrivato nel retto e altri ne seguivano.

Rimasero in quella posizione per un minuto abbondante, fino a quando il cazzo stravolto di quell’uomo afflosciandosi sgusciò fuori dal suo buco del culo, portandosi dietro una colata di sperma e una sonora scorreggia rumorosa e ampliata nell’abitacolo.

A quel punto mia moglie vergognandosi e scusandosi smontò dalla sua cavalcatura e si accasciò sfinita nel suo cantuccio nel sedile posteriore dell’auto.

Nella vettura era calato il silenzio.

Si avvertiva solo il loro fiato affannoso che dava il tempo a quel momento.

Ad un tratto mia moglie si sollevò con il busto e iniziò a cercare i suoi vestiti.  Lui si alzò, uscì fuori e pulì, aveva tutto il glande sporco di feci della mia signora. Il tipo si pulì con della carta, e successivamente si infilò le mutande e pantaloni, calzò le scarpe e si abbottonò la camicia. Il tutto nel più completo silenzio e sotto lo sguardo mio e di mia moglie.

Anche io e mia moglie uscimmo dalla macchina nel piazzale senza aprire bocca.  Come le volte precedenti con il partner poche parole, ci salutammo con l’idea di risentirci. Le dissi di andare e appena fu lontano entrai dietro in auto e baciai e provai il sapore della bocca di mia moglie. Mi abbassai e le leccai la figa, ma non finii, lei sentiva l’intestino in subbuglio dovuto alla sodomia, mise velocemente il top per nascondere le mammelle e si mise a defecare e lo fece vicino alla ruota posteriore di un'altra auto… “

“Così finì la sodomia e non faceste più niente?” Domandò sorridendo la dottoressa.

“Si, finì così quella sera, con quella sodomia inaspettata.”

“E in seguito?”

“In seguito lo facemmo sempre meno, fino a smettere e a non farlo più, ma non per scelta, ma perché ci arrivammo per inerzia ed età. Gli anni passavano e anche la trasgressione in noi diminuiva…”

“E quindi avete smesso?”

“Ma noi a dire la verità non abbiamo mai detto adesso basta non lo facciamo più! È stato un allontanarci graduale, diramare quegli incontri nel tempo da uno ogni quindici giorni fino a uno ogni due, tre mesi, finché ci siamo fermati. Ecco noi non abbiamo mai smesso, ci siamo solo fermati, e non siamo pentiti di quello che abbiamo fatto…”

“Quando è stato l’ultima volta?” Domandò la dottoressa. 

“Quattro anni fa, io avevo 65 anni e lei 58 anni.”

” E non ne avete più avuto desiderio?”

“Io si, mia moglie meno, oggi a 62 anni e preferisce fare la nonna…”

“Capisco, bene…” Rispose chiudendo il bloc notes ed esclamando: “Bene Mimmo, abbiamo terminato le sedute e l’analisi psicoterapica. In settimana farò la relazione e la prossima seduta le spiegherò tutto.”

“Abbiamo finito?” Ripetei sorridendo.

“Si!”  Rispose.

“Non mi sembrava vero…ero contento. Uscii salutandola, non vedendo l’ora che sarebbe arrivata la settimana seguente per conoscere la verità su di me.”

 

 

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