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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

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ANALISI DI UN CUCKOLD IN TERAPIA

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.

CAP 2 L’INIZIO DELL’ANALISI.

 

NOTE DELL’AUTORE:

“Conosci te stesso”

(“Gnōthi seautón”).

 

Questa è la scritta che campeggiava sul tempio del Dio Apollo a Delfi e che per secoli ha influenzato i più importanti pensatori della cultura occidentale: da Socrate a Platone, da Kant a Nietzsche. E quante volte guardandoci allo specchio ci chiediamo: io chi sono?

 

PRIMA SEDUTA

 

Ritornai come d’accordo la settimana dopo, le sedute si sarebbero svolte tutti i giovedì pomeriggio alle 16.00 salvo imprevisti, miei e suoi, sarebbero durate un’ora e fece un calcolo approssimativo che ci sarebbero volute dalle sei alle otto sedute, in base a come si sarebbe svolta la seduta psicoterapeutica.

Quel pomeriggio quando arrivai mi sorrise.

“Buongiorno dottoressa!” Dissi vedendola sull’uscio dello studio.

“Buongiorno!” Ricambiò facendomi accomodare di nuovo sulla sedia e lei dietro la scrivania.

“Bene ha ancora qualche domanda da farmi prima che iniziamo la seduta?” Mi domandò.

“Sì!” Risposi:” Riguarda un po' quello detto l’altra settimana…”

“Dica…” Mi sollecitò.

“Vorrei sapere qualcosa di più sul cuckoldismo prima di iniziare…”

“A riguardo di cosa?” Chiese.

“Un po' su tutto, ma in particolare sugli incontri e la sottomissione…” E prendendo una penna in mano esclamò:

“Dunque, facciamo una breve premessa veloce sul cuckoldismo e poi iniziamo la seduta…”

Annui con il capo e lei girando la penna tra le dita mi guardò dicendo:

“Vede, la sua sessualità, come quella di sua moglie e di altre coppie, è diventata un vero e proprio stile di vita, perché piacendovi e soddisfacendovi nel praticarla in quel modo trasgressivo, l’avete abbracciata completamente.” Fece una pausa e riprese: “Riguardo agli incontri, che stimolano il suo desiderio di sapere, non sempre c’è l’intenzione di diventare una coppia cuckold, anzi, quasi mai, si prova per curiosità, voglia di fare esperienza, di trasgredire e tanti altri motivi, ma non con la consapevolezza o l’intenzione di diventare una coppia cuckold. E molte volte praticando quel tipo di sessualità, se c’è complicità e affinità si viene risucchiati dal gioco, dalla trasgressione del rapporto sessuale e dalla promiscuità di osservare per il marito e di avere altri partner più validi per la moglie e si riprova ancora, e in seguito ci si ritrova a diventare una coppia cuckold quasi inconsapevolmente. Ma le motivazioni che interessano lei vanno ricercate non solo nell’incontro e nella pratica sessuale, ma indietro, nel suo passato, anche nell’adolescenza…”

“Anche…!” Risposi.

Poi la guardai serio e curioso domandai: “Ma ci saranno delle motivazioni se una persona diventa così? ...Cambia sessualità?”

“Sì certo, ci sono sempre delle motivazioni, in genere si trovano nel passato e nell’adolescenza e da adulti appaiono e si manifestano all’improvviso, quando meno ci si aspetta, per un input anche insignificante, come uno sguardo di un uomo sulla moglie o perché si veste in un determinato modo, provocando inconsciamente uno sconvolgimento interiore e aumento dell’eccitazione.” Mi guardò continuando:

“La maggior parte delle volte, il marito, scopre di essere “cuckold o candaulesimista dentro…” La interruppi dicendo: “Scusi dottoressa…  che cos’è? Il candaule…?”

“Il candaulesimo…” Rispose lei spiegandomi:” Non è altro che mostrare la propria moglie in atteggiamenti nudi o farla spiare a sua insaputa… è una forma di esibizionismo della moglie, è legato strettamente al cuckoldismo… sono simili ma non uguali… Nel candaulesimo, non c’è l’atto sessuale della moglie, solo la sua esibizione…”

“Ah... capisco!” Risposi, e riprese il discorso:

“…come dicevo per altri si manifesta per caso, oppure perché, sempre in maniera casuale, facendo altre scelte trasgressive, tipo lo scambio di coppia o il cosiddetto triangolo con un altro partner, scopre nel praticarlo che più che fare sesso egli stesso con la propria moglie, gli piace guardarla praticarlo con l’altro, e la scelta più naturale in quel contesto è quella di mettersi a osservare e goderne della visione.

Altre coppie iniziano questa pratica dopo che la moglie è stata infedele, ha tradito o ha perso la testa per un altro uomo, ma poi per un qualsiasi motivo è rientrata nella posizione coniugale e questo porta il marito a chiedersi, indagare e pensare come sia stata lei sessualmente con l’altro partner, e  nell’intimità eccitato a parlargliene, a volere sapere se le piaceva e se il partner fosse stato più bravo di lui… e alla fine a chiederle di provare a farlo in tre, lui a osservare mentre lei lo tradisce di nuovo ma con il suo consenso. Ma tutto, e ripeto tutto in qualsiasi modo avvenga l’approccio e si diventa cuckold, ha origine nell’adolescenza…”

Ricordo che quel momento pensai:” Cazzo è fissata con questa adolescenza…” Mentre lei precisava:

“Ciascuno ha la sua storia, ma alla fonte d’origine è comune.” Riprendendo il discorso che aveva sospeso:

“Professionalmente l’ambito relativo alla psicologia del cuckold è parecchio affascinante. Pur essendo una dinamica particolare e coinvolgente, racchiude una serie di sfumature e di dettagli caratteristici, e dietro a essi c’è molto di più del semplice piacere del vedere la propria moglie che va a letto con un altro uomo, non solo voyeurismo, ma a volte un interesse sessuale che in alcuni casi può anche cadere nella parafilia.” 

A quella parola apprensivo domandai: “Mi dica la verità dottoressa, ma è una malattia mentale essere cuckold? Perché questo è proprio uno dei motivi per cui sono venuto da lei… per sapere… per conoscere le dinamiche emotive e psicologiche che mi hanno reso e ho provato ad essere un cuckold, e per sapere se è una malattia?” Domandai precisando: “Lei ha detto che è una para---paralia…?”

“Parafilia!” Rispose correggendomi la dottoressa.

“Sì ecco, cosa significa esattamente…?”

“Questo è un tema un po' particolare e specifico della medicina e psicologia che non si può spiegare in poco tempo e a chi non conosce alcuni meccanismi psicologici, cercherò di farglielo capire semplicemente con poche parole.

In psicologia si parla di parafilie e disturbi parafiliaci…

Le Parafilie in ambito psichiatrico, psicologico e sessuologico sono preferenze sessuali non convenzionali e non sono patologiche e sono caratterizzate da fantasie e desideri sessuali atipici e ricorrenti, che si riferiscono a qualsiasi interesse sessuale diverso dall'interesse sessuale cosiddetto normale con atti preliminari.” Mi guardò e precisò: “Mi spiego meglio:” Chi pratica sesso con oggetti inanimati è parafiliaco, quindi sono abbastanza comuni nella società. “Vedendo sempre la mia faccia dubbiosa aggiunse:” Non ha capito vero? Le farò un esempio semplice: “Una donna che si dà piacere con il vibratore o un dildo, è affetta da parafilia, perché si dà piacere con un oggetto.  Ma tutto questo non è considerato patologico se a lei o suo marito non arreca disturbo, ma ne prova piacere, è soddisfatta, non è dipendente dall’oggetto e non causa disagio a sé stessa e agli altri.

Diventa un disturbo parafiliaco invece e quindi patologia sessuale, quando questo praticarsi piacere con il vibratore o con il dildo si protrae nel tempo e diventa unica ragione sessuale, causa disagio a lei e al marito e compromette l'area coniugale, affettiva, sociale, lavorativa o altre aree importanti del funzionamento di una persona.  Quando questi impulsi o comportamenti sessualmente eccitanti, creano disagio o disabilità a chi le pratica e li riceve, sono considerati veri e propri disturbi psicologici come il sadismo, il feticismo, il travestimento nell’altro sesso, il masochismo, l’esibizionismo, voyeurismo e tantissimi altri. Questi sono considerati patologie.” Precisando subito:

“Ma non mi addentrerei in questi aspetti se no non ne usciamo in più, è un campo molto scientifico e la differenza tra parafilie e disturbi parafiliaci e labile e minima.

Fece una pausa muovendo la penna tra le dita e dondolandosi con lo schienale proseguendo:

“Ad oggi il cuckoldismo da molti psicologi viene considerato una parafilia, quindi senza nulla di patologico, ma non da tutti e come riporta il sito dell’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica di Roma, il cuckoldismo si trova a metà fra dominazione e sottomissione, entrando nel novero di una delle dinamiche sessuali più complesse da definire.

Chiaramente, non è detto che l’interesse da parte di una persona per tale pratica erotica debba necessariamente sfociare in una parafilia, poiché dipende dal grado di interesse e della frequenza di questa, ovvero dall’effetto che essere cuckold ha sulla coppia e la loro vita coniugale e sociale.

Se si riesce a riconoscersi e definirsi attraverso il cuckoldismo consenziente e si accetta e non incide sulla personalità e vita di relazione coniugale, sociale, professionale, non è modo di praticare sesso convenzionale, ma nemmeno patologico.” Si fermò e fece una pausa ripetendo ancora infastidita: “Ma lasci perdere questi aspetti che nel suo caso non ci interessano e le creano solo confusione. Diciamo che il cuckoldismo è ancora da definire ed oggetto di studio. In un certo limite non è patologico è se oltrepassa certe situazioni che ho detto sopra lo diventa. Questo a oggi, in futuro vedremo. Anche l’omosessualità era considerata una malattia e oggi non lo è più …”

“Quindi se ho ben capito…” Intervenni io: “… viene considerata patologia quando crea disagio o disabilità alla vita comune di tutti i giorni…?”

“Esatto!” Rispose.

“Allora non è il mio caso!” Dissi.

“A lei ha creato problemi coniugali, di relazione o avete continuato a vivere la vostra vita come se niente fosse?” Mi domandò.

“Nessun disagio …” Risposi:” Abbiamo vissuto normalmente, solo con attenzione…”

“Quindi la risposta se l’è data da solo…  E lasci perdere le considerazioni patologiche.

Se eravate entrambi consenzienti e stavate bene nel praticarlo e non le creava disagio a lei e sua moglie non si crei problemi…  Le emozioni che lei le viveva mentalmente, cerebralmente, osservando e non partecipando non creavano danno a nessuno, nemmeno a sua moglie, che anzi da quello che mi dice da quegli incontri ne provava gioia.”

Restai un momento in silenzio e a quel punto domandai:” Ma la sottomissione, l’umiliazione, la gelosia? Perché piacciono in quel contesto? “

“Io aggiungerei anche l’eccitazione e la paura…” Disse guardandomi, e vedendomi sorpreso riprese il discorso dicendomi:

“In genere nel cuckold si manifestano emozioni come la sottomissione, l’umiliazione e la gelosia per la moglie che come mi ha detto lei prima aveva nei suoi confronti e poi l’ha persa… o meglio sarebbe giusto dire l’ha trasformata da risentimento in piacere; ma anche l’eccitazione, la paura, il desiderio di manipolazione e il timore di perdere la moglie fanno parte di queste emozioni.” Fece una pausa e a quelle parole la informai:

“Non conosco tutti questi aspetti, almeno credo, anche se parte di queste sensazioni le ho provate, ma per me, almeno… il cuckoldismo è stato visto e vissuto solo come una pratica erotica dove il marito spinge la moglie al tradimento consensuale, chiedendole di andare a letto con un altro uomo e lui assiste all’amplesso masturbandosi, accarezzandola, come facevo io.”

Lei rispose subito:

“In parole semplici, oggi il cuckolding in generale è un po' quello che pratica lei, sii tratta di un comportamento per cui, volontariamente e consapevolmente, si induce il proprio partner a compiere atti sessuali con altre persone, ricevendone gratificazioni psicologiche e sessuali. Vi sono due aspetti del cuckoldismo che si possono presentarsi sia in alternativa che assieme. Una è l’abilità del cuckold di affrontare e contenere l’angoscia ed il tradimento stesso, anche se consensuale, che prova sottomettendosi volontariamente alla moglie e al suo partner

L’altra è pur nella sua sottomissione, controllarlo e manipolarlo a suo piacere, essere parte attiva non del rapporto sessuale, ma nella costruzione e organizzazione del crearlo. Celebrando la sua centralità e vitalità sessuale; in modo che tutto ciò che accade lo eccita venga praticato in suo onore. Sia con partecipazione diretta e visiva o indiretta attendendo a casa mentre lei va con il partner e poi gli racconta. Ma oltre che piacere per il cuckold e anche umiliazione vedere la propria moglie godere fino all’orgasmo con un altro uomo.

Ciascuna di queste scelte può dipendere dal caso, dal momento o solo dalle preferenze della coppia, ma di certo ciascuna genera delle dinamiche molto diverse l’una dall’altra, così come vedremo in seguito e lei senz’altro avrà la sua.”

La guardai e mormorai: “Ecco è anche questo che vorrei sapere, che tipo di cuckold ero io, come mi devo ritenere?”

Subito rispose: “Come dicevo poc’anzi, prima di entrare nel merito dell’argomento, è bene precisare che esistono differenti tipi di queste forme di coppia che si approcciano al cuckoldismo, il vero cuckold non è un cornuto ignaro, assolutamente, ma parte integrante di una dinamica di coppia.”

“Per me è stato così!” Risposi io aggiungendo:” Ma perché il marito non lo considera un tradimento?  Eppure la moglie fa sesso con un altro uomo.”

E lei proseguì:

“Perché non c’è nessun inganno, è tutto alla luce del sole della intimità della coppia. Si tratta in definitiva di un adulterio contrattuale, consenziente, che non mette in discussione la coppia o la monogamia dell’uomo. Inconsciamente queste pratiche esorcizzano la paura del tradimento. Guardando la propria moglie con un altro, per propria volontà, il tradimento esce dal campo della gelosia, si trasforma in eccitazione ed entra nel campo della soddisfazione erotica. “Continuando:

“Spesso le mogli inizialmente partecipano a questi giochi erotici a seguito di una imposizione, o di importanti pressioni psicologiche del marito, salvo poi ritrovarsi prese, risucchiate, scoprendo che piace anche a loro il cuckolding , un po' come è successo a lei con sua moglie. E in questo modo il marito resta il padrone del gioco, colui che pur cedendola o offrendola ad altri, conserva la <proprietà> finale del corpo della moglie. E vedono in questa pratica una maggiore indipendenza della moglie, emancipazione, maggiore fiducia in se stesse e assertività a loro, grazie a questa concessa libertà di avere rapporti sessuali con altri uomini, superando tutte le inibizioni imposte dalla società.”

Fece una pausa e riprese sempre dondolandosi sullo schienale della poltrona:

“E quindi accetta che sia un altro uomo a soddisfarla sessualmente al posto suo, solitamente molto più dotato e capace e con esperienza di lui. È una sorta di masochismo psichico in cui il marito trae piacere dall’essere umiliato indirettamente o visivamente dall’amante e dalla moglie stessa.

Psicologicamente si sente appagato poiché ha una moglie desiderata sessualmente da altri uomini e la sua eccitazione fin dall’adolescenza deriva sia dal guardare due persone che fanno sesso, sia nel vedere la propria partner ammirata dagli altri, in una forma di candaulesimo”

 

È preso dal suo parlare e dalla voglia di sapere domandai ancora:” “Ma quali sono le ragioni del cuckolding? “

“Queste ragioni nel suo caso le analizzeremo in seguito, soprattutto gli aspetti interiori e mentali, nella seduta che faremo a breve.

“A volte in base all’aspetto di come si pratica, il cuckoldismo se i due amanti umiliano e o sottomettono il marito a più livelli viene considerato estremo e perverso...”

“No… no… non è il nostro caso…” Dissi quasi interrompendola: “… noi con queste cose non abbiamo mai avuto niente a che fare, il nostro è sempre stato un cuckoldismo normale, pulito... anche se ci sono state delle varianti…” Precisai.

Subito, aggiungendo lei: “Del tipo?”

“Del tipo che avviene normalmente anche negli incontri eterosessuali, modalità, posizione, luoghi…”

Dopo un corrucciarsi le sopracciglia guardandomi mi domandò quasi all’improvviso:

“Nei vostri incontri avete praticato anche la sodomia?”

Restai un po' sorpreso di quella domanda inaspettata, ma dissi la verità:

“Mia moglie sì!” Ammisi.

“E lei no?” Mi domandò.

“Io? ...No mai… io non sono omosessuale!” Risposi risentito e vedendo la mia faccia e reazione precisò:

“Glielo chiedo perché, in alcuni casi rari, ma accaduti, il partner, il terzo o il bull come si chiama in gergo, la richiede anche al marito durante la sottomissione, per dimostrare la propria potenza virile e superiorità alla coppia. Penetrare analmente il marito davanti alla moglie, renderlo parte dell’amplesso e fargli provare piacere da quella sottomissione, è l’umiliazione maggiore per il cuckold. E in queste situazioni, il rapporto cuckolding può sfociare in un rapporto a tre, dove il partner possiede entrambi, moglie e marito.” E vedendo la mia faccia stupita seguitò: “E se glielo dico è perché è successo davvero, non è solo teoria. Anche se tutto avviene in maniera consenziente ed accettato da tutti e tre. E questa è una variante rara del cuckoldismo.”

“No… no… niente di tutto questo…” Risposi: “mia moglie sì li ha avuti i rapporti anali, ma solo lei, io mai, io osservavo che la sodomizzava e basta, il nostro è stato un rapporto cuckold normale …” Affermai.

“Comunque questi aspetti li approfonderemo in seguito…” Disse continuando: “Sempre nell’ambito della sottomissione ed umiliazione, c’è un aspetto che molti colleghi non considerano, che chi sceglie e orienta la moglie verso un determinato partner in genere è il marito, che propone chi piace a lui e quindi già nella scelta condiziona la consorte e realizza una sua fantasia sessuale dove egli stesso è protagonista passivo. E al termine del rapporto sessuale e dell’incontro, nell’uscita di scena dell’amante della moglie dal gioco, per i più svariati motivi, la coppia si riunisce e ritrova la propria serenità e intimità precedente, la propria affettuosità; e per il cuckold è un’affermazione di vittoria, di possesso sulla moglie, che poco prima aveva ceduto a lui, il partner. Nonché sulla gestione del suo piacere sessuale, dove nell’aspetto psicologico il “vincitore” su tutti, è lui, il cuckold, il cornuto e dopo l’amplesso della moglie con un altro, ritorna ad avere il ruolo di marito ed è l’unico uomo… anche se non l’unico maschio nella vita della propria donna, moglie o compagna che sia.”

“Sì, anche per noi è stato così!” Replicai dopo averla ascoltata, informandola: “Dopo esserci incontrati con il partner tutto finiva e tornava come prima, e io ero il suo unico maschio…”

“Uomo, non maschio.” Precisò correggendomi girando la penna sulle dita: “Per maschio si intende chi la possiede sessualmente e lei non era il partner sessuale di sua moglie, ma solo il marito, il suo uomo…”

“Sì, pensandoci è vero, ha ragione dottoressa, dovevo dire unico uomo. Sia come marito, padre e professionalmente, dopo era come se non fosse successo niente, riprendevo il mio ruolo.” Ma lei continuò: “Comunque, sia la sottomissione, che l’umiliazione fanno parte del cuckoldismo, sia che la si viva fisicamente con atti sul corpo come costrizioni, impedimenti e altro, sia verbalmente con parole, offese, derisione e volgarità e sia psicologicamente come mi dice era per lei, che viene vissuta interiormente senza parlare. Ma si tratta di atti ed emozioni che vengono scelte consapevolmente e gestite dal marito, poiché ciò lo eccita, essere umiliato gli conferisce una sorta di desiderio di manipolazione su entrambi, poiché qualunque azione viene compiuta dagli amanti è proprio in onore del marito tradito e cornuto. Mi passi il termine…” Disse con un sorriso continuando:

“E anche se si tratta di atti di umiliazione e sottomissione nei confronti del marito, non bisogna dimenticare che tali pratiche sono erotiche, per il cuckold, ne prova piacere a subirle.” E si fermò posando la penna sulla scrivania.

Ripresi a conversare dicendo: “Sì, è vero quello che dice, sotto certi aspetti le ho vissute anch’io certe emozioni.

Una cosa che mi sono sempre chiesto dottoressa, era di sapere oltre me, che tipi di uomini praticano il cuckoldismo?  Di che ceto sociale sono…?

“Sono di tutti i ceti sociali…” Rispose subito:” … il cuckoldismo come una malattia non guarda in faccia a nessuno, tanto che nei paesi latini lo chiamano < morbocornudo> “

A quella parola sorrisi e lei se ne accorse.” Guardi che lo chiamano davvero così…” Precisò:” Perché per loro come un morbo non fa distinzioni di razza, religione e grado sociale.

Tra i cuckold ci sono dirigenti, avvocati medici, ma anche spazzini, muratori, operai, e le loro mogli sono dottoresse, imprenditrici, commesse, impiegate e casalinghe…

Il cuckoldismo non guarda in faccia a nessuno, ricchi o poveri. Ci sono persone benestanti, con moglie bellissime che le portano ad accoppiarsi con uomini brutti solo per il piacere di osservarle con loro, l’attrazione per il brutto viene definita ‘sindrome di decadimento’, che altro non è che l’attrazione per cose o persone brutte...  ma questo avviene fin dalla notte dei tempi.”

“Ma dottoressa, volevo chiederle anche, io sono sempre stato geloso di mia moglie e in un certo senso anche possessivo prima, ma anche dopo non è che non lo fossi, quando la vedevo posseduta, pur piacendomi e appagandomi l’amplesso, mi sentivo geloso e anche invidioso, di lui perché era più bravo e le faceva provare piacere più di me e anche di lei a vederla godere con un altro uomo, come non aveva mai goduto con me. Non so come dire, ero contento, mi dava piacere, ma dentro un po' mi dispiaceva.”

Adagiandosi sullo schienale della poltrona mi rispose:

 

“La gelosia nei confronti della consorte è un fenomeno naturale in qualunque tipologia di coppia, la gelosia è una emozione, ma qui viene amplificata nel momento in cui il partner e la moglie sono insieme, ovvero quando il cuckold perde temporaneamente la propria posizione di marito e di ruolo coniugale e diventa il cornuto sottomesso a loro.” Fece una pausa e proseguì: “Eppure, nonostante la gelosia sia forte, subentra l’eccitazione del caso e in quel frangente, tale sentimento, la gelosia, si trasforma e diventa solo un fattore scatenante del piacere-umiliazione di un rapporto eccitante e intrigante, al quale è impossibile rinunciare o sottrarsi per il marito cuckold.

Lo stesso l’invidia, il marito cuckold, vorrebbe inconsciamente essere lui a possederla, farla godere e gioire fino all’orgasmo, ma non è capace o si ritiene tale e l’eccitazione da voyeurismo, del guardare la moglie fare sesso con un altro sale e assume un ruolo importante nelle dinamiche emotive e nella psicologia del cuckold, anche quando il marito non partecipa e osserva soltanto masturbandosi guardandoli.”

Poi all’improvviso mi domandò:

“Non ha mai avuto momenti di paura? È accaduto?”

“Paura come dottoressa?” Domandai.

“Paura ad essere cuckold?”

“Beh sì… all’inizio sì, ma era una paura eccitante…” Risposi.

Sorrise:

“Paura di cosa?”

Esitai, ci pensai: “Beh paura che qualcuno lo venga a sapere, sarebbe uno scandalo.”

“E poi…” Aggiunse.

Pensando esclamai: “Poi non so…”

“Non ha ma avuto paura di perdere sua moglie?”

“Be sì…! Ma ne abbiamo parlato, ci siamo dati delle regole.”

“E paura che si innamori del partner…?”

“Sì, anche, anche questo e in un certo modo è avvenuto e l’ho vissuto, non proprio innamorata, ma infatuata… sì, lo preferiva ad altri.”

“Gli dico questo perché in alcuni casi, rari e decisamente non prevedibili, può anche capitare che la moglie ed il partner si innamorino e vogliano costruire una relazione loro, seria, mettendo per sempre al bando il marito cuckold.”

No, con noi non è successo.

“Ma anche di questo ne approfondiremo in seguito dopo l’analisi. Ora ci tengo a farle presente che fra tutte le emozioni che prova il cuckold, la dinamica emotiva più complessa del caso è proprio la paura, sotto qualsiasi aspetto si manifesti, o che lei stanca del gioco o per qualsiasi altro motivo lo lasci.”

“Ci sono coppie che si lasciano durante o dopo?”

“Sì alcune, come ce n’è altre che continuano a vivere felici e contente come nel suo caso.”

“E questo perché avviene…”

Tirò un sospiro:

“Dipende da fattori esterni come complicità, l’affiatamento, i caratteri, e intrinseche alla donna, come il grado di coinvolgimento di lei nel rapporto sessuale, a volte quanto piacere prova, intenso e diverso, altre perché alcune donne per educazione, morale e cultura, non sanno scindere il rapporto sessuale dall’emotività sentimentale e al termine si trovano confuse, attratte dal nuovo partner più che dal marito. Comunque…” Fece una interruzione e riprese:

“Per alcuni vi è la paura inconscia che la moglie abbia un rapporto sessuale più intenso con il partner di quanto lo abbia mai avuto con lui. Oppure di non potere essere presente ai loro incontri, che avvengono da soli e di non poter partecipare visivamente all’atto, ma solo farselo raccontare da lei al ritorno a casa. O la paura inconscia di perdere la moglie nel vederla troppo coinvolta nel rapporto col il partner, che si innamori di lui o anche che la metta incinta, come è capitato in alcuni casi, rari e decisamente non prevedibili. Ma tutte queste paure inconsce, invece di essere un deterrente, lo stimolano di più... Sappiamo bene quanto le situazioni di pericolo e di paura riescano a scatenare l’adrenalina.”

Riflettei:

“Sì alcuni di questi aspetti che dice lei li ho provati anch’io, ma come dicevo la mia è stata una umiliazione più psicologica che fisica o verbale…” Dissi.

Con un sorriso professionale mi rispose:

“Ma guardi che non si deve giustificarsi con me anche se nel rapporto cuckold ha avuto atteggiamenti sottomessivi o ha fatto praticare consensualmente o ha praticato sua moglie spontaneamente di sua volontà, qualcosa diciamo di spinto. Non tutte le coppie praticano il cuckoldismo in maniera classica, scolastica, ogni coppia lo adegua a loro, lo costruisce a propria misura, come ha fatto lei con sua moglie, e così è per molte altre coppie. Nascono in maniera naturale, spontanea, non è affatto semplice gestire una situazione del genere senza una grande complicità e consapevolezza da parte della consorte, che poi è il perno del rapporto a tre, moglie, marito e amante.

Molte mogli cedono alla volontà del marito senza troppa convinzione, magari per curiosità o anche solo per “tradire con licenza”, cioè “con il permesso”, o peggio lo praticano per uscire da una routine coniugale o una crisi di coppia che è peggio.

Ma se c’è complicità come nel suo caso, alla fine del rapporto sessuale o del tradimento pilotato come si preferisce chiamare, la coppia ufficiale torna insieme, ed il marito si pone come la scelta definitiva per la moglie, come perno centrale della coniugalità e in un certo senso come dicevo pocanzi, lui, il marito cuckold dopo le umiliazioni subite, torna vincitore, perché lei, la donna, la moglie è restata con lui, e quindi è sua…” Fece una pausa e riprese:

“C’è un proverbio che dice: <Si può cedere solo quello che ci appartiene veramente e non altro…> e così è per molti cuckold e per la moglie. Il marito cuckold che la cede sessualmente a un partner, lo fa perché sa che lei, la moglie, gli appartiene davvero, c’è sintonia di idee, modi di vedere, complicità.

Come dicevo alcune coppie non sono capaci di reggere le motivazioni e la complessità del cuckoldismo e, spesso, accade che vada in frantumi o che la crisi diventi senza più possibilità di salvezza. Capita che i partner si accusino a vicenda per le forzature e le azioni compiute durante la pratica, generando un circolo vizioso che si contorce su sé stessi e porta alla rottura.”

Fece una pausa guardandomi e posando la penna sopra un foglio bianco della scrivania disse:

“In tutte queste situazioni, la psicoterapia può fare molto per aiutare le parti, perché all’interno di ciascun componente della coppia, sia marito che moglie, si vengono a creare delle fratture emotive e personali molto importanti, difficili da risanare da soli.”

A quel punto pensando che avesse finito, domandai:

“Per la sua esperienza dottoressa, come scelgono gli altri il partner per la moglie?”

“Il partner per la moglie in genere, come persona è scelto dal marito, ma può essere scelto dalla sola moglie o insieme e può essere un amante fisso o anche cambiare di volta in volta o periodicamente. Non è detto che debba essere uno sconosciuto per la coppia, può essere anche un conoscente o addirittura un amico; una regola non c’è, penso come avete fatto voi… Per il metodo in genere usano gli annunci come facevate voi, le occasioni vacanziere e tanto altro che gli si presenta. Ogni opportunità è buona per il marito cuckold.

Ora iniziamo la seduta…” Disse, ma la interruppi:

“Ancora una cosa dottoressa, sempre per sua esperienza ce n’è molti di cuckold in Italia? ...Siamo tanti?” Domandai curioso per voler condividere quella mia condizione con altri.

Sospirò:

“Nel corso dei secoli la morale relativa alla sfera sessuale è andata via via mutando, pensi solo all’omosessualità che fino a cinquant’anni fa era considerata una malattia, e ora non più, per convenzioni sociali. Nella stessa situazione dell’omosessualità di cinquant’anni fa ora si trova lo scambismo tra coppie, il cuckoldismo, caundelismo e altre pratiche non considerate convenzionali e non riconosciute e disturbi della sfera psichica, e che forse tra cinquant’anni potranno essere praticate liberamente, verranno riconosciute e non più immorali.” Fece una breve pausa come se riflettesse e riprese:

“Oggi ci sono siti di incontri specializzati e sono un polo di incontro eccezionale per chi vuole avvicinarsi al mondo cuckold, è facile, così come trovare una coppia o un partner pronti ad un incontro e a stimolare le coppie a provare, a fare esperienza, rendendo tutto più semplice ed immediato, consentendo anche ai curiosi di fare domande ai più esperti, entrare nella dinamica e, perché no, anche comprendere se davvero vi è una “vocazione al cuckoldismo.” Fece una pausa e poi aggiunse:

“Pensi che il 58% degli uomini occidentali e circa un terzo delle donne eterosessuali hanno fantasie circa il cuckolding.” Aggiungendo: “Secondo il libro <A billion wichel thoughts> dei neuroscienziati Ogi Ogas e Sai Gaddam, cuckold è il secondo argomento più cercato dai maschi etero occidentale all’interno dei motori di ricerca internettiani, un dato non da poco se si considera la popolazione mondiale.

Inoltre, su Google, se si fa una semplice ricerca sull’argomento, ci sono ben 1.180.000.000 di risultati che parlano di cuckold, un numero enorme, impressionante, che dimostra il grande interesse maschile e femminile intorno a questa pratica erotica.

D’altronde, oltre il 50% degli uomini occidentali fantastica e si eccita pensando alla moglie che lo tradisce con un altro uomo.”

“E senta dottoressa, perché anche donne per bene, mogli, madri, fedeli ai loro impegni di fedeltà coniugale accettano questa fantasia?”

“Molti studi dimostrano che il desiderio sessuale femminile è condizionato dal bisogno di sentirsi desiderata e apprezzata dal proprio uomo e c’è anche la paura di perderlo. Detto questo la donna è più restia per cultura ed educazione, il loro coinvolgimento e sempre secondario a qualcosa e al desiderio del marito, molte poi come abbiamo già detto, ci si trovano in quel ruolo, le piace e partecipano attivamente e in molta porta a rafforzare il rapporto di coppia?”

A quell’ultima risposta domandai:” Perché?”

“Perché per impegnarsi con il cuckolding, i membri della coppia devono condividere desideri e interessi che sono spesso percepiti come imbarazzanti, e questo porta a una maggiore accettazione della coppia stessa. Il cuckolding è una attività erotica non accessibile a tutti perché, al di là delle pratiche sessuali, richiede una reale complicità di coppia. Questa pratica non è la soluzione alla monotonia, non serve per compensare un fallimento nella sessualità di coppia. 

All’improvviso mi guardò dicendo: “Bene incominciamo, ora vada sul lettino e si sdrai” E mi fece cenno con la mano di raggiungerlo.

Così iniziai la mia prima vera e propria seduta di analisi psicoterapeutica. Sorridendo mi alzai e lei dietro me e mi fece accomodare sul lettino, sedendosi con dei fogli in mano e la penna su una poltroncina di fianco e poco dietro di me.

“Devo chiudere gli occhi? “Domandai una volta sdraiato e comodo.

“Se vuole, come le ho detto anche lo sguardo diretto ha una sua funzione di inibizione, di chiusura all’inconscio.” E aggiunse: “Ora si rilassi, cerchi di non pensare a niente e risponda alle mie domande. Conto fino a dieci, al dieci sarà rilassato e procederemo.”

Annuii e cosi facemmo, contò uno, due, tre, con la sua voce calma, calda e sicura e quando mi sentii solo con me stesso, mi domandò:

“Mi parli un po’ di questo rapporto di cuckoldismo tra lei e sua moglie, lei era disposta, ha accettato o l’ha forzata?”

“Assolutamente no… non l’ho forzata…” Risposi: “Certo ho insistito, l’ho assillata per convincerla, ma poi ha scelto da sola.”

“Mi dica, lei come la vissuto quel periodo?”

“Sinceramente al di là del fatto di essere cornuto l’ho vissuto bene e anche mia moglie. Mettevo in atto le mie fantasie e anche se non ne conoscevo l’origine, avevano tutte in comune il desiderio che mia moglie fosse posseduta o avesse relazioni sessuali con altri uomini in maniera però condivisa e con me presente…”

“In che senso condivisa?” Mi chiese interrompendomi.

“Per capirci, non avrei mai accettato un tradimento suo praticato di nascosto o a mia insaputa, che per me sarebbe appunto un tradimento. Si trattava invece di avere corna condivise in cui eravamo tutti e due partecipi, dove realizzare le nostre fantasie.”

 

“Ad esempio, quali erano le prime fantasie che faceva su sua moglie?” Mi chiese ancora.

“Ma le prime fantasie non erano di rapporti sessuali, mi piaceva immaginarla che la osservassero nuda, che le vedessero le parti intime, l’apprezzassero e desiderassero. In seguito le avevo con mia moglie stesa sul divano, nuda con un altro uomo che l’accarezzava dappertutto davanti a me. Oppure la immaginavo mentre era intenta in mutandine e reggiseno a prepararsi per uscire per una serata di passeggio, pensando a come sarebbe stato bello se un altro uomo l’avesse vista come me in quel momento e che l’avesse presa e posseduta lì davanti a me e lei si fosse data. O se vogliamo un’altra fantasia forte era il desiderio di fissarla negli occhi mentre avrebbe avuto un rapporto sessuale con un altro uomo.”

“E le ha realizzate in seguito queste fantasie?”

“Sì!” Risposi.

“Oltre quelle appena dette, quali sono state altre sue fantasie cuckold?” Mi chiese.

“Sono state varie, che alcune non ricordo dopo dieci anni, comunque un denominatore comune per tutte era il voler condividere il nostro piacere sessuale con altri, lei carnalmente e io attraverso di lei, psicologicamente e cerebralmente. Mi sono sentito così all’improvviso, praticamente mi ci sono trovato con questo desiderio di offrirla, ed è stato qualcosa che è andato avanti sempre più, lentamente, senza mai smettere, con questa vocazione ed eccitamento e come detto, iniziai a immaginarla con un altro uomo e inspiegabilmente fantasticarlo mi eccitava e non c’era più la gelosia in me, ma il piacere del pensarlo e desiderio di vederla.”

 

“Quando per la prima volta ha parlato con sua moglie dei suoi desideri, come ha reagito lei alle sue richieste?”

“All’inizio non è stato facile ammettere a me stesso e confidare a lei fantasie fuori dalle logiche comuni e dalla razionalità. Avevo la fortuna di vivere con una donna di intelligenza e bellezza uniche che amavo e amo profondamente. Quando gliene ho parlato la sua prima reazione è stata negativa, di incredulità, rabbia, offesa e rifiuto, e mi ha chiesto: <Come ti vengono in mente certe cose…?>

“Sì, probabilmente dal suo punto di vista è stata proprio una proposta assurda, incomprensibile…” Intervenne la dottoressa: “È stata normale la sua reazione perché la donna pensa che questo tipo di fantasia significhi che c’è qualcosa che non funziona nel rapporto.” Affermò e continuò:

“Ha detto che l’ha assillata per convincerla, quindi lei non era d’accordo?”

“Assolutamente no! ... Non voleva, era contraria a queste cose, trasgressioni o esperienze come le chiamavo io, per cultura, morale, religione ed educazione.”

“Come l’ha introdotta allora? Come ha fatto a convincerla ad accettare… in che modo?” Mi domandò scrivendo qualcosa sul foglio che aveva in mano.

“Guardi … come detto ho iniziato da solo fantasticando e mi piaceva sempre di più farlo e poi ho incominciato a parlargliene prendendola alla larga visto la sua moralità educativa e di essere mamma.”

“I figli che età avevano?” Chiese.

“In quel periodo erano ancora adolescenti, frequentavano le scuole medie.”

“Prosegua…”

“Inizialmente lo facevo alla sera a letto, la sera quando facevamo sesso, mi sentivo più eccitato parlando di queste cose e soprattutto mi eccitava che lei, anche se contraria le ascoltasse, praticamente che la coinvolgessi, che si inquinasse con la sessualità che fantasticavo.”

“E cosa diceva a sua moglie in quei momenti?”

“Ma… cose semplici, che si dicono migliaia di coppie. Accarezzandola le chiedevo entrando in un discorso un po’ particolare, chi le piacesse dei nostri amici… conoscenti e con chi di loro fantasticamente le sarebbe piaciuto accoppiarsi. Che sarebbe stata solo una nostra esperienza segreta se eravamo tutti e due consenzienti. All’inizio era infastidita da quei discorsi, non li sopportava e non voleva li facessi, ma a me eccitavano.

E alla fine, dopo qualche anno di insistenza, superato il momento di impasse, e forse anche di delusione da parte sua nei miei confronti per quella richiesta oscena, scandalosa e offensiva che le avevo fatto, divenne più disponibile e predisposta ad ascoltare, anche se non condivideva e portai dentro anche lei, iniziando a farla partecipare alle mie fantasie per gioco. Dapprima era distaccata, poi curiosa e infine ha iniziato ad essere interessata, a conversare di quello. Non so se lo facesse solo per accontentarmi, ma lo faceva, mi ascoltava e partecipava anche se passivamente e solo mentalmente.”

“E in queste fantasie dove in seguito entreremo meglio, sua moglie cosa faceva?”

“Sesso con un altro uomo immaginario…” Risposi.

“E poi? Questo a lei l’appagava?”

“Sì, mi dava piacere e anche a mia moglie nell’atto di pensarlo nel momento del coito, ma era tutto confinato nella mente, in un gioco di fantasia.”

Restò in silenzio, fece un’altra pausa e poi mi domandò:

“Il passaggio dalla fantasia alla realtà, come è avvenuto?”

“Come dicevo, io le avevo parlato e ripetuto spesso di provare a farlo davvero per una volta, per avere una esperienza trasgressiva assieme, che non c’era nulla di male se lo facevamo insieme e entrambi consenzienti. Anche se lei doveva lasciarsi possedere da un altro uomo, ci sarei stato anch’io, ma lei era contraria, assolutamente si sentiva sporca a farlo.

Non potevo dirle apertamente fai sesso con un altro uomo che io ti guardo. Quando lo accennai si sentì offesa e mi tenne il muso. Capii che in quel modo lì, dalla fantasia alla realtà non avrebbe mai accettato e così…” Feci una pausa rilassato con il ricordo che mi affiorava…

“…E così?” Domandò lei.

“… Così, cercai di cambiare tattica e le proposi di avere uno scambio di coppia, di provare con una coppia come noi e scambiarci i partner, restando insieme nello stesso luogo se non nello stesso letto. Provai e riprovai, ma anche di quello niente assolutamente.”

Io comunque nei giorni, settimane e mesi seguenti, continuai a parlarle, a proporle le mie intenzioni, le mie idee e i desideri sessuali, ma lei non mi dava retta, ascoltava tutto ma non voleva praticare quelle cose sconce, come le chiamava lei...

Lasciai perdere lo scambio di coppia e passai a cercare di convincerla di farlo a tre, lei e un'altra donna ed io… oppure viceversa io e un altro uomo e lei al centro della nostra attenzione.

 

“Bravo così tu vai con un'altra donna? Tu sei matto, non ti lascerei mai fare mai sesso con un'altra davanti a me.” Affermò quasi senza volerlo, risentita e forse gelosa di me un giorno alle mie insistenze

Capii che il suo problema era il confronto sessuale con un'altra donna, che non avrebbe mai accettato di competere sessualmente con un'altra e allora con calma proposi in alternativa:

“Ma allora proviamo due uomini con te!... Io e un altro che scegli tu…”

“Ma non ci fu nulla da fare...”

Tirai un sospiro, sentendo il fruscio della penna della dottoressa scrivere qualcosa e ripresi: “Comunque il tempo passava e nonostante i suoi no, io continuavo a proporglielo sempre, non più di andare con un altro uomo, ma avere una esperienza a tre, con me presente e con un altro per provare.

Conoscendo bene mia moglie avevo capito qual era il suo problema...”

 

“Sì... sì va bene…” Mi interruppe la dottoressa: “Anche di questo ne parleremo al momento giusto e in modo specifico, in approfondito nelle prossime sedute, dopo che avremo le basi per analizzare. Non pensi che questo saltare di informazioni non sia utile o sia a casaccio, ha una sua logica e funzionalità per avere un primo quadro generale della sua personalità.  Ma ora mi dica, quali sono stati i suoi problemi nel cuckoldismo?”

“Il problema più grande è stato senz’altro quello di riuscire a spiegare chiaramente, con onestà e distacco a mia moglie cosa ero diventato. E poi convincerla ad accettarmi, a condividere e partecipare alle mie fantasie e miei desideri, non è stato facile.”

“Cosa non è stato facile?” Domandò la dottoressa. 

“Quello di convincerla in un rapporto a tre a confrontarsi sessualmente con un'altra donna, non ad avere rapporti sessuali diretti con lei intendiamoci, ma ad entrare in competizione con un'altra, per il suo uomo, cioè me, ma probabilmente aveva paura che magari l’altra fosse più brava a fare sesso e io l’avrei preferita. 

Era timida sessualmente, lo era anche a farlo normalmente con me, non era come ora, era vergognosa e inesperta e confrontarsi con qualcuna senz’altro più brava ed esperta di lei non lo accettava. Fosse adesso, se la berrebbe come un bicchiere di acqua.” Mormorai.

È cambiata?” Mi domandò la dottoressa scrivendo.

“Molto, ora è una donna completa sessualmente, esperta che non ha niente da imparare, ma piuttosto da insegnare.

Comunque per tornare al discorso di prima, con mia moglie mi resi conto che l’unica possibilità era un trio, lei io e un altro uomo o ragazzo, dove non ci fossero altre donne e insistetti su quello.

Ne parlammo ma anche qui prevalsero i suoi no. Ma io non demordevo continuavo a chiedere, a giocare alla sera a letto a proporle a dirle:

“Dai… lo cerchi tu!... Lo facciamo con uno che piace a te, chi preferisci tu, anche conoscente se vuoi. Oppure cerchiamo su internet un tipo che ti piace, scegli tu… se vuoi un ragazzo giovane… una persona matura… quello che preferisci…”

Ero arrivato al punto che avrei accettato che facesse sesso con chiunque volesse lei purché acconsentisse.

Ma la sua risposta fu sempre:

“No-o-o-o-… non voglio-o-o-o-!!!” Sillabando le vocali.”

“E lei ai suoi rifiuti che faceva?”

“Io? Non passava giorno che non glielo proponessi accennandoglielo, anche solo per pochi minuti, pur sapendo la sua risposta scontata e negativa. No-o-o-o-o!!

E fu in quel periodo che incominciai a masturbarmi da solo immaginandola realmente con un altro uomo.”

“E cosa è stato che ha fatto cambiare idea a sua moglie oltre il lavaggio di cervello che le praticava giornalmente?” Sentii la voce calma della dottoressa dietro di me chiedermi.

“Di preciso non so, forse la mia insistenza, so solo che un giorno che eravamo in auto e andavamo in montagna a raggiungere i figli, come avevo già fatto centinaia di volte, riparlandone e decantandole l’esperienza che avrebbe provato con un altro, come facevo sempre: “Proviamo amore…” Le ripetei: “Oramai siamo quarantenni, i figli sono grandi… potremmo provare una sola volta a fare una esperienza del genere, trasgressiva, saremo assieme, lo fanno tante coppie. Se poi non ci piace basta non faremo niente, ma almeno proviamo.”

Quella volta mi rispose in modo diverso con la sua voce dolce. “Va bene proviamo…” All’improvviso accettò, mentre guidavo mi voltai la guardai incredulo che avesse detto sì. E in quel momento provai contentezza ma anche un velo di tristezza.

“Dunque accettò?”

“Sì, o meglio decise di provare:” Tu cerca qualcuno, un partner e poi per il resto vediamo, se mi aggrada vedremo.”

“Anche questo approfondiremo nelle prossime sedute…” Esclamò interrompendomi: “…mi dica invece … cosa facevate in questi anni che lo praticavate, la sua consorte era sempre consenziente?”

“Sì… piaceva anche a mia moglie praticare il cuckolding , gliel’ho detto.”

“E lei che ruolo aveva?”

“Io…?”

“Sì lei!”

“Io…  visto che il partner era un bel ragazzo più giovane di lei, sui 35 anni e le piaceva, da una iniziale partecipazione a tre, negli incontri seguenti che piaceva a entrambi praticare, quasi inconsciamente mi distaccai sempre più, arrivando quando iniziavamo il rapporto sessuale, dopo che l’avevo baciata e scaldata e penetrata per primo, ad alzarmi dal letto e lasciarla sola con lui a fare sesso con il partner, si chiamava Pino.”

“Sì ma lei, quando lentamente si è tirato indietro, si è sfilato lasciandola sola a far sesso con il partner, questo Pino, oltre che guardare, partecipava, si masturbava?”

“Come ho detto, nei primi incontri all’inizio partecipavo sessualmente, la penetravo anch’io e la possedevo un po', per poi togliermi e lasciare il mio posto a questo Pino che la penetrava e la possedeva meglio di me visto che era più dotato ed esperto. Io lentamente sono diventato solo spettatore, mi piaceva ed eccitava di più restare a guardare e mi masturbavo a vederla posseduta e provare piacere dal rapporto con l’altro, da quel Pino che a gambe larghe abbracciava e godeva, e ne gioivo.”

“E sua moglie ha accettato il lasciarla sola a far sesso con quell’altro a proseguire l’amplesso senza di lei accettando il suo modo di darsi piacere solitario?”

“No, lei all’inizio mi voleva vicino, quando mi staccavo per allontanarmi mi chiamava, voleva che partecipassi all’amplesso con lei, che la baciassi, accarezzassi e che ogni tanto al posto del partner la possedessi anch’io. Ma a me eccitava di più osservarla con il suo amante, che la possedeva e le tenevo la mano accarezzandola sul corpo e in viso, mentre lui le faceva provare piacere. Sentivo la sua intensità di piacere e godimento da come mi stringeva la mano.

“Dopo vari incontri ne discutemmo anche in auto tornando a casa, mi domandò perché la lasciassi sola con lui a fare sesso, che lei voleva anche me…”

“E cosa le ha risposto?”

“La verità, che a me piaceva vederla così, e che io c’ero e che comunque partecipavo a modo mio. Così a volte l’accontentavo, partecipavo, ma sempre meno e con meno tempo, il ruolo di maschio dominate l’aveva quel Pino. E fu un errore…”

“Perché?”

“Perché con lui provava più piacere e inconsapevolmente favorivo a che lei si staccasse da me…”

Vedevo che scriveva dicendo: “Anche questo ne parleremo nelle prossime sedute.” Capii che stava prendendo appunti per poi in seguito analizzarmi meglio e specificamente.

 

“Questo Pino fu il primo?” Domandò.

“Sì!” Risposi: “Lui era esperto, conosciuto sugli annunci, era un bel ragazzo, dotato ed esperto, moro, calabrese, sposato con due figli, ma lavorava da solo al nord, la moglie era restata con i figli giù nel meridione. Ci piacque come persona, al punto che lo incontrammo più volte.”

“Come si sentiva dentro, lei?”

“Mi sentivo eccitato e umiliato, ma mi piaceva esserlo, mi dava un piacere assurdo in quel contesto diventare ed essere cornuto. Mi piaceva che la possedesse da solo, senza di me e io guardassi, non so perché…”

“Cosa le piaceva in particolare di quei primi rapporti?”

“M piaceva vederla nuda, a gambe larghe a sua disposizione, stringerlo e godere tra le braccia di quell’uomo, vedere la sua asta potente e virile oscillare davanti a lui e al sesso di mia moglie e poi penetrarla, entrare in lei, nella sua vagina facendola sussultare, sobbalzare, gioire… e iniziare a possederla.”

“Era geloso, invidioso in quel momento?”

“Sì tutti e due… umiliato che lui possedesse mia moglie davanti a me e come dicevo la facesse godere più di me e invidioso perché avrei voluto essere al suo posto, avere la sua virilità e geloso perché sentivo mia moglie godere e la vedevo provare piacere con lui.”

“Avrebbe voluto essere come lui, essere lui in quel momento, in una sorta di transfert mentale e fisico?”

“Sì!” Risposi.

“Ma cosa lei piaceva di lui?”

“L’ho detto… vedere la sua asta rigida e lunga penetrarla… era bella, ben fatta... con il glande scoperto che pareva una testa d’ariete.”

“Le piaceva la visione della sua asta?”

“Sì! Lo avevo scelto io così, come gli altri in seguito e li sceglievo apposta, dotati e virili e che fossero pratici e capaci, con esperienza, in modo che fossi sicuro che anche lei avrebbe provato piacere, avrebbe goduto fino all’orgasmo e mi piaceva guardare i partner nel loro vigore possedere mia moglie.”

Guardò l’orologio ed esclamò:

“Bene… il tempo è passato.!” Alzandosi sorridendo dalla poltroncina con i fogli pieni di appunti in mano.

“Abbiamo già finito!?” Dissi quasi deluso mentre lei accendeva la luce togliendomi dalla penombra.

“Sì è passata poco più di un’ora, parlando non se ne rende conto, ma ho preso parecchi appunti che in seguito svilupperemo.” Dichiarò con un sorriso maturo e professionale.

“Continueremo la prossima volta, giovedì prossimo se le va bene?”

“Sì certo!” E concordammo.

Ci salutammo e uscii e quando fui solo camminando e riflettendo, mi resi conto che mi aveva fatto bene parlare con qualcuno del mio problema, con una persona istruita che mi capiva e non mi giudicava e mi sentivo sollevato, soddisfatto, appagato.

Ora non mi restava che attendere il prossimo giovedì.

 

 

 

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