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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

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LA DEGERAZIONE DI UNA MOGLIE FEDELE 

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.

DEGENERAZIONE DI UNA MOGLIE FEDELE.

 

Note:

 

“Il sesso è più eccitante sullo schermo e tra le pagine che tra le lenzuola.”

Andy Warhol.

 

 

Cap. 37    L’INIZIO DELLE RIPRESE.

 

 

Nell’attesa di quel pomeriggio decisivo per il futuro di Valentina, Lea al mattino presto la chiamò al cellulare: “Ciao bellina! Sto mandando Alenka a prenderti, passerai la mattinata con noi e pranzerai qui, così alle 14.00 sarai già sul posto!”

Valentina trasalì:” Ma non posso signora, ho appuntamento con i miei genitori, a mezzogiorno mi aspetta mia madre per pranzare con loro, c’è mia nonna.”

“Oh su dai!!... Ai tuoi genitori dirai che non puoi essere presente con loro oggi…. Li avviserai quando sarai qui e a tua madre dirai che ti hanno invitato a pranzo delle tue amiche e non ti dirà nulla.”

“Ma non oggi, non posso davvero signora! È il compleanno di nonna e non voglio mancare… mi hanno raccomandato tanto che ci sia anch’io, e poi ci tengo!”

“Su… su!  Dai non fare sempre per ogni cosa tante storie, cerca di essere più socializzante e collaborativa. E poi Alenka è già in viaggio, tra poco sarà sotto casa tua. Dai ti aspetto tra mezz’ora!”

“Non potrò venire signora, mi spiace, verrò nel pomeriggio.” Esclamo decisa Valentina.

Nel timore di entrare in contrasto e che saltasse anche l’incontro pomeridiano per girare la video clip le disse “Va bene, verrai qui e per le 11.30 Alenka ti riporterà in centro per poi passarti a prendere alle 14,00. Va bene così?! Esclamò.

Rifletté e rispose: “Sì!... L’importante è che sia a casa un’oretta a mezzogiorno per festeggiare nonna… ci tengo.”

“Va bene… va bene! Guarda che Alenka è già in viaggio, sta arrivando.” e chiuse la comunicazione.

Quando scese vide Alenka davanti al Suv a disposizione del night, le andò incontro sorridente e si baciarono sulle guance, salirono in auto e partirono.

“Come mai questa chiamata mattutina? “chiese Valentina.

“Sai, la signora Lea vuole stare un po’ con te prima che inizia a girare.”

“Come vuole stare un po’ con me!?” chiese sorpresa.

“Si vuole conoscerti meglio”

“Ma non potevamo vederci dopo?”

“No, lei preferisce fare prima alcune cose”

“Ma che cose?”

“Vedrai tu!” e sorrise divertita.

Lei restò ignara nei suoi pensieri.

 

All’arrivo quando entrarono nel locale, c’era ancora l’odore viziato di fumo della sera prima.  Lea le andò incontro con passo sicuro, muovendosi velocemente nonostante il suo corpo pingue.

“Hai già fatto colazione bellina?” domandò con un sorriso.

“Si grazie signora!” rispose educatamente.

“Bene andiamo di là nello spogliatoio del night!” disse invitandola” …che qui stanno iniziando a mettere a posto” Mentre Alenka dietro a loro le seguiva.

All’interno c’erano già due ragazze che provavano degli abiti. Fece accomodare le due ragazze e parlarono un po’ del più e del meno loro tre del video da girare.

“È tutto pronto sai! Juliana ti aspetta alle due.”

Lei sorrise imbarazzata. Ma si vedeva che non le andava di parlare di quello, e non era nemmeno il motivo per cui Lea l’aveva invitata.

Alenka le offrì una sigaretta fatta da lei, cartina e tabacco, invitandola a fumare: “No grazie non fumo!” Declinò l’invito gentilmente Valentina.

“Su dai una sigaretta non ti fa certo male e poi è ora che ti comporti come una donna e non come una ragazzina e che ti prendi qualche vizio.”  Disse Alenka sorridendo, e insistendo porgendogliela in mano gliela diede.

“Che sigaretta è?” Domandò.

“Le faccio io, vedrai che ti piacerà!”

L’accesero e fumarono assieme, con Valentina che a ogni aspirata emetteva un colpo di tosse non essendo abituata. Non la fumò tutta, solo qualche boccata chiacchierando come vecchie amiche, finché Lea non disse: “Andiamo su!”

“Su dove?” Domandò lei alzandosi assieme a loro.

Ma Lea non rispose. “Vieni!” le disse uscendo dal camerino portandola di nuovo nel solane del night dove vicino a una parete, spostando i tendoni a muro, uscirono aprendo una porta usata come via di fuga antincendio che portava all’esterno. Le tre donne si trovarono nel grande cortile del palazzo dove era ubicato il night. Invece di andare fuori, presero la scala e salirono su a piedi fino al primo piano seguite da Alenka.

Arrivati sul pianerottolo Lea si avvicinò a una porta, con la chiave l’aprì ed entrarono in un appartamento dove c’erano solo camere con bagnetto interno. Lea con padronanza e sicurezza andò avanti e aprì un’altra porta, mentre Alenka dietro loro chiudeva quella d’entrata.

La stanza da letto che le accolse era spaziosa e luminosa con un grande letto matrimoniale, luci colorate e specchi alle pareti. Era una di quelle che usufruivano i dei clienti che volevano chiavare le entraîneuse.

Quando furono lì tutte e tre nella camera, in piedi e tra le luci soffuse e riflesse negli specchi, Lea si avvicino e la accarezzò su un braccio. Una sensazione di repulsione accompagnata da un brivido di eccitazione le attraversò la mente, si sentiva turbata:

“Perché mi accarezza? Cosa ha intenzione di fare? “sì chiese Valentina

La risposta che si diede a quella domanda le fece raggelare il sangue” Lea vuole me?” pensò osservando il suo sguardo sentendo ripetere la carezza sul braccio.

Valentina non era abituata a quel tipo di manifestazioni di tenerezza femminili, eppure il sapere che lei la voleva, la desiderava, le faceva battere forte il cuore, le dava scariche di adrenalina e sentiva involontariamente dentro di lei crescere il desiderio di non fermarla.

Sapeva di avere un bel corpo, ben fatto anche se lei ci trovava delle imperfezioni.

Le mani di Lea curate, truccate artificialmente e grasse, avevano un tocco raffinato e gentile che a Valentina mettevano i brividi, non solo di ribrezzo, che pur c’era, ma anche di piacevolezza.

Intanto anche Alenka presa dalla situazione e d’accordo con Lea si era denudata e mostrava due bei seni rotondi, bianchi e sodi e una fighetta depilata, liscia, fra le gambe dove si evidenziavano le grandi labbra e la fessura dischiusa.

“Tocca a te su, Valentina...coraggio... vieni qui spogliati! “la sollecitò Lea.

Lei con il cuore che le batteva all’impazzata diventò rossa in viso.

Lea si avvicinò di più e quando fu vicino a lei, la osservò come se fosse pronta per qualcosa e continuò ad accarezzarla dolcemente facendo scorrere lungo il suo braccio le sue dita grassottelle ricche di anelli con le unghie laccate. La ragazza dapprima tentò di resistere con un” No signora!... Non voglio!”

Ma Lea guardandola negli occhi e mettendola in imbarazzo e soggezione continuò.

La repulsione e il richiamo piacevole che avvertiva per quelle sensazioni, furono come una miscela esplosiva di calore dentro di lei e si senti presa da uno strano stordimento, incapace e timorosa di fermarla e la lasciò fare.

“Su spogliati!... Ti voglio vedere nuda!” esclamò ancora Lea, mentre Alenka dietro a lei la accarezzava sulla schiena sopra al tessuto della camicetta.

Valentina si sentiva a disagio nel vedere Lea che non riusciva a staccare lo sguardo dal suo corpo e iniziò come un automa a scoprirsi lentamente.

“Spogliati nuda, voglio vedere come sei prima che di trasformarti e diventare donna!” Le sussurrò all’orecchio.

Lei seppur a disagio si denudò, sapeva che Lea aveva autorità in quell’ambiente perverso e malavitoso e non voleva contraddirla, ma piuttosto tenersela buona per ogni eventualità, per questo accettava i suoi sguardi su di sé, che presto si dimostrarono essere non solo sguardi ma molto di più.

 

Mentre Lea la accarezzava, la aiutò a spogliarsi, le sbottonò la camicetta e tirò giù la cerniera della gonna abbassandola dalla vita e lasciandola cadere ai suoi piedi dove aiutata da Alenka, alzandone uno e poi l’altro, la tolse da sotto.

Rimase in mutandine e reggiseno, lingerie da ragazzina e non da ragazza sensuale come Alenka. Mentre Lea era in piedi dietro di lei a sganciare e sfilare dalle braccia le spalline del reggiseno portandolo in avanti facendolo togliere. Alenka piegata ai suoi piedi dopo che le aveva tolto la gonna, allungò le braccia sui fianchi e prendendo l’elastico dello slip, lo tirò giù le mutandine alle ginocchia, alle caviglie e poi le tolse.

Valentina era nuda, completamente nuda, imbarazzata e piena di vergogna davanti a loro.

Quando fu nuda Lea la scrutò, sapeva che era stata presa davanti e dietro da Dracu, che l’aveva svezzata, ma ora la voleva lei. Valentina era troppo bella e Lea la desiderava fin da quando l’aveva vista la prima volta quando andò a prenderla al Mediolanum Forum di Assago assieme a Federico. Aveva un corpo giovanile che iniziava a maturare, a formarsi come quella di una ninfa, ed era bello da vedere, toccare e amare.

Nuda alla luce falsa di quei faretti, con il suo corpo riflesso sugli specchi si notava che era una falsa magra. Aveva due mammelle già formate come arance, più belle e sode di quelle di Alenka, ed un triangolino di peli arruffati fra le gambe che le coprivano le grandi labbra e la fessura sotto di essi.

Sia Lea che Alenka rimasero incantate a guardare le sue mammelle appena sbocciate che si mostravano davanti a loro.

“Che bel seno che hai carina!” esclamò Lea, guardandola e accarezzandole languidamente in viso, cacciandole dietro la schiena una lunga ciocca di capelli, mentre Alenka sorrideva falsamente con una smorfia di invidia. Poi, improvvisamente Lea portò la mano in avanti e l’appoggiò sul piccolo seno, Valentina divenne più rossa in viso e un fremito mai provato le fece fremere tutta la pelle al suo contatto ma non si mosse.

 

Guardandola intensamente in viso davanti a lei, Lea allungò l’altro braccio e le fece una carezza tenera sul viso. Poi si avvicinò un po’ con il tronco e con il capo, lentamente, portò le labbra sulle sue e le diede un bacio, mentre Alenka guardava silenziosa e sorrideva perfidamente felice, sapendo cosa significasse quel bacio.

Valentina restò pietrificata, era imbarazzata, capì le intenzioni di Lea, ma era incapace di reagire, intimorita oltre che sorpresa da quell’atto e per la situazione che si era creata, rimase ferma senza sapere come comportarsi.

Intanto Lea con capacità e delicatezza le passò la mano dietro il collo e glielo accarezzò teneramente facendola scendere poi sulla sua schiena. Valentina era impietrita, rigida, nuda, sapeva di piacere a Lea. Mai aveva pensato che succedesse ciò che stava per accadere, di essere accarezzata da una donna, e per giunta matura e non bella che poteva essere quasi sua nonna, tutto davanti ad Alenka che non diceva nulla e sorrideva sempre.

“Ma perché non reagisco? “si chiedeva in silenzio.

Cercava di trovare delle giustificazioni, delle motivazioni a quel suo torpore e comportamento arrendevole e passivo.

“Sarà stata quella sigaretta dolciastra che mi ha dato Alenka e che ha voluto che fumassi?! Forse mi hanno drogata…  o forse no. Ma dovrei reagire, fermarla! ...Ci penso ma non lo faccio, perché?!“

Valentina ragionava e non sapeva più come comportarsi, cosa fare visto che la sua mente non le dava l’input di muoversi ed opporsi.

Lea guardandola negli occhi e in viso, davanti a lei si abbassò lentamente con il capo, e portò le labbra sulla sua giovane mammella. A Valentina, Lea faceva ribrezzo per il suo viso e corpo grasso, eppure le piaceva essere toccata, sentire la sua mano scorrere sulla pelle mentre la sua bocca grossa e carnosa arrivava ad appoggiare le labbra sul suo capezzolo già turgido ed iniziò a leccarlo mentre Alenka osservava in silenzio.

Valentina avvertì con disagio che si stava inumidendo fra le gambe e si vergognava di quella bella sensazione che provava con lei, mentre Lea scendendo sempre più giù con la mano, portandola davanti, le passava le dita nei peli umidi di umore.

Ebbe un fremito per tutto il corpo su ogni centimetro di pelle, avvertì una sensazione assurda, sembrava che fosse quello che desiderava e che prendesse fuoco.

In quello stato catartico Valentina con sorpresa si guardò attorno e si vide da prospettive diverse riflessa dagli specchi più volte con le mani di Lea sul suo corpo. Vide Alenka avvicinarsi nuda a loro, non dicendo nulla, ma chinandosi a sua volta sull’altro suo capezzolo e succhiarlo come fa Lea. Nel mentre le portò una mano fra le gambe accarezzandole la figa e i peli sopra di essa con le giovani e perfette labbra vaginali che fremevano sotto le sue dita.

Insieme al distacco di poco prima, si era sostituito un silenzio carico di tensione rotto dai suoni disarticolati che cominciavano ad emettere le sue labbra dal piacere.

Lea mentre Alenka l’accarezzava e baciava a sua volta, si staccò, si tolse il vestito velocemente e a seguire il grosso reggiseno che portò in avanti liberando il seno e facendolo uscire dalle coppe, esibendo due mammelle enormi, eccitate, dalle grandi areole e capezzoli. Si abbassò le mutandine togliendole rimanendo nuda completamente, mostrando un corpo opulento e grasso, e soprattutto molle dai suoi quasi sessant’anni da ex prostituta navigata. Una figa grossa, rasata, slabbrata e ampia dai rapporti sessuali di ogni tipo con una fessura lunga e aperta e sopra un clitoride grosso come un dito con le piccole e le grandi labbra voluminose e cadenti. Ostentava un ventre protruso pallido e sudaticcio, e anche lei si mise ad accarezzarla fra le gambe assieme ad Alenka, che Valentina inconsciamente aveva divaricato in segno di resa al piacere che le procuravano le loro dita.

Valentina era imbarazzata e impacciata, rimase ferma senza sapere come comportarsi con Lea la quale, recuperate le normali capacità, riprese a succhiarle il capezzolo e con la mano a titillarle la figa. La ragazza era impietrita nuda, accarezzata da una donna che lei riteneva disgustosa.

Alenka tolse la sua mano e Valentina senti solo le dita grassocce di Lea prenderne il posto ed entrare nella vagina, mentre con pollice cercava il clitoride per titillare anch’esso. La donna avvicinandosi appoggiò le labbra su quelle della ragazza invitandola ad aprirle” Apri la bocca!” Esclamò ansimante.

Valentina senza accorgersene stava cadendo in preda ai sensi con quella vecchia megera e senza rendersene conto apri la bocca e accolse la lingua insalivata e fremente contro la sua e si lasciò baciare e limonare da Lea in un bacio perverso e adrenalinico.

La giovane ormai sedotta anche da Lea a da Alenka, aveva il sesso bagnato di quel piacere saffico che non aveva mai provato in vita sua, internamente era bagnata d’ umore che tracimava all’esterno.

Lea capì che era il momento adatto. Si stacco dalla sua bocca.

“Vieni, andiamo nel talamo a terminare questa festa.... “disse prendendola e mano nella mano Valentina la seguì passiva lasciandosi trascinare mentre con la coda dell'occhio vedeva Alenka eccitata seguirle accarezzandosi fra le gambe.

Lea la fece sdraiare dolcemente sul letto e lei la seguì adagiandosi affianco.

Emozionata pareva che quello che faceva Lea fosse quello che volesse lei.

Lea le allargò le gambe e si abbassò con il capo iniziando a leccare la sua bella figa e, mentre inseriva la lingua all'interno cercando il clitoride dolcemente, le inserì due dita nella vagina spingendole a fondo facendola fremere e sussultare.

Con i pollici le aprii le grandi e piccole labbra e guardò la carne corallina che pulsava e trasudava piacere all'interno sulle pareti vive della vagina. Inserii la lingua e assaporò l’umore sulle mucose, poi tirò su le labbra a cercare il piccolo promontorio di carne e una volta trovato lo prese e cominciò a succhiarlo.

A differenza di quella di Lea che era morbida, liscia e senza peli, la sua fighetta aveva ancora il giovane pelo arruffato e oramai pregno di saliva. Lea la guardò e mormorò che visto che loro ce l’avevano tutte depilata, presto si sarebbe depilata anche lei.

“Sai bellina!” disse masturbandola con il dito dentro:” … la raseremo anche a te, faremo diventare la tua fighetta qualcosa di meraviglioso da vedere e non solo da gustare.”

Poi coccolandola e accarezzandola con una mano era in preda al piacere, sussurrò baciandola in viso:

“Vero che te la lascerai depilare tutta senza un pelo?”

Valentina con un cenno della testa in preda al piacere rispose di sì, che se la sarebbe fatta depilare completamente la prossima volta…. ed a fare quella affermazione, affidandosi al suo volere psicologicamente, ebbe un piccolo orgasmo.

Avvertiva sensazioni nuove, una dolcezza femminile che le procurava un piacere diverso che non aveva mai provato prima né con Federico né con Dracu.

L'umore acre ed eccitante del suo sesso che si formava, inumidendola, la liberava completamente dai suoi complessi, dalla sua morale. D’istinto senza quasi rendersene conto si lasciò guidare e imprigionare dalle braccia di Lea che la girò sul letto a pancia in giù e iniziò ad abbracciare e accarezzare il suo corpo e Valentina, istintivamente senza volerlo e rendersene conto, la lasciava fare passivamente.

Lea appoggiò la mano e accarezzò lo splendido culetto, sodo e perfetto, oramai violato da Dracu e non più vergine, pronto a ricevere altri.

Senza quasi che se ne accorgesse a dimostrazione del buon lavoro fatto da Dracu, Lea le aveva inserito un dito nell’ano, spingendo all'interno del retto e muovendolo avanti e indietro, mimando una piccola sodomia.

“So che ti piacciono i rapporti anali!” le sussurrò. Lei non rispose, gemette.

Quel contatto e quelle parole la eccitarono di più, non era più vergine analmente e le piaceva sentire il dito dentro, pensandolo lungo e grassottello con l’unghia laccata di rosso.

Allungò il braccio come per fermarla, ma lo appoggiò solo su di lei senza spingerla via. Tra le carezze e i baci sul suo culetto, l’ano di Valentina era in preda agli spasmi, si apriva e chiudeva sul dito di Lea dimostrando in quel modo che fisicamente le piaceva sentirlo insieme ai baci e le carezze.

A quella manovra l’ano si dilatò abbastanza facilmente favorito dalla introduzione del cazzo di Dracu e Lea ne inserì un altro e poi un altro ancora, alla fine erano l’indice, il medio e l’anulare ad incularla. Evidentemente Dracu aveva fatto un buon lavoro. Non c’erano più gli sfinteri, ormai lacerati, a chiuderlo completamente come prima, bastava scaldarlo un po’ ad aprirlo e dilatarlo diventando una strada da poter essere percorsa facilmente.

La fece ancora girare a pancia in su.

Valentina era eccitata e passiva, in preda a pulsioni che la stavano invadendo rendendola fremente, la lingua di quella vecchia bagascia ci sapeva fare sulla pelle e la figa, si muoveva come quella di un serpente.

Intanto Lea masturbandola e succhiandola la stava portando ad un orgasmo fantastico.

Continuarono a lungo finché tra leccata di figa e succhiate di capezzoli e clitoride, in preda alle carezze delle sue mani Valentina venne con mugolii e fremiti in un orgasmo travolgente. Il suo umore bagnò la bocca di Lea che lo assaporò e leccò, ma non si fermò e continuò a leccarla finché non fu lei a dire basta e chiederle di fermarsi.

Ed alla fine esclamò “Basta, vi prego!...  È stato bellissimo! “

Poi si rilassò esausta, lasciandosi andare abbracciata al corpo grasso e sudato di Lea che era tre volte il suo e la fasciava con la sua carne continuando a baciarla.

Rimasero così, abbracciate, in silenzio, mentre le sue mani frugavano il suo corpo caldo e sudato e le bocche si baciavano appassionatamente.

 

Non ebbe il tempo di riprendersi da quella sensazione piacevole perché Lea le prese una mano e la portò sulla sua grossa mammella e, incitandola, se la fece stringere. Era tanto grande e molla che non stava nella sua mano debordando flaccida dalle dita. Poi allungando la mano dietro la nuca di Valentina e appoggiandola ai suoi capelli, la spinse a sé, verso quella grossa mammella penzolante e avvertendo un desiderio insopprimibile le disse “Ora leccamela un po’ tu bellina, succhia il capezzolo!”

La ragazza, seppur accaldata ma riluttante, leccò il capezzolo turgido tanto grande da sembrare la prima falange del dito medio.

“Succhia! Succhia un po’! … Allattati da me!” disse Lea ridendo.

Lei, seppur con disgusto lo succhiò, aveva succhiato di peggio se ripensava al cazzo di Dracu e ubbidì, la assecondò, mentre la donna l’accarezzava sul viso e sui capelli e Alenka guardava felice la sua corruzione e depravazione.

Dopo che le leccò e succhiò entrambi, Lea si tirò più su, facendo abbassare Valentina con il corpo e la fece stendere più in basso, mostrandole il suo sesso completamente aperto. Quell’azione la colse di sorpresa, non pensava di doverlo fare, ma si trovò davanti alla grossa figa depilata di Lea che la esortò a leccarla.

“Su bellina, ora baciala!... Leccala un po’ cara!” e vedendo la sua esitazione, assestandosi con il sedere sul lenzuolo, la esortò ancora “Coraggio! “. Inoltre, mettendosi a gambe larghe e mostrandole quel grosso figone slabbrato” Vieni! Leccamela un po’!”

Valentina ebbe un momento di ribrezzo a vedere quella vulva enorme, sformata e scura ma spinta da lei, passiva e in preda a un desiderio perverso e al piacere depravante si abbassò arrendevole e sprofondò con la sua testa fra le grasse cosce e, appoggiandoci sopra le labbra, cominciò a leccargliela e a sottomettersi a lei.

In contrasto sull’educazione familiare, la giovane, ormai sedotta e, senza che se ne sia resa conto, istruita alla sottomissione lesbica, avvertiva sulla lingua vellutata la carnosità della voluminosa vulva, le pieghe e le pliche delle grosse labbra che leccava mentre Lea le accarezzava il capo.

“Ora baciala e succhiala un po'... ecco così … anche il clitoride!” e Valentina, ubbidiente,

lo prese in bocca. Il clito era grosso quasi come un dito, carnoso e duro da sembrare un piccolo pene, e tra i gemiti di piacere di Lea al passaggio della lingua e delle sue giovani labbra sul grosso clitoride, lo baciò e leccò per poi quasi inconsciamente succhiarlo.

Valentina staccando la bocca vedeva davanti a sé le grandi labbra della vulva depilate e ne inalava l'odore forte di sesso e selvatico.

Lea conoscendosi e sapendo che per il suo sudore non era sempre gradevole leccargliela, per fare bella impressione con lei si era profumata e l'insieme di tutto era un odore terribilmente disgustoso ed erotico.

“Brava bellina, così! Sei brava in modo naturale!” mormorò con voce suadente e godente, accarezzandole la fronte spostandole all’indietro i lunghi capelli che nel leccare a testa in giù le cadevano davanti.

Era tanto che Lea aspettava quel momento! Voleva quel corpo! Il corpo di Valentina la faceva impazzire come la sua linguetta da gatta, e sentendosi leccare la figa, capì che poteva fare di quella ragazza quel che voleva, desiderava fortemente iniziarla bene alla depravazione, doveva solo fare tutto con calma e metodo.

Valentina leccava abbracciando il grande bacino di Lea portando le mani sotto al sedere tanto grande che a fatica le braccia quasi non lo contenevano le sue braccia. 

Lea venne godendo sotto il sorriso perverso di Alenka che era contenta che anche a Valentina, come tutte le ragazze della scuderia, le era toccato di leccare la grossa figa.

Valentina tirò su il capo, con il mento sbavato di saliva e umori, pareva una cagnetta che aveva appena bevuto nella ciotolina dell’acqua al punto che le il piacere di Lea e la saliva, le colavano sul mento.

Vedendola Lea rise e la tirò a sé abbracciandola e baciandola, restarono abbracciati alcuni minuti, poi Lea si tirò su, guardò Alenka e poi Valentina “Su ora vatti a lavare che ti riaccompagna a casa, così più tardi Alenka ti passa a prendere. Mi raccomando cerca di essere puntuale, sai che non mi piacciono i ritardi!”

Valentina annuì, si alzo stupidamente contenta come i bambini non per averle leccato la figa, ma di essere piaciuta. Raccolse i suoi vestiti mentre Alenka raccoglieva i suoi e andò nel bagno a lavarsi e rivestirsi, mentre Lea restò seduta sul letto a fumare.

Quando furono pronti uscirono con Alenka che le sorrideva.

Riaccompagnata in auto, torno a casa a pranzare e festeggiare la nonna, verso le 14.00, uscì tra le raccomandazioni di sua madre e di sua nonna che le dicevano di fare attenzione. Si vide con Federico e abbracciati aspettarono Alenka che arrivasse a prenderli.

 

Quel pomeriggio giunse accompagnata da Federico al locale. Lungo il tragitto fatto sull’auto in dotazione ad Alenka Valentina parlò poco ed era ansiosa, avrebbe voluto che quel viaggio fosse durato all’infinito pur di non arrivare a fare quello che l’aspettava. Aveva ancora in mente quello che era successo al mattino con Lea e ci aveva pensato anche a tavola con i genitori e la nonna. Seppur ne avesse goduto, l’aver dovuto leccare una grossa figa, le aveva lasciato una sensazione di tristezza e di malessere. A Federico non disse nulla per pudore e per vergogna di quel fatto e si giustificava con sé stessa convincendosi che aveva ceduto per via della sigaretta offertale da Alenka che certamente era drogata.

Nonostante fosse un primo pomeriggio afoso di un sabato inizio estate il traffico era intenso e molte auto circolavano per raggiungere la periferia di Milano.

Entrarono nel locale con lei fortemente emozionata, dopotutto era il suo primo video da attricetta porno che girava. Lo avrebbe eseguito di sua spontanea volontà, senza droghe o similari. Nel primo video non era stata consenziente ma stordita ma ora viveva pienamente e intellettualmente tutte le fasi.

L’interno del locale era deserto, c’erano solo le donne delle pulizie che riordinavano per la sera.

A loro andò incontro Juliana con un sorriso smagliante.

“Benvenuta tesoro!... Finalmente ci siamo!”

Parole che la depressero di più e subito li accompagnò sul set, aprì il grosso tendone a muro e, dietro la porta elettrica imbottita per non fare entrare rumori e suoni del night, si accomodarono in quella specie di studio cinematografico, set dei video porno di Rocco.

Timorosa entrò, l’ambiente era il solito, se lo ricordava, vide l’ampio spazio con la scenografia del video che da lì a poco avrebbe recitato con al centro un grande letto dalle lenzuola di seta nera, circondato da faretti, fari e riflettori di luce. Dalla parte opposta il solito divano dove era stata seduta anche lei ed Alenka ad assistere alle riprese.

Valentina si guardò attorno smarrita, agitata cercava con lo sguardo nello studio tentando di trovare il regista, ma lui non c’era, voleva chiedergli se avrebbe fatto anche l’anale in quelle scene che si apprestava a girare.

Juliana li fece accomodare in quella specie di suo ufficio- camerino a vetri e senza porte, dove truccava le ragazze e la guardò, all’apparenza Valentina sembrava vuota, assente, osservava le persone che preparavano il set e lo svolgimento del video con distacco.

“Che hai cara?” domandò Juliana vedendo che era lontana mentalmente.

“Niente signora!” Rispose con la sua voce dolce e per farsi coraggio nervosamente cominciò a toccarsi le dita tra loro, al punto che, Federico vedendola oramai nella parte di chi aveva accettato tutto, le prese la mano e la strinse dolcemente tra le sue, sorridendole.

“Stai tranquilla amore!” le sussurrò.

Lei percorse con lo sguardo l’intero ambiente, entrando e sedendosi rassegnata ma dubbiosa, prendendo il suo smartphone in mano osservando insicura e curiosa il display giocando per non pensare ed estraniarsi ancora di più.

 

All’improvviso si sentirono rumori e voci provenire dal set, intuì che qualcuno era arrivato. Si alzò nervosa, fece qualche passo all’esterno del camerino guardandosi attorno, osservando ancora il set e quel letto dove era già stata, e da lì a poco avrebbe dovuto girare ancora delle scene porno.

Vide arrivare Lea, con al suo fianco il regista Paolo che parlavano tra di loro e poco distante dietro, Dracu e Alenka che anche loro discutevano.

Federico si alzò anche lui e si avvicinò a Valentina che in un impeto di timore con uno slancio lo abbracciò sussurrando con il viso teso” Ho paura Fede!”

“Ma noo! Vedrai che non è come pensi! Ormai è tutto pronto, stanno arrivando tutti, adesso inizi, tra un’oretta sarà tutto finito, stai tranquilla ci sono anche io qui!”  ma lei era seria e nervosa.

La preoccupazione e il nervosismo di Valentina erano evidenti anche in quei pochi attimi di effusione che c’erano stati con Federico. Lea osservandola da vecchia bagascia esperta di queste cose qual era, intuì la situazione e da sorridente diventò seria.

“Sei pronta?!” Domandò autorevole.

La ragazza, agitata e rossa in viso, non rispose ma ci fu un rapido scambio di sguardi tra loro, poi Lea si rivolse ancora a Valentina” Su bellina, è tutto pronto! Tra poco iniziamo. Cosa c’è?” chiese avvicinandosi.

“Niente!” Rispose con la vocina triste.

Il regista si staccò e andò a parlare con l’operatore, mentre Lea fredda e tagliente tra lo scherzare e il serio le disse “Su adesso non fare la celebrità, bellina, che non lo sei ancora, lo diventerai se vorrai e avrai tanti ammiratori e potrai fare anche i capriccetti, ma ora no! ...Quindi comportati come le altre” terminò sorridendole.

Poi come per confortarla le si avvicinò e accarezzo sul viso come aveva fatto al mattino “Ti capisco sai, ma vedrai che poi apprezzerai e, se non vorrai smettere, potrai avere una carriera davanti, anche da spettacolo, Tv e palcoscenico. Questo è un ambiente che non regala niente, se tu non doni niente. Ti devi guadagnare tutto! Devi offrire qualcosa al pubblico, il tuo pubblico devi creartelo”

Lea cercava di convincerla e plagiarla, continuando “Hai poco più di diciotto anni e dovrai capire tutto di questo lavoro. Sia qui sul set che su un palco a fare spettacolo, devi regalare emozioni e sarai completa, avrai il tuo pubblico e sarai richiesta”

Valentina si girò a guardarla.

“Ma io signora non voglio fare altro oltre i quattro video che devo!” esclamò sicura.

“Certo, ora la pensi così, ma vediamo al termine, tra venti giorni o un mese, potresti cambiare idea, sai che qui siamo tutti come una grande famiglia”

“Dovrei concedermi di più e questo che intende?”

Lea sorride quasi divertita “Anche, ma non solo. Ho visto in te da subito un grande potenziale, hai un viso bellissimo e un corpo altrettanto splendido, sei affascinante, piaci, eppure non riesci a esprimere tutto quello che hai dentro. Non riesci a emozionare come potresti … e dovresti” e continuò a guardarla.

Valentina come suggestionata da Lea domandò “Che cosa dovrei fare allora?”

Lei, prendendo e stringendole le mani con fare materno mormorò “Finisci questo tuo tira e molla con te stessa e concediti tutta a questo lavoro, è il lavoro che fa per te, ti farà stare bene, ti darà soldi e tante altre cose “poi sempre accarezzandola disse a Juliana: “Su preparala!”

L’addetta e Valentina andarono E lei la portò di nuovo nel suo ufficio-camerino e anche lei accarezzandola per confortarla le disse “Stai tranquilla… ci siamo solo noi presenti, girerai sola con un ragazzo questa volta, senza trio, ma solo tu protagonista” e sorrise.

“Chi è?” chiese Valentina.

“Non lo so, non lo conosco, ma deve essere qualcuno nuovo, vedrai che ti troverai bene”

Intanto che l’operatore trafficava nel mettere a posto la sua telecamera portatile a spalla, Juliana chiese “Spogliati cara che ti preparo!”

“Ma qui davanti a lui?”

Fu la risposta di Valentina facendo segno con lo sguardo all’operatore.

“Ma cara, è l’operatore! Ti ha già vista l’altra volta nuda e far sesso e ora ti riprenderà di nuovo. Su! Non fare la vergognosa quando non serve” la esortò, mentre l’operatore voltando la testa e guardandola sorrise scuotendola.

 

Aiutata da Juliana Valentina tolse la maglietta e il reggiseno, liberando le sue magnifiche tettine, poi sganciò la chiusura della gonna facendola scendere tenendola con la mano e prima che toccasse terra alzò il piede e poi l’altro, la tolse e la mise sull’attaccapanni apposito per lei.

Fu Juliana abbassandosi a toglierle le mutandine, infilando i pollici sotto l’elastico e tirandole giù con decisione fino ai piedi, tirandosi poi su subito.

Quando Valentina fu completamente nuda dopo averla osservata Juliana esclamò “Hai ancora i peli!? Non li hai rasati? Lo sai che sono antiestetici nelle ragazze giovani?” Fece una pausa con il viso dispiaciuto, la guardò ed esclamò “La devi rasare cara ragazza! Te la devi depilare tutta, te l’avevo già detto l’altra volta. Pensavo che l’avessi già fatto!”

Valentina restò in silenzio impacciata e l’altra voltandosi disse “Va be’ lo facciamo adesso, ci penso io! Te la raserò io così risolviamo il problema! “ed aprì un armadietto da cui prese un rasoio monouso a tre lame, una forbicina e la schiuma.

“Vieni, sdraiati qui su questo lettino!” esclamò battendoci sopra con la mano.

Valentina ubbidì, non oppose la minima resistenza. Sdraiata con le gambe larghe, Juliana iniziò con le forbicine a tagliarle i peli della figa il più possibile vicino alla pelle.

Valentina vedeva i suoi bellissimi peli dorati scuro cadere sulla pelle e attorno al sesso, peli giovani, rigogliosi.

Quando Juliana terminò, prese un panno, andò in bagno e lo bagnò nell’acqua calda, ritornò e lo mise sopra la figa lasciandolo lì caldo e umido per preparare la rasatura.

“Dilata i pori e si rasano meglio!” esclamò.

“Come la barba?” Aggiunse l’operatore sorridendo mentre usciva dal camerino.

“Sì!” Rispose Juliana e rivolgendosi a Valentina la informò” E la prossima volta la devi rasare da sola, ti siedi sul bidet, apri l’acqua tiepida e con la schiuma da barba te la radi come faccio io ora! Se vuoi anche senza schiuma, ma fallo tutti i giorni, al mattino e specialmente prima di lavorare”

Dicendo così tolse il panno caldo-umido, prese la schiuma, premette e fece una montagna bianca sul monte di Venere, che distese e amalgamò sul quello che era restato dei peli tagliati. Ha iniziato a rasargliela in tutti gli anfratti non senza procurare piacevolezza nel farlo. In pochi passaggi la figa giovane fu completamente glabra e depilata, l’asciugò e le mise una crema lenitiva per le irritazioni che la faceva risaltare rendendola luminosa.

Valentina se la guardò, le passò il dito sopra accarezzandola esclamando “E’ liscia!” e sorrise felice.

“Sì, ora è bella liscia. Su, ora alzati!”

Quando fu in piedi le passò e fece indossare una vestaglia trasparente tipo babydoll che faceva intravvedere tutto sotto e la fece sedere sulla poltroncina davanti al grande specchio iniziando a pulirle il viso con il cotone ed a truccarlo con un po’ di fard. Intorno agli occhi mise il mascara, colorato ma tenue, e le mise il lucida labbra rosso che la rendeva provocante e lussuriosa, poi pettinò i suoi lunghi capelli biondi sulle spalle.

Nel mentre arrivò Paolo il regista il quale vedendola nervosa si avvicinò accovacciandosi affianco a lei sui talloni, iniziando a darle istruzioni, mentre lei guardandosi nello specchio vedeva sé stessa e Juliana che continuava a pettinarla ed armeggiare con le sue labbra ed i suoi occhi.

Il regista le disse “Tu devi seguire sempre me, devi fare quello che ti dico, apri le gambe, chiudile, girati, tutto quello che dico, hai capito?”

Valentina annuì con la testa.

“Cerca di essere spontanea, non nascondere la visione della figa con le gambe o con le mani, sorridi sempre, non fare espressioni annoiate o infastidite”

Quando fu pronta, uscirono tutti, anche Valentina, la quale fece qualche passo rimanendo comunque distante dalle altre persone presenti e si mise vicina al suo Federico.

“È arrivato!?” esclamò il regista?

“Non ancora! “rispose l’operatore

“Tutte le volte la solita storia! Valentina è già pronta, pettinata e truccata con i suoi bei capelli biondi che sembra appena maggiorenne, e gli occhi azzurri che la fanno sembrare ancora più giovane e il tipo non c’è!”

 

Il regista si guardò attorno, poi spazientito, in piedi si rivolse ai presenti e all’operatore con la videocamera “Intanto mentre aspettiamo che arrivi, fai alcune inquadrature della ragazza” e poi parlò ancora con Valentina “Tutto chiaro?... Hai capito cosa fare?”

“Sì...sì!!” Rispose Valentina annuendo con il capo più che con le parole, quasi spaventata.

“Su vieni! Togli la vestaglietta e sdraiati sul letto” la sollecitò Juliana” Paolo ti farà qualche ripresa”

Guardò Federico che le sorrise e poi aiutata salì con le ginocchia sul letto sprofondando nel materasso morbido, si voltò, si mise sdraiata sui gomiti e si guardò attorno. Da quella prospettiva era tutto diverso attorno a lei, i visi del regista, dell’operatore, Juliana, Alenka e Federico con poco distante Lea e Dracu e tutti che le sorridevano felici che fosse lì. Sembra che quei volti si ingigantissero per poi ridursi e di nuovo ingigantirsi in una situazione da love bombing, in un bombardamento di felicità e contentezza per lei, per quello che doveva compiere.

Juliana si avvicinò e le allargò le gambe e con un fazzolettino di carta le pulì l’interno delle cosce, attorno al sesso e sui peli distendendo meglio la crema.

“Sai, il sudore della figa provocato dalla tensione e dalle luci, assieme agli umori e ad alcuni cosmetici danno il ‘lighting effects’, l’effetto luminoso, riflettono la luce dei riflettori e le riprese sono alterate!” disse con un sorriso spiegandole il motivo perché le asciugasse la figa.

“Su ora, accarezzati un po’… fammi vedere!” disse il regista.

Lei esitante sdraiata incominciò a toccarsi, accarezzandosi e su suo comando a girarsi su sé stessa più volte.

Il regista seguiva la scena su un piccolo monitor “Ora mostra il seno, quelle belle mammelle che hai, prendile in mano e soppesale!” Valentina timida e impacciata lo faceva, mentre, l’operatore facendo anche l’elettricista posizionava le luci bene su di lei.

“Sposta le gambe fai vedere bene la figa, bella rasata e liscia .... e non arrossire che la telecamera riprende anche il volto e si vede, devi sembrare una professionista. Ora girati, allargati la fighetta con entrambe le mani per farla vedere dentro!”

Valentina sembrava ipnotizzata su quel letto e in quel ruolo. Con un brivido di piacevolezza seguiva i comandi sotto il compiacimento di Lea e Juliana. Per tutto quello che diceva, e sensibile al susseguirsi dei toccamenti, Valentina si eccitativa, le veniva voglia di toccarsi tra le gambe.

Loro se ne accorsero.

“Toccati pure, non avere timore, anche se vieni, dopo Juliana te l’asciugherà di nuovo. Su toccati un po’ da sola”

Valentina sul letto sotto lo sguardo attento e severo di Lea e di quelle persone, compreso Federico, eseguiva le direttive senza fiatare. 

Il regista intanto si rivolse alla truccatrice “Juliana vieni a sistemarle il viso che è tutta sudata. Questa ragazza è tesa!!”

“È praticamente la prima volta! Oh! Vedrai che ora si calmerà e le diminuirà la tensione!” e Juliana avvicinandosi cominciò ad asciugare il sudore dalla fronte senza rovinarle il trucco, tamponando e sistemandole anche i fili di capelli fuori posto.

A un certo punto Valentina, sentendo dei rumori, il regista smise di riprendere, si spostò voltandosi e guardando indietro, sentì Lea dire “Meno male che sei arrivato! Come ti chiami? Non ricordo mai i nomi!”

Valentina si tirò su con il busto per vedere la persona vicino a Lea, restò scioccata perché era un ragazzo di colore, tipicamente africano molto scuro di pelle, più di Olu… indossava i jeans e la camicetta, era giovane, magro e non muscoloso.

Il nero rimase impassibile e non rispose, soltanto per un attimo abbozzò una specie di sorriso.

“Da dove arriva?” Chiese Lea al suo accompagnatore che l’aveva trovato.

“È un immigrato, lo abbiamo preso in un centro di accoglienza per immigrati dall’altra parte della città. È carino e prestante ed anche molto virile. Si prostituiva con vecchie signore milanesi, a chiavarle per dei regalini da 10- 20 euro a botta. Noi gli abbiamo offerto cento euro per girare il video e chiavare una ragazza giovane, bella e bionda. Gli abbiamo spiegato che è una specie di filmato e che lui deve fare quello che gli diciamo”

“Quanti anni ha?”

“Lui dice ventuno, ma sembra che ne abbia diciotto! È bravo a chiavare credimi, non sai quante sessantenni, ‘sciure’ della cintura Milanese per bene si è chiavato. Alcune davanti ai loro mariti e sono restate tutte soddisfatte le nostre donnine milanesi che fanno le intolleranti con l’immigrato e poi si fanno chiavare dal negretto!” e rise sarcasticamente. 

“È pulito almeno? È sano?” Domandò Lea.

“Certo!  utilissimo, lo abbiamo anche fatto lavare e profumare e per quanto riguarda le malattie è sano, sanissimo, , nel centro di accoglienza gli hanno fatto tutti gli esami ematici possibili, dall’ HIV, epatite, gonococco, sifilide tutti… e sono tutti negativi, sotto questo profilo possiamo stare tranquilli. Ho copia degli esami dell’ufficio d’igiene del centro di accoglienza”

“Be’ di presenza mi sembra simpatico, va bene”

“Ah! E poi resterà a lavorare con noi! Ho detto al centro che farà il cameriere qui da noi, mentre invece lo utilizzeremo per fare altro, chiavare vecchie signore e girare video con le nostre ragazze”

“Bene!” Rispose Lea.

Il regista si rivolse perplesso all’operatore della videocamera “Questo capisce l’italiano!?  Oppure è come il francese dell’altra volta, quel Fabien che la nostra Valentina ci ha fatto da interprete?”

Il cameraman non sapendo cosa rispondere alzò le spalle “Parla un poco lo l’italiano, lo sta imparando, ma per quello che serve ci faremo capire. Intanto sa che è qui perché deve chiavare una ragazza “

“Come si chiama?”

“Ha un nome strano e lungo, ma qui in Italia lo chiamano Diego!”

Valentina sgomenta aveva seguito il dialogo tra Lea e l’accompagnatore e tra i due uomini, si girò verso Federico a guardarlo con una reazione di timore.

Intanto il regista preoccupato parlò con quel ragazzo, Diego “Tu non parli italiano?”

Il giovane annuì con la testa dicendo “Si conoscono un po’ di italiano, d’inglese e francese“

Il regista si guardò attorno dicendo” Bene possiamo iniziare!” E girandosi verso il ragazzo il nero aggiunse “In queste scene non c’è dialogo. Devi parlare con il tuo cazzo!” e rise.

L’operatore aggiunse “Gli faremo capire a gesti come vogliamo che se la chiavi, non penso sia difficile”

“Su prepariamoci tutti che si incomincia. Fatelo spogliare!”

L’immigrato incredulo guardò con desiderio Valentina sul letto. Non era stata coinvolta nel discorso e lui capì che era lei che doveva chiavare dopo tante vecchie milanesi. Era felice di poter chiavare quella bella ragazza bianca e la osservava con brama, quasi non lo credeva possibile.

Lei si tirò su con il tronco appoggiandosi bene ai gomiti ed ebbe un gesto di diniego scuotendo la testa “Nooo!! Con i neri non voglio!”

Tutti si voltarono.

“Come non vuoi con i neri?” esclamò Juliana.

“No! ...Non voglio! Non mi piacciono… non li tollerò…” e guardò Federico perché l’aiutasse ma lui restò in silenzio.

Si avvicinò Lea con un sorriso enorme e smagliante” Ma perché bellina? Cosa c’è che non va? Cosa hanno i neri che non ti piacciono?”

“Nulla, non sono razzista, ma con i neri non voglio, non mi piace mi fa senso, non voglio! Non c’è un ragazzo bianco?” chiese ingenuamente.

“Beh! Anche se non ti piace lo dovrai accettare, sai! Mi dispiace per te bellina ma non abbiamo trovato nessun bianco alla tua altezza e della tua estrazione sociale, biondo, con gli occhi azzurri e di razza ariana e quindi lo farai con un negro!” disse con voce autoritaria rispondendo perfida, sarcastica e decisa, usando volutamente la parola negro per umiliarla di più mentre i presenti con un sorrisetto beffardo ridevano di lei. Anche quel Diego sorrideva capendo che non voleva accoppiarsi con lui ma era obbligata a farlo.

“Vedrai che quando avrai finito di girare mi ringrazierai della scelta. È molto bravo Diego a chiavare! Hai sentito anche tu che ha fatto godere molte signore milanesi!”

Valentina guardava con gli occhi spalancati per lo sgomento.

 

 

 Si ringrazia il signor Angelo per la collaborazione a editare  il testo.

 

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