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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
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LA DEGERAZIONE DI UNA MOGLIE FEDELE
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.
NOTE:
“Eppure la tecnica del pompino non è affatto più banale della tecnica delle bocce. La tecnica del pompino è estremamente "difficile", interessante, complessa, profonda, dotata di infinite possibilità di approfondimento.”
Valentina Nappi attrice pornografica italiana.
CAP-14 DEGENERAZIONE DI UNA MOGLIE FEDELE.
LEZIONE DI FELLATIO.
(L’INIZIO DELLA PERDIZIONE).
Quel pomeriggio dopo che sodomizzò mia moglie tornammo a casa con la richiesta di rivederci nel night club di Rocco il giorno dopo. Roberta aveva ancora i postumi delle sue sberle sul viso che lentamente sparivano e l’ano dolorante dalla sodomia, e con l'acqua fresca praticava risciacqui lenitivi sul bidet. Era scioccata da quello accadutole negli ultimi due giorni, prima la violenza carnale contro un’auto e dopo la sodomizzazione da parte di Rocco, che essendo stata sua sessualmente davanti e dietro oramai la considerava una sua puttana. Rocco era stato chiaro, aveva minacciato mia moglie in modo freddo e psicologico, dicendole che l’avrebbe sfregiata se non gli ubbidiva o andava alla polizia, e inoltre aveva minacciato di fare del male a nostro figlio Federico e per questo si era piegata alla sua volontà, regredendo mentalmente, iniziando a pensare di dover diventare davvero una puttana di Rocco anche se a tutti gli effetti non lo era ancora. La richiesta di Rocco era stata chiara per Roberta, di ripresentarsi con gli abiti indecenti che indossava la prima volta che l’aveva vista in quel maledetto bar.
Ma quel pomeriggio quando si doveva preparare e cercava l’abitino che avevo acquistato al sexy shop le dissi: “Ma lascia perdere, cosa ti metti di nuovo questi indumenti che ci hanno portato soltanto sfortuna!” Esclamai:” Fanno parte di un gioco trasgressivo che per colpa sua si è trasformato in tragedia.”
“Ma lui vuole così!” Rispose mia moglie.
“Lui vuole…lui vuole...Tu ti vestiti normale come dico io, gli parleremo chiaro quando saremo là!”
“Sa già cosa vuole? “Mi domandò preoccupata.” Non vorrà micia prendermi ancora dietro, sodomizzarmi? Mi brucia ancora l’ano quando faccio aria…”
“No, non credo, probabilmente vorrà farti lavorare fissa nel suo locale…”
“Ma io non voglio! ...Non mi piace quel posto, girare mezza nuda per i tavoli, fare spogliarelli, prima o poi ci sarà qualcuno che mi riconoscerà Carlo!” Aggiunse.
“Nemmeno a me piace che lavori lì a fare spogliarelli per quella gente bavosa, ma è sempre meglio che prenderlo in culo…” Pronunciai volgarmente:” … gli parlerò chiaro anch’io, gli proporrò di farti fare solo la coniglietta e servire ai tavoli con la mascherina.
Dopo quel commento Roberta si vestì normalmente, gonna quasi al ginocchio, camicetta, scarpe tacco basso e golfino, come una mamma, moglie e signora quarantenne.
Come d’accordo quando arrivammo erano le 21.00 il locale era ancora chiuso, un inserviente ci portò all’interno del locale e ci fece accomodare in un tavolino appartato, dove in attesa di Rocco ci servirono da bere. Dopo non molto, mentre alcune ballerine facevano le prove sul palcoscenico e il silenzio era rotto dagli accordi musicali, apparve lui, che si sedette con noi, con la sua immancabile sigaretta elettronica in mano e iniziò a parlare, mentre Lea poco distante chiacchierava con alcune ragazze.
“Bene visto che siamo qui, chiariremo alcuni aspetti una volta per tutte. “Affermò: “Tu! …” Rivolgendosi a Roberta che osservava il bicchiere impacciata:” …guardami in faccia quando ti parlo.” E la scosse obbligandola a guardarlo in un’atmosfera irreale.
“Si…sì…!” Ribatté lei intimorita ricordando quello che gli aveva fatto, picchiata e sodomizzata, vivendo in uno stato di paura costante e di regressione mentale davanti a lui... E iniziò a dire: “Bene vedo che i segni in faccia ti stanno sparendo e anche il gonfiore non c'è quasi più si sta riassorbendo, un po’ di trucco e non si noterà niente e potrai iniziare a lavorare.” Mentre Roberta in silenzio ascoltava senza fiatare.
Poi rivolgendosi a me affermò: “Certo deve essere eccitante vedere la propria moglie che viene spinta da uno sconosciuto a varcare confini che fino a ieri non conosceva e riteneva sporchi e immorali.” E come a giustificarsi di quello che faceva proseguì: “Del resto le regole le conoscevi le hai seguite, anche se mai avresti, ripeto mai avresti pensato ad un finale come questo!”
Era soddisfatto di quello che aveva compiuto si portò la sigaretta elettronica in bocca e serio fece qualche tirata guardando Roberta e continuò: “Ricordi? Cosa ti avevo detto quel giorno al bar? Te lo porterò a battere e tu facesti una grossa risata:< Impossibile!> dicesti:<mia moglie è una donna seria, con lei non ci riuscirà…>, e invece come vedi ci sono riuscito. E ora è tutto vero, siamo qui e lei è pronta per iniziare.”
Di fronte al nostro silenzio e alla nostra passività sembrava non avere più morale. Passava in rassegna quello scellerato nostro accordo davanti a mia moglie che non conosceva nulla, mettendomi in imbarazzo nei suoi confronti. “Mi hai lasciato carta bianca…” Ricordi:” … e l’hai lasciata a mia completa disposizione perché potessi trasformare tua moglie da mogliettina seria e per bene in una prostituta. Ricordi cosa avevamo detto?”
Ma io teso e deciso scossi il capo esclamando:” Non mi interessa cosa avevamo detto! Ora non voglio più!... Voglio che finisca tutto!” Ma Rocco senza nemmeno dare retta alle mie esternazioni, davanti a mia moglie continuò: “Cosa pensavi? Che non avrei potuto ottenere ed esigere quello che avevamo concordato? Hai visto?... L’altra sera fuori dall'auto le ho chiesto di togliersi le mutandine e l’ha fatto., ora è mia e ubbidisce a me!”
Roberta era seduta sulla sedia in religioso silenzio che a disagio ascoltava. “Tua moglie ha dimostrato di essere una donna facile da sottomettere ed è anche il motivo per cui tu mi hai assecondato e l'hai spinta a me, perché ti eccitava che io lo facessi davvero e inconsciamente eccitava anche lei. Tutte e due. Non è vero?” Chiese guardando Roberta che abbassò lo sguardo a quella domanda impropria.
“Forse è vero…” Risposi per troncare quella discussione che non mi piaceva:” ...ma ora hai ottenuto quello che volevi, l'hai chiavata, ti ha fatto un pompino, l’hai pure sodomizzata ma ora lasciaci andare, se vuoi dei soldi te li diamo. Lei non è più la donna di prima, l’hai cambiata, non sa reagire, ha paura di te, di tutto!”
“Eh… come parli in modo scientifico…” Disse:” … sodomizzata! ...L’ho semplicemente inculata…” E rise da solo. "Soldi non ne voglio, io voglio lei!... Non so che farmene dei vostri risparmi, sarà lei lavorando e prostituendosi per me a pagarmi. Poi le si avvicinò con la poltroncina e le appoggiò una mano sul seno, sbottonò la camicetta e infilandola sotto, frugando nel reggiseno la tirò fuori insieme a una mammella, mettendola a vista, stringendola senza che nessuno di noi due reagisse o dicesse qualcosa, solo una smorfia di sofferenza sul viso di mia moglie. E comprimendola con uno sguardo cattivo esclamò: “Vedo che non avete capito! Vi avevo detto che doveva venire nel locale vestita come la prima volta che la vidi e invece mi viene vestita da suora laica…” E rise ancora lasciando andare la mammella che mia moglie si rimise subito dentro il reggiseno.
Feci per dire qualcosa, ma lui subito esclamò con voce decisa: “Zitto tu!!” E poi rivolgendosi a Roberta tremante guardandola negli occhi continuò.” Ti avevo detto di rimetterti il vestitino e le scarpe con i tacchi e non mi hai ubbidito, invece sei venuta conciata in questo modo, da signora borghese. Cos’è questa?” Esclamò prendendo l'orlo della gonna quasi al ginocchio tirandolo forte come se gliela volesse strappare. Mia moglie la tenne appoggiando le mani sopra alle cosce, per impedire davvero in un momento d'ira di farlo. Era cambiato, non era più il Rocco che avevo conosciuto all’inizio. “Eh no! Proprio non ci siamo…” Continuò:” …voi oramai dovete fare quello che dico io ...tu sei miaaa!! Non lo avete ancora capito?” Gridò guardando mia moglie.
Mi faceva paura, sapevo che era capace di tutto, aveva minacciato Roberta di sfregiarla e di tagliarle la faccia se non l’avesse ubbidito. L’aveva praticamente terrorizzata e io non potevo intervenire, perché anch’io avevo paura di lui, non sapevo nemmeno se fosse armato. Mi intromessi per calmarlo e fare in modo che nella sua rabbia non alzasse ancora le mani su mia moglie Roberta e di conseguenza se fossi intervenuto a difenderla anche su di me: “Non è che non abbia voluto vestirsi come hai detto tu e ti abbia disubbidito..." Dissi:"... lei l’avrebbe fatto, è che quel vestito non ce lo abbiamo più, in un momento di rabbia settimane fa l’ho gettato via, assieme alle scarpe e tutto il resto.”
Restò in silenzio a pensare e lasciò con le dita stare il margine della gonna di mia moglie. E in un momento di coraggio e di sussulto di dignità ne approfittai e l’ho informai: “Siamo venuti a dirti che a noi non piace e non vogliamo che Roberta fa spogliarelli e lavori qui nel tuo locale. Al limite può fare la coniglietta, servire e basta!” Dissi d’un fiato.
Lui sorrise e boccheggiò la sigaretta elettronica: " Ma allora non avete capito niente!... Voi non potete scegliere nulla. Io di questo volevo parlarvi, di lady erre… “Dichiarò:” …farle fare qualche spettacolo e accordarci per farla lavorare là…” E fece segno al palco:” … l’avrei anche pagata bene, e invece vi presentate qui a dirmi quello che volete e non volete fare ?!“Era pensoso e rifletteva, io e Roberta ci guardavamo in silenzio: "Chissà che non siamo riusciti nel nostro intento…" Ci dicevamo con gli occhi.
Ma lui proseguì rivolto a mia moglie: “Lo so che non ti piace lavorare nel mio locale… è comune a molte donne che sono passate qui prima di te.” Poi voltandosi verso me:” … e nemmeno a te piace che tua moglie faccia l’entraineuse in un locale notturno, siete troppo borghesi… Questo perché non sapete che è il meglio, non lo apprezzate, ma provvederemo in altro modo a farvelo gradire.” Affermò proseguendo:” Le faremo provare la strada, così conoscerà la differenza se è meglio fare qualche spogliarello nuda e prostituirsi qui con qualche vecchio o su un marciapiede di qualche vialone di Milano.”
“Stai scherzando?” Dissi.
“No! Assolutamente, tua moglie ora è una mia puttana e farà la puttana.” Il viso di Roberta si contrasse e rabbuiò, ma lui ridendo proseguì:” C’è da dire che alcune provando poi hanno preferito la strada, vedremo se per lei sarà lo stesso, cosa sceglierà la nostra Roberta.” Pronunciò, e si alzò. Mia moglie ascoltava con il capo basso e gli occhi lucidi, non aveva né la forza né il coraggio di reagire. E a un cenno di Rocco Lea la prese per il braccio, la fece alzare e si allontanò con lei.
“Dove la state portando?” Chiesi.
“Non ti preoccupare, le insegnerà alcune pratiche che le saranno utile per la sua professione." Rispose, dicendomi." Tu vieni con me andiamo a fare un giro!”
“No.…no, vado con lei…!” Esclamai:” Non voglio lasciarla sola qui!” E mi avviai dietro loro verso i camerini, dove sull’uscio incontrammo quella giovane ragazza che era già stata sul palco a fare lo spogliarello con lei, Camille che l’aspettava.
“Sono qui amore!” Esclamai per rassicurarla.
Entrammo e io dietro di lei e la prima cosa che disse Lea fu rivolta a me. “Tu non rompere i coglioni e non parlarle, siediti lì e guarda, se no ti faccio cacciare fuori.” E mi indicò una sedia.
Gli avrei tirato volentieri un calcio il quel suo culo lurido, mollo e flaccido, ma mi sedetti in silenzio. Quando fummo dentro, Lea le disse che mia moglie doveva imparare a fare bene i pompini e non come quella sera che lo fece a Rocco.
“Ma io non voglio imparare a fare queste cose!” Replicò mia moglie indignata.
“Su!... Una donna come te sposata che a quarant’anni non sa nemmeno fare un pompino...è una vergogna!” Esclamò Lea.
Poi con il telefono interno chiamò il bar, ma non per far portare da bere, disse soltanto: “Di a Giuseppe il cameriere di venire nel camerino.” Quando arrivò l'inserviente del bar, tra il mio stupore e quello di mia moglie gli comunicò:” Entra Giuseppe, che la signora deve imparare a fare i pompini!” Lui sorrise e venne avanti.
Roberta era sconcertata e incredula. “No! Non voglio imparare a fare queste cose!” Esclamò.
Ma Lea senza tante attenzioni la esortò: “Su bella! Non farmi arrabbiare che sono capace anche io di suonartele e di sculacciarti qui davanti a tutti, tuo marito compreso. “Aggiungendo:” Sono stanca dei tuoi capricci, ora fai un po' quello che ti dico, non sei più la signora Roberta qui, ma una puttana di Rocco.”
Quella irriverenza nei suoi confronti la colpì, capì che Lea faceva sul serio e ne aveva timore. Lea fece avvicinare l'inserviente che sorridendo slacciò la cintura dei pantaloni e lo tirò fuori, semi duro. Era tutto assurdo, inverosimile ma reale e tutto sommato provavo un filo di eccitazione a dover osservare mia moglie a lezione di fellatio. Quando lo ebbe fuori Lea disse:” Su vieni Camille fai vedere alla signora come si fanno i pompini, mostrale bene che deve imparare, presto dovrà farli anche lei. Roberta come me era attonita... sia per il linguaggio che avevano che per quello che accadeva, aveva lo sguardo fisso come se si ripetesse mentalmente: ” ...insegnare a fare i pompini...?”
“Allora incominciamo!” Esclamò Lea prendendoglielo in mano semirigido e dicendo: “Su Camille inizia, fai vedere alla signora come si fanno in pratica i pompini che intanto io le spiego la teoria, così memorizza meglio.” Quella giovane ragazza che avrà avuto l'età di Valentina, la fidanzatina di nostro figlio, come se nulla fosse si chino in ginocchio davanti a quell’uomo e mentre Roberta e Lea si sedevano sulla sedia di fianco iniziò a leccarlo.
“Devi imparare bene…” Le ripeteva Lea:” …una vera prostituta o escort si distingue dalle altre donne per il sesso orale, devi saper fare i pompini elegantemente. Le componenti fondamentali di un buon pompino sono: lentezza, dolcezza, ritmo e costanza. Non devi farlo, come l’altra sera con Rocco. Devi essere tu a condurre il gioco, assumere il controllo e non lasciare che il cliente ti dica cosa fare. “Ecco vedi! “Disse facendo segno a Camille: “Quando inizi in genere fallo masturbandolo, magari guardandolo con fare malizioso, finché non si eccita almeno un pochino. Dopodiché struscia dapprima le tue guance sulla sua cappella, e poi comincia a dare teneri baci cominciando dal glande e proseguendo per tutta la lunghezza dell'asta, lo devi leccare molto lentamente dalla base dei peli fino alla cappella e viceversa, se gli piace e ti va a te, arriva pure fino ai coglioni e al suo perineo…lui impazzirà!” Disse volgarmente. Fece una pausa e proseguì. “Quando sarà ben eccitato prima inumidisciti un po' le tue labbra con la lingua e la saliva per lubrificarlo ed evitare l'attrito e scivolare bene su di lui, poi prendi in bocca la parte superiore del cazzo, la cappella, usando molto la lingua. Fai attenzione ai denti di non toccarlo o segnarglielo, se sente male si può anche rigirare come un cane quando gli pesti la zampa o la coda. Usa la lingua, ruotala tutt'intorno al glande, lecca delicatamente, succhia e bacia, vai un po' giù, poi sali di nuovo, proprio come fa Camille, guardala che brava è!” Riprendendo:” Fallo scivolare fuori dalla tua bocca fino quasi a farlo uscire del tutto, e poi riprendilo di nuovo, un po' come quando si succhia un ghiacciolo o un lecca lecca. Nel frattempo con l’altra mano massaggiale i coglioni, serve per fargli diventare duri e raggiungere prima l’orgasmo e farlo venire.” Fece una pausa mentre tutte e due guardavano Camille e riprese:” Ce n’è di varie forme e dimensioni, ti capiterà di prenderne in figa anche molto grossi, non ti preoccupare, entreranno, la vagina è molto elastica. Se è molto grosso metti un gel lubrificante sopra il preservativo vedrai che penetrerà meglio.” E ritornando alla fellatio guardandola disse: “Tu hai delle belle labbra, carnose, ti verrà facile succhiarlo e inglobarlo all’interno della bocca. Vero Camille!” Esclamò. E lei con il mento sbavato, smettendo per un attimo di spompinare Giuseppe si voltò a guardarla e rise.
"Ma se non ti andasse puoi optare per il pompino." Le consigliò.
Lea le stava tenendo una vera lezione di fellatio, continuando: “Non farlo sempre allo stesso modo, fai lavorare la fantasia, si possono effettuare movimenti circolari con la lingua, succhiare, baciare, usare le mani in contemporanea e diminuire e aumentare il ritmo, sempre in maniera non troppo veloce e neppure stringere troppo, altrimenti gli puoi far male sul serio. Evita di spompinare con la bocca in maniera serrata, perché oltre a stancarti ti puoi slogare la mascella se ne devi fare parecchi, a qualcuna è capitato. Sempre bocca bella larga, devi fare la bocca grande grande grande, come si dice ai bambini quando vanno dal dentista. “E rise ancora. “Devi sapere che, l’uomo ha bisogno di arrivare all’orgasmo e sborrare altrimenti rimane insoddisfatto e diventa di cattivo umore e il rapporto diventa pessimo.”
Era assurdo, il paradosso, le stava insegnando a fare i pompini e lei confusa ascoltava e io stranamente mi eccitavo a vederla in quella lezione sessuale.
“Hai visto come ha fatto Camille? Devi scoprire bene la cappella e facendo movimenti piccoli e succhiando forte, si arriva addirittura a stimolarlo e farlo venire. Ricorda, il pompino può sopperire alla chiavata se sei indisposta oppure hai altri problemi. Lo puoi fare in qualsiasi posizione, sia che il cliente è seduto in auto che fuori in piedi. Ma questo lo imparerai e ci arriverai da sola facendo centinaia di pompini.”
Roberta la guardò con gli occhi sbarrati:” Ma io…!” Balbettò.
“Tu farai come tutte le altre!” Rispose decisa e perfida Lea:” Ti farai chiavare, farai pompini e se te lo chiederanno e pagheranno bene ti farai fare anche il culo!”
Io ascoltavo in silenzio, quella lezione aveva qualcosa di grande, di esaltante, mi chiedevo quante belle signore o ragazzine furono istruite in quel modo da Lea. E lei proseguì: “Lasciati andare all'istinto quando lo fai, lui ti guiderà e se proverai disgusto, chiudi gli occhi e pensa a qualcosa di bello, ti passerà. Se lui è nervoso, agitato o ansioso potrebbe non averlo in erezione. Prendiglielo in mano e bacialo. Apri le labbra e prendi in bocca la cappella ma non stringere mai! Usa la lingua, ruotala tutt'intorno, lecca delicatamente e succhia, proprio come fa Camille la vedi? ....”
Roberta annuì e lei proseguì: “Se glielo succhi senza preservativo, e il cliente ti piace, è pulito e vuoi farlo, deciderai tu se farti sborrare addosso, in faccia o sul seno, ma fatti pagare sempre di più e bene, in quei momenti li sono eccitati e pagano volentieri. Il sapore dello sperma è variabile da persona a persona. Ha comunque un sapore acidulo-salato. Lo hai mai assaggiato quello di tuo marito?” Le chiese. Roberta non aveva mai voluto fare queste cose, scosse la testa per dire no e lei rise:” Prova ad assaggiarlo almeno una volta lo sperma o con lui o qualche cliente…” Pronunciò sorridendo. Se non sei sicura, il miglior modo per evitare le malattie trasmesse sessualmente, è spompinarlo sempre con il preservativo, magari utilizza quelli aromatizzati. È importante ricorda sempre mai ridere o scherzare in quei momenti davanti al cliente, potrebbero reputare che lo fai per la loro scarsa virilità o le piccole dimensioni e diventare cattivi e imprevedibili. Se ce l’ha grossa la cappella e non riesci farlo stare in bocca non preoccuparti, la maggior parte delle donne non riesce a mettere il cazzo grosso intero in bocca …”
Lea vide Roberta come se le volesse chiedere qualcosa, ma intimorita non lo facesse e fu lei a sollecitarla: “Vuoi domandarmi qualcosa? Avanti dimmi?”
Roberta prese coraggio e domandò ingenuamente:” Ma grandi come?”
“Eh ne vedrai di belli te l’ho detto, di tutte le dimensioni e forme, ma tante cose le imparerai vivendo…! Chiedilo a Camille quanti ne ha visti e presi!” E rise, e continuò la sua lezione: “Stringi la base del pene con le mani, fatti sentire mentre succhi la cappella. Guarda in faccia il tuo cliente e ascolta i suoi lamenti di piacere, per capire se stai facendo troppo, o troppo poco. Alcuni clienti amano fare tutto veloce. Altri, al contrario amano sensazioni lente. Guardalo spesso negli occhi mentre lo fai questo è terribilmente eccitante per gli uomini. Se lo vuoi mandare in estasi quando gli fai un pompino dille che è molto dotato e virile e che ha un bel cazzo, gli piacerà molto."
A quel punto Camille finì di succhiare e si staccò e Lea esclamò: “Bene, ora vai tu e prova! Prendiglielo in bocca, leccaglielo e succhiaglielo come ha fatto Camille! Fammi vedere cosa hai capito!”
Roberta sorpresa si raggelò:" Io...io non mi sento!" Mormorò.
Non voleva farlo, era frastornata, impaurita, si voltò e guardò me come a chiedermi aiuto, ma io non dissi nulla ero eccitatissimo di quella lezione e della sua prova pratica che doveva fare. Fu Camille dolcemente a dirle:” Su vieni! Prova! Vedrai sarà meno problematico di quello che pensi!” È sospinta da quella ragazzina che avrà avuto 18 anni, si alzò e accompagnata inginocchiò davanti all’inserviente Giuseppe, sempre sotto l’occhio vigile di Lea, e sospinta dalla mano di Camille sulla nuca, arrivò ad averlo di fronte all’altezza del viso e lo vide lungo e duro già tutto insalivato. Roberta iniziò a respirare forte, come a soffiare, chiuse gli occhi e con la mano lo afferrò verso la radice come aveva visto fare e avvicinò le labbra e prima lo baciò ma si allontanò subito come se avesse preso la scossa. Poi si avvicinò ancora e lo baciò di nuovo e slinguò con l’apice della lingua.
“Così!... Brava!” Esclamò Lea di fianco osservandola:” Bacialo ancora e leccalo bene sulla cappella come se fosse un gelato.” Cosa che Roberta fece e lo leccò e Lea subito esclamò:” Ora fai la bocca grande grande grande, aprila tutta e infilati la cappella dentro, chiudila soltanto con le labbra e succhiala come se fosse un ghiacciolo!”
Assurdamente vidi mia moglie aprire gli occhi e farlo, inglobare quella grossa cappella di Giuseppe tra le sue labbra carnose e succhiare, alternando baci, leccate sulla cappella e lungo tutta l’asta. L’inserviente timoroso la guardava dall’alto in basso, era inginocchiata davanti a lui, lo succhiò un po’ e sotto la guida, il sollecitamento e incoraggiamento fece tutti quei passaggi che le diceva Lea. “Bacialo e leccalo giù fino alla radice e sui ciglioni, come ti ha fatto vedere prima Camille. “E lo fece per tutta la lunghezza. “Si vede che sei impacciata e non hai esperienza..." Sbuffò Lea:"... ma sei sulla buona strada, vedrai diventerai una brava pompinara anche tu come tutte noi!” E rise ancora assieme a Camille dicendo: “Va bene … va bene … ora basta! Vedrai che imparerai bene, oramai sai come fare, devi solo affinarti, piuttosto ora bisogna che impari a mettere i preservativi visto che non lo hai mai fatto e con tuo marito lo fai sempre senza.”
Roberta ritornò a sedere pulendosi le labbra insalivate con il dorso della mano e prendendo dalla sua borsa dei fazzolettini di carta, si pulì le labbra e il mento sbavato di saliva da quella lezione di pratica. Camille senza dire nulla, prese dalla sua borsetta una serie di blister di profilatici tutti uniti uno all’altro che sembrava una piccola cartucciera, la mise sul tavolino e ne staccò uno: “Falle un po’ vedere come si fa a mettere il preservativo!” Disse Lea. “Così poi lo farà lei!" E mentre l’inserviente Giuseppe con il cazzo duro piacevolmente si prestava a quell’insegnamento, Camille iniziò a metterglielo e Lea a spiegare a mia moglie. “Guarda bene!” Le disse, è importante per la tua nuova professione.” Durante quest'operazione, con una mano bisogna stringere il serbatoio in cima tra l'indice e il pollice, appoggiarlo sulla cappella con l’anello di lattice dalla parte giusta e con l'altra srotolarlo e far scorrere il profilattico lungo l’asta fino alla radice a ricoprire tutto il cazzo. Il lattice deve essere ben aderente. L’uso del preservativo, serve a evitare il contagio di malattie sessualmente trasmissibili e le gravidanze indesiderate.” Fece una pausa e le ricordò:” Tu hai quarant’anni e qualcosa e forse sei ancora feconda, quindi segui con attenzione quello che dico se non ti vuoi trovare incinta da un cliente sconosciuto. Comunque stai tranquilla a tutte le nostre ragazze facciamo anche inserire la spirale dal nostro ginecologo, lo stesso sarà per te.”
Poi riprese a parlare: Ci sono vari passaggi, quando apri la confezione con le unghie o con i denti, fai attenzione a non rompere il preservativo. Verifica che sia nella corretta posizione, ovvero quella che permette di srotolarlo sul pene facilmente; l'arrotolatura del preservativo deve essere rivolta verso l'esterno! Ecco come sta facendo ora Camille ora guarda, guarda bene!” E la osservarono. "Ecco brava Camille!” Disse Lea e rivolgendosi a mia moglie aggiunse: "Accertati che il pene sia completamente eretto prima di metterlo. Se cerchi di srotolare un profilattico sul pene non del tutto in erezione, il preservativo non "calzerà" correttamente e ci saranno maggiori probabilità che si sfili o si rompa durante il rapporto sessuale. Lo stesso per toglierlo a eiaculazione avvenuta, ritira lentamente il pene fuori dalla vagina prima che l'erezione scompaia totalmente e tieni stretto con due dita il preservativo alla base del pene in modo da evitare che scivoli via durante l'estrazione e ti rimanga dentro con fuoriuscita di sperma in vagina, è già successo a tante tue future colleghe che poi glielo ha tolto il nostro ginecologo. Non toccare lo sperma con le dita. Apri il finestrino dell’auto e caccialo fuori."
“Ecco ora prova tu!”
Camille si alzò e le passo un blister con un preservativo nuovo e lei timorosa, ma anche interessata lo aprì seguendo la linguetta di apertura come le aveva spiegato Lea, e lo estrasse con due dita: “E oleoso!” Mormorò sentendo le due dita umide scivolare tra loro.
“Si, è il lubrificante per farlo calzare meglio e scorrere in vagina senza attriti."
Poi sempre seguendo i consigli di Lea e come aveva visto fare a Camille, tremante lo prese in mano. Quelle mani che fino ad allora per lavoro avevano toccato solo fogli, bollette, libretti di risparmio, penne e tastiere di computer, e ora avrebbero preso dimestichezza con cazzi e preservativi.
“Brava così! Tienilo bene fermo.” Disse Lea guardandola. Con le altre dita appoggiò l’anello di lattice sulla cappella e premendo sul serbatoio tolse l’aria e con due dita iniziò a srotolarlo giù fino alla radice. Quando glielo mise, sorrise, sembrò felice di esserci riuscita, di esserne capace a metterlo.
“Si tutto sommato vai bene, ma ti farai presto mettendoli vedrai!” Affermò Lea. “Ora srotolalo e gettalo nel cestino.” Roberta lo fece, glielo tolse e si tirò su gettando il preservativo nel cestino poco distante e mentre tornava a sedersi Lea sorridendo le disse: “E lui!?”
Roberta si voltò e lo guardò non capendo: “Come lui?” Chiese. “E’ mezz’ora che glielo manipoliamo, gli avete fatto pompini e preso in mano, facciamolo almeno venire. Su! Falle tu una sega?”
Mia moglie restò ferma in silenzio, mi guardava, io stranamente eccitato aprii le mani come a dire bisogna farlo. Lei si voltò verso Lea dicendo:” Non lo può fare Camille!?”
“No tu!” Rispose secca Lea:” E sbrigati perché se aspettiamo ancora un po’ ci ripenso e lo farai venire con la bocca, con un pompino.” Fu in quel momento che Roberta si voltò, andò di fianco a lui, lo prese in mano e guardando da un’altra parte iniziò a masturbarlo, fino a fargli schizzare getti di sperma sul pavimento che su ordine di Lea pulì. Poi si lavò le mani nel bagno del camerino.
Lea fece cenno all’inserviente di andare pure e lui rimettendoselo dentro i pantaloni si allontanò. In quel mentre tornò Rocco con altre due persone. La guardò e chiese a Lea: “E’ pronta?
” “Direi di sì!” Rispose, e prima che io potessi avvicinarmi e dire qualcosa, a un cenno di Rocco la prese per un braccio dicendole: “Tu vieni con me!” E tirandola la spinse verso la rumena Camille.
“No! Lasciala stare abbozzai!” Ma Rocco mi prese per un braccio e mi portò verso l’uscita.
“Su ora lasciala un po’ tranquilla con Lea che la prepara un pò, tu vieni con noi. Stai tranquillo che te la riporta la tua Roberta, più bella di prima!” Disse ridendo.
Mi chiedevo in cosa consistesse quel prepararla. Quasi obbligato uscimmo, salimmo in auto e il suo amico partì sgommando allontanandoci dal night e si diresse verso la periferia, lasciando Roberta sola con quella megera e Camille.
“Sono quasi le otto! “Pronunciò Rocco: “Andiamo a cenare.” E il suo amico ci portò in uno spiazzo di periferia, dove sfrecciavano auto e c'erano alcuni camion fermi: “Mangeremo in questa trattoria, si mangia molto bene sai.” Disse. Entrammo e ci sedemmo tutti e quattro. Ero preoccupato. Stemmo due ore in quella trattoria, poi Rocco ricevette una telefonata, si alzò dicendo che doveva andare, lasciandoci al ristorante.
“Vengo anch’io!” Dichiarai alzandomi.
“Ma io non vado al locale ora, ci passo dopo. Aspettate qui e ritornerò con loro.” E partì.
Verso le 22.30 i suoi amici pagarono e uscimmo a passeggiare lungo il viale verso il centro, quei due parlavano tra loro, ma io pensavo a Roberta e guardavo sempre lo smartphone.
“Ma quando arrivano?!” Dicevo.
“E stai tranquillo che arrivano, non rompere i coglioni con tua moglie…” Mi rispondevano. Già io per loro ero soltanto un rompicoglioni, ma ero preoccupato per mia moglie.
“Meno male che Federico non è a casa pensai!” Quello che avvenne in quelle ore che Roberta restò sola con Lea, me lo raccontò lei stessa un po’ di tempo dopo. Seppi che quando fui andato via con Rocco, Lea chiuse il camerino dicendo a Camille: <Prepara tutto per la depilazione!> Roberta trasalì:< Che depilazione?!> Chiese.
<Della tua bella figa da signora! >Le rispose Lea.
<Ma io non voglio assolutamente depilarmi.> Rispose lei guardandola risentita.
Ma Lea incattivita ribatté perfida e decisa: <Sarai come tutte le altre ragazze che lavorano qui e per Rocco, e come me… depilata sul sesso!! ... Senza un pelo sulla figa, sotto le ascelle e le gambe!> Precisò. E prima che lei potesse dire qualcosa, la prese per un braccio e la portò nella zona trucco e la fece sdraiare sul lettino da estetista del camerino.
<Spogliati e sdraiati qui dove le ragazze si depilano tra loro.> Pronunciò severa.
Era in un angolo del camerino che serviva per tatuare, mettere il piercing, rasarsi e fare altro in funzione degli spettacoli.
Nel mentre Camille arrivò con l'occorrente per depilare, schiuma, rasoio e una bacinella d'acqua tiepida. Roberta, completamente denudata, passiva e intimorita dai suoi modi di fare brutali si lasciò trascinare mentalmente e fisicamente da quella donna, ma aveva una strana luce negli occhi, di arrendevolezza voluta e repulsione, come se la depilazione la eccitasse pur non volendola; però non riusciva a reagire e di conseguenza accettava e subiva tutto quello che lei le chiedeva. Nuda si sdraiò nel lettino aiutata da Camille, che le allargò bene le gambe, evidenziando il suo triangolo peloso, bello, gonfio e soffice, tipico delle signore borghesi. Lea si avvicinò. Volle essere lei personalmente a depilarle il sesso ... rasandolo prima con una macchinetta elettrica e poi dopo con la schiuma e il rasoio. Camille dopo averle allargato le gambe, le spruzzò un abbondante getto di schiuma da barba spray sui peli e con la mano glielo spalmò bene dappertutto, coprendole il sesso, anche lungo la fessura, amalgamandolo con i peli. Lea prese dal vassoio dentro una busta un rasoio a lama, da barbiere, di quelli a serramanico, e lo aprì allargando le due parti, e luccicò il riflesso della luce sulla lama, Roberta lo guardò intimorita, dicendole Lea mentre metteva una lametta nuova:< Stai tranquilla, sono esperta, ne ho rasate tante fighe con questo tipo di lama classica che non ne hai idea. Se non mi fai arrabbiare non ti taglio la figa, né la gola o la faccia, ma solo i peli!> Disse, e scoppiò a ridere da sola, mentre Roberta terrorizzata ascoltava e assisteva a quel comportamento intimidatorio.
Era tesa e rigida mia moglie, mi disse che il cuore le batteva forte, ma era anche eccitata da quello che le stava accadendo a giudicare dai capezzoli duri e dritti che aveva e che Lea le fece notare: <Ti eccita farti rasare la figa …ehhh!!> Esclamò Lea. Poi le si avvicino, si portò sopra di lei facendole allargare bene le gambe, tenendone una piegata e su, e l'altra quella verso lei giù stirata in orizzontale, in modo che non le desse fastidio e potesse adagiarsi sopra e muovere le braccia rasando; e piegando la testa sul suo pube le ripeté sarcasticamente sorridendo: <Resta immobile che è facile tagliare.> Roberta era in uno stato particolare, tra eccitazione e inquietudine, la pelle increspata dalla tensione e i battiti tachicardici. Lea poggiò la mano ricca di anelli che brillavano e dalle unghie lunghe e laccate di rosso sulla sua pancetta pallida e con maestria inizio a rasare con movimenti sapienti e decisi, partendo dal monte di venere in giù. Fino a giungere alla figa, agli inguini e al perineo, e alle sue grandi labbra, che prese con due dita e le tese per rasarle meglio in tutte quelle pieghe e affranti anatomici che ogni donna ha, portandole via schiuma e ogni pelo ogni volta che passava, facendole sparire il suo meraviglioso triangolo rovesciato fatto di peluria. Si fermava soltanto per pulire il rasoio dalla schiuma mescolata ai suoi peli tagliati, su una stoffa e risciacquarlo nella bacinella dell'acqua. Roberta in silenzio tra vergogna, turbamento e timore in quella strana situazione provava piacere a sentire quella lama fredda sulla sua vulva, alla sua manipolazione, ma non voleva assolutamente che fossero le mani di quella donna odiosa a darglielo e soprattutto che lei lo capisse. Tratteneva il respiro, muoveva la testa, fingendo di guardare attorno, girando con gli occhi tutti gli angoli del soffitto. Ma Lea non era una stupida, sapeva, anzi era lei che creava volontariamente il piacere toccandola con le dita e sfregandola con la lama del rasoio nelle parti giuste, anche sul clitoride. I suoi capezzoli erano diventati ancor più turgidi e dritti, segno del piacere che provava mentre Lea continuava a rasarla, accarezzandole la fessura con le sue dita grasse e ingioiellate, nel gesto di aggiungere o togliere un po' di schiuma, e Camille sorridendo guardava.
Avrebbe voluto stringere le gambe dal godimento e dalla vergogna, ma non potava farlo. Mia moglie ignara che Lea avesse già intuito la sua eccitazione, aveva paura e soprattutto vergogna che se ne accorgesse che stava provando piacere. Roberta era bagnata, stava godendo in silenzio, imbarazzandosene e irrigidendo tutti i muscoli del corpo per fermare quelle reazioni piacevoli e involontarie che avvertiva. Ma Lea e Camille lo capirono.... <Rilassati!> Esclamò Lea: < Non stare così rigida che rischi di farti tagliare la tua bella fighetta da signora!> E sorrise. Roberta a quelle parole per timore che fosse vero quello che diceva, si rilassò e aprii di più le gambe, gliele allargò bene, nonostante avesse paura di sentire quella lama fredda che le piaceva sul suo sesso, per questo lasciò le gambe dinoccolate, a prendere posizione come voleva e le metteva Lea. Sentiva passare quella lama algida sotto il suo ventre, sul sesso e a ogni passaggio le portava via una parte del suo bel pelo soffice. Quei peli che lei curava con attenzione e amore, venivano portati via tutti. L'ultima traccia di schiuma, se ne andò via con l'ultima passata di rasoio sulla pelle delle grandi labbra. Poi le passò una spugna sulla fessura, la allargò con le dita e gliela pulì bene della schiuma rientrata all'interno. Le fece delle spugnature sulla vulva.
Roberta in silenzio provava benessere a quelle manipolazioni e godeva silenziosamente…. Poi Lea si fermò e la guardò con le gambe larghe. L'effetto era bellissimo, la sua figa sembrava fosse diventata più grande senza peli, in una lunga fessura con grandi labbra bombate, carnose e prominenti, di cui una aveva un piccolo neo centrale a sinistra, ed era liscia, completamente depilata, nuda. Lea le passo sopra ancora la spugna, per lavarla e poi l’asciugamano e all'improvviso le infilò il dito medio dentro, lo spinse tutto all’interno nella sua vagina fino in fondo, già piena di umori e umida del piacere della rasatura e con una mano sull’addome iniziò a muoverlo velocemente su e giù sempre più veloce. Roberta fu colta di sorpresa, non se l'aspettava e urlò un:< Nooo!!!!!> Cercando di afferrare con le mani il suo avambraccio per bloccarlo, fermarlo e stringere le gambe, ma non ci riuscì e per reazione a quella masturbazione improvvisa e al piacere che provava spalancò la bocca, farfugliò qualcosa rilasciando il suo avambraccio e allargando di più le gambe con la testa tirata su e indietro e iniziò a godere forte:< Aaaaaaaaaahhhhhhhhhh!!!!!!!!!! … Ssssssssssshhhhhhhhhh…Aaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhh!> Gemette dimenandosi sconciamente su quel lettino, sotto gli occhi perversi di Lea e dolci di Camille. Il dito di Lea, esperta di queste cose, a uncino, con la falange girata verso la parte superiore, le stimolava il punto G prolungamento delle fibre nervose del clitoride, facendola dimenare dal godimento sul lettino, mentre Camille guardava ridendo. Quella donna volgare e disgustosa, le stava facendo velocemente un ditalino, con lei presa alla sprovvista e involontariamente dal piacere, tirandosi su semiseduta sul lettino a gambe divaricate. Mentre Lea al suo fianco per impedirle che nell’esaltazione del piacere ed euforia dimenandosi cadesse di lato dallo stretto lettino, le passò il braccio sinistro lungo la schiena, fino a farlo arrivare con la mano in fondo al sedere tenendola a lei e con la destra in mezzo alle sue gambe con il medio dentro la vagina la masturbò velocemente facendo ballare e a tratti urtare il suo grosso e volgare seno contro il suo viso. Roberta passiva non reagiva, lasciandosi quasi abbracciare, stringere e masturbare da quella vecchia megera, e lei semiseduta a gambe larghe, gemendo, godendo ansimando, fino a tirare un urlo di piacere violento: <Aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!...Sssssssssssssssssshhhhhhhhhhhhhh!!!!!!> Ed avere l'orgasmo contorcendosi; facendo ballare le sue mammelle da mamma, gonfie, piene ed eccitate dai capezzoli turgidi come chiodi sul torace.
Lea rideva:< Ti faccio godere un po’ io!> Disse mangiandosi le parole.
Al termine quando tolse il dito, Roberta diventò rossa in viso, incredula di essersi lasciata fare un ditalino da quella donna e averne goduto. Assente e turbata si guardava attorno vergognandosi di essersi lasciata andare davanti e con lei, di aver goduto delle sue capacità e delle sue dita. Era strabiliata da quello che era successo, non se lo sarebbe mai aspettato di essere masturbata da Lea, da quella donna volgare, disgustosa e goderne.
Lea guardò il suo lungo dito medio bagnato dal piacere di Roberta, mostrandolo sorridente a Camille, leccandolo disgustosamente e facendolo leccare anche a Camille. Vedendo la faccia attonita di Roberta esclamò:< Bè, sei scandalizzata per un ditalino? ...E allora quando te la leccherò e me la leccherai baciandoci che faccia farai? > E rise del suo sguardo incredulo alle sue parole:< Leccargliela…baciarla?> Pensò Roberta. A quella sua perplessità Lea passò il braccio sulle spalle di Camille e tirò a sé quella giovane ragazza che aveva l’età della sua Valentina, la fidanzatina di suo figlio e la baciò in bocca, con la lingua dentro, limonandola, con Camille che la lasciava fare forse per non disubbidire o forse perché le piaceva.
Le labbra della figa di Roberta erano bagnate dall'orgasmo. Ora che erano depilate si vedevano esternamente gli umori vaginali fuoriusciti luccicare di riflesso alla luce sulle piccole e grandi labbra. Lea prese l'asciugamano e gliela asciugò bene, tutta e poi … rivolgendosi a lei disse: < Ora hai la figa come noi, la mia, quella di Camille e delle altre tue future colleghe... è liscia come il vetro, e ricorda dovrai averla sempre così!! Te la raserai tutti i giorni come noi al mattino quando ti alzerai.> Poi le fece alzare le braccia una alla volta e con un po' di schiuma e un rasoio normale le depilò anche le ascelle, lo stesso fece sulle gambe partendo dalle cosce fino ai piedi. Mormorò solo:< Ma con il rasoio poi mi ricrescono di più…>
< E te li raserai di nuovo…> Rispose Lea:< Oppure come alcune ti farai la ceretta.>
Roberta mi disse che restò senza un pelo e Camille le mise sopra e frizionò dell’olio lenitivo contro le irritazioni e le vennero le gambe lucide.
Mi raccontò anche il seguito, che non finì lì. La fece alzare dal lettino e mettere un accappatoio di qualche ballerina rumena, facendola accomodare sulla sedia girevole davanti alla consolle e allo specchio per il maquillage delle ragazze che lei già conosceva, essendoci stata altre volte durante i suoi spettacoli forzati. Le spinse il capo contro il poggiatesta e con il rasoio, le pinzette e la matita le ritoccò le sopracciglia, facendogliele più lunghe, più alte sul margine esterno e più sottili, strette e sexy, cosiddette ad “ala di gabbiano”, colorandole di nero. Le truccò vistosamente e volgarmente il viso e le labbra, con tonalità forti, evidenti e sgargianti. Quando fu pronta e truccata da lei personalmente, la fece alzare e togliere l’accappatoio e disse a Camille di portarle gli indumenti che le aveva chiesto e glieli fece indossare senza reggiseno e mutandine, un vestitino sexy rosso, cortissimo e aderente che iniziava da sotto gli inguini e arrivava sotto l’ombelico e sopra lasciando l’addome scoperto un gilet leggero nero a coprire appena i capezzoli, lasciando il seno scoperto.
<Naturalmente sarai senza slip sotto.> Le disse sorridendo Lea:< E spero che questa volta non farai tante storie a girare senza mutandine! Ricorda che le mutandine e il reggiseno sul lavoro non esisteranno mai, sarai sempre nuda e pronta sotto, per fare prima e avere tutto a portata di mano del cliente.> E sorrise.
Roberta non diceva nulla, ma era impressionata con gli occhi lucidi, e Lea se ne accorse. <Non piangere che se rovini il trucco che ti ho appena fatto, guarda che se si disfa le prendi! Te le do io!” Pronunciò perfida. Non poteva nemmeno piangere. Le fecero calzare stivali bianchi e poi per lei Lea scelse una parrucca lunga e biondo platinato: < Questa ti starà benissimo…> Disse con un sorriso, è prese sul poggiatesta una parrucca che adoperavano le ballerine, in stile con la frangia:<...sarà ottima per nascondere la tua vera personalità.> Aggiunse ridendo grassamente da sola:< Acquisterai fascino e sensualità che agli uomini piacciono.>
La fece sedere ancora sulla sedia e le tirò tutti i suoi capelli, premendoli e fissandoli con dei fermagli, poi le mise una retina aderente, dicendo: <Sono molte le ragazze che lavorano con la parrucca, vedrai che quando ti abituerai, piacerà anche a te portarle più dei tuoi capelli veri e non ne potrai fare più a meno.>
Prese la parrucca appoggiandola con il margine anteriore sulla fronte e tirando indietro le coprì il cranio e la nuca e gliela mise inserendo la calotta estensibile sulla retina, sopra i suoi capelli veri, lasciando poi cadere i capelli finti tutti attorno, pettinandoli e mettendoli a posto con le dita.
Roberta cambiò subito fisionomia, osservandosi riflessa allo specchio non si riconosceva, sembrava un'altra.
< Scommetto che così non ti conoscerà nemmeno tuo marito.> Pronunciò ridendo:< Ma cerca di imparare a metterle da sola le parrucche, come fanno le altre, perché in seguito lo dovrai farlo tu. >
Mi raccontò che quella che le mise era una parrucca sintetica bionda leggermente ondulata perfettamente rifinita, davanti aveva una frangetta lunga e sui lati una lunghezza di circa 50 centimetri. < Ce ne di tutti i tipi e colori qui dentro.> Disse Lea:< Corte e lunghe, lisce, ondulate o ricce, con tonalità e taglio moderno. Pensa sono regolabili e lavabili semplicemente con shampoo in acqua tiepida, come i capelli veri.> Fece una pausa e proseguì: <E poi cambia spesso look, rinuncia alla tua capigliatura naturale, non stare mai più di due tre giorni con lo stesso look. Come hai visto noi abbiamo numerose parrucche in diverse lunghezze e colorazioni, con o senza frangia, che simulano in maniera incredibile il capello umano, tanto da renderle difficili da distinguere da una capigliatura vera. Divertiti a cambiarle spesso, a impersonare ogni volta una donna diversa, potrai essere bionda, mora, rossa... ogni volta che vorrai! Questa parrucca color platino ti stravolge, ti rende diversa e moderna esaltando la tua nuova personalità effimera con grande naturalezza.> E Lea continuò: "Le parrucche del locale si adattano perfettamente al tuo viso, incorniciano il tuo volto con ogni tipo di acconciatura, rendendoti differente e reale.> Quando fui in piedi pronta, le diede alcuni consigli su quello che avrebbe potuto adottare durante la sua nuova professione.
<Usa un buon profumo afrodisiaco che insieme alla prestazione che farai piacerà al cliente, ce ne di diverse fragranze, così ritornano volentieri, diventeranno habitué, ti cercheranno anche ricordando il profumo. Quello che ti ho spruzzato io va bene è da signora, quello di Camille da ragazzina. Non dimenticare mai di avere in borsetta preservativi, lubrificanti e fazzolettini di carta!>
Mi disse che dopo quella preparazione, poco dopo giunse Rocco nello spogliatoio che vedendola trasformata si complimentò con lei, chiacchierò con Lea e poi salirono tutte in auto per venire da noi per portarla a battere.
<Andiamo a lavorare!> Le disse Rocco tirando boccate alla sigaretta elettronica mentre intanto io ero sempre a camminare lungo la strada con quei due. A un certo punto vidi arrivare un’auto veloce che sgommando si fermò dalla parte opposta della strada, riconobbi Rocco alla guida, ebbi un tuffo al cuore:” Finalmente!” Esclamai.
Vidi scendere lui Rocco e dietro la sua donna Lea e dietro lei ancora un’altra. Non vedevo mia moglie. Soltanto quando furono in mezzo alla strada che attraversavano e venivano verso di noi, notai il riflesso delle luci dei lampioni sui capelli della terza donna che erano biondo platino.
“Dov'è mia moglie !?” Urlai agitato non vedendola.
Vidi rocco e la sua amica sorridere invece di essere preoccupati.
“Dov'è? Dov'è Roberta?” Ripetei agitato.
Solo quando salirono sul nostro marciapiede spostandosi disse.” Eccola!” Mi avvicinai e guardai meglio quella donna bionda dietro di loro e ciò che vidi mi fece mancare il fiato. Era mia moglie, la mia Roberta ed era stata completamente trasformata nell'aspetto, non riuscivo a crederci. Mi avvicinai incredulo con gli occhi sbarrati e la scrutai dalla testa ai piedi: “Ma che hai fatto?!” Esclamai. Sembrava una prostituta vera, le avevano tolto i suoi abiti e messi altri mini, era oscena, volgare “...non è lei “mi dicevo.
Non aveva più la sua gonna scura al ginocchio e la camicia bianca con le scarpe nere e basse. Al posto della sua gonna adesso indossava un mini gonnellino strettissimo, rosso, aderente, corto e leggero, che gli arrivava agli inguini e appena sotto il pube; lasciando l'addome scoperto e l'ombelico in mostra, esibendo il suo ventre appena pronunciato. Superiormente aveva un sexy gilet molto corto che avvolgeva il seno, che a stento veniva contenuto nei due lembi di tessuto che si separavano sul torace e si attorcigliavano dietro al collo in un nodo. Era, nero e trasparente e le lasciava una profonda scollatura sul davanti, e la schiena completamente scoperta. Si capiva che non indossava il reggiseno, e lasciava intravvedere volgarmente e volutamente sotto di esso le mammelle gonfie e i capezzoli grossi e turgidi premere contro la trasparenza nera e si stagliavano evidenti sotto la stoffa leggera. Le gambe affusolate con le cosce leggermente grosse, calzavano un paio di stivali di vernice bianca che luccicavano riflettendo la luce dei lampioni e i fari delle auto. Erano del tipo cuissard di quelli sopra al ginocchio e svasati verso la coscia, con vistosi tacchi a spillo alti oltre 10 cm, che la involgarivano indecentemente, e le sollevavano oscenamente ed eroticamente il sedere contenuto nella stoffa leggera del gonnellino rosso. Da cui fuori dal gambale uscivano e risaltavano le calze a rete autoreggenti nere che le arrivavano oltre mezza coscia, mostrando la fascia della balza di tenuta decorata a vista, contrastando ed evidenziandosi con il luccichio volgare della vernice bianca dello stivale e della dolcezza di quel lembo di pelle pallida e candida di Roberta sopra di esse. Sembrava una puttana albanese. Sotto il mini gonnellino si intravvedevano i glutei nudi, pieni e carnosi, arrotondati e provocanti.
Pensai che avesse un tanga o un perizoma, ma non era così, non indossava nulla, era senza mutandine. Era provocante e sexy come mai l’avevo vista, ma anche boccaccesca e pacchiana. Il trucco era vistoso e pesante, come le sue labbra, diventate provocanti, colorate di rosso, che le conferivano una espressione lussuriosa da puttana navigata. Lo stesso per le unghie smaltate, di un rosso acceso come era il rossetto sulle labbra, anch'esse ricostruite e diventate più lunghe. Le sopracciglia non erano più le sue, erano state rasate, rifatte a matita e inscurite con un effetto sorprendente, incurvate, allungate e ristrette, dandole la forma tagliente ad ala di gabbiano. Le ciglia rinfoltite, più lunghe e incurvate in alto, con un risultato sorprendente degli occhi quando li sbatteva, insieme al rimmel, mascara e attorno l’ombretto color prugna, manifestavano la sua oscenità e le rendevano l’intensità dello sguardo profondo, magnetico ed incisivo. Gli zigomi erano vistosi e pesanti con il fard rosso che le colorava anche le guance, rendendole scandaloso il viso e gli conferiva un’espressione voluttuosa, da puttana navigata. Completavano il quadro, la cornice di due orecchini rossi pendenti.
La osservavo incredulo senza riuscire a parlare...era oscena, pareva una battona vera con quei colori sgargianti, la parrucca bionda color platino al posto dei suoi capelli veri rossicci, liscia e lunga oltre le spalle, con una frangetta lunga sulla fronte le davano un’aria sofisticata. Il suo aspetto era stato stravolto.
Quando feci per avvicinarmi, lei abbassò gli occhi. “Ma che hai fatto!” Le dissi…. Lei non rispose. Poi voltandomi verso Rocco esclamai:” Ma che gli avete fatto? Me l'avete rovinata! Non è più la mia Roberta.”
“Cosa ne pensi della tua nuova moglie?” Mi chiese sorridendo maliziosamente tra il serio e il divertito Rocco, e senza attendere la mia risposta proseguì: “Io credo che sia molto meglio così, più provocante, più donna.”
“E’…è…è…incredibile, sembra un’altra…” Ribattei io impressionato.
Non riuscivo a crederci che fosse mia moglie. Ebbi uno scatto di rabbia, un sussulto, mi alterai e dissi a Rocco a muso duro trovando il coraggio di reagire: “Non è Roberta, la mia Roberta, mia moglie, quella che conosco io, questa è un’altra donna! L'avete conciata come una puttana.” Esclamai con sorpresa e rabbia. “Me l'hai rovinata! La rivoglio come prima!” Urlai come un bambino.
“Mio caro Carlo, ma era proprio questo il nostro intendimento…” Rispose divertito.” …che fosse un’altra…farla diventare una puttana! Non piace forse anche a te vedere la tua signora, la tua Roberta come la chiami impropriamente tu visto che ora è mia, vestita da puttana?” Aggiungendo:” Non era anche quello che volevi tu quando quella sera l'hai portata in giro e nel bar vestita in quel modo a vedere e far vedere la tua signora vestita da puttana.?”
“No! Assolutamente, quello che facevamo noi era solo un gioco trasgressivo, ve l’ho già detto.” E guardando Roberta con quel suo sguardo da gatta dietro alle sue spalle come se la proteggesse, ebbi uno scatto di nervi urlando:” E cosa significano quei capelli color platino e così lunghi?” Chiesi alzando la voce.
“L’ho scelta io la parrucca!” Disse Lea: “Le sta così bene…non trovi?”
“Nooo!!! Assolutamente!!” Risposi:” Lei è sul rosso scuro di capelli…” E fulminai quella donna con lo sguardo.
“Calmati, è soltanto una parrucca…” Disse Rocco:” …forse non sai che Lea nei camerini ne ha molte di tutti i tipi e fattura di parrucche, e di molti colori che usa per il lavoro, e che le ragazze cambiano ogni sera, anche lei adesso ha una parrucca e Lea gliele darà volentieri una differente per renderla diversa ogni sera.”
“Lea tra le altre cose sa fare anche l’estetista…” Aggiunse Rocco:” … e si diverte con le ragazze a consigliarle e truccarle. È lei che si è occupata del maquillage e del look di tua moglie. Ora la nostra Roberta...perché è anche mia ..." Precisò:"... è proprio bella ... sofisticata, sembra una Barby.” Disse lui. Ero tormentato. La vedevo ferma e silenziosa con la borsetta a tracolla sulla spalla.
“Guarda!” Disse Rocco sollevandole il gonnellino sul davanti e mostrandomi sotto di esso la sua figa come se fosse il padrone. Osservai e mi venne quasi un colpo, vidi la sua vulva tutta depilata, la fessura lunga e brillante, con le grandi labbra sporgenti, era senza un pelo, gliel’avevano rasata completamente e mi faceva impressione.
“Ma cosa le avete fatto? Perché?" Chiesi:" …E tu?!” Dissi rivolta a lei come incolpandola.” Te la sei fatta rasare tutta? Non hai detto niente?” Ma Rocco non dandomi retta gli passò il dito sopra dicendo:” Osserva, è bella liscia!” E poi appoggiandolo sulla fessura e strusciandolo su e giù, spingendo fece entrare una falange, facendole per reazione stringere le gambe e piegarsi leggermente avanti, e togliendolo e porgendomelo esclamò. “E' anche bagnata! Vedi che le piace essere puttana! Vieni...senti… tocca anche tu!” Mi esortò. “Guarda che bella figa ha ora, toccala, è liscia come il vetro e che bella fessura lunga e grande che ha! Con i peli non si vedeva e valorizzava. E guarda che belle labbra vaginali carnose! “Affermò passandole ancora il dito sopra e premendole. "Oltre che più bella è più pratica, più igienica, da vera puttana! “Esclamò, precisando:” Glielo detto anche a lei che da oggi la voglio vedere sempre così, senza un pelo, se la dovrà rasare tutti i giorni o potrai rasargliela tu se vuoi.” Come preferisci disse ridendo. Avevo dentro di me una rabbia enorme ed esclamai irato e risoluto:
“Credo che il gioco sia durato anche troppo” E prendendo per mano mia moglie ebbi il coraggio e la forza di dire: “Noi andiamo via”. E rivolgendomi a lei esclamai deciso: “Andiamo…”
“Ma dai!” Disse Rocco ridendo:” È solo un pò di trucco e un vestito corto… e poi qui nessuno la riconoscerà e nessuno saprà mai niente te l’ho detto! Perché non ti convinci, di cosa hai paura? Che faccia qualche marchetta? Che da stasera le piacerà vendersi!? Che cambi mestiere!?” Già… di cosa avevo paura? Riflettei, e risposi: “Di cosa ho paura?... Di niente voglio solo che lei non batta, che non diventi una puttana!”
“Eh…oramai è tardi Carlo!!” Esclamò serio Rocco con un sorriso cattivo:” Ne abbiamo già parlato, vuoi tornarci sopra? Poi mi arrabbio lo sai!”
Cercai di mantenere un minimo di freddezza, ma mi riusciva molto difficile. Da una parte sapevo che la situazione poteva diventare davvero poco piacevole per me e per lei visto le minacce e quello che aveva già fatto a Roberta, ma dall’altra ero turbato, oserei dire eccitato dalla trasformazione di mia moglie, di vederla in quel modo, diversa, come se l’avessi sempre desiderata così, e intimamente ero attratto da quello che poteva succedere.
“Roberta vieni via! …” Dissi ancora più deciso vincendo quel mio desiderio malsano e la tirai per la mano, pensando che mi seguisse, ma invece non si mosse, restò ferma a guardare Rocco. Era titubante e non si muoveva. La osservai con stupore. “Che fai amore andiamo su! Questo è il momento buono!” Le mormorai.
Mi sarei aspettato da lei una frase del tipo “Si…andiamo via immediatamente!” Che gettasse a terra quella borsetta con preservativi e i fazzolettini di carta… e invece no, non si mosse, restò ferma su quel marciapiede insieme alle altre ragazze davanti a me, Rocco e Lea.
Era soggiogata da quella situazione almeno quanto me.
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