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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
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IL DONATORE DI SPERMA
PAGINA VIETATA AI MINORI DI 18 ANNI
CAP. 13 PERSUASIONE A UNA NUOVA DONAZIONE DI SPERMA.
Fu in quel momento che stupidamente mi venne in mente di sfruttare la situazione improvvisa e inaspettata a mio favore, per verificare i miei dubbi su di lei, se mia moglie provasse qualcosa verso lui. Come se fosse un gioco.
Laura imbarazzata con nervosismo, si accarezzo il bracciale e la medaglietta sul collo, non disse nulla, si sollevò sulle braccia e per un attimo pensai che si voltasse a guardarlo per parlargli, invece le girò la schiena, infilò le ciabattine, si alzò in piedi con le gambe e le braccia unte di crema protettiva, molto piacente nel suo corpo in bikini nero e indifferente passandole vicino gli fece un saluto distaccato con la mano quasi non calcolandolo, e distratta e seccata mi disse:
” Vado a fare il bagno. Vieni?!” A me sfuggì un sorriso divertito, tirando le labbra e abbassando un poco le palpebre e risposi:
“No! Vai pure tu che ti raggiungo più tardi…”
Pensai che volesse fuggire a lui, ma soprattutto da sé stessa, ai suoi sguardi e all’interesse che mostrava per lei e non mi sbagliavo.
E con andatura un po’ ancheggiante si diresse verso la riva, mentre lui silenzioso assieme a me la guardava allontanarsi dondolando involontariamente il sedere, con il cappello sul capo e in mano un foulard. Andrea sorrideva a sé stesso e la osservava, ma lei continuò senza girarsi andando verso il mare, dandogli le spalle e il suo bel sedere in mostra in modo indifferente, finché arrivò alla battigia.
Forse era stata maleducata, ma lei così pudica e moralista in un certo modo era fortemente a disagio ad avere lui davanti, così all’improvviso, senza essere invitato e che la guardava in quel modo sfacciato davanti a me, suo marito.
Probabilmente il disagio che avvertiva era tanto, quell’uomo, in un certo senso quello sconosciuto, l’aveva posseduta davanti a me e l’aveva fecondata e le era anche piaciuto esserlo e probabilmente da questo derivava il disagio, l’imbarazzo e la voglia di fuggire davanti a lui, non parlargli, per dimenticare, non vederlo, scordarsi di tutto ignorandolo.
Io e lui pur senza Laura continuammo a chiacchierare del più e del meno per alcuni minuti, mentre lei dalla riva camminando nell’acqua e poi bagnandosi immergendosi fino al collo ci guardava attraverso le lenti scure.
“Basta donazione!?” Domandò impacciato lui.
Capii subito dove voleva arrivare e provai fastidio e piacere assieme come quando lo guardavo durante la donazione; fastidio perché si intrometteva nella nostra vita privata e piacere perché mi eccitava la situazione che volesse rifarlo, di vedere lei corteggiata da lui che gli piaceva, ma nessuno dei due poteva manifestarlo apertamente.
“Non so vedremo cosa decide mia moglie.” Risposi.
“Sarebbe giusto farne ancora qualcuna.” Dichiarò lui sorridendo, sapendo che sarebbe dipeso da me.
“Si ma ne può bastare anche una sola … quella che abbiamo già fatto!” Ripetei io.
“Si, è vero ma…!” Non sapeva che dire e fui io a rispondergli:
” Deciderà Laura, ne parlerò con lei e ti farò sapere. “
Scaricando su mia moglie tutta la responsabilità di quello che accadeva o avrebbe dovuto accadere.
Volevo vedere cosa avrebbe fatto, come avrebbe reagito alla richiesta di un’altra donazione.
Parlammo ancora un poco, poi mi salutò dicendo di salutare anche Laura che era ancora in riva al mare e se ne andò.
Laura, vedendolo allontanare uscì dall'acqua e tornò sul prendisole.
Bagnata era splendida.
La crema protettiva con l'acqua si era dissolta dal suo corpo lasciando nelle gocce sulla pelle il
brillio del riverbero del sole. Si sdraiò e rimise gli occhiali. Poi sbuffò:
” Ma che voleva? “
È venuto a trovarci.” Dissi io.
“A trovarci?!” Esclamò infastidita tra il sorpreso e l’indignata. “Ma come si permette venire nella nostra intimità coniugale, lui è solo uno sconosciuto per noi, la donazione non gli dà assolutamente il diritto di prendersi confidenze con noi… entrare nella nostra vita privata. Meno male che è andato via!” Esclamò con il viso teso e sconcertato.
Era arrabbiata anche se le dispiaceva esserlo, dopotutto lui era il padre biologico del suo e nostro futuro figlio, ma non le piaceva che si intromettesse nella nostra vita privata. Le sopracciglia le si erano abbassate e ravvicinate, le palpebre tese, gli occhi fissavano il mare in lontananza e aveva le labbra socchiuse in uno sdegno lieve che esponeva con l’espressione alterata della bocca mostrando sottile irritazione.
Restai in silenzio riprendendo una rivista e puntualmente arrivò la sua domanda, logica e aspettata, intrisa di curiosità femminile e sua personale e domandò: “Di cosa avete parlato?”
Sorrisi tirando appena le labbra e rispondendo:
“Di te amore!”
” Di me?” Ribadì stupita e scandalizzata sedendosi sul prendisole
“Si! Della donazione.”
“Della donazione? E tu? ...Cosa le hai risposto?” Domandò impensierita.
Provai una morbosa eccitazione a quel suo interesse e le dissi provocatoriamente.
“Mi ha chiesto che vorrebbe rifare un'altra donazione!”
Diventò rossa in viso e agitata e subito rispose:” No!” E poi aggiunse:” E tu che gli hai detto?”
“Che te ne avrei parlato, che ci avremmo pensato e che comunque aspettava a te decidere se rifarla.”
Restò in silenzio.
“Ma perché?” Chiese prendendo il giornale e rimettendosi di nuovo a leggere, dandomi le spalle.
Vederla così imbarazzata per la richiesta di lui di avere ancora un rapporto sessuale con lei, mi eccitava, provavo una sorta di esaltazione al punto da avvertire una forma di erezione come quella avuta la sera prima, arrivando al punto di provare a immaginare come sarebbe stata la scena con lei compiacente e disponibile verso di lui a ricevere una nuova donazione, e mi sentii fremere.
E fingendo anch’io di leggere guardando il giornale mormorai:
“Probabilmente adesso sei già incinta, lui con la sua abbondante donazione di sperma ti avrà senz’altro fecondata…” Le sue labbra si aprirono leggermente socchiudendosi in una espressione di gioia, lasciando intravedere dietro esse i denti bianchi e regolari: “…però per averne la certezza piena mi ha informato, che come hanno fatto tutte le altre riceventi, sarebbe bene riprovare e farlo almeno due volte.” Aggiunsi.
Lei staccò lo sguardo dal suo giornale e si girò verso me dicendomi seria:” Che intendi?”
“Io!?... Io niente! Ti ho detto solo quello che ha detto lui e che ti ho ripetuto, che probabilmente sei già incinta ma per averne maggiore sicurezza bisognerebbe rifarlo ancora. Tutto qui! “
“Te lo ha detto lui?” Chiese.
“Si…!!” Risposi: “Ma lo sappiamo benissimo anche noi, ce lo ha sempre detto, più si pratica, più ci sono probabilità. “E in quel momento non so come né perché mi venne l’impulso di provocarla e aggiunsi:” Comunque forse abbiamo sbagliato, anzi ho sbagliato io a non dargli retta.”
“In che senso? “Chiese.
“Per la posizione, ricordi? Lui voleva farlo sdraiato a letto sopra con te nuda e io invece gli dissi di farlo così, in modo distaccato, con lui dietro in modo che tu non lo vedessi e non ci fossero contatti visivi tra voi, come avevamo deciso. “
“Era nel nostro accordo!” Rispose lei.
“Si! Ma forse ho sbagliato...” Ripetei.
“Perché?” Domandò curiosa e attenta.
“Perché dal punto di vista della non partecipazione fisica non è servito a niente… Lo sai anche tu, hai provato lo stesso piacere. Ma lasciamo perdere questo aspetto che sapevamo poteva accadere come è accaduto ad altre riceventi. Ma secondo lui e anche me, non ci sono certezze anche dal punto della fecondazione, eravate quasi in piedi, tu attaccata al comò e lui dietro e come dice lui, non vorrei che lo sperma fosse sceso e colato subito senza riuscire a risalire nell’utero.... anche se poi con l’accorgimento che ti ha sdraiato a gambe alte sul letto dovrebbe essere tornato indietro e favorito la discesa in utero…” Feci una pausa aggiungendo:” Però non si sa mai!... Mi ha manifestato questo dubbio e preoccupazione che io condivido. “
Resto in silenzio come smarrita, dubbiosa e insicura e io approfittai per dire.
“Lui dice che bisognerebbe rifarlo di nuovo, riprovare e praticare la donazione come dice lui, sdraiata sul letto, che sarebbe l’ideale. “Aggiungendo: “Capisco che per te sarebbe un sacrificio ricevere un’altra donazione, ma le probabilità aumenterebbero e poi sotto il punto di vista etico e morale, parlo per me, se deciderai di rifarla, se la ricevi una o due volte la donazione, non cambia niente, il fine è sempre quello di avere il figlio e nient’altro…” E scherzando per smorzare la sua tensione dissi ridendo:” Dal punto di vista coniugale sempre cornuto sono oramai, sia se lo fai una che più volte …”
Restò senza rispondere e poi infranse il silenzio:
“Ma tu cosa pensi?... Dici che dovrei rifarlo?” Domandò insicura, affidandosi ancora a me, alle mie scelte e miei consigli.
“Mah!... Sarebbe auspicabile per avere maggiore certezza di essere fecondata, io come ha detto lui ho solo fatto il calcolo delle probabilità e nient’altro e comunque poi anche se si prendesse in considerazione tu non lo rifaresti più... ho visto il tuo fastidio sul volto mentre avveniva la donazione e ancora stamattina a parlarne.”
Restò ancora in silenzio per poi dire: “Ma tu dici che serve? Che dovrei praticare ancora un'altra donazione?”
Avrei potuto dire:” No! ...Non serve! Sei già feconda…” Come probabilmente era davvero:” … e quello è solo un suo espediente per far sesso con te, per chiavarti ancora e meglio di prima.”
E invece fu lì, che eccitato inspiegabilmente dall’idea che potesse fare ancora sesso con lui, perfidamente mi tirai indietro e lasciai tutta la responsabilità della discussione a lei, volevo vedere dove arrivava, che scelte avrebbe fatto….
E vedendo la sua esitazione mormorai:
“Te l’ho detto, farlo una volta o due per me non cambia niente, geloso ero prima e geloso sarò dopo, anzi più che geloso dispiaciuto, ma per un figlio si accetta tutto anche la gelosia, ma adesso dipende da te, so che sei contraria ...” Mi interruppe guardandomi e dicendomi muovendo il capo in avanti:
“Se serve!!...??”
“Certamente servirà!” Esclamai a bassa voce:” Ma non voglie influenzarti con le mie idee, deve essere una decisione tua, solo tua ora amore.” Mormorai.
“In che senso?”
“Nel senso che devi essere tu a dirmi se lo vuoi fare ancora, non vorrei poi sentirmi in colpa. Se non ti senti, che lui non ti piace, ti dà fastidio e non vuoi farti toccare, non farlo!”
“No questo no, non hai nessuna colpa tu! …Certo mi sento a disagio a ripeterla, ma se serve lo rifaccio!” Disse determinata.
“E qui il punto... “Risposi perfido, mascherando quella forma di gelosia ed eccitazione che avevo in corpo per la sua rinnovata scelta.” …io non sono sicuro che serva, io non ho detto che serve, magari sei già incinta e non servirebbe, ma se lo faresti ancora sarebbe qualcosa di più, un surplus… una possibilità in più e basta, ma devi essere tu a decidere di praticarlo.”
Esitò un attimo e poi esclamò: “Va bene!”
A quel punto le mie stupide convinzioni su di lei divennero certezze, pensai ancora che gli piaceva e voleva rifarlo con lui, per fare sesso, farsi chiavare ancora e godere e non solo per la donazione di sperma… e mi ritornò la gelosia.
“Sei certa che lo vuoi rifare!” Esclamai alzandomi dal prendisole:” Devi chiederlo tu chiaramente amore … <Voglio un’altra donazione con lui, Roby>… e non lasciarmi nel dubbio che non ti va ma lo fai per me. Se decidi di farlo, voglio che tu sappia che lo fai per te… perché vuoi tu!” Ripetei.
“Va bene … voglio ricevere un’altra donazione …” Rispose infastidita seduta sul prendisole guardandomi dal basso in alto con me in piedi davanti a lei, mentre tirava le labbra in un mezzo sorriso.
La guardai sorridendo pensando stupidamente eccitato e d’istinto:
“… (Allora ho visto giusto? Ti piace lui…! Sei una puttana come tante altre ragazze e mogli… ora che hai provato il suo cazzo, ti piace, ci hai preso gusto …e ti vuoi fare chiavare ancora da lui? … Va bene… va bene…ma ti aggiusto io! ...)” Ragionai geloso e incattivito dalla sua disponibilità a rifarlo.
“D’accordo!” Esclamai battendole la mia mano sull’avambraccio con i bracciali dorati al polso. “Gli telefonerò più tardi e se è ancora disponibile lo prenotiamo per stasera o domani sera! Sei d’accordo?... Tu sei pronta allora per un’altra donazione di sperma?” Affermai serio.
Restò in silenzio imbarazzata, con un lieve rossore sul viso nascosto dalla crema pallida che si era spalmata poco prima.
“Si! “Rispose guardandosi attorno attenta che nessuno sentisse:” Sono pronta!”
Non potevo crederci, speravo tanto che dicesse: “No basta! L’ho già fatto una volta e non voglio più farne.” E invece…. altro che donazioni.
Mi alzai e camminai e andai verso la riva con lo smartphone in mano mentre lei mi seguiva. “Lo chiami ora?” Chiese.
“Più tardi, ora starà lavorando. Faccio due passi a riva vieni!”
“No preferisco stare qui a leggere, mi sono già bagnata prima.” Rispose.
E andai in riva al mare a passeggiare tra gli schiamazzi, ma soprattutto a pensare di quella follia che mi passava di nuovo per la testa. Di farla chiavare ancora da lui. “
“Che stronza…” Pensai deluso dalla sua nuova accettazione e a quel punto riflettei e fui preso da un sentimento astioso, di gelosia, quasi vendicativo verso Laura:
“Lo vuoi rifare ancora con lui, ma lo nascondi dietro la donazione?” Pensai: “E allora lo rifarai come dico io, riceverai la donazione come un amante altro che girata per non vederlo in viso, e vedremo cosa avrai da dirmi dopo.”
Passata un’oretta, da solo in riva a mare lo chiamai: “Ciao Andrea!”
“Ciao Roberto!... Tutto bene!” Rispose.
“Si! Tutto bene, anche Laura.”
“Bene!” Replicò.
“Senti ti ho chiamato perché dopo che sei andato via abbiamo parlato tra noi e lei sarebbe disponibile a ricevere un’altra donazione visto che ci fermiamo ancora qualche giorno … Sai! … è per avere la sicurezza che resti incinta!”
“Certo!” Rispose deciso con la voce che lasciava trasparire una certa contentezza.
“Sai, come ci hai raccomandato anche tu nei precedenti incontri…” Ribadii.
” Si! Si! ...Bene!” Mi interruppe, ma io continuai a parlare:
“...E volevamo sapere se tu sei disponibile. “
“Certo!... Certamente che sono disponibile! ... Con piacere, fate bene a praticarla ancora!” Esclamò sempre con un certo distacco mentre io pensavo:” (me lo immagino il bene che facciamo ... soprattutto a te.)”
“Stasera se sei d’accordo?”
“Si certo!... Va bene stasera, sono libero, non ho impegni.”
“Ma questa volta ne abbiamo parlato tra di noi e vorremmo avere la massima certezza di fecondazione e quindi farlo nel modo più naturale possibile, come dicevi tu, nudi sul letto, uno contro l’altro, tu sopra di lei, nella posizione naturale e classica quella detta del missionario per fecondare meglio.”
“Ah...Benissimo! Lei è d’accordo?”
“Si certo!” Affermai mentendo:” Ma dovrai prendere tu l’iniziativa ... sai lei è timida e si vergogna. Lei non opporrà resistenza né diniego, ma dovrai essere tu a fare tutto senza parlargliene e rilevarlo quando saremo in camera.
“Quindi posso anche accarezzarla?” Chiese provocatorio.
“Se è necessario per eccitati sì!” Risposi.
“Anche baciarla?”
“Ma baciare dove?” Domandai.
Ci fu una pausa e poi rispose:” In bocca naturalmente…”
“Questo no...non so! Dipende da lei, ma che utilità ha il bacio nella fecondazione?” Chiesi provocandolo e fingendo di non sapere.
“Bè il bacio aiuta a rilassarsi e dilatare vagina e cervice uterina…” Rispose.
“Ahh!!” Esclamai fingendomi sorpreso:” Be allora se lei non si oppone si, puoi farlo! Puoi baciarla in bocca.”
“Bene!” Rispose.
So che facevo la figura del cornuto e contento, ma mi piaceva, in quel momento provavo una strana sensazione piacevole sia fisica che mentale a fare quel discorso con lui, praticamente a concedergli mia moglie Laura in modo sessuale.
E poi al di là dell’aspetto libidinoso che vivevo, farlo ancora era davvero utile e praticarlo ancora in un modo o in un altro oramai avrebbe cambiato poco per me. Sempre cornuto ero.
Era indubbio che sapesse fare sesso meglio di me, non solo per le mie ridotte capacità sessuali e amatorie, ma anche per esperienza e numero di donne diverse avute. Sapeva come trattare una donna dal punto di vista seduttivo, fisico e psicologico, come farla godere; e quella esperienza e capacità che aveva poteva far sentire una donna davvero al sicuro con lui. Ispirava fiducia.
Parlammo ancora un poco dei dettagli e di altre cose e ci salutammo:
“Allora stasera alle 21.00!” Dissi.
“Si d’accordo...ah! Il vino lo porto io!” Ribatté ridendo.
“D’accordo!” Esclamai e chiusi la conversazione facendo un sorriso a labbra unite.
Ero stato un bastardo, gliela avevo offerta, con l’inganno, lei probabilmente non ci sarebbe più andata con lui a praticare donazioni, tutto sarebbe tornato normale, ma la sua presenza in spiaggia mi aveva scombussolato. Ero arrivato al punto che gli avevo anche detto di prenderla come piaceva a lui e che Laura era d’accordo, ma non era vero, era solo un mio desiderio mentale quella di vederla così, nel nostro letto con un altro.
Mi aveva fatto rabbia vederla godere con lui, mi aveva sconvolto e traumatizzato e la gelosia era aumentata nonostante tante belle parole. E anche se adesso la stavo mettendo alla prova, con la sua scelta aveva aumentato la mia gelosia, vedevo lei colpevole di tutto e mi ripetevo stupidamente parlando con me:
” Laura aveva piacere a rifarlo con lui? Bene!... Lo rifarà ancora, ma non alla pecorina da sentirsi staccata, ma nella posizione del missionario con lui di fronte e sopra lei piena di vergogna a gambe larghe… viso contro viso, cercando di evitare le sue carezze e baci.”
Poco dopo mentre andavamo a pranzo, l’abbracciai passandole il braccio sulle spalle e tirandola dolcemente a me.
“Ho telefonato a lui…” Mormorai vicino al suo orecchio camminando.
“Ah! …” Esclamò sorpresa. Fece una lunga pausa e poi mi chiese curiosa:” Cosa ti ha detto?”
“Ha detto di sì, che è disposto a un’altra donazione, che è meglio praticarla e ne ero convinto che rispondeva così…”
“Perché ne eri convinto?” Domandò ingenua.
E risposi sorridendo sempre abbracciandola e tirandola a me: “Non poteva dire di no a praticare altre donazione a una ragazza bella come te.”
Sorrise scuotendo il capo:” Oh…che stupido sei... non è questa la ragione…”
“Lo so amore… ma scherzo dai! Non prendere tutto drasticamente, è per ridurre la tensione. Comunque è la verità quello che ho detto!” Ribattei:” Sei bella, piacente e sotto l’aspetto fisico chiunque accetterebbe di praticare una donazione con te, piuttosto che con una brutta. “E sorrisi abbracciandola.
Sorrise anche lei e scosse ancora la testa mormorando:” … Che stupido sei!!” Nascondendo dietro al viso un compiacimento che non voleva manifestare, incurvando e sollevando gli angoli delle labbra in silenzio, con le guance appena sollevate e il resto del viso neutro, per mascherare le emozioni che provava.
Sono certo che era felice anche lei di rifarlo e non solo per la donazione, ma di farsi possedere e godere ancora con lui….
“Però a posto una condizione! “Esclamai subdolamente.
Subito risalì:” Che condizione?” Chiese.
“Che questa volta la donazione avvenga come vuole lui, in un modo più carnale con carezze e baci e non più in quella posizione canina, ma nudi sdraiati nel letto!”
Restò sorpresa da quella richiesta e in silenzio… forse era davvero sbalordita da quella pretesa:
” Ma è matto! ...No! Così no!!... E tu cosa gli hai risposto?” Reclamò inquieta, pensando che avessi rifiutato.
“Gli ho detto che per me andava bene, ma che chiedevo a te e che eri tu che decidevi!”
“Per te va bene?!” Esclamò stupita.
“Si!” Ribattei:” Per me va bene, ti ho già spiegato che in un modo o in un altro fa poca differenza, è sempre una donazione, ti è scappato di provare piacere con lui alle spalle mentre ti possedeva, quindi … Ma se tu non vuoi, che non ti va glielo diciamo.”
“Ma avevamo detto…” Rispose lei sempre stupita che io avessi accettato.
“Lo so cosa avevamo detto amore ...” La interruppi. “…era un espediente perché tu non provassi sensazioni carnali, invece… le hai avute lo stesso e farlo davanti o dietro non cambia niente se purtroppo si prova piacere. Non cambia niente ricevere la donazione di sperma in un modo o in un altro.” Affermai.
Restò sorpresa e in silenzio di quelle mie dichiarazioni, e io aggiunsi:
“Come si è già dimostrato il piacere sopraggiunge incontrollato e non voluto lo stesso.”
Aveva il naso arricciato, le palpebre inferiori sollevate e le sopracciglia abbassate. Era delusa dalla mia accettazione, ma eccitata da quella scelta e lo mostrava spingendo in avanti il labbro inferiore sollevando le guance e stringendo gli occhi, creando numerose pieghe cutanee nella zona immediatamente sottostante. Come delle smorfiette ed espressioni diverse sul volto.
“Allora se sei d’accordo è per stasera!” Aggiunsi. “Se hai problemi o ripensamenti dillo che non lo facciamo! “La tranquillizzai.
Non rispose nulla e visto che era mezzogiorno passato, ci avviammo verso il ristorante.
Parlavo per supposizioni, mentendo, e quel mentire a lei e a lui, fare in modo di creare i presupposti e la situazione che si unissero ancora carnalmente in una donazione più intima, scelleratamente mi eccitava. Nel pensare e riflettere inconsciamente sfregavo il mento mettendo le dita davanti alla bocca o sotto il naso, come chi pensa e ha la coscienza sporca.
Lei ignara, non sospettava nulla che ero io l’artefice che aveva creato tutte le condizioni perché si accoppiasse di nuovo con lui e lo facevo per rivalsa, gelosia, invidia di lui e anche per una sorta di vendetta e punizione nei suoi confronti avendo goduto e perché sapevo che le piaceva. Era come se mi dicessi con la mia mente maschilista:
“Hai goduto con lui…? E ora io ti punisco... ti faccio andare ancora insieme a lui e ti faccio godere di più… così impari. “
Era come quello che si tagliava i coglioni per fare dispetto alla moglie… purtroppo è vero mi trovavo in quella condizione mentale…prigioniero di me stesso.
Camminando, dopo aver fatto pochi passi, evidentemente pensando a lui e alla donazione, che per lei era ancora quella, chiese osservandomi disagiata:
“Ma perché vuole fare la donazione in quel modo carnale? Io mi sento a disagio con lui davanti sopra di me. Non mi va! Non sono pronta a questo… mi sembra di tradirti. Non si può rifare soltanto di nuovo come ieri? Io non mi sento di farlo nel modo che chiede lui.” Ripeté.
Allora malizioso mentendo gli spiegai:
“Ascolta amore!... Non è il modo che piace a lui quello che faremo, ma quello più propenso alla fecondazione, la posizione più naturale, quella classica che si pratica quando si vogliono fare dei figli. Quello che stiamo facendo non piace a nessuno dei due, né a te che ti devi sacrificare e unirti carnalmente con lui che è uno sconosciuto per riceve la donazione del suo sperma, né a me che mi tocca concederti a lui, osservare e ascoltare la persona che amo posseduta anche seppur per un momento sessualmente con un altro. Non credere sia facile per me accettarlo. Ma dobbiamo superare queste resistenze, pensare il motivo per cui lo facciamo.
Tra una settimana sarà finito tutto e saremo a casa e questo sarà solo un ricordo, quindi facciamo in modo che in questi giorni avvenga tutto con la maggiore sicurezza possibile, in modo che torneremo a casa con la certezza che tu sei incinta. Perché mi dispiacerebbe che dopo tutto questo che per noi è un disagio e una sofferenza non indifferente, per problemi morali di uno di noi o di tutte e due, le donazioni non servissero o andassero a buon fine e tutto sarebbe come prima. “
Feci una pausa aggiustando gli occhiali e con un mezzo sorriso mormorai:
“Ti capisco perfettamente amore e anch’io non vorrei in questo modo, ma superiamo questa riluttanza morale, tu chiudi gli occhi e lasciati andare… gira la testa di lato, non guardarlo in faccia, proviamo a farlo come dice lui che è pratico ed esperto e ha già fecondato molte donne con questo metodo.” Sempre camminando feci un’altra pausa e prosegui:
“Dobbiamo essere sinceri tra noi. La paura che abbiamo qual è? ...Che ti piaccia?... Che godi?... Purtroppo è un rischio che dobbiamo correre e superare. Se poi involontariamente ti piacerà e godrai, come è successo ieri, pazienza. Non sarà certo un tuo orgasmo a mettere in gioco il nostro amore, il nostro futuro e nostro figlio.” Affermai guardandoci entrambi attraverso le lenti gli occhiali da sole.
Restò in silenzio e io aggiunsi:
“Cosa credi che non sia geloso? Che non mi roda a vederti sessualmente con un altro? E se capita che tu possa godere con lui? “
E prendendo quel parlare con leggerezza per nascondere la gelosia e la tensione che avevo provato e avevo e che probabilmente avrei avuto ancora, dissi:
“Si dice che è più facile che una donna resta incinta se gode e prova piacere. Che è ’ il miglior modo per avere un figlio." E senza interrompermi continuai a parlare: “Lui dice…. E io gli credo perché l’ho già sentito dire, che affinché gli spermatozoi trovino la risalita in utero facilitata, la donna si debba lasciare andare, godere, essere lubrificata all’interno.
Che l’eccitazione e il piacere dovuto al maggior afflusso di sangue in vagina e in utero a causa del godimento, oltre che dilatare la vagina lo fa anche con la cervice uterina, facilitando la risalita degli spermatozoi. Durante il piacere intenso, la cervice dell’utero ha un numero di contrazioni maggiori, fungendo da pompa che spinge gli spermatozoi.” Feci una pausa e continuai:
“Quindi come ti ho detto pocanzi, prova a lasciarti andare, chiudi gli occhi. Io vorrei che tu non provassi piacere, ma se accadrà e godrai in quei minuti della donazione pazienza, non cambieranno certo la nostra vita e il nostro amore che è più forte di tutto perché hai avuto un orgasmo con quell’Andrea; anche se so che tu come me non vorresti e ti vergogni. Ma se lui proverà a fare qualcosa di più sarai tu a fermarlo e decidere se dovrai farlo o lasciarti accarezzare, leccare il seno, baciarti. Questo lo deciderai tu al momento!”
“Anche leccare il seno e baciarmi?!... Nooo!... Questo nooo!!... Assolutamente” Domandò e rispose simultaneamente fermandosi sulla passatoia.
“Non è che devi farti baciare, ma se ci proverà sarai tu a decidere cosa fare e non io!” Risposi fermandomi anch’io:” Vedrai tu… deciderai tu! Lo sai come sono i napoletani, magari ci prova!”
“Ma non in bocca!” Precisò decisa.
“No certo! Farai solo quello che ti sentirai tu di fare, non sei obbligata a fare altro. Se non ti va non lo baci, anche se lui ci prova!”
In quel dire mi mostravo falsamente d’accordo con lei, dalla sua parte.
Pur sconcertata si sentì rassicurata e riprendemmo a camminare e passandole il braccio sulle spalle esclamai:
“I figli nascono e si amano anche se per averli si soffre o si prova della gioia fisica.”
Nascondendo un turbamento e una eccitazione che avevo dentro me nel dirle quelle parole. Quasi una erezione. Aggiungendo con lei vicino a me che ascoltava.
“Certo non c’è niente di scientifico nel fare così, si resta incinta anche senza il piacere lo sappiamo tutti, il piacere non ha nessun fondamento scientifico sulla fecondità, ma efficacia sì! E non lo dico io…”
Laura ascoltava in silenzio dietro i suoi grossi occhiali scuri, stupita da quel che le dicevo, in dubbio se credere o non credere, se quello che pronunciavo fosse fondato, non conoscendolo in realtà. Ma c’era qualcosa di reale nella mia esposizione e molte di quelle cose le aveva sentite anche lei, con le amiche o per sentito dire o averlo letto sui giornali o su internet. Ma non sapeva se fosse vero o no quel che le dicevo e io giocavo su questa sua ignoranza sessuale.
“Se godi è più facile che resti incinta…” La informavo serio, mentre lei senza replicare ascoltava.
Erano dicerie, ma in quel contesto facevano il loro effetto e mi diventavano utili. Per lei era un misto di sorpresa, dubbio e verità quello che le dicevo.
Il fatto che io la sollecitassi con delle citazioni, paragoni e detti paesani, esortandola a ricevere un’altra donazione in quel modo carnale, in un rapporto probabilmente piacevole per lei e peccaminoso per noi, era per lei incomprensibile; non condivideva il mio atteggiamento e il mio sostenere quella posizione, ma come aveva sempre fatto l’accettava da buona moglie qual era.
E approfittando del suo disorientamento e della sua incertezza prosegui con mezze verità difficili da controllare e soprattutto da confutare in quel momento:
“Il piacere come ha detto lui l’altra volta e c’è scritto su internet, è un lubrificante vaginale che rende il muco cervicale più facile da attraversare per gli spermatozoi. Le contrazioni che si presentano alla pelvi con il godimento e l’orgasmo aiutano la donna a trattenere più liquido seminale spingendolo verso la cervice, ed è importante per favorire il concepimento, anche se semplicemente lo facilita. “
E per persuaderla di più ripetei quello che aveva detto lui la sera prima per convincerla a farlo nel letto.
“Le contrazioni pelviche legate al piacere sessuale possano aiutare gli spermatozoi nella loro corsa verso l'ovulo da fecondare, anche se non si tratta di una condizione indispensabile, ma è di aiuto.”
Resto in silenzio smarrita, non aveva motivo di pensare il contrario e che io forse le mentivo, eravamo sempre stati onesti e sinceri tra di noi e pensava che lo fossi ancora, e poi ci amavamo. E nel nostro linguaggio intimo e bambinesco di coppia innamorata chiese seria e confusa:
“Provare gioia durante una donazione, aumenta le contrazioni dell'utero che aiuta la risalita degli spermini?” (Gli spermini era il modo vezzeggiativo di come tra noi chiamavamo fanciullescamente gli spermatozoi.)
“Si!” Risposi. “Hai più probabilità di rimanere incinta e se la gioia avviene simultaneamente all’eiaculazione, meglio.
E più parlavo più mi eccitavo e sentivo che mi veniva duro in quel perseguire a corromperla moralmente, prendendo maggiore sicurezza e convincendomi io stesso di quello che dicevo; e nell’esporre mi venivano in mente altre motivazioni e argomenti per fugare le sue incertezze e resistenze mentali e convincerla ad acconsentire a lasciarsi andare. E mentre esponevo mi venne in mente un ricordo e aggiunsi:
“Ti ricordi cosa c’era scritto in quel libro di Alberto e Piero Angela che ci hanno regalato due anni fa appena sposati e abbiamo letto entrambi?”
Mi guardò sorpresa sforzando di ricordare.
“Quale libro?” Domandò.
“La straordinaria avventura di una vita che nasce. Nove mesi nel ventre materno.” Era il titolo le ricordai io.
“Ah sì!!” Ma...” E si interruppe lasciando in sospeso la frase come dire: “Ma che c’entra il libro?” E allora la facilitai io nella revocazione mentale:
“Se ricordi bene, c’è un punto che abbiamo anche sottolineato, dove dice che un rapporto appassionato può creare una situazione sorprendentemente favorevole alla risalita degli spermini ...” Feci una pausa e prosegui: “…diceva infatti che si era scoperto che l'orgasmo femminile produce forti contrazioni nella vagina e nell'utero. E che queste contrazioni facilitano la marcia degli spermini.” Dichiarando ancora, che:” Addirittura certe immagini girate con micro-telecamere all'interno della vagina durante l'orgasmo, hanno mostrato che il collo dell'utero, contraendosi, si abbassa ripetutamente e viene quasi a intingere i suoi tessuti nello sperma. “
Restò in silenzio, ricordava vagamente, era smarrita e intimorita e dall’espressione del viso serio e teso forse non le piaceva più tanto dover ricevere la donazione facendo praticamente sesso in quel modo, in quella posizione, sapendo che avrebbe goduto con lui e io l’avrei guardata, al punto che per svincolarsi rispose:
“Ma se l'orgasmo non si è raggiunto nel rapporto con la donazione, magari si può raggiungere da sole dopo, con le dita oppure praticarmelo tu, come fatto ieri quando lui è andato via, tanto gli spermatozoi sono ancora lì in vagina.”
“A parte…" Pensai:” …che con me quando lo abbiamo fatto dopo, non hai goduto come con lui... anzi!... Non hai goduto affatto si può dire” Ma non lo manifestai né glielo dissi.
Comunque risposi eccitato e abbastanza deciso e risoluto, oramai invasato da quello che dicevo e stavo creando e volevo che accadesse:
“No! Non si può bisogna farlo in altro modo. Quello che abbiamo fatto ieri sera, era qualcosa in più per avvertire che la donazione era anche mia, nostra e non solo sua.” Fu la mia risposta.
Il fatto che si preoccupava di non potersi controllare durante la donazione la turbava la intimoriva moltissimo. Laura era una ragazza calda e lei lo sapeva e si vergognava a lasciarsi andare con un altro e non potersi controllare davanti a me. Avrebbe forse voluto rifarlo, ma era spaventata delle possibili conseguenze con lui, non mie o derivate da me … ma le sue, quelle fisiche e psicologiche, di ricevere la donazione con passione e desiderio e non più con distacco e indifferenza.
Mi chiedevo:
“Il piacere… e queste nuove scoperte dei suoi desideri ed emozioni, che cambiamenti porteranno a lei e a me? … “
Non lo sapevamo eravamo ignari e per questo ne eravamo inquieti, ma allo stesso tempo ne eravamo segretamente affascinati, ognuno a proprio modo attratti e spaventati, eccitati ma perplessi e preoccupati; lei di essere posseduta da un uomo che le piaceva e godere con lui mentre la fecondava amando me, e io di accettare il suo tradimento per un nobile scopo nonostante anch’io l’amassi, la donazione diretta di sperma per un figlio mio.
In lei l'intensità di quel turbamento si vedeva sul viso, dalla posizione delle labbra in un sorriso neutro e serio.
Camminando ci dirigemmo verso il ristorante della spiaggia, dove per evitare noiose attese avevamo prenotato un tavolo. Tutto era diligentemente organizzato e prevedibile, Laura non amava fare lunghe file o pasteggiare in piedi in qualche angolo tra la gente che spingeva. Anche se eravamo lì per uno scopo preciso, eravamo anche in vacanza e decidemmo di fare un piccolo strappo alle ferree regole alimentari che di solito seguivamo tutto l’anno in città e anche lei abbandonò le insalatine, macedonie e yogurt per un gustoso piatto di spaghetti con le vongole e una frittura di pesce annaffiata di ottimo vino bianco.
Pranzavo di gusto, pensando agli insipidi panini o tramezzini consumati all’ora di pranzo sul lavoro, dentro un bar o una tavola calda tra decine di persone. E pranzando ci estraniammo da quello che avevamo detto poche ore prima e avremmo dovuto rifare poche ore dopo.
Al termine ritornammo ai bagni in attesa che arrivasse la sera per una nuova donazione di sperma.
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