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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
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IL DONATORE DI SPERMA
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI
Cap. 17 L’INTERESSE DEL DONATORE.
Note:
“Di un uomo tutto è possibile; di una donna tutto è probabile.”
Henri François Joseph de Regnier
**********
Quella mattina poltrimmo, alle 9.30 eravamo ancora a letto a fare gli stupidi, scherzare e giocare tra noi, quando sentii lo smartphone suonare sul comodino.
Lo presi, e guardai sul display e vidi con stupore che era lui, Andrea, il donatore di sperma di mia moglie Laura.
” È lui!” Dissi a mia moglie tirandomi su con il busto dal letto, che mi guardò curiosa.
“Lui chi?!” Domandò.
“Il tuo donatore di sperma!” Dissi sorridendo.
Lei come me restò sorpresa, mi guardò ma non disse nulla, rimase in silenzio. Io l’avvicinai a me abbracciandola:
” Chissà che cazzo vuole ora?... Non gli è bastata la chiavata che ti ha fatto?” Bisbigliai volgarmente.
E per farla ascoltare misi il viva voce.
“Ciao!” Dissi.
“Ciao!” Rispose lui.
“Come mai non mi avete chiamato ieri?” Domandò.
“Ma perché dovevamo chiamarti?” Chiesi io.
“No ma speravo che lo faceste… lo avrei fatto io ma avevo lo smartphone in tilt.” Disse.
“E perché dovevamo sentirci? La donazione c’è stata, è finita, anche se non è andata come volevamo.” Risposi subito. E intanto guardavo mia moglie come reagiva alla sua telefonata e a quel che dicevo, visto che in quel momento ascoltava tutto.
“In che senso non è andata come volevate?... La donazione è riuscita benissimo, è andata bene!” Replicò lui.
“Con mia moglie intendo.” Precisai.
“Con tua moglie?... Bè cosa c’è di strano, ha avuto una donazione un po' in modo diverso, più carnale… non è la prima che la ricevente accoglie lo sperma in questo modo e credo non sarà l’ultima. “Ma perché reagisci così, sei geloso?” Domandò.
“Si! “Risposi fingendomi irritato davanti a mia moglie che ascoltava in silenzio, guardandola negli occhi… e mi sfogai:” … altro che donazione…. Te la sei chiavata passionalmente con la scusa della donazione.” Esclamai, tanto che Laura mi guardò imbarazzata dandomi un colpetto al braccio dicendo sottovoce:
” Non dire parole volgari… non usare questi termini.” Il termine era la parola < chiavata> che la scandalizzava.
Ci fu silenzio dall’altra parte, temevo che dicesse qualcosa come che l’avevo cercato io quella mattina…. Invece come se ammettesse la colpa per non scontrarsi con noi e litigare, cercò di smorzare il discorso proseguendo:
“E lì con te tua moglie?” Chiese.
Guardai Laura negli occhi e prima che lei mi dicesse qualcosa, l’abbracciai, la tirai verso me e dissi:” “No è in bagno che fa le sue cose, si è appena alzata!”
E lui forse sicuro riprese a parlare apertamente:
“Be dai... ragiona Roby! Tua moglie è una bella ragazza, una bella figa per dirlo con il nostro linguaggio maschile, non capita di avere una ricevente di sperma che desidera farsi fecondare bella e sensuale come tua moglie da praticarle a donazione. Farebbe piacere a chiunque chiavarla e venirle dentro, rendere la donazione un po' più erotica e passionale.”
Usando anche lui quel vocabolo che a Laura dava fastidio, la parola “chiavare”, che la trovava volgare e offensiva verso la donna.
Continuando a parlare e ammettendo la sua colpa con me, mi ero convinto, che lo facesse per non polemizzare e tenere buoni rapporti con noi, con me soprattutto.
“Ma per che motivo ci ha cercati?” Mi chiedevo.” Qual è il suo scopo? Amicizia, simpatia o perché si vuole di nuovo chiavare mia moglie con la scusa di un’altra donazione?”
L’ultima motivazione mi sembrava la più plausibile. Ma non dissi nulla, quasi allietato che ci avesse cercato, volevo vedere dove arrivava e cosa succedeva. E lui continuò:
” È vero! Mi sono lasciato andare e…. questo perché mi piace!... Tua moglie mi è piaciuta anche come donna. Forse mi è successo solo un’altra volta che la ricevente mi piacesse, ma comunque non così tanto come tua moglie.” Esclamò sfacciatamente.
“Appunto!” Risposi io alterato e allo stesso tempo divertito dentro di me, ma non da farlo capire a Laura:” Ma ti rendi conto di quello che dici? Mi stai dicendo che ti piace mia moglie e fare sesso con lei con la scusa della donazione, e me lo dici in faccia?!” Aggiungendo:” Ti ringrazio degli apprezzamenti su di lei, ma doveva avvenire tutto in modo diverso, distaccato, come avevamo deciso.”
“Ma io vi rispetto sempre, soprattutto lei, io non ci trovo niente di male né di strano provare piacere nella donazione… e praticarla con piacere e gioia entrambi.” E in quel momento esclamò:” Ma scusa... se sei stato anche tu a dirmi di farlo così, che eravamo tutti d’accordo?”
“Vidi il volto di Laura diventare stupito e guardarmi seria e abilmente cambiai discorso cercando di correggergli quella frase.
“Si d’accordo a farlo così ma per una donazione normale. Non certo per come è stata! “Risposi.
E fu lui che nel rispondermi senza rendersene conto che quasi rettificò quello detto e riportò il discorso lontano da quella affermazione facendo svanire qualche dubbio se mai ci fosse stato.
“Ma dai … anche se gode un po’ cosa c’è di male? Te lo detto, è capitato anche ad altre riceventi che godevano, anzi quasi a tutte sai di godere come lei davanti ai mariti e qualcuno ne ha tratto anche piacere nella visione.”
“Cosa vuoi dire con questo.”
“Solo quello che ho detto, qualcuno si eccitato a guardarla mentre chiavava, gli è anche venuto duro, e non credere c’erano anche mariti gelosi come te e peggio!”
Guardai mia moglie, come a confermarle che anche la mia eccitazione nel vederla chiavare con lui era naturale seppur involontaria, rimarcandole con il mio sguardo che era capitato anche ad altri.
Ma riflettevo, più che giustificarsi per quello che era accaduto sembrava volesse convincermi di qualcosa.
“E poi tra qualche giorno partirete e tutto sarà finito, sarete lontano e io vi avrò fatto il più bel regalo della vostra vita. “Dichiarò aggiungendo:” Ed Elisa resterà solo un bel ricordo, il più bello che ho avuto fino ad ora, mentre tu tornerai a vivere con loro, ad averla tutti i giorni… e soprattutto le notti… “E rise:” … non fare anche tu come alcuni mariti che sono gelosi.”
“Perché non dovrei essere geloso?” Risposi, mentre Laura sempre in silenzio ascoltava non lasciando trasparire alcuna espressione sul viso.
“Perché tu mi sembri una persona intelligente, che capisce la situazione, anche Elisa è una donna intelligente oltre che bella, l’ho capito già da quando eravamo in chat.”
Lei abbozzo un sorriso scuotendo il capo, mentre lui continuava a parlare: “Mi sembrate una coppia aperta, superiore intellettualmente alle altre e al piacere sessuale che si prova, che guarda al fine delle cose e non al mezzo per raggiungerle, e se per giungere al fine si fa qualcosa di spiacevole o di piacevole, lo si accetta.”
Lei era sempre al mio fianco appoggiata sulla spalla che ascoltava. E lui proseguì:
“Io se volete sono ancora disponibile a una nuova donazione … e anche di più se volete.”
“Ecco!” Pensai:” È questo è il motivo della telefonata.”
Guardai laura e sorrisi scuotendo la testa:” Hai capito perché ci ha telefonato? Ha ancora voglia di te! “Dissi a bassa voce allontanando da me lo smartphone.
” Cosa intendi con di più?” Domandai guardando negli occhi Laura.
“Intendo con carezze baci… giochini orali? Se volete!”
Ci fu silenzio, guardai mia moglie al mio fianco e le sorrisi scuotendo la testa e al silenzio della mia pausa lui domandò:
” La mai fatto orale Elisa? Le piace farsela leccare? Io sono disponibile anche a leccargliela e sono bravo, peccato che non è rasata, a me depilata piace di più, sono un cultore del senza pelo, come hai visto anch’io sono depilato. Se vorrà lo faremmo assieme all’altra donazione, gliela leccherò, oppure se non volete orale anche solo un’altra donazione semplice... “
Era sfacciato, irriverente e maleducato, dimostrava tutta la sua napoletanità e chiaramente qual era il suo fine, ma in quello che diceva c’era qualcosa di attrattivo per me, che mi turbava, e il solo fatto che mia moglie sentisse le sue proposte telefoniche mi eccitava.
Ci guardammo ancora io e lei e poi risposi:
“Se le piace o no queste sono cose nostre...” Aggiungendo subito, più per imbarazzare Laura al mio fianco che non per dirgli i fatti nostri: ... comunque noi non facciamo di queste cose…se non saltuariamente!”
Mi eccitava sentirlo parlare in quel modo e che lui indirettamente pensasse che lei non ascoltava e fare quelle proposte oscene su mia moglie, mentre lei vicino a me ascoltava tutto sconcertata.
“Ma non so! Questi atti che proponi sono fuori dalla nostra cultura ed educazione, sono cose che dovrei parlarne con mia moglie è lei che decide, ma sono certo che dirà di no! Non sarebbe più una donazione di sperma classica, ma sarebbe far sesso, chiavare!” Precisai davanti a lei.
“Tu dille che vorresti che facesse un'altra donazione, poi quando saremo li io ci proverò, vedrai che non si tirerà indietro, le piacerà, come ti ho detto è già successo ad altre riceventi.”
“No… non faccio queste cose, non inganno mia moglie, se devo dirle di un’altra donazione le parlo chiaro. Intanto come ti ho detto è lei che decide. Ora ti lascio… mi si sta scaricando lo smart…. Ti chiamerò io e ti farò sapere! “Dissi.
“Si! ...Allora aspetto una tua telefonata… e convinci Elisa per un'altra donazione.”
Lo salutai in modo distaccato ripetendogli che l’avrei chiamato io e fatto sapere.
Quando chiusi Laura sbottò:
“Ma è matto?! Come si permette chiedere quelle cose? Per chi mi ha preso?”
“Vedi qual era il suo scopo con la donazione ...chiavarti! Gli piaci!... Lo sapevo, lo sentivo, dei napoletani non si ci può fidare e ora vorrebbe chiavarti di nuovo!” Esclamai alzandomi dal letto e cercando di metterglielo in cattiva luce.
“Per piacere Roberto, non usare quei termini e parole volgare, lo sai che mi danno fastidio!”
“Ma se la usano tutti nel linguaggio corrente, anche lui …hai sentito?”
“Si ma preferisco che tu non la usi quella parola, che non sii volgare come gli altri. Tu sei diverso.”
“Va bene!” Replicai e spiazzandola chiesi all’improvviso: “Però a te lui piace?” E la guardai in viso che arrossì.
” Dimmi la verità per favore lo sai che ci tengo alla verità…!”
È imbarazzata pronunciò:” Ma che c’entra se mi piace? ... “Collegando subito:” Si mi piace fisicamente, è un bell’uomo... ma perché? Che c’entra questo?”
“No niente ...” Risposi provocatorio facendomi vedere un po' stizzito, e tornandomi di nuovo strani pensieri in testa che non mi erano mai andati via, pensai di approfittare di quella circostanza improvvisa dicendole:” … ma è chiaro che se dovessi rifarlo con lui ti piacerebbe?”
“Ma io non lo voglio rifare!... Perché dovrei se tra l’altro non serve più?! “Esclamò sincera e infastidita, alzandosi anche lei dal letto solo con le mutandine. Continuando a parlarmi, come a volersi giustificare di quello successo due sere prima, dicendomi:
” E poi scusa Roby, fai certe domande … è chiaro che una donna preferirebbe ricevere la donazione da qualcuno che le piace e non da uno che non le piace, magari da uno brutto! Se dovessi scegliere tu, preferiresti farlo con una ragazza brutta o con una bella che ti piace?” Rispose innervosita proseguendo: “Chiunque credo lo farebbe con una bella ragazza e così è per una donna!”
“Quindi lo giustifichi…” Risposi io:” … pensi come lui quando dice che è difficile resistere a una bella ragazza come te?”
“Oh ma senti… ne abbiamo già parlato, te la confermato anche lui che tutte le riceventi hanno provato piacere a farlo… anch’io lo provato e lo sai, non sono mica differente dalle altre donne.”
“Ha detto anche che pure i mariti che hanno assistito hanno provato piacere osservando!” Esclamai interrompendola.
“Si… tutti… capita… a tutti… e qualcosa di incontrollabile e io non giustifico niente e nessuno!” Rispose risentita della mia affermazione.
Era seccata di quella mia domanda e precisazione, io invece dentro di me ero divertito ed eccitato dalla sua risposta, da quella discussione che si era creata tra noi su di lui, sulla sessualità del donatore e del piacere che si prova.
Poi all’improvviso mi chiese: “Cosa voleva dire lui che eravate d’accordo per farlo?”
Ebbi un irrigidimento, ma restai calmo, riflettei un attimo e prendendo la cosa con sufficienza risposi:
“Intendeva dire la verità!... Che quando aveva chiamato l’altra volta come ora, dopo che ti avevo informata e sentito, avevamo parlato ed eravamo d’accordo per la seconda donazione, non ricordi? Eri d’accordo anche tu!” Aggiungendo:” Hai visto che poi si è corretto e ha detto che eravamo d’accordo tutti e tre?!”
“Ma sei tu che l’avevi chiamato o lui?
“Lui ... quel pomeriggio mi aveva chiamato lui ... come ha fatto questa mattina, hai visto anche tu, non lo mica chiamato io questa mattina e hai sentito con le tue orecchie cosa ha proposto…” Dissi: ...e poi questi sono dettagli che non c’entrano con la motivazione e il modo di praticare la donazione che andava fatta.”
Vedendola smarrita l’abbracciai e baciai stringendola a me e restò in silenzio....
Dopo il caffè, ci preparammo come al solito per andare al mare, oramai la giornata era stata rovinata, quella telefonata aveva rifatto rientrare prepotentemente Andrea nei nostri pensieri e tra i nostri silenzi.
Facemmo colazione al chiosco dei bagni, e quando fummo nella spiaggia ci mettemmo comodi. Tolse il pareo restando in bikini, solo con gli occhiali e il cappello a falde. L’aiutai a spalmare la crema sulla schiena e dietro le cosce per poi proseguire da sola, sul davanti delle gambe, sull’addome e sul petto, poi si sdraiò sul lettino a pancia in su a leggere e io seduto sulla sdraio a guardarmi attorno; sapendo che oramai era incinta e mi avrebbe fatto diventare papà. Cercando ognuno a proprio modo di esorcizzare il pensiero di lui che ci viveva addosso.
La osservavo sdraiata sul prendisole con le gambe luccicanti di crema a prendere il sole e vedevo una giovane donna come tante altre sulla spiaggia, che leggeva attenta con il volto impassibile dietro i suoi occhiali scuri qualche articolo che le interessava. Provavo una certa invidia per la sua naturalezza e il suo distacco da quello che ci accadeva, misto a rabbia per il suo saper vivere tranquilla da quello che era avvenuto, mentre io non ci riuscivo ed ero sempre a rimuginare dentro di me e a pensare a quelle scene.
Cercai di distrarmi e mi misi a guardare attorno e vidi sulla riva una mamma che giocava con la sabbia con il figlioletto e sembrava talmente assorta dai suoi pensieri da non rendersi conto di parlare da sola, un po' come me con mia moglie a volte, che vivevamo in modo differenti le stesse emozioni parlandoci ma non capendosi.
Tornai con lo sguardo su mia moglie, dalla mimica del suo volto e dall'armonia delle sue espressioni sembrava assorta nella lettura dell’articolo. Non si curava di me che le ero vicino, sembrava vivere una sua vita, come se non fosse accaduto nulla in quei quattro giorni che sconvolsero e cambiarono la nostra vita, la nostra sessualità ed il modo di approcciarci ad essa.
Mentre io seduto sulla sdraio, ero avvilito, pensieroso, ed invidioso del suo stato d’animo tranquillo, del suo distacco da tutto, meditando sugli errori fatti, mettendo in discussione anche la scelta della donazione di sperma naturale, diretta e privata, me stesso, mia moglie e il mio comportamento, lei era serena.
“Forse sarebbe stato meglio praticare la fecondazione assistita la PMA come la chiamano loro…” Pensai. Quando una donna incinta attirò la mia attenzione.
“Guarda Laura!” Le dissi chiamandola e facendole distogliere l’attenzione dal giornale. Lei voltò il capo e la vide che in bikini camminava verso il mare. Sorrisi:” Presto anche tu sarai così!” Mi venne da dire d’istinto.
Mi guardò da dietro gli occhiali e vidi le sue labbra distendersi e i margini alzarsi in un sorriso compiaciuto e felice.
“Speriamo presto!” Mormorò guardandosi intorno, osservando bambini, ragazzini, donne, nonne e tutte le persone che vivevano sotto gli ombrelloni.
E mentre riabbassava il capo nella lettura della rivista mi alzai:
“Vado a riva...” pronunciai:” Vieni!”
“No resto qui a godermi il sole.” Rispose. È solitario sotto i raggi ormai cocenti mi avviai lungo la passerella di tela verso il mare.
Passeggiavo sulla riva riflettendo alle parole di lui, e assurdamente lo giustificavo e mi dicevo:
” In fondo ha ragione, Laura è una bella donna, piacente, chiunque avrebbe desiderio carnale di possederla.” Aggiungendo ai miei ragionamenti morbosi:” E poi qualsiasi cosa succedesse qui, noi torneremo a casa e finirebbe tutto. Nessuno saprebbe nulla, sarebbe come vivere un sogno, un’avventura, una trasgressione di coppia e non solo una donazione. “
E mi risuonavano in testa ancora le sue parole.
“Io sono ancora disponibile a una nuova donazione ... e anche di più se volete!”
Proponendoci non più una donazione di sperma normale, ma sesso esplicito. E quel suo confidarci che anche le altre riceventi, tutte praticamente avevano goduto con lui e anche qualche marito nell’osservare la moglie durante la donazione godeva, probabilmente come me. Quelle informazioni mi tranquillizzavano che non ero il solo a eccitarmi nel vedere mia moglie posseduta da lui e quella conoscenza mi normalizzava quel modo morboso e strano di pensare.
“È successo anche agli altri mariti… quindi è normale godere a vedere la propria moglie far sesso con il donatore…” Ragionavo.
Passeggiai con i piedi nell’acqua e sentii che mi prese prima il desiderio e poi l’intenzione di rifarlo ancora e a quei pensieri sentii il mio cazzo pulsare con lo stimolo dell’erezione, diventarmi duro. Mi voltai verso il mare aperto guardando l’orizzonte per non fare notare il gonfiore ai turisti vicino.
“In fin dei conti non c’è nulla di male anche se lo rifacciamo, l’importante è che siamo d’accordo io e Laura… intanto nessuno saprà nulla.” Considerai scherzoso con l’intenzione di richiederglielo al momento opportuno: “In fin dei conti non c’è due senza tre…” E sorrisi.
Il problema era convincere ancora Laura.
Tornai su, mi sedetti e mi misi a leggere anch’io.
Verso le 13.00 ci alzammo per andare al chiosco dei bagni dove oltre il ristorante c’era la tavola calda per pranzare con qualcosa. E ancora come la volta precedente lungo la passatoia che da riva al mare portava al chiosco, mentre lei camminava davanti a me, presi il coraggio a due mani e mi dissi:” O ora… o mai più!” Non avrei avuto altre occasioni e la sfrontatezza che avevo in quel momento.
Ed esclami a Laura chiaramente senza tergiversare mentre camminava davanti a me:
“Tu la faresti ancora una nuova donazione con lui?”
Si fermò e restò immobile, e si voltò a guardarmi con una espressione sorpresa in quella parte di viso sotto gli occhiali, come se non avesse compreso e invece aveva capito subito e benissimo.
Era sorpresa che dopo la mia scenata glielo chiedessi ancora.
“Ma...!” Esclamò:” Scherzi…?”
E prima che dicesse altro la interruppi subito dicendo:” Ce lo ha chiesto lui stamattina, hai sentito anche tu al telefono.”
“Si...ma cosa c’entra, lui ha fatto una sua richiesta e sconcia per certi versi… e poi hai detto tu che non serve più un’altra donazione, quindi perché farlo ancora?”
E aggiunsi come drogato dal desiderio di rivederla con lui, privo di considerazione e rispetto per Laura:
“Così volevo sapere…. L’altra sera ti è piaciuto, lo hai fatto volentieri e anche lui ti piace e vorresti rifarlo lo so, lo sento e se vuoi io sono d’accordo con te! “
“Ma che dici Roby?!! Sei impazzito? Mi piace… vorrei rifarlo ... lo senti!... Sei d’accordo come me? Quale accordo?” Esclamò scandalizzata dalla mia franchezza. “Io non voglio rifarlo… mi ricordo anche benissimo della tua scenata di gelosia dopo che mi ha fatto piangere. Cos’è? Un trucco per mettermi alla prova?!”
“Nessun trucco, parlo seriamente. Quella è stata una reazione improvvisa, di gelosia, non verso di te, ma verso me perché mi era piaciuto guardavi. “
Restò in silenzio e proseguii.
“Ora non sarebbe più così, e non sarebbe neppure un tradimento… sarebbe una trasgressione nella donazione e basta, lo abbiamo già fatto…”
“Io ho ricevuto delle donazioni … non ho fatto altro! ...” Precisò risentita.
“La verità amore è che siamo in vacanza, hai già ricevuto due donazioni, se ne avviene una terza un po' più sessuale non succede nulla se noi siamo d’accordo, preparati e consenzienti. Non intaccherà il nostro amore. Diciamo che sarebbe una donazione sessuale… chiamiamola così!... Ma devi scegliere tu!”
Era stravolta da quella mia proposta improvvisa e inaspettata e che fossi proprio io a fargliela dopo quella scenata…. Sapeva che un’altra donazione non serviva allo scopo fecondativo e che se l’avesse accettata, significava solo fare sesso con lui. Praticamente le stavo chiedendo con il pretesto di ricevere un’altra donazione, di lasciarsi chiavare ancora da Andrea e io guardare.
E ancora una volta incapace di prendermene la responsabilità, inconsciamente scaricavo su di lei la decisione, rendendola responsabile della scelta e di quello che sarebbe avvenuto. Eravamo solo noi due fermi sulla passerella, lei si volto a guardare in giro nascosta dagli occhiali da sole e dalle falde del cappello e domandai ancora deciso a bruciapelo:
“Vorresti rifarlo tu?”
Lei non rispose, non disse né si, né no e cambiò discorso chiedendomi:
“Ma non andiamo più via?”
“No restiamo ancora. “Risposi pronto. “Ancora oggi e domani poi ripartiamo e non lo rivedremo mai più il donatore.” Aggiunsi.
Restò in silenzio, sembrava persa sotto quel suo cappellaccio, ma io notando la sua difficoltà e non reazione continuai: “Lo posso chiamare al telefono se vuoi.”
“No!” Esclamò d’istinto.
Restò sempre in silenzio lasciando passare altre persone sulla passatoia e appena si allontanarono mormorò:” E tu?... Tu che fai?... Guardi?”
“Si!” Risposi deciso: “Io guardo, assisto! Come le altre volte, in fin dei conti anche se sessuale è pur sempre una donazione.”
Ferma si guardò attorno mettendosi a posto i capelli sotto le falde del cappello dicendo senza guardami:
“Io dico che non è giusto farlo ancora e in questo modo Roberto …”
“Perché?” Chiesi.
“Perché non sarebbe più una cosa pulita, per uno scopo elevato, riproduttivo, per avere un figlio noi, diventerebbe solo sesso e io mi sentirei a disagio a fare sesso con un altro, mi sembrerebbe di tradirti davvero.”
“Ma no che dici amore?... Che tradimento… Siamo tutte e due d’accordo e consenzienti, non c’è tradimento, è una donazione allargata… come te lo devo dire.”
“Non mi piacciono queste cose Roberto e lo sai, sono solo porcate, prive di morale e di scopo, sarebbe solo fare sesso.”
“Ma che c’entra… fai conto che sia un’altra donazione, che poi in fondo lo è, ti eiacula dentro ancora, poi finito tutto partiamo e torniamo a casa nostra e dimentichiamo l’accaduto.”
Feci una pausa e continuai:
“E’ una trasgressione Laura, che approfittiamo nella donazione, nulla di particolare, lui ti piace e tu piaci a lui, siamo in vacanza, nessuno saprà niente e quando toneremo a casa sarà tutto finito.”
Vedevo che era indecisa, tentata nonostante la sua moralità le imponesse di non farlo.
“Prendila come fare un’altra donazione in modo diverso amore…tra noi non cambia nulla, diciamo che fai un peccato, che hai un’avventura, chiamala come vuoi?” Ripetei per convincerla.
“Ma ti rendi conto di cosa mi chiedi Roberto? …” Disse sottovoce:” … si può dire che siamo ancora sposini … è meno di tre anni che siamo sposati e tu mi proponi queste cose... contro i nostri principi, morali ed etici… e anche religiosi e culturali, di andare e fare sesso con un altro uomo.... Tu stesso hai detto che sarebbe un tradimento non una donazione e ora ti rimangi tutto quello che hai detto l’altra sera?” Affermò seria guardandomi, facendomi sentire una persona spregevole.
A quelle parole mi fermai non dissi più nulla, non cercai più di convincerla, la guardai e passandole davanti mormorai:” Hai ragione… mi contraddico, sono una persona deplorevole e scellerata … scusami!... Andiamo al ristorante.”
E mi incamminai con lei dietro. Mi rendevo conto che eravamo ad un passo da qualcosa di particolare e strano, aveva ragione davvero, rifarlo sarebbe stato un tradimento avrebbe voluto dire accettare un altro modo di vivere la nostra sessualità.
“Forse è meglio che mi faccia dalle seghe quando mi vengono queste idee e la lasci tranquilla…” Pensai:” Tanto più che ormai è incinta…”
E mi avviai.
Ma mentre camminavamo la sentii dire dietro di me sottovoce:
“Io non ho mai fatto queste cose, non ci sono portata, io amo te, ho fatto solo sesso con te e non ti ho mai tradito, la donazione era un conto, era programmata e motivata dallo scopo riproduttivo di avere un figlio, questo no … non so!... Io lo vedo come un tradimento…” Ripeté.
Mi fermai e mi voltai dicendo:
“Hai ragione amore, non so nemmeno io perché ti ho proposto queste cose, scusami, non succederà più. Comunque non voglio che pensi che ti abbia spinta a tradirmi, assolutamente non è così, ti amo e non era questa la mia intenzione. Per me praticare la donazione in questo modo, sessuale, in questo contesto non era tradimento... perché saremmo stati tutti e due d’accordo e consenzienti come nella donazione normale. Per me sarebbe stato come un gioco, sarebbe stata solo una trasgressione vacanziera, un qualcosa di bello che poi avremmo dimenticato o ci saremmo raccontati, ecco… questa era la mia intenzione e null’altro….
Tu potevi prenderla come un’ultima donazione piacevole da lui! … Nessuno avrebbe mai saputo niente al di fuori di noi. Lui ti piace, tu le piaci e lo so…e sarebbe stata solo una donazione trasgressiva e nient’altro…” Ripetei sincero prendendole la mano nella mia. “Ti richiedo scusa per il mio comportamento e quello che ti ho proposto, ma la richiesta che ti ho fatto non era assolutamente una mancanza di rispetto nei tuoi confronti, ci mancherebbe… e non intendevo offenderti, ti chiedo ancora scusa sinceramente. Tutto qui… non te ne parlerò più!... “Dissi portandomi la sua mano sulle labbra dandole un bacio come un galantuomo. “Ma ora andiamo a pranzare che è l’una e ho fame!” Aggiunsi sorridendo.
Era inutile che insistevo, aveva ragione lei e poi la conoscevo bene, se non voleva non c’era niente da fare, mi ero sbagliato sul suo conto, pensavo che piacendole quel napoletano sarebbe stata favorevole e invece….
Camminammo alcuni secondi in silenzio, con lei sempre dietro me e prima di arrivare al chiosco sentii la sua voce incerta domandare:
“Ma tu vuoi?”
Quella volta mi fermai e voltai io.
“Si, io vorrei!” Risposi immediatamente:” E lo sai!”
Ci fu ancora una lunga pausa di silenzio tra noi mentre ci guardavamo, lei da dietro gli occhiali scuri, interrotta solo dal vociare dei turisti e qualche grida lontana.
“E tu vorresti?” Le domandai.
“Non lo so!... “Rispose:” …Vorrei e non vorrei…” Fece una pausa e proseguì: “O paura che poi ci saranno problemi tra noi. Che succederà?”
“Ma no! Non ci saranno problemi perché noi ci amiamo aldilà del sesso e non succederà niente a farti possedere se non tu di provare un po' di piacere come l’altra sera oltre ad avere un figlio da lui. Ecco cosa succederà.”
Visto che era dubbiosa cercavo di convincerla in tutti i modi e stranamente mi eccitavo nel farlo.
“Io farlo sessualmente ho paura Roberto, mi conosci, non so come reagisco… non so! Non vorrei che poi tu reagisci male e diventi geloso…!”
“Non c’è nessuna paura amore, lui ce lo ha proposto hai sentito anche tu, io sono d’accordo, favorevole, decidi tu amore! Devi decidere tu se avere ancora un amplesso con lui…” E usai volutamente la parola amplesso e non donazione, eccitandomi nel farlo, nel corromperla psicologicamente, nell’indurla a tradirmi.
“Devi decidere tu! Se non vuoi che hai problemi morali, etici o pensi coniugali non si fa niente, non gli telefono e non glielo dico e domani o dopo torneremo a casa e non lo vedremo mai più.” Esclamai quasi rassegnato.
Lei rispose:
“Ma tu poi fai scenate? Diventi geloso?”
“Che scenate?”
“Scenate di gelosia come l’altra sera che mi hai fatto anche piangere, mi hai offesa e fatta sentire sporca! Una donnaccia!”
Era inutile negare, quel che diceva era vero e dissi:
“È vero amore, l’altra sera ho reagito male e me ne sono pentito e ti ho chiesto scusa e come vedi siamo ancora qui assieme… non ti ho lasciata. Quindi se si farà un’altra donazione non ci sarà più nessuna scenata da parte mia!” La rassicurai sempre tenendole la mano.
Lei dandosi un’aria pudica e per bene da dietro gli occhiali da sole, senza mai dire sì accetto o non accetto, esclamò:
“Ma non farò mai quelle cose che ha chiesto lui …. e restami vicina!”
Con quella affermazione aveva accettato senza dire di sì, senza confermare, com’era nella sua personalità.
Comunque aveva accettato di rifare un’altra donazione come aveva chiesto lui e volevo io… pur non mostrando di volerlo. E lo sentivo… lo sapevo… che acconsentiva e dentro di me ero scelleratamente felice, che quel napoletano oltre ad avermela ingravidata si chiavasse ancora mia moglie.
“Si certo amore, stai tranquilla, farai quello che ti sentirai di fare come l’altra sera, sarà una donazione ma sessuale e io non ti lascerò mai sola. E sarò vicino a te che ti osserverò.” Stupidamente ero contento che accettasse di farsi chiavare ancora da lui. Invece di essere triste, in quel momento ne gioivo.
“Non ci sono cose strane da fare amore…” Dissi per rassicurarla:” …lui infondo ha chiesto solo di potertela leccare, se tu non vuoi che ti lecca la figa glielo dico… in fin dei conti leccare la figa non è niente di strano, qualche volta l’ho fatto anch’io a te e ti piaceva, e lui hai sentito anche tu ha detto che è molto bravo nel farlo. Vedi tu... se ti bacia e ti succhia il seno, non vedo cosa ci sia di strano a lasciarsi leccare la figa.”
Non rispose, ma scrupolosa com’era il suo carattere disse solo: “Non è il seno che si succhia, ma i capezzoli!” Precisò con la sua solita puntigliosità nel correggermi.
Dopo quelle parole e quel chiarimento tra noi, ripresi a camminare sulla passatoia e lei venirmi dietro fino a giungere ed entrare nel ristorante dove ordinammo.
Tra di noi, ci furono pause e sguardi, sapevo che anche a lei piaceva rifarlo con lui, ricevere un’altra donazione, ma durante il pranzo non dicemmo nulla.
Sedendosi posò il grosso cappello sulla sedia affianco e i grandi occhiali scuri sulla tavola e si accomodò, con i capelli tirati in su da un mollettone lasciando il collo sensuale alla vista. Non visto da lei pensavo e la osservavo. Non aveva acconsentito a rifare la donazione immediatamente, aveva resistito interiormente con la sua educazione, la morale e il pudore e aveva combattuto contro sé stessa, non solo in quel momento, ma anche nei giorni precedenti quando si sentiva attratta da lui. Ed era per quello e per orgoglio che non disse di sì o va bene come le altre volte, ma lo fece capire nel gioco di parole.
Aveva ragione lei comunque, un conto era fare una donazione programmata, motivata con uno scopo procreativo che anche se c’era sessualità si sentiva eticamente pulita, legittimata e moralmente giustificata a effettuare, anche godendone fisicamente di quella donazione, sentendosi scagionata, assolta da quella inosservanza dei suoi principi morali e del suo comportamento non etico. Ma ora sapeva benissimo che si trattava di fare solo sesso con lui, per godere... perché lui gli piaceva e la faceva gioire più di me, e intanto nel praticare sesso in maniera lussuriosa, ricevere un ulteriore donazione di sperma da lui, e non per ricevere una donazione in sé stessa. E più che la mia persuasione, prevalse in lei il suo inconscio, il suo desiderio, le emozioni e sensazioni già provate a farla scegliere e acconsentire.
Vedevo che pranzando rifletteva, probabilmente ci pensava ancora, era distante con la mente, non era ancora pienamente convinta, ma oramai aveva detto si, più che a me, a sé stessa.
Quel suo pensare era dovuto non solo al fatto di fare sesso liberamente con lui, ma alla riflessione su sé stessa dell’aver accettato quello che io avevo chiamato chiaramente con il suo nome,< un amplesso> e le piaceva saperlo così, un rapporto sessuale e non una donazione di sperma, non avendomi corretto; e si sentiva diversa da prima, come tante ragazze o donne che tradiscono il marito e che fino a quel momento aveva condannato apertamente ritenendole impudiche se non donnacce… e ora si ritrovava lei nella loro stessa situazione.
La osservavo mangiare e mi rendevo conto che in pochi giorni era cambiata anche lei, aveva accettato senza quasi opporre resistenza, come se fosse un’altra donna e non più la stessa Laura di prima. Quando poco prima sulla passerella le avevo detto:” No… va bene non lo facciamo più, scusami della richiesta…” Chiudendo tutto, fu lei a farsi avanti e a chiedere indirettamente di rifarlo. “È proprio vero che le donne sono tutte uguali, tutte puttane…” Pensai maschilisticamente.
Dopo il pranzo ritornati in spiaggia, ci rimettemmo ai nostri posti e a fare quello che facevamo la mattina, leggere, sentire musica, guardare attorno, e mentre lei aveva indosso una sorta di apprensione e dispiacere tardivo per quello concordato, io ero vivace, soddisfatto che avesse acconsentito.
“Lo chiamo!” Dissi all’improvviso ridendo come per prenderla in giro.
Lei mi guardò senza dire nulla e presi lo smartphone, cercai il suo numero in memoria e quando lo vidi sul display mormorai guardando Laura e sorridendo:” Guardo che lo chiamo davvero? Sei d’accordo?”
Vidi che anche lei sorrideva ma non diceva nulla, conoscendola sapevo che era il suo modo di dire sì ma non vorrei. Ma precisai giocando: “Conto fino a dieci, se non mi fermi lo chiamo!” Sorrise ancora scuotendo il grosso cappello. E quando arrivai al dieci mi guardò sorridendo e io mostrandole il display con il nome di Andrea, lo digitai. E con lei vicina lo richiamai.
“Ciao!” Esclamai appena mi rispose.
“Ah… ciao Roberto…!” Replicò lui.
“Senti ne abbiamo parlato, Elisa ha acconsentito ed è pronta per un’altra donazione per stasera, come l’ultima volta. Ho dovuta convincerla… ma visto che bisognerebbe farne almeno un ciclo di tre come dicevi tu, non vogliamo rompere la magia, non si sa mai...” Dissi ridendo:” … siamo superstiziosi, ma senza porcate sia chiaro!” Precisai:” Voglio che la rispetti. “Affermai.
“Ma certo che la rispetto…” Rispose subito:” … cosa credi...sarà una donazione bellissima!” Replicò mentre con il viva voce anche Laura ascoltava.
“E’ lì con te Elisa?” Chiese.
“No!... E ‘in riva al mare, siamo alla spiaggia.”
“Ah…!”
“La Donazione la faremo stasera perché nei giorni seguenti partiremo.” Gli comunicai.
“Bene! Io sono sempre pronto per Elisa… per voi!” Si corresse subito.” Sono contento che accettiate e mi dispiace davvero che partiate così presto, siete due brave e belle persone!” Rispose, continuando:
“Si vede che vi volete molto bene e se permettete stasera vi invito a cena io, come saluto … e poi con calma andiamo a casa vostra per la donazione. “
“A cena?!... L’ultima cena…!?” Pronunciai ridendo guardando Laura che sorrise anche lei.
” Io non vorrei ma siete voi che avete deciso di partire.” Replicò.
“Si c’è un nostro parente, uno zio di Laura che non sta bene. “Risposi mentendo.
“Eiiihhh…!!” Mormorò a bassa voce Laura sorridendo seccata, dandomi un colpo con il braccio:” ... perché non dici un tuo parente …” Precisò scaramantica.
Sorrisi di quella sua superstizione, e allontanando lo smart dalla parte opposta mi avvicinai a lei dicendo a bassa voce con un mezzo sorriso: “Ci andiamo a cena con lui?”
“Lei fu evasiva, non voleva farmi vedere che era interessata e mosse il capo in avanti in segno affermativo sussurrando: “Si… ma fai tu!”
E allora decisi io, la possibilità di mettere Laura di fronte a lui in una sorta di corteggiamento visivo fatto di sguardi e ammiccamenti, parole e battute mi stuzzicava. Avrei rivisto come la prima volta il suo imbarazzo negli occhi, sapendo che lui gli piaceva e lo desiderava.
Confermai la disponibilità di mia moglie alla cena e lui mi diede il nome del ristorante dove trovarci, non più in pizzeria da Gennaro come la prima volta, ma sul lungomare poco distante da casa nostra, alle 20.30. E dopo alcuni convenevoli, battute e complimenti su Laura/Elisa ci salutammo.
Laura aveva ascoltato tutto, ma voleva mostrarsi indifferente e distaccata, ma conoscendola bene, con me non ci riusciva:
” Hai sentito? Stasera siamo invitati!” Dissi sorridendo.” Ci ha invitati in un ristorante sul lungomare visto che gli ho detto che nei prossimi giorni non ci saremo perché partiremo.”
Poi provocandola ancora divertito mormorai: “Però se tu sei contraria possiamo sempre rifiutare. Cosa dici?”
“Non so …. Ma… per me va bene …!” Ripeté sfuggente ed evasiva.
“Si tratta di una cena di saluto e poi verremo su in casa per l’ultima donazione.” Precisai come a riconfermarglielo.
Non disse nulla, solo un gesto in avanti del mento come dire va bene, ed accettare.
“D’accordo...” Dissi io sorridendo:” ...ma fatti bella stasera che ti voglio al mio fianco bellissima, unica. Tutti ti devono guardare, soprattutto lui, dovrai essere sexy, dovrà schiattare di invidia…e morire di desiderio. “
Sorrise anche lei. Ero contento che anche Laura stesse prendendo quella trasgressione come un gioco.
Quel giorno cadeva di domenica e anche se eravamo a fine giugno era iniziata l’estate vera e propria, ed erano arrivati molti turisti. La spiaggia si era affolla e il mare antistante si era riempito di barche, da piccole a medie dimensioni e sarebbe proseguito così anche nei giorni seguenti se ci fossimo fermati, visto che il tempo era veramente bello.
Facemmo anche noi un giro con il pattino a pedali, un po’ al largo, dove si aveva una splendida vista della riva e dei dintorni.
Tutto sommato noi nello stabilimento stavamo bene, ma nelle spiagge libere era un carnaio.
“Non ho mai capito come si faccia e quale soddisfazione si possa mai provare a fare il bagno o sedersi uno contro all’altro nelle spiagge libere. Ma tant’è… è sempre piena! “Disse lei a quella visione di affollamento e ressa che vedevamo dal mare. Continuando: “Alla gente evidentemente piace la comunanza fisica con gli altri.”
“Si, Anche il piscio e la merda degli altri, talvolta.” Dissi io.
“Roby! ...Non essere volgare per favore…” Replicò.
“Guarda! … “Esclamai:” …In poche ore è diventato un putiferio. Famiglie con secchielli e cappellini, materassini, odore di creme spray, richiami materni alla prudenza… Tutto nel giro di poco tempo.” Continuando a parlare: “L’estate al mare è così! Ma al momento godiamoci la tranquillità di questa pedalata e quando saremo nei nostri bagni gli spazi nella nostra spiaggia non ci mancheranno e ci godremo il sole.”
La guardai e sorrise.
Quando arrivammo a riva, ritornammo sui nostri lettini e ci rimettemmo a prendere il sole, poco dopo lei accaldata si alzò:
“Vado a fare il bagno. Vieni!”
“No resto qui amore! …Non mi va!” Dissi.
Lei tolse cappello e occhiali e si incamminò sulla passatoia verso la riva e io chiudendo gli occhi mi misi a pensare, chiedendomi, come potesse essere così tranquilla e distaccata mentre io dentro mi arrovellavo, eppure ero sicuro che era anche lei nelle mie stesse condizioni, ma non lo mostrava.
Mentre era a riva ed entrava lentamente in acqua e si bagnava cercando refrigerio, io scrutavo attorno cercando di dare risposte convincenti al mio essere e ai miei dubbi.
Lo sguardo e la mente vagavano alla ricerca di qualcosa che mi potesse aiutare a capire perché…?
Perché avessi quei desideri folli su mia moglie e perché desiderassi così tanto metterli in pratica? In quattro giorni, con le due donazioni era stata sconvolta la nostra sessualità, la nostra vita, il modo di pensare e vedere le cose.
Scomodo sul lettino, mi sollevai sul gomito in cerca di qualcosa da leggere per non pensare, ma lo sguardo mi cadde sulla fila degli ombrelloni davanti, dove alcune ragazze prendevano il sole senza il pezzo di sopra. Mio malgrado, cominciai a osservarle più per noia che per reale curiosità, non per vantarmi, ma non erano più belle di mia moglie.
Laura intanto nuotava costeggiando la riva, senza andare al largo per paura e per evitare che mi preoccupassi.
Potevo permettermi di guardare le belle ragazze senza sentire addosso gli occhi di ghiaccio di mia moglie che mi trafiggevano appena osservavo qualcuna, era gelosa di me anche se non ero sessualmente il massimo e questo mi soddisfaceva e piaceva che lo fosse.
Abbassai la rivista e gli occhiali da sole per scrutare l’immersione di alcune ragazze sulla battigia.
In quei momenti tranquilli e felici mi dolevo della mia condizione essendo uomo al 50 %, quello stupido incidente di quella partita di calcio di due anni prima mi aveva menomato, sia fisicamente che psicologicamente, riducendo le mie capacità sessuali e rendendomi sterile, anche se vivevo la mia vita sessuale con Laura e non mi lamentavo.
Avevo Il dono prezioso di avere una moglie come Laura, bella, comprensiva che mi amava per quello che ero e potevo darle, ed anch’io l’amavo. Mi sarebbe comunque piaciuto scherzare con quelle ragazze, corteggiarle come facevano gli altri, anche se fisicamente non ero più quello di prima e mi ero appesantito per via degli ormoni; non avevo più l’addome a tartaruga di qualche anno prima, ma pochi capelli e una simpatica pancetta da sedentario, che però incontrava il gusto della mia consorte.
Pensavo… mentre ascoltavo le altre turiste mie vicine di ombrellone chiacchierare di abbigliamento estivo e di necessità improcrastinabili, mentre i mariti discutevano tra loro:
“Perché più tardi non andiamo al centro commerciale? Non ho niente da mettere per quest’estate. “Chiese l’una, e l’altra rispose:
“Si ma ricordati la carta di credito. Non fare come la volta scorsa che l’hai dimenticata. Ti ricordi che figura alla cassa?! “E ridevano divertite discutendo.
Non riuscivo a concentrami sulla lettura, avevo sempre in testa quello che avremmo fatto.
Eppure era una giornata fantastica, dove il sole accarezzava la pelle regalando brividi di calore su tutto il corpo e Laura ne aveva saputo approfittare facendosi un bagno.
Io preferivo restare in spiaggia, occhi chiusi, a sentire la brezza passarmi sulla pelle e tra i pochi capelli a rinfrescarmi quel giusto per non sudare.
Per me godermi quei momenti fantastici di sollazzo era più bello che una nuotata al mare.
Mentre assaporavo quei momenti tirai su lo sguardo e vidi lei... Laura davanti a me, tutta bagnata e sorridente, con l’acqua che le grondava e scivolava dal corpo colando sulla sabbia.
Era tutta bagnata, ma bella e sensuale. Sulla pelle le gocce d’acqua riflesse dal sole sembravano brillantini luccicanti e la sua abbronzatura da pelle pallida e da sole con la crema filtro era diventata color dell’ambra, creando un effetto fantastico. Ridendo e bagnando anche me scuotendo forte i capelli e strizzandoli lateralmente con le dita come se fossero un panno, dirigeva gli spruzzi lanciati a forza verso me, e ridendo divertita come una ragazzina per avermi bagnato, si sdraiò sopra il lettino, mettendosi come una lucertola al sole.
“Brrrr!! Si sta bene in acqua...” Disse scuotendosi da un brivido improvviso:” ...è bella calda.” Sembrava quasi una bambina con quella felicità per così poco.
Chiacchieravamo come due turisti qualsiasi, non ci pareva di essere lì per la donazione, sembrava che non ci fosse nemmeno, che fossimo solo io e lei in vacanza e sarebbe stato bello se fosse stato così, ma in fondo in un certo senso noi, ma soprattutto lei, avevamo una missione da compiere. Quella di avere un figlio.
Tra non molto anche qui nel nostro stabilimento sarà il caos.” Dissi vedendo arrivare altra gente.
In quel momento arrivò una famiglia nuova sorridente, lei giunonica, lui il tipico impiegato con due figli in età puberale, che in silenzio ci guardarono, parlando poi tra loro in dialetto. Si avvicinarono e lui chiese con educazione se erano nel posto giusto, mostrandomi un biglietto dei bagni.
“Si!” Dissi indicando l’ombrellone con il loro numero davanti al nostro e sorridendo si accomodarono.
Lui con le braccia bianche e pelose cercò di aprirlo ma non ci riuscì, mi alzai io e lo feci per lui che mi ringraziò sotto il sorriso pieno e cicciottello di sua moglie. Tornai a sedermi, mentre i ragazzini riversavano salvagente e canottino sulla sabbia.
Laura mi sorrise: “Lo hai salvato da un impiccio ma nello stesso tempo gli hai fatto fare una figuraccia con la moglie… ho visto sai come ti ha sorriso lei.”
La guardai divertito:” … cos’era un sorriso tanto al chilo?” Risposi cattivo e ridemmo.
Poi incomincio a fare il gioco dell’accento che ogni tanto tra noi facevamo:
“Da quale regione verranno? … “Chiese Laura.
“Hanno l’accento del Sud.” Risposi.
“No secondo me del centro-sud… Abruzzo!” Esclamò lei.
Intanto loro misero i lettini prendisole in modo disordinato e vivacemente aperti, con ciabattine ai loro fianchi e la moglie si sedette su uno di essi da sprofondare.
Smettemmo di giocare e ci rimettemmo a leggere.
Verso le 18.30 uscimmo dai bagni, facemmo un pezzo di lungomare e andammo in centro a prendere l’aperitivo, poi lentamente tornammo a casa, dovevamo prepararci per la cena e poi per l’ultima donazione di sperma.
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