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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
All Right Reserved 2022
ANALISI DI UN CUCKOLD IN TERAPIA
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.
Promemoria sui nomi visto il periodo di sospensione.
Patrizia: nome reale della moglie.
Chiara: nome di fantasia usato dalla moglie per i partner negli incontri.
Mimmo: nome reale del marito.
Andrea: nome di fantasia del marito che dava ai partner negli incontri con mia moglie
NOTE:
“Ho chiuso con i grandi amori, torno ai grandi amanti.”
Anonima.
LUOGHI INSOLITI – CAR SEX
Il giovedì seguente ritornato nello studio, la dottoressa mi fece accomodare con un sorriso aperto, dicendomi: Ci siamo quasi Mimmo…” Sorrisi, significava ancora qualche seduta e poi compiva la sua analisi su di me.
Sapendo già come fare mi accomodai e sdraiai nel lettino curvo da terapia e lei si sedette vicino a me con bloc notes e la penna dicendomi:” Bene Mimmo, incominciamo. Mi diceva nell’ultima seduta che avevate cambiato modo di trasgredire, che dopo quel Camillo cercavate partner per avere rapporti sessuali in posti insoliti…Mi dica…?”
E iniziai a narrare:
“Si dottoressa, dopo che io e mia moglie ci eravamo accordati, eccitato iniziai a visionare gli annunci nei vari siti erotici, meglio farei a dire pornografici. Come la volta precedente ne lessi molti in vari siti e diversi tra loro, finché capendo il funzionamento mi dedicai ai singoli che praticavano sesso in luoghi insoliti, soprattutto car sex, non mi interessava e non cercavamo altro.
Risposi a molti annunci con lo stesso indirizzo email fittizio che avevo creato appositamente anni prima per la precedente situazione trasgressiva, ma tutti sembravano prediligere solo l’aspetto sessuale, scusi il termine dottoressa< la chiavata>, finché mi imbattei in un annuncio che attirò la mia attenzione e diceva:
“Sono un 50enne, fisico asciutto senza grilli per la testa, non cerco rogne e non ne do.
Abitando nell’Imperiese a volte giro varie province da Genova fino a Nizza ed entroterra basso Piemonte. Mi piace il voyeurismo e il carsex. Cerco un marito che ami mostrare la sua signora, in auto, in spiaggia, in ville o posti insoliti. Se voluto in modo soft, palpare, leccare figa, seno…tutto, anche chiavare se voluto, con il rispetto delle regole del gioco, stima e riguardo. Sono dotato…” E aggiungeva:” N.b. non cerco singoli solo coppie FM.”
Non so perché, ma risposi anche a quello, certamente dal modo di scrivere non era del nostro livello culturale, qualche errore di grammatica e ortografia, ma soprattutto quel “…non cerco rogne e non ne do…” detto in un modo così volgare, popolano. “
“Allora lo contattò Mimmo?” Domandò la dottoressa.
“Si, lui rispose dicendo che si chiamava Angelo, che le faceva piacere conoscermi ed iniziammo una corrispondenza epistolare. Mi accorsi subito che anche se appariva di cultura medio-bassa, non certo diplomato, non lo era per quello che riguardava il sesso e tutti i suoi aspetti, che sembrava conoscere bene e a fondo, e iniziai a corrispondere e gli scrissi:
“Ciao Angelo, io mi chiamo Andrea e con mia moglie cerchiamo qualcuno educato, pulito con cui poter provare a trasgredire sessualmente, non lo abbiamo mai fatto…” Dissi mentendo:” ... per questo cerchiamo una persona con determinati requisiti, tra i quali l’esperienza, la dotazione sessuale, la virilità e che sia pratico di sesso in posti insoliti. Hai davvero 50 anni? Io sono tuo coetaneo, ne ho 56 anni e mia moglie cinquant’ anni. Volevamo sapere anche qualcosa in più di te.” E inviai e il giorno dopo mi rispose.”
“Perché gli disse che era la prima volta Mimmo se lo avevate già fatto prima?” Domandò.
“Perché volevo vedere come si comportava, poi perché mi eccitava e in fondo era vero, non lo avevamo mai praticati incontri sessuali in quel modo in luoghi insoliti e carsex.”
“Continui, cosa gli disse ancora quell’uomo?” Mi esortò la psicologa.
“Niente di particolare, mi rispose dicendomi che aveva i requisiti da me richiesti, che anche lui era sposato e nonno, ma attivo sessualmente, che non aveva mai creato problemi e che era un esperto di praticare sesso in luoghi insoliti e che piacevano anche a lui farlo.”
“Quindi aveva trovato il partner?”
“Si, ma ci fu una corrispondenza di un mese e poi un incontro diretto tra me e lui prima di arrivare a quello sessuale con mia moglie.”
“Cosa vi scrivevate?”
“Cose riguardanti la sicurezza, e gli chiesi anche di mandarmi una fotografia.”
“Lo fece?”
“Si, nella fotografia corrispondeva in peggio alla descrizione che aveva fatto di sé, non era bello, magro sì, ma panciuto, ma a me al contrario, quelle sue caratteristiche negative eccitavano di più.”
“Lo disse a sua moglie?”
“Si, la informai anche delle sue caratteristiche fisiche, ma non le feci vedere la fotografia, dicendole soltanto:< Guarda che non è bello, mi ha fatto la sua descrizione...>”
“Cosa le rispose sua moglie?”
“< Se non è bello preferisco essere presa dal dietro così non lo vedo in faccia …> E sorrise. Da dietro si intendeva in vagina e non nell’ano…Cosa che accettai e lo dissi a quel tipo al nostro primo incontro diretto. Lui anche accettò quelle che gli dissi erano manie di mia moglie e subito mi rispose: < Se a voi va potremmo farlo dentro la toilette di un autogrill, con lei girata verso lo specchio, le mani appoggiate sul lavandino e io dietro le tiro su la gonna, giù le mutandine, te l’accarezzo tutta e se vuoi te la chiavo anche, la penetro in quel modo… in piedi”
“E lei lo disse alla sua consorte?”
“Si, accettò, era eccitata anche lei di quelle novità, naturalmente avrebbe auto la parrucca di capelli neri lunghi e mossi.”
“E cosa accadde?”
“L’incontro avvenne in un autogrill autostradale delle riviera dei fiori alle 23.00.”
“Arrivammo, posteggiammo e entrammo, mia moglie era tuta in nero, era truccata con la parrucca nera, rossetto e fard in faccia che la involgarivano, un vestito nero come le calze di nailon autoreggenti e le scarpe di vernice con tacco. A lui lo vidi al bar che beveva un amaro, c’erano poche persone a quell’ora, noi prendemmo un caffè. Poi dissi a mia moglie. < Sei pronta?>
< C’è?> Mi domandò lei.
< Si c’è! Sei pronta?> Risposi.
< Si sono pronta, agitata ma pronta!> Pronunciò.
Allora chiesi all’addetto al bar: < Scusi per cortesia…la toilette?>
< Deve scendere al piano di sotto, laggiù c’è la scala…> E ci fece segno. Ci avviammo emozionati e pieni di adrenalina. Passai davanti a lui e ci guardammo negli occhi e lui mi fece segno di sì, annuendo la testa.
Scendendo vidi dei cartelli a muro che indicavano la direzione della toilette, poi su una porta un’icona che raffigurava i servizi igienici uomini e donne.
Giunti giù non c’era nessuno, solo i servizi igienici divisi da una parte le donne con un cartello con una donna e dall’altra gli uomini con un cartello con un omino in piedi.
Guardammo col cuore in gola:<Bene non c’è nessuno. > Pensai fra me e me.
Aprii alcune porte per verificare le condizioni igieniche in cui erano le toilette e constatai che non erano molto pulite, anzi erano sporche, con piastrelle e muri con scritte volgari e carta igienica sul pavimento. Controllai tutta la fila, ma erano più o meno uguali e riaprii quella del centro che mi sembrava più pulita, si fa per dire pulita, la meno sporca, forse perché era senza copri Vater.
< Sono un po' sporchi…> Esclamai a mia moglie.
<Non preoccuparti, vado in quella affianco!> Disse agitata e si spostò nel servizio seguente. Aprì la porta entrò sull’uscio e lo guardò. Piastrelle alte fino al soffitto tutte pasticciate da pennarelli, con numeri di telefono e frasi e disegni osceni. Il Vater al centro, in un lato il portarotolo della carta igienica a muro, sul pavimento alcuni pezzi di carta igienica stracciati e uno scatolone di cartone con un sacco nero per la spazzatura. L’odore era pungente, un misto di urina e disinfettante e nel richiudere la porta, abbozzai un titubante:
<Stai tranquilla!> Incoraggiandola a restare in quello che aveva scelto anche se non era pulito. Cosa che fece, io restai sulla porta e vedendola impacciata e smarrita tra quell’odore e sporco osceno entrai anch’io portandola completamente dentro la toilette. Una volta all’interno mi accorsi che non c’erano lavandini, erano tutti con gli specchi nell’anti toilette all’esterno in fila, ed era troppo rischioso praticarlo li. Lei mi guardò e intanto si sentiva il rumore dello scarico che caricava sempre in continuazione l’acqua nella cassetta e nel mentre sentii scendere qualcuno che con sollievo voltandomi capii era lui. Entrò anche lui nei bagni femminili e venne da me e mi guardò.
Indossava una giacca di pelle nera che, aperta sul davanti, faceva intravedere una maglietta nera di quelle che hanno i disegni sul davanti ed un jeans aderente, sdrucito alle ginocchia, con una cintura a vista.
< E qui!> Dissi io vedendolo avvicinarsi. Aggiungendo: < Ma sono sporchi i gabinetti…>.
< Si lo so, purtroppo passano al mattino alle cinque a pulirli, ma non fa niente.>
< Si ma c’è anche un odore sgradevole…> Affermai.
< Puzza?> Domandò.
< Si!> Risposi.
< Ma quello non importa tra due minuti la tua signora ci avrà fatto il naso a questo odore e non la sentirà più la puzza…>
Oramai eravamo lì, io e lui ci lanciammo sguardi fugaci, aveva gli occhi allarmati di mia moglie addosso oltre che i miei ed erano segnali ben precisi che volevano dire di smettere. Invece lui entrando di più nella toeletta vera e propria dove era già mia moglie pronunciò a me: <Togliti!> e rivolta verso lei:< Proseguiamo!>
Di sua iniziativa da dietro prese le prese le mani e le appoggiò alle piastrelle disegnate con parole offensive e numeri di telefono, lei restò ferma a braccia tese in avanti, con la schiena rivolta verso di lui. Non so come né perché, forse l’agitazione o la tensione mi prese paura, gli dissi:< È pericoloso, smettiamo…!>. Ma lui senza nemmeno darmi retta continuò :< Così brava…! Ferma non muoverti. >E prendendo il margine inferiore le tirò su la gonna facendo comparire il retro delle sue cosce piene fasciate dalle calze autoreggenti nere e il suo bellissimo culo pieno avvolto dalla mutandina. Lo guardò, tastò e accarezzo, prese l’elastico dai fianchi e gliele tirò giù a mezza coscia, poco sopra le ginocchia …”
“Strana posizione…” Disse la dottoressa.
“Si era quasi in piedi lei… non lo aveva mai fatto così…”
“E’ una posizione che usano molto i musulmani integralisti, è scritta nel Corano…lo fece così?” Domandò.
“Si…le tirò su la gonna e gliela rivoltò nella cinturina che aveva alla vita e prese ad accarezzarle il culo e il retro delle cosce.”
“Lei dov’era in quel momento Mimmo?”
“Loro erano dentro la toilette davanti al water, io fuori sulla porta socchiusa che li guardavo. Col cuore in gola osservavo un po' loro e un po’ la scala che non venisse giù qualcuno e ci sorprendesse e mi creda dottoressa era davvero eccitante con quel rischio, perché certi posti sono imprevedibili e pericolosi. In ogni caso davanti alla porta c’ero io.
Subito accarezzandole il sedere si abbassò e prese a baciarle le natiche, piene pallide e tenere, di un colore ancora maggiormente pallido con la luce al neon che le colpiva. Posizionando la bocca sopra esse iniziò a leccarle il solco intergluteo ad un ritmo così veemente che quasi pareva che le volesse penetrare l’ano con la lingua. Io sull’uscio guardavo eccitato, e comunque aveva ragione lui, quell’odore fastidioso si sentiva meno.
Lo osservai per un attimo, trafficare con i bottoni del suo jeans e lo vidi tirare fuori dai pantaloni il suo pene eretto e subito gli dissi:< Il preservativo.>
< Ora lo metto!> rispose infastidito. Si infilò una mano nella tasca destra della giacca e tirando fuori un preservativo, lo estrasse fuori dal blister, appoggiò l’anello di lattice sul glande e tenendo il serbatoio con due dita lo srotolò tutto lungo l’asta fino alla radice e lo insalivò completamente sopra ter renderlo più scorrevole. A quel punto tra la nostra paura di essere sorpresi e l’eccitazione di essere in quel luogo, accarezzò nuovamente il gluteo a mia moglie, e di seguito appoggiò il glande con il preservativo al centro della fessura vulvare che si intravedeva da dietro sotto il solco intergluteo e il perineo, spinse lentamente spostando solo il bacino in avanti e la penetrò facendola sussultare. Fu qualcosa di veramente eccitante dottoressa.”
“Vada avanti!”
“Afferrandola per i fianchi in quell’attimo vidi la sua asta eretta penetrarla con la sua carne calda, vera, pulsante, vogliosa e ricoperta di lattice chiaro e iniziò a possederla quasi in piedi, con quell’odore pungente di toilette che le entrava nelle narici.
Quell’odore forte di gabinetto seppur sgradevole aveva qualcosa di eccitante che ci inebriò, come se facesse parte del rapporto sessuale, facendola assurdamente godere in quell’odoraccio da cesso. E alle sue spinte profonde penetranti vidi il capo di mia moglie dondolare e le sue mani muoversi insieme ai colpi che le dava e scivolare sulle piastrelle... mentre una mano di quel tipo portata in alto le accarezzava il collo sotto la parrucca… Era davvero eccitante per me vederla e per lei essere presa nella toilette in quella posizione.”
“Se ne accorse che erano capelli finti?” Domandò la dottoressa.
“No, anche lui era preso dall’eccitazione e dal possederla, continuava ad accarezzarle il culo e anche se le luci al neon non erano forti, non ci fece caso e comunque non si vedeva la differenza. “
“Continui Mimmo.”
“Prese a baciarle e leccarle il collo e le spalle e mentre la baciava le sussurrava frasi porche, volgari, per lo più in dialetto che capivo a fasi alterne. “
“Che tipo di frasi…?”
“Ma… oscene, tipo:< Signora buttana…Te lo ficco tutto… e tante altre simili…”
“E sua moglie?”
Mia moglie in quella posizione quasi ridicola, semi in piedi era eccitata e confusa...
Lui le dava dei colpetti con la cappella facendola sussultare mentre l’odore sgradevole respirandolo diventava sempre meno forte e parte di noi stessi, del nostro naso e del rapporto sessuale, e intanto gemeva al ritmo della sua asta eretta che si muoveva dentro di lei.
Quell’uomo muoveva il bacino avanti e indietro, delicatamente. Ogni colpo che gli sferrava, probabilmente le arrivava all’utero, la faceva alzare in punta di piedi con un conseguente inevitabile gemito di piacere.
Ed in seguito iniziò a chiavarla forte e profondamente, appoggiando la schiena profumata di mia moglie al suo torace. Lui spingendo la sua asta in vagina, sospingeva anche a lei in avanti e il viso di mia moglie si ritrovò all’altezza del muro sopra il vaso e per non perdere l’equilibrio mentre lui la pressava con il suo pene eretto aumentando sempre di più il movimento pelvico, lei continuava ad appoggiare le sue belle mani sopra le piastrelle con quelle scritte volgari.
Nel mentre si alzò in punta di piedi per premere meglio dentro contro l’utero e notai che aveva l’avambraccio destro completamente tatuato, e la manica larga della giacca che si tirava su ai movimenti lasciava intravedere un altro tatuaggio ben evidente sull’altro avambraccio. Ed era una visione molto eccitante vedere possedere mia moglie in piedi dentro un gabinetto da quel tipo tatuato.
Dopo parecchi minuti e aver fatto godere mia moglie, avvertivo che anche lui era ormai prossimo all’ orgasmo. Prendendola per i fianchi la tirò su e le fece drizzare il busto curvo in avanti ad eretto continuando a darle colpi profondi. Si incollò alla sua schiena come fosse una ventosa. dicendo: “Sei una favola, bella, tutta profumata… altro che la puzza di merda che c’è qui! Una favola profumata. “Intendeva il profumo personale di mia moglie e lo diceva in quella toilette satura di odori sgradevoli.
Mia moglie posseduta gemeva, lui spingeva sempre più ed io speravo fosse prossimo ad esplodere e a finire, ero timoroso che arrivasse qualcuna o peggio qualcuno e ci trovasse lì. Gocce di sudore gli colavano sulla fronte e le tempie. Mentre la possedeva la guardai in quella posizione strana e nuova per noi, lunga verticalmente sulle piastrelle, gli guardai istintivamente il culo, bello, pieno, alto e tenero, da signora che avrebbe eccitato chiunque.
Continuò e dopo alcuni minuti lo vidi irrigidirsi, fermarsi e gemendo con suoni particolari e sussulti suoi e di mia moglie, inizio a venire eiaculandole dentro in vagina ma nel preservativo. Era incredibile quello che vedevo, mia moglie adesa auna parete piastrellata e sconcia, con la gonna su e le mutandine giù che godendo si lasciava possedere da dietro da quell’uomo.
Quando lo tirò fuori dalla sua vagina, dallo sperma che c’era internamente il preservativo pendeva pieno liquido latteo. Se lo tolse da solo passandolo e dicendo a mia moglie porgendoglielo:< Tieni buttalo via…>”
“E sua moglie che fece?”
“Schifata e risentita lo prese con due dita e lo butto nella tazza wc…” Dottoressa.
Lui rimise il suo pene dentro i pantaloni, tirò su la cerniera e uscì e io a bassa voce gli mormorai:< Va bene grazie, ci sentiamo poi, ora se puoi lasciarci soli…>
E mentre mia moglie prendeva dei fazzolettini dalla borsa lui si allontanò e risalì la scala e Patrizia se l’asciugò dagli umori e poi sempre in piedi a gambe divaricate sulla tazza urinò, premendo il pulsante dell’acqua, che non scese completamente.
Si tirò su le mutandine, se le assestò comode, tirò giù la gonna e uscimmo. Risalimmo la scala passando davanti al bancone, ringraziando e salutando il barista e a lui, il tipo, lo vedemmo seduto che beveva qualcosa e ci osservava o meglio guardava Patrizia.
< È lui?> Mi domandò sottovoce mia moglie accorgendosi dell’insistenza del suo sguardo su di lei…
< Si!> Risposi.
< Oh mamma! > Esclamò sorridendo e andammo verso l’auto.”
“Perché disse:<oh mamma?>” Domanda.
“Fu un’esclamazione vedendolo piccolo magro e panciuto…”
“Ma era dotato ha detto Mimmo?”
“Be si dottoressa li cercavo apposta…”
“Continui…” Mi esortò mentre prendeva appunti sul bloc notes.
“Quando fummo in auto che ritornavamo a casa, uscendo dall’autostrada le chiesi:
< Allora ti è piaciuto farlo così? In un modo nuovo…>
< Si > Rispose. < È stato diverso, adrenalinico, breve in confronto farlo in camera, ma intenso.>
< Ti sentivo e vedevo godere…> Pronunciai. Sorrise e continuai:< Era bravo lui? >
< Si!> Affermò. < Mi ha preso in piedi da dietro, è stato eccitante ed è anche bello e piacevole.>
< Vedi che anche se sono brutti i partner non c’entra, l’importante è che ci sappiano fare, sappiano chiavare. Ti vedevo muovere la testa che godevi…>
< Si, mi piaceva, peccato che se abbassavo lo sguardo vedevo il water sotto di me senza cospirasse con tutto quello che c’era dentro…>
< Era sporco?> Domandai.
< Si, c’erano delle feci nel fondo e una striscia nella ceramica sull’intero… con della carta igienica nel pavimento e dietro al vaso…>
< Potevi tirare l’acqua! > Le dissi.
< Eh… in quel momento ero tesa, non ci ho pensato…>
< Qualcuna che aveva cagato e non ha tirato l’acqua…> Dichiarai io sorridendo.
< Si probabile, o forse l’aveva tirata, soltanto che veniva giù piano e non riusciva a pulire a portare via tutto e quello è restato sul fondo. Ogni volta che mi dava i colpi in vagina e mi spingeva in alto e d’istinto abbassavo lo sguardo vedevo il water proprio sotto di me con due stronzi che galleggiavano dentro l’acqua del fondo.> Pronunciò ridendo….
< Pazienza facevano parte del corredo …> Risposi ridendo anch’io.
Giunti a casa, appena entrati e chiusa la porta, eccitato le tirai su la gonna, lei si abbassò le mutandine io mi inginocchiai e incominciai a leccargliela e succhiargliela mentre mi accarezzava la testa…”
“Il cunnilingus post coitus…”
“Si…dottoressa!”
“Avete avuti altri incontri dopo?” Domandò la dottoressa.
“Si, ma non più allo stesso modo, quella volta nella toilette fu unica, adrenalinica per lei essere stata posseduta in un gabinetto. Un’altra volta sempre tramite internet contattai un tipo e corrispondendo gli spiegai cosa piaceva a noi e lui mi rispose che era pratico di incontri in posti insoliti, soprattutto in auto, carsex. E mi disse:
< Guarda che in auto possiamo farlo come più vi soddisfà e soprattutto come piace a lei. Scegliamo un posto, un parcheggio o una piazzola autostradale, voi arrivate in auto e scendete, tu dalla parte del guidatore …” E fece segno a me. “… e lei dal passeggero. Tu…” Rivolto a me continuò:” … resti fuori dalla portiera e lei, tua moglie va dietro l’auto, apre il portellone posteriore e si piega in avanti mettendosi a rovistare, fingendo di cercare qualcosa. Io arrivo da dietro e le alzo la gonna, le tirò giù le mutandine alle ginocchia e te la chiavo così, mentre è piegata. Oppure la tua signora fa finta di mettere in ordine, io arrivo da dietro silenzioso in modo che lei non mi veda nemmeno, la prendo da dietro, la blocco in quella posizione, le tiro su la gonna e giù le mutandine e zac… la chiavo così in quella maniera, in quella posizione, vedrai che le piacerà. Non mi vedrà in faccia come vuole lei e non saprà nemmeno chi la chiava e tu sei lì di fianco che osservi tutto.>
<Si ma il preservativo? Come fai a metterlo se è tutto improvviso? Senza non vogliamo.> Dichiarai a quel suo probabile candidato partner e lui rispose:
<Ma io arrivo già con il preservativo messo e il cazzo quasi duro, me lo metto prima, quando le vado dietro sono già pronto, e nell’attesa me lo meno un po' e quando la vedo piegata nel portellone parto, devo solo lubrificarlo con la saliva o una crema se occorrerà e penetrarla.>
Poi vedendo la mia esitazione continuò:< Altrimenti invece del portellone posteriore può aprire la portiera laterale e sporgersi dentro e fare finta di cercare qualcosa nei sedili posteriori o quello anteriore dove era seduta lei, quello del passeggiero e se tu preferisci, puoi restare seduto senza uscire dall’auto. Io le arrivo sempre da dietro, la spingo in avanti, tiro su la gonna e giù le mutandine e te la chiavo così, all’improvviso. Come ti ho detto così tua moglie non mi vede e non sa chi sono, ma sa che tu sei a conoscenza di tutto, anche della mia identità.>
Restai pensoso e lui aggiunse:
<Viceversa se la tua signora preferisce, si sdraia sul sedile posteriore a gambe larghe le tiro su la gonna e giù le mutandine, gliele tolgo e te la chiavo così, se no la prendo davanti nella così detta posizione della prostituta…”
“Come? Come…?” Esclamai:” Qual è la posizione della prostituta?”
“E’ quella con lei sdraiata nel sedile anteriore del passeggiero a gambe larghe, e come fanno le prostitute vere. Arrivo, le tiro su la gonna, abbasso e toglie le mutandine, mi metto il preservativo e la chiavo. Al contrario può farlo lei di abbassarsi le mutandine e mettermi il preservativo se la eccita di più. Quando mi vede si tira su la gonna e giù le mutandine mi passa lei il preservativo e chiaviamo così. O ancora se preferisce non vedermi, lei voltata in ginocchio sul sedile dandomi il sedere… e io fuori e dietro di lei che la chiavo. > E mi guardò come se attendesse una risposta e vista la mia esitazione aggiunse:
< Oppure se preferisce e vi piace posso prenderla in piedi aderente alla fiancata dell’auto, sia girata davanti che se guarda me o dietro con il seno contro l’auto, chiavarla in piedi se le piace. A molte donne piace essere chiavate in piedi, quando provano che lo scoprano poi vogliono rifarlo.” E proseguì:” Diversamente seduta sul cofano della macchina a gambe larghe…. O girata a pancia in giù su di esso a gambe divaricate. Modi con l’auto ce ne tanti Andrea, dovete scegliere solo quello che vi piace di più…>
<Non so!> Risposi.”
“Davvero una infinità di modi per farlo in auto…” Mormorò la dottoressa.
“Si, non sapevo nemmeno io che ce ne fossero così tanti.
“Vada avanti Mimmo.”
“Mi esortò: < Chiediglielo a lei, a tua moglie, domandale come preferisce essere chiavata in auto, non c’è nulla di male… O ancora se preferisce invece di restare nella piazzola autostradale, se ne sceglie una con area da picnic che sono più grandi e si va nelle fascette sopra dove ci sono i tavolini e le panche e farlo lì, così, sul tavolino con lei girata a pancia in giù o in su o inginocchiata sulla panca e io la prendo da dietro. In alternativa se volete andiamo nel boschetto sopra, se le piace si può inginocchiare e farsi chiavare così, a terra o in piedi adesa a un albero. Anche dentro i gabinetti dell’area picnic si può fare se la eccita di più e le piace …. Vedete voi.> Affermò. < Come ti ho detto ci sono numerosi modi e varietà, dentro e fuori l’auto. A voi la scelta.>
Effettivamente aveva elencato tante di quelle posizioni che non sapevo scegliere.
<Si, ma davanti non credo, lei non vuole essere vista in faccia… te l’ho detto.> Ripetei.
<Si, ma si vedrebbe ben poco, pochissimo, il posto è abbastanza buio, più che altro vedi le ombre, delle sagome. Guarda te lo dico perché queste posizioni le ho provate con altre donne sposate portate dai mariti, ognuna ha il suo modo di farlo e di godere, c’è a chi le piace in un modo e a chi in un altro… chi essere presa in piedi contro un albero e chi in un sedile ribaltabile.>”
“Quel tipo gli aveva dato una bella esposizione dei modi e posizioni di come farlo nelle piazzole autostradali?!” Disse la dottoressa.
“Si, si capiva che era pratico di questi tipi di incontri ed esperto di come farli.”
“E cosa faceste?”
“Ne parlai a Patrizia e dopo una conversazione preliminare la informai:” Guarda che anche se lo fai davanti che ti intravvedono in faccia, col trucco, la parrucca e l’oscurità sei irriconoscibile … Alla fine accettò e scelse di farlo nel modo classico, come l’aveva praticato con Camillo.
Dopo aver organizzato tutto, partimmo per la piazzola autostradale concordata, all’uscita della galleria Picari.
Arrivati posteggiai e in silenzio in auto attendemmo, lui non c’era ancora, veniva dalla parte opposta e doveva uscire e rientrare al primo casello dopo noi.
Accanto a me, in auto, Patrizia era nervosa. Si guardava intorno di continuo, osservando il paesaggio notturno della piazzola e i fari delle poche auto sfrecciare sull’autostrada a quell’ora:
<Chissà quante coppie vengono qui!> Mormorò mia moglie, muovendo le sue gambe belle e carnose, irrobustite dagli anni che risaltavano forse un po’ troppo con quella specie di minigonna che indossa, ed era decisamente a disagio con quegli otto centimetri di tacco che le avevo fatto calzare. Aveva raccolto i suoi capelli e messo la retina e poi la parrucca bionda a maschietto che le arrivava sul collo che le si vedeva nudo. Si era truccata con quel suo make up giovanile in modo appariscente, intorno agli occhi ombretto e mascara nero che ne esaltava di più la lucentezza e il bianco e labbra colorate rosso fuoco, carnose.
Eravamo in attesa, oramai avevamo deciso, quella era la prima volta che praticavamo il carsex. Nel buio dell’abitacolo la sua pelle candida riluceva della luce dei lampioni, era sexy vestita in quel modo, con la bocca piccola dalle labbra carnose rosso vivo, con il volto sempre atteggiato ad espressione di dubbio e timore dell’attesa.
Ogni tanto lei mi accarezzava il dorso della mano posata sul cambio in cerca di sicurezza e di conforto. A mia volta, quando io posavo lo sguardo sulle sue cosce nude, non belle certo per l’età, ma erotiche con quell’inizio di cellulite da cinquantenne e conciata in quel modo decisamente provocante, gliele accarezzavo a mia volta dicendole:< Sei bellissima.> incantandomi per la lucentezza della sua pelle pallida morbida come seta, avendole rasate da poche ore con schiuma e rasoio. “
“Quindi eravate in anticipo, pronti e attendevate?” Chiese la dottoressa.
“Si attendevamo, era lui che era in ritardo per il traffico, ma mi inviò un messaggio che stava arrivando…”
“E nell’attesa cosa facevate?”
Nella piazzola lontano da noi a quell’ora c’erano alcune auto ferme, alcune solitarie e affiancate, e molte altre sfrecciavano sull’autostrada e noi, parlavamo. Le domandai: <Sei inquieta tesoro?”
<Beh, sì, molto…> Rispose: <anzi, in questo posto buio ho proprio paura…>
<Stai tranquilla, andrà tutto bene.>
<Ma tu sei sicuro, Mimmo, è affidabile quel tipo lì?>
<Patrizia, sono più che sicuro, io desidero fortemente ciò che stiamo per fare e con lui ne ho parlato molto, ho il suo cellulare, so chi è siamo tranquilli. E questa attesa insieme alla paura non fa che aumentare la nostra eccitazione…> Affermai.
Mia moglie non disse nulla. Anch’io come lei provavo quella folle vertigine di eccitazione mista a timore che solo certe situazioni possono procurare…
A un certo punto per parlare mi chiese: <È brutto?>
< Lo sai amore… > Risposi con decisione, ne abbiamo parlato:< Non è necessario che ti piaccia, l’importante è che sappia farti godere bene. E poi in genere queste persone non sono belle esteticamente, hanno una certa età come noi e sono o sottopeso o sovrappeso.> E con quelle parole chiusi il discorso.
“Vi calmaste?” Domandò la dottoressa.
“Un po'. Il parcheggio era buio a un certo punto due fari entrarono nella piazzola e un’auto accostò alla nostra con l’autista dalla parte del passeggero spegnendo il motore. Ci guardammo io e il guidatore attraverso i finestrini con mia moglie tra noi, era il tipo con cui avevamo appuntamento.
< E lui?> Chiese mia moglie.
< Si è arrivato!> Risposi e guardai mia moglie che sostenendo il mio sguardo, nervosa, da davanti a me e il finestrino cercava di non guardarlo. Tiziana indossava una canottierina fuxia con i brillantini, aderente che metteva in evidenza il seno maturo e procace segnando il tessuto con i capezzoli evidenti e duri, segno dell’agitazione ed eccitazione molto forte che provava in quel momento.
Io mi protesi o verso di lei, l’abbracciai e baciai sul collo e sulle labbra sussurrandole:< Stai tranquilla amore, è tutto sotto controllo.
Vedevo che lui che dalla sua auto osservava Patrizia, o meglio Chiara come si chiamava in quegli incontri. Lei attendeva nella tensione e nel frattempo dal nervoso si toccava i fili laterali dei capelli della parrucca e si mise apposto una spallina della canottiera fuxia, aggiustandosi il seno nudo al di sotto di essa. Vedendo che lui la osservava con libidine, d’istinto mia moglie fece per girarsi verso me, in modo da dargli la schiena, ma la bloccai e anzi con le mani sulle braccia la feci voltare dal lato opposto in modo che fosse ben visibile a lui.
< Su adesso non esagerare, conciata così non ti riconosco nemmeno io, fatti vedere, eccitiamoci un po’, fai eccitare anche a me…> Le dissi.”
“E cosa fece sua moglie?” Domandò la dottoressa.
“Nulla, mi lasciò fare. Era eccitata anche lei dalla situazione. In silenzio le abbassai le spalline della canottiera a top sulle spalle, giù fino agli avambracci facendole uscire fuori in seno gonfio dall’eccitazione e con i capezzoli turgidi, mostrandolo al suo partner posteggiato di fianco a noi e a lei.”
“Che fece sua moglie?”
“Restò qualche secondo ferma a lasciarsi osservare le mammelle aldilà del finestrino. Erano belle, procaci che si muovevano sul torace ai respiri agitati, poi se li coprì con le mani mentre quell’uomo, il suo nuovo partner continuava a guardarla, Era tutto davvero eccitante.
<Togli le mani dal seno!> Le dissi eccitato:< Lasciati guardare un po'. Sei bella, hai due mammelle meravigliose, perché le nascondi? Lasciatele ammirare.> E obbedì posò le mani sulle gambe e ruotò il busto verso di lui a lasciarlo ammirare il suo seno pallido che si illuminava di più quando veniva colpito dal passaggio dei fari delle auto dall’autostrada. Il suo sguardo non pareva osservare quell’uomo che la scrutava oltre il finestrino, ma sembrava rivolto in avanti oltre il vetro, fisso nel vuoto. Lei si trovava in uno stato di tensione insostenibile…
Aprii il finestrino di destra, mentre il nostro visitatore faceva altrettanto con quello del lato guidatore.
A quella visione di mia moglie, il partner scese silenzioso dalla sua auto. Mia moglie lo guardò, era un uomo smilzo, di mezza età, con capelli radi e lui la osservava tramite il finestrino.
Quando fu fuori dalla sua auto mormorai a mia moglie:< Io esco… Gli lascio il posto…> Lei mi guardò ansante, ma io continuai: < Entra lui in auto e consumate… io vi contemplo da fuori in piedi dal finestrino. Per metà sei già pronta…> Dissi sorridendo:< … hai il seno fuori, per il resto ci penserà lui vedrai.>”
“Che disse sua moglie Mimmo?”
“Restò in silenzio, poi annuì con il capo sussurrando: < Va bene…tu però resta qui accanto.> Guardandomi aprire la portiera.
Uscii dalla nostra auto e incrociandoci nel girare intorno alla macchina mi avvicinai a lui, al partner dell’incontro dicendole scherzosamente:< È tua!>
Lui mi guardò, sorrise e rispose: < Te la tratterò bene!>
Riaprì la portiera e si sedette sul mio sedile di guida, le chiavi dell’accensione le avevo portate via…”
È stato previdente Mimmo.”
“Eh sì… non si sa mai con chi si ha a che fare, sono tutti bravi e per bene, ma basta che da mezzo giro di chiave all’accensione mette in moto parte e se la porta via tutta la notte chissà dove. Anche perché qualche tipo strano che ci ha fatto venire i capelli dritti ci è capitato.”
“Ha fatto bene… poi mi dirà, ora prosegua.”
“Lasciai il mio posto per farci entrare lui e accoppiarsi con mia moglie. Io da fuori l’auto tramite i finestrini abbassati osservavo e sentivo il fruscio della brezza della pala meccanica, il cinguettio e voci in lontananza come se fossero un leggero sottofondo musicale. Appena il partner si sedette accanto a mia moglie sul lato della guida subito allungò una mano a tastarle il seno, poi senza chiederle nulla si chinò su di esso a leccarglielo.
Certamente era tutto diverso di come era avvenuto con Camillo.
Mia moglie era immobile, come pietrificata, ma eccitata e lui avvicinandosi prese a baciarla sul viso, ma non in bocca, sapeva negli accordi che mia moglie non voleva essere baciata in bocca, anche se vedevo che lui cercava di forzare con la lingua tra le sue labbra chiuse. In quell’essergli vicino l’abbracciò e intanto iniziava a reclinare il sedile su cui è seduta.
Lei all’interno dell’abitacolo, mi lanciò un’occhiata smarrita tramite il finestrino, io l’assicurai sorridendo e con un cenno di incoraggiamento del capo. Poi mia moglie sdraiandosi scomparve inghiottita dall’abitacolo dell’auto e dal corpo di quell’uomo sopra di lei. Nel buio non distinguevo bene cosa facessero e in quel momento neanche mi interessa, sapevo che l’avrebbe chiavata. A un certo punto dopo avergliele abbassate e sfilate dalle cosce, vidi la mano dell’uomo posare le mutandine di mia moglie sul cruscotto, segno che gliele aveva tolte e mia moglie era senza e insieme tolse le scarpe. Poi d’un tratto entrambe le gambe di mia moglie si allargarono e alzarono verso il tettuccio, come se qualcuno la stesse leccando in mezzo alle gambe… Io restai sempre fuori a guardarli, a compiere eccitato il mio ruolo di cuckold guardone. E vidi lui, quel tipo suo partner trafficare sui pantaloni, senz’altro lo aveva tirato fuori r metteva il preservativo. Passarono alcuni minuti, durante i quali più volte vidi la sagoma dell’uomo agitarsi e contorcersi confusamente sul corpo di mia moglie che gemeva. All’improvviso sentii il cigolio e vedi il dondolio dell’auto: < La sta chiavando!> Pensai felice.
Mi avvicinai e li osservai meglio, tutto attorno c’era il silenzio rotto dai gemiti di piacere della mia consorte e dal rumore delle auto che sfrecciavano veloce in autostrada. Ed eccitato dai suo ansimare iniziai a toccarmi, lo tirai fuori dai pantaloni e incominciai a masturbarmi, immaginando il cazzo di quell’uomo dentro la figa di mia moglie che si muove su è giù facendola godere nel dondolio dell’auto
Sentivo mia moglie gemere e godere di quell’uomo pensando:< Lui è bravo, certamente le ha messo le mani sotto i glutei e spinge a impiantarglielo tutto, con il glande fino in fondo a toccarle l’utero e lei si lascia andare e grida di piacere… La prese forte per i fianchi, muovendola su e giù, possedendola con vigore. Sentivo mia moglie sotto i suoi colpi di cazzo godere, stringerlo e mormorare, dire qualcosa del tipo: <Si va bene, così!> mentre quell’uomo si muoveva velocemente in vagina, tanto che il seno le ballava sul torace. E mentre lui le massaggiava le spalle e le mammelle, lei chiudeva gli occhi, lasciandosi mormorare parole volgari”
“Che tipo di parole volgari Mimmo…”
“Troia…puttana… e tante altre.
Pochi minuti dopo lui ebbe un sussulto, mia moglie stava avendo l’orgasmo, gemeva, lo stringeva, si fermò e rimase un attimo a guardarlo, lui anche si fermò ed in erezione iniziò a eiaculare nel preservativo dentro la vagina di mia moglie, intanto che eiaculavo anch’io.
Era tutta sudata dalla tensione e dal piacere, ansimava. Lui lo sfilò dalla vagina e si rigirò nel sedile del guidatore con il preservativo pieno di sperma e mentre se lo toglieva guardava mia moglie in faccia, truccata e con la parrucca dicendole: < Sei bella…> E lo gettò fuori dal finestrino. Successivamente aprì la portiera e scese e dall’altra fece lo stesso e scese anche mia moglie che prendendo dei fazzolettini di carta nella borsa se li passò sulla vulva nuda asciugandosela tutta e lo stesso si asciugò lui.
Io mi avvicinai a lui che mormorò :< Stai tranquillo che te l’ho fatta godere bene…>
< Ora lasciaci soli però, ci sentiamo domani…> Mormorai.
E mentre si allontanava andai vicino a mia moglie e l’accarezzai e la strinsi. Lei recuperata in fretta la mutandina dal cruscotto, la indossò e tirando giù la mini a mezza coscia rientrò nell’auto dal passeggero. Io rientrai dall’altra parte, dove prima c’era lui e le tirai su lo schienale e partimmo.”
“Quindi fini l’incontro?”
“Si, al ritorno come mio solito le chiesi:< Ti è piaciuto?>
< Si e a te?> Rispose subito.
< Anche, mi sono masturbato…>
< C’è stato un momento che mi sembrava d’impazzire > Pronunciò.
< Ho visto, eri bellissima mentre con la parrucca dondolavi in macchina a gambe larghe, sei stata grande … < Esclami contento:< …Queste per noi sono cose nuove, che ci eccitano e ne siamo timorosi ma col tempo vedrai che prenderemo padronanza e tu ci prenderai più gusto, te lo assicuro. Diventerai una swinger perfetta!> E giunti a casa, senza dirmi niente, chiusa la porta a chiave, posata la borsetta, si tirò su la gonna facendomi cenno di chinarmi su di lei per leccargliela. Io già eccitato dalla sua performance mi misi a leccargliela.
“Quindi eravate soddisfatti?”
“Si e quella volta iniziammo soprattutto a praticare il cuckoldismo con il carsex.”
“Bene!” Esclamò la dottoressa scrivendo sul bloc notes:” Ha detto che c’è stato qualche incontro particolare, che vi ha fatto drizzare i capelli.”
“Si, avvenne un pomeriggio e ci lasciò senza fiato e pieni di adrenalina e godimento dalla punta dei piedi ai capelli.”
“Come mai il pomeriggio?”
“Perché quel partner alla sera non poteva e noi decidemmo di cambiare un po', sembrava una cosa semplice, una persona a posto e invece si rivelò ingestibile.”
“Racconti Mimmo…” Mi sollecitò.
Anche con lui ci fu la solita corrispondenza e poi un incontro preliminare, mentendo come agli altri gli feci presente che non l’avevamo mai fatto in auto e lui rispose:
<Fare l'amore in macchina è un'esperienza piacevole e divertente ma solo se conosci le posizioni e i posti migliori. Non è comodo ma è molto intricante…> E su questo aveva ragione, stavamo imparando a conoscere varie cose:<… lascia fare a me che sono pratico.> Mi disse durante la corrispondenza.
“Quindi vi incontraste?”
“Si, lui era di un paesino dell’entroterra e ci trovammo a metà strada tra dove abitava lui e noi. L’accordo era che ci avrebbe portato lui in un bel posto che conosceva. Siccome c’era un po' di strada da fare al ritorno, le comunicai il mio desiderio:< Se al termine dopo che l’hai posseduta ti allontani, io le lecco la figa.>”
“E che disse?”
“Accettò:< Per me va bene, puoi leccarle anche il culo se vuoi.> Disse volgarmente.
Era molto più grande di me, di fisico e di età, si vedeva che era un uomo vissuto. Capelli scuri probabilmente tinti, ricci, barba leggermente incolta… Quel giorno mia moglie oltre il suo solito trucco e la parrucca color mogano, aveva i jeans aderenti che evidenziavano il suo bellissimo culo o culone secondo i punti di vista. Una camicetta attillata rosa che evidenziava il seno sotto di essa, e ai piedi un paio di sandali di pelle, eravamo d’estate Ci incontrammo a metà strada, parlammo un momento fuori dalla macchina e ci disse di seguirlo con la nostra auto:< Vi porto io in un bel posto particolare… vedrete, vi piacerà, in collina sotto quella pala eolica là…> E ce la mostrò dalla strada facendo segno con il dito in alto e distante un paio di chilometri in linea d’aria, ma il percorso fu più lungo per via delle molte curve.
Giungemmo in un grande piazzale dove c’era un ristorante, una specie di baita lasciò la sua auto e salì nel sedile posteriore la nostra. < Lo facciamo su questa che è più grande e spaziosa.> Dichiarò, noi avevamo il suv. Mi fece prendere una stradina laterale sterrata finché non arrivammo sotto la pala eolica.
< Ecco qui va bene…> Affermò:< Posteggia in questa radura, siamo proprio sotto…> E infatti alzando gli occhi si vedeva la pala ecologica girare in alto sopra di noi, si sentiva il rumore del rotore e il sibilo dell’aria tagliata dalle pale.
< L’auto mettila con il muso verso la strada… pronti a scappare…> Pronunciò.
“Ma perché è pericoloso qui?> Domandai preoccupato.
< No, ma non lo sai che in camporella si fa sempre così… si ci mette con l’auto pronta alla fuga non si sa mai cosa succede.> E comunque posteggia come diceva lui.
< Vieni dietro!> Dov’era già lui disse a mia moglie:< Lo facciamo qui che è più largo e comodo…> Scendemmo, mia moglie mi guardò, aprì la portiera e salì posteriormente. Io restai fuori e dietro l’auto a guardarli dai finestrini aperti.”
“Non restò seduto davanti lei Mimmo?” Domandò la dottoressa.
“No, restai fuori, faceva caldo e poi avrei dovuto restare ruotato con il tronco sullo schienale per osservarli ed era fastidioso, mentre fuori era più agevole.
Lui era seduto accanto a lei, spostandole i capelli finti, non si accorse che aveva la parrucca, si abbassò sul collo di mia moglie annusando il suo profumo e facendole sentire il suo respiro, guardandola con superiorità dritta negli occhi iniziando a baciarglielo e leccarlo tra l’aroma e il sudore. Prima lo sfiorò con le labbra e poi cominciò a leccarlo con la lingua, colpetti leggeri e a seguire leccate sempre più lunghe ed intense che partivano dalla clavicola e le arrivavano all’orecchio come se fosse un cane. Notai il respiro di mia moglie crescere di intensità e diventare sempre più corto, si capiva dalla sua espressione che le piaceva quello che le faceva quell’uomo e dal suo abbandono a lasciarsi leccare il collo si intuiva che voleva che continuasse ancora e ancora.
Subito dopo, lui guardandomi attraverso il finestrino e sorridendomi fece scivolare la sua mano dal collo al seno, dentro la camicetta e iniziò a sbottonarla aprendola e scoprendole il reggiseno bianco di pizzo. Mentre con l’altra mano infilata dietro, le correva lungo la schiena le sganciava la chiusura slacciandole il reggiseno, che non essendo più tenuto aderente le liberò le mammelle e lui iniziò a giocare con una e con il capezzolo…afferrandolo fra due dita e stringendolo. Per un attimo come mi accadeva spesso nel vedere mia moglie partecipe fui preso da gelosia, avvertivo dispiacere a vedere mia moglie posseduta da un altro, ma poi l’eccitazione come sempre prese il sopravvento.
Patrizia era completamente nelle sue mani, non capiva più nulla, si ritrovava fra le braccia di un uomo che giocava con il suo capezzolo e leccava il suo collo…
In un attimo il partner si staccò dal collo e allargandole le braccia infuori e indietro, le sfilò la camicetta e di seguito facendo scorrere le spalline sulle braccia scaraventò via il reggiseno con modi bruschi fuori dal finestrino sull’erba.
< Ma che fa?> pensai mentre la sua bocca si cacciò suo seno pallido e morbido di mia moglie iniziando a leccare e mordicchiare e tirare i capezzoli con le dita e con le labbra sorridendo, quasi ridendo, facendola gemere dal piacere, ma facendole anche male.
< Ma cosa sta facendo?> Pensai in quel momento:< La sta spogliando nuda? Ma è pazzo, siamo in collina, tra il verde, all’aperto, se arriva qualcuno la può vedere.> Volevo fermarlo.”
“E intervenne? Lo fece? “Domandò la dottoressa.
“No, non feci e non dissi nulla, era assurdo ma mi eccitava vederla spogliare completamente nuda per chiavarla in quel luogo all’aperto dove avrebbe potuto arrivare chiunque, come le dicevo con la possibilità che qualcuno la vedesse…”
“Vada avanti…”
“Vidi la sua mano scende ancora di più … verso il sesso di mia moglie e lei d’istinto stringere le gambe in un meccanismo inconscio di protezione, pure lei si era accorta che la stava spogliando nuda e non voleva, era timorosa e allarmata, ma anche lei non fece ne disse nulla e lui mentre le succhiava il capezzolo le slacciò la cintura dei pantaloni e tirò giù la cerniera aprendole i jeans infilando la sua mano subito sotto e dentro la mutandina e certamente avvertì la fessura della vulva pelosa umida. Continuò a giocare ancora con il suo seno facendola ansimare di piacere, stringendole i capezzoli sempre più forte e nel viso di mia moglie espressioni di fastidio si mescolavano a quelle di piacere. A un certo punto le disse senza riguardo:< Alza il culo che ti tolgo i pantaloni e le mutandine, ti voglio nuda, completamente nuda…> Sentii anch’io quelle parole e il cuore mi si mise a battere fortissimo, mi venne duro ed ebbi l’erezione.”
“E sua moglie se li fece togliere?”
“Si, gli ubbidì, lei nell’eccitazione e nel piacere diventava sempre passiva, alzò il culo e lui gli abbassò i pantaloni e lo slip fino a mezza coscia. Poi essendo lei sdraiata orizzontalmente per la lunghezza del sedile posteriore sulle sue gambe mentre lui era seduto con sopra la schiena di lei e quindi limitato nelle azioni, si rivolse a me dicendo in modo autoritario:< Non stare lì fermo solo a guardare tu, fa qualcosa, aiutami!... Apri la portiera e tirale i pantaloni dai piedi… toglili insieme alle mutandine.>” Esclamò.
“E lei lo ha fatto?”
“Si aprii la portiera e presi i jeans sulle caviglie e gliele sfilai insieme alle mutandine lasciandola nuda, in auto tra le braccia di quell’uomo.
Era nuda… e lui iniziò con le sue dita grosse e ruvide a massaggiarle la figa sui peli sempre più veloce, sempre più brutalmente mentre mi guardava e sorrideva con un ghigno di soddisfazione. Le allargò le cosce, e spostandosi verso la portiera dalla sua parte la sdraiò sul sedile posteriore, scese dal suo lato, fece il giro dell’auto e entrando dall’altra portiera si mise tra le sue gambe in ginocchio iniziando a slacciarsi la cintura dei pantaloni; sbottonando la chiusura li abbassò insieme allo slip, facendo uscire da essi la sua asta eretta, di riguardevoli dimensioni con il glande rivolto in alto. Si mise a frugare con la mano nella tasca e tirò fuori un blister, lo aprì con i denti e prese il preservativo che appoggiò sulla cappella e lo srotolò fino alla radice. Era tutto molto emozionante vederlo con quanta esperienza, sicurezza e capacità lo facesse.”
“Le piaceva guardare?” Domandò la dottoressa.
“Si! Gli sputò sopra e lo insalivò su tutto il lattice e appoggiò e puntò il glande sulla fessura della vulva, tra le grandi labbra di mia moglie e guardandola e osservando anche a me sempre sorridendo stupidamente, si tirò su e spinse penetrandola in vagina a fondo, nella posizione della missionaria, facendola sussultare nel sedile posteriore.
Quando il suo pene entrò in lei, per un attimo Patrizia chiuse gli occhi e la vidi trattenere il respiro a quella introduzione e subito serrò le labbra, come se avesse provato piacere. Erano uno di fronte all’altra, lui si muoveva lentamente dentro lei, avanti e indietro facendole dondolare il corpo e le mammelle e intanto le accarezza il viso, la coccolava, sembrava volerla mettere a proprio agio con dolci baci a fior di labbra…Giocava e scherzava prendendole i capezzoli tra le dita e scuotendole le mammelle facendogliele tremare.”
In me a quella scena ci fu una violenta esplosione piacevole in corpo e certamente e simultaneamente la stessa esplosione avveniva fra le cosce di mia moglie e lui continuò a muoversi chiavandola.
Vidi mia moglie che con una espressione imbarazzata e godente si lasciava accarezzare il volto, mentre apprezzava i suoi baci e le leccate sul seno… E quei baci e leccate, decisamente le piacevano perché ci stava! Ed eccitata rispondeva con altrettanta intensità, stringendo le cosce sui suoi fianchi mentre i movimenti dell’asta del suo amante continuavano lenti e profondi con il glande a batterle sull’utero. Era terribilmente eccitante vedere il culo peloso di quel tipo adagiato tra le cosce larghe di mia moglie per favorire l’unione dei sessi.Lui si chinò ancora con il capo e come una bestia in calore oltre il collo sudato si mise a leccarle il viso, incurante del trucco che leccava. Lei ogni tanto guardava me, io ero eccitato di quello che avveniva e come lo faceva e mia moglie anche…mi guardava con i suoi occhi grandi.
Fuori ascoltavo quel rumore continuo della pala meccanica che tagliava l’aria sopra di me e guardavo la mia auto con mia moglie dentro, completamente nuda che veniva chiavata da lui oscillando lentamente. Mi sembrava impossibile che fossimo noi, io e mia moglie a fare quelle cose così rischiose in luoghi all’aperto e di giorno, noi che eravamo persone serie e stimate, ma oramai eravamo ormai vittime del gioco, dei nostri sensi.
Dal finestrino della portiera posteriore vedevo il suo viso ormai godente, non sapevo se esserne felice o dispiaciuto. Avevo l’erezione anch’io a osservarli, aprii la cerniera dei miei pantaloni, quasi meccanicamente, lo presi in mano e continuai a masturbarmi osservandola. Ero in uno stato di grazia, l’adrenalina mi scorreva nel sangue e loro erano lì a chiavare.
Provavo una sensazione nuova a essere in quel luogo, all’aperto, sentire voci lontane come sottofondo con la possibilità e il pericolo che avrebbe potuto arrivare qualcuno e vedere mia moglie nuda in macchina che si lasciava chiavare da quell’uomo. Avevo il batticuore e sentivo l’adrenalina in corpo chiunque sarebbe passando da quella strada sterrata avrebbe potuta vederla chiavare e questo mi eccitava tantissimo se non di più del fatto stesso che lui la chiavasse, era il rischio, il pericolo che correvamo a eccitarci maggiormente e credo che anche per lei fosse così.
Era tanto che non godevo così in quel modo, sentii i testicoli contrarsi ripetutamente forte assieme al perineo e forse l’ano, in pochi secondi venni sulla mia mano l’esiguo sperma che riuscii a eiaculare. Eiaculai avvertendo proprio lo sperma correre e passare per l’uretra e giungermi in mano … Fu tremendo ed eccitante godere in quel modo così inusuale anche per me, sentendo il rotore delle pale eoliche che giravano sopra la testa, la brezza in viso e soprattutto vedere mia moglie in auto nel sedile posteriore sotto di lui a essere abbracciata e godere. Lei certamente era a disagio ma godeva, mi vedeva attraverso il finestrino che la scrutavo e sapeva che mi masturbavo, e si leggeva sul viso il piacere e l’imbarazzo e quando incontrava il mio sguardo si voltava subito...
Ebbe l’orgasmo nel sedile posteriore. In quel groviglio di corpi sudati dove si intravvedevano le sue mammelle grosse e pallide strette dalle mani di quell’uomo, mostrandosi invitanti, tonde e tenere.
Al termine di averla chiavata, quando venne lo sfilò dalla vagina pieno di sperma e pendente anteriormente, si tirò su e uscì dalla portiera posteriore gettandolo alla base del traliccio, insieme ad altri preservativi vecchi e usurati, segno che quello era un luogo per appartarsi e avere rapporti sessuali. Dicendomi come avevamo concordato:” <Ora e tua, leccale la figa se vuoi.> Tentennante mi avvicinai, entrai nell’abitacolo caldo e afoso del loro odore corporale e sessuale e mi inginocchiai io al suo posto tra le cosce, ma non per chiavare mia moglie come aveva fatto lui, bensì per leccarle la figa. “
Eccitato e fremente abbassai il capo sulla vulva e avvertii il forte odore di sesso misto a sudore genitale che emanava, mi abbassai maggiormente e la baciai e nonostante il forte odore di sesso, la sentii umida e presi a leccargliela con passione.”
“Dunque gliel’ha leccata in auto e lui, il partner che faceva Mimmo?”
“Lui ci guardava e sorrideva, quasi rideva stupidamente di quello che faceva, non capiva il mio piacere, ma la leccata del cunnilingus fu breve perché lui invece di allontanarsi restò a guardare mentre lo praticavo e siccome non mi andava smisi. Lui quando vide che interruppi di leccarla, si fece in avanti prese per una mano mia moglie e la tirò su e fuori dall’abitacolo nuda e anche lui lo era ancora, non si era rivestito e in lontananza si sentivano voci e trattori.
Poi, all’improvviso, il quadro cambiò, lui la riprese per il polso, mia moglie era sorpresa e completamente passiva, una mano gliela posò sul fianco e con l’altra incominciò ad accarezzarle il sesso.”
“E cosa faceva sua moglie?” Domandò la dottoressa.
“Mia moglie era come smarrita, inerte si lasciava sballottare tirare per un braccio nuda da lui:”
< Su bella cammina un po' ora! Fammi vedere come muovi il tuo bel culo.> Disse quel tipo con una confidenza che non gli aveva dato nessuno.
Mia moglie mi guardò sorpresa e io restai allibito da quella richiesta.
< No queste cose no…> Dissi io:< …non le facciamo.>.
< Ma dai fa solo due passi…> Ripeté lui con un sorriso scemo… Io e patrizia ci accorgemmo subito di essere finiti nelle mani di un balordo e ne avevamo timore.
Devo dire che nonostante la paura era tutto molto eccitante, mia moglie era lì nuda dopo che aveva chiavato con lui, io avevo provato a leccarle la figa e lui che la stringeva per un fianco ripetendo:
< Dai su cammina un po' lentamente che voglio vederti muovere il culo …>” Ripeté dandole una pacca nel sedere:< Su!> Disse.
“Vi spaventaste?” Domandò la dottoressa.
“be si, non sapevamo come farlo desistere da suo proposito di fare camminare mia moglie nuda, se avessimo detto di no non sapevamo come reagiva.
Era tutto assurdo, lui rideva da solo :< Fallo contento.> Mormorai a Patrizia per far sì che tutto terminasse, in fretta. E mia moglie guardandomi camminò da sola con gli zoccoli nell’erba, tra gli arbusti mentre lui osservandola sorridendo le accarezzava il sedere da dietro dicendo: < Che bel culo morbido e che bella figa pelosa che hai… vieni bella, vieni bella, vieni bella… facciamo una passeggiata.” Ripeteva come un mantra.
In realtà mia moglie non era così bella come facevano pensare gli entusiasmi del suo partner, soltanto che a vederla così, in quel luogo, su quei tacchi alti, nuda dopo che aveva chiavato, rendeva tutta la situazione morbosamente intrigante.
D’un tratto aprì le portiere e accese la radio ad alto volume…
“Ma che fai sei impazzito ?!” Urlai affrettandomi a spegnerla. < La sentono tutti la musica e poi arrivano tutti qui!>
< Embè vedono quanto è bella tua moglie nuda…> Rispose stupidamente:< Stai tranquillo che l’apprezzeranno e magari qualcuno ti chiederà se gliela fai chiavare.>
La osservavo, era davvero eccitante ed erotico il corpo nudo di mia moglie cinquantenne, ed era visibile in mezzo al verde creando contrasto con esso con la sua pelle pallida che mostrava la sua pancetta da signora, le cosce grosse e il sedere pieno protruso posteriormente e il seno voluminoso pendente in basso. Lei a disagio approfittando della sua distrazione accelerò il passo ed entrò in fretta nell’auto chiudendosi e iniziando a rivestirsi.
“Lui si mise a posto mentre urinava contro un albero, nel frattempo io proteggendola aiutavo mia moglie nuda a uscire dall’abitacolo che aiutata da me, al suono di voci lontani si mise mutandine e reggiseno e si vestì velocemente con i jeans e la camicetta rosa. Poi risaliti in macchina con lui solo e dietro, ripartimmo e tornammo indietro. Lo lasciammo nel piazzale della baita dov’era la sua auto e noi tornammo a casa.”
“Foste soddisfatti?”
“Si, l’adrenalina fu molta, anche se non c’era piaciuta la denudazione di mia moglie, infatti in seguito con altri lo mettemmo subito in chiaro. Comunque a lui non volemmo rivederlo più era imprevedibile e inaffidabile, aveva iniziativa senza rendersi conto del pericolo. E lo allontanammo. Quello fu una delle situazioni che ci trovammo non dico in pericolo ma a disagio.”
“Ce ne furono altre?”
“Si una in particolare che fu adrenalinica ma rischiosa.”
“Me la descriva Mimmo...”
Continua…
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