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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

All Right Reserved 2022

ANALISI DI UN CUCKOLD IN TERAPIA

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VIETATO AI  MINORI DI 18 ANNI.

NOTE:

 

“Chi l'ha detto che l'adulterio sia sinonimo di infedeltà? A volte consente di mantenersi fedeli per tutta la vita.”

    Michelangelo.

 

 

 

CAP. 16 CAMILLO.

 

“Allora Mimmo, nell’ultima seduta aveva detto che dopo un anno successe qualcosa che vi fece ritornare a trasgredire. Giusto?” Domandò la dottoressa.

“Si, una sera a letto mentre l’accarezzavo ed era piena di voglia, parlando dei partner che aveva avuto finimmo nel discorso di quelli che ancora giovani pur essendo lei cinquantenne la corteggiavano sul lavoro, e disse:

< Sai Mimmo che oggi è arrivato Camillo…>

Camillo era un suo superiore piemontese a cui mia moglie piaceva molto e che corteggiava sempre ogni volta che veniva giù a fare i controlli dei materiali consumati della ditta, e ci provava sempre nonostante lei gli avesse fatto capire più volte che non le interessavano le sue attenzioni e avesse ormai cinquant’anni.”

“Questo Camillo era un suo datore di lavoro?” Chiese la dottoressa.

“No, era un suo direttore di settore. Non so se glielo detto, ma mia moglie lavorava per una grande impresa multiservizi del nord che aveva settori di servizio vari, che comprendevano il ristoro, l’attività alberghiera, la pulizia, disinfezione e sanificazione di ambienti, di case di riposo ed Rsa. Oltre che di supermercati, uffici, scuole, hotel e strutture ricettive, ma in particolare di aziende ospedaliere e strutture sanitarie ed era in uno di questi ultimi servizi che lei lavorava, era responsabile e coordinatrice del personale di pulizia in una grande azienda ospedaliera.”

“Era un’impresa polivalente?” Precisò lei.

“Si, un’impresa multiservizi che svolgeva numerose attività in tutte le regioni italiane, soprattutto al nord e per noi in particolare in riviera, dove abitavamo e vivevamo. Era molti anni che ci lavorava e per esigenza di servizio su richiesta dell’impresa si era spostata anche in località limitrofe, aveva effettuato corsi e aggiornamenti specifici del settore delle pulizie, della disinfezione e sanificazione di ambienti e dopo molti anni, ormai quarantenne era stata premiata e assegnata come responsabile e coordinatrice di un settore ospedaliero nella riviera ligure.”

“Cioè?” Domandò la dottoressa.

“Praticamente nella sua nuova attività di responsabile di un’azienda ospedaliera coordinava una quarantina di dipendenti, tutto personale femminile, che con le loro divise e carelli, suddivideva, organizzava e assegnava appunto a pulire, sanificare e disinfettare.  Ed era alcuni anni che lo svolgeva con apprezzamento dei superiori il compito assegnatole.  Svolgeva la sua attività con responsabilità e attenzione ed era apprezzata sia dal personale che dai quadri superiori.

Naturalmente come in tutte le grandi imprese ogni un tot di mesi, in genere tre veniva giù dalla sede centrale un dirigente a controllare che tutto si svolgesse come previsto, controllando spese per materiali, eventuali assunzioni e lo svolgimento del lavoro, ed era sempre tutto in ordine, erano molto soddisfatti di lei…”

“E questo direttore gli corteggiava la moglie Mimmo? Mi racconti come avete ripreso a trasgredire.” E io continuai:

“Si, era un dirigente anche lui sposato e con figli addetto alle ispezioni in riviera, che ogni volta che veniva a fare i controlli, faceva sempre il filo a mia moglie.... la lusingava, corteggiava con battutine e la invitava a bere qualcosa in qualche locale o a cenare in qualche pizzeria alla sera. Naturalmente mia moglie persona seria declinava sempre con gentilezza l’invito essendo una signora sposata, rispettata e con figli, dando l’immagine di sé di una donna responsabile e fedele e mi diceva tutto quello che accadeva e ci ridevamo assieme.

Quel suo corteggiamento di Camillo con mia moglie era anni che lo praticava, lei me lo comunicava sempre quando lui giungeva per le ispezioni e informandomi mi faceva capire che anche a lei come succedeva con le altre dipendenti non dispiaceva e apprezzava essere corteggiata da lui, che tutto sommato le piaceva… Era un bell’uomo e piaceva a tante dipendenti e come diceva mia moglie scherzando: < Quando arriva giù e le corteggia le fa sciogliere tutte …> Riferendosi alle dipendenti.

“Prima che diventassi cuckold non sarebbe mai accaduto, ma dopo quel nostro cambiamento e quella nostra nuova scelta di vita sessuale un giorno appena arrivata a casa e seduta stanca in poltrona in soggiorno, pronunciò che avevano compiuto i controlli:

<Uuufff …Oggi è sono stata una giornataccia con Camillo (che anche lui era un cinquantenne poco più grande di mia moglie di un paio di anni) a fare le verifiche e ha ripreso a corteggiarmi… Mi fa i sorrisini, mi dice belle paroline e mi invita sempre una sera in pizzeria… o a fare una passeggiata.>

<Non ci molla…!> Esclamai io orgoglioso conoscendo il suo desiderio per mia moglie, aggiungendo chiacchierando:< … ma quanti anni è che ti corteggia?>

<Eh sarà dieci anni.> Rispose mia moglie… sorridendo e compiaciuta.

<Si vede che gli piaci davvero …> Mormorai.   

Sorrise di più:< Beh anche lui come uomo non è male… >Replicò:< …oh, ma ogni volta ci prova, anche se sa che io gli dico sempre di no e va a vuoto con me. Poi dopo che vede che con me non combina niente, non perde tempo a invitare qualche altra dipendente da portare a cena e poi a letto…> Ribatté sorridendo.

A quel punto vedendo il suo sorriso di decantazione e di come ne parlava le domandai:< Ti piace questo Camillo?>

<Si!> Ammise:< È un bell’uomo, piace un po' a tutte noi dipendenti, quando viene scherza con noi e qualcuna addirittura si scioglie quando lo vede…> E sorrise ancora seguitando:< Ha invitato quasi tutte le dipendenti a cena o per una pizza, mancano solo le nuove assunte e le stagionali e quasi tutte ci sono andate, anche quelle sposate, per poi finire a fare sesso con lui in auto.>

<E come lo sai tu? Te l’hanno detto loro?> Domandai a mia moglie.”

“E lei, la sua consorte cosa le disse?” Chiese la dottoressa.

“Mi guardò:< Ma figurati, sono quasi tutte sposate con figli anche grandi e queste cose si fanno e non si dicono…> Rispose ancora con il sorriso:< Ma nel nostro ambiente di lavoro ci sono tante pettegole, invidiose e gelose l’una dell’altra che si sputtano a vicenda e non perdono occasione se sanno qualcosa di qualcuna di farla sapere a tutti. Quando Camillo riparte e ritorna in sede centrale ce sempre qualcuna che è stata a cena, in auto o in camporella con lui.>”

“Questo glielo disse sua moglie chiacchierando?”

“Si, alche le domandai:< Vuoi dire che questo Camillo ogni volta che viene giù, ogni tre mesi se ne chiava una diversa?>”

“E cosa rispose sua moglie?” Domandò.

“Rispose:< Si, ma devi calcolare anche le stagionali che cambiano ogni sei mesi…>

< E corteggia anche a loro?> Domandai.

< Si, dopo di me che va sempre a vuoto o si rifà con qualcuna che c’è già stata precedentemente con lui, oppure con qualcuna stagionale, nuova che con la speranza di essere poi assunta a tempo indeterminato, va a cena con lui e a ritorno in qualche piazzola o in camporella le allarga le gambe anche se è sposata e a figli…> 

“Eh… ma se ne scopa così tante?> Le chiesi stupito.”

“E sua moglie che rispose?”

“< Si, se le è scopate quasi tutte le dipendenti che lavorano in ditta da molto tempo, meno che me…> Pronunciò con un sorriso orgoglioso.

Non so cosa mi prese in quel momento a sapere che fra tutte quelle donne dipendenti mia moglie che era la moglie di un cuckold, era l’unica che non gliel’aveva data… E visto che Patrizia-Chiara (mia moglie) era già qualche anno che praticava il cuckoldismo con me e da oltre un anno avevamo rotto con Filippo non incontrando più nessuno, restai un momento in silenzio e poi replicai provando una forma di eccitazione dentro me nel dirlo.

<E allora perché non accetti e ci esci anche tu una sera in pizzeria con questo Camillo?>”

“E cosa gli disse sua moglie Mimmo?” Chiese la dottoressa che attenta ascoltava.

“Si voltò di scatto e mi guardò per qualche secondo meravigliata: <Come perché non ci vado?> Replicò stupita.

“Si in pizzeria, intendo a mangiare la pizza con lui…” Affermai.

Restò un attimo smarrita di quella mia esternazione, ma poi sorrise e aggiunse:< Si… in pizzeria, e poi… sai quello cosa vuole? Quale è il suo scopo dopo la pizza?! Fare sesso!> Dichiarò con una smorfia maliziosa, aggiungendo:< E chi accetta l’invito e ci va delle mie colleghe sa già che finisce così, a gambe larghe in auto…! E se accetto anch’io, sai cosa vuole dopo la pizza?! ...> Esclamò sorridendo.

<Chiavarti?> Risposi io volgarmente interrompendola, proseguendo eccitato:< Be se lui piace anche a te e vorresti fare sesso con lui, perché non farlo! Lo hai già fatto diverse volte con altri, e con Filippo, che se anche lo fai con lui non cambia niente tra noi due… non è che se vai a cena con lui e dopo fai sesso con questo Camillo mi sento tradito, siamo consenzienti entrambi…> Precisai.

Mi guardò in modo strano, stupita e incredula di quello che dicevo, dell’esortazione che le proponevo. E continuai:

<Ai detto che piace anche a te questo Camillo?> Domandai.

<Beh si, piace a tutte… ma non è questo, sì... che mi piace come uomo, ma…> Era tentennate.

<Ma cosa? …. Se siamo d’accordo e ti piace prova, vai…> Pronunciai volutamente.

< Ma sono una sua sottoposta Mimmo… lui è un mio superiore, un mio direttore, non vorrei che pensasse male di me…> Rispose.

< Ma che pensare male, figurati, quello non vede l’ora di chiavarti, sono anni che ci prova e aspetta…>

Restò ancora in silenzio poi sbottò d’improvviso:< No… mi vergogno, lo conosco, se sa che facciamo queste cose…>

< Ma che hai capito Patrizia? >La interruppi ancora:< Vai da sola, io resto a casa…>

< Da sola?> Borbottò stupita.

< Si da sola, però quando torni mi racconti tutto…”

“Era eccitato lei Mimmo?” Domandò la dottoressa.

“Si, il fatto di farla andare a tradirmi e fare sesso da sola mi eccitava…”

“E lei, sua moglie che disse? “

“Lei non lo diceva, ma era eccitata anche lei, lo capivo dalla sua espressione.”

“Quello era un altro passaggio della vostra evoluzione nel cuckolding, un cambiamento di forma…” Disse la dottoressa scrivendo qualcosa sul bloc notes, domandandomi ancora: “E che rispose sua moglie?”

“Restò ancora in silenzio, incredula della mia proposta di inviarla ad avere un rapporto sessuale senza me e poi soprattutto con quel Camillo suo superiore nel lavoro e fui io a ripetere:

< Ti ha invitata di nuovo a cena quando è arrivato?> 

<Si!> Mormorò, imbarazzata.

< E allora se anche lui ti piace e desideri anche tu come tutte le altre dipendenti essere chiavata da lui vai! Prova! Non le devi mica dire che io lo so… Gli farai credere che mi hai detto che vai a una cena con un’amica o con le colleghe come a volte succede e che io ci credo, e invece andrai con lui… Come credi che facciano le tue colleghe sposate quando accettano il suo invito…. Dicono al marito che c’è una cena con qualche amica o tra colleghe…>

< Eh…ma io… io non so! Lo conosco professionalmente, mi vergogno. Non ho mai fatto queste cose in questo modo lo sai, un conto è andare e trasgredire con te, un altro andare da sola come se fosse un tradimento vero. Io non sono come le altre e non saprei cosa dire, cosa fare…>

<Tu non devi dire e fare niente, amore farà tutto lui vedrai. Tu devi accettare solo il suo invito, andrete in pizzeria, parlerete del più del meno, ti farà ancora complimenti e quando uscirete delle avances. Sarà lui a farsi avanti stai tranquilla, tu dovrai solo abbozzare una piccola resistenza verbale e poi lasciarti andare e vedrai che farà tutto lui.> Ripetei sempre più eccitato nel convincerla ad uscire a cena e a farsi chiavare da questo Camillo suo direttore di settore e aggiunsi:< E chissà che se ti chiava non ci scappa un’altra promozione o almeno un passaggio di livello.>

Abbozzò un sorriso mormorando con un pizzico di civetteria:< Così in sede centrale con i suoi amici e colleghi si vanterà di aver fatto sesso anche con me, che anch’io sono caduta tra le sue braccia.  Gli dira - Sai che in riviera dopo tanto sono riuscito a ciularmi anche Patrizia. -Diventerò anche io una medaglia nel suo medagliere… > Dichiarò mia moglie.  E io subito risposi: <Cosa te ne frega se diventerai una medaglia al suo medagliere… se è per questo sei anche nel medagliere di Pino e di Filippo…>

< Si ma con loro era diverso…> Esclamò.

< Ma va! Ti togli un desiderio, una soddisfazione personale…> Ribattei.”   

“E sua moglie come si comportava in quel discorso Mimmo?”

“Lei era indecisa, più che altro per il ruolo che ricopriva nell’azienda, aveva paura che qualcuna delle dipendenti venisse a saperlo e la sputtanasse come era successo ad altre sue colleghe e sottoposte, perché lei era considerata una signora seria e fedele e ci teneva ad essere ritenuta tale dalle altre dipendenti sul lavoro... Ma considerare che fare sesso con mia moglie potesse essere ritenuta una medaglia sul medagliere di Camillo, come tante altre dipendenti chiavate da lui, mi eccitava. Come mi eccitava la circostanza che si potesse scoprire che anche mia moglie avesse praticato sesso con lui e quindi sarebbe stata considerata dalle sue dipendenti una donna sessualmente facile come erano considerate loro. Mi accendeva inoltre la possibilità che la spettegolassero come era loro modo di fare, mormorando e dicendo che anche la loro responsabile, la signora Patrizia che faceva tanto la seria e l’onesta era stata a cena con Camillo e di conseguenza avesse chiavato con lui. Non so il perché dottoressa ma mi esaltava enormemente pensarlo.”

“La eccitava il fatto che le sottoposte di sua moglie potessero venire a conoscenza della sua cena serale con Camillo, con di seguito il relativo amplesso in auto e quindi sparlare di lei e spettegolare sulla moralità della sua consorte e dire che anche lei, la sua bella coniuge era stata sessualmente di quel Camillo come lo erano state loro? E la infervorava?”

“Si dottoressa, mi eccitava il fatto che il suo direttore la possedesse in auto, ma anche che si venisse a sapere e anzi dentro di me senza dire niente a lei lo auspicavo.”

“Auspicava che si sapesse che l’avesse tradita con Camillo?”

“Si!”

“E perché?” 

“Non so, forse perché mormorassero che anche lei era come tutte le altre... Non so!” 

Vidi che scrisse qualcosa nel bloc notes e poi mi esortò:” Vada avanti, cosa è successo dopo?”

“Dopo vista la sua esitazione a decidere di accettare se andare a cena con Camillo le ripetei:< Prova Patrizia… è tanti anni che ti corteggia e vorresti andarci, lui ti piace, togliti lo sfizio, io non sono geloso e nessuno saprà niente… Stai soltanto attenta che qualche tua collega o sottoposta non se ne accorga.>

<E tu che fai?> Disse rivolta a me…

<Io sarò qui a casa ad aspettare che ritorni, se durante o dopo cena mi vorrai fare una telefonata, ci sentiremo…>

< E cosa ti direi?> Ribadì lei.

<Nulla di particolare, fai finta di avvisarmi a che punto siete con la cena, a ridire che sei con le colleghe e ti diverti, non devi dire altro. Se ti ascolta che lui è vicino potrai chiedermi qualcosa dei ragazzi se vuoi… Per il resto di come sarà andata e finita la serata, mi racconterai quando rientrerai a casa.> 

Sorrise ancora…: <Guarda che vado davvero!> Pronunciò tra il serio e lo scherzoso…

<Certo, se vuoi puoi andare… Anzi…domani quando lo vedrai che ti dirà qualcosa, che ti inviterà a cena o a magiare la pizza, non subito, ma poco dopo le riferirai che la pizza ti piacerebbe, che ne avresti voglia, che tuo marito non ti ci porta mai, ma che però per farlo, per andare a mangiare la pizza con lui dovresti mentirmi, dirmi che usciresti con le colleghe…. E che non lo hai mai fatto e vedrai che lui farà il resto.>”

“Si sentiva eccitato dopo averla fatta diventare la moglie di un cuckold a indurla a tradirla senza di lei?”

“Si, non so come dire era una cosa nuova per noi che mi faceva sentire cornuto e cuckold in modo diverso, quello lo consideravamo un vero tradimento anche se era un gioco e eccitava anche a lei.”

“E quindi che fece sua moglie?”

“Mia moglie restò in silenzio poi si alzò dicendo: < Ma tu non ti arrabbi? Non sei geloso se non ci sei tu che vado da sola?>

<No> Ripetei:< Perché di un altro uomo la sei già stata, e come per i nostri incontri di cuckoldismo con lui sarà qualcosa soltanto di fisico, sessuale, carnale e non sentimentale e sai che a me eccita vederti o saperti fare sesso con un altro e che dopo mi racconti…. E visto che ti corteggia e lo desideri anche tu come tutte le tue colleghe… togliti questa voglia.> Le ripetei avvicinandomi e abbracciandola.”

“E Accettò sua moglie?”

“Si dottoressa!” Risposi...:” Possiamo dire che io avevo acceso la miccia, ma lei si era ben guardata bene dallo spegnerla. È stata come la ciliegina sulla torta. Ne abbiamo parlato ovviamente e gli ho confessato che anche in quel modo lì provavo piacere a saperla di un altro pur se non la vedevo far sesso. Che si mi eccitava vederla posseduta, ma anche il saperlo soltanto, a patto che dopo mi raccontasse tutto. Era qualcosa di nuovo che dava soddisfazione ad entrambi, significava che sessualmente eravamo cresciuti, evoluti e lei si era emancipata e dei nostri momenti intimi parlavamo con chiarezza e senza più il tabù del tradimento sulle nostre passioni ed era un modo per procurarci nuove emozioni.” 

“Quindi cosa è accaduto dopo?”

“La mattina seguente andò in azienda e per motivi di lavoro si incontrò con lui, cosa accadde me lo raccontò con un sorriso imbarazzato lei stessa al pomeriggio quando io rientrai a casa dal lavoro. 

< Come è andata?>” Domandai. Lei sorrise.

< Stasera ti faccio cornuto, sono invitata in pizzeria …” Esclamò ridendo.

Capiì tutto e sedendomi sul divano vicino a lei ribattei: < Raccontami dai!> E lei iniziò:

< Per motivi di lavoro, abbiamo fatto i controlli per i reparti e poi sugli approvvigionamenti e successivamente lui m’ha offerto un caffè, che io sorridendogli accettai volentieri. Ma non andammo al bar, si fermò alla macchinetta erogatrice al piano in cui ci trovavamo visto che non c’era gente e quindi era un punto riservato e tra le varie battute che mi fece ci riprovò ancora. 

-Allora questa pizza… te la posso offrire o no?! O preferisci qualcos’altro? ...- Ripeté.

Io sorrisi, feci una pausa e gli risposi come mi avevi detto tu. 

-La pizza mi piacerebbe, mio marito non mi ci porta mai…-

-Ti ci porto io stasera se accetti! – Ribatté immediatamente.

- Tu?... – Esclamai fingendo stupore: -Eh ma se mi vedono con te guai… penserebbero subito male, che c’è qualcosa tra di noi, specialmente queste pettegole …- Replicai facendogli capire che mi riferivo alle dipendenti… Aggiungendo - Qui mi conoscono tutti! -

-Andiamo fuori…- Rispose subito: - In zone dove non ti conoscono…-

Restai un attimo in silenzio e poi domandai: - E dove? –

-A Imperia… fuori provincia… in un posto tranquillo dove non ti conosce nessuno...- Affermò. Si vedeva che era infervorato dal desiderio di avermi.

-Eh ma come faccio?  Dovrei mentire a mio marito, dirgli che vado a cena con le colleghe …-

-Tu diglielo, gli dici che la ditta ha deciso una cena stasera e se ha dei dubbi di telefonare al direttore e se mi chiederà qualcosa io confermerò…- Dichiarò agitato.

Lo guardai e poi pronunciai sorniona e ambigua…- Ma solo una pizza però …- 

-Certo! -  rispose lui serio: - Soltanto una pizza, tanto per passare una serata un po' diversa, in amicizia e a chiacchierare. -

-Va bene! -  Risposi.  E accettai>”. 

“E lei che fece Mimmo?”

“Ero eccitato che mi raccontasse tutto, di come mi avrebbe tradito senza di me, ero emozionato ed eccitato come probabilmente lei, mi batteva forte il cuore e risposi: < Brava Patrizia… vedi che sai recitare quando vuoi. Vedrai che ti divertirai e piacerà anche a te.>”

L’ Appuntamento di quella sera era fuori città per le venti, verso le sette iniziò a prepararsi in camera con me che la guardavo:” Fatti bella mi raccomando, sexy e profumati tutta… voglio che dica che bella figa di moglie ha suo marito. Che gli diventi duro solo a guardarti.>

Sorrise esclamando:< Dai…!>. 

Indosso dell’intimo nero trapuntato e trasparente coordinato al reggiseno, gonna, camicia, scarpe con tacco moderato, collana, bracciali e anelli, un trucco misurato ma intricante, golfino e foulard sulle spalle e il suo profumo preferito sul collo e i polsi. Prese la borsetta, lo smartphone e prima di uscire mi diede un bacio salutandomi.

<Ti chiamo finito di cenare…> Mormorò.

< Bene… aspetto!> Risposi:< Ma stai attenta e calma, non fargli capire che io so! Deve pensare che mi metti un cornino perché lui ti piace. > La ribacia anch’io e uscì. 

Il resto me lo raccontò quando rientrò. “

“Quindi per la prima volta sua moglie con il suo consenso si appartò ed ebbe un rapporto sessuale completo senza di lei e la sua presenza come facevate negli incontri cuckold. E vi piaceva quella situazione?”

“Si dottoressa, io in quel momento ero eccitato ma anche agitato lo ammetto, mia moglie mi stava lasciando per uscire con un altro uomo, con cui sicuramente avrebbe mangiato, scherzato, riso assieme e avuto un rapporto sessuale completo senza di me, senza che ci fossi io a osservare come facevamo sempre.”

“E cosa provava? Cosa viveva lei Mimmo in quei momenti che sua moglie si appartava e la tradiva da sola sessualmente senza di lei? “Domandò scrivendo sul bloc notes.

“Era qualcosa di nuovo, ma eccitante dottoressa, in quell’attesa provavo ansia mista a paura e gelosia, sapevo che l’avrebbe chiavata, ma non volevo fermarla, anzi mi eccitava che mi facesse cornuto anche da sola con lui. Il pensiero che anche mia moglie, come diceva lei, sarebbe diventata una medaglia tra le tante di quel libertino chiavatutte, mi eccitava. Il sapere che forse nel nord con i colleghi se ne sarebbe vantato dicendolo ad altri dell’’azienda che l’aveva posseduta sessualmente invece di preoccuparmi mi infervorava. Provavo una forte eccitazione nel sapere di essere tradito non con uno sconosciuto, ma con un suo superiore che la conosceva bene, e che si sarebbe potuto venire a sapere. Era una eccitazione accompagnata da angoscia e seguita da una forte delusione che mi determinava una sorta di stato di shock, di malessere e piacere, gelosia e umiliazione.

Mi tormentavo e eccitavo a sapere che l’avrebbe chiavata Camillo e certamente sarebbe finita nel suo conteggio insieme alle altre colleghe e sottoposte che si era già chiavato, e lui il direttore l’avrebbe accomunata a loro e non più a una signora e moglie fedele seria.”

“Quindi la sua reazione interiore seppur tormentata era positiva.”

“Si!” Dottoressa:” Dopo anni che praticavamo il cuckoldismo era qualcosa di nuovo, di insolito che ci eccitava di più.”

“Continui, vada avanti Mimmo.” 

“Quella sera mi telefonò verso le 22.00, dopo aver cenato con la pizza, dicendomi:< Ciao amore… sta andando tutto bene, ci stiamo divertendo tra colleghe e per mezzanotte circa rientrerò.> E ci salutammo con quel Camillo seduto vicino a lei che probabilmente sorrideva e fumava ignaro che c’era un accordo tra me e mia moglie. 

Successivamente a quella telefonata eccitato e spaventato attesi, guardai un po’ di tv e sempre l’orologio e pensavo a loro… <Ecco adesso la starà facendo salire in macchina con la scusa di tornare indietro, si fermerà da qualche parte e ci proverà, cercherà di chiavarla. Le accarezzerà le cosce, la bacerà in bocca e poi lei ci starà… > Seduto sul divano con il capo sul bordo dello schienale, eccitato fantasticavo che se la chiavasse, fino a toccarmi…  provando piacere con tutte le mie emozioni contradditorie.

Poi mi calmai, verso la mezzanotte sentii la chiave nella serratura girare e la porta aprirsi, era lei che rientrava. Appena mi vide mi fece un sorriso che ricambiai.

<Allora come è andata?> Chiesi mentre si toglieva il golfino e posava la borsetta sulla mensola dell’entrata. 

<Bene!> Rispose.

<Ti ha chiavata?” Domandai subito agitato. Lei non rispose, rise… <Vieni!> le dissi facendola sedere in soggiorno a raccontarmi:

< Dai raccontami come ti ha chiavato?> La esortai.

E lei tra l’imbarazzo e l’eccitazione iniziò:

<Quando posteggiai la mia auto nel punto concordato lui era già la ad aspettarmi con la sua. Mi fece salire e partimmo verso Imperia. Durante il viaggio parlammo del più del meno, del lavoro, delle dipendenti, chi è brava e chi no e notai che anche lui era imbarazzato ad essere in auto da solo con me, che inaspettatamente avevo accettato il suo invito.

Arrivammo in una pizzeria sul porto, ci trovarono due posti appartati e cenammo pizza al prosciutto, parlando del più e del meno a tavola, un po' del lavoro, un po' del personale dipendente e alla fine di noi... Si mangiò bene, la pizza era buona, prese una bottiglia di vino e sorseggiando, sorseggiando la bevemmo quasi tutta. Poi dopo il caffè ci alzammo e andò a pagare e in quel momento ti telefonai.

“Quindi quando la chiamò al telefono sua moglie lui non c’era?” Domandò la dottoressa.

“No!” Risposi: “Mia moglie aspettava sull’uscio, lo fece in disparte.”

“Continui Mimmo!” Mi sollecitò.

“Si, mia moglie mi informò:<Usciti, passeggiando raggiungemmo l’auto, salimmo e partimmo. Lungo il tragitto salendo per la via Aurelia svoltò a sinistra per una stradina di collina che probabilmente conosceva già …>

<Ci avrà portato le altre dipendenti a chiavare dove ha portato a te…> Dissi io interrompendola.

<Probabilmente sì …> Rispose mia moglie. < … si vedeva che conosceva il posto. E si fermò in uno spiazzo a picco sul mare.>

-Ci fermiamo un attimo…- Pronunciò, e iniziò a parlare di me>

<Cosa ti ha detto? >

< Ha iniziato dicendo: -Tu mi sei sempre piaciuta, hai qualcosa in più delle altre, tutte le volte che vengo giù e ti vedo mi ribolle il sangue, ho il desiderio di abbracciarti…-

-Eh ma siamo sposati…- Risposi io, aggiungendo: - E poi abbiamo rapporti di lavoro…e io non ho mai tradito mio marito…- Aggiunsi mentendo.> E notai che mia moglie nel dirlo sorrise e la eccitò di più. E continuò:

<All’improvviso guardandomi mi ha messo il braccio dietro le spalle e tirato a lui baciandomi sulle labbra.

-No.…non dobbiamo Camillo…- Mormorai, ma lui mi strinse di più e iniziò a baciarmi e allora feci come mi avevi detto tu, opposi una leggera resistenza verbale e poi mi lasciai andare.

Lui oltre che stringermi mi infilò la mano tra le cosce e la tirò su insieme alla gonna fino ad arrivare e toccarmi il sesso, sfregandolo con le dita sule mutandine e comprimendolo.>

<E tu come ti sentivi…> Domandai.

<Mi piaceva, mi lasciai andare e aprii la bocca, lui entrò con la lingua e contraccambiai il suo bacio. Camillo eccitato vedendo che ci stavo, mi tirò su tutta la gonna a scoprirmi completamente e sussurrai:< No…questo no, che fai ...?>

Ma lui mi zitti con un -ssshhh…- seguito da un bacio. Sentivo che preso con le dita l’elastico sui fianchi cercava di tirarmi giù le mutandine e agevolandolo muovendo il sedere sul sedile alzandolo un poco lo aiutai e ci riuscì e posò la mano direttamente sui peli della vulva ad accarezzarli…>

<Ti piaceva?> Domandai a mia moglie.

< Si…> Rispose con un sorriso proseguendo.

<In seguito lui mi sussurrò: -togli le mutandine dai… - che avevo ancora sulle cosce, con una voce quasi supplichevole. Ed eccitata anch’io lo feci e lui mi aiutò a sfilarle dalle gambe e toglierle dalle scarpe e le posò sul cruscotto. Sentii che con una mano ruotando una rotella laterale del sedile mi abbassava lo schienale fino quasi giù, intuii che si slacciò i pantaloni e li tirò giù assieme allo slip alle ginocchia.>  

<Eri eccitata anche tu?> Domandai. E intanto la dottoressa ascoltava interessata e credo anche curiosa.

<Si!”  rispose. < Mi sembrava di essere ritornata ragazzina…Mi allargò le gambe, si mise tra di loro sopra di me e sentii che con la saliva mi bagnava la fessura della vulva… Poi lo avvertii appoggiare il glande, premere e…. entrare… Mi aveva penetrata.>

Subito curioso e maschilista infervorato le chiesi:<Come ce l’aveva…? Grosso?!>

<No.… normale, come il tuo nei tempi migliori…” Pronunciò e rise.

“E poi…” Gli domandai: <Poi ti ha chiavata?!>

<Si!> Rispose.

<Ti è piaciuto?>

< Si!> Ribatté con un sorriso malizioso. <Ti ha fatto godere?>

<Si..., ma niente di speciale, niente in confronto ai partner che mi cercavi tu a Pino e a Filippo. Però mi piaceva farlo con lui soprattutto perché era una situazione nuova, intricante, farlo in macchina in un posto insolito. Ecco quello mi piaceva e mi faceva godere, non certo le sue dimensioni e capacità sessuali, visto che ho avuto di molto meglio… E poi in certo senso era un mio capo e godevo con lui.>”

“Le disse quello?” Domandò la dottoressa prendendo appunti.

“Si, che l’aveva eccitata il fatto di essere in un posto insolito, sul bordo di una strada e non chiusa in una stanza e quella situazione le aveva aumentato l’adrenalina. E io con un pizzico di gelosia e eccitazione le chiesi:<Ti ha fatto avere l’orgasmo?>

< Si…> Rispose sorridendo:< Un orgasmino. E stato bello anche se sessualmente non fu niente di particolare, ero eccitata dall’ambiente, forse anche perché lui mi piaceva e mi corteggiava da tanto tempo… e tutte in azienda lo considerano bello. Un bell’uomo.> 

<E in seguito?> Domandai ancora.

<Successivamente abbiamo fatto sesso, lui mi accarezzava e stringeva il seno, lo tirò fuori aprendo la camicetta e alzando il reggiseno iniziò a baciarmelo e a succhiarmi un capezzolo alla volta mentre mi possedeva. >

< A te piaceva?>

<Si! Te lo detto! Anche se avevo sempre paura che arrivasse qualcuno e dicesse che fate? Oppure si mettesse a gridare, sporcaccioni andate a casa vostra a fare queste cose… E dopo è finito tutto, non è durato molto, alcuni minuti, lo ha tirato fuori ed è venuto…>

< Dove ti è venuto?> Domandai.

<Sulla pancia…>Rispose.

Ero eccitato al massimo da quella narrazione.”

“Quindi con il suo consenso sua moglie ha avuto un rapporto sessuale in un luogo all’aperto con un suo superiore di lavoro? E le è piaciuto? Giusto?”

“Si!” Risposi.

“E quindi poi finì tutto?” Domandò la dottoressa.

“Con lui sì, ma poi subentrai io…”.

“Le ha praticato il cunnilingus post coitum?” Chiese subito la dottoressa probabilmente intuendolo.

“Si!” Affermai:” Lei si alzò dicendo vado a lavarmi che mi sento sporca e attaccaticcia. E si sollevò. Ma io la presi per la mano e mi alzai insieme a lei dicendo:< No aspetta…>

Fui preso da un tremore in tutto il corpo, lei capì subito cosa volevo fare perché mi chiese:< Me la vuoi leccare?>

< Si!> Risposi agitato. 

E guardandomi, sapendo che mi piaceva da morire farlo mormorò :< Va bene, leccamela bene che è umida, sudata e bella calda che Camillo mi ha chiavato appena un’ora fa…>

Mi inginocchiai davanti mentre lei tirava su la gonna all’ombelico e giù a mezza coscia la mutandina e subito mentre in piedi si teneva in alto la gonna d’istinto misi il volto sulla sua figa odorosa e calda e incominciai a baciargliela, leccargliela, succhiargliela, a stringerla a me mettendole le mani dietro ai glutei. E fu lei a dire:< Così, bravo, leccala bene che è piena di umori del mio godimento.> E prendendomi per i capelli e continuando sapendo che mi piaceva sentirmelo dire pronunciò:< Lecca, lecca bene, puliscila che è sporca…> E stando al nostro gioco proseguì:< Ti piace leccarmela dopo che mi hanno chiavato… lo so! …Bello… bello il mio cornuto…>” Esclamò tirandomi per i capelli e proseguendo:< Mi farò chiavare ancora da lui quando verrà giù…andrò a cena con lui e mi lascerò chiavare e tu resterai qui in casa ad aspettarmi e a masturbarti mentre lui mi chiava in macchina... Vero che vuoi?... Che sei contento che ti faccio cornuto con Camillo, che lui diventi il mio amante…?>”

“E lei che rispondeva Mimmo…”

“Che dicevo…? Mi piaceva quel suo atteggiamento di superiorità e di umiliarmi, ero stato io quando frequentavamo ancora con Filippo a dirle di fare così, parlarmi in quel modo che mi piaceva.”

“E lei continuò in quel vostro gioco?”

“Si, ripeteva: <Dai su lecca tutto cornuto… so che ti piace leccarmela dopo che mi hanno chiavato…>

E mi allentò il capo lasciandomi a leccargliela tutta sui peli radi che nel frattempo si era fatta ricrescere, staccandosene ogni tanto qualcuno che sentivo sulla lingua alle leccate e toglievo o deglutivo. E leccavo anche poco dentro la vagina, essendo ancora dilatata dal piacere, calda e odorosa di sesso e della goduta della chiavata con orgasmino che aveva avuto con Camillo un’ora prima e mi inebriavo felice. E intanto che leccavo con una mano, aprii i pantaloni e tirai fuori il mio pene semiduro, iniziando a masturbarmelo di nuovo mentre lei accarezzandomi la fronte sorridendomi godente esclamava:< Bello il mio marito cornuto… Che belle corna che hai, le sento sulle dita pungere…> Sorridendo, e io felice masturbandomi con la mano ebbi l’orgasmo con il pene quasi mollo ed eiaculai sul pavimento.  

Poi spossato, ansimante mi staccai…  quasi mi mancava il fiato avevo le labbra e il mento tutto bagnato dai suoi umori, dal sudore della sua vagina e dalla mia saliva. Lei sorrise e si allontanò verso il bagno, lasciandomi per terra in ginocchio a guardarla dietro con il sedere voluminoso scoperto dalla gonna che teneva alta, con la mutandina alle ginocchia che mostrava le natiche morbide che a ogni passo si muovevano alzandosi e ondulando, lasciando ridiscendere nel frattempo la gonna mentre si avviava al bagno. 

Dopo un anno che avevamo smesso, ero di nuovo cornuto e contento anche se ... forse era un pò invaghita di lui, ma amava me, questo ne ero certo, lui era bello, le piaceva e forse l’aveva fatto solo per non essere meno delle sue sottoposte e farsi chiavare anche lei. 

Poi mi lavai anch’io e tardi andammo a dormire.

Quando eravamo già a letto le domandai:< Lo vedrai ancora?> 

< Si domani mattina…> Mormorò:< …parte, devo alzarmi alle 5. 30 per essere la alle sei e trenta…>

<Così presto?>

< Come tutte le mattine, devo dare i compiti alle ragazze e poi arriva lui… Ora lasciami dormire che non voglio arrivare in ritardo.>

< Eh ma intanto oramai non ti dice più nulla, dopo che ti ha chiavato puoi fare quello che vuoi.> Dissi scherzando.

<Stupido!> Esclamò sorridendo:< Ora lasciami dormire dai che ho sonno…>

Il giorno dopo quando rientrò a casa dal lavoro le domandai:< Allora è partito?>

<Si!> Disse. 

<Vi siete dati il bacino?> Domandai.

 Sorrise:<Certo!  E ha detto che quando ritorna nuovamente a fare i controlli, mi vuole portare di nuovo a cena, > E rise…scuotendo il capo…”

“E ci andò di nuovo a cena?” Domando la dottoressa:” Allacciò quella relazione che gli aveva detto a lei Mimmo, che sarebbe diventata l’amante di Camillo?”

“Si, quando lui veniva giù ogni tre mesi andavano a cena dicendogli che mi aveva detto che era una cena aziendale o privata con le colleghe, ma mi informava sempre, quando rientrava mi diceva tutto, mi raccontava… “

“E lei Mimmo le praticava il cunnilingus post coiutus… alla sua consorte?”

“Si dottoressa, mi piaceva e mia moglie mi assecondava, in fin dei conti a quel Camillo lo vedeva ogni tre mesi…sempre d’accordo con me e informandomi di tutto quello che facevano. E nell’attesa tra un incontro e l’altro nel frattempo noi riprendemmo a praticare il cuckolding.”

“Ah!... E durarono molto questi incontri sessuali con quel Camillo? “Domandò la dottoressa.

“No, si incontrarono due tre volte…”

“E poi come è finita?”

“È finita che mia consorte Patrizia pensava e voleva essere l’unica amate per Camillo, solo oltre sua moglie e lui restò corretto e leale diciamo un anno, e ogni tre mesi si vedevano, si incontravano e praticavano sesso e sono stati anche visti insieme fuori dal lavoro dalle sottoposte di mia moglie.”

“Quindi sapevano che anche la sua consorte si incontrava e concedeva a questo Camillo…”

“Si, la prima volta furono attenti e non lo fecero capire a nessuno, la seconda volta che Camillo venne in rivera furono visti chiacchierare più di una volta davanti alle macchinette del caffè isolate e lì già iniziarono a mormorare. La terza volta che venne, qualcuna li vide in macchina mentre andavano alla cena, lo disse alle altre dipendenti e iniziarono a spettegolare fino a farlo giungere alle orecchie di mia moglie, che il signor Camillo se la faceva con la signora Patrizia la responsabile del servizio quando veniva giù. La quarta volta già lo sapeva anche il porco… mia moglie era stata sputtanata da loro che le sparlavano alle spalle.”

“Loro, le dipendenti, questo Camillo e sua moglie sapevano che il personale era a conoscenza diciamo della loro relazione?”

“Si, a me lo disse mia moglie che era stata vista, che le altre lo avevano saputo e sparlavano male di lei, ma se ne fregava, diceva che erano solo invidiose e gelose perché lui, Camillo, tra tutte aveva scelto a lei per mettersi insieme. Però questo Camillo era preoccupato che si sapesse che avesse una relazione con mia moglie essendo sposato e con figli in Piemonte. O meglio forse cercava solo un pretesto per scaricarla dopo essersela chiavata tre quattro volte e così le disse che per un periodo che sarebbe venuto giù non si sarebbero incontrati fuori dal lavoro e non sarebbero andati a cena, e mia moglie accettò.

Invece lui venuto giù in riviera, invitò e andò a cena con una ragazza stagionale molto bella, ne avevano assunte cinque per il periodo estivo, di fatto tradendo mia moglie, o meglio, lei la prese così come un tradimento. Ma d’altronde io a lui lo capisco, quella ragazza anche se sposata con figli aveva trent’anni, mia moglie ne aveva cinquanta, quindi da un punto maschile era logico che preferisse lei più giovane e con la scusa di aiutarla ad avere il posto fisso ci faceva sesso…”

“E finì così?” Domandò la dottoressa.

“No litigarono, o meglio discussero, mia moglie gli disse che sapeva e di lasciarla, lui non volle e alla fine invece lasciò mia moglie e continuò a fare quello che faceva sempre con le dipendenti nuove, aggiungere medaglie al suo medagliere scopandosi le sottoposte. Così mia moglie si trovò sputtanata davanti al personale, che spettegolava che anche lei aveva avuto una relazione con Camillo.”

“E A lei Mimmo dispiaceva che sua moglie fosse stata sputtanata e che tutti sul lavoro sapessero che era stata l’amante di Camillo?”

“No, a me non dispiacque, anzi sapere che la consideravano una facilona uguale alle altre mi eccitava.

“E com’è che continuaste a trasgredire?”

“Come detto dottoressa, già durante la storia che aveva con Camillo iniziammo… Nei mesi di spazio tra una volta e l’altra che lui tornava giù in riviera a praticare i controlli iniziammo a esercitare nuovamente il cuckoldismo e poi continuammo anche successivamente quando si lasciò con Camillo o meglio lui la scaricò.

E come è avvenuto questo cambiamento?” Domandò la dottoressa scrivendo qualcosa sul bloc notes. E spiegai:

“Mia moglie era una bella donna che piaceva agli uomini. Eravamo una coppia come tante, ma ci sentivamo differenti dalle altre, sia per la nostra cultura e professionalità, sia per quello che volevamo e le emozioni sessuali che ricercavamo. Oltre il piacere fisico, carnale, cercavamo anche quello cerebrale fatto di emozioni, paura, eccitazione. Come detto in altre sedute eravamo in simbiosi perfetta entrambi.

Avevamo sempre il desiderio di rifarlo, di mettere in pratica quello che pensavamo e giocavamo, ma avevamo anche paura di realizzarlo per i più svariati motivi, da che si scoprisse cosa facessimo, alla persona che avremmo incontrato, all’igiene, ai ricatti e a mille altre cose. 

Però l’intenzione c’era anche dopo Filippo e lei come aveva sempre fatto si affidava completamente a me per realizzare la situazione.  Aveva fiducia in me, era un aspetto del nostro amore che persisteva sempre. Sapeva che mai e poi mai avrei fatto o accettato qualcosa che le potesse nuocere o farle del male.

 

“Si, ho capito Mimmo, questo melo diceva anche riguardo le prime volte che volevate trasgredire, ma mi spieghi come riprendeste ad avere rapporti cuckolding?” Ribadì la dottoressa.

Feci una pausa e risposi: “Si, dopo quella, chiamiamola avventura solitaria condivisa di mia moglie con Camillo, mentre era ancora in corso, ci ritornò il desiderio di trasgredire e ne parlammo…”

“Cosa vi diceste?”

“Eravamo d’accordo tutti e due di riprendere a trasgredire, ma mia moglie voleva farlo in modo diverso da prima e nel discuterne mi disse:< Io Mimmo non voglio più farlo da sola con un altro, con Camillo è stato un caso anche se si dovesse ripetere. Io voglio che ci sia anche tu con me.>”

“Sua moglie voleva che lei partecipasse…!?”

“Si dottoressa… osservandola fare sesso.”

“E si è chiesto perché?”

“Certamente perché mi voleva bene e poi credo che la eccitasse di più essere guardata da me mentre aveva un amplesso con qualcuno…”  La psicologa scrisse ancora qualcosa nel bloc notes e mi esortò:” Vada avanti Mimmo, prosegua.”

E io continuai.

“Mia moglie nel nostro discorso mi disse: < Però voglio cambiare, non mi va più farlo negli appartamenti… e nelle stanze degli alberghi e sempre con la stessa persona.> Dopo quella volta con Camillo in auto, scoprì che le piacevano e eccitavano i posti insoliti, e anche a me se devo dire la verità.

< E dove lo vuoi fare?> Domandai.

< Mi piace e mi eccita di più farlo in posti insoliti, improvvisati…anche in auto.> Dichiarò e sorrise.

< Come lo hai fatto con Camillo?” Pronunciai sorridendo.

Sorrise anche lei segno che avevo colto nel segno.

Restai perplesso dalla sua scelta essendo sempre stata paurosa e guardinga, avendo anche timore di andare in un appartamento che non era il nostro o in una stanza d’albergo che ci potevano vedere e la guardai e sorrisi. Era la prima volta che proponeva qualcosa lei e lo presi come un segno di partecipazione diretta e non più solo passiva.

< Va bene!> Risposi:< Cambiamo metodo, ma per quello che so io, che ho letto su internet in genere per posti insoliti si intende bagni pubblici, farlo in auto nelle piazzole o parcheggi, scale di palazzi e luoghi di questo genere...ma sono incontri occasionali che avvengono e finiscono in una ventina di minuti.> 

Lei annuì dicendo solo: < Si, mi piacerebbe in questo modo, ma non con degli sconosciuti o gente pericolosa, ma con gente pulita e a posto, che individuerai e sceglierai tu come facevi con gli altri. E poi prima di incontrarci tutti e tre come era nostra regola li incontrerai tu da solo e vedrai chi sono. Una cosa pilotata insomma.> Spiegò.

Era qualcosa di nuovo per noi, ero perplesso ma intricato e risposi:

<Sono d’accordo anch’io Patrizia… possiamo provare, ricercherò su internet partner che praticano questi tipi di incontri, in luoghi insoliti e vedremo… Ma guarda…> Precisai:<… che in questo modo qui non è che puoi scegliere il partner che vuoi, ti può capitare il piccolotto grasso dotato, oppure uno brutto… non è come farlo negli appartamenti.”

“E che rispose lei Mimmo?”

“Annuì dottoressa, tirò sulle spalle dicendo:< Va bene, intanto dura poco e non c’è relazione, basta che siano persone fidate, pulite e oneste…>

< Certo!> Risposi io:< Li cercheremo con i nostri requisiti.”

< Poi non voglio vederli né che mi vedano…>

< In che senso non vuoi vederli?> Domandai stupito.

< Si, non voglio vederli in faccia ma fare solo sesso con loro…>

< E ma per farlo in questo modo dovrebbero prenderti da dietro, solo in quel modo lì non ti vedrebbero in faccia, ma non so se tutti accetteranno, ci sarà anche chi vorrà farlo davanti.

E precisò :< Io vorrei farlo in modo riservato, senza mostrarmi chi sono realmente…con qualcuno che non mi veda in faccia o mi parli. > 

<Perché?> Domandai.

< Perché non mi va, mi vergogno. Io vorrei farlo ma senza che il partner sapesse come sono, com’è il mio volto. Che riconoscesse come sono io realmente, come sono fatta quando ricorda…>”

“Una richiesta particolare e insolita, come la risolta Mimmo?” Domandò la dottoressa.

“Effettivamente non piaceva neppure a me che si incontrasse apertamente in qualche luogo anche esterno, e che il suo partner del momento la vedesse in faccia, sapesse chi fosse ed eventualmente le parlasse. Lei perché si vergognava ed era intimorita io per prudenza…. Lei voleva farlo ma che non sapessero chi fosse lei..., che non riconoscessero i suoi lineamenti, il suo viso se capitava che per caso fosse stata rivista.” 

“Voleva avere incontri sessuali in modo anonimo?” Mi interruppe la dottoressa.

“Si doveva essere qualcosa di speciale, con lei quasi mascherata, essere presa quasi improvvisamente da uno sconosciuto in qualche luogo, che non sapesse chi fosse lei, ripeto essere posseduta in modo che non la vedesse in viso… Era una cosa impossibile… una trasgressione quasi irrealizzabile. Però l’essere vista e non vista in volto all’oscuro era anche eccitante…. la eccitava e eccitava anche a me.”

“E come l’ha risolto?” Chiese ancora.  

Ma aldilà dell’enfasi iniziale e delle intenzioni c’erano alcuni problemi che ci bloccavano, il fatto che non avevamo mai fatto nulla del genere e non sapevamo come fare. Un conto era andare in un appartamento o stanza d’albergo, chiudersi dentro, spogliarsi nuda e praticare sesso, e un altro farlo in macchina in un parcheggio, oppure in piedi in un bagno pubblico o su qualche camion con camionista e soprattutto senza essere vista in viso. C’era anche il fatto che essendo conosciuti e professionisti se qualcuno ci vedeva poteva riconoscerci, soprattutto a mia moglie che lavorava in un ambiente dove passavano centinaia di persone al giorno e non volevamo che i partner occasionali sapessero chi fossimo noi, essere tracciati… scoprire dove lavorava lei. E uno alla volta risolsi i problemi.

Trovare un modo che non venisse riconosciuta mi venne in mente Filippo quando la truccava in volto e travestiva.

E così mi venne l’idea che lei accettò e le dissi:< Per fare questi incontri e non essere riconosciuta Patrizia, dovrai truccarti…>

< Truccarmi?> Ripeté sorpresa.

< Si! Un po' come facevamo con Filippo, dovrai truccarti il viso, fard, ombretto, rossetto, mettere la parrucca in modo che cambi fisionomia, che da castana diventi mora, oppure bionda o rossa, con capelli lunghi o corti in stile diversi e quindi dovremmo acquistare qualche parrucca…>”

“Lei che disse?” 

“Niente si mise a sorridere divertita del nuovo gioco, accettò. 

E così un giorno andammo nel capoluogo in un negozio specializzato e ne acquistammo quattro di parrucche, due a capelli lunghi, una con capelli mossi e neri oltre le spalle, un’altra bionda di capelli lisci che le arrivava sempre oltre le spalle e due corte a mezza misura, di stili e colori differenti. Una che le arrivava sul collo a capelli lisci color mogano e l’altra a capelli neri corti e mossi quasi ricci. Quando le provò con la commessa e si guardò allo specchio, pareva davvero un’altra persona, non sembrava più lei. E alla negoziante che le chiedeva se le prendeva tutte e quattro disse:< Naturalmente non sono tutte mie, io ne prendo solo una, le altre sono delle mie colleghe che poiché diamo una festa mascherata e siccome loro non possono venire per impegni e figli, hanno delegato a me l’incombenza di acquistarle. Quindi me li imbusti divise e mi faccia scontrini separati…>”

“Però fu sveglia sua moglie a trovare una giustificazione.” Disse la dottoressa.

“Si…” Risposi con orgoglio: ”…stupì anche a me, segno che si stava emancipando ed entrando sempre più nella parte della moglie del cuckold.”

“Ma solo per curiosità, quando spendeste per quattro parrucche?” Domandò la dottoressa.

“Quasi quattrocento euro…”

“Ah… pensavo molto di più, qualche migliaio di euro. Ma non le prendeste di capelli veri?”

“No, capelli sintetici che pero sembravano veri e non si notava la differenza, intanto mia moglie l’avrebbe indossata soltanto qualche ora al massimo e non tutto il giorno. E poi al buio di sera, ma anche di giorno nessuno avrebbe notato questi particolari.

Risolto il problema che non venisse vista in volto o meglio riconosciuta, passammo a discutere dei partner.

Il partner doveva essere occasionale e uno sconosciuto per lei, non averlo mai visto prima, ma però per sicurezza di entrambi io dovevo sapere chi fosse… non andare alla cieca con il primo che si incontrava, ma creare io l’occasione, cercare, scegliere quello giusto e dotato sessualmente, avere contatti con lui e lui a mia moglie se era possibile non avrebbe dovuta vederla nemmeno quando la chiavava… “

“E come facevate?” Domandò la dottoressa.

“Be come detto prima truccandosi, cambiando fisionomia e poi se era possibile lei doveva essere presa da dietro, di spalle. Era un gioco che ci intricava, eccitava come coppia piccolo borghese, ben vista, rispettata, moralista ed entrambi professionisti.”

“Essere e diventare altri è una forma di dicotomia…” Disse la dottoressa:” Due persone in una, la madre e moglie irreprensibile e la puttana perversa nella stessa persona di sua moglie.”

“Non dissi nulla nemmeno di quello che ritenevo un’offesa a mia moglie. Ma: < Si una cosa simile…” Risposi.

“Comunque quell’intenzione di non essere vista poi sul lato pratico rimase tale…”

“La videro?”

“Si, era impossibile fare come diceva lei, con qualcuno riuscimmo, con altri no, la presero anche davanti guardandola in faccia, ma era truccata e con parrucca.

Così a forza di parlarne, studiare e organizzare decidemmo di provare e dissi a mia moglie:

<Proverò a cercare io la persona adatta…  e se la troveremo come intendiamo noi procederemo nel da farsi, se no non faremo nulla.> Quella era la mia condizione visto tutte le problematiche che imponeva la situazione e lei.”

“Che disse sua moglie?”

“Accettò, si fidava di me, ed era proprio la condizione di trasgressione rischiosa che ci caricava di adrenalina eccitandoci… “

Quello che non capivo di me era perché anch’io avessi quella tendenza di fare accoppiare mia moglie con quasi sconosciuti e brutti come era capitato con Filippo e glielo dissi:” Ma mi spieghi dottoressa, perché ho la tendenza a cercare partner per mia moglie brutti che a lei non piacciono?”

“Perché probabilmente a lei Mimmo piace vederla posseduta di persone simili e dotate. Ci prova gusto. Ma questo glielo spiegherò al termine.  Ora continui…” Mi sollecitò e ripresi:

“Così dottoressa, navigando su Internet, mi informai e mi misi a cercare partner che praticavano quel tipo di incontri.” 

“Gli piaceva fare quella ricerca Mimmo?” 

“Si, molto, solo il cercare uomini che avrebbero posseduta mia moglie all’aperto, in auto o in luoghi pubblici mi eccitava, ero ritornato a provare l’emozione di cercare un maschio alfa per mia moglie per incontri occasionali e mi dedicavo con interesse, passione e curiosità. Naturalmente sapevo che dovevo stare attento, che si poteva incontrare di tutto in quell’ambiente, ma un po' di esperienza già l’avevo. E anche le regole le avevamo…”

“Quali regole?” Domandò la dottoressa.

“Quelle che avevamo creato insieme all’inizio anni prima e che poi non avevamo rispettate, di andare solo con persone pulite e sane, senza baciarsi in bocca, sempre e solo con il preservativo…”

“Quindi basta farla eiaculare in vagina?!” Esclamò scrivendo sul bloc notes.

“Si, un conto era Filippo che era un anno che frequentavamo quando avvenne la prima volta, un altro era praticarlo con partner occasionali, d’altronde lei fu categorica:< Guarda che quelle regole che avevamo individuate le manteniamo tutte: Non voglio essere baciata in bocca né farlo senza preservativo, poi voglio che siano puliti ed educati...> Aggiungendo:<…per il resto se non sono belli pazienza … però devono avere questi requisiti.> Esclamò.”

“Quindi accettava anche di avere rapporti sessuali con persone che non le piacevano fisicamente, purché avessero i requisiti appena detti?”

“Si dottoressa…” Confermai:” Anche se poi non furono rispettati tutti, un po' per la situazione, altre per l’eccitazione diciamo che si variò.”

“E su cosa variò sua moglie?”

“Be, sul fatto di baciare… e di farsi vedere in faccia… E nei giorni seguenti le dissi mentendole, quello che piaceva a me…”

“Cioè Mimmo cosa le piaceva in quei momenti?”

“Di vederla posseduta da persone comuni e non belle: < Guarda…> Le dissi ancora:<…. che però il sistema li dei posti insoliti, offre quel che offre, non puoi andare tanto per il sottile. Come ti ho detto ti può capitare anche qualcuno brutto, o basso o alto e magro e dotato…>”

“Cosa le ha detto lei?”

“< Brutti?>Ripeté.

< Si brutti…> Ribattei:< … con la pancia, anche camionisti… come se sei fortunata può essere che si trovi qualcuno bello come Camillo…> dissi mentendo visto che li selezionavo e sceglievo io, aggiungendo:< Ma intanto a te cosa interessa se è bello o brutto se non lo vedrai nemmeno in faccia e ti farai prendere in vagina soltanto posteriormente. E poi intanto si risolve tutto in una ventina di minuti, ma ricordati che quando è il momento non ci si può più tirare indietro…>

< Va bene!> Rispose lei. Accettava tutto.

“Bene Mimmo…” Disse chiudendo il bloc notes, ancora qualche seduta e siamo alla fine, arriviamo ai giorni nostri e abbiamo molto materiale per praticare un’analisi. Per oggi abbiamo finito, ci rivedremo il giovedì prossimo. “

Salutai e uscii, in fondo ero contento le stavo raccontando di me ed eravamo giungi a un punto che mia moglie era trasformata, ma avevo ancora altri episodi intricanti e perversi da dirle nelle prossime sedute.

 

 

 

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