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STORIE E RACCONTI EROTICI

VIETATI AI  MINORI DI 18 ANNI

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LA DEGERAZIONE DI UNA MOGLIE FEDELE 

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI 

DEGENERAZIONE DI UNA MOGLIE FEDELE

 

NOTE:

“Tu sei la moglie che tutti vorrebbero, sei il sogno della loro avventura di una notte. Tu sei il sesso sfrenato che avranno tutti quella sera con te su quel palco!”

Educatore.

 

 

Cap 8 LA CONIGLIETTA.

 

 

Il giorno dopo a casa, era ancora in preda a quel un ripensamento della sera prima e sembrava

che con il passare delle ore aumentasse:

“Ho deciso Carlo, non ci vado in quel postribolo...” Disse di buona mattina, forse per liberarsi

dall’agitazione della notte che aveva ancora dentro.

La guardai in silenzio, dovevo fare attenzione a cosa dicevo e come mi comportavo per non

tradirmi e farle capire che in un certo senso ero dalla parte di Rocco:

“Ci hai pensato bene? “Le chiesi.

“Benissimo! … Tutta la notte…” Rispose risoluta e sicura:” …A me in quel posto di viziosi non mi ci vedranno mai più!” Aggiunse con enfasi, seguitando: “Ma non hai visto che gente c’è la dentro? E come mi guardavano?! …. E quella bestia schifosa… quel Rocco che mi mangiava con gli occhi! Provavo ribrezzo e imbarazzo solo ad avere il suo sguardo su di me! “…Esclamò, aggiungendo: “…E quelle povere ragazze … senz’altro ricattate e sfruttate che mostravano i loro corpi a quegli uomini depravati … alcune erano molto giovani, accompagnate con dei vecchi!”

“Guarda che molte di loro non sono obbligate, lo fanno perché le piace!” Ribattei io.

“Ma figuratii!! Sono tutte vittime di quel mostro!” Esclamò intendendo a Rocco.

Quella mattina ci lasciammo così, con quella sua intenzione e mia preoccupazione e ci recammo al lavoro separatamente, con lei felice della sua nuova decisione, che non sarebbe più andata in quel night e io deluso del suo ennesimo ripensamento.

Riflettei, c’era un tasto solo che potevo provare ad utilizzare per convincerla e farla desistere

dal suo proposito di rifiutare, come aveva fatto Rocco, dovevo parlarle di nostro figlio Federico. Provare a inserire anche lui nel discorso.

Sapevo che era ignobile farlo, ma oramai ero esagitato ed accalorato e mi ero spinto troppo i quel gioco, da voler provare a tutti i costi. La sera prima in quel night in quell’ambiente

lussurioso, nel vedere quella gente libidinosa e quelle ragazze mezze nude; le conigliette, le

entraîneuse e quella spogliarellista Valéry, mi ero eccitato parecchio e volevo provare

assolutamente che Roberta facesse la coniglietta, vederla in quel costume provocante e sexy. Così quando il pomeriggio tornò a casa dal lavoro ed era di buon umore, le riparlai e cercai di

convincerla:

” Guarda amore io non so come la pensi tu, puoi avere tutte le contrarietà che vuoi e ti capisco perfettamente, condivido le tue preoccupazioni e sono con te e provo odio e disgusto anch’io per quell’uomo, quell’essere ignobile, ma ragioniamo bene e con calma, quelle foto...sarebbe meglio che fossero in mano nostra …” Dissi, proseguendo:” Non si sa mai l’uso che ne farebbe, lo hai sentito anche tu! E sarebbe meglio che non restassero in mano alle persone sbagliate. Lo dico perché siamo una famiglia stimata e rispettata e Federico si è appena fidanzato con Valentina, e sai che la loro famiglia è molto moralista più di noi. Te lo immagini se qualcuno gli mostrasse quelle foto a loro?”

“E cosa dovrei fare allora?!” Esclamò innervosita mentre si cambiava abito e metteva gli

indumenti da casa.

“Per non rischiare potremmo andarci! In fin dei conti si tratta soltanto di una sera, saresti mascherata e nessuno saprebbe niente, avremo indietro le nostre fotografie e …”

Roberta mi interruppe e si voltò verso me irritata:” Ma scherzi vero!” Esclamò seria.

“No! Non scherzo …” Risposi:” …ma se tu hai qualche altra idea, ben venga.”

“No! Non ne ho idee purtroppo, se non quella di non andare e di rivolgerci alla polizia e dire che ci ricatta, denunciarlo!!” Affermò seria.   

“Eh sì brava, denunciarlo!” Risposi:” E poi?... Restiamo con i piedi per terra Roberta per favore, cosa diciamo alla polizia? Sapete… io e mia moglie una sera giocavamo a trasgredire, lei era vestita come una puttana, un uomo la fotografata su un marciapiede e ora per ridarle quelle foto, vuole che faccia la cameriera una sera nel suo locale a servire vestita da coniglietta!?

Cosa credi che ci risponderanno ??... Oltre che sputtanarci noi stessi da soli! Perché è questo che dovremmo dirgli!” Aggiungendo fingendomi preoccupato: “E poi!!!...Prima gli dici di sì che ci vai, poi di no! Non pensi che anche lui potrebbe arrabbiarsi, sentirsi preso in giro da noi!”

“Per quel che me ne frega se si arrabbia…” Replicò con disprezzo, seguitando: “C’ho ripensato quando ho visto il tipo di clientela c’è e quelle ragazze a servire in costume da coniglietta, quelle entraîneuse. E soprattutto quell’ultima che ha fatto lo spogliarello, con tutti quei

bavosi che se la mangiavano con gli occhi. Io mi chiedo come possa ridursi così un uomo, arrivare a questi punti…?”

“E comunque Federico??? “Ribattei per farla desistere dal suo proposito di cambiare idea e non andare: “Ti rendi conto del rischio che corriamo su di lui, anche con le tue indecisioni??”

Lei restò ferma, silenziosa e immusita, avevo toccato il tasto giusto ...

Mi avvicinai mettendole la mano sulla spalla tirandola a me, abbracciandola stretta e baciandola in fronte, non parlava… era arrabbiata, mi teneva il broncio perché le manifestavo i pericoli di un suo rifiuto e per via della mia disponibilità e insistenza a che andasse.

“Amore capisco che sei arrabbiata, lo sono anch’io e comunque accetterò tutto quello che

deciderai tu, anche di andare alla polizia o dai carabinieri... sono dalla tua parte!” Dissi

mentendole:” Se vuoi ora usciamo e andiamo nella stazione più vicina a fare denuncia. “Le

sussurrai stringendola forte.

“Non dovrei essere arrabbiata forse?” Rispose con voce irritata:” Hai sentito cosa ha detto quel mostro? Non solo dovrei fare la cameriera, ma anche vestirmi da coniglietta come quelle ragazze che giravano per i tavolini. Ti rendi conto Carlo! A quarant’anni passati in quel locale e con quella gente!!” Esclamò indignata.

“Ti capisco perfettamente amore, però saresti anonima, avresti una mascherina sul volto.”

Aggiunsi per rassicurarla.

Lei scrollo le spalle.

“La mascherina!!... Non capisci che la mia preoccupazione non è solo per non essere

riconosciuta da qualcuno, ma soprattutto come mi sentirei io interiormente, psicologicamente a essere là e fare quelle cose ... contro la mia educazione...la mia morale ...lo stesso mio modo di vivere.” Affermò:” Mi sentirei imbarazzata e sconvolta dentro...nell’anima capisci... psicologicamente…” In quel momento stava esternando sincera la sua preoccupazione, che era il timore che quella sua accettazione, modificasse in qualche modo il suo essere donna.

“Si ti capisco perfettamente amore...” Risposi mentre lei continuava:

“E poi non mi piace quell’uomo. Non hai visto come mi guardava? Mi fissava, mi scrutava, il

viso, gli occhi, il seno, le gambe …mi metteva in imbarazzo e mi dava fastidio. Non sei geloso?!

“Chiese provocatoriamente sperando di risvegliare in me quell’orgoglio maschile fatto di gelosia e possessività meridionale che avevo sempre avuto nei suoi confronti fino a qualche anno prima.

Ma invece, approfittando di quella sua provocazione, replicai volutamente allo stesso modo istigandola:

“No! Non ne ho motivo di essere geloso amore, perché so che tu mi ami e non mi tradiresti mai. Si ho visto anch’io come ti guardavano sia lui che gli uomini in quel locale e questo non mi ha ingelosito, mi ha eccitato invece e …anche a te ne sono sicuro!” Replicai scandalizzandola.

“Ma che dici Carlo !!!...Sei pazzo!!!” Esclamò meravigliata della mia risposta.” Tu pensi sempre a quella cosa lì!” Aggiunse risentita e sdegnata.

Ma io continuai: “Non sono pazzo, sono sincero e vorrei che lo fossi anche tu! Ti ho detto solo la verità che il pensarti in quella sala vestita da coniglietta mi eccita...sarebbe una trasgressione e penso ecciterebbe un po’ anche a te!” Dichiarai seguitando.

“Ho visto come ti guardavi in giro in quel locale, eri imbarazzata non per l’ambiente, ma per

quello che vedevi e provavi ad essere lì, come me, eri turbata e in certo senso eccitata.

Anche quando hai ascoltato Rocco che ti ha sfiorato le dita, hai retratto la mano ma non hai

reagito.”

“Ma cosa ti salta in mente Carlo? …L’ho fatto per educazione, non certo perché mi ha eccitata!

Figuriamoci …quell’obbrobrio!” Esclamò sdegnata.

Ci fu una lunga pausa di silenzio in cui io mi accesi una sigaretta e lei dichiarò:

” Vedi Carlo, noi ci amiamo, abbiamo un figlio grandino che è uno splendore e ci da molte

soddisfazioni, ha già la fidanzatina e siamo una famiglia meravigliosa, seria, rispetta e invidiata, ma non saprei come definire lo stato d'animo che ho avuto in quell'ambiente e davanti a quell’uomo, quel Rocco. Faticavo a tenergli testa, non mi sentivo più io…vivevo tutto con una certa subalternità e tu mi conosci, quando è così, per reazione divento aggressiva e irriverente. Sai, che non sono mai stata in un locale del genere e sì, è vero, non voglio mentirti visto che sei mio marito e ti amo, mi sono sentita turbata e mi hanno inquietata le parole di quell'uomo e la sua richiesta, il modo di guardarmi e gli sguardi su di me di quei clienti lascivi. Anche il vedere quelle entraîneuse mezze nude mi ha confusa e agitata, e come dici tu forse eccitata, ma ho anche provato un sentimento di paura a sentirmi così, a vedermi come quelle ragazze, sottomesse a lui, e mi sono immaginata come loro. E mi hanno scossa, impressionata quei pensieri, anche se non lo davo a vedere. Per un attimo ad ascoltarlo ho avuto una strana sensazione, di repulsione e di attrazione a quello che diceva, di accettare quello che proponeva e questo mi ha spaventata. Quell'uomo mi fa soggezione Carlo, mi imbarazza, mi rende insicura, non reggo il suo sguardo, non ci riesco, per questo non mi piace, ha gli occhi piccoli da serpente è un essere perverso.”

“Be ora non esagerare...” Dissi io:” Va bene che è brutto, ma…!!”

Ma lei interrompendomi continuò: “Non è solo il fatto perché sia brutto…Non so! Ha un qualcosa che mi inquieta, non voglio più vederlo e per questo non voglio andare là!”

Quelle parole dimostravano la sua debolezza e insicurezza, al di là dell'apparenza forte e sicura che mostrava e fu lì che mi insinuai per convincerla e coinvolgerla.

“Ma no amore!” Pronunciai cercando di tranquillizzarla e minimizzare la reazione del suo stato d’animo:

“Tu hai paura di te stessa, non di lui! Hai paura di non saper reagire emotivamente e che

essere là possa a un certo punto addirittura piacerti! ...E questo ti spaventa.

Capisco che non essendo mai stata in quei tipi di locali ti abbia fatto quell’effetto, ma sono night e c’è né a centinaia, a migliaia in Italia e sono frequentati da coppie e single e anche da signore per bene. E anche lui, ti guardava … e cosa vuoi che facesse davanti a una donna bella come te, che le piaceva? È un pover’uomo quel Rocco, ha più di cinquant’anni, ti avrei guardato anch'io al suo posto, sei una bella donna, attraente.” Affermai, aggiungendo ancora per rasserenarla: “Non mettere tutto in negativo, anche reazioni che sono normali nell'animo umano.

Quello che ti turba e inquieta, è solo scenografia Roberta, le donne di quel locale sono visioni ad effetto, servono solo ad attirare clienti a farli consumare e spendere più soldi ...È il loro lavoro, il loro mercato, la loro legge economica, ma non significa assolutamente che si vendano a quegli uomini ….

Il tuo smarrimento è dovuto hai tuoi pregiudizi, alla tua educazione, loro vivono solo in un modo diverso da noi, che le piace e accettano…” Feci una pausa e vedendola attenta ad ascoltarmi, prosegui:

“Non c'è niente che ti deve intimidire o mettere soggezione, disagio, specialmente quell’uomo Roberta. Tu sei una donna forte, sicura di sé oltre che bella, non lasciati suggestionare da quello che hai visto ieri sera, quello, è il sistema di quei locali notturni che funziona così, in quel modo, con ragazze, entraîneuse e spogliarelliste. Noi andremmo solo una sera, sarebbe come una trasgressione, un passaggio e poi usciamo subito da quell’ambiente …. E poi ci sarei sempre io con te, sarei in sala che ti guarderei, seguirei, pronto a intervenire per qualsiasi cosa.” Aggiunsi abbracciandola forte.

“Tu Roberta pensa che è solo per una sera, come un gioco, una trasgressione, una parentesi. Non pensare a quello che ti inquieta di quel posto, pensa alla parte positiva, che ti attrae e ti può eccitare, come se fosse un gioco, una trasgressione …. Poi chiamala come vuoi, ma quello che conta è che noi ci amiamo e come ti ho detto prima, mi rimetto a ogni tua decisione. “

Dichiarai mentendole, stringendola e baciandola sulle labbra.

“Ma allora che facciamo?” Chiese smarrita.

“Le scelte sono due amori, o andiamo dalla polizia e lo denunciamo come dici tu, con tutte le

conseguenze negative ...oppure vai a fare la coniglietta una sera da lui nel suo night, non ci sono altre soluzioni. Io accetterò la tua volontà, la tua scelta qualunque essa sia, non voglio interferire con la tua decisione, visto che sarai tu a doverti vestire da coniglietta e non io da coniglietto!” Esclamai ridendo.

Restò in silenzio a riflettere, poi esclamò:

“Ma tu sarai con me vero?! Non mi lascerai sola?? …Mi starai vicina e mi seguirai sempre con lo sguardo?” Chiese preoccupata.

“Ma certamente amore!” Risposi stringendola forte a me.

“Non mi lascerai sola con quella gente!”

“Ma figurati se ti lascerò sola, io sarò al tuo fianco, ti seguirò passo per passo e se qualcuno ti farà proposte oscene o ti importunerà, me lo dirai che gli tirerò un pugno sul naso.” Affermai

sorridendo e facendo sorridere anche lei.

Rifletté ancora, poi fidandosi di me, mi strinse lasciandosi andare:

“Va bene allora!” Esclamò rassegnata:” Ma non ti nascondo che ho timore e vergogna!”

“E noi trasformeremo questo timore e vergogna, in qualcosa di divertente.” Replicai io.

“Avrai la mascherina e stai tranquilla sarà soltanto per una sera...”

Tirando un sospiro forte di accettazione e arrendevolezza adagiando la testa sulla mia spalla

, dichiarò: “Verrò con te in questo luogo di perdizione e di peccato, ma mi devi promettere che farai di tutto perché si limitino a guardare e non toccarmi. Io dovrò essere come una scultura di vetro pregiato dentro una cristalleria, e voglio mantenere tutte le mie peculiarità di lucentezza, trasparenza di donna onesta e per bene, che non voglio perdere.”

Sorridendo, e dentro di me trionfante la guardai e baciai sulle labbra.

“Certo amore!” Ripetei.

Le era costata non poca fatica accontentarmi.

Ebbi un tuffo al cuore al suo consenso, aveva accettato, fui felice anche se non lo diedi a vedere. Il piano di Rocco con la mia complicità si stava realizzando, aveva ragione lui, quella sera, sarebbe riuscito a farla vestire da coniglietta e a lavorare nel suo night; qualunque fosse stata la motivazione che l'aveva portata ad accettare era comunque di sua volontà. Mi pareva incredibile, quasi impossibile, c’eravamo riusciti, non mi sembrava vero, mia moglie, Roberta a 40 anni, vestita da coniglietta in un night per soli uomini...a servire ai loro tavolini, era eccitante. C'era riuscito davvero, seppur con l’inganno aveva fatto in modo che fosse mia moglie ad accettare e questo mi eccitava enormemente da farmi avere l'erezione.

“Vieni! Le dissi andando in camera da letto eccitato, volevo chiavarla, era senz’altro eccitata anche lei.

La presi per la mano e la tirai, ma lei mi bloccò: “No! Che fai!? “

“Ho voglia di te! Del tuo corpo, sono eccitato!” Le dissi, facendogli toccare il mio pene duro sotto i pantaloni e poi sentire stringendola e strusciandomi su di lei.

“No! ...Nooo…sei pazzo! ...Tra poco arriva Federico!” Esclamò.

“Ma io ho voglia amore, ti voglio!!” Ripetei.

“Adesso no!! A minuti arriva Federico !!” Ribadì.

“Allora lo facciamo dopo!!” Pronunciai all’improvviso.

“Come dopo??” Chiese sorpresa.

“Dopo, quando ritorniamo dal night, stasera!”

“Oh ...mah...Va bene!” Esclamò, probabilmente eccitata anche lei.” Ora non si può!” Ripeté.

Nell’attesa che arrivasse sera, ritornai a rassicurarla nel timore che cambiasse ancora idea:

“Al massimo ti vedranno vestita da coniglietta, sbavando un po' osservandoti e nient'altro e poi ci sarei sempre io con te, non ti lascerei mai, ricordalo!” Esclamai, precisandole: “E se c'è il mio e il tuo consenso nel fare qualcosa, non c'è gelosia e ne vergogna. Io la prendo

come una piccola trasgressione, come quella sera dell’anniversario che siamo usciti e tu devi fare lo stesso!” Per poi adularla proseguii: Sei bella amore! E non immagini quanta di quella gente ti vorrebbe vedere nuda!” Dichiarai ridendo e abbracciandola sempre più: “Tanti! …Tantissimi!! “Minimizzando il rischio che correvamo andando nel locale di quell’uomo.

“E poi ad essere vestita da coniglietta, non è mica come essere abbigliata da puttana...sarai solo provocante e sexy. Ti ripeto, prendilo anche tu come un gioco eccitante tra noi e proverai

l'ebbrezza di sentirti per una volta desiderata, diversa e trasgressiva.”

“E’ proprio questo sentirmi diversa da come sono ora che mi inquieta!” Esclamò.

“Ma no!! E un gioco Roberta!!” Ripetei.

Capivo la sua preoccupazione e mi eccitava di più che lo fosse, che avesse paura di quel Rocco e che allo stesso tempo le piacesse essere in quella condizione. Avvertivo che anche lei provava qualche turbamento e qualche stimolo erotico a pensare mentalmente a quella situazione.

“Fai finta di essere a carnevale che sei in costume con la mascherina.” Le dissi ancora.

“Eh… tu fai tutto facile!” Rispose dolce.

Più tardi verso i venti, dopo aver detto a nostro figlio Federico, che mamma e papà sarebbero

stati fuori tutta la sera invitati a casa di amici e che probabilmente avremmo fatto tardi. Roberta agitata e ansiosa mi guardò chiedendomi: “Mi vado a cambiare?” Quasi che avessi voluto che io la bloccassi, che le dicessi di no, ma la mia risposta fu:

“Va bene! Vai pure. Io sono già pronto!”

Poco dopo uscì dalla camera, tesa, vestita da impiegata quale era, con di nuovo i collant sotto la gonna e sopra lo slip. Andò in bagno a pettinarsi e a urinare e quando uscì le dissi:

“Allora andiamo!?”

Non mi rispose, ma prese il golfino e la borsetta e passò davanti a me dirigendosi alla porta.

Sapevo che non voleva andare e questo inspiegabilmente invece di preoccuparmi, mi eccitava maggiormente.

Usciti per scemare la tensione che avevamo, la portai a cenare in pizzeria. Lei mangiò

nervosamente la sua pizza e bevve due bicchieri di vino, quasi a volersi stordire.

La pizza era buona e cenammo con gusto e a me mise di buon umore, mentre lei era sempre

nervosa, più si avvicinava l’ora che dovevamo andare in quel locale, più era agitata, non

parlando mai di dove saremmo andati.

Al termine di quella cena frugale, uscimmo a passeggiare tra la frescura della sera, camminando verso l’auto. La osservavo procedere con gli occhi bassi, che pareva si guardasse le scarpe o la strada sotto i suoi piedi.

Era vestita come al solito, in modo misurato, comune, senza eccessi, con la sua gonna beige al ginocchio, la camicetta bianca aperta davanti in una scolatura modesta sempre nascosta dalla collana, lasciando la trasparenza della camicetta, intravvedere eroticamente il reggiseno e le due spalline. Ai piedi calzava un paio di sandali bassi, sulla spalla la catenella dorata della sua

inseparabile borsetta a pochette nera e il golfino leggero sulle spalle.

Era molto attraente e incantevole anche così, come moglie, mamma e impiegata.

I capelli sciolti le scendevano sulle spalle, fermati da un cerchietto di strass, che brillava insieme ai suoi occhi. Ai lobi due orecchini a clip di perla come la collana... Passeggiando arrivammo all’auto verso le 21.00.

“E’ meglio andare ora!” Dissi serio:” Alle ventidue, aprono il locale e noi dobbiamo farci trovare già dentro!”

Lei mi guardò di traverso, contrariata, ma salì in auto e partimmo.

Durante il viaggio per quei viali illuminati saltuariamente dai lampioni abbozzai:” Stai tranquilla…” Ma mi interruppe subito:” Stai zitto per favore! Non dire nulla...”

Capii che era un momento particolare per lei e non volevo disturbare.

Arrivati davanti il locale alle 21.20 circa vidi che il parcheggio era già abbastanza pieno e

d’istinto senza pensarci mi venne da dire: “E io che pensavo che saremmo stati quattro gatti …” Lei sorpresa quanto me, si guardò attorno osservando le auto. Posteggiammo anche noi e scendemmo e ci avviammo all’entrata.

Fummo accolti all’ingresso da una magnifica ragazza dai lunghi capelli neri, vestita in smoking, con tanto di papillon fucsia, che faceva da attrazione ai clienti e che ci accompagnò.

Quando fummo all’interno, le luci erano tutte accese, ma il locale non era ancora pieno, e il personale controllava e riordinava.

Vedemmo poco distante Rocco con alcuni uomini e ragazze che chiacchieravano, notandoci, si staccò subito da loro e ci venne incontro, facendo addirittura il baciamano a Roberta, che

nonostante lo odiasse, lo lasciò fare, accettandolo con una smorfia. Dicendole lui:

" Stasera è più bella del solito signore!... Sempre attraente!”

Roberta tesa e agitata dentro, con le mani tremanti dalla tensione, come meccanismo di difesa a quella situazione e a quell’uomo, ritrovò la sua aggressività e rispose pronta:” Sarei stata meglio a casa mia a guardarmi la tv! “Aggiungendo pungente: “Spero che sia una

serata tranquilla. Come certamente sa, questo locale come lei non mi piace affatto e nemmeno la gente che ci lavora e lo frequenta, quindi spero di soddisfare il suo vezzo personale e di ritornarmene a casa mia con le fotografie il più presto possibile.”

Quel giudizio su lui e il locale fu tagliente.

Rocco si risentì ma non lo diede a vedere, alzò appena il labbro sinistro a mo’ di sorriso smorto dicendo: "Non si preoccupi signora, sono sicura che soddisferà senz'altro il mio vezzo, solo il fatto che lei è qui, mi riempie di gioia.” E allungando la mano le passò le fotografie:” Tenga!... Gliele do già, sono un uomo di parola io. “

“Anch’io!” Rispose decisa lei.

Era stata scontrosa e tagliente con lui, c’era restato male e questo mi dispiaceva. A volte per difesa, la sua timidezza si manifestava in aggressività, senza rendersi conto che offendeva e si rendeva odiosa.

” Lei è sempre bella anche quando è scorbutica.” Affermò Rocco, aggiungendo senza dire altre

parole:” Ora le mando una mia collaboratrice che si metterà a sua disposizione e l'aiuterà a

prepararsi e a vestirsi."

Anche Roberta non disse nulla e Rocco con un cenno chiamò Lea.

Ci avvicinammo al bancone del bar per prendere da bere, nel mentre arrivò la sua collaboratrice con una giovane ragazza. Rocco c'è la presentò di nuovo:

” Questa è Lea!” Disse…:” Mia collaboratrice e aiutante sul campo!” E rise. Ci presentammo.

“La conosciamo già! “Rispose ironica mia moglie con una smorfia di insofferenza senza darle la mano. Scoprimmo quella sera che Lea era una signora rumena, una ex prostituta che aveva fatto carriera nel suo ambiente, diventando aiuto e amante di Rocco, aiutandolo a gestire per lui le ragazze del locale e le altre che facevano prostituire battendo in strada.

 

Era una donna matura, con i capelli tinti di nero, corti sul collo, dalla carnagione chiara e ben

curata con il viso molto truccato, che parlava con accento slavo. Vestiva abiti eleganti che sotto di essi le mostravano le forme grasse e cadenti, spesso stretti all’eccesso, evidenziando ed esponendo la sua volgarità e sovrabbondanza di adipe.

Roberta la osservò, l'aveva già vista quella sera, a pelle non le piaceva anche se le sorrideva sempre, con quel sorriso freddo e ruffiano. Restò stupita di tutta quella attenzione per lei, ma l'accetto seppur di malavoglia.

Si guardarono negli occhi un attimo in silenzio e Lea le sorrise convenzionalmente, mentre Roberta fece una smorfia quasi infastidita.

Vidi Lea osservare bene Roberta, il suo modo di rapportarsi e di muoversi e capii che non le

piaceva, inoltre quella sera mia moglie per reazione si mostrava e atteggiava altezzosa, quasi senza volerlo, facendo rimarcare le differenze tra lei e Lea e le altre ragazze presenti.

“Oh bene !!... Finalmente un'altra bella signora che fa la coniglietta!” Esclamo Lea sorridendo

falsamente, facendo capire che Roberta non era la prima signora matura che svolgeva quel ruolo.

” Immagino con la mascherina! “Aggiunse rivolgendosi a Rocco.

“Certo!” Rispose lui:” Lo stesso trattamento che abbiamo avuto con le altre signore prima di lei!” E la guardò fissa negli occhi.

Lea annuì con un gesto del capo:” Ho capito…”

“Te l'affido intanto che io sono qui con suo marito, preparala e trattala bene, mi raccomando!

Deve essere l'attrazione della sala questa sera la bella signora!”

Vidi che la sospinse e gliela affidò, come se fosse sua …. con verso lei la mano appoggiata sulla schiena, affinché la rendesse elegante e sexy, vestendola con il costume da coniglietta di playboy.

Gli occhi di Lea erano pieni di astio, risentimento e invidia.…

"L'attrazione della sala!” Mormorò voltandosi: "Figuriamoci!!...Mi sembra solo una grande stronza altezzosa.” Confidò a bassa voce all’altra ragazza vicino a lei, ma quel tanto forte che io potessi sentire le sue parole.

” Le abbasserò presto la cresta!” Mormorò ancora.

Capii che non poteva sopportarle quel tipo di donne come Roberta, che facevano marcare la loro diversità da quell'ambiente.

La portò sul retro, dove erano stati allestiti dei camerini per cambiarsi e per il trucco e intanto il locale si era aperto e continuavano ad arrivare altri clienti, a coppia o singoli.

Io, come eravamo d’accordo, la seguii, lei si voltava sempre a vedere se io c’ero e Rocco aveva

dato disposizione di lasciarmi vicino a mia moglie in qualsiasi luogo.

Lea la fece entrare nel camerino, dandole sempre del lei:

” Accomodatevi signora e vi spiegherò tutto …prego!".

Ci fece entrare, era una piccola stanza con specchi e consolle dove si truccavano e struccavano le ragazze attrazione del locale. In un angolo, un divanetto rosso, un tavolino e riviste sparse sul tavolo. Si sedettero, mentre un’altra ragazza in costume da coniglietta, era pronta per iniziare a lavorare e finiva di truccarsi.

Lea spiegò a mia moglie come funzionava il posto, le regole, i costi delle bevande, la necessità di una identificazione dei soci per la sicurezza di tutti.

“So che lei sarà qui solo una sera, e queste cose gliele dico più per informarla che per l’obbligo che lei ha di saperle. Le comunichiamo a tutte le signore, anche se vengono a lavorare qui per una sera! Al centro vi è una piccola sala con tavolinetti, riservata ai balli lenti e di fianco una

piccola pedana per spettacolini. Sappia che questo locale è diviso in due parti, la parte in fondo alla sala, dietro ai tendoni rossi è molto chic, ed è un club privè adibito a numeri di spettacolo particolari, con varie stanze e ogni stanza ha un numero a tema, dove in genere vanno i singoli a osservare.” Capii allora cosa c’era dietro a quel tendone che avevo visto la volta precedente, un club privè. Ma mentre pensavo lei proseguì nella spiegazione a mia moglie: “Come dicevo oltre il tendone, nella parte del club privè, ci sono anche dei separé dove spesso si appartano delle coppie e si può fare sesso consensuale, liberamente e se a qualche coppia fa piacere, anche essere osservata mentre lo fa!

“Un postribolo praticamente!” Esclamò indignata e sottovoce guardandomi Roberta, facendosi

però sentire. Lea la guardò in silenzio senza dire nulla, ma Roberta ormai curiosa con indiscrezione come se fosse un pettegolezzo chiese quasi bisbigliando:” E sono molte le coppie che frequentano quel bordello di là!?”

Lea sorrise: “Si certo, molte!” Rispose, continuando a spiegare:” Se vogliono essere osservati

mentre fanno sesso lasciano la tendina del separé scostata, in caso contrario l'accostano e nessuno li vedrà e disturberà. “Precisando.” Se è aperta e vogliono invitare qualcuno, sappia che c’è una catenella dorata che fa da segnale, se è tesa orizzontalmente, è segno di chiusura, e vuol dire che chi passa può solo guardare ma non potrà entrare. Se la lasciano aperta, con la catenella penzolante verticalmente, equivarrà a dare un segnale di benvenuto per chi vorrà entrare. In ogni caso è una loro scelta decidere chi fare entrare e chi no. “Aggiungendo: “Tenga presente che ci sono in prevalenza coppie come voi, lei e suo marito!” Mormorò.

“Come me e mio marito assolutamente no...! Non credo proprio, noi siamo persone oneste, per bene e siamo qui soltanto per un ricatto e le lo sa bene…” Disse rivolta a Lea che non si scompose e guardandola replicò:” Oh si signora, sono coppie proprio come voi, oneste e per bene con una vita sociale al di fuori di ogni sospetto…” Osservando e disagiando Roberta che abbassò gli occhi su una rivista del tavolino fingendo di osservarla e di essere distratta, mormorando:

“Che schifo!! Farsi osservare mentre si fa sesso, sono propri dei depravati, perversi! ...Porci

senza morale e ritegno! ...Animali!!” Esclamò indignata.

Ma Lea divertita di scandalizzarla proseguì:

” Ma sono presenti anche dei single...”

“Oddio!!! Che posto!!!” Esclamò scandalizzata mia moglie:” Proprio qui dovevo finire??”

“Ma lei non ci dovrà andare signora ...” E mia moglie scandalizzata la interruppe:” Ci

mancherebbe altro!!”

“Però se vuole provare solo a vedere, per curiosità!” Dichiarò provocatoriamente Lea.

“No ...no...no!! Per l'amor di Dio! Già essere qui, mi indispone. Mi basta quello che mi ha spiegato e non mi interessa vedere e andare oltre, anzi…se non me lo spiegava era meglio, intanto io non entrerò mai in un posto come quello che mi ha detto.” Affermò mia moglie Roberta.

Subito Lea la rassicurò:

“Certo, lei comunque non ci andrà oltre il tendone rosso nelle salette, lei resterà di qui, dove la sala e molto grande e si fanno spettacoli diversi, soft, di spogliarello, esibizioni, passerelle a volte piccole sfilate con abiti provocanti, come questa sera, con numeri di canto e danza.” Affermò Lea, continuando a informarci. “Questo è un luogo di divertimento, dove tutto è consentito perché vi possono accedere solo i soci informati e consapevoli del regolamento, accettato da tutti, ma dove nulla è obbligatorio. Nessuno la costringerà a fare ciò che non desidera, tenga ben chiaro questo concetto e stia tranquilla anche se vedrà qualcosa che potrà turbarla.” Continuando a erudirla sui suoi compiti.

“Lei Roberta servirà solo una parte dei tavoli della sala essendo divisi in settori, avrà il massimo rispetto da tutti, clienti e personale, anche se glielo devo dire, c'è sempre qualcuno che eccede o fa proposte sconvenienti … Ma non è la regola.”

“Lo so, mi è già capitato la prima sera che sono stata qui!” Esclamò Roberta interrompendola.

“Questo però non è lo spirito del locale!” Precisò Lea mentendo: “Qualsiasi cosa la offenda me lo dica e io provvederò personalmente. Le chiedo solo come avrà capito e visto nell’ambiente, di essere tollerante, so che per una signora come lei non è semplice, ma ci provi.”

“Tollerante a cosa?” Chiese senza avere risposata e Lea proseguì:” In tutto, sa una sera alla settimana e i festivi al pomeriggio c’è discoteca con giovani che ballano e fanno conoscenza, socializzano tra loro e con altre coppie di ragazzi, un po’ come stasera, che però nel nostro caso sono tutti adulti.”

Solo in seguito scoprii che la discoteca consentiva di avere giovani, soprattutto ragazze da

Conoscere. Era un vivaio per adescarle e invitarle poi negli eventi serali e notturni del locale, e molte con capacità e furbizia venivano iniziate a lavorare nei numeri o come conigliette o attrazioni o showgirl, per poi indurle e avviarle alla prostituzione. Ma questo si guardò bene dal dirlo.

Poi si alzò chiamando una ragazza:” Camille! Camille!”

“Qui madame!” Rispose una giovane francesina arrivando di corsa con il suo costume da

coniglietta.

“Prepara la signora!” Pronunciò Lea.

“E ora, buona serata signora Roberta. Spero di non averla scandalizzata, ma le ho detto come è strutturato e organizzato il locale. Se ha bisogno di qualcosa, chieda, alle colleghe vestite da

coniglietta come lei!” E si mise di lato con un sorriso perfido e smagliante mettendosi lì vicino a osservarci.

Vidi Roberta sussurrarmi:” Colleghe?!...Dioo miooo ma per chi mi hanno presa?? “

“Ma no! È un modo dire!!” Sussurrai io.

“Non mi va essere chiamata collega e essere associata a loro. Questo è proprio un postribolo, una casa di tolleranza dove fanno sesso e scambio di coppie e forse si prostituiscono. Non vedo l'ora di passare questa serata e qui dentro non mi vedranno mai più! “Mi bisbigliò pentita di aver accettato quella situazione, borbottando tra sé a bassa voce:” Non dovevo accettare!”

Ma in quel momento Camille la invitò ad alzarsi. Mentre io mi misi in disparte vicino alla porta, mia moglie imbarazzata guardava Lea, aspettava che si voltasse, il suo senso del pudore la indisponeva a spogliarsi davanti a quella donna. Lea capì e

scuotendo la testa con un sorriso di sopportazione si girò dandole le spalle, ma osservandola non vista da lei attraverso il grosso specchio per il trucco.

Roberta sospirando, sempre con quella ragazza vicina, Camille, lentamente sbottonò la

camicetta, togliendola mostrando il reggiseno bianco ricamato e il grosso seno e appendendola ordinatamente all'attaccapanni lì vicino. Di seguito tolse le collane e i braccialetti e le mise nella borsa, si sedette e si tolse le scarpe. Si rialzò in piedi scalza e guardandosi in giro, non accorgendosi che Lea fingendo di pettinare e truccare un’altra ragazza, la osservava nello specchio, davanti a Camille, e le tirò giù la cerniera e poi la gonna togliendola dai piedi, restando mia moglie in collant e reggiseno.

“Anche quelli signora!” Le disse la voce dolce e giovanile di Camille a mia moglie facendo segno al collant color carne che indossava.

“Dovrà mettere i nostri neri e a rete.” La informò.

In silenzio mia moglie le tirò giù arrotolandoli tra le dita, lasciando nude le sue belle cosce pallide e affusolate, le sfilò dai piedi e li piegò fino a farne un piccolo pacchetto e li mise ordinatamente nella borsa. Restò solo con lo slip e il reggiseno, mostrando la procacità del suo bellissimo seno, la protuberanza del suo magnifico culo e la prominenza appena accentuata della sua pancetta.

Il suo corpo era pallido e si notava la leggera pancetta che la rendeva più sexy e desiderabile

“Deve togliere tutto!” Esclamò ancora Camille, porgendole il body nero aperto sotto.

“E perché tutto?” Rispose mia moglie sorpresa.

“Perché si toglie tutto, lo indossano tutte nude di sotto!” Esclamò.

Fingendo di ascoltare e voltarsi per caso, Lea si intromise nel discorso ripetendo quello che aveva appena detto Camille:” Deve togliere tutto signora! Essere nuda sotto! Il Body è pulito stia tranquilla, non lo ha indossato nessuno dopo lavato!”

“Non ci penso nemmeno!” Fu la risposta di Roberta:” Io mi tengo lo slip e il reggiseno intanto sono neri e vengono coperti dal body e non si vedono.”

“Si ma il body non ha spalline. Il reggiseno si!” Rispose seccata di quei capricci Lea.

“Se è solo per questo si fa presto, le tirò giù all’interno del body.” Rispose mia moglie pronta.

“No! Non può! Si noterebbero da sotto!” Ribatté Lea, e vedendo che era inutile discutere con lei, con il rischio che si alterasse e non lo indossasse più rovinando la serata e i loro piani, le disse con gentilezza insolita: “Tenga pure lo slip che è nero signora, ma il reggiseno lo tolga per favore. “

Si guardarono un attimo, vidi lo sguardo di Lea quasi implorante, e controvoglia mia moglie lo

levò, lo sganciò da dietro facendo scivolare le spalline sulle braccia staccando le coppe dal seno per poi toglierlo restando con le sue magnifiche mammelle gonfie dondolanti sul petto.

Sia a me che a Lea caddero subito gli occhi sui capezzoli, che erano turgidi e dritti. Anche lei

se ne accorse, coprendoli con il braccio e mormorando per giustificare la turgidità:” Fa freddo qui!”

“Freddo!! “Rispose Lea sorridendo perfidamente:” Ma se siamo a 25 gradi!”

“Ma ho avuto un brivido!” Disse lei per mascherare quello che mostravano i suoi capezzoli,

cercando di fare passare la loro turgidità per una reazione al freddo. Anche il reggiseno lo piegò e mise ordinatamente nella sua borsa.

Lea sorridendo le guardò le mammelle pendenti, per essere una quarantenne mia moglie le aveva davvero belle e ben fatte, con le areole rosa e i capezzoli rivolti in su, che ancora muovendole li mostrò turgidi, cercando di coprirseli di nuovo con il braccio, probabilmente vergognandosi di mostrare il suo turbamento a quella situazione.

Camille si avvicino e le passò i collant neri a rete, lei li prese, li aprì e li guardo:

“Ma e pulita almeno questa roba?” Chiese osservandoli.

“Certo signora è tutta lavata e quei collant lì sono nuovi. Non ha visto che Camille li ha tolti adesso dalla confezione!?”

Roberta senza dire nulla si sedette sulla sedia, li arrotolò e appoggiandoli tra le dita, un piede alla volta li allungò alle ginocchia, e alzandosi le tirò su sulle cosce e di seguito fino all'ombelico calzandoli sopra le mutandine come una brava moglie comune, come una casalinga o un’impiegata, assestandoli successivamente bene bene alle cosce e sul sedere, aiutata da Camille, creando quel nero contrasto con la sua pelle pallida.

 

Quando le passo il body aperto di sotto lo osservò bene dentro, guardò la chiusura del cavallo e le coppe per il seno, dove avrebbe dovuto appoggiare le sue mammelle e i capezzoli.

È pulito !?” Domandò ancora meticolosa.

“Certo!” Rispose seccata Lea.” Abbiamo la lavanderia e gli abiti vengono controllati, lavati e

Stirati ogni svolta smessi.”

La conoscevo bene mia moglie, era meticolosa e non si fidava dell'igiene di quelle donne.

Non disse più nulla e lo indossò, aiutata sempre da Camille, infilò le gambe e come una gonna

lo tirò su fino alla vita, ma prima di tirare su la parte superiore per mettere dentro il busto e il seno, senza dire nulla si voltò e prese due fazzolettini di carta dalla borsettata e le mise aperti sulle mammelle coprendole assieme al capezzolo. In seguito tirò su la parte superiore del costume, e alloggiò le mammelle nelle coppe rigide e le assestò senza dire nulla, mentre dietro di lei Camille l’aiutava ad indossarlo, mettendoglielo addosso.

“Allarghi le gambe!!!” Disse Camille:” Che glielo aggancio di sotto nel perineo!”

Mia moglie mentre si assestava il seno nella loggia delle coppe e metteva i fazzolettini in modo che non si vedessero esternamente, allargò le gambe e Camille abbassandosi quasi in ginocchio prese i due lembi del cavallo del body, anteriore e posteriore e li unì agganciandoli nella zona perineale, rendendolo un pezzo unico.

“Grazie ma potevo fare da sola ...” Mormorò Roberta.

Quell’aggancio del body in zona perineale, serviva in caso avesse dovuto andare in bagno a urinare o fare altri bisogni. Bastava tirarlo in giù, sganciarlo, tirare un poco in giù il collant e la mutandina e essere pronte velocemente per mingere o evacuare e allo stesso tempo rimettersi in ordine subito, senza doverlo abbassare completamente scoprendosi

tutto. Per le altre era maggiormente semplice bastava aprire il body, tirare un poco giù il collant e si era già pronte per urinare ed evacuare.

Assestandolo sul seno, il body arrivava a coprirle appena i capezzoli e la parte superiore delle

mammelle restarono scoperte e protruse in alto e in fuori, sostenuta dalla forma delle mezze coppe rigide di sotto, esibendolo di più. Credo che quei costumi fossero studiati appositamente, per essere più erotici che comodi.

Le altre ragazze la guardarono con antipatia, mentre Camille le tirava su la lunga cerniera nera sulla schiena, partendo dalla coda bianca a pellicciotto che aveva sul sedere su fino a metà schiena, lasciando la parte superiore completamente scoperta, e poi lo assestò bene sui fianchi.

La guardai fiero, stava molto bene, era molto sexy e attraente. L’aderenza del costume risaltava i fianchi sgambati e la sua pancetta, mostrando l'esuberanza prepotente del seno. Il già suo magnifico culo risaltava di più ed era più invitante ed erotico con la coda a pellicciotto e a pom pom bianco sopra che ondulava quando si muoveva.

Lea la guardò:” Sta molto bene signora!” Ammise. E avvicinandosi gli mise i polsini di camicia, rigidi e bianchi, chiusi da un grosso bottone nero che sembrava un gemello.

Prese il colletto da camicia bianco e glielo dispose al collo personalmente, quasi come se fosse un collare, abbottonandoglielo davanti guardandola fissa negli occhi con aria di superiorità e perfidia. Poi agganciò il grosso papillon nero davanti, sopra il bottone, nell’apertura del colletto e lo sistemò, allontanandosi un poco guardandola. Quando fu di fronte a lei con le braccia sul suo collo, Roberta avvertì il profumo di quella Lea, intenso e dolciastro, che la stordiva…

Quando fu pronta, le aggiustò ancora il costume e togliendole il suo cerchietto di strass, la

pettinò con i capelli indietro facendoglieli cadere sulle spalle, Prese il cerchietto a fascia larga con due grosse orecchie nere sopra, con una piegata leggermente in avanti e lo infilò tra i capelli, su a metà testa, all'altezza e dietro alle orecchie. Era pronta. Roberta mia moglie era pronta, era diventata una coniglietta di Rocco.

Camille le chiese il numero di scarpe:

“Trentotto!!” Disse mia moglie e lei si allontanò, e tornando subito dopo le mise ai piedi le scarpe anch'esse nere con tacco da 10 cm che l’avrebbero resa alta, slanciata, sexy e appariscente, mentre Lea con un rossetto rosso fuoco le colorava le labbra e le metteva brillantini sulle guance.

“Ma è necessario il rossetto e questi brillantini !?” Esclamò contrariata.

“Certo !!” Rispose Lea:” La renderanno più sexy e attraente!”.

“Ma guarda un po’ cosa mi tocca fare a quarant’anni!” Esclamò, tra il serio e il divertito.

Poi Lea le prese le mani e gliele guardò:” Sono belle, ma dovrebbe curarle un po’ di più e smaltare le unghie!” Disse:” Così sono anonime da casalinga, da impiegata.”

“A me piacciono così!” Fu la sua risposta secca.

Quando finì di riordinarla le disse:” Ecco si guardi signora!” Mettendola davanti allo specchio a muro per vedersi completamente.

Quando si vide Roberta esclamò:” Mioo Diooo!! “E d’istinto si mise a ridere:” Dioo! Dioo! Dioo!

Mamma mia, mi vergogno!... Ma sono io quella lì!??” Esclamò incredula.

“Si è lei signora!” Confermò Lea.

Roberta rise ancora stupidamente guardandosi allo specchio con le labbra rosse, il papillon e le orecchie lunghe da coniglietta sui capelli, aggiungendo in dialetto milanese:” Il son diventà una cunila!! “E rise ancora.

Era molto bella ed erotica, più di tante altre giovane conigliette che lavoravano lì.

“Venga si faccia vedere da suo marito!” La esortò Lea.

“No! No! Mi vergogno, mi dia la mascherina!” Esclamò.

Lea la prese e l’aiutò a metterla sul viso, era una maschera molto bella, stile veneziano che

sembrava porcellana con i margini ricamati, le copriva solo il naso e gli occhi e in parte la fronte e le donava ancora di più un fascino misterioso e sexy, rendendola molto provocante.

Quando mi vide rise…” Mi vergogno Carlo!”

“Ma sei bellissima amore e poi non ti riconoscerebbe nessuno, nemmeno io se non sapessi che sei tu!”

“Cammini un po’! Si abitui con i tacchi!” La esortò Lea e Roberta l'ascoltò incominciando a

passeggiare per il camerino sculettando il pom pom di pellicciotto bianco sul sedere,

appoggiandosi con le mani alle suppellettili vicini prima di prendere padronanza e pratica.

“Ma sono altissime!!” Esclamò guardandosi i piedi.

“Devono essere così…” Dichiarò Lea:” …. la donna deve mostrarsi più alta dell’uomo, agli

uomini piacciono le donne più alte di loro.”

E piegando la testa dietro e guardandole il culo Lea sorrise...era bello.

Roberta camminò un po’ davanti a me, ero strabiliato a vederla così, era un sogno che si era

avverato ...non sembrava assolutamente mia moglie, la mamma e l’impiegata di tutti i giorni che alle otto di mattina all’ufficio postale timbrava il cartellino elettronico.

“Come sei bella!” Esclamai convinto.

“Non dire niente …non dire niente per piacere Carlo che mi vergogno da morire!” Replicò lei sorridendo impacciata.

Sembrava in quel momento aver dimenticato il motivo per cui eravamo lì, era presa da quella

situazione nuova e d era una sorta di divertimento per lei. Eravamo tutte e due eccitati e divertiti in quel momento e non avvertivano l'insidia che aleggiava attorno a noi. Scambiammo qualche parola, poi si avvicinò Lea dicendo:

” Su! Su! Che ora deve andare a lavorare!” Come se fosse una delle sue puttane.

Chiamò Camille dicendole:” Mi raccomando, stai attenta alla signora.”

“Qui madame!” Rispose lei.

Poi rivolgendosi a mia moglie: “Lei sarà nel settore di tavolini ad est, ne avrete sei ciascuno, per qualsiasi cosa, difficoltà, informazioni o altro, faccia riferimento a Camille che sarà nei tavolini vicino a lei e sarà la sua tutrice. “

“Era eccitante vedere mia moglie subordinata a Camille, quella ragazza che aveva meo della metà dei suoi anni. Lea prese un profumo e glielo spruzzò addosso girandole attorno.

“Ma quantooo! E perchéèè? “Chiese mia moglie annusandosi contrariata.

“Lo mettono anche le altre ragazze, dovete essere tutte profumate, agli uomini piacciono le donne profumate e stia tranquilla che è profumo molto buono e di marca…Chanel n° 5!” Disse mostrandoglielo. Roberta non rispose.

Io, felice, ed eccitato le diedi un bacino sulla guancia:” Vai tranquilla amore! Io sarò nello sgabello del bar come abbiamo concordato a seguirti.”

“Com n garga ??” Sussurrò in dialetto milanese ridendo.

“La guardai stupito sorridendo anch’io e felice di quei suoi momenti di spiritosaggine che ci

facevano dimenticare il motivo per cui era lì.

“Si …com n garga !!” Risposi in dialetto anch’io. Garga nel gergo del diletto milanese

significava protettore, pappone, magnaccia, poco di buono e mi piaceva che ci scherzasse sopra.

Mentre attendevano d’uscire e andare ai tavolini assegnati a loro, Roberta vedendola molto

giovane chiese curiosa dandole del tu:” Quanti anni hai Camille!”

“Diciannove Madame, sono maggiorenne!... E lei?!”

“Io!?” Rispose abbozzando un sorriso sincero a quella giovane ragazza:” Io di più ,43 anni e ho un figlio quasi della tua età, lo stesso la sua fidanzatina. Sono diciottenni!”

“E perché a scelto di fare questo lavoro?... Perché le piace o per i soldi?” Chiese ancora Camille a mia moglie.

Ma mentre Roberta stava rispondendo, Lea aprì la porta e uscirono in sala, sculettando con il pom pom sul sedere pur non volendo, era tesa e rossa in viso sotto la mascherina, uscì in sala assieme a Camille, sotto il mio sguardo eccitato e quello perverso di Lea, trovandosi tra il brusio della gente e la musica che coprì la sua voce.

Una volta fuori, fu affiancata da Camille che la portò nel loro settore spiegandole di osservare i clienti e al cenno delle loro braccia alzate avviarsi da loro. Vinto l'impatto e il primo momento di imbarazzo grazie alla mascherina si insinuò tra la gente vociante, l'atmosfera pareva gradevole e identica a una normale sala da ballo, dove eravamo stati altre volte da giovani, ma meno chiassosa e decisamente più tranquilla. La musica era di sottofondo, dolce e molto orecchiabile. 

La grande sala era circondata da molti divanetti e io ero al lato opposto, vicino al bancone del

bar, in modo che lei mi vedesse e si tranquillizzasse, e seduto su uno sgabello la osservavo servire, ma non vedevo Rocco. Pensai che fosse da qualche parte, ma non mi importava, ero eccitato nel vedere mia moglie Roberta così, era qualcosa di insperato che avevo fantasticato tante volte, e nell’osservarla davvero coniglietta in quel locale tra i tavolini e gli uomini insieme ad altre ragazze, un po’ mi faceva sentire davvero pappone o garga come dicevamo noi.

E osservavo divertito e infervorato, sorseggiando un drink. In pista c’erano una dozzina di

persone, accoppiate che ballavano, e molte altre conversavano sui divanetti, le più erano formate da clienti maturi con giovani ragazze del locale.

Quando veniva al bancone a prendere da bere, mi osservava e sorrideva scuotendo la testa, in un certo senso aveva accettato quella serata e quella parte, e il fatto che non ci fosse Rocco e nemmeno Lea la rendevano più tranquilla. Ma l’assenza di Rocco era premeditata.

Vedevo che nelle pause, nei momenti vuoti che non doveva servire abituatasi alla semi-oscurità della sala si guardava attorno, schivando da qualche cliente qualche manata sulle cosce o sul sedere, notando come me che ai lati c’erano diversi anfratti tenuamente illuminati. Facendo finta di nulla la vidi avvicinarsi curiosa in uno di questi, scoprendo che c’erano due donne, una matura e una giovane entraîneuse del locale su un grande pouf, sedute che si baciavano in bocca con compiacimento.

Ne restò scandalizzata, vidi la sua espressione di sdegno sul volto e fingendo nulla si

allontanò comunque restandone turbata e sconcertata.

Quando mi avvicinai a mia moglie fingendo di passeggiare per il locale, le sussurrai mentre lei in piedi guardava i tavolini: “Hai visto? “

“Si! …Che schifo!! …Cominciamo bene! “Esclamò continuando:” Dioo che locale vizioso, mi fa

proprio raccapricciare la pelle vedere certe cose.” E si allontanò da quella zona.

Per lei era la prima volta che vedeva due donne farsi effusioni dal vivo, soprattutto due femmine di età differente baciarsi in bocca alla francese, con la lingua dentro.

Fece per muoversi e spostarsi, ma sentì una mano da un tavolo che per il polso la tirava nel senso opposto. Guardò di chi fosse quel braccio e si accorse che la stava fissando con larghi sorrisi la donna matura di una coppia. Lei era seduta, aveva un abito lungo con lo spacco sulle gambe aperte e scoperte, che nonostante la poca luce s’intuiva l’assenza della biancheria intima. Roberta sfilò la mano da sotto la sua, sorrise sotto la mascherina guardando il pavimento e dicendo:” No! “E sgusciò via senza dire null'altro.

Tornai al bancone e mi sedetti guardandomi anch’io attorno, lasciandola sola laggiù.

Vidi che la ragazza dietro al bancone del bar era molto graziosa e vestiva un casto smoking sexy come tutte le bariste.

“Abbiamo degli ottimi cocktail, champagne, prosecco, una vasta scelta di distillati, birra e tutto il resto!” Esclamò con un sorriso guardandomi.

“Sarei per un altro cocktail, come quello di prima, grazie! “Le risposi restando appollaiato

come altri uomini single agli sgabelli del bar osservando il riempirsi della sala, l’incontro di coppie che si conoscevano, gli approcci a volte timidi e a volte sfacciati che spesso sfociavano in un rapido invertirsi delle coppie che finivano per abbandonarsi sui divanetti per limonate audaci. E osservavo mia moglie servire o ferma in piedi parlare con qualcuno che la corteggiava.

Sembrava che tutto si svolgesse tranquillamente.

Ero seduto in uno sgabello al bar che sorseggiavo quel drink alcolico che aiutava a tenermi su di giri, ero soddisfatto ed eccitato di vedere mia moglie servire a quella gente di tutti i tipi e qualcuno farle proposte oscene o accarezzarle le gambe o il sedere con lei che si spostava o toglieva subito la mano scandalizzata per non sentire la viscidità di quel contatto.

Era molto bella vestita da coniglietta, si confondeva assieme alle altre risaltando tra loro per il

fisico più maturo e formato, ma lo stesso molto erotico.

La sala era piena in tutti settori e le ragazze si muovevano con destrezza tra i tavolini, un po' meno mia moglie che ogni tanto si fermava e mi cercava con gli occhi per rasserenarsi.

Il nostro punto d’incontro era il bancone, io sarei sempre stato li pronto ad intervenire per ogni evenienza.

Rocco non lo avevo più visto:” Forse è uscito per uno dei suoi giri sui vari marciapiedi!” Pensai

sorridendo di me e felice di aver realizzato il mio desiderio, ma poi lo notai in un angolo chiacchierare con altra gente, probabilmente aveva rinviato il suo giro serale.

Oramai mi bastava quello a cui aveva acconsentito, non sarei andato oltre e non avrei chiesto di più a Roberta, tutto il resto non mi interessava, in fondo per amore aveva fatto tanto per me, me lo aveva dimostrato ed ero felice in tutti sensi, sia in quello sessuale che sentimentale. E per me sarebbe tutto finito lì quella sera, anche quell’accordo che per me completo si era realizzato.

L'accostamento di lei, così perfetta dal punto di vista morale, beneducata, onesta, incontaminata, sessualmente, buona madre e moglie, portata anche ad esempio da altre donne e di lui, puttaniere e magnaccia, uomo dedito alla malvivenza e allo sfruttamento, alla brutalità e alla durezza, mi eccitava enormemente. Mi elettrizzava sapere che tutto sommato stava lavorando per lui, un magnaccia, come una delle sue puttane, anche se naturalmente in modo diverso, però sapere che in un certo senso dipendeva da lui mi galvanizzava.

Era stato bravo Rocco, non me lo sarei creduto che ci riuscisse davvero a farla lavorare per lui,

certamente il mio aiuto, farei meglio a dire la mia complicità era stata fondamentale e ora lei

ignara lavorava per un magnaccia assieme ad altre puttane in modo soft se vogliamo e quello mi bastava, era il top per me, e come detto mi sarei fermato lì.

La osservavo eccitato e divertito di vederla scandalizzata sotto le attenzioni di tanti uomini.

All’improvviso, vidi Lea avvicinarsi a Roberta e tra la musica parlarle nell'orecchio e poi

allontanarsi insieme lei e a un''altra ragazza e guardarmi mentre lo faceva; rilevando che Rocco era sempre là, che parlava con quegli uomini e donne vicino a lui e notai che quasi tutti i clienti che entravano erano in prevalenza maschi, solo qualche matura signora …

Mi alzai e la segui come eravamo d’accordo, mai l’avrei lasciata sola.

Giunti nel retro e nel camerino entrarono e io dietro di loro in silenzio con il bicchiere in mano che ascoltavo e osservavo e Lea le chiese un favore grandissimo. Chiamandola da parte le disse: “Senta signora Roberta, io la capisco, lei non è di questo ambiente, ma avrei bisogno di un grande favore da lei…”

“Mi dica!” Rispose mia moglie su quei tacchi e con quelle orecchie da coniglia da sembrare

altissima e che dondolavano ai movimenti della testa.

“Avrei bisogno che lei mi sostituisse per dieci minuti sul palco una ragazza che non è stata bene, è di là che vomita...” Precisò.

“Come sul palco? … Ma scherza???!!” Esclamò mia moglie …: “No io no vado! …Assolutamente non faccio queste cose io sono qui solo per una sera e servire ai tavolini, cosa che ho fatto e non farò mai più, figuriamoci se vado sul palco come quelle ragazze!” E fece segno con il dito alle ragazze nel camerino che si preparavano.

“Ma no… dovrà essere solo d’immagine, di scenografia lei, non dovrà fare niente, guardi metterà questa maschera che è più grossa e copre di più di quella che ha già...” Disse tirando sulla fronte con la mano quella che aveva, facendo respirare il suo viso.

A Vederla così negli occhi, con il colore volgare del rossetto sulle labbra, mi eccitai, era molto

Attraente e sensuale, e intanto mia moglie rispondeva:

“No assolutamente, mi faccia uscire dal camerino per favore, io sono stufa di queste cose, queste porcate…ora basta me ne vado… ci manca solo questo, che salga sul palco a fare spettacolo!”

“Guardi signora, per favore non sa che guaio mi fa passare! Se la prendono con me e con quella povera ragazza che sta male se la rappresentazione non si fa, lo spettacolo non si può fare senza una di lor, bisogna essere in numero pari di sei. La prego mi aiuti!” Esclamò perfida e falsa Lea, con quella ragazzina vicino che fingeva di non stare bene con gli occhi supplicanti.

“Ma non può prendere un’altra ragazza? Ce ne tante…!” Disse mia moglie.

“No, sono tutte impegnata, la sala e piena e lei è l’unica che è in più… che può sostituirla.” Rispose Lea.

Anch’io in quel momento non sospettavo minimamente a una messa in scena e ci credevo

realmente come Roberta a quello che diceva e che quella ragazza stava male.

Lea restò in silenzio un attimo guardando mia moglie, poi riprese: “Si tratta di fare una passerella con degli abiti un po' sexy, sa serve per le signore in sala, per pubblicità e

nello stesso tempo si fa una sfilata di belle ragazze come spettacolino! “La informò.

“Ma io non ho mai fatto niente del genere, non ne sono capace! Non credo di essere all'altezza per queste cose, sono inadatta, non ho mai fatto niente di simile...anzi sono sempre stata contraria e poi non saprei muovermi!”

“Ma si tratta solo di provare tre abitini… deve solo camminare con sottofondo musicale tra le altre ragazze e.…” Ma mentre spiegava si aprì la porta di scatto ed entrarono un’altra ragazza con Rocco alterato, che chiese cosa fosse successo e Lea lo mise al corrente, mentre Roberta indignata ripeteva:

" Figuriamoci!!...Io non salirò mai su quel palco a sfilare ...ci mancherebbe! Ma per chi mi hanno presa? Ho una reputazione io, sono una madre e sono impiegata nell’ufficio delle poste a Milano…” Disse con orgoglio come se fosse chissà che cosa essere dipendente delle poste e telecomunicazione. “E aggiunse:” …e sono una signora e non sfilerò mai con abiti sexy per quegli uomini viscidi assieme a quelle lì…" E fece segno alle ragazze.

Ma Rocco gridando come un forsennato si avventò su Lea apostrofandola di incapacità e

disorganizzazione colpendola al viso con degli schiaffi e anche la ragazza che le era affianco

che si diceva vomitasse fu presa per i capelli da lui e tirati forte.

“E tu!!...Proprio stasera dovevi stare male!! Stronzaaaa!!!”

Vista la sua brutalità e meravigliati da come si comportava, intervenimmo io e mia moglie a

calmare la sua alterazione.

“Ma la lasci!!” Disse Roberta spaventata da Rocco prendendo le difese di quella ragazzina:” ...non vede che sta male, che colpa ne ha lei se sta male!! “

“Si calmi Rocco!!” Dissi io.

E dopo quelle urla e il nostro intervento, si calmò, tornando apparentemente sereno se così si

Potremmo dire.

Osservavo mia moglie che con la maschera sulla fronte era molto spaventata e tremava, la

scenata di Rocco l’aveva intimorita. Avevamo capito che era un uomo violento e ci allarmava.

Ma con maestria e dolcezza, Rocco si avvicinò a Roberta vestita da coniglietta e spaventata

fingendo di darle ragione, affermando a Lea: " Ma cosa ti è saltato in testa di chiederlo a lei?” Mentre Lea faceva la finta tonta e seguiva il gioco che probabilmente avevano già fatto con altre coppie dicendo:” Fisicamente e la più adatta!”

“Certo! …Lei ha ragione ha rifiutare, non ha mai sfilato è qui solo per un mio vezzo particolare,

per fare un piacere a me!” Dichiarò:” E tu le vai a chiedere di salire sul palco e sfilare in modo

osé!... Ma sei mattaaa!!!”  Urlò fingendo di alzare ancora il braccio per colpirla, facendola

allontanare da lui e proseguendo: “Anche se è vero, che con il fisco che ha la signora Roberta, con la sua bellezza, può permettersi di indossare tutto …” Aggiunse guardandola e complimentandosi come se la vedesse solo in quel momento vestita da coniglietta.

“Ma si tratterebbe solo di 15 minuti!” Esclamò ancora Lea fingendosi spaventata.

“Ma anche se fosse solo un minuto, se non lo ha mai fatto e non lo vuole fare ha ragione! “Aggiunse Rocco.

Poi infidamente scusandosi con Roberta le fece dei complimenti:

” Certo che lei con il corpo che ha, potrebbe permettersi di sfilare assieme alle altre ragazze anche se sono più giovani e non farebbe brutta figura, anzi...verrebbe apprezzata di più per la sua bellezza adulta, matura, sarebbe l'attrazione della serata. La nostra prima donna!" Disse ridendo, aggiungendo ancora: “Sa… sono vestiti che andranno di moda la prossima estate e la moda non possiamo certo sceglierla noi se è ridotta, ma solo seguirla."

“Si moda dei sexy shop!” Mormorò Roberta disgustata, vicino a me.

Quello che stava accadendo non lo avevo previsto, non sapevo se quello che dicesse Lea fosse vero o no, ma la proposta di farla salire sul palco con quelle ragazze rumene mi eccitava, era quella seconda parte del desiderio della mia fantasia che si sarebbe avverata anche se non l’avevamo cercata. Sembrava che quella sera il destino venisse incontro ai miei desideri.

“E comunque trova subito qualcuno che la sostituisca, si tratta di 10 -15 minuti. Su!” Esclamò

severo Rocco a Lea, uscendo.

“E' quello che sto facendo, difatti ho chiamato la signora che ha più o meno la sua corporatura, ma non vuole.” Poi inaspettatamente Lea rivolgendosi a me disse: “Glielo dica lei signor Carlo!”

“Io...non so!!” Balbettai non sapendo cosa dire e guardando mia moglie.

Anche se Lea ripeté l'accaduto e quello che avrebbe dovuto fare, Roberta si rifiutò

categoricamente di salire sul palco con quelle ragazze.

In quel retro, senza la mezza mascherina di stoffa era bellissima, molto eccitante con le labbra rosse e i brillantini sul viso e con quel costume nero da coniglietta sembrava più alta e slanciata, e il fatto che avrebbe potuto anche sfilare, mi eccitava ancora di più.

“Cosa dici?” Chies guardando mia moglie.

“Cosa dico??! ... Di!... Ma ti se matt anche ti??? …Dico niente! Figurati se sfilo su quel palco per

quegli uomini!” Conoscevo la sua caparbia e sapevo che bisognava prenderla in altro modo. Mi avvicinai e le mormorai:

“Guarda Roberta che le fai passare dei guai a questa Lea e a quella ragazza lì che sta male, va a finire che stasera Rocco le picchia… hai visto come le ha aggredite!?”

“E io che centro!? Non è mica colpa mia...” Rispose.

Mi girai verso Lea allargando le mani, in gesto di resa. Vidi lei mettere giù il capo rassegnata.

“Va bè salta la sfilata e mi prendo le mie responsabilità e non solo quelle...” Esclamò voltandosi per uscire.

Allorché dopo un attimo di silenzio intervenne Roberta: “Perché non fa la sfilata scusi?! Non c'è nessuno che può sostituire quella ragazza?” Chiese.

“No!” Fu la sua risposta:” Abbiamo solo 15 minuti per preparare, ora dieci e non posso nemmeno andare in sala a cercare qualche signora tra le clienti. “

Ci fu silenzio. Lea si girò ancora e io dissi a mia moglie prendendola per il braccio:

“Vieni usciamo! Finisci la tua serata da coniglietta e ce ne andiamo!”

Fece due passi e poi si fermò:” Ma cosa le farà quel Rocco…” Mi domandò.

“Probabilmente le picchierà, le prenderà a cinghiate tutte e due…”

Vidi che portò l’unghia del pollice sui denti facendola saltare e chiese:” Ma in cosa consistesse di preciso questa passerella?”

Facendo fermare Lea già di spalle che ruotandosi illuminandosi sul volto replicò:

“Fare tre passaggi con abitini e le altre ragazze attorno e poi tutto è finito.” Rispose a testa

bassa vicino all’uscio.

Ci fu ancora una pausa di silenzio, poi Roberta chiese inaspettatamente: “Con la maschera?! “

“Certo signora! “Rispose Lea cambiando espressione del viso:” Glielo detto ancora più grande di quella che ha, che copre di più il volto, nessuno la riconoscerà stia tranquilla.”

Tutte la guardavano supplicanti e anch’io inaspettatamente volevo vederla su quel palco con

quelle ragazze. Mia moglie mi guardò e poi all’improvviso esclamò:” Va bene...!!! Ma solo quei quindici minuti!” E rivolgendosi alla ragazza disse: “Non piangere, stai tranquilla ... che quel Rocco non ti picchierà…!”

Accettò! Sapevo che era di animo sensibile e buono Roberta, ma non fino a quel punto.

Nessuno l'avrebbe riconosciuta, quella nuova era una maschera a mezzo viso color oro e bianca di ceramica con i bordi di brillantini e piume, stile veneziana e molto femminile, che partiva dalla attaccatura frontale dei capelli e le arrivava sopra il labbro superiore coprendo anche il naso. E non come la mascherina di pezza da coniglietta.

Prima di uscire vidi in un angolo Lea che sorrideva e annuiva con la testa a Rocco che era fuori, e lui ricambiandole il sorriso pareva le desse delle disposizioni. Non capii cosa dicessero, pensai che era per la sfilata, che mia moglie aveva accettato e sinceramente in quel momento non mi interessava, si stava realizzando in una

serata sola, la seconda parte di quello che desideravo, vederla sfilare su quel palco e questo mi bastava.

Gli occhi di Lea brillarono, non di gioia ma di perfidia, mentre noi all’oscuro, ingenuamente

stavamo cadendo nella loro trappola, stava accadendo qualcosa che ci avrebbe segnato e cambiato per tutta la vita, per sempre.

“Lei esca ora!” Mi disse una ragazza:” Vada a godersi la passarella di sua moglie tra il pubblico!”

Invito che mi rese felice e mai mi sarei aspettato che accadesse. Ma mi guardai bene dal fare, restando fermo appena dentro l’uscio a osservare.

Osservavo Roberta tra quelle donne, capii che anche a lei nonostante il contesto sarebbe piaciuto sfilare, si sentiva anche agitata, inquieta e probabilmente eccitata ad essere lì, piena di attenzioni come una vera prima donna. E come loro faceva anche i capricci, facendo pesare a Lea quella sua scelta.

" Guardi! Lo faccio perché lei non abbia guai o ritorsioni a causa mia! “

“Grazie !!” Rispose Lea insolitamente educata: ” Ora le metteremo l’altra maschera , così potrà sfilare tranquillamente in piena libertà e nessuno la riconoscerà."

Roberta non era felice di quella scelta, ma Lea come leggendole nel pensiero la rassicurò.

" Nessuno la riconoscerà con questa maschera stia tranquilla, potrebbe sfilare anche nuda!"

Esclamò come battuta.

“Eh no!... Nuda no! Maiiii!! “Ribatte seria.

Pensavo che in fondo in fondo le piaceva quello che doveva fare e quell'ambiente da spettacolo che la circondava la eccitava, era come una droga e Lea se ne accorse dai capezzoli che le vennero turgidi e spuntavano sul margine semicoperti dal body assieme alle sue mammelle gonfie, che sotto i suoi respiri si muovevano, e lei cercava di coprire con il braccio per non mostrarle.

“Scherzavo! “Rispose Lea sorridente:” Era una battuta, ma con il corpo che ha farebbe bella figura nuda, e la farebbe fare brutta a tante di queste giovani ragazze che si credono chissà cosa...” Precisò.

Ma Roberta, oramai agitata da quello che si accingeva a fare esclamò: “Ohh Dioo che serata questa! Prima la coniglietta e ora la sfilata, credo che me la ricorderò per

tutta la vita.”

Replicando perfida Lea sempre sorridendo falsamente: “Lo credo anch'io che se la ricorderà tutta la vita questa serata …”

“Eh sì! Stasera sarò fino in fondo nel peccato!” Mormorò sorridendosi da sola mia moglie rassegnata cercando di esorcizzare quello che doveva fare con delle esclamazioni spiritose anche lei.

“Su ora venga!! “Disse una ragazza:” Che le dobbiamo togliere il body da coniglietta e mettere il vestitino e prepararla per la sfilata …”

Io sorrisi, di a poco sarei andato tra il pubblico a osservarla, senza immaginare minimamente

quello che sarebbe successo dopo.

 

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