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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
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LA DEGERAZIONE DI UNA MOGLIE FEDELE
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.
DEGENERAZIONE DI UNA MOGLIE FEDELE
Note:
Le prostitute sono più vicine a Dio delle donne oneste: han perduto la superbia e non hanno più l'orgoglio. Non si gloriano di quel nulla di cui una signora si onora. Posseggono l'umiltà, pietra angolare delle virtù gradite al Cielo.
Anatole France.
Cap. 40 Valentina portata a battere.
Giorni dopo lo spettacolo in quella stanza della perversione, Valentina fu chiamata da Lea:
“C’è il signor Rocco che ti vuole parlare.” Le disse.
Lei stupita si chiese: “Come mai il signor Rocco vuole parlare con me!?”
Intanto Lea la informava di quella richiesta ed aggiunse con un sorriso perfido: “Ci siamo quasi sai!... La tua futura suocera, Roberta, la madre del tuo frocetto è vicina al parto, ancora qualche settimana e nasce il figlio di Rocco.” e rise.
Lei la guardò stupita accolse quella notizia con incredulità.
Roberta la mamma di Federico era incinta di Rocco?
Vedendola così scandalizzata e stupefatta di quello che aveva detto, Lea proseguì:
“Non dirmi che non sapevi che la tua futura suocera è incinta di Rocco e che suo marito sa tutto. Sai, anche lei ha fatto la puttana e la spogliarellista qui da noi e che, tra non molto quando ritorna Roberta dalla maternità, io andrò via e lei prenderà il mio posto”
A quelle parole Valentina pareva scioccata e continuava riflettere su quanto ha sentito su Roberta e quello che lei sarebbe diventata.
Poi come se le prendesse l’indifferenza e non le importasse più molto di Federico e di sua madre, si avviò nell’ufficio del signor Rocco, bussò domandando da dietro la porta” Posso?!”
“Vieni avanti bellina, siediti… “disse lui facendo segno una sedia libera di fronte alla sua scrivania, nell’altra si accomodò Lea e in piedi c’erano le due ragazze che già conosceva, Irina e Roxana.
Si sedette e “Sai...” Iniziò Rocco:” … tu oramai fai parte della nostra famiglia, sei una mia dipendente speciale e particolare…” Disse ridendo:” … e ho in mente di farti lavorare qui da me al night. So che sei stata a fare uno spettacolo nel night del mio amico e quindi sei un po’ pronta, ma io voglio che tu impari proprio tutto di questa professione, anche a battere…”
“A battere?!” Ripeté lei come se non si rendesse conto solo in quel momento di cosa significasse e quelle parole divento pallida e deglutì la saliva, ma non disse nulla e lui continuò.
“Ho pensato che per qualche sera potresti andare a battere con Roxana e Irina sul viale… in modo che ti fai le ossa… e capisci cosa vuol dire la differenza che c’è tra prostituirsi in strada e qui nel night.”
A quella frase Valentina spaventata, mentre guardava Lea e le altre ragazze muovendo la testa in modo negativo rispose:
“No… nella strada non ci voglio andare!” Aggiungendo subito con una forma di orgoglio:” … Non sono una puttana!”
“Lo diventerai!” Rispose serio e tranquillo Rocco.
“No…no...non voglio!” Ripeté agitata alzandosi dalla sedia.
Mentre Rocco vedendola così risoluta faceva lo stesso girando attorno alla scrivania avvicinandosi a lei.
“Su, non fare la stupida…” Intervenne Lea:” … lo abbiamo fatto tutte, si tratta di qualche settimana e poi inizierai a lavorare qui nel night…”
Irina e Roxana guardavano con soddisfazione perché finalmente anche quella puttanella italiana che si dava tante arie veniva portata a battere.
Lei si alzò e di scatto si avviò verso la porta ma fu bloccata da Roxana e Rocco la prese per i capelli e glieli tirò portandola verso sé, schiaffeggiandola forte sul volto.
“Vuoi che ti rovini questo tuo bel visino per sempre?... Che invece di bellina ti chiamano poi bruttina o la sfregiata? È questo che vuoi?”
“Ma io non voglio fare la puttana! Esclamò piangendo:” La prego signor Rocco!”
“Non importa quello che vuoi tu ma quello che voglio io e decidiamo noi per te!” rispose Rocco “Oramai lo sei una puttana.” precisò tenendola per i capelli tirati.” Che tu lo faccia in un video, nel night o per la strada è la stessa cosa!”
“No… no…!” Balbettò lei piangendo, divincolandosi e cercando di fuggire ancora, ma leste Irina e Roxana a fermarono Irina nuovamente.
“Tenetela ferma e abbassatele i pantaloni!” gridò Rocco irato slacciandosi la cinghia e la sfilava dalle asole dei pantaloni.
“No.… no…no … “Gridò lei vedendolo e intuendo la sua intenzione” Cosa vuol farmi?”.
Quando fu con il sedere e le cosce scoperte tenuta dalle rumene piegata a 90 gradi davanti a una sedia, Rocco furioso esclamò “Fatela inginocchiare con il tronco e le braccia appoggiatele sulla seduta della sedia.” e così fecero. Rocco iniziò prima a sculacciarla con forza come se fosse una bambina capricciosa, poi prese la cinghia e la colpì frustandola sul sedere e sulle cosce in quella posizione sottomessa, una, due tre volte. Facevano male le cinghiate, non erano come il frustino dei giorni prima, che erano colpi leggeri, dimostrativi, lui era violento, procurava dolore e segnava la pelle con il cuoio.
“No… basta… basta…!” gridò la ragazza mentre lui sotto gli sguardi delle ragazze e di Lea, che si guardavano bene dall’intervenire, continuava a colpire.
“Allora mi ubbidisci?... Mi ubbidisci??” gridò.
“Sì... sì…sì…” Lamentò:” …faccio tutto quello che vuole ma basta… basta non mi picchi più per favore!”
“Allora stasera andrai a battere in strada?” le domandò brandendo la cinghia pronta per colpirla di nuovo.
“Sì… sì… ci vado!... ci vado!... Ma basta… basta, non mi frusti più!” singhiozzò.
Rocco smise e Lea le portò un bicchiere di acqua per lenire il singulto del pianto.
“Su bevi che ti passerà il singhiozzo.” disse amorevolmente aggiungendo” Non lo devi fare arrabbiare se no è peggio per te! Rocco è fatto così!”
“Con tua madre inventa quello che vuoi. Se non ti presenti, ti veniamo a prendere a casa, ora lo sai!” aggiunse Rocco, minacciandola.
Valentina era terrorizzata.
E lui rivolgendosi a Lea esclamò: “Allora stasera portala a battere assieme a quel finocchietto trans del suo ragazzo!”
Lea annuì.
Bevendo le passò il singulto, smise di piangere e si calmò. Capì che le lacrime non facevano pena a nessuno in quell’ambiente e che oramai non poteva fare diversamente, rifiutare era peggio.
Quando uscì fuori dall’ufficio di Rocco, si sedette su un divanetto del night e Federico subito si avvicinò e sedette accanto a lei.
Le prese la mano tra le sue: Mi ha detto Roxana che stasera verrai a battere con noi?”
Lei restò in silenzio. Lui la guardò e disse per consolarla “Non è difficile sai… forse la prima volta, tutto sta ad iniziare. Per me è stato così. una sera mi ha portato Dracu, avevo paura, ma poi… una volta iniziato l’ho fatto, e sai è anche un lato attrattivo, se lo prendi con la giusta filosofia. Non lo devi fare per sempre, si tratterebbe qualche settimana… e poi Rocco ha detto che ti metterà a lavorare qui nel locale a fare spogliarelli e nessuno della tua famiglia o dei nostri conoscenti saprà mai niente.”
Roxana voleva confortarla ma Valentina scrollò le spalle come se non le interessasse più niente e, dopo una piccola pausa di silenzio esclamò “A me non piace fare la puttana! “
“Ma non sarà per sempre amore, avremo Dracu con noi che ci proteggerà, sarà lui il nostro protettore!”
“Già! Diventeremo le sue puttane!” mormorò Valentina.
“Che c’è di male? Intanto non possiamo cambiare niente! Questa è gente che non scherza, oramai gli apparteniamo. Faremo la nostra vita così e saremo lo stesso insieme e in alternativa faremo qualcos’altro, studieremo, prenderemo il dottorato” disse con enfasi.
“Già due puttane laureate!” aggiunse lei triste osservando fisso davanti a sé.
“E i tuoi genitori?” chiese a Federico” Quando lo sapranno? Cosa faranno? Lo sai che cosa mi hanno detto? Che tua madre, anche lei, ha fatto la puttana ed ha battuto prostituendosi per strada per Rocco”
Ci fu silenzio tra loro e proseguì cattiva pensando di scuoterlo da quella accettazione che aveva ed esaltazione che mostrava.
“Dicono che il figlio che aspetta tua madre, tuo fratellino o sorellina, è suo, di Rocco e tuo padre lo sa. Dicono pure che quando Lea andrà via, tornerà in Romania e si ritirerà da questa attività. Sarà tua madre a prenderne il suo posto a diventare la matrona delle ragazze e del locale. Lo sai?” disse malinconica.
Lui abbassò il capo scoraggiato mormorando “L’ho sentito dire anch’io. Me lo ha detto Dracu “fece una pausa. Federico oramai era dentro a quell’ambiente non si rendeva conto della sua situazione che aveva accettato di vivere. Lui rispose incoscientemente quasi contento “Se sarà così per noi dovrebbe essere meglio... no?”
Valentina Lei lo guardò ma non rispose e lui proseguì confessandole “Sai Valentina, non te lo mai detto che fin da quando ero ragazzo sono sempre stato incuriosito dal mondo femminile espiavo mamma. Più di una volta ho sognato di essere travestito da donna ed essere insieme a un uomo. Al risveglio da quei sogni ero eccitato e mi masturbavo fino all’orgasmo al pensiero di essere posseduto da un ragazzo. Sarà forse per questo che mi sono trovato subito a mio agio quando Dracu mi ha violentato e travestito da donna. Mi piace essere donna, essere una bella ragazza come te, sempre in forma, magra e depilata anche nelle parti intime. Probabilmente dentro di me non cercavo altro”
Valentina nella sua disperazione a quella confidenza abbozzò un sorriso.
Federico proseguì “Il mio sogno sarebbe uscire allo scoperto, avere la sfacciataggine di propormi così come sono, fare coming out, dirlo a tutti così lo sapranno i mie genitori e mi dovranno accettare tanto mamma tra un po’ avrà un altro figlio. Lei sa già che è maschio. Questo è quello che vorrei si avverasse”
Asserì con una ingenuità disarmante, Valentina le sorrise tristemente togliendo la mano tra le sue, gliela accarezzò.
Poco dopo, verso il tardo pomeriggio, dopo aver chiacchierato ancora con Irene e Roxana, con la presenza di Federico che guardava e rideva, spiegarono bene a Valentina usando un collo di bottiglia come posizionare e infilare il preservativo, a chiudere il serbatoio con due dita tra l’indice e il pollice e con l’altra mano a srotolarlo sul cazzo fino in fondo, alla radice. La fecero provare varie volte.
Poi Valentina sconsolata si alzò dalla sedia dove era seduta.
“Vado a casa dai miei!” disse passando davanti a Lea.
“Va bene, ma cerca di essere qui per le 21.00 e cerca di non fare scherzi. Lo sai che Rocco si arrabbia se ritardi o peggio non vieni. Lui sarebbe capace di venire lui a prenderti a casa tua e dartele davanti a tuo padre e tua madre.”
Valentina rabbrividì ad ascoltare quelle parole, sarebbe stato davvero capace.
“Sì, stia tranquilla signora… ritornerò!” E uscì assieme a Federico e Irina che li accompagnò in auto verso il centro.
Giunta a casa si lavò e cenò con i genitori.
“Stasera mi fermo a dormire a casa di Federico, andiamo a fare un giro con le compagne di scuola e poi torniamo e faremo tardi”
“Basta che non dormite assieme mi raccomando Valentina!” disse suo padre.
“Ma sì papà! Lo sai che io dormo nella camera dei suoi genitori e lui nella sua, se vogliamo fare qualcosa non abbiamo certo bisogno di farlo a casa sua” rispose.
“Va bene! Va bene!” disse sua madre” Tuo padre è un po’ all’antica ma sai che abbiamo piena fiducia in te!”
Nell’accompagnarla all’uscio e baciandola le raccomandò: “Fai attenzione Vale, mi raccomando”
La donna ignorava che Valentina quella sera sarebbe andata per la prima volta a battere in strada per Rocco con Federico.
“Ma sì, mamma!” rispose lei ricambiando il bacio infastidita di tante attenzioni.
Si portò camminando poco distante da dove abitava e tornò a riprenderla Irina e alle 21.00 precise era già al Macumba dove c’era già anche Federico. Era agitata, inquieta, aveva una forma di repulsione e attrazione per quello che si accingeva a fare.
“Forse ha ragione Federico, dipende tutto dalla prima volta, anche se sarò in strada, mi farò truccare per non essere riconosciuta e poi ho già avuto rapporti sessuali con altri, ho girato i video quindi non dovrebbe essere molto diverso”
Nel mentre insieme a Irina entrò nel camerino per prepararsi.
Lea l’attendeva e fu lei a prepararla ed a vestirla abbigliandola in un modo molto sexy. Le fece indossare un perizoma che bastava spostarlo con due dita dall’inguine per avere la figa libera. Per coprirlo Valentina ha indossato una bella e cortissima minigonna rossa lunga davanti fino quasi agli inguini e all’inizio dei glutei dietro. Valentina calzò stivali di vernice anch’essi rossi col tacco alto come usavano le prostitute rumene. Quegli stivali le arrivavano sotto le ginocchia quasi fosse una puttana professionista. Nella parte alta del corpo e sopra una magliettina scollata, aderente e trasparente, senza reggiseno, per lasciar intravvedere le mammelle e la forma dei capezzoli sul tessuto facile da alzare per scoprire completamente il seno per mostrarlo agli automobilisti.
Lea truccò le labbra con rossetto rosso molto intenso.
Quello non era il suo abbigliamento ma vestita in quel modo era molto bella e provocante tanto da suscitare invidia alle tra le altre puttane come lei. Lea guardò con soddisfazione, quella nuova puttanella che le avrebbe fatto guadagnare molti soldi.
Valentina era stralunata, incredula, da una parte disgustata ma dall'altra eccitata di quello che si accingeva a fare, era attratta da quell’ambiente, dall’essere assieme alle altre ragazze che si preparavano a prostituirsi.
Il suo sguardo era sorpreso dal modo sicuro e dagli atteggiamenti seducenti di quelle colleghe. Lei era impacciata in quegli abiti, con la figa quasi scoperta e a vista. Non avrebbe voluto andare ma aveva paura a dire no.
Lea fece portare un vassoio con dei bicchieri e una bottiglia di whisky.
“Su scaldatevi ragazze che adesso inizia a fare fresco alla sera!”
Tutte si gettarono sul vassoio a bere insieme a Federico. Fu Lea a passare un bicchiere quasi pieno a Valentina.
” Tieni bellina bevi!... Oltre che scaldarti ti disinibisci un po’!” e sorrise.
Bevvero tutte, chi per stordirsi e chi ad essere pronta a iniziare.
“Roxana tu stai vicino a Bellina e seguila, insegnale come fare ed atteggiarsi. Dalle i preservativi e ricordale come si usano. “
Lea sorrise, era felice di avere a sua disposizione finalmente quella puttanella italiana con la puzza sotto il naso che si credeva superiore a lei.
Valentina all’improvviso voltandosi vide Federico o meglio Federica vestita con un reggiseno giallo, rosso e blu piccolissimo a vista che pareva le facesse avere davvero le mammelle. Aveva anche slip neri molto stretti e gonnellino cortissimo, trasparente, gambe rasate e sandali con tacco alto, truccata volgarmente al femminile, con una parrucca in capo. Lei lo guardò sorridendo, sembrava davvero una ragazza come le altre.
“Vuoi anche tu una parrucca?” gli domandò Lea guardandola.
Lei esitò poi annuì con il capo, sentendosi più sicura.
Lea ne prese da una poggia parrucca una a riccioli lunghi neri.
“Tieni metti questa che ti nasconde un po’ le prime volte e ha un colore diverso dei tuoi capelli veri “
Trovandosi vicini Valentina e Federico e, osservandosi l’un l’altro, furono sorpresi di come si erano travestiti da troie molto sexy. Valentina era e si sentiva veramente provocante e troia vestita così con il perizoma che si intravvedeva e risaltava ai passi sotto la gonna il suo culetto alto, le autoreggenti, gli stivali di vernice e la parrucca mora riccioluta. Il trucco era perfetto sul suo viso dai tratti morbidi, delicati e regolari. Con il fisico magro la rendevano oscena ma seducente. Sembravano tutte ragazze dell’est, compresi loro due.
Erano sei quella sera le ragazze della scuderia di Rocco e verso le 22.00, le fecero salire in un grosso Suv guidata da Lea la quale li porto in viale Certosa in un angolo buio e semi deserto. Le scaricò in strada facendole scendere a una a una e mettere insieme ad altre che erano già sul posto. Anche Valentina e Federico scesero assieme alle altre prostitute.
Poi Lea partì e si fermò qualche decina di metri più in là, dall’altra parte della strada, nascosta da un albero, restando ad osservare pronta con lo smartphone a chiamare Roxana o Rocco se fosse servito.
Iniziarono a lavorare, Roxana diede i posti a tutte quelle del suo gruppo e si tenne Valentina vicino a lei.
” Tu fai quello che ti dico capitò? Prima di salire in auto con un cliente mi guardi e se annuisco vuol dire che va bene e puoi salire, se no, no… rifiuti! Adesso aspetta, guarda come fanno le altre, poi ti dico io quando iniziare”
“Va bene!” rispose intimorita da quell’atteggiamento padronale.
Sul viale a quell’ora c’era un via vai di auto di tutte le cilindrate, anche belle auto che si fermavano e si mettevano in colonna per parlare, contrattare per poi caricare su una delle ragazze dell’Est e portarla a chiavare. Erano ragazze carine ma non certo avvenenti come Valentina, alcune erano anche belle, ma mai quanto Bellina la quale rimase immobile nel guardare il via vai. Era incredibile auto che arrivavano, stop luminosi che si accendevano all’improvviso e si spegnevano subito. Lei agitata non stava mai ferma.
Il suo vestitino da tipica prostituta dell’est era sexy’, la mini e gli stivali fino al ginocchio lasciavano le cosce scoperte, con le calze e la balza che le reggeva a vista, ma era bella ed erotica.
Guardava le altre ogni volta che salivano in auto, partivano e poi arrivavano, scendevano, risalivano e ripartivano.
A un certo punto un’auto si fermò davanti a Federica/o. Lui ormai pratico abbassò la testa nel finestrino e lei vide che parlottavano. Poi il cliente aprì la portiera e Federica salì e Valentina vide quell’auto con la testa bionda del suo amato che si allontanava. All’interno c’era un signore di mezza età, fecero poca strada e si appartarono in una viuzza laterale che aveva uno slargo.
L’uomo prese i soldi, 50 euro, e li diede ed iniziò a toccarlo su tutto il corpo.
Dopo il preliminare Federico gli mise il preservativo e con le labbra iniziò a fargli un pompino e, mentre lui lo scopava in bocca come se fosse una figa, Federico succhiandolo lo fece diventare bello duro. Quell’uomo tirò giù il sedile lato del passeggero e lo fece inginocchiare sul tappetino quasi sdraiato con la pelvi sul sedile e il torace sullo schienale, le salì dietro tenendosi il cazzo stretto in mano stringendo la cappella per aumentare la rigidità. Federico prese del gel dalla borsetta e, portandosi la mano dietro, lo mise come lubrificante sull’ano, lo stesso fece l’uomo sul preservativo e poi, delicatamente, appoggiò il cazzo sul suo foro tra le natiche belle e sode. Spinse il cazzo tutto dentro al culetto da trans ed iniziò a muoversi lentamente per incularlo. Nonostante fosse per lavoro a Federico dispiaceva essere inculato, univa l’utile al dilettevole. E lui iniziò a inveire:
“Sei la mia troia!” Diceva e a spingere forte il suo cazzo in culo fino alle palle, provocandogli un intenso piacere, provando quasi l’orgasmo.
Pochi minuti dopo la sua penetrazione anale con conseguente inculata, all’ennesimo colpo di cazzo che gli affondò giù per il culo, quell’uomo raggiunse l’orgasmo venne nel preservativo sborro abbondantemente. Lo aveva inculando a pecorina e sborrato e lo aveva fatto direttamente nel suo buco del culo con una splendida eiaculazione. Il cliente tolse il cazzò dal suo ano e si rigirò sul posto del guidatore, togliendosi il preservativo pieno di sperma cacciandolo fuori dal finestrino, intanto anche Federico si tirò su mise apposto e quando furono in ordine lo portò indietro.
Lei lo vide arrivare e scendere sorridendo dall’auto e rimettersi a passeggiare mentre quella ripartiva, fu lì che Roxana le disse:” Su ora cammina un po’ sul marciapiede avanti e indietro, muovi il culo e i fianchi e fai dondolare la borsetta.”
Era stupenda Valentina a vederla camminare affianco della strada non troppo illuminata con le balze delle autoreggenti a vista e gli stivali da puttana che neanche la bionda vicino a lei portava in modo così volgare e sexy.
“Quando passa un auto mostrati… tira su la maglietta e la gonna e mostra cosa c’è sotto, fai vedere cosa vendi e cosa loro compreranno.” Disse Roxana, aggiungendo: “Piegati e mostragli il culo, fallo dondolare e fallo vedere bene… capito!?”
Valentina non disse nulla ma annuì.
“Fai come me!” e vide lei che si tirò su sul davanti la mini mostrando la figa nuda e si slacciò il corpetto davanti aprendolo e mostrando il seno.
“Su fallo tu ora… dai!” la esortò.
Lei in strada, piena di vergogna, con le mani tremanti tirò su un pochino il bordo della mini e mostrò portandola ad un’altezza inguinale lo striminzito perizoma datole da Lea e poi si tirò su la magliettina, in modo da mostrare il suo seno. Ma era goffa, vergognosa, incapace, poco sexy in quegli atti.
Nonostante l’aspetto, i capelli ricci e il rossetto appariscente la facessero apparire una giovane baldracca navigata, era inesperta ed era la prima volta.
Seguiva i consigli di Roxana, faceva dondolare il sedere e le anche, e sul fianco la sua borsetta piccola che la faceva proprio battona da strada, dentro aveva tutto, i profilattici, i fazzolettini, crema … era al completo di tutto.
Vederla così, vestita sexy sul ciglio della strada era estremamente eccitante, aveva qualcosa in più delle altre e Lea in auto di nascosta la osservava.
Continuò a passeggiare, come da istruzioni era molto brava a farlo in modo naturale.
Passò un’auto, la guardò ma non si fermò, ne passò un’altra e suonò. Lei camminava avanti ed indietro dondolandosi, atteggiandosi a battona come le aveva spiegato Roxana:
” Incrocia le gambe quando cammini, e quando ti fermi tienile sempre divaricate, larghe, mettile in posizione sexy. Stringi le braccia sotto il seno in modo da alzarlo e aumentare il volume delle mammelle che ce l’hai ancora piccole e guarda sempre negli occhi il cliente col tuo sguardo provocante. Lei lo fece e la prima auto che passò, una macchina di grande cilindrata, si fermò e il guidatore abbassò il finestrino.
Il suo cuore iniziò a battere forte, rimase ferma inchiodata al marciapiede, e contrariamente a quello che le avevano insegnato, presa dal timore invece di avvicinarsi al cliente, si girò e si mise a camminare lungo la strada, era spaventatissima, ovviamente non aveva il coraggio di girarsi, di guardarlo in faccia.
L’uomo abbassò elettricamente e completamente il finestrino con il tipico rumore del motorino che avvolgeva il filo d’acciaio del vetro. È un rumore che si ascolta bene nelle notti silenziose, nelle strade statali o provinciali isolate, dove non passa nessuno e si può contrattare bene la prestazione.
Sentì dietro sé la voce di un signore maturo dire “Senti!”
Ma lei spaventatissima non lo guardò nemmeno, ma lui si, la osservò da dietro e vedendo una bella fighetta mora e riccia vestita sexy, molto eccitante che passeggiava la chiamò ancora: “Senti! Signorina!”
Stava chiamando proprio lei.
“Cosa faccio? “Pensò:” Cosa devo fare?” Non sapeva come comportarsi.
Vedendo che Roxana e le altre la guardavano si voltò e lo guardò attraverso il tergicristallo, il cuore le batteva forte: “Mi dovrò prostituire davvero? E con quello lì?!” si chiese e si diresse da lui, guardò dentro il finestrino aperto avvertendo un intenso odore di vaniglia provenire dall’interno. A lei l’odore di vaniglia non piaceva e vincendo la paura gli disse “Sì, eccomi!” e si piegò con il capo verso il finestrino, quasi appoggiata alla macchina e lo osservò nell’oscurità dell’abitacolo. Era un vecchiaccio bavoso con pochi capelli che subito le guardò il seno e disse:” È un po’ piccolo ma ben fatto!” Lei non rispose e allora chiese: “Quanto vuoi? “
Il cuore le si fermò.
“70 euro” Rispose.
“Un po’ cara!”
“Forse se ne va!” Pensò ed ebbe un attimo di felicità, e invece lui disse “Va bene! Dove andiamo? “
Il sangue le si gelò nelle vene, tutte le sue colleghe la guardavano, non poteva più tirarsi indietro, il momento purtroppo era giunto, si sentiva impotente.
“In una stradina qui vicino, dove vanno tutti, c’è uno spiazzo isolato “mormorò.
“Sì, lo conosco… va bene. Sali che andiamo!” disse.
Lei tremante aprì la porta e salì sul SUV.
Era spaventata ma nello stesso tempo l’adrenalina le faceva provare eccitazione, una strana e perversa eccitazione se si pensa che si stava prostituendo.
Salì e chiuse la portiera e lui subito con il motore già acceso inserì la prima e partì. Si appartarono in uno spiazzo avanti un centinaio di metri dove c’erano altre auto, affianco a un lampione che illuminava l’interno dell’abitacolo.
Quell’uomo con libidine iniziò a palparle le cosce cercando di entrare con la mano tra loro, sotto la minigonna e sul seno. Si ricordò le raccomandazioni di Lea e Roxana:” Prima di fare qualsiasi cosa fatti pagare, fatti dare i soldi!” e fu Con voce tremolante disse:
“I soldi!?” Aprendo la mano porgendogli il palmo.
Lui sorrise” Siete tutte uguali voi puttane, pensate sempre ai soldi, al Dio denaro, per lui vi vendereste anche la madre.”
Prese il portafogli e le diede i 70 euro che lei mise subito via.
“Sei cara però! Le tue colleghe chiedono 30 euro per i rapporti orali e 50 euro per chiavare, per l’anale vogliono 80 euro!”
“Io sono così!” disse Valentina senza dire che era italiana e non rumena.
“Ma perché sei così agitata? Sembra che tremi, che sia la prima volta?” disse il cliente.
“Fammi toccare il seno!”
E senza chiedere nulla le infilò la sua mano grande e matura dentro la magliettina a toccare il le tette sode.
Lei rimase senza respiro nel sentirsi la mano di un uomo sconosciuto che mai aveva visto e che quasi sicuramente mai più avrebbe rivisto, che la pagava e che poteva esser suo nonno, toccarle libidinosamente le mammelle.
Lui senza chiedere nulla si mise a palparle e ad accarezzarle i capezzoli.
Cominciò a palpeggiare ovunque, strizzando le sode mammelle, sembrava impazzito di fronte a quel corpo giovane, non sapeva trattenersi e le sollevò completamente la minigonna e con forza quasi da strapparlo cercò di tirare giù il perizoma per chiavarla. Ma lei lo fermò: “No!... Non toglierlo, lo sposto!”
“Ah sei giovane ma ti piace chiavare come le professioniste” disse lui sorridendo.
Lei era rigidissima, tirò fuori dalla borsetta il preservativo e lo aprì.
“Sai che sei molto bella?” Disse iniziando a slacciarsi e sbottonarsi i pantaloni” Più bella delle altre”
Lei non rispose, non voleva dare confidenza a quella gente, con disgusto appena si tirò giù i pantaloni e lo slip, e prese in mano il cazzo, appoggiò sopra la cappella l’anello del preservativo, strinse il serbatoio tra l’indice e il pollice, per togliergli l’aria, e lo srotolò lungo l’asta dura fino alla radice, coprendolo tutto di lattice.
Quando fu pronto lui tirò giù lo schienale del sedile e la fece sdraiare a gambe larghe con i piedi poggiati al tappetino, lei spostò il perizoma di lato sull’inguine mettendosi con la figa in mostra e lui vide nella penombra del lampione il sesso depilato, e scavalcando il cambio delle marce passò dalla sua parte del sedile sdraiandosi sopra a lei. Con la mano cercò la fessura con lei ferma esterrefatta di sé stessa che lo lasciava fare. Quando l’ebbe trovata, con le dita allargò le grandi e piccole labbra appoggiando la cappella tra loro e lo introdusse spingendo l’asta dentro. Era allibita, passiva, il suo sguardo smarrito osservava il tettuccio dell’abitacolo, si rendeva conto che si stava prostituendo davvero per Rocco e che non avrebbe più potuto tornare indietro.
Valentina si senti penetrare e quel vecchio libidinoso prese a chiavarla con foga, dandole una sensazione disgustosa ma piacevole nel farlo. La situazione, la condizione, il posto e il suo ruolo nonostante tutto la eccitavano ed a gambe larghe restava ferma a lasciarsi chiavare provando piacere silenziosamente.
Lei seppur con avversione, faceva come le avevano detto, con le dita accarezzava i testicoli per eccitarlo e farlo venire prima, ma quell’uomo era un puttaniere e fu resistente. Solo dopo parecchi minuti di possesso libidinoso del suo giovane corpo, ansimando e grugnendo come un orso, eiaculò dentro il preservativo. Lei provò il brivido perverso di avere lo sperma di quell’uomo anziano caldo e filamentoso contro il suo utero diviso solo, per fortuna, dalla sottile membrana di lattice del preservativo che la salvava da un ingravidamento sicuro. Comunque l’eccitazione e l’emozione era molto forte nel sentire il caldo del suo seme contro la cervice uterina e provava piacere in silenzio.
Quando finì, lo tolse e, mentre lei con le mani sul torace lo spingeva indietro, si levò da sopra lei ritornando sul sedile del guidatore, mentre lei ferma a gambe larghe, prendendo dei fazzolettini di carta dalla borsetta, si puliva e asciugava la figa osservando il pene ancora rigido incappucciato dal lattice con la parte anteriore pendente e piena di sperma che lei sentiva caldo contro il suo giovane utero.
Asciugatasi la figa, tirò su il sedere e giù quel poco di minigonna, tentando di coprirsi intanto che lui apriva i finestrini e gettava il preservativo usato e i fazzolettini fuori dall’auto, sull’erba.
Si rimise a posto vestendosi, dicendole che era stata bravissima e che tornerà a cercarla.
L’uomo accese il motore e tornarono indietro.
Era fatta, Valentina era diventata una puttana, una battona vera, si era prostituita, aveva venduto in auto il suo giovane corpo e ora ritornava al suo posto di lavoro ripensando “Forse ha ragione Federico, dipende tutto dalla prima volta”
Valentina era dispiaciuta ma accettava quella sua nuova condizione.
Tornati sul luogo dove l’aveva caricata, il cliente la fece scendere sul marciapiede sotto i lampioni e, salutandola, ripartì. Valentina tornò sulla strada, toccandosi il sedere e mettendosi a posto il gonnellino. Ormai era fatta.
Vide Roxana che la guardò e mormorò: “Hai fatto?”
“Si!” Disse lei con voce sottomessa.
“Cosa hai fatto?” chiese.
“Ho chiavato soltanto!” rispose con un filo di voce.
“Ti ha dato la tariffa?”
“Sì, 70 euro!” e fece segno alla borsetta.
“Bene! Brava! Riprendi a passeggiare che arriveranno altri clienti” la esortò con un sorriso perfido ma soddisfatto.
Poi guardò verso la macchina di Lea e le fece segno di sì con la testa, prese il suo smartphone e la chiamò.
“É fatta madame… ha iniziato…”
Lea sorrise trionfale.
” Brava Roxana, gestiscila tu, seguila” e sorrise ancora chiudendo la conversazione. Era fatta, la puttanella per bene aveva iniziato a battere.
Valentina costretta riprese a passeggiare assieme alle altre, mentre le auto sfrecciavano veloci, osservando da lontano Federico appartato da loro su un altro marciapiede a ‘lavorare’ per conto suo.
Poco dopo mentre camminava si accostò una vecchia macchina con a bordo un 50enne che tirò giù il finestrino e sporgendosi le chiese “Quanto per un pompino?”
Si voltò ancora agitata e guardò in giro. Vide le colleghe e Roxana che la osservavano e, come con il primo cliente, rispose “40 euro.”
“Ok, Sali!” la esortò il cliente.
Lei salì e di nuovo partirono andando a fermarsi nell’area di sosta adibita ad incontri per la prostituzione. In quel caso la prestazione fu più rapida. Lui come richiesto la pagò prima. Lei aprì la borsetta e nel mettere via i soldi che gli aveva dato, prese il profilattico, lo sconfezionò mentre lui tutto eccitato si slacciava e tirava giù pantaloni e gli slip. Appoggiò alla cappella il profilattico e lo mise srotolandolo fino alla radice faticando perché il cazzo non era proprio duro. Appena calzato, L’uomo, nell’osservarla nel metterlo, le prese la testa e la tirò giù con forza dicendole” Succhiamelo, dai!”
Ad esserci sopra con il naso, Valentina avvertì un odore acre e forte di orina che proveniva da dentro le sue mutande. Non disse nulla, non si oppose a quelle esalazioni sessuali ed a quell’atteggiamento, sapeva cosa fare, le avevano insegnato ed era preparata anche se impacciata.
Con la mano appoggiata alla parrucca le teneva la testa sul cazzo, avvertendo lei la viscidità e scivolosità del lattice del preservativo bagnato di saliva in bocca e sulla lingua e nell’accarezzargli i coglioni avvertì che si stava irrigidendo per l’eccitazione diventando grosso. Lui spinse forte, su e giù con il bacino, muovendosi dentro la bocca come se la chiavasse e intanto con l’altra mano iniziò a palparle le gambe, il seno e il sedere.
Dal suo sedile Valentina, piegata e riversa su di lui, succhiava e accarezzava.
Poi aiutata dalla mano sui testicoli e dal masturbare la radice dell’asta contemporaneamente al pompino, quell’uomo venne, le sborrò abbondantemente in bocca e valentina senti la temperatura dello sperma caldo in bocca e sulla lingua sebbene trattenuto all’interno del preservativo ma fluttuante dentro di esso.
Dopo averlo fatto venire e ritenendosi soddisfatto, lui lasciò i capelli e lei tolse la bocca e si rimise a sedere pulendosi con un fazzolettino di carta sputandoci sopra, e restò ferma timida e curiosa a guardare lui che si levò il profilattico pieno di sperma e lo lanciasse fuori dal finestrino.
Poi dopo alcune parole e complimenti, quando furono a posto, riaccese il motore e la riportò sul viale dalle altre, dove con Lea la controllavano sempre.
Oramai stava prendendo dimestichezza a praticare quelle prestazioni sessuali a pagamento. Di nuovo appena scesa dalla mini si accorciò la minigonna in modo da mostrare oltre alle autoreggenti, anche i glutei. Il cliente successivo li vide e si avvicinò lentamente con l’auto, a passo d’uomo con il finestrino giù, e accostandosi chiese “Ehi sei nuova?... Che bella fighetta sei! Dai sali che ho voglia di chiavarti!” disse ridendo” Ho le palle che scoppiano”
Valentina si trovò lo sportello aperto e vedendo che non si muoveva domandò: “Quanto vuoi puttana per farti scopare la figa?”
Lei esitò, guardò Roxana che era appena scesa da un’auto e arrivata da una prestazione, si avvicinò a loro guardando il tipo e dicendo “Vuole 70 euro per farti chiavare, per venderti la sua bellissima fighetta!”
“70 euro!?” Esclamò il cliente:” Mamma mia come è cara!”
“Lei è italiana!” Rispose Roxana “Non è come le altre!”
“Davvero sei italiana?” chiese lui curioso e interessato:” Non se ne trovano in giro per strada, siete tutte negli appartamenti! Allora va bene. Sali dai!”
Lei guardò ancora Roxana che le fece segno affermativo, di andare con la testa e lei si avvicinò alla portiera aperta e salì.
Anche loro andarono nello stesso spiazzo, dove c’erano altre auto in sosta a consumare con prostitute dove alcune auto arrivavano e spegnevano motore e fari restando nella penombra, altre invece li riaccendevano per partire e allontanarsi.
Ormai pratica si ripeté la scena, prima i soldi, poi lui sbottonò i pantaloni e tirò fuori il cazzo. Lei prese dalla borsetta il preservativo e lo mise.
Era eccitato il cliente ad avere una bella ragazzina così da chiavare, per di più italiana.
“Dai mettiti giù!” esclamò.
Lui inclinò lo schienale del sedile, lei tirò su la minigonna e spostò il perizoma di lato mostrando la figa. Lui scherzando prese in mano il cazzo dicendo “Ma questo che lo metti a fare tanto non ti serve!”
Valentina non disse nulla, lui le allargò le cosce, si mise sopra e tra esse, e la penetrò e chiavò, nuovamente senza troppi complimenti si trovò un cazzo ricoperto di lattice dentro la figa e mentre la chiavava, cercava di leccarla sul collo e il seno, con lei che non voleva e lo fermava. Poi ferma si lasciò chiavare toccandogli i coglioni, poco dopo si irrigidì e in breve il porco sborrò scuotendosi tutto sopra di lei.
Stesso rituale, si misero a posto e la riportò sulla strada, dove altre ragazze compresa Roxana e Irina erano partite con altre auto. Era sola, non c’era nessuno.
Come facevano alcune, Valentina invece di passeggiare si accese una sigaretta e si appoggiò con la schiena al lampione, con una gamba piegata e tirata su indietro appoggiata ad esso. Era tutta illuminata e fumava forse pensando ed osservando le auto passare senza fare cenno di fermarsi. Non sapeva che era vista da Lea poco distante dall’altra parte della strada in auto. La donna chiamò Roxana e le parlò.
Poco dopo arrivarono le altre, Irina… e dopo qualche minuto Roxana scesa da un’altra auto, la quale, smontata dalla vettura e già informata, disse a Valentina” Che fai lì?”
“Niente! … Fumavo!” rispose gettando la sigaretta ormai finita.
“Devi passeggiare non stare ferma a fumare!”
Lei la osservò stupita mettendosi subito a passeggiare e nel farlo tirò più giù la minigonna dandole le spalle.
Roxana arrabbiata si avvicinò la prese per un braccio e la girò verso la strada dicendole
“Devi guardare i clienti quando passano, farti vedere, mostrarti e non darle le spalle! Devi sorridere!” e sollevandole la minigonna afferrò il perizoma sul davanti tirandolo forte a sé.
“Devi mostrare la figa e le tette e non coprirti quando passeggi! Devono vederti la figa!!” urlò e tirò tanto il perizoma lo strappò essendo fatto di tessuto leggero e delicato. i pezzi di quell’indumento le restarono in mano.
” Via questo!” disse arrabbiata” Su! Tira su davanti e dietro e mostra la figa e il culo! Forza!” esclamò Roxana” Devi fare come le altre!”
Valentina la osservò stupita con il sesso scoperto esibito in strada con le colleghe già mezze nude che ridevano di lei. Gettando il perizoma strappato vicino alla siepe, stizzita dalla rabbia Roxana disse” Tanto questo non ti serve. Su, passeggia così con la minigonna su e le tette fuori “
Valentina seppur avvilita e umiliata lo fece, passeggiò sul marciapiede in quello stato.
Poco dopo arrivarono due ragazzi della sua età, allegri e volgari più o meno. Ridevano tra loro, uno di essi scese e diede una palpata al culo:” Bello sodo!” e le chiese” Quanto vuoi che siamo in due? Facci lo sconto!”. e risero entrambi, uno fuori dall’auto vicino a lei e l’altro dentro alla guida dell’auto.
Lei non seppe cosa dire, ma loro non persero tempo” Su dai! Dicci quanto vuoi! Sali che andiamo. Abbiamo voglia!” e risero.
“Eh… un momento sono 70 euro a testa per chiavare!” puntualizzò Valentina mostrandosi superiore con quei ragazzi.
“Ehi!!... Ma sei matta!? 70 euro a testa?... Ma ce l’hai d’oro?”
“O così o niente!” Rispose lei.
In quel momento si avvicinò Roxana che era poco distante da lei osservando tutto e avvicinandosi all’orecchio le mormorò” Falle cento euro tutte due, sono dei ragazzini”
Lei annuì.
“Va bene! Allora cento euro tutte e due!”
“Brava! Vedi che sai ragionare e scegliere i clienti!” disse uno dei due sempre sorridendo.
“Dai sali!” sclamò aprendo la portiera posteriore.
Lei salì ed il ragazzo che era sceso per parlarle a si mise dietro e lei si sedette sul sedile anteriore e li condusse nel solito posto. Durante il breve percorso i due facevano gli stupidi ridendo e straparlando, cercando di palparla ovunque.
“Sei meglio delle nostre ragazze!” disse quello che guidava guardandola.
“Però vogliamo farlo strano, lo famo strano!” aggiunse l’altro dietro parafrasando una celebre frase di un film di Carlo Verdone.
Lei si irrigidì:” Come strano?” Chiese allarmata:” Non fate scherzi o chiamo con il telefonino il mio protettore!”
“Ma no! Che hai capito? Vogliamo farlo sul cofano dell’auto!” precisò uno di loro ridendo.
“Be... se è così!” mormorò e si tranquillizzò.
” Tutto qui?” pensò.
Arrivati nello spiazzo si misero in fondo e scesero dall’auto.
” Prima i soldi!” precisò lei ormai calata nella parte della puttana vera.
Gli diedero cento euro, che mise in borsetta, e lei passò i preservativi dicendo sarcastica: “Siete capaci a metterveli?”
“Ehi!! Per chi ci hai preso? Siamo giovani ma esperti!” disse il ragazzo che era alla guida dell’auto
” Siamo due tipi che chiavano e abbiamo anche le nostre ragazze!”
Valentina passò i preservativi e loro li indossarono. Poi la fecero mettere a 90° con le mani appoggiate sul cofano e da dietro la chiavarono uno alla volta palpandola dappertutto con il suo consenso. Durante la prestazione la insultarono rivelandosi dei veri porcelli convinti che lei fosse una giovane prostituta rumena. Alla fine gridando e ridendo come dei matti, sborrarono nei preservativi, poi sempre ridendo le mostrarono i profilattici e la sborra densa e bianca che contenevano e non si poteva non notare l’abbondanza.
Anche nel riportarla la punto di prelievo, i due ragazzi facevano gli stupidi e si vantavano.
” Non sanno proprio chiavare” pensò Valentina “Povere le loro ragazze se fanno di queste chiavatine anche con loro!”
Ormai lei ragionava da esperta del sesso e non più da ragazza per bene. Lei sì che ormai sapeva chiavare e far godere un uomo. Sapeva anche come dovevano chiavare gli uomini per far godere una donna.
“Chiavate sempre così le vostre fidanzate?” domandò ai due accendendosi una sigaretta.
“Sì, certo! Perché ti è piaciuto?”
“Sì, siete bravi!” disse mentendo e ridendo dentro sé.
Loro soddisfatti la riportarono sulla strada e la fecero scendere dall’auto.
Valentina riprese a passeggiare con la minigonna sollevata ed il seno fuori. Il tempo passava e la sua figa iniziava ad allargarsi sempre più e a restare dilatata dalle chiavate che faceva.
Arrivò un camionista, solo con la motrice di un tir, una di quelle con la cuccetta dietro al posto di guida e si fermò davanti a lei. Valentina rimase senza parole, non pensava mai a una cosa del genere. Non era neanche nelle sue fantasie farlo su un camion “
“Quanto?” chiese dall’alto con voce rauca quell’uomo che si affacciò dal finestrino. Lei non gli rispose, si voltò e guardò Roxana che le fece cenno di sì con la testa.
“Dipende cosa vuoi fare!” rispose lei.
“Anale! Mi piace il culo!” Esclamò lui volgarmente e precisò ridendo” Voglio metterlo nel buco del tuo culetto”
Si vedeva che era un uomo grezzo e grasso, aveva una faccia rotonda con il doppio mento e una pancia da guidatore. Non le piaceva, le dava una sensazione sgradevole e per non far capire a Roxana che non voleva andarci esclamò “Voglio 150 euro!”
“Eh! La madonna! Come sei cara! Comunque va bene. Hai un bel culetto come piace a me. Sali! Vorrà dire che farò qualche viaggio in più per ripagarmi della spesa”
A quella affermazione Valentina fu presa dalla paura ma Roxana e le altre la guardavano e alla fine salì, lui aprì il portierone. L’uomo allungò la mano e lei, mettendo il piede nello scalino, con il culo tutto fuori ed in vista, la tirò su, poi chiuse e partirono.
Anche a lui lo portò nel solito posto appartato e appena fermata la motrice del camion, stese la tendina posteriore ed abbasso lo schienale dandole prima i 150 euro pattuiti.
“Però a questo prezzo fai quello che voglio io!” esclamò lui.
“Cosa vuoi tu?” chiese lei intimorita.
“Spogliarti, vederti nuda!”
Lei accettò e si spogliò. Fece presto a levarsi la maglia e il gonnellino restando solo con gli stivali e le autoreggenti. Passò dietro nella cuccetta del camion ed il cliente iniziò a palparla e ad accarezzarla completamente. Lei non fu insensibile alle sue grosse mani ed i capezzoli le vennero turgidi.
“Adesso mi spompini!” disse lui “E dopo mi dai il culo!”
“Come?! Questo non è nella tariffa!” puntualizzò Valentina e lui mettendole la mano sul collo mormorò con un sorriso perfido “Non lo saprà nessuna delle tue colleghe che mi hai anche spompinato. Stai tranquilla!”
Lei impaurita non disse nulla, prese il preservativo, lo estrasse dalla bustina e lo mise al cazzo per spompinarlo. La bocca di Valentina venne usata come una figa.
Poi il camionista la fece mettere a carponi e la munse strizzandole le tette e iniziò ad allargarle le natiche fino a far comparire l’orifizio anale. Valentina prese dalla borsa la crema lubrificante, se ne mise un po’ sul dito e passò sullo sfintere e lo stesso fece sul preservativo puntandolo sull’ano. L’uomo spinse e infilò il cazzo pian piano nel bel culetto non senza fastidio da parte di Valentina nonostante la lubrificazione. L’uomo era ben dotato e la penetrò a fondo con delicatezza e capacità mentre teneva i glutei e le cosce ben aperte palpandole e strizzandole anche le tette con forza.
Valentina era nelle sue mani ed il camionista si mise a profanarla senza rispetto, a sculacciarla forte mentre la inculava. Lei chiese di smettere ma lui niente, anzi sogghignava eccitato. Andò avanti in modo ripetuto con continuità mentre lei lo pregava di smettere ma senza risultati.
“Lasciami divertire… eheheh!”
Valentina in preda all’adrenalina, alla paura e al batticuore, provò una sensazione tale che le diede piacere e venne anche lei bagnandosi raggiungendo l’orgasmo sia anale che vaginale.
Quando lo le tolse il cazzo dal culo con il preservativo pieno di sborra calda e sporco delle feci, lo gettò dal finestrino.
Al termine soddisfatto la riportò al suo posto sulla strada. Lei percorse il marciapiede e si mise vicino ad un albero ad urinare, non riuscendo più a trattenerla. Proprio in quel momento passarono delle auto che le puntarono le luci abbaglianti contro, lampeggiando, mostrando a tutti il corpo mezzo nudo, accovacciata poiché stava pisciando ed aveva il retro cosce appoggiato agli stivali di vernice. Quando lei si si alzò, se l’asciugò si asciugo la figa con un fazzolettino e tirò giù la minigonna e tornò sulla strada dove la luce dei lampioni e dei fari di passaggio la illuminavano a giorno.
Si avvicinò un’altra auto in controsenso, lentamente a passo d’uomo, mentre lei passeggiava tranquilla di spalle sul bordo del marciapiede. Il guidatore abbassò il finestrino e ne uscì una mano grande che sporgendo il braccio, improvvisamente e con determinazione, le diede uno sculaccione sul sedere, facendola trasalire:
“Bel culetto che hai!... E chissà come sarà la fighetta!” disse ridendo.
” Quanto vuoi per una chiavatina?”
Valentina trasalì e si voltò a quella sculacciata sul culo nudo e rispose “Tenga le mani a posto!”
Ma lui per risposta continuò” Quanto vuoi?”
“Cento euro!” Rispose di botto arrabbiata.
Lui la guardò e sorrise” Sei cara ma giovane e mi piaci ma comunque va bene Sali!”
Lei facendo il giro davanti al cofano si portò alla portiera e salì, e andarono al solito posto a praticare la prestazione sessuale.
Fu un amplesso brutale. Lei come aveva imparato si fece dare i soldi e poi gli mise il preservativo e lui la chiavò fino a venire. Ancora una volta lei sentì contro l’utero lo sperma caldo eiaculato trattenuto dal preservativo, ma appoggiato e diviso dalla cervice uterina dal sottile strato di lattice. Quella sensazione la spaventava ma la eccitava procurandole anche scariche di adrenalina dovute alla paura che si potesse rompere e ingravidarla. A ciò si aggiungeva il piacere di sentirlo caldo. Al termine come aveva fatto con gli altri, lui si levò il preservativo per gettarlo e lei vide la sborra densa, calda, sporca, prodotta e lo gettò dal finestrino. Lei si asciugò e lavò la figa con i fazzolettini che gettò fuori via dal finestrino. Poi fu portata indietro e scese mentre il cliente si allontanava.
Verso mezzanotte il traffico era intenso su quel marciapiede con un andirivieni di auto su cui le ragazze venivano caricate e dopo aver consumato la prestazione venivano scaricate sul marciapiede, Valentina compresa. Erano quasi tutti clienti di mezza età.
Lei su quel marciapiede sembrava una puttana di professione
Federico faceva i suoi viaggi e le sue prestazioni più in là, poco lontano ed era molto richiesto anche lui.
Valentina dolce e di buona famiglia era diventata una battona e si prostituiva per Rocco, così come Roberta la madre di Federico e sua futura suocera. Si sentiva sporca dentro, profanata non solo fisicamente, ma anche psicologicamente, ma non poteva fare nulla.
Era già stata con sei clienti nel giro di due ore. Avvertiva che non era più lei la proprietaria del suo corpo, di quell’anima, di quella sensibilità che aveva e non poteva neanche condividere la sua vita con qualcuno che non fosse Federico. Si chiedeva cosa ci facesse a vendere il suo corpo vestita in quel modo in quella zona. Pensava alle sue tradizioni famigliari, ai genitori e la gente, ai conoscenti del suo stesso ceto sociale, alle amiche, alla morale che aveva e che le avevano insegnato i genitori nonché alle credenze della gente.
La sua figa, quella vagina preservata con tanto amore solo per Federico, creata dalla natura per amare sessualmente e procreare, per aiutare a portare avanti il genere umano, era diventata solo un buco, un canale scivoloso usato dagli uomini per introdurre il loro cazzo e sfogare le loro voglie. Uomini porci i quali per alleggerirsi dai loro problemi e perversità, svuotavano lo sperma dei loro coglioni pieni nella sua vagina diventata accessibile a chiunque passasse per strada e la comprasse, pagando oltre al corpo, la figa, la bocca e l’ano.
Le rumene su esortazione di Lea, le avevano insegnato ad adescare gli uomini, ad essere eccitante a mostrare le gambe su fino alla figa e il seno come usano tutte le donne e ragazze di quell’ambiente, le puttane, per far eccitare e catturare i maschi, per vendersi e lasciarsi comprare.
Non era più la ragazza ingenua moralista e santarellina come disse Lea la prima volta che la vide solo mesi prima. Ora indossava le autoreggenti a vista, le calze delle puttane, anzi delle puttanelle.
A quel punto arrivò un altro cliente, domandò il prezzo concordò la prestazione, una chiavata e le diede i 70 euro chiesti.
Il signore aveva sui 45 anni, era deciso, eccitato e partirono ancora per il solito posto. Poi ritornarono. Dopo alcuni minuti, il tempo di bere qualcosa di caldo e passeggiare, ne arrivò un altro e così finché non passò la mezzanotte e arrivò l’una di notte. A quell’ora i clienti iniziarono a diradarsi. Lei aveva la figa slargata dalle chiavate dei cazzi presi e passeggiava.
Era di spalle quando sentì la voce di Lea dietro di lei” Brava Bellina!”
Si voltò di scatto e che insieme alla donna c’era anche il signor Rocco con lei.
Si avvicinarono dicendo” Sapevo di non sbagliarmi su di te. Sei stata davvero brava ed hai lavorato e guadagnato molto!” disse Rocco sorridendo.
Valentina abbozzò una smorfia, non sapeva se essere felice o disperata da quella valutazione data da quello magnaccia di Lea.
Rocco si avvicinò e le passò due delle sue dita viscide sul volto.
“Brava! Sei stata brava. Quelle come te mi piacciono, sono le mie puttane. Ora vieni andiamo in un bel posticino che conosco a bere qualcosa.”
Lei si voltò e” Chiamò Federico!”
“No! Lascialo perdere quel finocchietto, vieni con noi” ribadì Rocco.
Nel contempo Lea aprì la mano con il palmo rivolto verso l’alto in attesa davanti a lei mettendola tra Rocco e Valentina la quale capì ed aprì la borsetta da cui prese i soldi. Erano biglietti da cinquanta e cento euro tutti insieme, stropicciati e tenuti in malo modo e li posò sul palmo. Lea li guardò, erano centinaia di euro, forse mille. La donna chiuse il pugno e li mise nella sua borsa guardando negli occhi e Rocco sorridendo ricambiò e partirono allontanandosi.
Si ringrazia il signor Angelo per la collaborazione a editare il testo.
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