I NOSTRI CONTATTI
IMMORALEX
SEGUI I NOSTRI SOCIAL:
angeverd53@libero.it
123456789
STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
All Right Reserved 2022
LA DEGERAZIONE DI UNA MOGLIE FEDELE
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.
DEGENERAZIONE DI UNA MOGLIE FEDELE.
Note:
“La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero,
ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta. “
(Theodor Adorno)
Cap. 38 DIEGO
Sul set Valentina, sgomenta, aveva seguito il dialogo tra Lea e l’accompagnatore di Diego, quel ragazzo extracomunitario.
“Su prepariamoci tutti che si comincia, fatelo spogliare!” esclamò il regista.
Diego incredulo guardò con desiderio Valentina sul letto, la quale non era stata coinvolta nel discorso e capì che era lei la ragazza che gli avevano detto che avrebbe dovuto chiavare e, dopo tante vecchie milanesi brutte e sfatte, era felice di poter chiavare quella bella ragazza giovane e bianca e la osservava con brama, quasi non credeva possibile che fosse lei da montare.
Valentina era contraria ad accoppiarsi con un ragazzo di colore e lo aveva manifestato con il suo diniego a farlo.
“Pensa a cosa succederebbe se non lo fai? Vuoi coinvolgere i tuoi genitori in questa storia? Il colore della pelle e la razza non contano nulla in questo tipo di lavoro, pensa ai benefici che ne avrai?!” disse perfida Lea per persuaderla.
Valentina si guardò attorno, capì che era inutile discutere con lei e come le avevano detto più volte Federico e Alenka le ricordò” Non contraddirla! Te la metterai solo contro e averla nemica non è bello credimi!”
Alla fine demoralizzata e triste guardando di soppiatto quel Diego, Valentina disse: “Va bene lo faccio!”
“Ti conviene, sono stufa di queste storie…” esclamò seccata Lea.
Valentina lo guardava, aveva la pelle nera come la pece e sul viso si notavano le sclere degli occhi bianchissime assieme al chiarore dei denti, unica cosa che risplendeva in lui. Cercò di fare un altro tentativo, si alzò, mise la vestaglia e andò vicino a Lea.
“Signora!” mormorò timida verso Lea la quale parlando con il regista si voltò.
“Dimmi bellina!”
“Volevo chiederle se almeno si può mettere il preservativo…”
“Chi!?” Li interruppe fingendo di non capire.
“Quel Diego signora… il ragazzo nero…”
Lea sorridendo guardò il regista Paolo che rispose per lei.
“Non si può bellina! Quando si fanno video hard professionali bisogna farli dal vero senza preservativo. Si fanno gli esami clinici. Dovrai farli anche tu le prossime volte. Questa perché è una delle prime va bene così, ma poi ti dovrai certificare per proseguire in questo lavoro”
“Certificare?” chiese.
“Sì, dovrai farti un libretto sanitario con tutti gli esami ematici sulla ricerca di virus o batteri infettivi. Comunque stai tranquilla, questo Diego ha tutti gli esami apposto, li ho visti anch’io”
La ragazza restò in silenzio poi mormorò “Sì, ma ho sentito che prima diceva che viene da un centro di accoglienza di extracomunitari?!”
“Embè ...Sì!?” Rispose il regista” … motivo in più di essere tranquilla. Lì gli hanno fatto tutti gli esami clinici e microbiologici ed hanno accertato che sta bene. Comunque, che venga da un centro di raccolta non vuol dire niente, lo faremo diventare un bravo attore porno!” esclamò aggiungendo” Su, ora preparati che tra pochi minuti si gira!”
Valentina triste e demoralizzata si voltò per tornare indietro, far sesso con quel ragazzo nero proprio non le andava, piuttosto avrebbe preferito Dracu. Vedendolo con Federico tra la gente che osservava, facendo un ultimo tentativo si avvicinò a lui accarezzandole il braccio dicendogli “Lasci che mi possieda quel nero?... Non puoi farlo tu?” e nel mentre il suo fidanzato le accarezzava il braccio guardandola.
“No, sarà lui, serve per svezzarti… ma stai tranquilla, se è come dicono, ti farà godere più di me!”
Rispose e rise.
Lei dopo essersi umiliata con Dracu a chiedergli se poteva chiavarla ricevendo il suo rifiuto, tornò a sedersi sul letto e il regista le si avvicinò.
“Allora hai capito? Dovrai eseguire tutto quello che ti dirò!”
Lea vedendola titubante fece un cenno a Juliana che si avvicinò a Valentina dicendo “Apri la bocca bellina!”
“Perché?” Chiese stupita.
“Ti darò qualcosa che ti aiuterà, ti disinibirà un po’ e vedrai che il negro non ti farà più schifo” le disse senza mezzi termini.
Valentina senza porre resistenza, aprì la bocca e Juliana le passò sulla gengiva superiore il dito sporco di bianco e lo sfregò bene facendole succhiare la polverina bianca finché non fu tutto pulito.
Lea osservava la scena in silenzio.
“Dieci minuti ed è pronta!” esclamo Juliana a voce alta.
Valentina era una bella ragazza, fin troppo bella, per questo Lea aveva voluto corromperla insieme a Federico ex fidanzatino diventato trans. La ragazza era una giovane di 18 anni compiuti da poco, alta, bionda, dai lineamenti dolci e profondi occhi azzurri, magnifiche tette appena sbocciate grossi già sode come arance sormontate da sporgenti capezzoli rosa.
La vulva era rosea e depilata, senza più il bel cespuglietto bruno triangolare, rasata da poco, liscia ed erotica.
“Sei molto bella Valentina” disse il regista” Ti proporrò come nostra attrice ufficiale. Ti faremo diventare oltre che bella, determinata e disposta, cambiare e guadagnare molto senza sacrifici”
Valentina lo guardò. I suoi intenti come quelli di Lea erano sin troppo chiari.
Diego poco distante da lei, si era accorto della sua nudità sotto la vestaglia trasparente, dei suoi capezzoli induriti, dalla eccitazione per l’attesa e della sua disponibilità inconscia. Quasi sbavava soffermandosi con gli occhi ad osservarle i capezzoli, il seno e la bella fighetta depilata che sotto la trasparenza del tessuto si vedeva chiaramente la fessura.
Valentina fece un gran respiro, era imbarazzata, non era abituata a quelle situazioni, a mostrarsi e, peggio ancora, ad offrirsi.
Il regista volutamente su richiesta di Lea la umiliò e la esibì come un oggetto. La ruotò su sé stessa mentre veniva ripresa, e le palpava il seno, il culo e la figa, come se dovesse mostrare merce al mercato e invece era per mostrarla a Diego che sorrideva guardandola.
Ma non la faceva indignare quell’atteggiamento, quell’umiliazione e sottomissione psicologica a quel negro, al contrario inconsciamente sentiva che si eccitava ad avere i suoi occhi africani su di sé e a essere esibita e manipolata da regista.
Per incoraggiarlo, disse a Diego che anche lei era all’inizio della sua carriera, per cui era ancora impacciata e da svezzare, anche se lo rassicurò che di lì a poco si sarebbe sciolta.
Diego era un ragazzo senegalese, il suo nome vero era… “Douamoutef “, che nella lingua del suo paese di origine, il Senegal significa colui che ha ricevuto l'adorazione materna.
In Italia e al centro di permanenza per comodità di linguaggio lo chiamavano Diego e così gli rimase Diego.
Per la sua razza era un bel ragazzo, alto, grandi mani, un bel viso con lineamenti molto maschili, naso largo e labbra carnose e sporgenti, con una rada barba incolta e i capelli corti, neri quasi rasati. Dopo che lo avevano portato in camerino, era uscito con un accappatoio di spugna bianco che sembrava troppo stretto per coprire un ragazzo della sua corporatura e creava contrasto con la sua pelle nera tanto che sembrava che l’accappatoio in quella penombra, stesse su da solo, mimetizzando il corpo scuro, con l’oscurità dietro i riflettori.
Lo fecero accomodare su una poltrona nell’attesa degli ultimi preparativi e lui si sedette
Aveva grandi piedi e mani con vene pronunciate sul dorso ed una leggera peluria sul torace, i suoi pettorali erano ben torniti e valorizzati dalla peluria riccia e scura, teneva la gamba destra ripiegata e il piede appoggiato sull’altra nella seduta della poltrona così che il suo sesso, senza volerlo, era penzolante e ben visibile a Valentina che era seduta di fronte a lui sul letto e lo vedeva.
grandi piedi e mani con vene pronunciate sul dorso ed una leggera peluria sul torace, i suoi pettorali erano ben torniti e valorizzati dalla peluria riccia e scura, teneva la gamba destra ripiegata e il piede appoggiato sull’altra nella seduta della poltrona così che il suo sesso, senza volerlo, era penzolante e ben visibile a Valentina che era seduta di fronte a lui sul letto e lo vedeva.
I testicoli erano grandi e scuri e il suo cazzo in quel momento era moscio ma grosso ed era disteso sulla coscia sinistra. Ogni tanto si grattava le palle e sorrideva vedendo che Valentina seguiva la sua mano con gli occhi.
Si avvicinò a lui il regista per parlargli e spiegargli cosa doveva fare con Valentina, lo guardò ed esclamò sorridendo “Bene, Bene!... e tu che sai fare Diego?”
Lui non rispose perché non si spiegava moto bene in italiano ma guardò il regista e poi il suo accompagnatore che disse per lui: “Diego fino ad oggi non ha fatto nulla di speciale, lo facevamo chiavare con vecchie signore milanesi con i mariti oramai impotenti e gli facevano il regalino di pochi euro.”
“Quanto?” chiese il regista.
“Dieci, quindici euro…”
“Dieci, quindici euro a chiavare vecchie, grasse e sformate!?” disse ridendo.
“Sì, ma guardi che è bravo! Le soddisfaceva tutte! sa chiavare bene il ragazzo e ha un bel cazzo!” precisò.
“Va bene… va bene… le credo! Ora vedremo cosa sa fare!” e si mise tra Valentina e Diego a spiegare.
Scorrendo con gli occhi il foglio del copione “La sceneggiatura prevede i preliminari, poi il cunnilingus di Diego su Valentina, la fellatio di lei a lui e poi il rapporto sessuale classico alla missionaria senza posizioni strane”
Poi si rivolse a loro spiegando “Allora!... Quando inizierete prima vi farete un po’ di effusioni, carezze e vi darete qualche bacio. Poi, tu Diego, leccherai quella bella fighetta depilata che ha Valentina e cerca di farla godere bene” precisò guardandolo negli occhi.
Lui rise schernendosi, mostrando tutti i denti bianchi, mentre Valentina seria e contrariata ascoltava.
“Poi noi cambieremo angolazioni con le telecamere e luci di ripresa e sarai tu Diego a fartelo prendere in bocca e farti praticare un pompino da lei, ma mi raccomando…” Esclamò serio e deciso” … non starle a venire in bocca, trattieniti per dopo. Una volta praticati questi preliminari, vi metterete a chiavare normalmente nel letto. Tu Valentina sotto e lui sopra nella posizione del missionario. D’accordo?”
Diego sorrise contento annuendo con la testa. Valentina era sconcertata incredula che avrebbe dovuto far sesso con quel profugo negro.
“Ma io non so se ci riuscirò! Non ho mai fatto queste cose!” esclamò all’improvviso sperando in qualcosa che fermasse tutto.
“Non preoccuparti bellina, ti aiuteremo noi e ogni scena e passaggio ti diremo come fare. Tu segui sempre le mie indicazioni” la confortò il regista.
Cercavano di tranquillizzarla mentre Diego ascoltava ed anche impegnato a scrutare e studiare Valentina che era sul letto.
Lui era seduto su una poltrona di fronte a lei e non si preoccupava molto di coprirsi con l’accappatoio, lasciandolo aperto davanti.
Il regista li chiamò entrambe e li fece avvicinare.
Lui si alzò dalla poltrona, l’accappatoio scivolò giù lentamente e si aprì davanti mostrando tutto, e si diresse verso di loro.
Nel camminare le cosce facevano dondolare la sua asta nera semidura di riguardevoli dimensioni e sotto i suoi coglioni neri si spostavano avanti e indietro, il cazzo si muoveva in modo eccitante. Arrivato vicino al letto si girò su sé stesso e si sedette accanto a Valentina guardandosi n faccia, Diego rideva, era un ridere stupido, scemo, assurdo, incredulo di trovarsi davanti quella meraviglia di ragazza bianca, quella ninfetta nordica e doversi accoppiare con lei.
Intanto il regista osservava la scena attraverso le diverse angolazioni sui monitor delle telecamere.
Era tutto pronto e in un lampo lei si rese conto che stava per iniziare la sua vita da pornostar.
Prima del ciak Valentina venne truccata alla perfezione da Juliana, sembrava una dea bellissima con il suo visetto angelico incorniciato dai capelli biondi ed i suoi occhi risaltavano come quelli di una cerbiatta.
Le riprese cominciarono.
“Su ora mettetevi bene sul letto e accomodatevi che giriamo” Mormorò il regista.
Salirono entrambi e seguendo i suoi consigli lei si sedette al centro del letto e lui in ginocchio vicino a lei Il regista diede il via.
“L’amore! Ciak si gira!” e iniziarono.
Al ciack le mani scure di Diego sembravano bloccate, aveva soggezione a toccare Valentina, la sua pelle chiara.
Il regista sollecitò Diego” Su toccala, accarezzala! Non avere paura. È bella ma è una ragazza normale come tutte e dopo dovrai chiavarla!... Rilassati!”
Il dolce sottofondo musicale si spandeva insieme a profumi speziati per l’aria.
Le tremolanti dita di Diego cominciarono ad accarezzarla e toccarla. Era esitante, quasi tremante a toccare la pelle bianca come il latte ed i capelli color del grano e del sole.
“Su! Su! Toccala!... Accarezzala!” ripeté il regista.
Allora le sue mani nere si posarono sulla schiena bianca di Valentina e la accarezzarono. la telecamera indugiò su di lei seduta nel letto in modo molto sensuale con Diego accanto. Il ragazzo continuò ad accarezzarla e il regista lo esortò ancora ad essere più audace. Lui passò la sua mano nera sui capelli biondi, lisciandoli. Poi le dita sulle labbra vermiglie, le orecchie, come a rendersi conto che fosse qualcosa di vero, che non fosse un sogno.
Era incredulo anche Diego che aveva chiavato solo donne della sua etnia e vecchie signore cinquantenni e sessantenni occidentali. Ora trovarsi con quella bellissima ragazzina bianca a sua disposizione, pareva impossibile quindi si fece più ardito e cominciò a palparle il seno. Quando la sua mano sfiorò la mammella pallida, Valentina ebbe un sussulto istintivo e lo allontano da sé ma
Quando la sua mano sfiorò la mammella pallida, Valentina ebbe un sussulto istintivo e lo allontano da sé ma quella sua reazione durò solo un attimo. Luistimolato dal regista ritornò ad accarezzare la mammella e lei in preda alla strana di ebbrezza sotto l’inizio delle sensazioni stordenti di quella polverina bianca lo lasciò fare, intanto che Federico silenzioso la guardava. Federico osservava la sua ex ragazza, colei che doveva diventare sua moglie, che si stava trasformando in un’attrice porno e si stava donando a un negro.
Il cazzo di Diego iniziò ad ergersi nell’accarezzare la pelle pallida di Valentina. Il regista con un sorriso lo fece notare e intimò a Valentina di massaggiarlo un po’ ma lei, disgustata, non lo fece.
Dopo alcuni minuti la scena cambiò.
Lei oramai in preda all’effetto della polvere stupefacente messa da Juliana sulla sua gengiva, iniziò ad accarezzare i pettorali e tra le dita i peli di Diego sul torace. Intanto il fallo di lui si muoveva e alzava urtando e strisciando con la cappella corallina la pelle chiara di Valentina, facendole sentire la pressione dell’erezione e della virilità che velocemente cresceva e si raddrizzava staccandosi dai suoi testicoli.
Diego su esortazione del regista la afferrò per la nuca e, come faceva con le vecchie signore milanesi la tirò verso di sé la baciò leccando intorno le labbra ed il mento.
“Ora Diego vediamo come te la cavi con la bocca e la lingua” disse il regista” … leccale la figa!” gli comandò.
Lui le allargò le gambe e si chinò con il capo tra di esse e cominciò a baciarla e poi leccarla. Non gli sembrava vero!
Gli leccava la bella fighetta, con le dita lunghe e nere le allargava le grandi labbra e sputava dentro ficcandoci la lingua, calda, grossa, rugosa e umida muovendola avanti e indietro. Le grosse labbra carnose protruse in fuori succhiavano il clitoride e lei gioiva dal piacere.
La leccò un po’ facendola contorcere godimento tra le lenzuola mugolando di piacere spostando il suo culetto a destra e a sinistra sul lenzuolo. Poi a un ordine del regista smise.
“Tu ora Valentina prendiglielo in mano, su!” La esortò riprendendo tutto con la telecamera. La sua mano destra scivolò tra la sua carne nera carne ad afferrare il suo cazzo ormai duro, e lo sentì tra le dita, rigido, lungo, caldo e pulsante, ed ebbe un fremito sulla pelle, sembrava che lo guardasse con desiderio.
“Brava Valentina così!... Ora stringilo forte!” le disse il regista con un sorriso perverso aggiungendo “Non ti preoccupare del dopo!... Ti dico io cosa fare!”
Il volto di Lea nel vedere la mano pallida stringere quell’asta nera, quello scettro color ebano, si illuminò il viso di un sorriso sadico e perverso.
A quel punto Il regista disse “Su bellina, ora tocca a te!... Mettiti in ginocchio davanti a lui e prendiglielo un po’ in bocca, bacialo, leccalo e fagli un bel pompino!”
Diego la guardò negli occhi con un sorriso, felice di sentire dire al regista che doveva fargli un pompino!
Valentina non poteva crederci, era frastornata, confusa ... non riusciva veramente a capire bene, alternava momenti di lucidità remissiva a caos mentale.
Il cazzo di quel nero in piena erezione con la cappella lucida di rosa scuro intenso era lì eretto davanti a lei.
“Tu Diego alzati in piedi e tu Valentina mettiti in ginocchio davanti a lui!” esclamò” Su!... Fate presto!”
Dopo essersi posizionati come lui voleva, Valentina restò ferma a guardarlo, forte, potente, virile e nero, eretto davanti a lei, ma non faceva nulla di più.
“Su bacialo Valentina, prendilo in bocca!” la esortò ancora il regista” Muoviti un po’!”
Diego era in piedi sul letto davanti a lei, in attesa, lei era inginocchiata ed a quelle parole si avvicinò, prese in mano il cazzo vincendo la sua repulsione, più psicologica che fisica, per il fatto che fosse di un nero e non di un bianco, d’altronde lo aveva già fatto anche con Dracu e sapeva come fare un pompino.
Valentina si avvicinò con le labbra e iniziò a baciarlo e leccarlo, mentre con la lingua leccava la cappella umida e con la mano teneva il cazzo fermo, le telecamere la riprendevano nell’atto di baciarlo e leccarlo.
In alcuni momenti il suo sguardo stentava a credere quello che stava facendo, poiché aveva in bocca il cazzo di un negro, lo baciava e leccava.
“Su bellina!... Ora prendilo bene un po’ in bocca … su! Fagli un pompino che so che sei capace.”
Lei aprì la bocca e fece entrare la grossa cappella e iniziò a succhiarla con capacità. La scuola di Dracu le aveva fatto bene e sembrava che non sentisse più repulsione per quel cazzo negro, ma anzi sembrava che le piacesse succhiarlo.
Cominciò a mettere in pratica quello che aveva imparato quando spompinava Dracu e si concentrò sulla cappella facendo su e giù con la testa bionda a ritmo piuttosto deciso e intanto dava dei piccoli colpetti di lingua sul glande.
Poi lo tirò fuori dalla bocca e si spostò continuando ad andare su e giù lungo l’asta con la lingua, a leccarlo come un cono gelato.
Non faceva fatica a spompinarlo, le labbra vermiglie aderivano bene alla dimensione del grosso glande per darle modo di succhiare meglio.
“Sbattile la cappella sulle labbra!” disse il regista rivolto a Diego” Alterna il succhiare con lo sfregare in viso!”
E lui lo fece prendendolo in mano sostituendo la mano di Valentina e ridendo infantilmente lo batté e strusciò sulla pelle candida del viso. Diego era eccitatissimo, non le sembrava vero di umiliare quella bella ragazzina bianca.
Valentina si sentiva percorrere da sensazioni elettrizzanti sentendo quel cazzo nero, bello grosso e potente tra le labbra o contro il viso, sulle labbra o le guance, come schiaffetti.
Diego lo rimise in bocca ed era in estasi mentre lei lo succhiava, muovendo e deprimendo le guance come un mantice, variando di intensità la depressione in base alla suzione, alternando baci e leccate.
La cappella sembrava esplodere tanto era gonfia e insalivata per l’eccitazione.
Diego appoggiando la mano nera sui biondi capelli della nuca facendo dolcemente pressione, le diede il ritmo avanti e indietro affinché lo succhiasse meglio e facesse un bel pompino.
Valentina in preda all’esaltazione, smaniosa andava su e giù con la testa come se annuisse e dicesse sempre di sì. Sul monitor della regia si vedeva lei inginocchiata davanti a quel ragazzo di colore con la sua chioma bionda muoversi e succhiare. Ogni tanto toccava con i denti il glande e Diego sussultava, segno che davvero era poco esperta in questo genere di pratiche, ma era tutto bello, reale, amatoriale.
All’improvviso si sentì la voce di Paolo, il regista, dire “Ora afferra il cazzo in mano e sollevati con il viso fino a baciarlo. Bacialo tutto… tanti bacini… da far capire che gli vuoi bene e lo desideri “
Valentina ubbidiva, lo faceva, le piaceva, era bello il cazzo anche se nero, bello e dritto.
“Stai andando forte, brava bellina! Ora toccale i testicoli … i coglioni, prendili in mano e stringili dolcemente alla base del cazzo e preparati a succhiarli a uno a uno”
Valentina come un automa ubbidiva in preda all’ebbrezza e il piacere, aveva le labbra sfatte dal rossetto e il mento era pieno di saliva che le colava, dava l’idea che fosse bava di un desiderio perverso.
Lea guardava soddisfatta, oramai niente e nessuno poteva più far tornare indietro Valentina, oramai era corrotta, era diventata una delle sue ragazze, una pornostar.
“Ora guardalo intensamente e passati la lingua sulle labbra come se fosse qualcosa di ghiotto che ti piace, che vorresti avere. Prepara e bagna bene le labbra con la lingua mentre lo guardi, lo devi desiderare, devi volerlo in bocca, e tu Diego devi osservarla dall’alto mentre ti succhia il cazzo “
Lei eseguiva in preda a una sorta di eccitazione e stordimento che non si aspettava d’avere dietro la telecamera e con l’aiutino di Juliana si era disinibita completamente. Veniva ripresa in primo piano anche sul volto mentre leccandosi le labbra osservava e desiderava il cazzo nero di Diego che teneva in mano.
“Adesso avvicinati, apri un po' la bocca e respiragli sopra, soffiagli il tuo alito caldo. Tira fuori di nuovo la lingua e avvicinati ancora un po', leccalo, ma assicurati che la tua lingua sia molto bagnata e che corra bene sopra. Inizia a leccare i testicoli, poi la base del cazzo e lecca l’asta pian piano verso l'alto fino ad arrivare alla cappella “
Il regista le stava praticamente insegnando a fare i pompini e lei eseguiva quello che le diceva con il compiacimento di Lea che la osservava mentre veniva ripresa tra lo stupore e l’incredulità di Federico che la osservava.
“Ora gira di lato la tua testa bionda e fai finta di volerlo mordere, mostra i denti sull’asta nera nella posizione di addentarla… così l’operatore ti fa un bel primo piano. Sfiora gentilmente la pelle con i tuoi incisivi, strisciali sopra senza premere. Bagnalo ancora con la tua lingua, sputaci sopra e usa la mano per distribuire la saliva lungo l’asta. Un cazzo bagnato è molto più sexy di uno asciutto” disse il regista proseguendo.
“Con la mano sinistra, nel frattempo, massaggiagli i coglioni. Su, bellina che vai bene! Sei brava!” la esortava per convincerla a fare di più.
Intanto Diego fermo, con lei inginocchiata davanti a lui con il suo cazzo e i coglioni in mano, la guardava dall’alto in basso sorridendo mentre il regista esclamava “Bene Valentina… vai bene!... Ora vai giù oltre le palle, dietro i testicoli, lì c’è un’area sensibile un po' prima dell'ano, toccala con le dita, sfiorala molto delicatamente!”
Valentina lo fece da sotto i testicoli grossi, rugosi e neri. Toccò il perineo e l’inizio del solco intergluteo, poi su richiesta del regista appoggiò la bocca all’asta e, dopo aver leccato tante volte il lungo il pene oramai bagnato, duro e lucido di saliva, diede uno sguardo di Diego il quale fece capire al regista che gli piaceva.
Durante le riprese il regista disse “Continua! ...Brava, così bellina… sei brava! Lo stai facendo godere! Lecca verso l'alto, dalla base del cazzo su fino alla base della cappella, non ti fermare. Continua la tua lunga leccata fino alla punta del cazzo. Lecca intorno al glande, sul meato urinario. Così brava! Su, tira fuori bene quella tua linguetta da gattina! Adesso passala intorno al prepuzio, alla base della cappella, tutt'intorno. Lecca bene come se fosse il gelato che ti piace di più! Ripassa frequentemente sopra la cute morbida del glande. Qui è dove la maggior parte degli uomini sono molto sensibili “e mentre lui spiegava, lei faceva. Il regista continuava a dirle come fare e lei eseguiva come un automa eccitato e voglioso.
“Ora metti bene la cappella dentro la boccuccia e succhiala un po’. Stringi il cazzo con la mano, succhia e muovi la lingua dentro la bocca”
Valentina, oramai confusa, lo faceva presa da una forma di piacere indotto, eseguiva tutto quello che le veniva detto aiutino di Juliana l’aveva completamente disinibita.
“Ora bloccalo tra le labbra e tirati indietro con la testa. Si allungherà con te e sarà terribilmente erotico per Diego, su prova! “
Lei strinse il cazzo tra le labbra e, spostando il capo, lo tirò all’indietro facendolo allungare costringendo Diego ad avvicinarsi a lei.
“Adesso, comportati come se amassi il cazzo. Chiudi sulla cappella con le labbra come se fosse un gelato al cioccolato e prendila tutta in bocca. Resta cosi con la cappella in bocca a succhiare”
il cazzo in bocca le gonfiava e arrotondava le guance a, come i bambini quando hanno troppo cibo tra le mascelle o giocano ad esser grassi.
“Adesso bellina vai giù velocemente e prendilo tutto in bocca, fin dove puoi. Non ti preoccupare, non ti soffocherà. Se pieghi il collo nella direzione giusta, puoi prenderne più della metà senza problemi.”
Valentina lo fece inconsciamente ma a sentirlo in fondo alla gola le vennero gli occhi fuori insieme alla sensazione di conati.
“Ecco brava! Rimani cosi con il cazzo tutto in bocca per un momento. Sentilo dentro di te, in gola. Vedrai, è quasi eccitante quanto averne uno in figa. Ora fallo uscire e ritorna a leccarlo sulla cappella. Giocaci con la lingua, scivola su e giù sul cazzo “
L’operatore non si fermava un attimo, le tre telecamere fissa e mobile riprendevano tutto, anche primi piani. Lei stupidamente sorrideva.
Lea era felice che girasse con partecipazione anche se stordita da ciò che Juliana le aveva spalmato sulla gengiva. Gli altri osservavano, Federico compreso.
“Ora mettilo ancora in bocca e succhiarlo come se fosse un ghiacciolo” suggerì il regista e lei lo fece.
Dopo qualche minuto, mentre Valentina succhiava, il regista gridò “Stop… pausa!”
Subito Juliana si avvicinò a lei con un bicchiere d’acqua e le diede da bere, poi le tamponò il sudore dal viso e dalla fronte, le asciugò il mento e le labbra insalivate.
“Sei stata bravissima!” le disse accarezzandola sui capelli.
Paolo il regista si avvicinò a tutte e due per dire “Ora giriamo la scena della chiavata!”
Valentina era impaurita ma anche eccitata e oramai era piena di desiderio e passione.
Lei era nuda e dolcemente ubbidiva ai comandi del regista. Al suo ordine ha divaricato le gambe mentre guardava lo sconosciuto ragazzo color ebano davanti a lei. Con la mano, per un senso di pudore e vergogna, ha cercato di coprire il pube.
“Via! Quella mano!” urlò serio il regista” Devi fare vedere la figa, non nasconderla! Non ti devi vergognare!”
Diego intanto la accarezzava. Le sue mani scure correvano sulla sua pelle lattea fino a giungere alla vulva, al suo bel fighino rosa e lasciarselo accarezzare e penetrare con un dito gemendo in modo inaspettato.
Negli occhi e nell’espressione del volto di valentina c’era l’alterazione del suo stato emotivo fatto di timore e vergogna ma si coglieva anche una espressione di piacere intenso, stordimento dovuto all’eccitazione e alla disinibizione dovuta a quella polverina bianca che la faceva stare bene e godere.
“Aprile le gambe Diego… aprile bene e guardale la figa!” esclamò il regista mentre loro riprendevano tutto.
E lui, Diego, ubbidendo al comando aveva aperto le gambe di Valentina in modo osceno finché si vedesse la figa in tutta la sua bellezza e volgarità. Non erano le cosce di una vecchia signora milanese con la cellulite e con qualche vena varicosa, erano quelle di una bellissima ragazza bianca che tante volte aveva sognato e desiderato e ora aveva lì pronta ad essere chiavata ed era eccitato.
A gambe divaricate e in attesa, Valentina pareva una donna vogliosa., una puttanella come Alenka pronta ad essere chiavata. Nel silenzio, oltre il ronzio della telecamera e della musica di sottofondo, si sentiva il suo respiro ansimare, accelerare. Le escursioni toraciche, con le piccole mammelle, diventavano più veloci quando le mani nere di Diego le accarezzavano il corpo.
Tutti osservavano in silenzio, Lea, Alenka, Juliana, Dracu e Federico il quale, con il rimorso che se la sua ragazza era lì, a quel punto, era solo colpa sua.
Nell’aria c’era una atmosfera di turbamento ed eccitazione nel vedere approcciare, la bianca e il nero. Era una scena molto erotica.
Federico, nonostante il rimorso momentaneo che provava, con le tendenze gay e il suo amore per Dracu, era turbato ed eccitato nel vedere la sua Valentina, ufficialmente ancora la sua fidanzatina, pronta ad essere chiavata da quel nero.
“Bene bellina!” Esclamò il regista.
Oramai chiamavano così Valentina in quell’ambiente. Non era più Valentina ma la Bellina.
Il regista proseguì “Ora osservalo, guardagli ancora bene il cazzo con la faccia vogliosa!” A “E tu fatti avanti!” rivolgendosi a lui.
Come un automa Diego, sorridendo stupidamente, mostrando i denti bianchi, si avvicinò a lei.
“Brava! Così bellina! Continua a guardarlo che sei ripresa e tu Diego mettiti in ginocchio tra le sue gambe”
Valentina alzò la testa verso il giovane africano, mentre la telecamera la riprendeva in primo piano, era eccitata ed il suo respiro era lungo, era incredula ma anche contenta in attesa di essere posseduta.
Lei era presa dal ruolo di attrice, si sentiva accaldata, euforica. L’aiutino di Juliana faceva effetto e la disinibiva oltre a farla stare bene allegra.
Tutti la osservavano, Lea e Alenka con gioia, Federico la guardava geloso ed eccitato, con afflizione ma contento anch’egli che Valentina fosse corrotta e diventasse come lui legata a quell’ambiente e in quel modo sempre sua.
Mentre Diego sbalordito la fissava negli occhi, Valentina era immobile in attesa ed a sua volta osservava in giro angosciata ed eccitata.
A quella pausa si sentì la voce del regista dire:” Continuate pure! Ora tu Diego baciala!... Prima sul viso e poi in bocca!”
Lui non se lo fece ripetere due volte, si abbassò con il voltò portando la bocca verso Valentina e cominciò a baciarla, a limonarla con la lingua in bocca.
In alcuni flash di razionalità, Valentina si rendeva conto che per lei era tutto assurdo quello che stava accadendo, girare un video hard con un ragazzo di colore.
“Su Diego intanto che baci, toccala, scendi con le labbra sul seno, bacialo, leccalo come se la volesse mangiare.”
Lui effettuò quello che aveva detto il regista.
Allungò una mano a stringerle una mammella e Valentina in un attimo se lo trovò attaccato a succhiare il capezzolo come un lattante con la sua bocca grossa che succhiava mordicchiava i capezzoli. Le tette di Valentina non erano mai state trattati così da nessuno, nemmeno da Dracu. Si iniziava a capire dal modo di fare di Diego il quale, a forza di chiavare vecchie milanesi, era diventato un bravo chiavatore. A lei stranamente piaceva sentire il capezzolo ciucciato da quei grossi labbroni. Era eccitante.
“Ora sdraiati su di lei!” disse il regista e voltandosi verso il suo accompagnatore esclamò” Però è veramente bravo questo Diego!”
“Te lo avevo detto!” rispose felice l’accompagnatore.
Diego con il suo corpo scuro si adagiò su quello chiaro di Valentina accoppiandosi.
“Bene, ora appoggia la cappella sulla fessura della fighetta e pennellandola un po’ su e giù! “e facendo segno con le mani come fare” … e premi, spingi…” lo esortò il regista” Ma fai con calma e delicatezza che non è la figa molla di una vecchia signora “
Diego, felice e ancora incredulo le allargò le gambe, puntò il glande della lunga asta nera tra le grandi labbra vaginali depilate color rosa pallido, lisce, lucide e bagnate dalle leccate e dagli umori della sua fighetta, a mostrare all’obbiettivo la fessura e le labbra vaginali che si aprivano al contatto della cappella, senza che lei lo impedisse. Valentina inconsciamente felice ed eccitata da quelle riprese su di lei, di poter mostrare la sua fighetta che veniva penetrata a tutti coloro che avrebbero visionato il video.
Dopo aver pennellato con il glande la fessura umida, Diego spinse premendo con desiderio e sotto le sue pressioni inserì la cappella rosa della sua asta nera nel fighino di Valentina.
Ad un tratto lei sentì la sua cappella appoggiarsi al bordo delle piccole labbra ed entrare senza preavviso e abbastanza rudemente la penetrò facendola inarcare e sussultare.
Si sentì solo un gemito da parte di Valentina.
”Oooohhh!!!!” e si inarcò con le reni.
Lei emetteva quella esclamazione di piacere, stupore e incredulità, e lui spinse di più penetrandola, facendola scuotere nel suo arcuare. Valentina chiudendo gli occhi, lo accolse dentro di sé con resistenza per la ristrettezza delle labbra vaginali e della vagina, nonostante fosse già eccitata e lubrificata dagli umori e dalla sua saliva.
Diego la abbracciò baciandola in bocca con la lingua dentro senza che lei lo impedisse e muovendosi lentamente, ricambiato da Valentina la quale allargò di più le gambe e mise le braccia intorno al collo.
Diego iniziò così a chiavarla.
Il cazzo per la sua lunghezza non entrò tutto ma lei, nel sentirlo muovere, iniziò a emettere versi di piacere. Sentiva i testicoli neri sbattere contro le sue natiche e il perineo e il suo cazzo lucido di umori e saliva entrare ed uscire dalla sua fighetta regalandole godimento. Le mani di lui palpavano le mammelle e con la bocca slinguava i capezzoli.
Valentina era incredula perché si stava facendo chiavare davvero da un negro extracomunitario di un centro di accoglienza di Milano. Non poteva credere a sé stessa che avesse su di lei un ragazzo negher, come li chiamavano loro a Milano, che la stava chiavando e facendo godere.
Mentre lo prendeva pensava “Passi per i rumeni che almeno sono bianchi, ma un negher!”
“Bene così, andate avanti! Tu Diego mettiti in modo che l’operatore possa riprendere il tuo bel cazzo nero che entra ed esce dalla fighetta bianca e rosa di Bellina”
I colpi di Diego diventarono così profondi da toccarle l’utero e farla gridare di piacere, mentre lui, con le mani sotto, le stringeva con forza le natiche.
Il negro tanto odiato si era fatto strada dentro di lei e la stava possedendo.
Lei oramai lo aveva accettato tra le sue grandi labbra, il suo cazzo arrivava fino in fondo alla vagina toccando il suo giovane utero facendola godere con passione.
Sotto l’effetto dello stordimento, Valentina aveva abbandonato sé stessa a Diego, anche se non era più passiva, iniziando a muoversi sotto di lui, a gioire, a fremere, a desiderarlo.
Era lo sfogo della sua africanità.
Lui continuò a toccarla, stringerla, baciarla e possederla con affondi sempre più decisi, ritmicamente, mentre lei lo abbracciava e stringeva a sé. Si accoppiarono a lungo ed in maniera selvaggia, mischiando il loro sudore, la loro saliva. Valentina gemeva e Diego, che la chiavava, ed era tutto ripreso.
Diego era davvero bravo, la scuola delle vecchie signore milanesi gli era stata utile. Continuava a chiavare senza stancarsi, aveva resistenza e capacità.
Dall’espressione del viso di Valentina si capiva con quale intensità con la asta di carne le stimolasse la vagina e la cervice uterina. La pelle chiara del corpo della ragazza era calda e la si vedeva madida di sudore brillare ai riflessi dei faretti del set.
“Ogni tanto togli fuori il cazzo che l’operatore esegue dei primi piani sulla sua figa dilatata a forza!” gridò forte il regista.
Diego ubbidiva, sfilava il cazzone e guardava soddisfatto quel buco rosa diventato circolare per la circonferenza del cazzo, dove poco prima stretto e chiuso tra le sue labbra vaginali ora dilatate, bagnate e congestionate a causa dei numerosi e violenti colpi di cazzo che le dava. Spostandola leggermente con il tronco e il sedere sul letto permetteva all’operatore di partire dal viso di Valentina e riprendere nudo il corpo scendendo giù fino alla vulva dilatata e riprenderla con e senza il cazzo di Diego dentro.
Diego infilava di nuovo il cazzo penetrandola riprendendo a chiavare.
Valentina sembrava aver perso la testa. Urlava e gemeva dal piacere.
Il cazzo di Diego entrava e usciva tra le labbra vaginali mentre con gli occhi persi, smarriti e godenti lo fissava in volto incredula che fosse arrivata al punto di accettare davvero di diventare un’attrice hard e di accoppiarsi con un nero. Ne provava vergogna ma godeva.
Gemiti di godimento sfuggivano dalla bocca mentre lentamente e profondamente lui la chiavava, intanto il viso di Valentina in preda al piacere si stava rilassando.
“Bravo! Continua a chiavarla così… lentamente, dolcemente… così!” suggerì il regista riprendendo tutto con le telecamere.
Le riprese erano ottime, fatte da tre angolazioni.
La ragazza dal piacere iniziava oltre che a gemere, a smaniare e sussultare a ogni colpo che le Diego dava. Lo accarezzava sulla schiena scura e sui capelli crespi e rasi. Dal piacere provato lei era entrata in una specie di stato comatoso come se le mancasse l'aria, boccheggiava a bocca aperta per il tanto godere. In quella ragazzina c’era qualcosa oltre il piacere del corpo, era un coinvolgimento emotivo, emozionale eppure non recitava ma godeva davvero stretta fra le braccia di quel ragazzo color ebano e ne provava piacere.
Sul monitor delle riprese dalle telecamere si vedeva il sedere di Diego, scuro, incastonato tra due cosce bianche muoversi avanti e indietro tra le gambe esili della giovane stellina porno. La chiavava bene e lei si faceva riprendere come una vera attricetta hard. Sembrava impossibile ma Valentina aveva accettato quel ruolo.
I due venivano ripresi abbracciati e godenti, baciandosi e chiavando sotto il sorriso di Lea e Juliana.
Il timore e la vergogna non erano più sul volto di Valentina per ciò che stava facendo, mentre veniva ripresa e Diego, tenendola quasi incastrata con le braccia e con le gambe continuava a muoversi e a chiavarla davanti a tutti senza che lei si opponesse o protestasse, anzi partecipava.
La sua passività e non reazione, addirittura la sua partecipazione a che quel ragazzo nero la possedesse, la rendevano aderente al ruolo di attrice hard. Valentina non era più né intimorita, né sconvolta e non aveva più remore nel cercare con lo sguardo qualcosa nella stanza pur di non osservare lui. Infatti lo guardava fisso in volto dove campeggiava, il suo naso largo e le labbra grosse, sporgenti e carnose con cui la baciava in bocca.
Lei entrando nella parte in cui si sentiva a suo agio e non come avrebbe dovuto essere nella finzione del video, chiudendo gli occhi e abbandonandosi tra le sue braccia per ricevere i colpi brutali e selvaggi all'interno della sua vagina, si lasciava piacevolmente andare e possedere.
Valentina, godendo, rilassò anche i muscoli tesi delle cosce spalancate aprendole al massimo affinché lui potesse entrare bene dentro lei ricevendo il glande e la sua lunga asta nera sempre più a fondo fino ad arrivare alla bocca dell’utero. Lei desiderava sentire pressare la cappella che la cervice, ciò l’avrebbe fatta inarcare. Era incurante che la parte vicino ai testicoli restasse fuori.
Incredulo, Diego rideva e chiavava quella bellissima ragazza bianca ormai chiamata “Bellina” facendola muovere e smaniare sotto di lui.
“Muovila un po’ di più, Diego, sbattila un po’. Ora, cerca di essere più vigoroso e meno dolce con lei!” e lui iniziò a sbatterla come indicava il regista.
“A lei non c’è bisogno di dirle le cose perché gode davvero!” disse ridendo il regista che la incitava comunque a lasciarsi andare ed a Diego a muoversi sempre più veloce ed a fondo dentro di lei. Si vedeva che Valentina si apriva come un fiore, lei sorrideva, godeva e abbracciava quel ragazzo che sentiva ormai come suo altro amante.
Più Diego spingeva con foga contro il giovane utero, più lei godeva e gemeva sovrastando il sottofondo musicale e i rumori della macchina da ripresa del quel set.
Valentina era presa da quel negher come lo chiamavano lei e Federico dispregiativamente quando incontravano per strada delle persone di pelle nera. Ora godeva della virilità di uno di loro, ne godeva come le vecchie signore milanesi grasse, molle e brutte che sole o davanti al marito si facevano chiavare da Diego per 10-15 euro.
Diego aveva fatto il salto di qualità, la chiavava e se la godeva, entrava con l’asta di carne dura e nera in lei arrivando a fondo contro la cervice dell’utero e si fermava spingendolo. Lei vittima di quel piacere e quella carnalità africana, che non aveva mai conosciuto, si lasciava andare.
I faretti li illuminavano a giorno la scena e le telecamere riprendevano tutte le scene mentre si dimenava, sudava e ansimava abbracciata a lui. Il cazzo di quel profugo che aveva chiavato per pochi euro solo anziane grasse e brutte era ora dentro la figa a darle piacere.
Lui sopra di lei cambiava ritmo e velocità in base alle direttive del regista. In alcuni momenti si muoveva lento e dolce baciandola in fronte, sul viso e in bocca con le grosse e carnose labbra, altre volte si muoveva veloce, quasi brutale, facendole dimenare il bacino e portandola a contorcersi su sé stessa. Valentina ansimava e gridava per i piccoli orgasmi che aveva e per reazione al piacere, imprigionava con le gambe quello stallone sui fianchi per non farlo staccare da lei
Federico la guardava sorpreso di quello che stava diventando. Il viso Valentina era rilassato con i capelli sugli occhi, con la bocca aperta e osserva le labbra vermiglie del suo ex fidanzato che conosceva bene. Lei aveva le labbra appoggiate a quelle grandi e carnose di Diego che baciava, si muovevano e strusciava sul lenzuolo il sedere, mugolando, voltando la testa di lato e indietro, girando gli occhi in alto; mentre con la sua gli teneva la mano in un gesto arrendevolezza, sottomissione e bisogno di lui, in preda a un orgasmo breve ma intenso.
Quel piacere l’ha risvegliata e si sente travolta nei propositi. La ragazza si stringe forte a al suo amante nero con una mano lo desidera e lo vuole.
Tutto ciò che avveniva su quel set era impressionante. Il regista continuava a girare ed a dare disposizioni e consigli. La nuova porno starlet sembra davvero una navigata attrice porno con i gemiti, gesti e gli atteggiamenti da attricetta pornografica. Piacendosi a girare quelle scene godeva ed era felice di inarcare la schiena poggiando le mani sul petto sudato, continuando a ricevere il cazzo spinto dentro con vigore. Il piacere la faceva sollevare dal letto ed il il bacino andava verso di lui poi lo abbassava andando a sfregare il sedere sul lenzuolo. Si capiva che Valentina si era perduta nella libidine e nella lussuria delle scene di sesso per i suoi gemiti e dal modo di reclinare all’indietro la testa, da come agitava i capelli e da come si donava a lui.
Il dimenarsi costringeva Valentina a portare il ventre contro quello di Diego penetrandosi e aprendosi quanto possibile. Non più spaventata dall’ asta nera, lei era gioiosa di riceverla.
“Su, ora falla venire bene! Falle avere un altro orgasmo e tu Bellina lasciati andare completamente a lui e godi!” urla il regista.
Diego cambiò ancora ritmo. Si mise a dare spinte veloci e brutali, quasi violenti che arrivarono nella profondità della vagina contro l'utero facendo gemere e gridare la ragazzina travolta dal piacere del nero e dalla libidine finché lei scoppiò un orgasmo violento, nuovo e diverso dai precedenti.
" Aaaaaaaahhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!! Siiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!… Aaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhh mmmmmmmmhhhhh!!!!!!!!!!!! “urlava boccheggiando come se le mancasse l’aria, rantolava scuotendosi, avvinghiandosi con le cosce sui fianchi, stringendolo a sé, cercando la bocca carnosa e la lingua limonarlo e infine restare inerte stordita dal piacere.
Lui ha proseguito a chiavarla con passione dandole alcuni possenti colpi di cazzo che la scuotevano facendole prendere, stringere e tirare il lenzuolo sotto di lei con le unghie
” Ooooooohhhhhhhhhaaaaaaaaaaahhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Diego avvertiva gli spasmi della giovane vagina sul cazzo egli umori bagnarlo. Il ragazzo era al limite della resistenza ed il regista se n’è accorto ed ha detto “Ora tiralo fuori e sborrale sopra il pancino! Dai Diego che sei bravo!” e lui, sfilandolo dalla figa e appoggiandolo sul pube, iniziò a schizzare con violenza abbondante sperma bianco sull’addome incavato della ragazza ed anche sulle tette e sul collo. Lei e lei inerte si lasciò eiaculare addosso. Nella ripresa delle telecamere si videro i copiosi fiotti di sperma filante colpirla e oltraggiare il viso.
Diego con un grido strozzato terminò di sborrare e restò in ginocchio con le gambe larghe, con la figa aperta, semi svenuta e in estasi sotto di lui, che dall’alto la guardava trionfale per aver posseduto e domato la ragazza bianca chiamata “bellina”.
Erano entrambe sudati e ansimanti.
“Diego ora prendile la mano e falle spalmare lo sperma sulla pancia, sul seno e sulla gola, lentamente come se mettesse una crema”
Con le telecamere che li riprendevano, lui prese la mano di Valentina, la portò sull’addome e, partendo da lì, salì per arrivare sul seno fino oltre il torace. Lentamente fece massaggiare cute indugiando sul ventre come per lenire un dolore generato dall’eccessivo godimento. Nello stesso momento lei spargeva con la mano sul tronco lo sperma caldo e appiccicoso e si lasciava guidare la mano da lui.
La ragazzina era diventata bellissima e dal basso lo fissava negli occhi, con i capelli biondi disordinatamente sparsi sul viso arrossato. Era anche sudata, accaldata e ancora preda del piacere.
La figa era bagnata di umori e la sentiva in fiamme.
A un certo punto Paolo il regista urlò” Stoppp!!!!... Stoppp!!!…. Abbiamo finito di girare!!”
All’improvviso tutti si fecero attorno complimentandosi con lei, la prima fu Lea “Brava bellina!... Sei stata bravissima oltre le aspettative. È uscito fuori un video spettacolare! Te l’ho detto che eri portata per questo lavoro! In quest’ambiente sei nel tuo!” esclamò ridendo.
Subito dopo anche Juliana e Alenka dissero” Sei stata brava, molto realista” ed Alenka” Anche più brava di me!”
“Vedrai che nei prossimi video potrai esprimere tutta te stessa! Diventerai una vera attrice porno!” le disse Juliana.
Valentina era stordita da quei complimenti, incredula di quel love bombing erotico di tutti che le giravano intorno.
Anche Dracu si complimentò de anche Federico, silenzioso e serio, capiva che ormai l’aveva persa per sempre pur felice che ormai anche lei era, come lui, prigioniera di quell’ambiente in cui si sentivano a loro agio.
Mentre tutti si complimentavano, Juliana si avvicinò a Lea dicendo “Però bravo anche quel ragazzo negretto, vero? Intendo quel Diego!?”
“Si lo terremo con noi, le faremo lavorare qui e compiere molte cose, dovrà girare molti video. Ci sono molte ragazzine che vogliono fare spettacolo o le attricette da chiavare, e il nostro Diego insieme a Oluwa le soddisferanno tutte.” E rise assieme a Juliana.
“Si… sì… anche lei è brava, ma ha la figa ancora troppo stretta.” Si intromise il regista:” E a volte nel rapporto sessuale sente fastidio, ce l’ha per conformazione anatomica piccola e stretta.” Precisò.
Lea sorrise dicendo perversamente: “Oh non ti preoccupare… gliela faremo allargare bene. Tra un paio di mesi ce l’avrà talmente larga che le entrerà e potrà farsi chiavare anche da un pugno.” E rise a squarcia gola assieme a Juliana guardando il regista che osservandola capì cosa volesse dire e che non scherzava.
Si ringrazia il signor Angelo per la collaborazione a editare il testo.
Per commenti, suggerimenti, idee, notizie o critiche, scrivere a:
dressage1@hotmail.it
Grazie
I contenuti presenti sul blog “Immoralex” dei quali è autore il proprietario del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o ridistribuiti in forma parziale o totale senza previo accordo con l’autore stesso e citando sempre la fonte d’origine.
È vietata la copia e la riproduzione dei contenuti in qualsiasi modo o forma.
Copyright © 2019 Immoralex. All rights reserved.