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STORIE E RACCONTI EROTICI
VIETATI AI MINORI DI 18 ANNI
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LA DEGERAZIONE DI UNA MOGLIE FEDELE
VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.
DEGENERAZIONE DI UNA MOGLIE FEDELE.
NOTE:
“Quello che mi colpiva nel night club, era il vedere donne e ragazze ridotte a fare l’entraîneuse e ancor più gli uomini, professionisti e per bene, ridotti a pagare 200-300 euro per avere un’ora di chiacchiere con una perfetta sconosciuta, il cui l’unico suo scopo era quello di spillare soldi e quello di lui di portarla a letto.”
Anonimo.
Cap. 21 RITORNO ALLE ORIGINI.
Qualche giorno dopo quella serata che Roberta aveva passato in commissariato a Brescia, un
pomeriggio come aveva richiesto lui, andammo nel night di Rocco per capire con quelle parole
che le aveva detto, cosa avesse intenzioni di fare con lei.
Sinceramente a me non andava che mia moglie tornasse nel suo locale e lavorare per lui a fare
l’entraîneuse o come si dice in italiano l’intrattenitrice di clienti, non so, qualcosa mi diceva
che non si trattasse solo di fare bere e spendere soldi ai clienti o fare spogliarelli come qualche
sera avveniva, ma che ci fosse qualcosa di più ambiguo. Certo, lei oramai era navigata, non era
più la signora inesperta sessualmente dei primi tempi, come si dice, non era più di primo pelo… aveva battuto per sei mesi le strade, ma quel locale mi dava una strana sensazione negativa. Ricordavo che all’inizio quando ci andammo le prime volte e Rocco c’è lo mostrò, ci disse che c’era una zona a stanzette riservata dove noi non avremmo potuto entrare in quel periodo e intuii che all’interno si potessero compiere ogni genere di perversioni.
Comunque lei era d’accordo di andarci, anzi mi esortava, era passata da prima che odiava Rocco a morte per averla picchiata e abusato di lei, a ora che era diventato per lei quasi un eroe, il suo salvatore … Stava cambiando psicologicamente Roberta, era come in preda della Sindrome di Stoccolma.
“Tu cosa ne peni della proposta di Rocco?” Mi chiese in quei giorni.
“Non so! Sentiamo…” Risposi io:” … non vorrei che fosse un espediente per legarti di più a lui. “Feci una pausa e aggiunsi:” Poi quello che non capisco è perché devi lasciare il lavoro in ufficio postale e dedicarti a tempo pieno solo a lui...al suo locale…??”
“Lui ha detto così!” Rispose lei.
“Lui…lui…lui... sembra che sia il tuo padrone. Ma ci sono anch’io Roberta, io sono tuo marito, non conto niente??” Le dissi.
“Si che conti ... per me tu sei importante ...ma non abbiamo alternative. “
“Vedremo!” Le risposi deciso, ero cambiato anch’io, non ero più l’uomo impacciato e timoroso di quasi un anno prima. Quel pomeriggio lei si vestì in maniera sobria, biancheria intima classica, una camicetta bianca e un pantalone grigio e sopra un maglioncino. E uscimmo.
Giunti al locale, entrammo e fummo fatti accomodare in una saletta da un tipo nuovo che le volte precedenti non c’era. Ci sedemmo a un tavolino ad attendere e vidi mia moglie nervosa e silenziosa che si guardava in giro...: “Cosa c’è ti ricorda qualcosa essere qui?” Dissi sapendo già la sua risposta.
“Si! ...Quando è iniziato tutto...quando feci la coniglietta e quei spogliarelli, ricordi? “Mi chiese.
“Ricordo...Ricordo! “Esclamai io: “E magari ora vuole farti rifare le stesse cose.” Le ribadii mentre lei sfogliava con poco interesse un opuscolo delle bevande sul tavolino.
Dopo pochi minuti vedemmo arrivare Lea, in un grosso vestito largo che mascherava tutta la sua ciccia e grassezza, con un sorriso che mostrava il biancore e la perfezione della sua protesi dentale. Si avvicinò a Roberta e la baciò sulle guance come fossero vecchie amiche che da tempo che non si vedevano.
“Bene sei tornata tra noi!” Esclamò proseguendo:” Ho saputo cosa ti è successo… ma sai capita
almeno una volta nella vita a chi fa il nostro mestiere.” Pronunciò sorridendole e proseguendo: “Mi ha detto Rocco che diventerai una di noi e lavorerai qui con me...”
Roberta abbozzò un sorriso, stava per dire qualcosa ma io la interruppi: “Vedremo … io non ho ancora deciso, prima dobbiamo parlare con Rocco e poi vedremo.” Ripetei facendo valere la mia autorità di marito.
Lea prese una poltroncina della sala con lo schienale a giro con la poggia gomiti e si ci sedette dentro quasi incastrandosi aderente sui lati tanto era opulenta sotto quell’abito nero di
Armani.
Poco dopo arrivò Rocco, con il suo bocchino elettronico in bocca, in una mano quattro bicchieri a coppa e nell’altra una bottiglia di champagne. Probabilmente voleva festeggiare il ritorno di mia moglie da lui.
Ci salutò cordialmente e si sedette, posò i bicchieri uno davanti a ognuno di noi, posò la
sigaretta elettronica sulla tovaglia e con due mani si mise a stappare la bottiglia di
champagne, facendo partire forte il tappo in aria con il suo sordo rumore, mentre la schiuma
usciva e si riversava sul collo della bottiglia che lui subito posò sul bordo dei bicchieri
riempiendoli. Sorrideva, mostrando due premolari in metallo. All’inizio fu evasivo i suoi occhi erano per mia moglie, e nel fare cin cin si alzò e baciò sulle guance Roberta che vidi che ricambiava baciando con intenzione le sue guance butterate, quelle che prima le facevano schifo e strinse la mano a me.
“Festeggiamo Roberta e Susy! Il suo scampato pericolo di qualche notte fa e il suo ritorno nella nostra famiglia.” Esclamò sorseggiando.
Dopo brevissimi convenevoli, la conversazione si spostò subito sul nuovo lavoro che avrebbe
offerto a mia moglie.
“Senta!” Dissi io dandogli sempre del lei:” Mia moglie mi ha spiegato, ma io non sono d’accordo che venga a lavorare qui e lasci il suo lavoro alle poste.”
“Tu...non sei d’accordo? “Disse ridendo: “Non importa, l’importante è che lo sia lei, sarà lei a decidere ...oramai sa chi la protegge e l’aiuta nei momenti di bisogno, non certo tu.
Roberta ha rischiato molto quella sera e io e lei abbiamo parlato parecchio tornando indietro in auto, oramai è un’altra donna, la mia donna!” Esclamò deciso e a voce alta imponendo:
“Verrà a lavorare qui tutte le sere, farà l’intrattenitrice e se qualcuno vorrà chiavarla e pagherà bene, perché no!! Si licenzierà dalle poste e dirà alle sue colleghe curiose che ha cambiato mestiere.” Dichiarò guardando Roberta e me con aria determinata.
“I clienti del locale sono meglio di quelli che incontra in strada.” Aggiunse.
“E questo cosa significa?” Chiesi io.
“Significa che Roberta lavorerà qui. Vero cara?” Domando rivolgendosi a lei accarezzandola
sotto il mento a mano aperta. “Qui farà un po' di tutto, come se fosse la padrona, un po' come la mia Lea. Controllerà le ragazze, intratterrà clienti, si concederà a loro e adescherà nuove adepte...giovani.”
“Cioè che significa adescherà?” Domandai.
“Significa che ci porterà anche qualche giovane da iniziare ... Milano è piena di puttanelle!”
Restai in silenzio allibito e lo guardai. “Sta scherzando vero?!” Esclamai alzandomi in piedi.
Un conto siamo noi, ma adescare giovani ragazze e magari minorenni per farle prostituire ...no
mai!”
“Siediti!” Esclamò boccheggiando fumo.
“Da me non lavoreranno mai minorenni, ma tutte maggiorenni dai 18 anni in su! Poi questa è la tua posizione, ora vediamo qual’è quella di tua moglie. “E rivolgendosi a lei la esortò:” Su Susy! Dimmi… vuoi venire a lavorare qui per me rispetto a tutto quello che ti ho detto poco fa?”
Ci fu silenzio poi vidi mia moglie annuire con il capo rispondere:” Si!”
“Bene! ...E ti licenzierai dal tuo precedente lavoro all’ufficio postale vero?”
“Si!” Ripeté mia moglie mentre Lea gongolava incastrata con il sedere e le anche nella poltroncina sorridendo.
“Sei pazza Roberta!” Esclamai io prendendola per un braccio:” Sai che significa? Tagliare tutti i ponti con il nostro passato, con quello che eravamo e siamo...”
“Si lo so!” Rispose lei determinata.” Voglio lavorare per Rocco e solo per lui. “Ribatté guardandolo come se ne fosse plagiata. Restai stupefatto della sua risposta.
“Bene hai sentito? “Domandò rivolto a me:” Se ti va potrai venire anche tu qui alla sera se no
puoi restare a casa a guardare la televisione, tua moglie resterà con me e non sentirà di certo la tua mancanza...”
Ci restai male da quella frase: “Cosa vuol dire quello sgorbio, che Roberta preferisce lui a me? “Pensai.” Si è montato la testa brutto com’è…!”
Ma in seguito mi sarei sbagliato sul giudizio di mia moglie verso lui, sarebbe avvenuto
qualcosa che ci avrebbe sconvolto ulteriormente le vite e il futuro.
“Bene Susy!” Disse Rocco alzandosi, in questa settimana procedi con il licenziamento all’ufficio postale, riposati un po' e poi vieni qui da me che ti faccio incominciare. Si alzò e Lea e Roberta dietro a lui e ci salutammo.
Quando fummo soli le dissi: “Ma sei pazza? Vuoi diventare come quella là…? Quella Lea che fa la matrona?”
“Perché no?” Mi rispose con un sorriso malizioso.
“Tu sei matta... hai un figlio che ha diciotto anni, che ha la sua fidanzatina coetanea, cosa
penserebbero se sapessero che lavori qua? “
“Se lo verranno a sapere sono abbastanza grandi da capire e scegliere da soli, dare il loro giudizio imparziale e poi loro, i giovani, giudicano meglio di noi, senza pregiudizi.”
Non dissi nulla scossi il capo e andammo a casa.
Giunti, ritornai sul discorso, non mi andava giù la sua scelta senza prendere inconsiderazione me e le dissi preoccupato della sua scelta: “Pensiamoci un attimo con calma amore, chissà cosa diavolo ti farà fare in quel locale?”
“Niente di peggio di quello che ho fatto finora in strada...” Rispose.
“Ma hai sentito?... Vuole che diventi come Lea visto che è vecchia e forse che prendi il suo posto non solo nel lavoro, ma anche con lui!” Roberta scrollò le spalle. Poi con una smorfia di compiacimento aggiunse: “Vedremo!”
Il giorno dopo andò in ufficio e fece richiesta alla sede centrale di licenziamento, non disse nulla a nessuno, neanche alle colleghe per non dover dare inutili, false e patetiche spiegazioni.
Poi passammo quei giorni liberi con Federico nostro figlio e la sua fidanzatina Valentina. In quei momenti sembravamo una coppia normale e felice.
“Mamma cambia lavoro!” Gli disse mia moglie una sera che eravamo tutti a cena fuori, Valentina compresa.
La guardarono stupita:” Come mai?” Chiese nostro figlio.
“Ho ricevuto un’offerta migliore dove guadagno di più e papà potrà venire con me.”
“E che lavoro sarebbe ??” Chiese curioso.
“Devo sovraintendere a dei costumi e alcuni spettacoli che faranno...”
“Cazzo che figata!!” Esclamò mio figlio: “Altro che essere chiusa in quel buco a mettere timbri
e contare lettere.”
È bellissimo!” Esclamò Valentina:” Potremmo venire anche noi qualche volta?”
Io e Roberta ci guardammo negli occhi.
“Per adesso no, vedremo in seguito.” Rispose mia moglie.
“Guardi che tra poco saremmo maggiorenni, Federico lo è già, io li farò tra breve, compirò diciotto anni!” Disse quella che avrebbe dovuto diventare la nostra futura nuora con un sorriso innocente.
“Vedremo! “Ripetei io:” Intanto mamma adesso è all’inizio ed è meglio che si ambienti poi…vedremo.” Finimmo di chiacchierare e i ragazzi uscirono per andare con la loro compagnia.
“Hai visto che hanno capito più di quanto tu pensassi? Sono maturi oggi i ragazzi.” Disse mia moglie.
“Si ... maturi!” Esclamai io” Capito?! Capito cosa? Loro non sanno che tipo di locale è e cosa
fanno la dentro ed è meglio che non ci vengano mai.”
“Certo!” Esclamò mia moglie:” Sono d’accordo con te e non c’è li porteremo mai…”
Ma il seguito della storia proverà che non fu così.
Comunque la sera che doveva iniziare, dopo una cena frugale, come concordato alle 20.00 ci
Presentammo al locale, andai anch’io, Roberta era vestita normalmente da mamma e da signora.
Sull’uscio del night ci accolse una ragazza rumena che non avevamo mai visto mesi prima
quando lo frequentavamo noi sotto ricatto di Rocco. “Venga, di là!” Disse sorridendo:” Le metteranno addosso qualcosa di più consono al locale e al nostro lavoro. Non vorrà mica stare qui in pantaloni e maglioncino?”
E detto quello prese Roberta per un braccio e l’accompagnò verso i camerini, con lei che si
lasciò guidare da quella ragazza come se fosse a prima volta che entrava, guardandomi mentre
scompariva dietro l’ingresso che portava agli spogliatoi. Così rimasi solo al bancone, sapevo cosa avrebbe fatto il dietro, lo avevo già visto altre volte, l’avrebbero truccata e preparata.
All’improvviso mi vidi Lea vicino. “Sembra arrabbiato!” Mi chiese.
“Lo sono!” Risposi.
“Non è contento che sua moglie diventerà come me? “Disse con un sorriso perfido e sarcastico “E che un domani prenderà il mio posto?”
“No!” Risposi.
“Purtroppo sua moglie piace al signor Rocco, la scelta tra tutte … “
“Cosa vuol dire che mia moglie piace al signor Rocco ...?” La interruppi.
“Quello che le ho detto e si vede che lei ne ha timore?”
“Io? ...di Rocco come rivale? Lei non conosce mia moglie, quello che ha fatto finora lo ha fatto
perché obbligata. Lei ama le cose belle, non gli orrori!” Ribattei diventando perfido come loro,
riferendomi all’aspetto di Rocco.
“Ne è sicuro Carlo? Lei conosce poco le donne e anche a sua moglie sa!” Replicò sibillina:” A volte gli estremi si attraggono. Di un di un uomo bruttissimo ci si può anche innamorare una donna bellissima.”
“Si...la bella e la bestia ...” Mormorai ridendo e proseguendo: “Non dica stupidaggini Lea, e se Rocco a qualche pensiero su mia moglie come sua compagna se lo tolga dalla testa, lui
potrà averla solo con la violenza e la paura come ha già fatto, ma mai con il cuore e la mente, con iniziativa di mia moglie. “Risposi con una certa insofferenza.
“Tutto questo interesse che ha per sua moglie la irrita vero?” Mi chiese guardandomi in faccia.
“Direi proprio di sì.” Risposi io:” Si mi irrita...!”
Poi sorridendo perversamente aggiunse: “Andiamo su! … Oramai sua moglie è pronta per fare il salto … ne approfitti anche lei e ne avrà vantaggi se diventerà la compagna di Rocco. La verità è che a lei Carlo non dispiace affatto vedere sua moglie dipendere da Rocco…qui ...esibita …venduta... diventare una sua donna e forse la sua amante... e anche di più!”
Rimasi sorpreso e infastidito dalle sue parole. Perché mi diceva quelle cose? Che significato e
interesse avevano? Che lei piaceva a Rocco lo sapevamo tutti, ma lo diceva in modo subdolo, come per preparami a qualcosa che sarebbe accaduto... E proseguì incensandomi:
“Lei Carlo può dare sfogo a tutti suoi desideri qui, ci sono anche ragazze molto giovani e belle
, anche più di sua moglie. Devo dire che sua moglie è una donna molto bella, sensuale e attraente, ha un corpo stupendo per essere una quarantenne e già mamma, devo ammetterlo anch’io. Ha un bel seno nature, non rifatto e un bel culo che piace agli uomini. Inoltre, oramai conoscendola un po’, sono sicura che anche a sua moglie non dispiaccia essere qui , esibita e venduta diventare come me.”
Rimasi colpito dalle sue parole che le dissi: “Che cosa c’entrano e che senso hanno questi discorsi?”
Lei fece un mezzo sorriso sibillino, poi un cenno di avvicinarmi e cambiando discorso mi informò: “Lo sa che qui abbiamo cambiato tutto?”
“Tutto cosa?” Chiesi.
“Venga...” E mi portò nell’ufficio di Rocco in quel momento assente e come facendomi una
confidenza mi disse: “Lo sa che ora giriamo anche video hard che poi vendiamo all’estero? … Con ragazze del posto, italiane. “
Rimasi allibito:” Come video… film hard?” Chiesi.
“Si! Come già sa tante ragazze, ma anche signore vengono qui a chiavare per un po' di soldi, per arrotondare e quando si appartano con il cliente le riprendiamo, a volte con il loro consenso, ma a volte anche a loro insaputa e facciamo dei video clips che poi vendiamo all’estero.”
A quelle parole mi prese l’angoscia che volessero far fare un video hard a mia moglie? Ma mi rassicurò che non era lei che le interessava. Ma ben peggio il destino e la casualità avrebbero messo in pericolo qualcosa a cui tenevamo molto e lo leggerete nel proseguo della storia.
Mi fece sedere con la sedia dalla sua parte della scrivania e accese il monitor del computer di
Rocco e si formarono parecchi riquadri a finestra, ognuno di ogni stanza e locale del night
club, dove bastava cliccare sopra per ingrandirla. Lo fece su di una laterale che comparve a schermo intero.
L’immagine, probabilmente ripresa da una telecamera nascosta, era quella di un camerino dove una ragazza faceva sesso con un anziano… e si sentivano anche le voci che venivano registrate.
Ritornò al quadro precedentemente e sezionato con un click un altro riquadro apparve a
monitor completo il camerino dove si preparavano e cambiavano le ragazze: “Qui è tutto sotto controllo!” Disse con un sorriso perfido. Da quando siete venuti voi la prima volta quasi un anno fa, molte cose sono cambiate. Abbiamo messo un po' di telecamere dappertutto.
“Guardi qui!” Disse ingrandendo un'altra finestra sul monitor.” E vidi mia moglie in piedi in un camerino con la ragazza rumena che l’aveva accompagnata e lei che incominciava lentamente a spogliarsi. Si tolse il maglioncino e l’appoggiò su una sedia, poi fece lo stesso con la camicetta sotto guardandosi in giro come se conoscesse il posto e proseguì, si tolse le scarpe e di seguito anche i pantaloni, rimanendo in slip e reggiseno. Vedevo tutta la scena dal monitor della scrivania di Rocco e mi sembrava incredibile avevano tutto il locale video sorvegliato e Rocco dal suo ufficio poteva benissimo osservare senza muoversi. Il cuore mi batteva forte. Sapevo che stavano anche registrando Roberta, avrei dovuto dire a Lea di non farlo e spegnere il monitor, ma non lo feci. L’unica cosa che riuscii a fare fu quella di continuare a guardare la scena.
Vidi la ragazza che fece segno con la mano alle sue mutandine ...” Tutto!” Sentii che disse e vidi mia moglie togliersi il reggiseno, mostrando il seno a quella ragazza e non sapendolo anche alla telecamera e quindi al monitor dov’ero io e Lea osservavamo le sue belle mammelle.
In quel momento entrò Rocco con la sua sigaretta elettronica alla vaniglia che sbuffava fumo e si mise accanto a me a osservare, la guardava e non staccava gli occhi dal monitor.
“E’ una bella cavalla tua moglie ...” Mormorò:” Mi piace!”
Nel mentre senza esitazione Roberta si abbassò lo slip e si avvicinò allo specchio e sullo schermo apparvero le immagini di lei completamente nuda, del suo seno gonfio, del suo corpo
maturo, della sua figa depilata dalla lunga fessura ormai dischiusa dalle chiavate e delle sue gambe affusolate.
“Che taglia porti? Che numero di scarpe?” Sentii la ragazza rumena chiedere a mia moglie.
“Taglia 44!” Disse Roberta.
Vidi quella ragazza uscire dal camerino e intanto mia moglie piegarsi e sistemare i pantaloni e la maglia, il reggiseno e lo slip, posando tutto in modo ordinato su un ripiano. Poi mettendo prima un fazzolettino di carta aperto che aveva in borsetta, si sedette sulla poltroncina ad attendere.
“Tua moglie è davvero una bella donna, devi esserne orgoglioso”, Disse Rocco mentre si godeva lo spettacolo. Le sue parole mi irritarono.
Subito rientrò quella ragazza nel camerino.
“La signora Lea mi ha detto di farle indossare queste …” Pronunciò porgendole un paio di calze con reggicalze.
Ormai con sicurezza, esperienza e capacità, Roberta prese il reggicalze di pizzo nero e se lo sistemò alla vita, poi arrotolò e si infilò le calze velate, nere anche quelle, le mise nei piedi e le srotolò tirandole su fino alle ginocchia, si sollevò dalla sedia in piedi e le tirò su alla coscia. Pinzandole ai gancetti delle giarrettelle del reggicalze.
Vidi che attendeva che la ragazza le porgesse uno slip e il reggiseno. La rumena capì la sua
attesa:” No niente di sotto.” Mormorò porgendole un miniabito di colore rosso, in tessuto
elasticizzato trasparente che lasciava intravvedere le forme arrotondate e i capezzoli turgidi spingere contro il tessuto, le allacciò dietro al collo le due spalline che lo reggevano, lasciando davanti e dietro un profondo decolté. La schiena rimase completamente nuda, mentre sul davanti il vestito copriva solo in parte il seno, lasciando la parte superiore delle mammelle a filo dei capezzoli quasi fuori. Era veramente erotica Roberta e anche Rocco la guardava in silenzio. Le piaceva, l’aveva già avuta, violentata e brutalizzata, inculata e portata a battere eppure da come la osservava sul monitor si capiva che le piaceva e questo mi inquietava di più, che lei facesse quel mestiere in quel night losco di Rocco con lui che la considerava sua.
Quando fu vestita, con quell’abitino si evidenziava di più la protrusione esterna del suo bel sedere e del seno e guardandosi allo specchio si piaceva.
“Ecco!” Disse la ragazza porgendole delle scarpe nere tipo decolté con tacco a spillo da 12 cm.
Le calzò e si mise ancora davanti allo specchio a guardarsi.
Appariva sensuale ed erotica nella volgarità di quell’abitino, indecentemente scoperta, ma questo per lei non era un problema essendosi scoperta anche in modo peggiore in strada, ma era l’erotismo e la sensualità che sprigionava e prevaleva.
A quel punto Rocco premette un pulsante e l’immagine scomparve dal monitor e mi guardò
soddisfatto.
“Vatti a prendere un drink al bar, giusto il tempo di truccarla e prima di iniziare a lavorare ti
faccio raggiungere!” Disse, aggiungendo:” Per questa sera ti farò preparare un tavolo, ma le
prossime volte se vuoi stare qui con tua moglie dovrai lavorare anche tu!”
“E cosa devo fare?” Domandai.
“Dovrai girare e controllare!” È detto questo mi congedò, mentre io voltandomi e uscendo
dall’ufficio, mi domandai cosa avrei dovuto controllare. Poco dopo vidi Roberta arrivare al bar. Aveva una lunga parrucca di capelli lunghi e mossi color mogano, anche lì nel locale a fare l’intrattenitrice avrebbe dovuto indossare le parrucche anche se le odiava e le davano prurito al cuoio capelluto. Ancheggiava sui tacchi a spillo, le cosce scoperte da quel mini abito rosso che nascondeva a malapena anche il seno. Mi fece un sorriso e si avvicinò senza parlare.
“Certo essere qui è meglio che andare a battere.” Pensai.
Quando fu vicino la guardai, era affascinate in quella sua bellezza matura ed era truccata anche bene, un po' volgare e un po' erotica con le labbra coperte da un rosso fuoco come le unghie delle mani e con il rimmel e il fard che evidenziavano gli occhi. Si fermò al mio fianco intanto che stavano arrivando le prime persone per la serata.
Dopo parecchi minuti che chiacchieravamo, e un signore le fece segno e lei si avvicinò e andò al suo tavolo, parlarono un po' e poi si sedette facendo con quel gesto alzare di più la minigonna fino a scoprirsi più del dovuto le cosce, cercando d’istinto da signora quale si sentiva di essere ancora, di tirare il più possibile giù la gonna, che lasciava intravvedere vedere la balza lavorate delle calze.
In altri tavoli le ragazze erano accoppiate ai signori di una certa età, anche a fare trio con le loro signore mature e loro mogli oppure con soltanto entraîneuse e signorine rumene, svestite quanto mia moglie se non di più.
Vedevo al tavolo di Roberta che parlavano e lui che gentilmente le versava del vino nella coppa, ma lei rifiutò. Altre ragazze invece bevevano e ridevano rumorosamente con i loro clienti.
All’improvviso vidi Rocco avvicinarsi, passare la mano sulla spalla di quell’uomo e sedersi assieme a loro e dire a Roberta “Bevi qualcosa su!”
“No, grazie”, Rispose lei:” Non sono abituata a bere e.…”
“Coraggio…” Insistette interrompendola Rocco versandole un generoso bicchiere di vino.
“Bevi!!”
Mia moglie lo guardò in viso esitando, poi prese il bicchiere e cominciò a bere. Sapeva che il bere faceva parte del lavoro che doveva svolgere e si doveva abituare anche se non le piaceva.
Nella successiva mezz’ora il bicchiere di Roberta fu riempito più volte, mentre Rocco e il suo
cliente chiacchieravano dello spettacolo e della musica della sala che si faceva sempre più alta.
“Venga! ...Andiamo a ballare” La invitò a un certo punto quell’uomo porgendo la mano a mia moglie e aiutandola ad alzarsi in piedi, che con quei tacchi era più alta di lui.
Andarono in pista e ballarono dei lenti con lui che le accarezzava i fianchi e quel vederla corteggiarla e stringerla mi dava inspiegabilmente fastidio più di quanto battesse, perché la eccitavano e coinvolgevano mentalmente e fisicamente, mentre sulla strada era tutto più distaccato, era una chiavata senza preliminari e via… senza attrazione emotiva.
Il locale intanto si stava rapidamente riempiendo, le luci divennero soffuse e basse e la musica di sottofondo dolce, sensuale molto orecchiabile e mentre mia moglie ballava con quell’uomo, Rocco si alzò e andò da altri clienti, compiendo com’era suo solito un giro per andare a salutare tutti.
All’improvviso vidi quell’uomo smettere di ballare, prendere mia moglie per mano e dirigersi
verso il tavolo attraversando la sala. In quel momento altre persone e ragazze entrarono in pista a ballare e per un momento sparì dalla mia visuale. La persi di vista per breve tempo, sparire tra la gente che affollava la sala, ma la rividi subito dopo ai bordi della sala che parlava sempre con quell’uomo distinto. Avevo l’impressione che fosse a disagio con lui e mi cercasse con gli occhi guardandosi attorno.
Mentre era sul bordo si avvicinò ancora Rocco che le passò il braccio sulla spalla e le bisbigliò
qualcosa che non potei capire, ma lei mi sembrava stupita a giudicare dalla faccia. Poco dopo quando il suo danzatore tornò a sedersi al tavolino, e lei era in piedi vicino a Rocco, arrivò un altro uomo sulla sessantina basso e grasso, un ometto che capii che le chiese:” Posso ballare con lei signora?”
Era un tipo molto basso arrivava alla spaglia a mia moglie slanciata su quei tacchi ed era chiaro il disagio che provava Roberta, ballando avrebbe dovuto osservarlo dall’alto in basso.
“No grazie”, risposte lei seccata.
“Ma certo che può!” Si intromise Rocco prendendola per un braccio quasi a passargliela e cederla quel signore. “Certo che balla! Su vai cara!” Disse.
Roberta era a disagio con quel tizio e intanto lui prendendola per la mano, la portò in pista.
La pista era piena di coppie di tutti i tipi, uomini di una certa età e donne giovani per lo più
rumene ed ucraine poco vestite che sicuramente non erano le mogli. La musica era lenta.
Mi alzai dallo sgabello del bancone con il bicchiere in mano e sorseggiando mi avvicinai al bordo della pista. Osservai quel piccolo uomo avvinghiato a Roberta con una mano appoggiata sul fianco e l’altra sulla schiena nuda, aveva un qualcosa di libidinoso e di perverso quella accoppiata.
Vederla in quell’ambiente con quell’ometto mi faceva uno strano effetto, mi dava una emozione che credevo non dover provare più e invece … un misto di gelosia ed eccitamento.
Aderenti ballavano i lenti, con lui che la stringeva arrivandole con la testa al decolté appoggiando il volto poco sopra il suo seno e notai la sua mano scendere lungo la schiena di mia moglie fino ad appoggiarsi quasi sul sedere accarezzandolo, mentre la teneva stretta e adesa a lui. Vidi il suo volto sudato appoggiato sul torace di Roberta, visibilmente infastidita.
Pensai:” Se tutto è proporzionale, Roberta potrà stare tranquilla, avrà un cazzetto e non so
nemmeno se riuscirebbe a chiavarla, per non parlare del godere, visto oramai com’è esigente lei in campo sessuale che di forme e misure di cazzi ne ha viste tanti…”
Feci un sorriso dentro di me pensando: “Con lui puoi stare tranquilla!” Quando sentii dire dietro di me: “Sempre bella e sexy tua moglie con quel abitino?” Mi voltai distogliendomi dai miei pensieri. Ed era Rocco che girava. Mi appoggiò la mano sulla spalla e risposi senza guardarlo ma osservando mia moglie: “Si ...è bella …” Dissi orgoglioso.
Intanto notai Roberta che veniva quasi passata, ceduta ad un altro signore vicino a lei, mentre quell’ometto con cui aveva ballato veniva verso di noi, me e Rocco.
“È nuova la signora?” Chiese con interesse senza considerarmi rivolgendosi a Rocco. Io mi voltai e lo guardai dall’alto al basso a quelle parole.
“E’ già stata qui tempo fa, ha fatto uno spettacolo di spogliarello.” Gli rispose:” Ma è ancora
all’oscuro di tutto!” Precisò.
“Bene! “Rispose quell’uomo piccoletto.” Quindi possiamo procedere?” Rocco annuì con il capo.
Non capivo cosa significava la frase:” … è all’oscuro di tutto…”, avrei dovuto chiedere qualcosa di più, ma l’ambiente e la serata mi sembravano tranquilli e continuai a bere il drink che avevo in mano e a guardare quelle ragazze e mia moglie ballare con l’altro tizio.
Quando anche l’altro uomo finì di ballare Rocco li invitò: “Venite… la serata prosegue nell’altra sala riservata. Oggi serata a tema!” Esclamò.
Vidi di nuovo quell’uomo piccoletto prendere per mano mia moglie che aveva lo sguardo
distratto e seguimmo Rocco con il suo codazzo di amici e puttane. Attraversammo tutta la sala e andammo davanti a una porta coperta da un tendone rosso dove un buttafuori corpulento osservandoci e salutando Rocco ci fece passare ed entrare. E ci ritrovammo in un ambiente completamente diverso con luci basse e soffuse, color rosso come le pareti tinteggiate, vi erano ragazze mezze nude che parlavano e fumavano in passaggi stretti e lunghi.
Tutto era impregnato da un’aria di lussuria estrema.
Ci misi un po’ a capire il “tema” della serata.
Camminando dietro di loro, osservai alle pareti quadri e disegni che raffiguravano scene di
dominazione di uomini su donne, alternati ad oggetti appesi ai muri come frustini, catene e collari. Vi erano altri uomini con il bicchiere in mano che come me vagavano per quei corridoi
accompagnati da ragazze entraîneuse vestite con abbigliamenti estremi, in pelle nera aderente.
Roberta sorpresa e stupita si voltò verso me e mi guardò.
“Oggi è la serata padroni e schiave” Ci informò Rocco sorridendo.
Non era difficile capire chi sarebbero stati i padroni e chi le schiave …tra cui mia moglie.
Vidi la preoccupazione negli occhi di Roberta e prima che dicessi qualcosa quel piccoletto che
la teneva per mano la esortò: “Venga, voglio farle visitare l’ambiente.” Roberta era intimorita da quel luogo e dai personaggi che si vedevano: “Guardi… non è il caso. “Intervenni io come marito, ma quel tizio mi guardò con fastidio della mia mia intromissione e Rocco prendendomi per un braccio mi portò indietro fermandosi a parecchi metri da loro.
“Non ti devi mai intromettere, assolutamente mai…capito!? Se no ti faccio sbattere fuori!”
“Ma io…!” Esclamai.
“Tu niente ...tu qui è come se non ci fossi! Questa gente paga molto bene per giocare e noi li
facciamo giocare...”
“Va bene!” Annui con il capo scusandomi, mentre sentivo quel tipo che diceva a mia moglie:
“Andiamo! Ti faccio conoscere lo spirito della serata.”
Camminando la mia attenzione fu attirata da una giovane ragazza che entrava in una stanza
lasciando senza volerlo la porta socchiusa. Mi avvicinai e curioso guardai. Restai sorpreso, era
una stanza normale con letto matrimoniale e divano adibita a set cinematografico, con molte
telecamere attorno che riprendevano una ragazza che chiavava con un suo coetaneo sopra il
letto matrimoniale e veniva ripresa da angolature diverse. E un tizio con una telecamera in
spalla si avvicinava e allontanava da loro zumando i particolari del viso godente, della
figa della ragazza o del cazzo di quel ragazzo.
C’era un tizio adulto, probabilmente rumeno, che diceva ad altre ragazze come comportarsi, era il regista. Capii che quella era la stanza di cui mi aveva parlato qualche ora prima Lea, dove giravano i video porno. E mi risuonarono in mente le parole: “Sa che produciamo anche video porno per l’estero ora!”
Guardai con stupore quei giovani che facevano gli attori con i loro cazzi di fuori e le attricette porno, tutte nude. “Chissà con quale promessa di fare qualcosa le hanno ingannate, e ora si ritrovavano lì a chiavare ed essere riprese dalla telecamera; e non senza un brivido di disgusto non riuscii a fare a meno vista la loro età, di pensare per un attimo a Valentina…la fidanzatina di mio figlio.
Qualcuno all’interno se ne accorse che guardavo venne e all’improvviso mi chiuse la porta quasi in faccia facendomi tornare in me, e non pensandoci più mi incamminai in avanti a raggiungere mia moglie.
All’improvviso in quella semioscurità arrivarono due ragazze vestite succintamente in pelle nera tipo fetish, che ridendo si misero a giocare dietro Roberta in quello stretto passaggio e una di loro con una rapidità incredibile tirandole le braccia dietro la schiena e unendole le mani, fece in modo che l’altra altrettanto veloce le mettesse ai polsi un paio di manette.
“Ma che fate??” Esclamò Roberta colta alla sprovvista e contrariata da quell’atto e da
quel gioco muovendo le braccia dietro e cercando di divincolandosi e senza riuscire a
disgiungerle e portarle davanti. Ma quegli uomini sorridendole le dissero: “E’ soltanto per gioco… stia tranquilla tra breve gliele togliamo.”
Mi preoccupai, quelle manette sembravano vere e all’improvviso senza che potesse più
impedirlo avendo le mani ammanettate dietro. Uno di quegli uomini tirò fuori dalla tasca della
giacca un collare di cuoio nero con l’occhiello dorato e glielo mise sorridendo, spostandole i
capelli dietro il collo e allacciandolo sul davanti per poi ruotarlo a mettere la fibbia di lato e
l’occhiello anteriormente e le agganciò un guinzaglio a catena.
Non era la prima volta che portava un collare, glielo aveva già messo Rocco molti mesi prima,
ma in quel luogo preoccupava, sapeva che il collare non portava nulla di buono essendo simbolo di sottomissione.
“Ecco, così è perfetta!” Esclamò con soddisfazione quel conoscente di Rocco.
Poi rivolgendosi a quell’ometto che aveva accanto, basso e grassoccio che l’aveva fatta ballare
poco prima disse passandogli il guinzaglio in mano: “L’affido a lei, le faccia fare un giro.”
Quel tizio fece un sorriso perverso squadrando mia moglie dalla testa ai piedi, ammanettata con le mani dietro la schiena e il collare alla gola.
“Venga, le faccio visitare l’ambiente”. Disse tirandola dolcemente.
Roberta pensava che fosse tutto un gioco che serviva a far divertire i clienti e non reagì, ma lui
per farla muovere e camminare come se fosse una cagna vera, diede un piccolo strattone al
guinzaglio obbligandola a fare un passo. Lei si fermò e lo guardò, ma lui divertito e deciso
diede ancora un altro piccolo strattone e mia moglie, esitando, cominciò lentamente a seguirlo. Vidi Roberta scomparire dietro il corridoio, mentre impotente era tirata per il collare da quel piccoletto sconosciuto e mezzo nano, e con il passo incerto per il buio e i tacchi alti essere portata a guinzaglio da quell’essere era di per se già perverso.
Un misto di rabbia ed eccitazione mi attraversò la mente.” Dove la portano ora?” Pensai.
Rocco mi guardò negli occhi, quasi a leggere i miei pensieri dicendo: “Tutto questo non ti eccita Carlo?”
“No!” Risposi seccato senza guardarlo, quasi a nascondere le mie emozioni nella penombra.
“Io invece sono sicuro di sì!” Mi rispose. “E ti posso assicurare che è lo stesso per tua moglie.”
Non replicai.
“Fai anche tu un giro tanto che io chiacchiero con questo mio amico!” Mi esortò:” Troverai
senz’altro qualcosa di interessante.” E sorrise, e così dicendo si allontanò assieme a quell’uomo.
Mi guardai attorno e non vidi più Roberta: “Dov’è finita mia moglie?” Pensai.
Non la vedevo più tra il semibuio e quella gente che affollava quel piccolo passaggio.
Fui preso da un senso d’angoscia e bestemmiai dentro di me:” Porco… ma ce ne sempre una!!?” Pensai.
Dovevo trovarla e mi incamminai per quegli affranti. Quella zona del locale di cui Rocco mi aveva già parlato all’inizio della nostra prima presenza nel suo night club, era un piccolo labirinto di passaggi poco illuminati che si incrociavano e portavano a delle stanze.
Nella mia ricerca incrociavo signori di mezza età e giovani donne poco vestite, ma di mia moglie nessuna traccia.
Agitato e apprensivo di ritrovarla continuai a camminare guardandomi in giro, vedendo e
curiosando un po' in tutte quelle camere della perversione, finché con mia stessa sorpresa la vidi in una di quelle stanze illuminate, davanti a un bancone che osservava manette, frustini e cose del genere esposte ai clienti. Aveva sempre le braccia dietro la schiena e i polsi ammanettati che le lasciavano il dorso delle mani contro il sedere.
Quel piccolo ometto tenendola sempre a guinzaglio le stava descrivendo gli oggetti esposti ed il loro uso. Decisi di seguirli e di tenermi a distanza per non perderli d’occhio e vidi che si infilarono in un passaggio incontrando altra gente.
“E’ la sua schiava?” Chiese uno dei due signori incrociati rivolgendosi a quell’ometto che aveva
mia moglie al guinzaglio.
“Sì è una schiava, ma non è mia è del signor Rocco, la porto a conoscere il nostro settore
riservato.” Lo informò. Sorrisero annuendo con il capo.
“Bene! È molto bella e matura … spero di rivederla presto.” Disse quell’uomo osservandola dalla testa ai piedi mentre quel piccolo ometto schifoso sorridendo le diede uno sculaccione sul sedere per farla camminare.
Finito il semibuio di quei passaggi entrarono in una stanza illuminata già con la porta aperta e
vidi quell’uomo mentre indicava a mia moglie di accomodarsi su una sedia al centro della stanza da dove dall’alto pendevano cinghie di cuoio e corde.
Senza rendersene conto nei movimenti e in quel suo ondeggiare il corpo si scopriva le cosce
completamente mostrando la balza delle calze pinzata dalle mollette del reggicalze alla vista di quegli uomini presenti, rendendola più erotica. Quando si sedette giunsero altre persone e si accomodarono in poltroncine disposte attorno a lei alla distanza di due metri.
Non erano molte le persone, una decina, si intuiva che era una specie di evento per poche persone selezionate. Incuriosito dalla situazione mi accomodai anch’io, sedendomi in disparte.
Vidi arrivare Rocco che come un presentatore portandosi al centro della stanza presentò mia moglie: “Cari soci e cari amici, questa sera diamo il benvenuto ad una nuova aspirante schiava. Lei si chiama Susy, è mamma e moglie e ora ve la presento.” E facendo un cenno a quell’omuncolo basso e grasso a fianco a lei, tirandola per il guinzaglio la fece alzare dalla sedia, mettendola sotto le cinghie pendenti. E mentre Rocco parlava quell’omuncolo le restò vicino iniziando a togliersi la giacca e a tirarsi su le maniche della camicia.
Non capivo cosa avesse intenzione di fare. Quegli uomini bavosi e perversi ammiravano mia moglie sui tacchi alti, fasciata nel miniabito rosso elasticizzato che lasciava vedere tutto o direttamente o in trasparenza come il seno e i capezzoli che sporgevano di più spinti in avanti dalle braccia ammanettate dietro la schiena. E come un venditore iniziò a mostrala descrivendola: “… Susy è una signora quarantatreenne, ancora molto bella di suo, matura e attraente da come potete osservare. “
Sembrava di essere in un film, dove in quei suck dei mercati arabi si esibivano e si vendevano
le giovani schiave, una scena da quadri di Jan Leon Gerome e provai un brivido misto a paura
ed eccitazione.
Roberta sembrava assente e si limitava a tenere lo sguardo basso e Rocco continuò: “Ora la lascio nelle mani di questo signore che c’è la mostrerà sotto tutti i suoi aspetti.” E si andò a sedere anche lui in una poltroncina.
Si avvicinò quella specie di nanerottolo con le maniche della camicia tirate su oltre il gomito e si portò dietro lei, si alzò quasi in punta di piedi per arrivare con le braccia tese in alto e sganciò la chiusura del vestito dietro il collo, che di colpo cadde in avanti mostrando le sue mammelle gonfie ai presenti e si sentì un: “Oooooohhhhh!!!!!!” Di stupore e meraviglia.
Poi sempre da dietro, prese l’abitino sui fianchi e lo tirò giù con forza fino ai piedi, lasciandola soltanto con le calze e reggicalze nere, sopra le scarpe con il tacco alto. Una ragazza tolse il suo vestito da sotto i piedi.
Nel vedere mia moglie nuda davanti a quegli uomini che la osservavano con desiderio provai
un senso di vertigine, la scrutavano sul sesso depilato e osservavano la sua lunga fessura dischiusa.
D’istinto anche se era una donna navigata in una ricomparsa di pudore giovanile e materno le
venne da chiudere le gambe per impedire che quegli uomini vedessero il suo sesso. Ma servì a poco, quell’ometto dandole dei colpetti piccoli ma dolorosi sul fianco e tirandola per il guinzaglio la fece ruotare con la schiena a quel pubblico di depravati e spingendola dietro le
spalle la fece piegare a novanta gradi, in modo da esibire il suo sedere meraviglioso agli
spettatori, che sotto al termine del solco intergluteo tra le gambe strette, lasciava intravvedere la fessura della figa.
Dopo averla esibita posteriormente quell’ometto colpendola con il manico di cuoio del
guinzaglio le fece alzare il busto e rigirare davanti con il sesso verso quel pubblico depravato.
fece cenno a due ragazze vestite di pelle nera ferme sull’uscio della stanza che entrarono, la presero e le tolsero le manette, facendole passare le cinghie sotto le ascelle tenendole tese e la legarono lasciandola
appena sollevata. In punta di piedi. Poi si allontanarono.
Quell’ometto grassoccio si avvicino, era già sudato dall’eccitazione e iniziò ad accarezzarle la
pelle su tutto il corpo come a esaminarla. Prese nella sua piccola mano la grossa mammella di mia moglie sostenendola, e facendola debordare tra le dita la soppesò e strinse, facendole avere una smorfia sul viso. Prese un capezzolo tra le dita e lo tirò, procurandole un gemito. Poi accarezzandola passò le dita sulle braccia a sfiorarla giù fino ad arrivare ai fianchi e poi ai
glutei accarezzandoli e tastandoli nella sua pienezza e morbidezza. Con la sua piccola mano le accarezzò la figa e con un colpo ripetuto del suo piede tra i suoi le
fece divaricare le gambe.
Una di quelle ragazze che l’avevano appesa alle cinghie, versò sul palmo della mano di
quell’ometto del liquido, del lubrificante che lui spalmò su tutta la mano destra, dita e dorso
compreso; appoggiò un dito lungo il solco dischiuso della sua fessura e cominciò a massaggiarla su e giù.
Uno strofinamento costante, sempre più deciso che arrivò fino al clitoride sfregando su di esso, iniziando a procurarle piacere, fino a quando il suo dito medio scomparve nella vagina iniziando a masturbarla dentro e fuori, prima lentamente poi sempre più velocemente mentre lei perdeva la rigidità muscolare iniziale incominciando a provare piacere lasciandosi andare di più e a divaricare le gambe.
Si vedeva nel suo viso godente che apprezzava il piccolo dito di quell’uomo in vagina, finché
iniziò a emettere sospiri di piacere ansimando. Senza quasi accorgersene furono due le dita che entrarono in lei e scomparvero dentro per riapparire subito dopo in un avanti e indietro.
Intanto alcuni spettatori eccitati, tirando fuori il cazzo dai pantaloni iniziarono a masturbarsi
mentre l’ometto la ditalinava. A vedere tutte quelle erezioni di cazzi puntati verso mia moglie, mi turbai anch’io.
A un certo punto le dita dentro la vagina diventarono tre e la vidi fremere scossa da brividi di piacere, mentre i suoi spettatori sempre eccitati masturbandosi osservavano le sue reazioni.
Quel piccoletto continuò a penetrarla con le dita che divennero quattro prima uno sopra l’altro, come una lama e poi stringendoli assieme come un cono tronco e le muoveva sempre più veloci e mia moglie si lasciò andare dal piacere restando tenuta eretta dalle cinghie. In quel momento credo che capì cosa stava avvenendo e fare di quell’uomo e gridò: “Noooo!... Noooooo!”
Ma oramai era tardi, ebbe un orgasmo, forte e violento e si mise a tremare ansimando e
gemendo. All’improvviso tirando fuori le quattro dita, mise il pollice tra loro e le chiuse in un
pugno, spingendo tra le sue grandi labbra divaricate e lubrificate facendolo entrare dentro.
Nel sentirsi penetrata da quel pugno Roberta diede un colpo di reni dondolando appesa alle
cinghie e gridò ancora:” Nooo! Noo!”
Ma con meno enfasi e convinzione di prima, dal viso si notava che incominciava a piacerle
Ero incredulo, le aveva infilato un pugno nella figa e la stava chiavando con quello, era una
pratica di feesting e quell’ometto cominciò a possederla in quel modo ridendo, con il pugno fino al polso dentro lei, nella sua vagina come se fosse un grosso cazzo.
Roberta non capiva più niente a sentire quel pugno in vagina che le dava piacere e iniziò a urlare forte: “Aaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!” “Sssssssssssiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
“E’ bellooooooooo!!! È belloooooooooooooo!!!!” “Aaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!”
Allargando di più le gambe finché il piacere la fece scuotere tutta violentemente facendole traballare le mammelle e le natiche tenere, procurandole brividi in tutto il corpo finché non le cedettero le gambe restando appesa alle cinghie.
Prontamente intervenne una ragazza che prendendola da dietro per le ascelle sudate la tenne
eretta e un poco sollevata mentre quell’uomo continuava con quel feesting perverso a farla godere e urlare. “Aaaaaaaaaahhhhhhh!!!!!!!!!!!!! …Bastaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!! Ancoraaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!”
Non sapeva più cosa dire non capendo più niente e mentre lui spingeva il pugno dentro la sua
figa, quegli uomini eccitati guardavano masturbandosi e anch’io assurdamente eccitato mi unii a loro, tirai fuori il mio cazzo duro e mi misi a masturbarmi. Finché con un urlo di piacere non si lasciò andare ancora scuotendosi tutta e lasciando il capo penzolante trattenuto dalla ragazza. Poi quell’uomo lentamente lo tirò fuori dalla vagina, mostrandolo al pubblico ancora il pugno come una grossa cappella bagnato di umori, che applaudì in un lungo battimano:
“Bravooooo!!!!!!...Bravoooooo!!!!!” Urlavano, mentre lui aprendo le dita una ad una le mostrava zuppe di umori di piacere vaginale, lasciandole la figa divaricata in modo impressionante che lentamente cercava di richiudersi, con la vulva bagnata e imperlinata di piacere.
Slacciata dalle cinghie e dalle corde, le rimisero le manette con le mani dietro e accompagnata fu fatta avvicinare a quelle persone sedute con i loro cazzi duri in mano, davanti a loro, per la spossatezza non le reggevano le gambe. Qualcuno di quegli uomini aveva già eiaculato, altri no, accomodati sulle poltroncine la guardavano e a un cenno non so di chi fu sospinta davanti al più anziano.
Questi continuava a masturbarsi lentamente osservando con avidità il corpo di mia moglie.
Quell’omuncolo tirando il guinzaglio verso il basso la fece inginocchiare davanti a lui. Era una situazione strana ed eccitante tra i giochi di luci rosse dei faretti e il sottofondo musicale. La osservavo attento e il fatto che quegli uomini la guadassero eccitati, eccitava anche me.
Mi sentivo pervaso da una esaltazione silente che quasi mi toglieva il respiro, avevo l’erezione
continua. L’unica cosa che riuscii a fare fu quella non visto di avvicinarmi di più nella penombra, per osservare meglio la scena. Quell’anziano aveva un cazzo grosso in circonferenza anche se non lungo.
Mia moglie lo guardò con fastidio e distolse lo sguardo disturbata, ma quell’ometto tirandola ancora per il guinzaglio con uno sguardo perfido, le portò il viso sopra la sua cappella.
“Succhialo!” Esclamò, ma Roberta disgustata di quell’asta tozza tra peli grigi e bianchi voltò
il capo dall’altra parte. L’anziano posando una mano sulla parrucca, la fece voltare e spinse il suo capo verso sé, sfiorandole le guance con la cappella e lo appoggiò sulle labbra spingendole con più forza il capo con una mano dietro la sua nuca e tra la sua contrarietà e resistenza la penetrò in bocca sussurrando ancora: “Succhialo!”
Ero intrattenuto nel vedere mia moglie intenta a fare un pompino a quel vecchio. Lasciandosi coinvolgere vidi le labbra di Roberta che cominciarono a scivolare su e giù per l’asta insalivandola. Oramai sapeva fare bene i pompini e si vedevano le guance in depressione quando succhiava e si muoveva ritmicamente ed io osservavo il cazzo dell’uomo scomparire e ricomparire con tutta la sua cappella nella bocca di mia moglie.
Era una scena perversa, dopo aver subito il feesting da quel nanerottolo ora era costretta,
inginocchiata, con le mani sempre ammanettate dietro la schiena e le spalle che le dolevano a
fare un pompino ad un anziano, mentre altri osservavano sorridenti e divertiti masturbandosi.
Quella pratica durò diversi minuti, fino a quando il vecchio con una smorfia senile si irrigidì
iniziando a eiaculare. Fiotti di seme bianco le arrivarono in bocca e lei staccandosi dal glande, sputando e tossendo cercò di espellere dalle labbra e dalla lingua lo sperma senile.
Vidi all’improvviso un altro uomo più giovane farsi avanti, Roberta non ebbe nemmeno il
tempo di respirare che subito le infilò il cazzo in bocca al posto del vecchio, in maniera lesta iniziando a farselo succhiare.
All’improvviso vidi anche gli altri alzarsi e portarsi attorno a lei continuando a masturbarsi e uno alla volta mentre stavano per venire, si avvicinavano al suo volto e con un colpo di reni
portavano avanti il bacino e la loro asta di carne dura vicino alla faccia di mia moglie e gli sborravano in viso e addosso in una sorta di bukkake...
Io rimasi immobile a osservare incredulo, uno ad uno si avvicinavano masturbandosi e le
Eiaculavano addosso, era incredibile. Aveva il viso ricoperto di sperma, così le spalle e il seno e anche la parrucca era macchiata di seme.
Mi guardai attorno, disorientato. Avevo appena visto una pratica di bukkake giapponese su mia moglie, ne avevo sempre sentito parlare e vista in qualche video, ma mai nella realtà, ed era eccitante. Anch’io non resistetti e non visto da lei, da dietro le sue spalle, come quegli altri uomini mi avvicinai e masturbandomi le sborrai sulla schiena e sui capelli.
Era una vera goduria.
Non riuscivo quasi a crederci di quello che avevo fatto e stavano compiendo gli altri su di lei.
“Non può essere successo davvero. “Mi dicevo, l’avevano oltraggiata e insultata con il loro
sperma, eppure provavo una sorta di soddisfazione che mi scuoteva le viscere.
Al termine le due ragazze vestite in pelle nera la presero nuovamente sotto le ascelle, la alzarono e togliendole le manette l’aiutarono ad allontanarsi probabilmente nel loro camerino. E mentre quei pensieri e visioni mi tormentavano, mi accorsi che la saletta si era lentamente svuotata.
Rimasto solo, mi allontanai anch’io, deciso a raggiungere mia moglie. Feci tutti i vari passaggi controllando nelle varie stanze, vedendo altri numeri di altre donne con uomini attorno, finché varcai la porta che separava quella zona del locale dalla sala vera e propria. E dopo aver scrutato la sala per parecchi minuti tra musica assordante e ragazze rumene svestite,
vidi Roberta vicino al bar che si sedeva a un tavolino vuoto. Aveva altri abiti e un’altra
parrucca, nera questa volta, era pulita ed era stata truccata ancora. Mi avvicinai e mi sedetti vicino a lei, gli sorrisi e lei fece lo stesso. “Non ti avevo riconosciuta così!” Dissi:” Sei cambiata!”
“Si lo so!” Rispose.
Restammo un po' a chiacchierare fino a quando Lea non le fece cenno che era arrivato un signore, allora si alzò e si diresse verso lui dicendomi: “A dopo!”
Restò un’ora al tavolino e a ballare con quel cliente e poi la vidi appartarsi, probabilmente andarono in qualche stanza a chiavare. Quando ritornò era tardi, c’era meno gente…
“Se volete andate pure via ...” Disse Lea:” Vatti a cambiare Susy ci vediamo domani!”
Andò nel camerino, si cambiò, rimise i suoi abiti e uscimmo, giunti a casa andò in bagno a lavarsi e poi a letto e si addormentò subito.
Io invece pensai e ripensai a quello successo nella serata.
“Forse meglio così che battere!” Mi dissi.
Ma non sapevo ancora a cosa andavamo incontro, sia lei che io e i nostri cari… cosa ci aveva preparato il fato.
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