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STORIE E RACCONTI EROTICI

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LA DEGERAZIONE DI UNA MOGLIE FEDELE 

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VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI

 

DEGENERAZIONE DI UNA MOGLIE FEDELE

 

Una vera signora insieme ai suoi vestiti si spoglia della dignità e compie del suo meglio per non apparire puttana. Anche se in altre occasioni è pudica e dignitosa, moglie e madre modello come richiede la sua immagine sociale.

M.G.

 

Cap. 10 LA VISITA INASPETTATA

 

Dopo quella sera e quello spogliarello con esibizione non voluta e subita con l’inganno da parte di mia moglie, passarono alcuni giorni, tra l'ansia e il tormento di quello che era successo e soprattutto che sarebbe potuto succedere ancora.

Roberta era inquieta, non riusciva a calmarsi e a capacitarsi di quello che l’avevano costretta a

fare su quel palco nel night.

Io avevo cercato più volte Rocco nel bar e in quel suo night maledetto, l’avevo chiamato molte

volte al cellulare ma non rispondeva, volevo mettermi in contatto con lui, parlargli, chiedergli

spiegazioni di quello successo quella sera, del suo spettacolino fuori programma, con quella

passerella non concordata, delle nuove fotografie e che intenzioni avesse nei nostri confronti e soprattutto su mia mogie. Ma niente, la vocina del cellulare mi diceva sempre che in quel momento era irraggiungibile e non si faceva trovare fisicamente neanche al night club quando lo cercavo li.

Passato il momento di euforia ed eccitazione che avevo provato quella sera nel vederla desiderata da tutti quegli uomini, ero preoccupato anch’io. Roberta era spaventata, la nostra posizione dopo quella serata, invece di migliorare era peggiorata, ora non avevano solo fotografie di mia moglie vestita in abiti succinti e volgari su un marciapiede, ma le avevano con lei completamente nuda, circondata da altre ragazze nude, su un palco da striptease.

L’avevo rassicurata e tranquillizzata che avrei pensato a tutto io, convinto di poter gestire tutta quella nuova faccenda e manipolare Rocco e lei si sentiva tranquillizzata delle mie rassicurazioni, ma non ci riuscivo, sinceramente non sapevo né cosa fare né come fare.

Rocco al contrario di quel che pensavo che si sarebbe fatto subito avanti, era introvabile,

come lo stesso quella Lea, sembravano spariti nel nulla e nessuno sapeva niente di loro nel

locale, né le ragazze che vi lavoravano come conigliette o spogliarelliste, né il personale di

sala e di bar. Nessuno sapeva dov’erano, ne se sarebbero tornati. Sembrava tutto così assurdo.

“Forse sono andati in Calabria al paese di Rocco!” Disse qualcuno, ma sapevo che non era

vero. Finché un giorno nelle mie ricerche, mi giunse all’orecchio detto da qualcuno falsamente, la voce che erano scappati, fuggiti perché avevano problemi con “la legge”, come dicevano

loro.

Io e Roberta ci rassegnammo e tornammo alla vita di prima, di tutti i giorni, senza più parlare

di quella serata e senza nemmeno fare sesso, per paura di ricordarla. Non averlo potuto contattare, ci fece pensare erroneamente che il pericolo fosse passato o meglio non ci fosse più. I giorni che seguirono smorzarono la nostra tensione e preoccupazione verso

di lui e iniziò a infondersi in me un certo ottimismo che trasmettevo anche a mia moglie, che

forse non li avremmo più rivisti davvero e che comunque se un giorno sarebbero tornati, non

saremmo restati passivi, ma avremmo reagito. Iniziammo a credere davvero che probabilmente lui, per qualche motivo a noi sconosciuto era sparito perché ricercato e quindi la nostra preoccupazione scemava ogni giorno sempre di più, fino quasi a dimenticarla, ritornare a sorridere con Roberta, a rifare l’amore e alla vita di tutti i giorni, anche se avevo sempre l’intenzione di trovare quelle fotografie.

Qualche settimana dopo, una mattina mentre ero al lavoro, Roberta mi chiamò sullo smartphone, era agitata e mi disse con voce rotta dall’emozione e dal timore: “Calmati!” Le dissi:” … dove sei?”

” Sono sul lavoro. Poco fa è passata da qui una di quelle ragazze rumene ...una entraîneuse di quel locale…!!” Esclamò proseguendo:” Che ricordo di aver visto nel night di Rocco quella sera che facevo la coniglietta e quella maledetta sfilata.”

“Be?!... E cosa voleva?” Chiesi io non dando importanza al fatto.

“Si è avvicinata al di là del vetro e ha chiesto di potermi parlare. Le ho chiesto cosa volesse e lei mi ha risposto:< Venga e nel suo interesse…> così uscita dall'ufficio e le sono

andata incontro. Puoi capire con che imbarazzo e stato d'animo mi sono avviata visto il modo in cui era vestita, con minigonna, capelli biondissimi e lunghi e su tacchi altissimi che tutti la guardavano, i clienti e anche le mie colleghe e soprattutto i colleghi.

Le domandai cosa volesse da me e lei senza dire nulla mi ha consegnato una busta, dicendomi

Soltanto nel suo italiano storpiato:” Da parte del sig. Rocco!”

“Mi sono venuti i brividi sulla pelle a sentire quel nome!” Disse interrompendosi.

“E poi?? “Chiesi io attento.

“Me l’ha passata in mano, io l’ho presa e lei si è girata e se ne è andata via subito, senza neanche salutare. “

“Embè…!! Cosa c’era nella busta? ...L’hai aperta??” Domandai curioso e interessato. E lei proseguì: “Con ansietà fingendo che era una busta da spedire sono corsa in ufficio, avevo un cattivo presagio, difatti quando l’ho aperta vidi che conteneva un cd e cinquecento euro in banconote da cento.”

“Cinquecento euro??” Mormorai stupito.

“Si!” Rispose lei.

“Ma hai guardato cosa conteneva il cd !?” Domandai sempre più curioso anche se a quel punto lo immaginavo.

“Si! “Rispose:” Tremante e curiosa, prima ho chiuso la porta a chiave dell’ufficio, poi lo introdotto subito nel lettore del mio pc, ho aspettato che si caricasse, ho aperto la cartellina ad icona e sono restata sbalordita e incredula dal contenuto. All'interno c'erano le mie fotografie nuda scattate la sera della sfilata, con la maschera sul palco e senza nel camerino. “Seguì una lunga pausa di esitazione …di silenzio.” Ci sei amore??” Domandai, chiamandola anche:” Roberta!!”

“Si ...sì! Ci sono Carlo, stavo pensando.” Rispose.

“Erano fotografie...” Aggiunse:” ...fatte dalla sala, sul palco con la maschera e le altre ragazze che mi tenevano, mentre ero nuda e sconcia su quei tacchi e quegli uomini lascivi in piedi cercavano di toccarmi allungando le mani.” Fece ancora una pausa: “E poi ancora io, mentre rientravo dal retro palco nello spogliatoio, nuda e senza maschera. Con quella Lea vicino che rideva insieme alle ragazze.”

Restai in silenzio, non sapevo che dirle e capii dal tono della voce e dalle sue pause e silenzi che lei era disperata.

“Carlo cosa significa questo cd con le mie foto nuda ?!.... Sono preoccupata, che vogliono fare?

Cosa vogliono ancora da noi, ci vogliono ricattare? ... Perché non ci lasciano in pace!?"

“Stai tranquilla amore che non cederemo ad alcun ricatto, vogliono solo spaventarci!” Replicai

io esortandola:” ...e se ritornasse quella ragazza, non andare più da lei e da nessun altro che si

presentasse di quel locale e nel pomeriggio poi ne parleremo con calma…. Ora stai tranquilla togli subito il cd dal pc e mettitelo nella borsa con la busta e ritorna a lavorare serena ...Un bacio amore!”

“Un bacio anche a te!!” Replicò agitata.

Avevamo tutte e due da fare nei rispettivi uffici, io avevo dei clienti e lei pure che l’attendevano, così ci salutammo.

Trascorsero due orette circa e mi chiamò ancora, quando rividi sul display del mio smartphone la chiamata con il suo nome, Roby, risposi subito:” Ciao amore, dimmi!!”

“Ciao!” Rispose lei con voce bassa e malferma.

“Guarda che qui in ufficio postale ci sono quei due ...” Subito non capii e domandai:

“Quali due? “

“Quelli dell'altra sera, quel terrun, di quel Rocco con quella sua amica logia (puttana) di Lea.

Sono nell’ufficio postale dove lavoro. Mi è venuto un colpo Carlo quando li ho visti e sono

entrata subito in agitazione...”

“Stai calma!... Cosa vogliono? Ti han detto qualcosa? “Chiesi preoccupato.

Roberta non rispose subito, fece una pausa e proseguì: “No!!… non mi hanno detto nulla, li ho guardati a lungo ammutolita, seminascosta dal vetro, incapace di muovermi. Avrei voluto fuggire ma non ci riuscivo. Quell’essere piccoletto e orrendo con quella donna grassa e volgare, si guardavano attorno nella sala del pubblico dell’ufficio postale. E mi sono chiesta:

< Che cosa ci fanno qui quei due! Prima la loro ragazza rumena e ora loro, che vogliono? >

Rispondendomi da sola: < Probabilmente hanno scoperto dove lavoro e sono venuti qui a

importunarmi! > E intimorita, il primo gesto che ho fatto è stato quello di chiamarti Carlo, ho

preso il cellulare e composto il numero facendo un grande respiro per attenuare la mia ansia.” E termino di parlare.

“Hai fatto bene amore!” Risposi: “Ma ti hanno detto qualcosa? “Chiesi ancora.

“No però ora mi hanno vista e mi stanno guardando!... Oh Diooo Carlooo...prima quella ragazza che mi ha dato la busta e ora loro!!” Esclamò preoccupata.

Non sapevo che fare né che dire, l’ufficio postale dove lavorava lei era dall’altra parte della

città e ci avrei messo un’ora a raggiungerlo.

“Tu fai finta di niente Roberta, di non averli visti e se non ti dicono niente, tu non dire nulla, non puoi certo mandarli via dall’ufficio postale, forse saranno lì per fare qualcosa.” La incoraggiai cercando di tranquillizzarla. Ripetendole per precauzione: “Tu comunque vedi se ti dicono qualcosa, ascolta ma non rispondere e chiamami subito di nuovo, ma non credo che parleranno con te. Stai tranquilla che non succederà niente.... “E mentre dicevo così, mi interruppe dicendo: “Ora ti lascio che c'è il direttore che passa! Ciao amore.”

“Ciao! Ripetei preoccupato e lei spense il cellulare interrompendo la linea, dicendomi poi

nella sua seconda telefonata informativa che mi fece, che quel gesto sembrò quasi un segnale per Rocco, che le fece segno con la mano di andare da lui, muovendola nell’aria verso sé.

Con riluttanza Carlo mi avvicinai al vetro divisorio chiedendole cosa volesse.

<Cosa c’è? > Chiesi con un’aria seccata e di superiorità...cercando di nascondere il mio timore.

<Le devo parlare signora Roberta! >Rispose Rocco.

“Ero imbarazzata Carlo: <Non qui! Mi aspetti fuori che arrivo. > Gli dissi guardandomi attorno con disagio per timore che mi vedessero parlare con quell’uomo.

Rientrai e chiese un attimo la sostituzione a una mia collega, con il pretesto che andavo a

cambiare il disco orario in auto, perché mi avevano detto che c’era il vigile in zona. Così

passando dal settore del personale uscì dal retro e facendo il giro dello stabile mi avviai verso loro incontrandoli nella via davanti all’entrata dell’ufficio postale.

< Allora mi dica? Ho poco tempo devo rientrare subito al lavoro, cosa volete? > Chiesi con voce

decisa, mostrando falsamente una fretta che non avevo.

Rocco sorrise:

< Buongiorno cara signora Roberta!> Ribatté calorosamente con educazione :< È un po’ che non ci vediamo, ma è sempre un piacere rivederla, ed è sempre più bella, le faccio i miei

complimenti!>

< Peccato che il piacere di rivederla non è reciproco e io non possa dire altrettanto! > Replicai

seccata con rabbia, ma prevalse poi la mia educazione: < Comunque buongiorno anche a lei! >

E mentre ero lì con loro sulla strada, mi chiesi se avessi fatto una cosa giusta ad uscire e dargli

quell'importanza che tu mi avevi detto di non dargli solo pochi minuti prima. Non avevo

seguito il tuo consiglio Carlo e mi ero pentita, ma oramai ero lì con loro a parlare.

“Forse sarebbe stato meglio non esporsi e non dare confidenza a quella gente lì!” Pensai ormai

troppo tardi, ma non volevo farmi vedere dentro l’ufficio postale con loro e tanto meno

timorosa di essi e mi rapportavo con aria di sfida e superiorità.

“Me lo immagino! “Gli dissi al cellulare:” E poi cosa hanno fatto?” Chiesi, facendola continuare.

“La signora Lea non parlava, stava vicino a lui solo ad ascoltare, guardandomi fissa, con la sua

faccia da logia (Puttana), sentendomi scrutata dappertutto da quella donna.

< Ha un aspetto bellissimo questa mattina signora Roberta!> Esclamò Rocco con un sorriso malizioso :< Si vede che questa notte ha dormito bene. >

< Si grazie, io dormo bene alla notte, ho la coscienza pulita, ma spero che non mi abbiate fatto

uscire per questo? >Risposi frettolosa.

Ma Rocco iniziò a parlarle sempre educatamente: < Scusi l’urgenza dell'incontro …>

D’un tratto fui presa dal panico e dall’agitazione a trovarmi a parlare con loro da sola, senza

di te, avevo paura di essere vista dai colleghi e il cuore mi batteva fortissimo, facendomi fare

lunghe escursioni respiratorie, che mi muovevano il seno, alzandolo e abbassandolo ai ritmi

elevati di quella respirazione agitata e questo mi disagiava ulteriormente visto che lui mi fissava sotto la camicetta verde che indossavo. E oltre a osservare il seno muoversi, capiva che ero in imbarazzo e timorosa e per reazione diventavo più aggressiva.”

Si fermò ancora un attimo e riprese con la voce rotta dall’emozione: “Tu sai che non mi piace quell’uomo, per il suo aspetto fisico orrendo, la sua faccia butterata che alla luce del giorno si evidenziava di più e anche per il suo lavoro, quello di sfruttare le donne facendole prostituire e per di più i meridionali a parte te, non mi sono mai piaciuti.” Disse dall’altro capo del mio smartphone. E Roberta, come una pettegola di paese o una donna intimorita con la voglia di raccontare tutto, continuò: “D’istinto mi misi con le spalle verso il muro, in modo da poter vedere tutto intorno a me e se qualche collega mi osservasse dall’interno dell’ufficio postale o qualche conoscente dei negozi vicini mi vedesse con loro, dicendo seccata a Rocco :< Su, mi dica che non ho tempo da perdere, devo rientrare, mi aspettano!> Esclamai con malcelata freddezza.

E Rocco iniziò: < Ho voluto incontrarla ancora per parlarle del suo rapporto commerciale con noi, e per chiederle di valutare la possibilità di prendere in considerazione di lavorare con noi!> A quelle parole restai sconcertata e frastornata e farfugliai solo:

< Come rapporto   commerciale e lavorare per voi…?? > Ma Rocco continuò:< Si, ho intenzione di offrirle un accordo di lavoro vantaggioso e le assicuro che sarà rispettata, anche nel nostro ambiente ci sono regole non scritte! >

Ascoltavo sbalordita quello che diceva, che mi proponeva, con il cuore in gola, ero scioccata a

sentire quelle parole, quelle offerte da quella laida persona che aveva di fronte. Ero incredula di quello che ascoltavo e mi chiedevo come si permettesse di venire qui dove lavoravo io

onestamente a propormi un lavoro osceno e perverso. Lui mi guardava con occhi maliziosi, mi si avvicino e trattenni il respiro, ero come in apnea, per la sorpresa e la conoscenza di quella proposta.

< Cara signora! > Disse con voce tranquilla: < In questo momento le cose sono difficili per tutti,

ma soprattutto per voi, lei sa che abbiamo le sue fotografie ed è come un debito nei nostri

confronti!>

< Un debito nei vostri confronti? Perché? > Gli domandai farfugliando.

E lui fu molto esplicito: < Perché volendo potremmo farvi del male, ma non lo vogliamo! > Precisò subito. E mentre parlava notavo che non mi toglieva gli occhi di dosso e avvertivo il suo respiro con quelle boccate di fumo della sigaretta elettronica alla vaniglia. Sentivo mancarmi l’aria e il respiro diventare ancora più affannoso a seguito delle parole ascoltate. “

“Ma come è finita ??” Chiesi:” Cosa hai fatto tu??”

“Io…” Rispose continuando: “Niente, lui nel mio silenzio e smarrimento approfittò appoggiando la sua mano sulla mia spalla come per rincuorarmi, non smettendo di guardarmi il seno che si muovevano con un ritmo sempre più elevato, mettendomi fortemente in imbarazzo. Poi come svegliatami da un torpore, ebbi uno scatto e passando in mezzo a loro e ai loro stupidi sorrisetti esclamai: < Ma voi siete pazzi! Si figuri se io vengo a lavorare in un locale del genere e soprattutto per lei. Ma come vi permette di propormi queste cose, di importunarmi, minacciarmi sul posto di lavoro, qui non siamo al vostro paese! > Esclamai in un attimo di rabbia e orgoglio e voltandomi dandogli le spalle mi sono allontanata dicendogli:

< E non permettetevi mai più di venire a importunarmi sul lavoro, se no vi denuncio.>

Ho visto con la coda dell’occhio le loro facce restare male, non si aspettavano una mia

reazione così decisa e risoluta, e sentii continuare dire a quel terrun del Rocco abbozzando il suo solito sorriso ironico sulle labbra mentre mi allontanavo da lui:< Cara signora quanta fretta! ...Siamo qui per parlare o no?>

Ma li ho snobbati < Ma vai al menga!! > Ho pensato, continuato ad andare per la mia strada.

Ho fatto bene Carlo!??” Mi chiese.

Li per lì dissi di sì, ma sapevo che non era una bella cosa litigare con loro, ma conoscevo

Roberta e per carattere aveva sempre un atteggiamento esuberante. Proseguendo a spiegarmi

mentre pensavo: “E appena arrivata nell'ufficio postale, ti ho nuovamente telefonato subito e ora sai… e sono qui con te.” Dichiarò Aggiungendo: “Quel porco bastardo, ha detto che mi dovevano parlare lui e la sua amica e sono uscita con educazione e rispetto e hai visto cosa volevano? Che andassi a fare la cameriera o la spogliarellista in quel postribolo di puttane…!!!” Esclamò con rabbia. 

“Ora calmati!! “Dissi e le risposi: “Che cosa pensavi volessero da te quella stronza e quel mezzo mafiosetto?? Credevi che sarebbero bastati i tuoi begli occhioni o le tue curve a convincere quel maledetto cafone?”

“Hai ragione, non dovevo uscire a parlare con loro, ora sono pentita, ma l’ho fatto solo per

educazione.”

“Va bene, ma poi loro cosa hanno fatto? Li hai lasciati in mezzo alla strada?”

“Si e una volta dentro ho guardato di nascosta tra le sbarre di una finestra a vetri e ho visto

che si allontanavano, andavano via. Mi sono tolta una bella soddisfazione oggi...”

“Va bene poi nel pomeriggio a casa ne parliamo bene, comunque non uscire più se viene qualcuno di loro a cercarti mi raccomando!”

“Si va bene!”

“Ora vai in bagno a rinfrescarti che devi essere tesa. A dopo amore!”

“A dopo Carlo!” Rispose e ci lasciamo con un bacio, uno smack sullo smartphone.

Tornato a pensare mi dissi che era un bel casino, io mi sarei comportato diversamente senza

litigare, ma Roberta è fatta così…. altro che < mi sono tolto una bella soddisfazione…>” pensai. Vedremo in seguito e così preoccupato tornai al lavoro.

Il pomeriggio giunto a casa, appena ci incontrammo mi feci dare il cd e andammo nel nostro

computer, lo inserii, attesi e aprii la cartella che c’era con i file e guardammo attentamente le fotografie. Erano davvero belle ed erotiche, fatte con una buona macchina fotografica o smartphone di marca, si vedeva il corpo nudo di mia moglie con la maschera sul palco, le mammelle, il sedere e i suoi fianchi libidinosi. E inoltre si vedevano bene i peli della figa e per un momento fui preso da un brivido di eccitazione al ricordare quella sera. E c’erano anche le altre fotografie scattate dop, nel corridoio, con lei senza maschera e si capiva perfettamente che la donna mascherata che faceva la spogliarellista sul palco era lei…mia moglie Roberta.

Le mettemmo via e facemmo commenti e discussioni che finirono lì , con un nostro abbraccio e io che la stringevo baciandola , incutendole sicurezza e tranquillità che non sarebbe accaduto nulla ,ma avremmo aspettato la prossima mossa di quel Rocco.

Sembrava che tutto si fosse acquietato, ma dopo tre giorni le squillò il suo cellulare ed era ancora lui che la cercava e appena finì la conversazione mi chiamò e spiegò ancora cosa le aveva detto.

“Buongiorno signora Roberta, sono il sig. Rocco, volevo dirle che sono dispiaciuto, anzi offeso

della sua reazione dell'altro giorno, è stata maleducata nei miei confronti …”

Roberta lo ascoltava con disinteresse, distacco, come le avevo consigliato di fare io, non le fregava nulla di quello che stava dicendo e stava chiudendo la comunicazione quando sentì quella voce irritante continuare: “Certo che se quel cd finisse in mano a suo figlio o ad altri conoscenti ...”

“Cosa c'entra mio figlio?... Non si permette di tirarlo in questa faccenda…” Urlai.

“Mi spiace ma lo devo fare nell’interesse della mia azienda.”

“Aspetti un attimo!!” Rispose Roberta agitatissima: “Significa forse che lei arriverebbe a dare quel cd a mio figlio??”

“Purtroppo si signora Roberta, visto come si comporta lei nei nostri confronti.” Rispose con una voce svenevole Rocco aggiungendo: “Però se vuole con lei e suo marito, ne possiamo ancora parlare con calma nel mio ufficio!”

“E dov'è il suo ufficio?” Domandò curiosa.

“Ah non lo sa! …È All'interno del night e mi può trovare tutte le sere dalle 22.00 in poi, lo dica

anche a suo marito Carlo.” Concluse. 

“Non so di cosa lei voglia parlare” Replicò mia moglie con rabbia: “Ma se per caso si è messo in

testa qualche idea strana, gli dico subito di togliersela.” Concluse interrompendo la comunicazione con Rocco e chiamando ancora subito me informandomi della telefonata.

“Ma cosa c'entra Federico? “Chiesi io.

“E quel che vorrei sapere anch’io…” Rispose lei.” Quel porco bastardo lo vuole informare di cosa successe quella sera!”

“Guarda Roby secondo me facciamo prima ad andare a sentire personalmente cosa vuole e

risolvere il problema una volta per tutte.” Dissi io.

“Noooooo!!!!” Urlò a cellulare:” Andare dove? In quel locale? Io non ci metterò mai più piede,

mi fa schifo! Pieno di puttane e depravati...”

“Calmati Roberta!” La invitai visto che dalla voce la sentivo alterata e tremante e non mi sembrava in grado di valutare la situazione.” Chiamerò io quel Rocco domani e gli parlerò, gli chiederò spiegazioni.”

E quella sera a casa, tutti e due agitati come per esorcizzare quella situazione, non parlammo

più di quella faccenda se non per monosillabi o frasi del tipo.” Allora domani gli parli?”

“Si!!” E chiudemmo quel discorso e quei lunghi silenzi tra noi andando a dormire.

Il mattino dopo in ufficio, appena fui tranquillo, rifeci il numero del cellulare di Rocco e quella

volta con mio stupore mi rispose e gli chiesi spiegazioni facendole sentire il mio tono di voce

alterato.

“Cos'è questa storia di mio figlio e del cd che hai inviato a mia moglie? E i cinquecento euro, che c’erano dentro la busta, che significano? Sai che non mi piacciono queste cose! Ora ti sei

divertito…ma ora basta!” Gli gridai, ma lui mi interruppe:

“Abbassa la voce… Ci siamo divertiti, ricordi il nostro accordo? Senza la tua complicità non c’è l’avrei mai fatta a portarla nel mio locale a farle fare la coniglietta e quella passerella …e guarda che lei non sa nulla di questo!” Mi disse.

“D’accordo…” Risposi abbassando il tono di voce:” …ci siamo divertiti, ma ora basta! Ridacci tutte le fotografie che hai di lei e finiamola qui! Non ho più intenzione di proseguire, il nostro accordo è finito e nullo!” Lo informai.

Ma Rocco come un serpente incantatore mi calmò, mi disse che era ancora solo un gioco e che si divertiva a stuzzicarla: “I cinquecento euro sono la paga della serata...” Pronunciò ridendo:” Cento per aver fatto la coniglietta e servito ai tavoli e quattrocento per la bellissima passerella con spogliarello finale, che ha riscosso un grande successo di pubblico... “Aggiungendo subito:” ...a lavorare per me si guadagna bene sai!!... Pensa che mi ha chiesto più di una persona di tua moglie... desiderosi di rivederla sul palco, lady Erre…” E rise:” … Pensa che qualche sciocco addirittura mi ha detto di essere pronto a pagarla pur di averla sessualmente, ma

io naturalmente ho detto di no…Ha fatto colpo la nostra lady Erre, ha avuto successo.” Dichiarò perfidamente dall'altra parte del cellulare, volendo farmi credere che lui ci tenesse alla privacy e integrità sessuale e morale di mia moglie.

“Non mi interessa se ha avuto successo...!!” Esclamai io spaventato e geloso di quell’ultima

frase ...che qualcuno era disposto a pagare pur di averla.

“Ma dai!!! “Rispose Rocco sempre con voce calma e disarmante:” Piaceva anche te vederla su quel palco nuda, ti è venuto anche duro ci scommetto. Cosa credi, ho visto anche a te battere le mani assieme agli altri e gridare nuda! …Nuda!” Restai un attimo in silenzio, poi ribattei:

“Si è vero, ma è stato un momento di esaltazione collettiva e debolezza. “Mi giustificai.

“Va bene, diciamo che ti sei esaltato, ma lo puoi rifare ancora! “Rispose lui deciso:” Comunque se volete le ultime fotografie di tua moglie, dove è nuda sul palco e quelle mentre entra nello spogliatoio a volto scoperto, dobbiamo incontrarci ancora tutte e tre! “Esclamò. “Dobbiamo discutere questa situazione e poi ho una nuova proposta per Roberta!”

“Che proposta?” Domandai:” Non metterti idee strane in testa su di lei! Non c’è niente da discutere tra noi è tutto finito, il nostro accordo non è più valido ti ho detto.”

“Ma no dai! Ne parliamo! ...” Esclamò:” Sono sicuro che rivederla consenziente su quel palco

Spogliarsi davanti a quegli uomini piacerà ed ecciterà anche a te oltre a me e i miei clienti. Venite una sera da me!!” Mi esortò.

“Assolutamente no! Non verremo!” Risposi:” E poi lei non vuole più mettere piede nel tuo locale, non ci entrerà mai più!” Ribattei agitato e orgoglioso di mia moglie.

Ma lui replico:” Mai dire mai!!! Comunque non è un problema questo. Verrò io da voi a casa

vostra ...questa sera. Se la montagna non va da Maometto, è Maometto che va alla

montagna! ...È deciso! A stasera!!”

“Come???... Cosaa!! Nooo assolutamente!!” Ma mentre gli rispondevo, Rocco chiuse la

comunicazione dicendo che aveva da fare: “Ora ho da fare a stasera a casa tua!”

A nulla valsero le mie richiamate, non rispondeva più. Gli inviai allora degli sms dicendole

assolutamente di non venire a casa nostra, che non le avremmo aperto o non ci saremmo fatti trovare. Ma ebbi solo un sms di risposta che diceva:” Stasera alle 21.30 a casa tua, so dove abiti. Ciao. “Riprovai a chiamarlo, ma fu tutto inutile non rispondeva.

Ci pensai sopra i rischi che correvamo a non farci trovare o peggio a non aprirgli.

“E se fanno casino nella scala?? Uscirebbero i vicini!” Mi dicevo.

Così quel pomeriggio, tornato a casa, ne parlai a Roberta, spiegandole tutto. La informai della

richiesta di Rocco e che quella sera visto che noi non saremmo andati da lui nel night, sarebbe venuto lui da noi, a casa nostra. Dicendole a Roberta che visto che noi avevamo deciso di non andare mai più in quel night, sarebbe venuto lui a casa nostra. Riferendole

anche la frase di Rocco: “Se la montagna non va da Maometto, è Maometto che va alla montagna!”

A quella informazione mia moglie ebbe una reazione sconsiderata.

“Che cosaaa!?” Esclamò indignata:” Quella gente lì... a casa nostraaa!!?? Mai… e poi mai!! “Continuando alterata in dialetto milanese: “Maomet, la muntagn… ma che significa? Le matt... è pazzooo!! E tu non gli hai detto niente??... Non gli hai detto di nooo!!”

“Si glielo detto...” Risposi a mia moglie:” ... ma non ne ha voluto sapere ragione. Conosce il nostro indirizzo e se non lo facciamo entrare in casa fa casino nella scala e sveglia tutto il palazzo.” Le dissi.

“Oddioooo!!! Diooo mio Carlo!! ...Ma in che guaio ci siamo cacciati?  Segnur! ...segnur!!! “Esclamò portandosi le mani sul viso: “Nooo!!…Ma dove ci siamo cacciati Carlo?? ... Non ne usciamo più da questa storia!! “

“Sarà solo per pochi minuti che li riceveremo...poi diremo.... che dobbiamo uscire...” Dissi a Roberta cercando di calmarla.

Restò in silenzio, Esclamando:” E Federico?! Dioo ...non vorrai far venire quel delinquente, magnaccia schifoso a casa nostra con nostro figlio.”

“No di certo! Lo faremo uscire, andrà da Cristina e poi intanto a lui lo liquideremo in pochi

minuti!” Esclamai mentre Roberta affranta mormorava ancora: “… Diooo quell'uomo in casa nostra… che vergogna… che vergogna! Che disonore!!”

“Su non fare così, verrà solo a parlarci e probabilmente a darci quelle fotografie!” Esclamai.

Chiedendomi lei con gli occhi lucidi:” E quei soldi nella busta, gli hai chiesto cosa significavano? “

“Si! Mi ha detto che era il giusto prezzo per il tuo lavoro da coniglietta e per la prestazione dello spogliarello!”

“Il giusto prezzo per la prestazione? Ma per chi mi ha preso per una puttanaa!!” Urlò, mentre io cercavo di calmarla: “Ssshhhhhhhhh!!!!!! Parla piano amore che i vicini sentono...”

” Non me ne frega niente se sentono… Se li può tenere i suoi sporchi soldi, se pensa di

comprarmi si sbaglia.”

Passammo quel fine pomeriggio e inizio serata senza quasi parlare, agitati e lei preoccupata e

con il muso. Poi dissi a nostro figlio: “Perché non ti vai a mangiare una bella pizza con Cristina stasera? Mamma è stanca e non ha molta voglia di preparare da cenare. Misi la mano in tasca e presi il portafoglio, passandole50 euro: “Vai e stai tranquillo e rientra pure dopo le 23.00 che noi siamo qui restiamo a casa.” Accettò l’idea e uscì dopo aver telefonato alla sua fidanzatina.

Quella sera cenammo poco, in silenzio e in fretta.

Poi seduti sul divano senza parlare come se avessimo litigato, con il televisore acceso

attendemmo l'ora prevista per l’arrivo di Rocco. Lei si cambiò d’abito e si mise in ordine, si

vestì in modo serio, con una gonna beige sotto il ginocchio e una maglietta di cashmere a

girocollo, con una collana di perle sopra essa e i capelli tirati sulla nuca con un fermaglio.

Voleva risultare anonima e invece senza volerlo la sua bellezza austera risaltava di più insieme alla sua sensualità.

In orario si presentò Rocco, sentimmo echeggiare forte il citofono, facendoci sobbalzare e

sperando mai che suonasse. Andai io a rispondere e chiesi:” Si! ...Chi è?!”

“Rocco!!” Disse la sua voce rauca che riconobbi subito. Cliccai e le aprii il portone. “Terzo piano!” Gli dissi.

Roberta non si mosse sdegnata di quell’arrivo restò seduta sulla poltrona.

Aprii la porta e mi fermai sull’uscio, mentre sentivo l’ascensore salire. Al suo arrivo restai

sorpreso quando vidi uscire dietro di lui dall’ascensore Lea e dietro lei una giovane ragazza che li accompagnava. “Buonasera!” Disse Rocco seguito dalle voci femminili.

“Buonasera!” Risposi, girando gli occhi alle altre porte del pianerottolo che non ci fosse nessuno che li vedesse.

Li feci entrare in soggiorno mentre Roberta era ferma seduta sulla poltrona e vedendo quella

gente in casa sua diventò congesta di rabbia in viso e non li salutò nemmeno.

“Buonasera signora Roberta!” Disse Rocco seguito con lo stesso saluto dalla voce di Lea. Ma mia moglie non rispose, continuò a guardare il televisore.

In fondo la capivo, trovava indegna la loro presenza in casa sua, nostra, e la viveva come un

insulto a lei e alla sua famiglia e al suo onore avere quella gente in casa...se mai si fosse saputo

sarebbe stato un’onta.

Avvertiva umiliazione e si sentiva oltraggiata ad averli nel suo salotto... Si sedettero sul suo bel divano beige, guardandosi in giro, solo la giovane ragazza restò in piedi.

Rocco aveva in mano la sua sigaretta elettronica accesa e ogni tanto faceva una tirata, sbuffando il fumo e ammorbando l’aria con quel profumo di vaniglia.

“Oh!! Ma che bella casa che ha signora Roberta!” Esclamò Lea guardandosi attorno.” Ben

arredata, ha veramente gusto! “

All'improvviso Roberta con fierezza mise sul tavolinetto davanti al divano la busta datole dalla rumena nell’ufficio postale, tirò fuori le cinque banconote da 100 euro e disse:

“Queste se le può tenere! Se le riprenda!” Esclamò orgogliosa spingendole con le mani verso di

lui facendole strisciare sul tavolino .

Ci fu un momento di stupore: “Ma no... è il suo compenso per quella sera!” Dichiarò Rocco beffardo. Ma lei superba e fiera come una tigre, rispose con voce ferma e sicura:

” Non mi compra nessuno! Non voglio i suoi soldi e nessun compenso e tanto meno lavorare

per lei.”

“Oh su non faccia così!  Non si offenda!” Rispose sorridendo Rocco accompagnato dal sorriso falso di Lea:” Non era questa la mia intenzione, quella di comprarla e mi scuso se le ho dato questa impressione, ma lei l’ha interpretata male. Era solo il pagamento per quello che aveva fatto nel locale quella sera, la coniglietta e l’esibizione.” Aggiungendo perfido e provocatorio guardando Lea e me:” E poi è giusto pagarle le donne per quello che fanno, tutto ha un prezzo!”

Ma lei indignata e pronta ribatté tenendole testa: “Forse quelle che frequenta lei, del suo ambiente che sono in vendita e hanno un prezzo, non certo io. < IO> ... non ho prezzo! Non mi compra nessuno... se lo metta bene in testa!” Esclamò furiosa dentro di sé, mostrandosi

altezzosa e dignitosa e aggiungendo:” E la prego di non fumare qui in casa mia che lascia uno

strano odore e mi dà fastidio!”

A quelle parole ci fu un incrocio di sguardi tra Rocco e Lea e in quello di lui si vide una luce luciferina brillare con un sorriso smorzato...provocatorio.

Roberta era tesa, gli teneva il muso e mostrava chiaramente di non gradire la loro presenza a casa nostra e che le davano fastidio. E visto che lei non lo faceva fu Rocco sfacciatamente a dire: “Se ci offre un caffè lo gradiamo e prendiamo piacevolmente, grazie!”

Avrebbe voluto urlargli di alzarsi dal suo divano e di uscire immediatamente, sbatterlo fuori a calci insieme alle sue due puttane, ma mi guardò e vide che con la testa e gli occhi le fece capire di avere pazienza e di assecondarlo.

La vidi alzarsi collerica e sconfortata e avviarsi in cucina, sentendosi umiliata, di dover fare la

serva a loro in casa sua.

Nell’attesa che lo preparava parlammo del più e del meno, ascoltando i complimenti di Lea sulla casa: “Veramente bella, ha molto gusto sua moglie!” Mormorò.

Roberta fece il caffè e lo servì, da come era tesa e li guardava con odio, conoscendola gli

avrebbe portato volentieri del veleno a tutte e tre e non il caffè. Poi a confermare la nostra unità, si sedette non più nella sua, ma sul bracciolo della mia poltrona, vicino a me e mi diede la mano e ascoltò.

Rocco iniziò a parlare chiaramente: “Lei signora Roberta, quella sera ha avuto un successo strepitoso che nemmeno noi chi aspettavamo, pensi che se ne parlato in giro anche nei giorni seguenti, della bella e misteriosa signora Lady Erre e molti hanno richiesto di rivedere un suo spettacolo. Ed è mia ferma intenzione ad ogni costo esaudire i desideri dei miei clienti!” Precisò. Mentre Roberta disgustata mormorava: “I suoi clienti depravati e perversi!”

Lui non raccolse la provocazione e continuò: “Quindi, per riavere quelle foto equivoche, lei, dovrebbe rifare un altro spettacolo per noi, questa volta preparato in grande stile e non improvvisato.”

Roberta trasalì: “Un altro spettacolo!!? " Esclamò indignata.

" Si un altro!!" Rispose tranquillamente Rocco con fermezza.

La vidi alzarsi dal bracciolo e dire:” Fuori da casa mia!!!” Allungando il braccio e con il dito

segnando la porta:” Fuori da questa casa onesta!”

Restammo tutti stipiti della sua determinazione e del suo coraggio, anch’io che minimizzai:

“Aspetta Roby, lascialo finire…sai in che situazione siamo messi…” E tirandola per il braccio la

feci risedere sul bracciolo vicino a me, tremante e sudata dalla tensione. Non era facile per lei contrastare Rocco, che serio proseguì: "Sempre con la maschera naturalmente …ma nuda!"...Precisò.

" Nuda?" Esclamo Roberta sconcertata: “Ma cosa le fa pensare che io possa fare ancora uno spettacolo… Se lo tolga dalla testa!” Ribatté altezzosa.

“Guardi non ci sarà più di 20 minuti di spettacolo e io le darò quanto lei guadagna in un mese.

Le offro millecinquecento euro per venti minuti! “Esclamò Rocco.

Ci fu silenzio a quella offerta, erano tanti quei soldi. Io e lei ci guardammo negli occhi, ma la

vidi rispondere: “No-o-o-o!!” Nemmeno per Duemila euro, nemmeno per un milione mi spoglierò in quel locale. “Ribatté decisa e orgogliosa.

“Ci pensi …” Replicò Rocco guardando anche me: “Duemila euro sono la mia ultima offerta.

E le conviene accettare sa! Prima perché è una bella cifra per cui molte donne vorrebbero essere al suo posto e poi ho le sue fotografie …”

In quel momento intervenni io, turbato dalla situazione che offrissero dei soldi a mia moglie per spogliarsi nuda e senza farmene accorgere favorii Rocco nel convincimento di Roberta.

“Aspetta Roberta! “Dissi cercando di farle capire e dentro di me convincerla ad accettare quella richiesta:” Non hai capito, lui non te lo sta chiedendo, te lo sta imponendo con il ricatto!” Affermai, mentre Rocco e Lea sorridevano dondolando la testa in modo affermativo.

“Vedo che lei ha capito Carlo!” Esclamò guardandomi e dicendogli io a mia moglie:

" Se per chiudere questa faccenda devi esibirti ancora una volta fallo e che poi finisca tutto, però vogliamo delle garanzie. È solo uno spogliarello in fin dei conti ...Come l'altra volta, e sei mascherata."

" Ma io!!” …Rispose Roberta guardandomi stupita dalla mia esortazione. " Io non voglio!!... Non

posso! Ne va del rispetto che ho di me stessa, sono una madre, ho una professione, sono stimata e considerata e non posso fare queste cose, ne va della mia moralità, del mio orgoglio di donna, di madre e moglie oltre che della mia reputazione e del mio onore!"

"Eh quante parole grosse signora Roberta, paroloni! Le sto chiedendo di fare solo un altro spettacolo!" Le rispose Rocco: " Poi ritornerà ad essere l'impiegatuccia di prima se vorrà! Ma con duemila euro in tasca, ma adesso mi devi aiutare nel rilancio del mio locale! I clienti vogliono lei e non un'altra…" Precisò.

" Come se vorrò? ...Che significa! Certo che vorrò tornare a fare l’impiegata! E di che rilancio parla?" Chiese mia moglie agitata.

" Voglio riproporre il mio locale a livello regionale e devo rilanciarlo per farlo conoscere con vari spettacoli nuovi, diversi dal solito, dove ci sono giovinette, ma anche belle signore mature, tra cui il suo e abbiamo constato che lei, una donna comune, mamma e moglie è la migliore pubblicità che possa avere e fare. i clienti la vogliono."

Restammo silenziosi, poi Roberta gli rispose:" Lei non può chiedermi questo e pretendere che io l'accetti ...è ...è un ricatto!!"

“Ma è già stata nuda su quel palco!” Ribatté Rocco.

” Si, ma non ero consenziente, mi hanno mostrata con l’inganno! Contro la mia volontà, sono

stata obbligata!” Esclamò.

"Non usi parole grosse e inappropriate signora, che si possono ritorcere contro di lei." Rispose

infastidito Rocco." Io ho delle fotografie scattate nel mio locale, mentre lei sfila divertita, e poi si esibisce e che la ritraggono nuda, volgare e scandalosa. “

Ma mia moglie tenendogli testa rispose: “Innanzi tutto io non mi sono esibita!” Precisò:” Sono stata denudata e costretta a mostrami, il che è diverso!”

“Eh va bè!” Disse Rocco:” Ma io ora ho bisogno di lei, di un piccolo aiuto, per il mio locale e per

una piccola sfilata. Se Accetterà e lo farà, riceverai in cambio le foto e verrà anche pagata bene, con me può guadagnare molto!” Affermò.

“Non voglio i suoi soldi, glielo già detto!” Ribadì Roberta: “So come li guadagna… e come se li

guadagnano le sue amiche come le chiama lei, cosa fanno per averli, ma io non sono quel tipo

di donna lì e non mi interessa.”

E senza che lui rispondesse alle parole di mia moglie, asserì:

“In caso contrario, niente mi vieta di pubblicizzare le fotografie su internet, in dépliant e in

cartelloni pubblicitari.... Sono state scattate in un locale pubblico e autorizzato a fare foto durante gli spettacoli. E Non c’è nessun ricatto in questo che lei possa dimostrare come vede, e comunque pensi un po' come vuole.” Disse seccato.

" No! ...Questo non può farlo! ...Non può pubblicarle!!" Rispose spaventata osservandomi.

“Certo! Non può!” Aggiunsi io.

" Se mi denuncerete mi faranno una multa, a lei la scelta! " Rispose Rocco.

Roberta seduta vicino a me, perse tutta la sua spavalderia a quelle parole, voltò il capo e mi

osservo negli occhi, sussurrandomi impaurita:" Cosa facciamo Carlo ?!” ... Erano le parole che inconsciamente aspettavo fa lei e risposi: " Non so! Lui vuole soltanto che tu ti esibisca ancora una volta nel suo locale e questa volta consenziente e fare un’altra sfilata mascherata. Non so!! Vedi tu!! Decidi tu, sai come la penso io a proposito. Il rischio che corriamo a dire di no è alto, hai sentito anche tu, ha le tue foto! ...Tu non vuoi farlo lo capisco e sono d’accordo con te, ma sarebbe uno scandalo se le mettesse in rete. Ci pensi a Federico se finissero su internet?” Le sussurrai.

Era preoccupata, pensava a quel cd, alla sua reputazione di signora per bene, madre e impiegata e soprattutto a nostro figlio e mi domandò ancora:" Ma se lo accontento finisce tutto davvero !?"

" Penso di sì, davvero! " Risposi anch’io spaventato mentendo, non sapendo oramai dove saremmo arrivati davvero con quel Rocco.

Si voltò seria e altezzosa verso di Rocco, che prima di darle modo di parlare gli ripeté ancora

sorridendo:" Spogliarellista per una sera ...lady Erre la nuova attrazione Coquette e Chienne!!

" Non capisco !!" Disse Roberta

"Non importa! Poi ti spiegherò io con calma cosa significano. " Le sussurrai. E Rocco continuò:

"Ci sarà una nuova sfilata tra qualche giorno. Oramai sa come si svolge la sfilata che dovrà compiere, ma questa volta lo farà con l'aggiunta di qualche ragazza, farete una specie di balletto e poi lo spogliarello, naturalmente lei sarà la prima donna, la protagonista principale e le ragazze il suo contorno, le sue vallette. “La informò.

Io ascoltavo, quelle spiegazioni che dava su mia moglie protagonista e spogliarellista, nonostante la situazione, mi eccitavano, era più forte di me, ma sapevo controllarmi, fingere di eccitarmi, però non lo davo a vedere.

“Lea, le darà qualche lezione!” Le disse, ripetendo:

"Stia tranquilla, non c'è niente di strano, non ci saranno trucchi, ha la mia parola e poi l'ha già

fatto, nessuno la riconoscerà mascherata."...

“Si! La sua parola, per quel che vale …come l'ultima volta!” Mormorò abbassando la testa mia

moglie.

“Quello è stato un espediente forzato per averla … ma le assicuro che nel mio ambiente la mia

parola è legge.” Disse serio.

Ci fu silenzio, io e Roberta ci guardammo negli occhi, poi lei esclamò: “Vorrei parlare da sola con mio marito! Ci allontaniamo un attimo!”

“Prego!” Disse Rocco sorridendo.

Ci alzammo e ci mettemmo in disparte nell’angolo del soggiorno, mentre lui fumava la sua

sigaretta elettronica e impuzzolentava l’aria e Lea parlava con la ragazza rumena.

” Io non ci vado più Carlo! “Esclamò Roberta appena fummo lontani da loro:” Non voglio, sono contraria e poi non mi va, mi ...mi agita quando ci penso, come l'ultima volta!”

“Cosa intendi dire con quel ti agita? Ti eccita forse!?” Chiesi spudoratamente scandalizzandola.

“Ma Carlo!?...Che dici!!” Esclamò lei arrossendo.

“Mi devi dire la verità Roberta, voglio sapere cosa ti inquieta.” Le dissi. Ma lei allarmata e turbata dichiarò: “Chiamalo come vuoi, ma a me spaventa, non mi va! Non mi sento io, mi quando sono la mi sento come se fossi un'altra donna.” Affermò. 

“Guarda che però loro hanno le tue fotografie e sono capaci di inviarle davvero in giro su internet.” Le dissi io per portarla alla realtà.”

“E allora che vuoi che faccia!! “Sussurrò forte e arrabbiata.

“Non so nemmeno io come comportarmi.” Le risposi, aggiungendo sempre sussurrando: “Non stiamo a discuterne qui davanti a loro, anche se fanno finta di niente ci guardano, diamo

una brutta impressione di noi, di insicurezza e paura.” E poi dissi la frase che l’avrebbe sottomessa per sempre e che le proposi con eccitazione.

“Intanto accettiamo! Non abbiamo alternative e poi vedremo, chiederemo delle garanzie!”

Roberta era sconfortata di accettare e dover di nuovo andare in quel locale, ma come dicevo io, non avevamo scelta.

“Che garanzie vuoi chiedere Carlo? Ti fidi si quella gente lì?” Mormorò.

“No! Ma lascia fare a me.” Bisbigliai.

Ci avvicinammo nuovamente a loro risedendoci nella poltrona e lei vicino a me sul bracciolo.

“Va bene!” Dissi io anche per mia moglie guardando Rocco negli occhi:” Però vogliamo delle garanzie!”

“Che garanzie?” Chiese lui.

“Che sarà l'ultima volta, che ci darete tutte le foto che avete fatto prima di iniziare e dopo e la

sua parola che non farete più fotografie e lo metterete per scritto. Queste sono le condizioni.”

Affermai aggiungendo:” E inoltre ci darete i 2000 euro per lo spettacolo di mia moglie.”

“Ma Carloo!!!” Esclamò sorpresa e indignata Roberta, scandalizzata dalla mia richiesta in denaro.

“Ssshhh!! La zittii, lascia fare a me che se non altro difendo i nostri interessi.” mormorai mettendole la mano sul braccio...e sussurrandole:” Duemila euro ci fanno comodo, e visto che lo devi fare e lui li ha offerti, perché non accettarli!”

E mentre lei diventava rossa in viso e imbarazzata abbassando gli occhi per la vergogna di farsi anche pagare, lui la guardò esclamando sorridendo: “Vedo che suo marito è un buon amministratore di sua moglie e delle sue doti artistiche, certamente farete strada!” E rise. Aggiungendo: “Certamente!... Accetto tutto!! Lei prepari la memoria di mio impegno che ha detto vuole avere in garanzia e io la firmo e la pagherò! Le darò i duemila euro pattuiti anticipati e intanto si prenda questi che sono i suoi, se li è guadagnati...” Dichiarò facendo strisciare sul tavolino fino alla parte di mia moglie i cinquecento euro che inizialmente Roberta con orgoglio aveva rifiutato.

Lei abbasso il capo umiliata e avvilita e li lasciò li sul tavolino davanti a lei e li guardammo.

“Ma sia chiaro signor Rocco!” Aggiunsi io:” Se non starete a questo accordo, vi denunceremo, siamo pronti a farlo e ad affrontare uno scandalo con tutto il clamore che ne seguirà piuttosto che essere vittime dei vostri ricatti. Prendere o lasciare?” Chiesi davanti a mia moglie.

“Prendiamo !!” Ribadì Rocco sorridendo a Lea.

Roberta era dispiaciuta e offesa dell’accordo che avevo fatto con loro, era in sintonia con le mie parole, ma sembrava che fosse quasi un consenso perché lei andasse a lavorare da lui, una specie di contratto verbale.

“Finalmente amore, questa è l'ultima volta e usciremo da questo tunnel … “Gli mormorai,

mentre dentro di me pensavo scelleratamente di eccitarmi e godere ancora una volta, nel

vederla esibirsi nuda e mascherata, ma quella volta con lei consenziente di mostrarsi a quegli uomini, desiderata e invocata da quel pubblico vizioso che lei tanto odiava e a me faceva eccitare. Sarebbe stato l'ultimo canto del cigno e avrei poi accantonato tutti quei desideri malsani che avevo e mi eccitavano, ma avrei avuto la soddisfazione di vederla pagata e lei di provare il brivido di essere pagata per mostrarsi nuda ad altri uomini.

Rocco guardò Lea e poi disse:” Va bene! Domani le farò avere tutte le foto che abbiamo e le do la mia parola che sarà l'ultima volta che farà uno spogliarello per il mio locale.”

“Quando ci sarà lo spettacolo!” Chiese curiosa Roberta passata in piedi dietro me.

"Tra qualche giorno! Penso dopodomani, comunque le faremo sapere." Rispose Rocco. Ribadendo: "Nel frattempo però dovrà venire nel locale da Lea almeno un pomeriggio che le

insegnerà come muoversi, cosa fare e come spogliarsi!”

Roberta rispose pronta:” “Ci verrò ma con mio marito!”

“Va bene! Nulla in contrario che ci sia suo marito, intanto il locale sarà vuoto nel tardo

pomeriggio. Allora facciamo per dopodomani pomeriggio che è mercoledì le prove e giovedì sera facciamo lo spettacolo.” E osservando me visto che per la prova si era accordato con lei esclamò: "Suo marito è d'accordo vero sig. Carlo ?!!...Si tratta solo di imparare qualche passo e qualche trucco nello svestirsi, durante il balletto e nient’altro. Poi sarà tutto finito, tutto come prima! Per voi e per me! Bene allora mercoledì pomeriggio inizierà per così dire, le prove! “E rise da solo aggiungendo:” Verrete nel locale, ci sarà Lea che le mostrerà quale sarà il suo compito e come dovrai prepararsi. Voglio che giovedì facciano tutti scintille… che sia una bella festa anche per voi.” Roberta scosse le spalle mentre parlava, come se non le interessasse e si avvicinò a me sussurrandomi all’orecchio:” È un ricattatore!... Un magnaccia Carlo!! Mi fa schifo!!...Lo odio!!...A lui e anche a quella troia che ha seduta vicino...” Sorrisi e lei sottovoce proseguì: “Non dovremmo accettare quella nuova sfilata. Mi ha già ingannata una volta ed è sono certa che è pronto a farlo una seconda!”

Risposi che per salvare la reputazione nostra e di nostro figlio l'unica cosa da fare in quella condizione era di assecondarlo purtroppo e che avevamo parlato chiaro, se ci ingannava ancora lo avremmo denunciato, e che quel giovedì sarebbe passato in fretta e la sfilata sarebbe stata solo di mezz’oretta e mascherata. La calmai dicendole che tutto avveniva in modo riservato e anonimo.

Lei controvoglia accettò.

"Va bene!... Farò quello che mi chiede, ma finiamo questa storia e facciamo in fretta!” Affermò.

Anche lei era turbata da quello che doveva rifare, questa volta senza inganno e volontariamente e si sentiva turbata essendoci già stata e forse in silenzio ne aveva provato piacere su quel palco. Per questo aveva timore di sentirsi un'altra.

Rocco sorrise.

Roberta mal sopportava dentro di sé la soddisfazione che aveva Rocco e il sorriso perfido e infido che aveva. Odiava e disprezzava quell’uomo o meglio quella bestia, come lo chiamava lei. All'improvviso sentimmo la chiave girare nella serratura, uno scatto e aprirsi la porta ed entrare Federico con la sua fidanzatina Cristina e prima che Roberta capisse e si alzasse per andargli incontro per cercare di fermarli e impedire che entrassero nel soggiorno, loro furono sulla soglia.

“Buonasera!” dissero educatamente.

“Buonasera!” Risposero Rocco ... seguito dalle voci di Lea e dell'altra ragazza.

“Come mai qui?!” Chiese imbarazzata e preoccupata Roberta avvicinandosi a loro con un sorriso forzato che nascondeva tutta l'apprensione e la preoccupazione di essere con quella gente.

“Spero di non disturbarvi mamma! Ma ho dimenticato in camera il cd da dare a Cristina.”

“Andiamo a prenderlo!” Disse subito Roberta accompagnandoli:” Venite!” Li esortò per portarli via da quella stanza e dalla vista di quelle persone, pensando che solo con lo sguardo li contaminassero rovinando la loro purezza.

Ma Rocco veloce alzandosi e avvicinandosi a loro esclamò:

” Ma che simpatica coppietta, giovane e bella! E che ragazzina meravigliosa!” Disse rivolgendosi a Cristina che sorrise imbarazzata ma felice dell’apprezzamento di quell’uomo sgraziato e antiestetico, ma ringraziandolo a sua volta per il complimento, poi rivolgendosi a mio figlio affermò:” Ma lo sa che lei è davvero fortunato ad avere una fidanzatina e una mamma così belle!” Federico sorrise e lui allungò la mano per presentarsi: “Piacere Rocco! “

“Piacere!” Rispose mio figlio stringendogliela. Poi si rivolse a Cristina e prendendole la mano gliela strinse dolcemente guardandola negli occhi. “Piacere Rocco!”

“Piacere Cristina! “Rispose lei con un sorriso timido e imbarazzato.

Roberta sorrideva falsamente a forza, con le labbra tirate e piene di rabbia, imbarazzata da quei complimenti e dalla sua presenza tra loro, mentre Cristina ne era lusingata.

“Cosa fate di bello nella vita, lavorate o studiate?” Chiese.

“Studiamo! “Risposero all’unisono, guardandosi poi in viso e mettendosi a ridere insieme.

Instaurando con lui un breve dialogo.

“Noi siamo amici dei suoi genitori.” Disse Rocco.

Ma Roberta intervenne subito:” Venite su! “E li accompagno in camera di Federico, sotto lo

sguardo indagatore di Rocco e Lea che scrutavano soprattutto Cristina...

Tornarono per salutare educatamente anche se mia moglie gli aveva detto che non occorreva e l'avrebbe fatto lei per loro, e ricambiati i loro saluti da Rocco e Lea con un sorriso enorme

uscirono.

“Mia moglie tirò un respiro di sollievo e tornò a sedersi sul bracciolo vicino a me, mentre Rocco le diceva:” Ha veramente un bel ragazzo e che bella ragazzina che ha per fidanzatina!”

“Parliamo di noi!” Le rispose mia moglie bruscamente, scocciata e infastidita del suo interesse per nostro figlio e soprattutto Cristina.

E comunque restammo d’accordo come avevamo programmato.

Al termine Lea si alzò chiedendo:” Scusate posso andare in bagno?!”

Certamente Roberta non avrebbe voluto, l’avrebbe mandata volentieri al bar di sotto e disse:

“Ma non so! È in disordine il bagno!” Aggiungendo:” E non funziona bene, giù c’è il bar!” Per impedirle di andare.

“Oh ma non importa!” Rispose Lea:” Io non faccio caso all’ordine e a queste cose, tutti

abbiamo il bagno in disordine nelle nostre case!!”

Roberta mi guardò e spalancò gli occhi come a volere che io glielo impedissi, ma le feci un

segno con il capo come a dire:” Che vuoi fare? Non farle fare la pipì? “

E lei controvoglia si alzò e accompagnandola, le fece strada accendendo la luce interna.

Quando Lea lo vide esclamò: “Oh ma che grande, è davvero bello! E com'è pulito e in ordine e profumato, altro che disordine, lei non ha visto il mio allora!” Affermò con un sorriso ironico.

Mia moglie la lasciò sola e lei chiuse la porta, sperando che non toccasse niente delle sue cose personali di cui era gelosissima.

Intanto che io parlavo con Rocco, Lea restò parecchi minuti all'interno del bagno, mentre Roberta fissava la porta aspettando indispettita che uscisse e friggeva, pensando che certamente avrebbe toccato con le sue manacce luride e sporche di sesso i suoi oggetti intimi e personali, i suoi asciugamani e avrebbe dovuti rilavarli tutti, se non gettarli visto che era schizzinosa. Ed era certa anche che frugasse tra le sue cose, necceser beauty, cassettini, profumi e altro.

All'improvviso si sentì lo scroscio dell'acqua e la porta si aprì, Lea uscì sorridendo mettendosi a posto il vestito e lisciandolo col le mani davanti e dietro, avvicinandosi a Rocco e alla ragazza rumena, che in piedi l’attendevano per andare via.

Ci salutarono e mia moglie lo fece freddamente con gli occhi e uscirono. Appena chiusa la porta Roberta si precipitò in bagno a controllare e nonostante la finestra aperta, sentì che l'aria era ammorbata ancora dell'odore dei residui intestinali di Lea. Era andata di corpo nel suo bagno e questo la infastidiva. Vidi che arricciò il naso, prese lo spray deodorante e lo spruzzò in aria. Quando tornò indietro con aria seria e seccata, passando nel soggiorno vide ancora i cinquecento euro sul tavolino, nella parte dove era seduta lei. Le guardò, poi quasi le facessero schifo le prese tra l’indice e il pollice mettendoli sotto un soprammobile, l’intenzione era sempre quella di ridarglieli, ma poi per vari motivi non lo fece mai e li tenne.

Soli, ci sedemmo io e lei sul divano, guardandoci sconfitti e parlando di quello scellerato

Nuovo accordo, oltre che vittime non ci rendevamo conto di dove ci avrebbe portato, eravamo caduti nella loro trappola e presto c’è ne saremmo resi conto e mi venivano in mente sempre i tre intenti che aveva proposto lui e concordato con me, di cui due si erano avverate, ma terza no. “Le farò fare la coniglietta e la spogliarellista nel mio locale e poi vedrai la porterò anche a

battere, lo già fatto con un’altra signora...”

Ma mi dicevo che era impossibile, che non sarebbe mai accaduto conoscendo mia moglie e

conoscendomi e pur se l’idea mi intricava, mi tranquillizzai.

Quando rientrò Federico eravamo ancora seduti a parlare, lui richiuse la porta d’entrata, ci salutò, ci diede il bacino e andò a letto. Noi restammo ancora seduti a parlare.

Tra noi c’erano pause silenziose, lei era demoralizzata, tutto il suo orgoglio e combattività verso Rocco era finita in un fallimento e in un assoggettamento a lui, anche se era giustificato dal fatto che ci ricattava.

Il pomeriggio seguente saremmo ritornati per forza in quel night, dove aveva detto la fatidica frase:” Non ci metterò mai più piede…”  Con me sarebbe entrata a testa bassa e sconfitta. E io depravatamente invece di pensare al suo stato emotivo e alla situazione che viveva psicologicamente, in quel momento pensavo a lei su quel palco, alla mia eccitazione e a quei 2000 euro guadagnati in così poco tempo. Ma non immaginavo cosa ci aspettava.

La presi per mano e la tirai per il  tronco e la feci venire vicino a me: “Vieni amore!” Le sussurrai passandole il braccio sulle spalle, stringendola e baciandola con tenerezza in fronte. “So che non è la soluzione migliore, ma è l’unica credimi.” Le mormorai.

Lei restò in silenzio e poi rispose:” Non so come definire il mio stato d'animo Carlo, mi turba e inquieta essere di nuovo qui in questa situazione forzata a realizzare le parole di quell’uomo di considerarmi alla stregua delle sue donnacce. ll suo modo di parlare che tutte le donne hanno un prezzo mi turba...ma con chi si crede di parlare? “Disse quasi coccolandosi, facendo scemare stretta a me tutta la sua tensione.

“Quelle parole mi hanno scossa, impressionata, anche se non lo davo a vedere. Per un attimo ad ascoltarlo ho avuto una strana sensazione, di repulsione e di attrazione per quello che proponeva e questo mi spaventa Carlo, ho paura poi di non essere più in grado di reagire. “

“Ma no stai tranquilla, ti senti e vedi le cose così, solo perché sei tesa. Te lo detto! Rilassati!!”

E appoggiando la testa sul mio torace proseguì, mentre la tv senza volume mostrava solo

immagini e lampi che schiarivano la stanza.

“Quell'uomo mi fa soggezione, mi imbarazza, mi rende insicura o provato a tenergli testa, ma non reggo il suo sguardo, non ci riesco, è cattivo, è perverso e mi fa paura. E poi hai visto stasera che atteggiamento, che arroganza e come guardava Cristina anche?!” Esclamò staccando la testa dal mio torace, tirandola su guardandomi negli occhi.

“Beh è una bella ragazza, la guardano tutti, non vedo perché lui non possa guardarla? “Risposi.

“Si ma lui non è una persona normale, è un porco, un magnaccia...e.…” La interruppi.

“Su ora smettila Roberta con queste idee che hai solo tu.” Le dissi. Ma lei continuò: “Non so! Ha un qualcosa che mi inquieta, non voglio più vederlo.” Pronunciò decisa.

Capii che senza rendermene conto, l'avevo trascinata nel discorso che volevo farle io da tanto

tempo, parlare di Rocco, di cosa provasse lei a rapportarsi con Rocco, tentando di coinvolgerla e scoprire i suoi turbamenti che mi eccitavano.

“Ma no!” Dissi cercando di tranquillizzarla e minimizzare:” Non crederai davvero a quello che dice, sono solo termini ad effetto, lui punta su queste parole per intimidirci, mettere soggezione, disagio e in questo modo suggestionare e con te ci riesce, questo è il suo metodo.

Se provavi ad assecondarlo mentalmente non ti facevano nessun effetto le sue parole e lo spiazzavi e forse si stancava, perdeva interesse per te.”

“Assecondarlo??” Domandò volgendo la testa in alto per vedermi in viso.

“Si!” Risposi:” Più ti incaponisci e gli tieni testa e più fai aumentare il suo desiderio e interesse per te. Se tu l’assecondassi e faresti quello che chiede lui senza fare storie, non ci troverebbe più gusto, perderebbe interesse per te e ti lascerebbe in pace, non ti cercherebbe più. Perché non saresti più selvatica e non accenderesti più i suoi desideri.” Dissi mentendo per indurla ad accettare…

“Eh ma lui vuole che mi spogli nuda nel suo locale…”

“E tu fallo!”

“Eh non so se ci riesco, mi blocco…” Rispose aggiustandosi il capo sul mio pettorale.

“Tu devi pensarlo come un gioco, una trasgressione, una parentesi, chiamala come vuoi.” E continuai: “Hai sentito che ha detto? Che hai la maschera e nessuno saprà mai chi sei!”

Al massimo continuai: “Ti vedranno nuda sbavando un po' e nient'altro e poi ci sarei sempre io con te non ti lascerei mai.”

“Si, ma io a fare quelle cose mi sento strana Carlo, diversa, smarrita con quelle persone lascive che osservano e cercano di toccarmi.”

“Il tuo smarrimento è dovuto hai tuoi pregiudizi “. Le dissi. Mi guardò ancora fissandomi negli

occhi e chiedendomi: “Ma tu amore! Lasceresti davvero che mi vedano nuda? ...Non sei geloso? Sei un meridionale anche tu e non sei geloso di tua moglie?”

” Lo sono tesoro! Eccome se lo sono e tantissimo, ma io lo vivo come un gioco, non ci conosce

nessuno e se vederti nuda, eccita sia me, che te oltre che loro, non ci trovo niente di male, perché non saprebbero che sei tu, lo sappiamo solo noi.

“Chi ti ha detto che a me eccita mostrarmi!? Trasalì!”

“Lo sento, ma questo non cambia niente tra noi, perché tu amore non mi tradiresti mai perché mi ami, lo so! E ti ripeto, se una persona ti vede soltanto nuda, con il tuo consenso e il mio, non c'è gelosia, ne vergogna, né tradimento, perché sarebbe soltanto una trasgressione che nessuno saprebbe mai, solo io e te. Sarebbe come se non ti vedessero, perché tutto nascerebbe e morirebbe lì nel gioco.”

Restò in silenzio a guardarmi:” Non ti facevo così!”

“Così come??” Domandai.

“Così aperto di mentalità di considerare la gelosia in questo modo e il mio mostrarmi e farmi

vedere nuda da altri uomini come un gioco.”

“Lo è per finire questa storia, se no non ne usciamo più, prendersela e arrabbiarsi non serve a niente!” Risposi:” E poi devi vederci anche il lato positivo, i vantaggi e visto che sei

obbligata a farlo, tanto vale che ti fai pagare, 2000 euro sono tanti e ci fanno comodo. Tu

guadagni 1400 euro al mese e con quei cinquecento diventano 2500 euro, quasi tanti quanto due mesi del tuo stipendio...guadagnati in poco più di una serata e poi perché dobbiamo lasciarli a loro? “

Restò in silenzio:

“Perché sono sporchi e guadagnati male…!”!

“Palle!! E allora fallo gratis, intanto lo devi fare per forza…” Pronunciai ironico:” Fallo gratis…”

“Ma essere pagare per mostrarmi nuda mi fa uno strano effetto… come di vendermi, vendere il mio corpo a quegli uomini che guardano, e sarebbe un po' come prostituirmi e poi non sono soldi guadagnati onestamente.”

“Ma chi se ne frega... per farlo gratis, ti fai pagare…” Replicai io:” ... non li rubi mica, non li guadagni avendo rapporti sessuali, te li guadagni soltanto mostrando il tuo corpo, come fanno le attrici nei film o le modelle in tv o sulle riviste …” Roberta restò ancora in silenzio, segno che facevo breccia nel suo modo di rivalutare la situazione, non so da dove mi uscissero quelle parole se realmente dal fatto di proteggerla o dall’eccitazione che provavo a indurla a salire ancora sul palcoscenico e mostrarsi ancora nuda. Comunque sia quelle parole facevano centro nella sua testolina. 

“E già che ci sei, godine e se ti eccita mostrarti…” Esclamai.

“Ma che dici Carlo?” Esclamò scandalizzata staccando nuovamente il capo e guardandomi in alto negli occhi. “Si Roberta, se l’effetto interiore di essere nuda davanti a quegli uomini, ti eccita, lasciati andare… fallo con partecipazione, come ti ho detto non ci conosce nessuno e nessuno saprà niente, e questo è anche il momento di concedersi qualche piccola trasgressione.

“Oddio Carlo che parole stasera… mi sconvolgi, vedi, mi fai avere paura di me stessa, di come mi comporto e reagisco a certe emozioni.” Prosegui a parlarle mentre lei atterrita e triste seduta addosso mi ascoltava, e perversamente mi eccitava parlarle in quel modo, capovolgerle la realtà, tentarla, stimolarla, invogliarla a partecipare consenziente e a far sì che si sentisse libera di provare piacere da quel che faceva, cioè di spogliarsi nuda:

“Non immagini quanti uomini vorrebbero vederti nuda, piaci sei una bella donna Roberta, hai un bel corpo e un bel viso anche se hai 40 anni ...” Dichiarai sorridendole e abbracciandola stretta a me…! “Piaci a tanti…tantissimi!!” Affermai. “E guarda che non sono il solo, anche altri mariti che si mostrano gelosi, fa piacere che la moglie sia ammirata e osservata. Quegli uomini vedranno solo il corpo nudo di una bella donna, ma nessuno ti avrà mai, perché sei mia e perché noi ci amiamo, anche se resti eccitata e provi piacere nel mostrarti.” Pronunciai.

Scosse la testa, sentirsi dire da me che poteva tranquillamente godersi quel piacere che provava a mostrarsi nuda, la turbava, scombussolava e sconvolgeva.

“Ma tu a parte quella sera che mi hanno mostrata con l’inganno, tu sei l'unico uomo che mi ha vista nuda finora. “Esclamò quasi a giustificare le sue resistenze per non farlo.

” Si amore! però il modo in cui ti vedrò io nuda sarà sempre diverso da come ti vedranno loro, il mio osservarti nuda è un atto d’amore, di sentimento, mentre il loro di libidine e lussuria lasciava. Il loro osservarti nuda non ha valore, facendo parte solo di una trasgressione momentanea e per me te l’ho detto è come se non ti vedessero, dobbiamo accettarli come se fossero solo gli sguardi e le occhiate una fantasia che ci eccita, anche se obbligata dal ricatto.”

Stavo cercando di fare tutto per rendergli quella sua esposizione e imposizione di Rocco meno penosa e più allegra e partecipativa da parte sua. E lei mi ascoltava in silenzio senza rispondere. “Quegli uomini vogliono solo vederti nuda, erotica e provocante!”

“Provocante? …Da puttana piuttosto vorrai dire! Come quelle ragazze!” Mormorò muovendo la testa.

“E anche se fosse?” Risposi.

“Ma scusa a te non fa nessun effetto, non ti fa piacere che gli uomini, Rocco compreso

preferiscano vedere te nuda piuttosto che quelle giovane ragazze? Significa che eroticamente sei più desiderabile di loro e dovresti esserne felice e lusingata...” Ribattei, continuando: “A parte che non ti riconoscerebbero e poi noi ora non potremmo fare niente, quindi prendi

anche il lato bello e positivo della cosa, che piaci, sei desiderata ...sei bella e non ti vedrebbe

nessuno, soltanto io te e loro sapremmo chi sei nella realtà. E ‘come se tu fossi un’altra, come se ci fossero due Roberta in te, una trasgressiva che è quella che andrà in quel locale e salirà su quel palco mascherata a spogliarsi nuda davanti a quegli uomini e una Roberta seria che a casa ha famiglia, un lavoro e una posizione rispettabile.”

“E già !!...Tu la fai semplice con le parole, due Roberta, ma di Roberta c’è né una sola e che

odia quell’uomo e fare quelle cose che lui propone come comportarsi da puttana e mi viene

difficile...impossibile conciliarle al mio modo di vivere e di pensare.”

“Ti ho già detto e ti ripeto, prendilo come un gioco, una trasgressione lo spogliarello che dovrai fare, un gioco eccitante e pur nel malessere proverai l'ebrezza di sentirti per una volta un po' come una di quelle... una mezza prostituta... ma sempre per gioco, e tra qualche giorno avremmo dimenticato tutto. Sarà soltanto un eccitante ricordo di una esperienza trasgressiva.”

“Una mezza prostituta? Quell’odioso è capace di propormelo di farla davvero…” Disse.

“Ma no! Non correre con la mente.” Ribattei.

Nei suoi tentennamenti e pause discorsive intuii che anche lei provava qualche stimolo erotico a pensare mentalmente a quella situazione, a quello che avrebbe dovuto fare.

D'improvviso però, come destandosi da un torpore esclamò ancora: “No…non voglio! Non mi va partecipare e fare a queste cose.” Stringendomi.

Restammo abbracciati e la baciai in fronte e poi scivolai sugli occhi e sulle labbra e la sentii debole e fragile che si affidava completamente a me. 

Ci tirammo su e andammo in camera in silenzio, accesi l’abatjour restando in penombra, lei si spogliò, lasciò cadere il reggiseno, proiettando sul muro l'ombra eccitata del seno gonfio e dei capezzoli dritti, seducenti e sensuali, provocandomi l’erezione.

Ero eccitato per quello che era successo nella serata, per il suo timore la sua incertezza, il suo

turbamento e lo scoprire che anche lei su quel palco pur non volendo si eccitava.

Mi avvicinai ancora, la baciai sul seno, sul collo e poi sulle labbra, la sentii eccitata e vogliosa e le spinsi la lingua in bocca, tra i denti e ricambiò cercando la mia e stringendomi forte per poi lasciarsi andare. Feci scivolare la mano dentro lo slip, sfiorando il suo sesso peloso, gonfio e palpitante e facendomi strada con il dito tra i peli trovai la sua fessura, l’accarezzai e la scoprii umida e disgiunta dal desiderio, segno che quel discorso e la presenza di quelle persone in casa nostra nella serata l’avevano eccitata e le spinsi il dito dentro, mentre lei continuava a stringermi e a baciarmi senza staccarsi con la lingua in bocca.

Avvertii i suoi brividi di piacere percorrerle la pelle sotto le mie dita e la sua lingua vogliosa,

duellare con la mia. Il suo seno provocante e i capezzoli turgidi dall'eccitazione sembravano che mi invocassero a baciarli e stringerli.

La sdraiai sul letto assaporando il seno e i capezzoli con le labbra e la lingua, tolsi il dito medio bagnato di piacere da dentro lei, le sfilai lentamente lo slip, ricevendo subito dopo il suo allargare le cosce mettendomi in mostra il suo incantevole triangolo peloso rovesciato, solcato al centro da un’apertura lussuriosa e invocante. In silenzio lo accarezzai fremente e lo baciai sentendo il gusto e il profumo della sua eccitazione vaginale, poi tirandomi su le divaricai di più le gambe e mettendomi tra loro la penetrai dolcemente, muovendomi con tenerezza e passione.

Sentii il mio cazzo diventare duro e forte come il ferro entrare in lei, accolto da un sussulto e dal suo sesso caldo e impaziente. Nell'amplesso la sentii godere silenziosa, abbracciarmi e baciarmi, divenendo entrambi un corpo solo. Anche la sua eccitazione come la mia era dovuta alla serata trascorsa, nonostante la presenza di quelle persone, la loro proposta l’avevano eccitata. Nel godimento approfittai e con impudenza e provocazione nel momento più bello le sussurrai perversamente all'orecchio quel nome...” Rocco...”  seguendo con “quando sarai nuda

su quel palco...”, e avvertii il suo corpo fremere a quel sussurro, la sua vagina contrarsi forte sul mio cazzo e il suo piacere sotto forma di calore e lubrificazione aumentare enormemente. E subito mi mise l'indice della sua mano verticalmente sulle labbra per farmi tacere.

Aveva gli occhi chiusi, chissà a cosa pensava, ma avvertii la sua vagina intrisa di umore continuare a contrarsi e dilatarsi di più, nonostante cercasse di celarlo, e le sue gambe imprigionarmi i fianchi inarcandosi e spingendo con forza il suo bacino contro il mio sesso per riceverlo di più e tutto dentro al suo, in profondità, sfuggendole un gemito.

L’averle fatto quel nome e ricordato la situazione su quel palco, aveva avuto su di lei un effetto

afrodisiaco, che cercava di nascondere e di allontanare.

La sentii avvinghiarsi più forte a me, il suo respiro farsi affannoso e iniziare a godere a occhi chiusi ...fino all’orgasmo.” Oooooooooooohhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!” E baciarmi il viso.

Nonostante quello che era successo e la situazione che ci trovavamo, quella sera l'amore fu

bellissimo, fu un rapporto unico, straordinario come non avevamo consumato da anni e forse non avevamo mai avuto così.

Poi ci addormentammo abbracciati, non sapendo cosa ci sarebbe aspettato il giorno dopo.

 

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